Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
“IL MARE E’ PIENO DI IMBARCAZIONI IN DIFFICOLTA'”… LA GUARDIA COSTIERA NON HA MEZZI A SUFFICIENZA A MANDA LA ONG A SALVARE I NAUFRAGHI, ORA I SOCCORSI MULTIPLI VANNO BENE
Open Arms lancia l’allarme: nel Mediterraneo ci sono molte
imbarcazioni con a bordo persone migranti che necessitano di immediato soccorso. Solo la ong spagnola – che mentre si stava dirigendo al porto di Civitavecchia, ha ricevuto l’indicazione dalle autorità italiane di intervenire – ha 264 persone a bordo dopo aver effettuato 7 soccorsi. «Non ci sono altre navi umanitarie in mare, né motovedette della Guardia Costiera. Una situazione complessa che dimostra che in mare serve l’aiuto di tutti», scrive Open Arms in un tweet in cui ha diffuso le immagini delle barche in mare cariche di migranti.
E fa sapere che è stata chiamata dalla Guardia costiera a effettuare ben dieci operazioni di intervento. Dovrà poi fermarsi a Lampedusa, per far scendere 65 persone, poiché attualmente a bordo ci sono troppi migranti edè superata la capienza massima. L’imbarcazione riprenderà poi il suo viaggio verso il porto assegnato di Napoli per eseguire lo sbarco.
La situazione
La situazione è complessa da ormai diverse settimane, con il centro di ricerca e soccorso della Guardia costiera di Roma che si trova costretta a chiedere alle Ong di effettuare quei soccorsi multipli che il decreto Cutro vieta obbligando le navi umanitarie a raggiungere il porto di sbarco assegnato dal Viminale dopo il primo salvataggio.
«È evidente che la Guardia costiera da sola non riesce a raggiungere le migliaia di persone che sono in questo momento in mare, in una situazione di grave pericolo, avendo problemi di risorse e anche di rifornimento», allertano dalla Ong. E per questo chiedono che il ministero degli Interni torni ad assegnare porti vicini «in modo che sia possibile raggiungere in fretta la zona Sar e scongiurare possibili tragedie».
(da Open)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
SEGNALAZIONI DI OPERAZIONI SOSPETTE SU PERSONAGGI POLITICI (TRA CUI RENZI, CONTE, CASALINO) …NEL MIRINO E’ FINITO UN MARESCIALLO DELLA FINANZA INDAGATO PER ACCESSO ABUSIVO A SISTEMI INFORMATICI – PERCHÉ SI CERCAVANO DATI SENSIBILI SU ALCUNI PERSONAGGI? CHI HA CHIESTO QUELLE INFORMAZIONI? A CHI SONO STATE GIRATE?
Una potenziale centrale di dossieraggio abusivo, all’interno della Direzione nazionale antimafia. Che ha scavato, negli ultimi anni, nei conti correnti e nelle transazioni finanziarie di centinaia di personaggi noti, tra politici di primo piano, giornalisti e capitani d’industria. È questa la pista su cui, da mesi, sta lavorando la procura di Perugia con un’indagine delicatissima seguita direttamente dal procuratore capo Raffaele Cantone e che rischia di diventare uno scandalo nazionale.
Il reato per cui i magistrati si stanno muovendo è l’accesso abusivo a sistemi informatici. A essere iscritto nel registro degli indagati è un maresciallo della Guardia di Finanza che per lungo tempo è stato a servizio della Dna. Dove, sospetta la procura sulla base di evidenze che ritiene inequivocabili, ha interrogato il sistema informatico interno per scaricare atti riservati senza autorizzazione: si tratta delle Segnalazioni di operazioni sospette (Sos) — cioè le transazioni anomale che le banche e gli operatori finanziari hanno il dovere di comunicare alla Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia per approfondimenti — che vengono trasmesse per legge sia alla Dna sia al Nucleo Valutario della Guardia di Finanza.
Già nel corso del 2020 la pubblicazione su diversi quotidiani di Sos che riguardavano personaggi politici di primo livello (Matteo Renzi, Giuseppe Conte, Rocco Casalino, soltanto per fare alcuni nomi) avevano destato dei sospetti. Le Sos devono essere trattate con molta cura perché contengono informazioni riservate e in un certo senso neutre: come si diceva, Bankitalia fa un’istruttoria e invia a Dna e Finanza transazioni apparentemente sospette (bonifici dall’estero, strani scambi di denaro) ma che potrebbero essere lecite.
Spetta infatti alla polizia giudiziaria effettuare gli approfondimenti. Quei documenti, invece, in alcuni casi sono finiti sui giornali prima che alle procure, circostanza che ha inquietato non poco i vertici delle Fiamme Gialle e del ministero dell’Economia. Ci sono diverse riunioni operative ma non si arriva a nulla.
Le cose cambiano a ottobre dello scorso anno quando Guido Crosetto
«A seguito della pubblicazione di miei dati personali e non pubblici, accessibili solo da parte di persone autorizzate, ho deciso di sporgere una querela alla procura di Roma »,
La pm Antonia Giammaria delega i primi accertamenti e qualcosa trova. Un finanziere in servizio alla Dna avrebbe infatti, nei giorni precedenti alla pubblicazione degli articoli, effettuato ricerche proprio su Crosetto. Il militare viene perquisito e poi sentito: nega ogni irregolarità, ammette il fatto ma spiega che le interrogazioni al sistema venivano effettuate abitualmente dal suo ufficio per motivi di servizio.
Non mentiva: nel senso che gli investigatori scoprono che sulla stampa sono finite solo alcune delle centinaia di interrogazioni alla banca dati che risultano dai log digitali fatte nell’ufficio della Dna. Ricerche non giustificate né da una richiesta a monte, né da una relazione a valle […] Perché allora?
Il fascicolo sul finanziere è finito a Perugia, proprio perché Cantone possa valutare le responsabilità eventuali di magistrati in servizio a Roma. E soprattutto riesca a dare una risposta a una domanda inquietante: perché si cercavano dati sensibili su alcuni dei personaggi politicamente più esposti del nostro Paese? Chi aveva chiesto quelle informazioni? E soprattutto: a chi sono state girate?
(da “la Repubblica”)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
ALLA RIGENERAZIONE URBANA ERANO DESTINATI 3,3 MILIARDI E ORA, CON IL “DEFINANZIAMENTO”, RESTANO SOSPESI I PROGETTI DI RIQUALIFICAZIONE DEL CORVIALE E DI TOR BELLA MONACA A ROMA, DI SCAMPIA A NAPOLI E DELLE PERIFERIE PROBLEMATICHE DI TORINO, BARI, GENOVA, VENEZIA E FIRENZE
Il governo le ha definite «misure per le quali si propone il
definanziamento dal Pnrr». Una formula un po’ asettica per dire che al momento 15,8 miliardi di euro, relativi agli interventi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono revocati. In particolare è una tabella a indicare che tra le misure escluse figurano gli «investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale», destinatari fino alla settimana scorsa di 3,3 miliardi.
Le risorse sono, per esempio, quelle che il Comune di Roma aveva scelto di utilizzare per i piani di riqualificazione di periferie o aree «complicate» come Corviale, Tor Bella Monaca e Santa Maria della Pietà. Tre progetti dove l’apertura dei cantieri era stata fissata per il prossimo mese di dicembre, tanto che il Campidoglio si è portato avanti aggiudicando appalti per 180 milioni per la progettazione definitiva e l’avvio dei lavori.
Dal governo, a cominciare dal ministro Raffaele Fitto, è stato un susseguirsi di rassicurazioni per ribadire che i progetti non verranno cancellati e che le risorse definanziate saranno rimpiazzate con altri soldi, attingendo ad altri fondi. La linea dell’esecutivo di dirottare 15,8 miliardi di stanziamenti del Pnrr sul capitolo RepowerEu, il progetto europeo per il risparmio e la diversificazione nell’approvvigionamento di energia, è dettata dal timore di non centrare gli originari obiettivi del Piano fissati per il 2026, perché molti interventi sono ormai incompatibili con quella scadenza.
Un destino analogo è riservato alle risorse che avrebbero dovuto ridare dignità al Corviale, il complesso residenziale, noto con il nome di «Serpentone» perché lungo oltre un chilometro, situato nella periferia sud-ovest della capitale. La situazione di Roma è la stessa del comune di Napoli, con il sindaco Gaetano Manfredi che non fa mistero di scetticismo. Il timore è di vedere sfumare l’avvio dei cantieri per la demolizione delle Vele di Scampia, il complesso residenziale nella periferia nord della città.
Il progetto prevede anche la ricostruzione di 433 alloggi con l’obiettivo di edificare un’area residenziale dotata di una rete di servizi e di spazi aperti, un intervento analogo riguarda il quartiere di San Giovanni a Teduccio. Oltre a progetti simbolici, come Scampia e Corviale, a ballare per effetto del definanziamento al Pnrr sono innumerevoli interventi disseminati nelle periferie di Torino, Bari, Genova, Venezia e Firenze.
(da Corriere della Sera)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
E C’È CHI RICORDA: “ERA UNA DELLE TANTE CHE GIRAVA INTORNO A FLAVIO BRIATORE” – I PIU’ LA CHIAMANO COL NOME DELL’ANAGRAFE, DANIELA GARNERO, RICORDANDO IL PADRE OTTAVIO, LUI SÌ CITTADINO “ILLUSTRE”, PROPRIETARIO DELL’UNIONE CORRIERI CUNEESI E PRESIDENTE DELLA SQUADRA DELLA CITTÀ
«Sono partita da Cuneo con la forza del lavoro», dice lei. «La forza di correre appresso al Tribùla, semmai, qui nessuno l’ha mai vista fare l’imprenditrice. E forse è meglio…», risponde la città.
Lei è Daniela Santanchè, ministra del Turismo, cuneese, da settimane nell’occhio del ciclone – politico e giudiziario – perché indagata per falso in bilancio e bancarotta. Solo così si spiega quel «forse è meglio» della signora Mara, che si dice «una sua quasi coetanea che la ricorda dai tempi del liceo». La città, invece, è la “sua” Cuneo.
Che però l’ha rinnegata, lo stesso destino riservato al “Tribùla”, Flavio Briatore da Verzuolo, un altro figlio della provincia Granda che da queste parti non è mai stato amato se non perché, da giovane, «era bello, bellissimo».
E la prima critica alla “Santa”, incrociata nella centralissima piazza Galimberti, non è l’unica che circola per Cuneo, amplificate dopo le ultime cronache giudiziarie. Nei confronti della ministra del Billionaire, del Twiga, della “Milano bene”, «sicuramente non di Cuneo» si sente di tutto, e un particolare non sfugge: la maggioranza la chiama ancora rigorosamente come suggerisce l’anagrafe, «Daniela Garnero».
Garnero perché del padre Ottavio la città ha bei ricordi: onesto imprenditore con la sua Unione Corrieri Cuneesi, celebrato presidente della squadra della città, all’epoca il “Cuneo Calcio 80”, in sintesi: un «brav’uomo». Garnero perché, e qui nessuno lo nasconde, già da quando «ha comprato» il cognome del primo marito, noto chirurgo plastico, forse si è voluta prendere le distanze da quel tipo di personalità.
La definiscono ancora oggi «una delle tante che giravano intorno a Flavio Briatore», non ancora tycoon ma già «particolare», «misterioso», «un mezzo playboy e mezzo gigolò» come si legge nelle biografie che hanno scandagliato il suo passato. Lì si parla del loro rapporto di amicizia tra il centro, dove erano assidui frequentatori del Bar Corso, e i campi da tennis con piscina del Country Club, dove la giovane Garnero giocava.
Oggi, in quei luoghi, tutti giurano di non averla praticamente mai incontrata. Lo fa Marco Basso del Bar Corso, figlio dello storico titolare: «Ma erano più legati a Briatore. Qui Daniela non si è mai vista». Lo fa Moreno Baccanelli, direttore tecnico del circolo sportivo in Viale degli Angeli – dove i Garnero avevano una villa, si dice «venduta per coprire degli altri investimenti andati male» – che la ministra non l’ha mai vista: «Ma non qui, proprio in città. Negli ultimi dieci anni è stata più presente Giorgia Meloni di lei».
Cuneo non la vede, o lei non si fa vedere? Non è dato sapere, anche se i rapporti col fratello e la sorella Fiorella (anche lei coinvolta nelle indagini per falso in bilancio e bancarotta) resistono. Ma la «donna del popolo», come si è autodefinita ospite di Francesca Fagnani a “Belve” nel 2019, qui col popolo non ha niente a che fare.
«Ma da sempre – racconta Paola, seduta ai tavolini del bar Arione – già dai tempi in cui è stata la prima donna candidata premier alle Politiche con La Destra. Ricordo quando distribuiva volantini in un mercato che la ignorava completamente».
A maggio Paolo Bongioanni, ex direttore dell’Azienda Turistica Locale Cuneese, la invita in sede nei giorni del Montagna Festival e la ministra del Turismo scocca la freccia: «Nessuno mi ha invitata al Festival…». L’unico ricordo che ha lasciato, a chi era lì, è stato l’invito a promuovere le bellezze della zona con «un qr sui tovaglioli nelle attività commerciali», raccontano.
Andando indietro a sabato 17 settembre, a 8 giorni dal voto per le Politiche che hanno premiato Giorgia Meloni, Santanché era in città per un incontro elettorale a Cuneo. Le foto del pranzo al bar Arione parlano di una tavolata coi suoi, tra i portici del centro, ma nessuna folla (non essendo candidata a Cuneo, a onor del vero, ma a Cremona). E i camerieri del locale abbozzano: «Qui non c’è mai stata».
Chi parla bene di lei, a Cuneo, probabilmente è tifoso del Cuneo. Quando nel 2020 l’allora presidente Mario Castellino le ha chiesto aiuto per la squadra che militava in Seconda Categoria in Piemonte, lei ha sponsorizzato le magliette biancorosse con il suo Twiga. «Un investimento, almeno – racconta Mario con sarcasmo – ma a noi servirebbe di più un collegamento tra la Francia e Limone: siamo senza strada dal 2020, la ministra del Turismo non ha mosso un dito».
Per Santanchè l’affare col Cuneo Calcio era un omaggio a papà Ottavio e alla sua città: «È importante dove si va, ma bisogna ricordarsi da dove si viene – aveva detto a La Stampa – ho tanti e bei ricordi, la città, le amiche, il bar Corso, le serate in discoteca da “Gaggino” o al “Boccaccio” a Limone, si andava anche a Saluzzo. E la montagna».
Al telefono il fratello Massimo non risponde. “Bobo” Gallo, imprenditore nel triangolo degli affari tra Santanchè e Briatore, ammette di «non vivere più a Cuneo», poi alla domanda sui rapporti con Santanchè replica: «Scusi, la sento male…». Linea caduta. Il secondo squillo è seguito da un messaggio automatico: «Scusatemi, vi richiamerò appena possibile, grazie». Stessa sorte per il terzo, dopo il quale suona libero.
E allora continua a parlare la città, riservata senza risparmiarsi: «Il suo giro si fa uccidere prima di parlare, perché ci hanno mangiato tutti. Gli altri, da sinistra a destra, non spendono parole gentili per la signora Garnero».
(da La Stampa)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
EVENTI SULLA DIETA MEDITERRANEA CON BUFFET NEGLI SCAVI: SCATTA LO STATO DI AGITAZIONE DEI DIPENDENTI DEL PARCO ARCHEOLOGICO
Dopo il chiacchieratissimo primo viaggio del Frecciarossa Roma-
Pompei, si va verso il ritorno nell’area archeologica vesuviana del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e (forse) della premier Giorgia Meloni.
Venerdì 4 agosto, verso le 18, dovrebbe tenersi un evento a quanto pare intitolato «Cucina italiana Unesco» con Sangiuliano accompagnato da altri ministri in cui a capotavola potrebbe addirittura sedere la stessa presidente del Consiglio. Grande protagonista della serata, l’affresco con l’ormai mitologica focaccia alla frutta in cui si vorrebbe individuare l’antenato della pizza.
Di ufficiale, per ora, non c’è niente, ma i rumors fanno riferimento a un corteo composto da circa 220 ospiti che durante il percorso potrebbe soffermarsi nella Casa di Giulia Felice per un buffet. Non sarebbe prevista la presenza di giornalisti a seguito.
Questi ultimi, da quanto si apprende, saranno accolti nei pressi di Porta Anfiteatro per la conferenza stampa, senza entrare negli Scavi. Si mormora poi di successiva cena nella Palestra Grande di fronte all’Anfiteatro, sempre senza presenza di stampa. Il tutto offerto dal ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, dal momento che l’happening serve a celebrare la dieta mediterranea Patrimonio Unesco.
Il corteo governativo, probabilmente, non troverà un clima tranquillissimo.
La Cisl Funzione Pubblica, infatti, il 2 agosto ha proclamato lo stato di agitazione del personale del Parco Archeologico, con una nota inviata al Prefetto, alla direzione del Parco e al Coordinamento nazionale del Mic firmata dal segretario provinciale Carlo Tortora. Oggetto del contendere: mancato rispetto delle relazioni sindacali, inadeguata gestione della vigilanza, mancata prevenzione dei rischi da esposizione al caldo e mancato adeguamento degli ambienti di lavoro e dei corpi di guardia alle norme di igiene e sicurezza. Temi pesanti: speriamo non restino sullo stomaco agli illustri commensali.
(da ilsole24ore)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
DALL’INIZIO DI QUEST’ANNO A FINE LUGLIO, IL NUCLEO SPECIALE ANTITRUST DELLE FIAMME GIALLE HA CONTROLLATO 7.528 IMPIANTI DI DISTRIBUZIONE, RISCONTRANDO 2.357 VIOLAZIONI: 746 PER LA MANCATA ESPOSIZIONE DEI CARTELLI O PER LA DIFFORMITÀ DEI PREZZI PRATICATI RISPETTO A QUELLI INDICATI, E 1.629 PER L’OMESSA COMUNICAZIONE DEI PREZZI AL MINISTERO
Intanto ieri la Guardia di finanza ha diffuso i dati dei controlli sui benzinai. Saranno anche verifiche mirate e su soggetti già considerati a rischio, ma un distributore di benzina ogni tre controllato viola la normativa sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti. Dall’inizio di quest’anno a fine luglio il nucleo speciale Antitrust delle Fiamme gialle ha controllato 7.528 impianti di distribuzione, riscontrando 2.357 violazioni: 746 per la mancata esposizione dei cartelli o per la difformità dei prezzi praticati rispetto a quelli indicati, e 1.629 per l’omessa comunicazione dei prezzi al ministero.
Nell’intero 2022 furono accertate violazioni di 2.809 operatori, ma una parte di questi è stata sanzionata anche quest’anno. Sebbene recidivi, sono tutto sommato pesci «piccoli» nel gran giro delle truffe che, complice il rialzo dei prezzi, continua anche adesso, nonostante l’obbligo di esporre il prezzo medio regionale o nazionale.
§Nel mercato dei carburanti girano sempre più spesso benzina e gasolio contraffatti, magari importati come olio combustibile per smarcare i controlli, dove si fa uso delle più moderne tecnologie, come i congegni che alterano a distanza i misuratori delle colonnine di benzina. E si fa spesso ricorso al più classico degli illeciti, l’uso del gasolio per l’agricoltura e per la pesca, per rifornire le automobili. Se nel 2012 l’evasione era stimata in 924 milioni di euro, nel 2020 si calcola un mancato versamento delle accise per 1,7 miliardi.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
SE MARIUPOL E MELITOPOL NON VENGONO LIBERATE ENTRO METÀ SETTEMBRE, IL CREMLINO AVRÀ MOLTI MESI PER CERCARE DI INCRINARE LA COMPATTEZZA DEGLI ALLEATI
Anche la seconda ondata della controffensiva ucraina sembra
avere rallentato la spinta iniziale. Dopo quasi due mesi di combattimenti, le colonne d’assalto sono arrivate alla cinta fortificata russa, saggiando la profondità dei fossati anti-tank e la robustezza dei “denti di drago” in cemento piantati nel suolo. Adesso dispongono di carri gettaponte per superare gli ostacoli e di veicoli speciali per creare un varco nei campi minati.
E i rifornimenti arrivati dagli Usa permettono di sparare 8mila proiettili di artiglieria al giorno, quasi tutti con testate “cluster” che seminano ordigni nelle trincee. Senza però che le brigate di Kiev siano finora riuscite a sfondare le difese.
Questi risultati provocano una crescente preoccupazione, in Ucraina e tra gli alleati: c’è il timore che l’avanzata non sia in grado di scacciare i russi dai territori occupati entro l’autunno, creando una situazione molto complessa non solo dal punto di vista militare ma anche da quello politico e diplomatico. Alla base di questo ragionamento c’è la valutazione delle forze disponibili.
Nella scorsa primavera i generali di Kiev hanno organizzato due corpi d’armata, il Nono e il Decimo, in vista della controffensiva. Il Nono, addestrato dalla Nato e dotato di mezzi occidentali, è partito all’attacco il 6 giugno per individuare i punti deboli della linea russa. La sua missione era aprire una breccia, attraverso la quale il Decimo si sarebbe gettato alla carica fino a Melitopol e Mariupol, sgretolando lo schieramento di Putin.
Gli ucraini però hanno conquistato pochi chilometri e dopo sette settimane di dura battaglia hanno dovuto ritirare il Nono Corpo, logorato dalle perdite e dallo stress, sostituendolo con il Decimo. Che non ha riserve alle spalle: se riuscisse a spezzare la resistenza russa, dovrebbe completare da solo la marcia verso il mare d’Azov.
Il generale Gerasimov non ha sbagliato una mossa. Risponde a ogni affondo ucraino con determinazione e scatena azioni aggressive in altre zone – a Kharkiv, nel Donetsk e soprattutto nel Lugansk – impedendo al quartier generale di Kiev di sguarnire il resto del fronte. Neppure i missili Storm Shadow piovuti contro le basi nelle retrovie e contro i ponti strategici sembrano avere incrinato il muro di Mosca.
Il governo di Zelensky è convinto che la pressione riuscirà nelle prossime settimane a causare una crisi nella fortezza russa. Al momento però non ci sono segnali di un successo rapido e la prospettiva che la controffensiva si spenga entro un mese appare sempre più reale. Uno scenario disastroso: il balzo verso la Crimea verrebbe rinviato alla tarda primavera del 2024, permettendo al Cremlino di irrobustire ulteriormente le barriere e mobilitare altre truppe.
I droni che si abbattono su Mosca e sulle altre città causano danni simbolici e servono a tenere alto il morale ucraino. Ma possono anche innescare una rappresaglia di Putin, l’ipotesi di uno stallo preoccupa sia Zelensky sia i Paesi baltici della Nato, a partire dalla Polonia: se Mariupol e Melitopol non vengono liberate entro metà settembre, il Cremlino avrà molti mesi per cercare di incrinare la compattezza degli Alleati facendo leva anche sulle elezioni statunitensi.
Tanto che nelle diplomazie si ricomincia a parlare di un armistizio sul modello coreano che congeli la linea sul fronte. Una prospettiva inaccettabile a Kiev come a Varsavia. Allo stesso tempo la Casa Bianca prende le distanze dai lanci di droni contro Mosca e ridimensiona gli allarmi polacchi sulla Wagner in Bielorussia: l’incubo americano resta quello di provocazioni che inneschino l’ allargamento del conflitto. E più le colonne ucraine rimangono lontane dalla Crimea, più questo rischio diventa concreto.
(Da La Repubblica)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
IL 59% DEGLI ITALIANI HA RINUNCIATO A FARE LE VALIGIE A CAUSA DEL CARO-VACANZE E DELLE SPESE AFFRONTATE DURANTE L’ANNO
È tempo di vacanze, ma non per tutti; sommando chi ancora è indeciso e chi già è sicuro di non fare le valigie, sono quasi nove milioni gli italiani che quest’anno potrebbero restare a casa. La ragione? Semplicemente, non se lo possono permettere economicamente (fonte: indagine EMG Different per Facile.it). Quali sono le voci di spesa aumentate? Facile.it e Consumerismo No Profit hanno fatto alcuni calcoli. Secondo l’indagine: il 59,5% di chi non partirà per ragioni economiche, ovvero oltre 5 milioni di italiani, ha dichiarato che ad incidere sulla situazione è stato l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni vissuto durante l’ultimo anno. La percentuale sale addirittura al 69,4% tra i 45-54enni.
Il dato non sorprende: da più di dodici mesi gli italiani stanno lottando con inflazione e rincari, dal prezzo degli alimentari ai mutui, dall’RC auto alle bollette, la lista delle voci di spesa cresciute è davvero lunga. Aumenti che, nella migliore delle ipotesi, hanno eroso la capacità di risparmio delle famiglie – spesso indispensabile per sostenere i costi di una vacanza – mentre nella peggiore delle ipotesi hanno addirittura intaccato i risparmi accantonati negli anni passati, pregiudicando la possibilità di concedersi un viaggio.
Prestiti personali
Cartina tornasole della situazione economica è la richiesta di prestiti personali; come emerso dall’analisi di Facile.it, le domande di finanziamento sono in aumento e la prima ragione per cui gli italiani si rivolgono ad una società di credito è proprio l’esigenza di liquidità, richiesta spesso associata con la necessità di far fronte a spese correnti o imprevisti. A giugno 2023, il 32% di chi ha chiesto un prestito personale lo ha fatto per questa motivazione e, in media, ha puntato ad ottenere 7.631 euro. E anche per il credito al consumo, i tassi nell’ultimo anno sono saliti; per i prestiti personali, secondo Facile.it, il tasso medio (Tan) disponibile online per un finanziamento da 10.000 euro da restituire in 5 anni è salito del 22%.
Gli italiani che, nonostante tutto, sono riusciti a mettere da parte un piccolo budget da destinare alle ferie, hanno però dovuto fare i conti con un secondo problema; il caro-vacanze. I prezzi legati ai viaggi sono notevolmente aumentati, con il risultato che, come emerso dall’indagine, circa 3,2 milioni di italiani alla fine hanno deciso di rinunciare a partire proprio per questa motivazione. A rientrare in questa casistica sono in particolare i giovani; tra i rispondenti di età compresa tra i 18 e i 24 anni che non partiranno per ragioni economiche, più di 1 su 2 (53,8%) resterà a casa per questa motivazione.
Treni e aerei
Questa volta ad analizzare il settore è Consumerismo No Profit che evidenzia come i prezzi dei treni risultino ancora in linea con i periodi precedenti, e tranne acquisti dell’ultimo minuto i prezzi non hanno subito grandi oscillazioni. L’andata e ritorno in giornata è l’offerta più vantaggiosa praticata dalle due compagnie nazionali. Anche l’acquisto dei carnet viaggi può portare risparmi evidenti, ma attenzione alle indicazioni d’uso. Diversamente, per i voli sia nazionali sia per quelli esteri, i prezzi sembrano aver subito degli enormi incrementi; in alcuni casi anche oltre il 50%. Acquistare in anticipo e verificare sia sui siti di comparazione che su quelli delle singole compagne è la cosa migliore. Non acquistare mai online durante l’orario di lavoro o nelle ore di punta, come le 20, sono buone abitudini. La ricerca va fatta possibilmente durante le prime ore del mattino e nei giorni feriali. Prenotare con largo anticipo è spesso vantaggioso, ma in alcuni casi se si fosse disposti a partire anche all’ultimo minuto le offerte last minute potrebbero essere ancor più vantaggiose.
Benzina
Anche chi sceglierà di raggiungere la destinazione estiva con il proprio veicolo, dovrà fare i conti con possibili aumenti del prezzo del carburante. Secondo l’indagine realizzata da Facile.it, nell’ultimo periodo i prezzi di diesel e benzina sono cresciuti, con incrementi che, da giugno a fine luglio, vanno dal 6% al 12% per il diesel e dal 5% all’11% per la benzina. Considerando una percorrenza di circa 1.000 km e un’auto di fascia media, gli aumenti incidono per circa 5 euro, mentre nella modalità servito la spesa cresce di circa 13/14 euro. Ma i prezzi potrebbero essere decisamente più elevati se ci si rifornisce in autostrada, dove le tariffe tendono ad essere più alte.
Hotel
I prezzi di hotel, B&B e case vacanza, sostiene Consumerismo No Profit, in questo momento hanno raggiunto il picco storico. Per una sola notte in B&B o hotel in due a Roma la spesa media si aggira intorno ai 150 euro. A Milano anche 180, e paradossalmente persino località fino a qualche tempo fa più economiche come Napoli e Palermo ormai sembrano essere diventate mete solo per alto spendenti. Prenotare in largo anticipo, verificare le offerte in più periodi e chiamare direttamente la struttura, in molti casi ci fa risparmiare anche il 50%.
Stabilimenti balneari
La spiaggia libera piace poco agli italiani che non vogliono rinunciare al servizio del lettino e dell’ombrellone, eppure una giornata in spiaggia libera può costare anche il 75% in meno di una presso uno stabilimento attrezzato. Acquistandoli, afferma il team di Consumerismo No Profit, un ombrellone e due lettini possono essere usati per più di qualche stagione ed hanno un costo di poco superiore ai 70 euro complessivi. Una sola giornata in spiaggia attrezzata attualmente oscilla tra i 30 e i 50 euro per due persone, e prevede solo sue lettini ed un ombrellone.
Telefonia
La telefonia mobile sembra essere una delle poche voci di spesa, se non addirittura l’unica, che non è cresciuta nell’ultimo anno e, anzi, secondo l’analisi di Facile.it, il prezzo medio per una nuova SIM è calato del 17%. Nello specifico, chi attiva una nuova linea mobile oggi spende, in media, 8,7 euro al mese, mentre se si guarda alle migliori offerte, è possibile trovare operatori che offrono tariffe che partono da 4 euro al mese. Non solo si spende di meno, ma si ha a disposizione traffico dati superiore rispetto al passato; la tariffa media prevede 143 GB dati (a fronte degli 86 GB rilevati dodici mesi fa).
Ristorazione
Preferire cene in luoghi conosciuti che non hanno ritoccato i prezzi del menù. Non sedersi a tavola prima di aver visto i prezzi. Preferire i giorni della settimana meno affollati. Attenzione al costo dei vini e degli alcolici, dicono da Consumerismo No Profit, che spesso determinano anche il 50% dell’importo del conto.
Gelati
Il gelato, bene immancabile nella dieta estiva degli italiani, sta registrando sul territorio sensibili rincari dei listini. Consumerismo No profit, ha messo a confronto i prezzi dei gelati confezionati e in vaschetta nelle varie città italiane. Il prezzo medio dei gelati ha registrato in Italia a maggio un incremento medio del +22% rispetto all’anno precedente. A pesare sui listini di tale prodotto è l’incremento dei costi delle materie prime, dalle uova allo zucchero alla frutta, ma anche il caro-energia che determina aggravi dei costi di produzione. A crescere sono sia i prezzi dei gelati in vaschetta venduti presso i supermercati, sia i prodotti confezionati che si possono trovare nei bar, ma anche coni e coppette delle gelaterie stanno subendo rincari sensibili, al punto che a Roma un cono piccolo da due gusti supera anche i 4 euro nelle zone più turistiche. Fare il gelato in casa può portare ad un abbattimento del costo fino all’80% rispetto alla gelateria. Per i ghiaccioli si può arrivare anche fino al 90%.
(da agenzie)
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Agosto 3rd, 2023 Riccardo Fucile
UN REGALO TOTALE DI 55 MILIONI DI DOLLARI DA PARTE DELLA CANTANTE DI ORIGINE ITALIANA A CHI HA CONTRIBUITO AL SUCCESSO DEL TOUR… QUASI COME GLI IMPRENDITORI ITALIANI
The Era’s Tour di Taylor Swift resterà nella storia. Non solo per il
grande spettacolo. Secondo quanto riportato da TMZ e ET, infatti, la superstar avrebbe dato un bonus di 100mila dollari a ciascun camionista del suo tour prima dello spettacolo di sabato sera 29 luglio a Santa Clara, in California.
La Swift ha circa 50 autisti nel suo tour, per un totale di circa 5 milioni di dollari. Secondo quanto riferito, la cantante avrebbe anche dato un ammontare imprecisato di bonus ai membri della band, ai ballerini, ai tecnici delle luci e del suono, ai ristoratori e ad altri membri dell’equipaggio. Secondo People in totale avrebbe dato bonus per oltre 55 milioni di dollari.
La Swift ha annunciato per la prima volta il tour lo scorso ottobre, dopo aver conquistato la Top 10 della Billboard Hot 100 con Midnights. Il tour ha preso il via il 17 marzo a Glendale, in Arizona, e si protrarrà fino al 9 agosto, quando la cantante concluderà il suo tour statunitense al SoFi Stadium di Los Angeles.
Intanto nel libro Philadelphia’s King of little Italy, il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Charles Douglas, rivela che la cantante ha origini cilentane. La Swift gli avrebbe confidato di voler venire in Italia a «vedere i luoghi delle sue radici». Il libro verrà presentato il 9 agosto nella piazza di Castelnuovo Cilento e sarà presente l’editore Giuseppe Galzerano, che vive e lavora a Castelnuovo Cilento.
(da agenzie)
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