Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
SCHLEIN: “IL GOVERNO VIVE SU UN ALTRO PIANETA”… ORLANDO IRONIZZA: “ECCO PERCHE’ HANNO TOLTO IL REDDITO DI CITTADINANZA, BISOGNA FARE QUALCOSA PER I RICCHI CHE, POVERETTI, MANGIANO MALE”
Francesco Lollobrigida torna nel mirino dell’opposizione dopo
l’intervento al meeting di Comunione e liberazione. “In Italia abbiamo un’educazione alimentare interclassista: spesso i poveri mangiano meglio, perché comprano dal produttore e a basso costo prodotti di qualità”, le parole dette dal ministro dell’Agricoltura a Rimini, criticate aspramente da Elly Schlein.
“Io mi occupo soprattutto di quegli italiani che fanno fatica a fare la spesa, sono tanti, nonostante abbia visto che purtroppo c’è qualche ministro che pensa che i poveri mangino meglio dei ricchi. Non c’è neanche bisogno delle parodie quando c’è un governo che vive su un altro pianeta”, ha commentato la segretaria del Partito democratico dalla festa dell’Unità di Bologna.
Frasi “oggettivamente intollerabili” secondo il capogruppo del Movimento 5 stelle in commissione Agricoltura alla Camera, Alessandro Caramiello, che ha definito il ministro “inadeguato”.
“Per il ministro Lollobrigida spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi. Ecco perché hanno tolto il reddito di cittadinanza. Bisogna fare qualcosa per i ricchi che, poveretti, mangiano male”, ha ironizzato l’ex ministro del Lavoro Andrea Orlando.
(da agenzie)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
FAZZOLARI COORDINERÀ LA COMUNICAZIONE DEL GOVERNO (LA SUA NOMINA FA IMPAZZIRE DONZELLI, GETTATO VIA COME UN KLEENEX USATO)… LA SORELLA DELLA PREMIER ARIANNA, GIÀ ENTRATA NELLE SETTIMANE SCORSE NEL BOARD DELLA FONDAZIONE DI AN, DIVENTA LA NUMERO DUE DI FDI: SI OCCUPERÀ ANCHE DI LISTE ELETTORALI… LA BATTUTA: “ARY NON HA VINTO LE PRIMARIE MA LE EREDITARIE”
Rivoluzione a Palazzo Chigi: dal primo settembre il sottosegretario alla presidenza Giovanbattista Fazzolari diventerà coordinatore della comunicazione del governo. Così – da quanto risulta al Foglio che è in grado di anticipare e raccontare i dettagli di questa mossa clamorosa – ha deciso Giorgia Meloni.
La svolta arriva in concomitanza con la partenza di Mario Sechi: il giornalista, come si sa, lascerà dopo nemmeno sette mesi l’incarico di capo ufficio stampa del governo per diventare direttore di Libero dai primi di settembre. Al momento dunque non sarà rimpiazzato. Perché il ruolo di dettare la strategia comunicativa sarà tutto nelle mani di Fazzolari in versione Paolo Bonaiuti ( absit iniura verbis ).
Il sottosegretario è un esponente di spicco della “Fiamma magica” e in più di un’occasione anima incendiaria e un po’ complottista del governo.
Basti ricordare la sua crociata contro l’autonomia di Bankitalia (“esprime la visione delle banche”), ma anche, da ultima, la famosa nota classificata come “fonti di Palazzo Chigi” che provocò un cortocircuito con il Quirinale. Iniziava così: “E’ lecito domandarsi se una fascia della magistratura abbia scelto di svolgere un ruolo attivo di opposizione. E abbia deciso di inaugurare anzitempo la campagna per le elezioni europee”. La nota si riferiva alle inchieste che in quel momento stavano minando la serenità dell’esecutivo e dei vertici del partito: dagli affari delle aziende della ministra Daniela Santanchè fino all’imputazione coatta per il sottosegretario Andrea Delmastro (il 29 novembre l’udienza davanti al gup) passando per le accuse di stupro al figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa. Era il 6 luglio. Quel giorno Mantovano era a un convegno e venne a sapere di questa uscita dalle agenzie di stampa: non la prese benissimo. La manina di “Fazzo”, poi rivendicata da Meloni a margine del vertice Nato di Vilnius, costrinse a un chiarimento di un’ora fra la premier e il capo dello stato.
Nonostante questo, la fiducia nei confronti di Fazzolari è inscalfibile. Al punto da affidargli l’organizzazione, dietro le quinte, della macchina della comunicazione scavalcando così anche la storica addetta stampa Giovanna Ianniello (che resta coordinatrice della comunicazione istituzionale). Ma attenzione: le nomine riguardano anche il partito.
La più importante porta ad Arianna Meloni.
La sorella maggiore di Giorgia, e partner del ministro Francesco Lollobrigida, non solo ha avuto la delega alle adesioni (il tesseramento), ma è stata nominata responsabile della segreteria politica. E’ scritto sul sito di Fratelli d’Italia. Che la colloca al vertice della piramide di Via della Scrofa in compagnia del coordinatore Giovanni Donzelli e del neo responsabile della comunicazione Andrea Moi (che si è inventato il tour estivo nelle spiagge).
Gli altri rimpasti nei dipartimenti riguardano la promozione di Francesco Felini, già nell’ufficio studi del partito, a responsabile del programma (delega lasciata dal suo mentore Fazzolari).
Infine una novità: per la prima volta Fratelli d’Italia apre una sezione della segreteria dedicata all’immigrazione. La cui responsabile sarà la deputata Sara Kelany, figlia di un egiziano immigrato in Italia alla fine degli anni ’60. La notizia è la doppia promozione di Arianna Meloni, già entrata nelle settimane scorse nel board della Fondazione di An, la cassaforte immobiliare del partito.
“Arianna non ha vinto le primarie, ma le ereditarie”, scherzano, sottovoce, in via della Scrofa a proposito dell’irresistibile ascesa della sorella d’Italia, uscita dal cono d’ombra dopo anni di lavoro in sordina. “Ary” con questo ruolo sarà ancora più incisiva nella vita del partito, a partire dalle liste delle europee.
Dunque Meloni non allarga, ma stringe i ranghi. Nel partito come a Palazzo Chigi con il nuovo ruolo cucito su misura per Fazzolari. Una chiamata alle armi per essere pronti a tutto.
(da il Foglio)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
SOLO IERI SI ERA GIUSTIFICATO DICENDO DI ESSERE CAMBIATO RISPETTO A 20 ANNI FA
Marcello De Angelis continua a rimanere al suo posto, nello staff
comunicazione della Regione Lazio, nonostante la sua evidente vicinanza agli ambienti dell’estrema destra xenofoba.
Un nuovo caso è stato sollevato dal segretario del Pd Lazio Daniele Leodori e dal capogruppo in Consiglio regionale Mario Ciarla.
”Solo ieri De Angelis si giustificava di essere cambiato negli ultimi venti anni e di aver abbandonato le sue posizioni antisemite. Oggi scopriamo che a dicembre 2022 ancora inneggiava a Himmler e all’Olocausto”.
Il riferimento è a una foto postata sul profilo Instagram di De Angelis lo scorso 21 dicembre. “Meglio accendere una candela… che maledire l’oscurità… Buona fine e buon inizio”.
Il manufatto che appare nella foto è un candelabro Yule, collegato alle tradizioni delle SS e in particolare a Heinrich Himmler.
“Dice Marcello De Angelis, portavoce della Regione Lazio, autore di testi antisemiti per le sue canzoni in passato, che lui non è più quello di una volta, che non si riconosce più in quelle parole. Peccato che il portavoce della Regione guidata dal partito di Giorgia Meloni, nel dicembre dello scorso anno postasse questa foto con gli auguri”.
Lo scrive su Facebook l’ex deputato Pd Emanuele Fiano in riferimento alla fotografia pubblicata su Instagram dal dirigente.
“Sapete cos’è quel candelabro? Un candelabro chiamato Yule – spiega il dem – offerto come omaggio dal criminale Heinrich Himmler ai camerati delle SS per il capodanno, lo facevano produrre da prigionieri di Dachau alla fabbrica Allach. I nazisti dovevano accenderlo il 21 dicembre per il solstizio, seguendo la passione himmleriana. Tu guarda strano, gli auguri di De Angelis dell’anno scorso sono per il 21 dicembre. E allora dillo cosa sei, abbi il coraggio delle tue idee, ti piace ancora Himmler? Ti riconosci nel nazismo? Porti avanti quelle tradizioni? Cosa vuol dire che non sei più quello delle canzoni antisemite – conclude Fiano – se poi fai gli auguri il 21 dicembre con il portacandela delle SS? Non avete neanche il coraggio”.
(da Globalist)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO, CHE NEL FRATTEMPO HA COMPIUTO 18 ANNI, È TORNATO IN CARCERE DOPO AVER POSTATO UNA SERIE DI CONTENUTI PROVOCATORI SU TIKTOK DALLA COMUNITÀ IN CUI ERA RINCHIUSO
R. il ragazzo che fa parte del gruppo di Palermo accusato di aver stuprato la notte del 7 luglio una ragazza di 19 anni , è stato riportato in carcere nella mattinata di oggi, 24 agosto, perché sarebbe stato autore su TikTok di una serie di post poche ore dopo aver lasciato il carcere ed essere entrato in comunità.
In uno dei nuovi contenuti social avrebbe anche scritto che «tante ragazze» lo stavano cercando, «troppe», per uscire con lui. Una provocazione beffarda, senza scrupoli.
La sua attività online sarebbe stata prolifica, per diverse ore, monitorata dalla polizia postale, dai carabinieri e da tutti gli investigatori soprattutto dopo alcune notizie di stampa relative a video e post su TikTok di cui non si capiva la provenienza: sono stati fatti da lui davvero? Ce ne sono di veri e altri sono falsi? Come interpretarli? La risposta è arrivata con la nuova ordinanza di custodia cautelare che riporta R. in carcere.
Proprio il giudice dei minorenni nello scorso fine settimana, quello del 19 e 20 agosto, quindi poco tempo dopo l’arresto, aveva deciso di scarcerarlo per resipiscenza, cioè perché al giudice delle indagini preliminari era apparso ravveduto, consapevole dei suoi errori.
Sempre sulla piattaforma, avrebbe anche postato dichiarazioni come: «Chi si mette contro di me si mette contro la morte».
(da agenzie)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
SE GIORGIA MELONI PENSA CHE UN TETTO AI PREZZI SIA IL MODO PER ABBASSARE LE TARIFFE SI SBAGLIA, E NON SOLO PERCHÉ UNA TALE MOSSA POTREBBE VIOLARE IL DIRITTO DELL’UE. IL GOVERNO PUÒ SFRUTTARE CINICAMENTE IL MALCONTENTO GENERALE, MA I SUOI MINISTRI SANNO CHE SONO MISURE IMPOSSIBILI DA ATTUARE
“Se Giorgia Meloni pensa che un tetto ai prezzi sia il modo per
abbassare le tariffe per i viaggi verso le località estive di Sicilia e Sardegna, si sbaglia, e non solo perché una tale mossa potrebbe violare il diritto dell’Ue”.
Così un editoriale a firma Peggy Hollinger sul Financial Times commenta la posizione del governo italiano dopo lo scontro di questa estate con la compagnia low cost Ryanair. “La mossa dell’Italia di imporre limiti agli algoritmi di profilazione presuppone in realtà che l’industria aeronautica sia tecnologicamente più sofisticata di quanto non lo sia. I vettori dividono un volo in gruppi di posti con tariffe diverse, in base alla domanda prevista e alle azioni della concorrenza.
Quando un contenitore si esaurisce, i clienti vengono indirizzati a quello successivo”, prosegue Hollinger che sottolinea che “poiché molte compagnie aeree vendono la maggior parte dei loro biglietti attraverso sistemi di distribuzione globale, di solito non sanno chi è un passeggero e quale potrebbe essere il loro potere di spesa e cosa li spinge ad acquistare”.
“Pochissime compagnie aeree sono lontanamente vicine ad avere l’intelligenza necessaria per personalizzare i prezzi per i passeggeri che non sono membri dei loro programmi fedeltà e l’intelligenza artificiale è la risposta”, continua l’editoriale rispondendo ai sospetti espressi dal governo.
“Il governo Meloni può sfruttare cinicamente il malcontento generale” verso le compagnie aeree “per conquistare qualche prima pagina, ma i suoi ministri sanno che le misure sono impossibili da attuare”.
(da agenzie)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
L’IMPRENDITORE CHE HA DENUNCIATO IL CASO SUI SOCIAL: “COME SI PUÒ PERMETTERE CHE IL CORPO DI UNA DONNA SIA EQUIPARATO A QUELLO DI UNA STOVIGLIA?”… «ERA SDRAIATA SUL TAVOLO E GLI OSPITI SCATTAVANO FOTO MIA FIGLIA ERA INDIGNATA, SIAMO ANDATI VIA SUBITO»
La ragazza in costume ricoperta di cioccolato e stesa su un tavolo di un buffet di dolci nel resort la sera di Ferragosto
«Quando mia figlia di 14 anni mi ha guardato e detto: “Papà che schifo, questo non è un Paese dove potersi realizzare” non ho potuto far altro farla alzare dalla sedia e portarla via. Quella ragazza, poco più grande di lei, sdraiata sul tavolo e ricoperta di cioccolato, l’ha lasciata senza parole. E, quando ho espresso il mio disappunto, lo staff mi ha risposto che era solo una “statua di cioccolato”».
«Dopo una serata trascorsa con gli altri ospiti viene annunciato che il buffet sarebbe stato servito a bordo vasca — racconta il manager —. Ci spostiamo tutti e la scena che mi trovo davanti mi spiazza: su un tavolo c’è una ragazza in costume, stesa in mezzo ai pasticcini. L’unica cosa che ho pensato è stata: dopo una bella giornata in cui tante persone hanno lavorato duramente per fare passare un giorno spensierato ai tanti ospiti questo spettacolo non è decoroso».
«Doveva stare lì, immobile, così che si potessero scattare le foto — dice ancora Mazzieri —. Tra i presenti nessun altro è sembrato turbato. Per noi invece la festa è finita in quel momento. Mia figlia, un’adolescente che ragiona, ha subito visto quel “corpo femminile come oggetto”. Mi sono chiesto come si possa permettere che il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia solo per assecondare l’occhio malizioso di qualcuno».
La famiglia decide di tornare nel suo appartamento. Si confronta su quanto visto prima di andare a dormire. «Al mattino, ancora turbato, sono sceso in reception e ho ancora chiesto spiegazioni — dice Mazzieri—. Ma alla loro risposta mi sono reso di come avessero sottovalutato l’uso che era stato fatto del corpo di quella ragazza. Una volta arrivato a casa ho deciso di fare il post su Linkedin
Dalla struttura mi è stato detto che ad autorizzare quel buffet fuori luogo è stato un responsabile 60enne che non si è posto minimamente il problema e che non aveva intenzione di offendere nessuno. Una leggerezza, insomma. Nessuno mi ha chiamato, hanno fatto solo dei comunicati, ma ho la ragionevole certezza che una cosa simile non si verificherà più in futuro».
Repubblica ha contattato la direzione dell’hotel, il Voi Colonna Village di Golfo Aranci, che però, dopo un «finalmente qualcuno vuole conoscere anche la nostra versione », ha preferito non rilasciare dichiarazioni. Stessa reazione da parte dell’agenzia che offre all’albergo il servizio di animazione: nulla da dire sulla giovane che a bordo piscina viene servita a tavola insieme a dei pasticcini.
Intanto, sui motori di ricerca online per trovare e offrire lavoro, è comparso un annuncio in cui Voi hotel cerca un nuovo manager nella struttura incriminata, per la stagione 2024. Se l’episodio, sulle prime, aveva indignato solo una quattordicenne e il suo papà, ora gli utenti social promettono di boicottare la struttura e s’interrogano sulla mancanza di etica di chi organizza questo tipo di intrattenimento.
(da Il Corriere della Sera)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
TRA SBARCHI, L’IMPOSSIBILITÀ DI COLLOCARE I NUOVI ARRIVATI E LA FARSA DEGLI ACCORDI CON LA TUNISIA
Il brusco scambio di battute tra Schlein e Meloni segnala una seria
difficoltà del governo in materia di immigrazione.
Malgrado la durezza delle norme contenute nel decreto Cutro, il governo nelle ultime settimane era ricorso all’aiuto di fatto delle Ong per far fronte a un flusso di sbarchi mai visti.
Dall’inizio dell’anno il numero degli immigrati approdati sulle coste meridionali ha superato i centomila, più del doppio del 2022. Nel timore di nuovi naufragi e nell’impossibilità di soccorrere quantità incredibili di disperati che si affidano a trafficanti irresponsabili era stata stabilita una sorta di collaborazione tra mezzi di soccorso italiani e navi delle Ong.
Una solidarietà improvvisamente interrotta tre giorni fa, quando una dopo l’altra la Open Arms, la Sea Watch e la Sea Eye sono state bloccate nei rispettivi porti di approdo. E dopo aver fatto scendere gli immigrati, ai comandanti è stato notificato il blocco del mezzo e una multa per contravvenzione alle leggi che impediscono di effettuare più soccorsi nelle acque territoriali nazionali
Lo scambio di polemiche tra Schlein e Meloni parte da qui, con la prima che accusa la seconda di aver istituito il «reato di solidarietà» e l’altra che replica di aver fatto solo applicare la legge.
Ma dietro il botta e risposta s’intuisce il problema di un governo che non sa che fare: stretto tra gli sbarchi, l’impossibilità di collocare i nuovi arrivati (sindaci e presidenti di regione protestano contro le prefetture per l’invio di piccoli e grandi gruppi), il mancato funzionamento, o la lentissima implementazione di accordi internazionali come quello con la Tunisia, le promesse non mantenute di aiuti europei.
(da La Stampa)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
SOTTOPOSTE A FERMO AMMINISTRATIVO PER ACCUSE INESISTENTI CHE DIMOSTRANO LA MANCANZA DI STRATEGIA E IL CONTROSENSO DELLE MISURE DEL GOVERNO
Mancanza di strategia, si scriveva su queste colonne, a proposito della gestione dei migranti. Ma prima ancora, verrebbe da aggiungere, si nota una certa mancanza di logica nella gestione dei salvataggi in mare. Il colpo di coda di chi al governo ha visto con sospetto le richieste d’aiuto rivolte dal Comando generale delle Capitanerie di porto alle navi delle ong è arrivato puntuale.
E così il paradosso, l’ennesimo, si è compiuto. In poche ore tre navi umanitarie – Open Arms, Aurora e Sea-Eye 4 – sono state sottoposte a fermo amministrativo per 20 giorni, con svariate migliaia di euro di multe.
L’accusa, per Open Arms e Sea-Eye 4, è di avere compiuto salvataggi multipli, mentre nel caso di Aurora sarebbe di avere portato in salvo i 72 migranti salvati nel porto più vicino, quello di Lampedusa, invece che in quello assegnato dalle autorità italiane, quello più distante di Trapani.
Delle tre è ovviamente il caso di Open Arms a rivelarsi il più eclatante. “Prima ti chiedono di fare decine di salvataggi perché la Guardia costiera non ha carburante per le sue motovedette, poi applicano il decreto Meloni che limita i salvataggi a uno per volta. Una politica che tenta di deformare il diritto internazionale”, ha commentato Oscar Camps, il fondatore di Open Arms.
Un controsenso lapalissiano che somiglia tanto a un buffetto dato per quietare l’anima salviniana che dal Viminale aveva mal sopportato le ripetute deroghe al decreto ong.
“Facciamo applicare leggi e princìpi che esistono da sempre in ogni stato – ha spiegato la premier Giorgia Meloni – Non è consentito agevolare l’immigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani”.
Peccato che fino a pochi giorni fa si sia chiesto aiuto proprio alle stesse navi umanitarie che oggi invece la premier accusa di favorire l’immigrazione illegale.
Un giorno si mettono al bando le ong, il successivo gli si chiede di salvare vite in pericolo, quello dopo ancora si sanzionano perché lo stanno facendo. Prima della strategia, si diceva, servirebbe una logica.
(da il Foglio)
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Agosto 24th, 2023 Riccardo Fucile
SS TATUATE SUL COLLO, ERA IL CAPO MILITARE DELLA WAGNER
Ora che è morto gli appartenenti o ex del gruppo Wagner lo
glorificano e accusano i ‘traditori’ della Russia di aver assassinato lui e il suo ‘capo’ Prigozhin.
Ma a dire il vero Prigozhin era il padrone del gruppo Wagner ma da un punto di vista militare il comandante era Utkin.
Utkin il nazista con le Ss tatuate sul collo che doveva ‘denazificare’ l’Ucraina. Eh sì perché il Cremlino ha usato e sta ancora usando i neonazisti per “denazificare” l’Ucraina. La macabra tovata di Vladimir Putin e delle sue camicie brune: il Gruppo Wagner.
La storia di Dmitry Utkin
Pochi dubbi infatti sulle idee politiche di Dmitry Utkin, l’ex militare russo e amico personale dello Zar, a capo del Wagner Group, la brigata di mercenari che si è fatta conoscere anche lontano dal Donbass dove opera dal lontano 2014 a “difesa” della autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e in Crimea sul fronte filorusso. Il gruppo di paramilitari risulta ora attivo nella guerra che Mosca ha mosso contro l’Ucraina e il presidente Zelensky: quest’ultimo sarebbe l’obiettivo dei paramilitari cui viene affidata la missione più difficile: la stessa fallita, sempre secondo fonte ucraine, alla milizia cecena trucidata dall’esercito regolare di Kiev
La carriera
Figlio di un geologo di Asbest, serve fino al 2013 l’esercito russo come comandante del 700° distaccamento speciale separato delle Forze armate di stanza a Pechora, nell’oblast di Pskov. Nove anni fa la scelta di vita: si unisce in Siria al Corpo slavo gruppo paramilitare che combatteo al fianco del presidente siriano Bashar al-Assad. Nel 2014 il ritorno in patria.
Il gruppo Wagner
Nello stesso anno Dmitry lavora per una società privata di sicurezza, la Moran, che diventa l’embrione del Wagner Group, dove confluiscono membri del Corpo Slavo e veterani delle forze armate. L’omaggio a Wagner è presto spiegato: era il compositore preferito di Adolf Hitler. La brigata combatte al fianco dei separatisti filorussi in Donbass e in Crimea, uccidendo comandanti del fronte opposto, e scontrandosi con la Brigata Azov, neonazi anche loro ma nazionalisti ucraini. Nel 2015, Utkin torna in Siria con i suoi mercenari e molti di questi muiono nella battaglia di Palmira. Il gruppo combatte anche in Libia.
Ospite al Cremlino
Se sugli incarichi imprenditoriali per conto del miliardario Prighozin, a sua volta ritenuto a capo di un’organizzazione di hacker russi ingaggiati contro le potenze occidentali, ci sono dei dubbi certa è stata la presenza di Utkin al Cremlino durante la celebrazione della Festa degli Eroi della Patria il 9 dicembre 2016. Il soldato – divorziato – in quell’occasione ha ricevuto quattro onorificenze speciali per coraggio ed eroismo nella guerra in Siria, prima di venire fotografato con il presidente Vladimir Putin con cui avrebbe un rapporto molto stretto.
Un report dettagliato
E’ quello di Leonardo Bianchi per Valigiablu: “Subito prima dell’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina – annota Bianchi – alcuni funzionari dell’intelligence occidentale avevano detto al New York Times che circa 300 membri della compagnia erano entrati nelle sedicenti “repubbliche popolari” di Donetsk e Lugansk – sia per condurre falsi attentati e incolpare gli ucraini, sia per supportare i separatisti (come del resto avevano fatto nel 2014). Secondo un mercenario intervistato dalla BBC, sempre nel periodo antecedente l’invasione, molti veterani della Wagner erano stati contatti su Telegram e invitati a partecipare metaforicamente a un “picnic in Ucraina” per assaggiare il ‘Salo’(la pancetta di maiale, un piatto tipico ucraino). Lo stesso aveva poi parlato dell’intensificazione della campagna di reclutamento in vista dell’aggressione dell’Ucraina.
Movimenti di soldati della Wagner si sono registrati anche in Africa. Il sito HumAngle, fondato dai giornalisti nigeriani Obiora Chukwumba e Ahmad Salkida, ha riportato che diversi membri del gruppo hanno lasciato la Repubblica Centrafricana all’inizio di marzo. In un’intervista a The Voice of America, il generale americano Stephen Townsend (comandante dello U. S. Africa Command), ha parlato di “reclutamento” di mercenari russi in Libia.
L’8 marzo è emersa la prima prova della loro presenza sul campo. La pagina Facebook del Direttorato dell’intelligence militare ucraina ha postato la foto di una strana targhetta militare: su un lato si vede un indirizzo mail e un numero siriano; sull’altro c’è la scritta “per piacere aiutateci e contattateci” in inglese, francese e arabo.
Nel testo d’accompagnamento si sostiene che la targhetta in questione appartiene a un mercenario della Wagner, i cui membri – prosegue il post – “stanno morendo” e “combattendo insieme all’esercito dell’aggressore”. Il 22 marzo, una fonte del Pentagono ha confermato che “il gruppo Wagner è attivo in Ucraina, e pensiamo che stazionino soprattutto nell’area del Donbass”.
Tuttavia, è difficile conoscere appieno il numero reale di mercenari impiegati in Ucraina le loro attività sul campo. Del resto, ha detto la ricercatrice Aaanu Adeove a iNews le compagnie militari private sono tendenzialmente “organizzazioni molte oscure” che si muovono nella zona d’ombra informativa creata dalla cosiddetta “nebbia di guerra (‘fog of war’).Nel caso specifico c’è un ulteriore elemento di complessità: sulla carta, il gruppo Wagner non esiste nemmeno.
L’ascesa delle compagnie private militari nella Russia di Putin
La prima cosa da capire del gruppo Wagner, ha scritto Amy Mackinnon su Foreign Policy, è che “non c’è nessun gruppo Wagner” – a partire dal punto di vista legale. La legislazione russa proibisce esplicitamente le compagnie militari private e, almeno a parole, non ha alcuna tolleranza verso i mercenari.
Da un punto di vista sostanziale, continua Mackinnon, più che un’entità monolitica è una rete di affaristi e gruppi di mercenari uniti da interessi economici […] e coinvolti in varie attività, tra cui la soppressione di insurrezioni e proteste pro-democrazia, la diffusione di disinformazione, lo sfruttamento di miniere di oro e diamanti, e naturalmente le operazioni militari.
Ma come si è arrivati a questo punto? E qual è il vero ruolo del “gruppo Wagner” all’interno dell’apparato di potere putiniano? E cosa differenzia questa compagnia militare privata russa da quelle di altri paesi, tipo l’americana Blackwater?
La nascita, come detto, risale al 2014 nell’Ucraina dell’est – ma il modello di riferimento è ancora più risalente, essendo il prodotto dell’inestricabile intreccio tra l’interesse pubblico e gli interessi privati nella Russia post-sovietica.
In particolare, ricostruisce un paper di Candace Rondeaux pubblicato sul sito New America, le basi per l’ascesa delle compagnie private militari russe vengono gettate negli anni Novanta, quando l’allora presidente Boris Yeltsin permise ai colossi energetici e petroliferi (da poco privatizzati) di costruirsi dei veri e propri “eserciti privati”.
In quel periodo molti membri di corpi d’élite dell’esercito passano nel settore della sicurezza aziendale, mantenendo comunque i legami con le forze armate e soprattutto i servizi di sicurezza militari dominati dai siloviki (gli “uomini forti” fedeli a Putin).
Una delle prime compagnie a utilizzare questa formula è Anti-Terror Orel, fondata da veterani dell’intelligence militare e degli spetsnaz (corpi speciali). Negli anni Novanta, membri del gruppo Orel sono ingaggiati in Iraq per sminare i terreni e proteggere infrastrutture energetiche.
Alla fine dello stesso decennio l’ex agente del Kgb Vyacheslav Kalashnikov crea il Moran Security Group. Inizialmente si specializza in operazioni anti-pirateria nel golfo di Aden e nell’Oceano Indiano, e in seguito espande le sue attività e il proprio raggio d’azione in Iraq, Somalia, Afghanistan e altri paesi.
Dopo la prima apparizione ufficiosa nell’Ucraina dell’est, i mercenari della compagnia militare privata sono volati in Siria per combattere a fianco delle truppe governative di Bashar al-Assad e dell’esercito russo. In base a vari resoconti il “gruppo Wagner” ha contribuito alla riconquista di Palmira, ha preso parte a operazioni contro l’Isis e si è occupato della sicurezza di giacimenti petroliferi e oleodotti – in cambio, ovviamente, di una considerevole quota dei profitti.
Non solo: ha commesso diversi crimini di guerra, compresa la decapitazione del disertore dell’esercito siriano Muhammad “Hamdi Bouta” Taha al-Abdullah (un brutale omicidio ripreso in video, su ordine di Utkin in persona); e nel 2018 si è addirittura scontrato con membri delle forze speciali statunitensi in una battaglia di quattro ore svoltasi intorno alla centrale di gas di Conoco a Deir el-Zor, dove ha subito pesanti perdite (le stime variano dai cento ai duecento morti). Per i servizi resi in Ucraina e Siria, comunque, nel dicembre del 2016 Utkin è stato premiato con una medaglia al valore al Cremlino, alla presenza di Vladimir Putin. Oltre alla Siria, il “gruppo Wagner” è stato impiegato in vari paesi africani. Tra il 2019 e il 2020 si è unito al Libyan National Army (“Esercito nazionale libico”) del generale Khalifa Haftar, partecipando al fallito assedio di Tripoli e all’offensiva contro il premier Fayez al-Serraj e il Governo di accordo nazionale. Una inchiesta della Bbc, resa possibile dal ritrovamento di un tablet appartenente a un mercenario di Wagner, ha rivelato che anche in Libia la compagnia privata militare si è resa responsabile di crimini di guerra, tra cui l’uccisione indiscriminata di cittadini e prigionieri, nonché la disseminazione di mine ed esplosivi in aree civili.
Nel settembre del 2019 i mercenari russi sono arrivati in Mozambico per reprimere le milizie jihadiste di Al-Shabaab (legate all’Isis) nella regione di Cabo Delgado, ricca di gas naturale e pietre preziose. Stando al Moscow Times l’incarico è stato affidato dal presidente Filipe Nyusi, che nell’agosto dello stesso anno era stato in visita a Mosca per siglare con Putin diversi accordi di cooperazione su energia e sicurezza.[…].
I servizi della compagnia militare privata, che comprendono anche l’addestramento dell’esercito locale, sono ripagati con contratti per la “sicurezza” delle miniere di oro e diamanti e soprattutto con le concessioni esplorative nei giacimenti, stipulate con aziende riconducibili all’oligarca russo…
L’esercito privato di Putin e la “denazificazione” omeopatica dell’Ucraina
Osservando questi casi, è evidente che il “gruppo Wagner” persegue obiettivi geopolitici, militari e commerciali che sono perfettamente sovrapponibili a quelli dello stato russo. Non a caso, un’inchiesta della Bbc l’ha descritto come ”l’esercito privato di Putin”.
I governi che si sono rivolti ai mercenari della Wagner, del resto, l’hanno fatto proprio per le loro connessione politiche e militari di alto livello; gli stessi mercenari, inoltre, sono convinti di agire per conto del governo russo. Dopotutto si addestrano nella base di “Molkino” a Krasnodar, di fianco alle baracche del Gru; hanno combattuto fianco a fianco con i soldati regolari, si sono spostati con i mezzi dell’esercito e sono stati curati negli ospedali militari; Utkin è stato premiato da Putin in persona; e alcuni dei loro caduti hanno ricevuto gli onori funebri militari.
Nel documentario di France 5intitolato Wagner, l’arméè de l’ombre de Poutine,,un soldato della Wagner dice ai giornalisti francesi che “al momento la Federazione russa non è ancora un impero, ma vuole tornare ad esserlo…il gruppo Wagner è uno degli strumenti per farlo”.
Un altro, parlando con il giornale russo Moskovsky Komsomoletsma a proposito del disastro di Deir el-Zor, spiega che i caduti della Wagner “erano andati a difendere la Russia ai confini della nostra sfera d’influenza. Sono morti per la patria, per un’idea”.
Marat Gabidullin – l’unico ex membro di Wagner ad aver pubblicato un libro di memorie sulle sue esperienze in Siria, ha detto a Meduza che nella preparazione delle missioni era chiaro a tutti che “si partecipava a guerre dove il nostro stato ha interessi”.
Per Gabidullin “i sacrifici dei mercenari” nel conflitto siriano sono stati molto più decisivi di quanto non sia mai stato raccontato, e i successi della compagnia sarebbero stati sfruttati dagli ufficiali dell’esercito russo per fare carriera. Quello che manca davvero, a suo avviso, è una forma di riconoscimento da parte dello stato. “Tutto il mondo sa che una compagnia militare privata è coinvolta nei combattimenti“, dice, “solo i nostri non lo ammettono”…
(da Globalist)
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