Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
RACCOGLIE APPENA 300 FIRME E VANNACCI SI SFILA: “NON C’E’ BISOGNO DI SOLIDARIETA’ VERSO DI ME, NON C’E’ UNA MINACCIA VERSO LA MIA PERSONA”… “SE SCENDERO’ IN POLITICA LO DECIDERO’ IO, DIFFIDATE DALLE IMITAZIONI”
Gianni Alemanno lancia una raccolta firme e Roberto Vannacci si sfila. L’ex sindaco di Roma ha indetto una campagna di sottoscrizione per chiedere a Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, che venga ritirato “l’ingiusto e illegale provvedimento disciplinare” che ha colpito il generale per via delle esternazioni razziste e omofobe contenute all’interno del suo libro.
La campagna al momento ha raggiunto appena 300 firme ed è partita da Napoli sotto l’impulso dal comitato ‘Fermare la guerra-Forum per Indipendenza Nazionale’ guidato proprio da Alemanno, il quale negli ultimi giorni non ha esitato a difendere le sparate messe nero su bianco da Vannacci.
“Fino a quando la procedura disciplinare non sarà ritirata è chiaro che bisogna esprimere solidarietà a una persona colpevole solo di aver espresso una sua opinione su un libro, poi valuteremo eventuali iniziative politiche, però è necessario un confronto sulle idee con Vannacci, perché non tutto quello che è scritto nel libro è condivisibile. E bisogna capire se vuole continuare a fare militare”, ha detto Alemanno.
Nonostante la difesa, arrivata a più riprese nei giorni scorsi, il generale fa sapere di non essere a conoscenza del petizione indetta dall’ex sindaco capitolino: “Non so della raccolta firme del comitato di Alemanno”, ha detto interpellato dall’Ansa. “Non c’è bisogno di solidarietà perché non c’è una minaccia che incombe su di me, per cui non ne sono protagonista e non sono stato interpellato”.
Vannacci, inoltre, sostiene che al momento non avrebbe intenzione di scendere in politica. “Ogni volta che c’è qualcuno che lo dice non rappresenta il mio pensiero, bisogna ‘diffidare dalle imitazioni’: lo dirò io. Ribadisco comunque che faccio il soldato e voglio continuare a farlo, ma mi lascio aperta ogni possibilità perché sono una persona saggia”. Una chiosa, quella del generale, che non esclude la discesa in campo.
(da La Repubblica)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
DOVEVA ESSERE UNO SPETTACOLO OMAGGIO A FRANCO BATTIATO MA SI E’ TRASFORMATO IN UN FUORI PROGRAMMA FATTO DI RABBIA E INSULTI VERSO IL PUBBLICO
Doveva essere uno spettacolo omaggio a Franco Battiato, dal titolo appunto “Battiato – Segnali di vita e arte”, quello di sabato 26 agosto a Selinunte, in provincia di Trapani e si è trasformato in un fuori programma fatto di rabbia e insulti verso il pubblico.
I video dimostrano chiaramente Morgan prendersela con i presenti, i quali avevano pagato un biglietto per ascoltare lo spettacolo.
Stando a quanto riportato da siti locali come TrapaniOggi, il pubblico rumoreggiava perché in uno spettacolo dedicato a Battiato non c’era stata ancora nessuna canzone dell’artista catanese.
Alle proteste del pubblico, Morgan ha cominciato a contrattaccare e insultare: “Siete venuti a rompere i coglioni a me, che vi ho dato una cosa? La società è una merda fatta da voi, ho dei sentimenti! Non sono un personaggio. Andate a vedere Marrakech, andate a vedere Fedez. Vai a fare in culo! Frocio di merda”.
Sembra di rivedere quasi i litigi di Carmelo Bene nell’assistere a Morgan che cerca di difendersi dagli attacchi: “Avete pagato ma non sapete chi sono. Non sapete chi sono. Andate a casa vostra. Rispettate quello che state vedendo”.
“Non vado avanti perché qua siamo tornati indietro, ma vi faccio vedere quanto nobile io sia. L’indignazione ce l’ho io perché siete voi al mondo. Guarda come ride, fai vedere la tua faccia da schiaffi. Sei tra Aldo Grasso e uno che ha la faccia da schiaffi. Perché ridi? Ti fa ridere, vero? Ti senti migliore? Trovi ridicola la scena? Tu, mischiato tra i tanti, senti che è ridicolo quello che stai vedendo vero? Voi che mi diciate smettila, siete i direttori artistici? Siete il pubblico, voi. Ma che è? Siete dei bifolchi. Avete pagato ma non sapete chi sono. Non sapete chi sono. Andate a casa vostra. Rispettate quello che state vedendo.
(da Fanpage)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
LA MELONI È SEMPRE PIÙ INVIPERITA PER LE SPARATE DEL CAPITONE: “MATTEO SI CONTENGA, LE SUE RICHIESTE COSTANO TROPPO”… SULLO SFONDO, IL DUELLO A COLPI DI PROMESSE E SLOGAN IN VISTA DELLE EUROPEE
Non ci sono soldi, non abbastanza per soddisfare la fame di tutti i partiti. Prima di partire da Roma e trascorrere le ferie in Valle d’Itria, Giorgia Meloni era stata chiara. Aveva chiesto un sacrificio ai leader e ai capigruppo di maggioranza, avevo chiesto di non approfittare della stagione della manovra economica, caricando di promesse e bandierine le previsioni di spesa per il 2024.
Ma la premier sapeva e sa che sarà Matteo Salvini a complicare i conti. Per questo ha fatto arrivare a tutti, nel governo e ai vertici della maggioranza, il seguente messaggio, riferito da fonti di Fratelli d’Italia: «Matteo si deve contenere».
Il leader della Lega è già pronto a presentare il suo menù, utile a imbastire una narrazione di conquiste da sfruttare in vista delle elezioni Europee.
Ha fissato quattro obiettivi che Meloni, però, non considera una priorità. Non lo sono -secondo la premier – per i costi che comportano e che graverebbero troppo sulla finanziaria. Sono: il ponte sullo Stretto, i Lep – i livelli essenziali di prestazione che vanno definiti nel quadro della riforma delle Autonomie – il disegno di legge che reintrodurrebbe le Province e la riforma delle pensioni Quota 41.
In teoria, Meloni non sarebbe contraria ma vorrebbe diluire le proposte negli anni di legislatura, per non sovraccaricare la manovra di fine anno. Salvini, invece, vorrebbe realizzare tutto e subito. Per farlo, le previsioni di spesa dovrebbero rientrare già in questa legge di Bilancio, togliendo risorse ai piani di Palazzo Chigi.
Maurizio Lupi, capo politico di Noi Moderati, dal meeting di Comunione e Liberazione a Rimini aveva accennato a un vertice di maggioranza il 4 settembre, per mettere a punto il perimetro di lavoro sulla manovra. Una data che però non è confermata dalla presidenza del Consiglio e non è data per certa nemmeno dalle fonti ufficiali del ministero dell’Economia.
Meloni spera di mantenere una sintonia con il ministro Giancarlo Giorgetti. La legge di Bilancio che il Parlamento licenzierà a dicembre sarà definita su un obiettivo sul quale Meloni intende concentrare gran parte dei pochi miliardi a disposizione: il lavoro.
È la sua battaglia personale, quella su cui sente di essere assediata dalle opposizioni, che le rinfacciano lo stop al Reddito di cittadinanza senza una soluzione alternativa e le resistenze all’introduzione del salario minimo. Il sussidio introdotto dal M5S e la proposta di una soglia per le paghe sono misure molto popolari, e costringono il governo a trovare qualcosa che lo sia (o perlomeno lo sembri) altrettanto.
Nel silenzio del suo buen retiro pugliese, alla presidente del Consiglio non sono sfuggite le ultime scommesse del vicepremier e ministro dei Trasporti, annunciate con tanto di tempistica accelerata.
Le Province, per esempio. Prima di Ferragosto Salvini si è augurato che possano tornare già nel 2024: «Sarebbe un segnale di efficienza». La Lega ha presentato una norma per l’elezione diretta del presidente e dei consiglieri. Le Province riceverebbero più soldi e più competenze, «così – sostiene il segretario del Carroccio – garantiremmo la manutenzione di strade e scuole superiori».
I Lep sono un altro capitolo di spesa che preoccupa Meloni. La leader è più che favorevole a fissare i livelli essenziali di prestazione, anzi si è battuta per averli nel testo dell’Autonomia differenziata perché li considera una precondizione della riforma cara alla Lega.
Salvini vorrebbe forzare il calendario anche su altro. L’inizio dei lavori del Ponte sullo Stretto: «Contiamo che la prima pietra possa essere posata entro un anno» ha ribadito qualche giorno fa. E ancora: Quota 41. Non sono bastate le parole gelide del ministro dell’Economia, e numero due della Lega, Giorgetti, che non intravede molti margini sulla riforma delle pensioni.
Salvini insiste e continuerà a farlo, ma la norma è troppo costosa ed è poco apprezzata da Bruxelles. Non una delle migliori premesse per poter trattare con l’Unione europea uno spazio di deficit maggiore, nella speranza di strappare qualche miliardo in più per la manovra.
(da La Stampa)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
A LAMEZIA IL RITROVO DEI SEGUACI DI VANNACCI. DUE ORE DI DIBATTITO TRA L’“AGGRESSIVITÀ DELLA NATO” E GLI ERRORI DI SORA GIORGIA: “I NOSTRI VALORI SONO DIO PATRIA E FAMIGLIA. QUELLA DI MELONI È UNA FALSA DESTRA” (HAI RAGIONE, MA LA TUA E’ ANCORA PEGGIO, IL CHE E’ TUTTO DIRE)
«Buon lavoro e buon divertimento. Perché discutere di libertà di espressione deve essere allegro e appassionante». Gracchia da un telefono la voce di Roberto Vannacci. Il generale delle tesi omofobe e contrarie all’ambientalismo, è già diventato guru.
Ora vorrebbe intestarsi persino l’insostenibile leggerezza della politica: metà Berlusconi, metà Grillo. Parla così a una quarantina di persone radunate nella sala di una gelateria, quartiere Sambiase di Lamezia Terme, location scelta dal tenente colonnello Fabio Filomeni, amico da 37 anni del generale, per battezzare il movimento “Il mondo al contrario”, ispirato al libro di Vannacci. «Sarò lieto di venire in Calabria — promette il generale — sto accettando tutti gli inviti di quelli che si stanno rivolgendo a me». Poche parole che sembrano cifrate.
«Ma non c’entra con questa iniziativa», rimarca Filomeni, prima di comporre il numero di telefono di Vannacci di cui è stato consulente in Iraq. «Dicono che siamo un movimento sovversivo — continua il tenente colonnello — perché fatto da militari. Ma gli organizzatori sono per la maggior parte civili, dalla professoressa di fitness al dirigente di una multinazionale di auto». Movimento “culturale”, ripete Filomeni.
In collegamento pure Corrado Corradi, già colonnello degli Organismi informazione e sicurezza militare. Per Filomeni — “Filo” lo chiamano — è la sua seconda volta a Lamezia, da autore di libri. Come «Baghdad: ribellione di un generale » dove ha raccontato le denunce di Vannacci contro i vertici militari per l’uranio impoverito in Iraq. Dalla platea si alza un ufficiale dei carabinieri in congedo: «Ho un amico che si è ammalato di uranio. Vi ho ascoltato: bene, ma ora cosa facciamo?».
A ospitare i militari è l’associazione Cantiere-laboratorio, presieduta da Vittorio Gigliotti, candidato a inizi 2000 alle Comunali tra le fila di An: «Penso che il mondo politico abbia paura che Vannacci possa scendere in politica. I nostri valori sono Dio patria e famiglia. Quella di Meloni è una falsa destra».
Senza sconti. Magliette in sala con la scritta “Brigata Folgore”. Più reduci che nostalgici. Tra i relatori Tiziano Ciocchetti, analista militare, uno che ha intervistato due anni fa il generale per “Difesa on line”: «È un incursore, non ragiona come gli altri militari, ha un modo di proporsi non convenzionale. Lo ammiro perché finalmente ha detto che un soldato deve saper combattere e sparare. In Italia, per far passare un modello militare alla società, hanno fatto vedere il soldato di pace che porta caramelle e scava pozzi».
Filomeni lancia messaggi: «L’Europa è attaccata alla Russia», ma ci voleva una guerra «per fare gli interessi atlantici: avete visto i rincari della benzina, i carrelli della spesa vuoti? La narrazione sui media però è che Putin è impazzito e ha invaso l’Ucraina».
Dell’amico Vannacci traccia questo profilo: “È un soldato d’assalto — spiega Filomeni — Quando l’hanno mandato a dirigere l’Istituto geografico militare, con tutto il rispetto, mi sono chiesto: va comandare le cartine topografiche? Non mi sembra adatto. Uno di quella caratura che parla 5 lingue…”. Identikit del candidato alle prossime Europee?
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
CON L’INFLAZIONE DEL CIBO PIÙ ALTA DA QUASI 40 ANNI SONO SALITI A OLTRE 3,1 MILIONI DI PERSONE CHE, IN ITALIA, HANNO CHIESTO AIUTO PER MANGIARE FACENDO RICORSO ALLE MENSE PER I POVERI O AI PACCHI ALIMENTARI
Un mondo che non c’è. Forse aveva la febbre (ma quando si ha la febbre si sta a casa!), forse la destra è ancora legata all’immaginario bucolico e sociale di Pasolini, forse aleggia sempre la «maledizione del cognato» (chiedere a Gianfranco Fini), sta di fatto che il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida continua a prendere granchi, forse per incentivare il consumo alimentare di quello blu, invasivo e non autarchico.
Dal palco del Meeting di Rimini si è lanciato nell’ennesima intemerata affermando che in Italia «i poveri mangiano meglio dei ricchi (…) perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità».
È l’avverbio «spesso» che colpisce. Dove viva Lollobrigida non è dato sapere. Tutte le indagini serie legano la povertà all’insicurezza alimentare e le disuguaglianze (food social gap) riducono la qualità della vita delle persone. Dove abbia visto le file di «poveri» che comprano dai produttori non si sa. Le file si vedono nei discount (prezzi bassi ma cibo di scarsa qualità) o davanti alla Caritas.
Con l’inflazione del cibo più alta da quasi 40 anni sono saliti a oltre 3,1 milioni di persone che, in Italia, hanno chiesto aiuto per mangiare facendo ricorso alle mense per i «poveri» o ai pacchi alimentari. Ministro, i poveri hanno fame. Che vadano da Slow Food!
Aldo Grasso
(da il Corriere della Sera)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
UN DISASTRO SENZA PRECEDENTI E NESSUNA IDEA DI COME USCIRNE…LE RESPONSABILITA’ DI SALVINI E PIANTEDOSI NELL’AVER SMANTELLATO LE STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
Lo dico senza girarci intorno: sono davvero tempi tristi quelli in cui sembra rivoluzionario un discorso semplice e fin troppo conciliante come quello tenuto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al meeting di Rimini.
Tocca accontentarsi, però, soprattutto perché l’intervento del Capo dello Stato è servito a diradare quella cappa di silenzio, omissioni e diversivi con cui la maggioranza sta cercando di nascondere ciò che sta accadendo in queste settimane.
Che è riassumibile in breve: sbarchi di migranti a livelli record, sistema dell’accoglienza in pre-collasso, Comuni sul piede di guerra, prefetti in attesa di indicazioni che non arrivano, sequestri e fermi amministrativi delle navi delle ONG che non si fermano nonostante l’emergenza e la necessità di avere mezzi a disposizione per i soccorsi in mare.
Un disastro senza precedenti, su tutti i fronti e da ogni prospettiva lo si guardi, di fronte al quale il governo non ha pensato nemmeno di interrompere le vacanze, figurarsi di predisporre qualsiasi piano straordinario.
Ci si è limitati a parlare di altro, grazie al formidabile aiuto dell’opposizione e della gran parte dei mezzi di informazione.
In altri contesti, Meloni e Salvini avrebbero rilasciato interviste al vetriolo, invaso i social e mobilitato le loro truppe, denunciando l’emergenza e l’incapacità dei governanti, attaccando i buonisti e i “responsabili dell’invasione”, tuonando contro l’Europa e i governi africani colpevoli di “trasformare l’Italia in un campo profughi”.
Il problema non è soltanto che ora al governo ci sia la destra: in effetti, sarebbero ugualmente in grado di individuare un capro espiatorio, un nemico o un qualunque argomento distorsivo.
La vera questione è che stavolta ci sono pochi dubbi, la situazione attuale rende del tutto evidente quanto sia stata strumentale la propaganda degli ultimi anni tanto di Fratelli d’Italia (i blocchi navali, i rimpatri, la combutta fra trafficanti e Ong) quanto della Lega (la lotta senza quartiere all’Europa dei burocrati, lo smantellamento della rete di affari delle cooperative rosso e via discorrente).
Ma non solo, perché le ultime settimane dimostrano anche il fallimento di tutte le iniziative messe in campo dal governo per controllare i flussi e gestire gli sbarchi.
Il piano Mattei è poco più di una barzelletta, al momento. Non ci sono risorse, non c’è stato il coinvolgimento degli altri player europei (anzi, i francesi sono anche abbastanza incazzati…), non ci sono tempistiche né un masterplan di interventi/accordi.
Le visite in Tunisia hanno prodotto il nulla: la stragrande maggioranza degli sbarchi intercettati provengono da lì, gli sbarchi fantasma non si fermano e le autorità di Tunisi si eclissano spesso e volentieri.
La situazione in Libia non è migliorata e non poteva essere altrimenti. Malgrado dossier, inchieste e denunce abbiano mostrato con chiarezza qual è la condizione dei migranti in quel Paese, anche il governo Meloni continua a far finta di niente, accettando, peraltro, che siano le autorità di Tripoli a decidere quando aprire o no il rubinetto del flusso verso le nostre coste. I rimpatri sono fermi al palo, come prima, più di prima.
Non va meglio con gli altri partner. I maltesi continuano a fare il minimo indispensabile, Spagna e Francia ci ascoltano ma i numeri della redistribuzione sono bassi come sempre, quelli che una volta erano gli amici di Meloni continuano a dire le cose che direbbe anche Meloni se fosse al loro posto: migranti da altri Paesi non ne vogliamo prendere. Insomma, non c’è stato quel cambio di passo epocale in Europa che il governo aveva provato a venderci solo qualche mese fa.
Così come non sono servite a nulla le crociate di Piantedosi, Meloni e Salvini contro le Ong, messe nero su bianco nel decreto Cutro (firmato senza battere ciglio da Mattarella, ehm).
O meglio, sono servite a diminuire la capacità di soccorso complessiva, ad aumentare i rischi per i migranti e a criminalizzare chi cerca di salvare vite in mare. I trafficanti fanno esattamente ciò che facevano prima, magari qualche ignaro migrante verrà perseguito come “scafista”, ma non si andrà oltre.
L’accoglienza è probabilmente il settore in cui sono più evidenti le responsabilità del Salvini ministro dell’Interno (e di Piantedosi, allora funzionario).
I decreti che portano il suo nome e le circolari adottate nel periodo del Conte I hanno dato un colpo decisivo anche a quei pochi meccanismi di accoglienza che funzionavano.
Lo smantellamento degli Sprar, la riduzione dei finanziamenti e la scomparsa dei piccoli centri hanno dato un colpo mortale all’accoglienza diffusa, sola via che avrebbe permesso una gestione oculata delle migliaia di persone che ogni anno raggiungono comunque il nostro Paese.
Era prevedibile, lo avevamo detto in tutte le salse: se cancelli anche gli esperimenti virtuosi semplicemente per ragioni di propaganda, senza aver chiaro come risolvere strutturalmente la causa degli sbarchi (ammesso che esista un modo…), stai preparando le condizioni per un vero disastro. Le proteste dei Comuni, l’impotenza dei prefetti, la confusione tra gli operatori e le condizioni in cui versano migliaia di migranti in queste ore lo testimoniano con forza.
Intendiamoci, non c’è da disperarsi del fallimento delle ricette della destra sull’immigrazione, perché esse consistono in un mix di propaganda e cinismo sulla pelle dei più deboli. Ma un governo che deve parte del suo consenso al modo in cui ha speculato sulla questione andrebbe messo di fronte alle proprie responsabilità. E magari tornare dalle ferie.
(da Fanpage)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
ERA STATA LA GUARDIA COSTIERA ITALIANA A CHIEDERE L’INTERVENTO DELLA ONG
La destinazione è più vicina, ma rimangono due i porti che Ocean Viking deve raggiungere prima di dichiarare conclusa l’operazione di salvataggio iniziata giorni fa nel Mediterraneo.
A causa della forte ondata di maltempo che sta investendo il Nord, il centro di coordinamento e soccorso di Roma ha ordinato alla nave di fare rotta verso Napoli, dopo lo stop a Vibo Valentia. “Gli ultimi giorni hanno dimostrato ancora una volta l’inadeguatezza della risposta umanitaria nel Mediterraneo centrale“, denuncia Valeria Taurino, direttrice generale di Sos Méditerranée Italia.
Nel porto calabrese sono sbarcati parte dei naufraghi salvati prima nelle acque internazionali davanti alla Libia, poi sulla rotta tunisina, dove è stata la Guardia costiera a sollecitare l’aiuto della nave ong francese.
Un doppio sbarco non semplice da gestire a bordo, dove nonostante le attività dei mediatori e dell’equipaggio c’è chi convive con la paura di essere riportato indietro. Gli equilibri su una nave di soccorso, piena di gente traumatizzata da una traversata pericolosa, con la paura della morte come compagna di viaggio, sono sempre delicati.
A decidere chi possa scendere per primo sono le autorità. Dalla nave, su cui opera da tempo anche la Croce rossa internazionale, vengono segnalati casi di vulnerabilità, emergenze sanitarie, eventuali situazioni di fragilità o rischio.
In genere, oltre ai casi medici urgenti, si tenta di far sbarcare insieme chi ha affrontato la traversata sulla stessa carretta del mare. Ma a dispetto delle lunghe spiegazioni, fra chi rimane sul ponte a guardare l’Italia sfilare di lato spesso sconforto e preoccupazione rimangono. I primi sono stati soccorsi quattro giorni fa.
Erano su due imbarcazioni malridotte che viaggiavano a poca distanza l’una dall’altra in acque internazionali di fronte alla Libia, raggiunte dai team di salvataggio di Sos Méditerranée.
Poco dopo i rhib, le lance veloci di Ocean Viking, sono intervenute in soccorso di un altro barchino, avvistato da Sea Bird di Sea Watch.
Un intervento autorizzato dalle autorità, che prima – come sempre – hanno lasciato cadere nel vuoto segnalazioni e richieste di coordinamento che arrivavano da bordo, salvo poi immediatamente indicare come porto sicuro Genova, approdo a diversi giorni di navigazione di distanza.
Una prassi ormai consolidata, che l’emergenza sulla rotta tunisina ha fatto saltare. Sopraffatta dalle richieste di intervento la Guardia costiera ha chiesto aiuto e supporto alla Ocean Viking.
“Dalle prime ore del mattino fino al tardo pomeriggio di venerdì, l’equipaggio è stato impegnato in operazioni senza sosta”, spiega da bordo Albert, coordinatore della ricerca e del soccorso. “In alcuni casi, abbiamo evacuato i sopravvissuti direttamente sulle navi della Guardia Costiera italiana presenti sul posto; in altri casi, i nostri team hanno stabilizzato i casi di pericolo, distribuendo giubbotti di salvataggio, acqua e cibo, prima che i naufraghi fossero evacuati direttamente dalla Guardia Costiera italiana”.
Ma anche così le forze sono state a stento sufficienti. “Ad un certo punto – spiega Albert – c’erano contemporaneamente cinque barche in difficoltà, alcune delle quali sull’orlo dell’affondamento, che necessitavano di soccorso immediato“.
E mentre le motovedette di Finanza e Guardia Costiera, stracariche di naufraghi soccorsi , facevano rotta verso il porto, sulla scena – spiega l’equipaggio – continuavano a comparire barchini, canotti, gusci di latta carichi di gente che necessitava aiuto.
“La Ocean Viking ha assistito il maggior numero possibile di imbarcazioni, in cooperazione e coordinamento con le autorità italiane”, spiega Taurino. Ma “le necessità sono state di gran lunga superiori ai mezzi disponibili per fermare la perdita massiccia di vite umane cui continuiamo ad assistere nel Mediterraneo centrale, dove almeno 2.021 persone sono morte o disperse solo quest’anno”.
Cifre approssimate per difetto perché di non di tutti i naufragi si ha notizia, ma che già bastano per laureare il 2023 come anno più letale nel Mediterraneo dal 2017.
“Continuiamo a chiedere all’Unione Europea e agli Stati associati di dare la priorità al salvataggio di vite umane ai confini meridionali dell’Europa. Sono urgentemente necessari ulteriori mezzi di soccorso“, aggiunge Taurino. “Dovremmo garantire percorsi più sicuri per le persone, che consentano loro di fuggire dalla violenza e raggiungere una vita migliore – spiega Birgitte Bischoff Ebbesen, Direttore regionale per l’Europa e l’Asia centrale della Croce rossa internazionale – Non dobbiamo mai dimenticare che la morte dei migranti in mare si può prevenire”.
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
IL SINDACO ATTACCA IL MINISTERO DEGLI INTERNI: “NON HO CAPITO QUALE SIA LA STRATEGIA DI PIANTEDOSI PER FRONTEGGIARE GLI SBARCHI E AIUTARCI”
Venerdì con 65 approdi, sono arrivate 1.918 persone; sabato, dopo 29 sbarchi, 1.116. Lampedusa è al collasso per l’arrivo massiccio di migranti e il sindaco chiama pesantemente in causa il governo. «Non ho capito quale sia la strategia del ministero dell’Interno non per fermare, quanto per fronteggiare gli sbarchi di migranti. E qual è la strategia del ministero per aiutare quest’isola», attacca il sindaco delle Pelagie, Filippo Mannino
Mannino ricorda che a gennaio il governo aveva promesso l’invio di una nave che avrebbe dovuto fare la spola con la terraferma e che a tutt’oggi non c’è traccia dell’imbarcazione. Inoltre sottolinea che è stata disattesa anche la promessa di un’area dove raccogliere i barchini lasciati alla deriva dopo i soccorsi.
Per il prefetto nessuno vuole fare danni o creare altri problemi ma «Lampedusa ora, come anche nel recente passato, non è assolutamente in grado di ricevere altri profughi. Non è umanitario stipare 4000 migranti nell’hotspot», sottolinea. Se lo scorso anno nello stesso periodo i migranti giunti sulle coste italiane erano stati 52mila, ad oggi sono 107mila, più del doppio. E non c’è giorno in cui sindaci e presidenti di Regioni non denunciano che il sistema è al collasso.
Intanto Matteo Salvini torna a tuonare e di fatto attacca la gestione del governo.
Durissima invece la segretaria del Pd: «Le destre nazionaliste parlano a sproposito di immigrazione ma non si ricordano mai di salvare vite», dice Elly Schlein. E sottolinea ancora che «le destre nazionaliste, appassionate del tema dell’immigrazione, adottano leggi ingiuste e illegali. Ma la storia di questo Paese dimostra che l’immigrazione è fonte di ricchezza», ma non «deve essere mai una scelta forzata dalla mancanza di opportunità nel paese in cui si nasce»
(da agenzie)
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Agosto 27th, 2023 Riccardo Fucile
UNA RAGAZZINA DI LATINA SI ACCASCIA SULLA SPIAGGIA E INVECE DI SOCCORRERLA I COETANEI HANNO PENSATO A FILMARE LE SUE PARTI INITIME
Una ragazzina di Latina si è accasciata sulla sabbia. Invece di soccorrerla, i coetanei hanno filmato con il cellulare le sue parti intime. Uno di loro ha poi pubblicato il video sui social.
Sul fatto è ora stata aperta un’inchiesta della Procura. Gli inquirenti stanno cercando di identificare chi è stato a girare il filmato e a condividerlo online.
Il fatto è avvenuto a Ferragosto. Come spiega il giornale Latina Oggi, la ragazzina stava trascorrendo la giornata di festa con gli amici. Nel corso della serata, forse per aver bevuto troppo, si è sentita male.
La giovane, che è minorenne e frequenta un istituto superiore della città, si è accasciata sulla spiaggia. Indossava un abito corto, che si è sollevato, scoprendo leggermente le parti intime
Il video diffuso sui social
Un ragazzo del gruppo, anche lui minorenne, ha subito preso il cellulare. Il ragazzino, pare con la complicità degli amici, le ha filmato le parti intime e gli slip. Il video è stato poi pubblicato su Instagram, dove è rimasto per un po’ a disposizione di una ristretta cerchia di persone. In un secondo momento, il filmato è stato rimosso. Nel frattempo, però, era già stato condiviso da altri ragazzi.
Al via l’inchiesta
I genitori della ragazzina, appresa la cosa, hanno sporto denuncia. Sul caso è stata adesso aperta una inchiesta della Procura, che cercherà di identificare chi ha girato il video e chi lo ha condiviso.
(da agenzie)
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