Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
A ULTERIORE GARANZIA, VIENE FISSATA UNA SOGLIA MINIMA, SOTTO LA QUALE NON SI PUÒ ANDARE, DI 9 EURO L’ORA
Otto articoli e un unico obiettivo: istituire un salario minimo legale sotto il quale non è più lavoro ma sfruttamento. La proposta di legge […] è stata depositata in Parlamento e a firmarla sono Conte, Fratoianni Richetti, Schlein, Bonelli, Magi, Evi, oltre a chi ha contribuito al testo come Maria Cecilia Guerra, l’ex ministro del lavoro Andrea Orlando (che alla fine della scorsa legislatura aveva presentato già un testo), il grillino Francesco Silvestri e altri esponenti di tutte le opposizioni con la sola eccezione di Matteo Renzi e Italia Viva.
Quindi al lavoratore di ogni settore economico va riconosciuto un trattamento economico complessivo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, salvo restando i trattamenti di miglior favore.
Però, ed è questo il cuore della proposta, occorre un salvagente: a ulteriore garanzia del riconoscimento di una giusta retribuzione, viene fissata una soglia minima – sotto la quale non si può andare – di 9 euro l’ora.
Ma chi riguarda questa legge?
Non riguarda solo i lavoratori subordinati, ma anche i rapporti di lavoro che presentino analoghe necessità di tutela nell’ambito della para subordinazione e del lavoro autonomo.
Le parti sociali sono espropriate dalla possibilità di stabilire la soglia di salario minimo?
No. Perché viene stabilito che annualmente si valuta l’aggiornamento con una commissione composta da rappresentanti istituzionali e delle parti sociali che avrà come compito principale quello di aggiornare il trattamento economico orario”.
Altra questione cruciale: perché proprio 9 euro/ora? Sono troppo pochi?
Il parametro europeo in fatto di salario minimo è il 60% della retribuzione mediana. Qui si è un po’ più alti – come spiega l’ex sottosegretaria all’Economia, Guerra – perché ci si riferisce a contratti ampiamente scaduti e che quindi non hanno ancora fatto i conti con l’inflazione. Nel 2024 quando la norma entrerà in vigore, se sarà approvata, i contratti scaduti saranno stati aggiornati e quindi il calcolo sarà in linea.
(da La Repubblica)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
NEL 2021 I 45MILA MEDICI CHE FANNO VISITE INTRAMOENIA SI SONO MESSI IN TASCA UN MILIARDO E 86 MILIONI
Il doppio lavoro dei medici divide il mondo della sanità, mentre al ministero dele Salute si sta pensando, se non a una stretta, a nuove regole che impediscano si arrivi ad avere ospedali che fanno più attività nei reparti solventi che nel pubblico, come documentato dall’Agenas in una sfilza di strutture sparpagliare in ben 16 regioni.
La parole del padre dell’Istituto farmacologico Mario Negri, Silvio Garattini, che propone di abrogare l’intramoenia, ossia le visite private negli ospedali, in cambio di un aumento del 30% degli stipendi, hanno di nuovo aperto un solco tra sostenitori e avversari dell’attività libero professionale che i medici possono fare all’interno delle strutture pubbliche, fuori dall’orario di lavoro e ce
Secondo i medici è un falso problema, perché le liste di attesa si allungano causa carenza di professionisti non per l’attività che questi svolgono privatamente. Per chi si occupa dei problemi di gestione in sanità invece c’è necessità di mettere dei paletti. […] Parole che rischiano di non far dormire sonni tranquilli ai camici bianchi, che saranno anche i meno pagati d’Europa, ma che nel 42% dei casi rimpinguano lo stipendio con il doppio lavoro, come mostra la relazione di ministero della Salute e Agenas appena consegnata al Parlamento.
Nel 2021, al netto del 20% dovuto ad Asl e ospedali per la messa a diposizione dello studio, i 45 mila medici che fanno l’intramoenia si sono messi in tasca un miliardo e 86 milioni, che sommati al miliardo e 169 mila euro dell’indennità di esclusiva, aumentata del 27% nel 2021, fanno in totale 45 mila euro a testa per lavorare privatamente in ospedale rinunciando a fare affari in clinica.
«Le accuse all’intramoenia si commentano da sole e non tengono conto della realtà dei fatti», va giù duro Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao, il più grande sindacato dei medici ospedalieri. Che poi spiega: «Il numero dei medici in rapporto esclusivo che esercitano la libera professione è diminuito dal 2013 al 2021 di 10.198 unità. Questo perché appena il 30% dei ricavi della prestazione è, al netto di tasse e contributi, guadagno del medico. Le aziende, invece, incassano 250 milioni l’anno, da destinare in parte a progetti di riduzione delle liste di attesa di cui, in verità, non si vede traccia». Quelle liste che – comunque la si giri – finiscono per arricchire il privato.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
DAI LETTINI ALLE CENE AL SOGGIORNO PREZZI PIÙ BASSI ANCHE DEL 250%
L’estate dei rincari porta molte famiglie a cercare mete meno costose per le vacanze. In primo piano in questi giorni c’è l’Albania. Il confronto tra le tariffe italiane e albanesi mette in luce una grande distanza tra i prezzi. Intanto nelle località turistiche del nostro Paese le presenze registrano un calo del 30%.
In Italia i servizi turistici costano fino al 248% in più rispetto alle località balneari dell’Albania, e i fortissimi rincari registrati nel nostro paese sul fronte di strutture ricettive, stabilimenti balneari e ristoranti spingono una consistente fetta di cittadini a scegliere mete estere per le proprie vacanze estive. Lo afferma Consumerismo No Profit, che ha messo oggi a confronto prezzi e tariffe delle principali mete balneari albanesi con quelle del nostro paese.
«Per dormire 7 notti in una delle località di mare più note dell’Albania, dal 21 al 28 agosto in camera doppia, la spesa minima parte dai 175 euro a Valona fino ad arrivare ai 420 euro di Qeparo – analizza Consumerismo –. Se si scelgono strutture esclusive o di lusso, il costo massimo raggiunge i 5.653 euro a Valona, e si attesta sui 2.300 euro nelle altre mete albanesi.
In Italia: nella stessa settimana un soggiorno parte da un minimo di 564 euro a Milano Marittima, 735 euro a San Vito Lo Capo e 889 euro a Villasimius, ma può arrivare, sempre se si scelgono strutture esclusive, a 17.378 euro a Viareggio e oltre 15mila euro a Milano Marittima».
Secondo i calcoli dell’associazione di consumatori, mettendo a confronto 6 note località di mare albanesi con altrettante destinazioni balneari italiane, si scopre che nel nostro paese le tariffe minime delle strutture ricettive risultano più care in media del +130% rispetto all’Albania, con punte del +248% per gli hotel di alta categoria.
Si passa poi agli stabilimenti balneari, che in Italia costano in media il 162% in più rispetto alle coste albanesi: per l’affitto giornaliero di un ombrellone e due lettini si va infatti da un costo medio di 20/30 euro di Milano Marittima ai 30/50 euro di Gallipoli, contro i 10/15 euro dei lidi albanesi
Albania più conveniente anche sul fronte della ristorazione: un pasto completo a base di pesce costa infatti in media nei ristoranti albanesi tra i 20 e i 25 euro a persona, contro i 45/65 euro dell’Italia.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
“I DECRETI DEL GOVERNO NON STANNO FUNZIONANDO”
Misure del governo insufficienti e indennizzi che tardano ad arrivare. Stefano Bonaccini risponde alla lettera di Giorgia Meloni sui ristori per l’alluvione in Emilia-Romagna, nella quale la presidente del Consiglio replicava alle polemiche per il mancato arrivo di risorse. «Abbiamo stanziato 4,5 miliardi di euro per la ricostruzione delle zone alluvionate e questa iniziativa non si esaurisce qui», aveva detto la premier.
Il botta e risposta però continua, perché il presidente dell’Emilia-Romagna ribadisce quanto aveva già affermato. «A oggi gli unici contributi arrivati ai cittadini sono quelli decisi da Regione e Protezione civile nazionale, mentre famiglie e imprese attendono gli indennizzi», scrive Bonaccini, «i due Decreti adottati dal governo hanno definito una serie di misure che però, lo si chieda ai cittadini, in questo momento non risultano funzionare, né per il ritorno alla normalità delle famiglie, né per la ripartenza positiva delle imprese».
Una delle ragioni principali di questo fallimento sarebbe da imputare, secondo il sub commissario all’emergenza, al fatto che non sarebbe chiaro come accedere alle risorse.
La lettera
«Nessuno disconosce il valore di quanto fatto per attivare gli ammortizzatori sociali o l’accesso al credito di una parte, sia pur ristrettissima, di aziende, così come per quelle dell’export», ha spiegato, «ma la stragrande maggioranza delle imprese ad oggi non solo non ha ricevuto un euro di indennizzo, ma neppure sa come approntare le perizie necessarie per ottenere in futuro il pieno risarcimento dei danni. E non sapere ancora, dopo tre mesi, come richiedere i rimborsi è semplicemente incredibile».
Bonaccini si leva poi un sassolino, aggiungendo – in risposta alla missiva della premier – che la fretta non la sua, «ma quella dei nostri concittadini, che tutto meritano fuorché polemiche sterili tra istituzioni o il fatto che non debbono lamentarsi perché molto sarebbe già stato fatto».
In una lettera firmata insieme ai sindaci di Bologna, Ravenna e Cesena, Matteo Lepore, Michele de Pascale e Enzo Lattuca, gli amministratori locali chiedono un nuovo incontro a Meloni e cercano anche di ricucire dopo le polemiche di questi giorni:« Abbiamo avanzato anche proposte costruttive che permetterebbero di destinare subito oltre un miliardo di euro agli indennizzi di cittadini e imprese. Nodi che contiamo di poter sciogliere insieme confrontandoci di persona, in uno spirito di collaborazione».
(da Open)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
TAJANI MANDA UN SILURO A GIORGIA MELONI: “LE COSE POTEVANO ESSERE FATTE MEGLIO, ORA DOBBIAMO PRESERVARE LA NOSTRA CREDIBILITÀ INTERNAZIONALE E RASSICURARE GLI INVESTITORI. PRESENTEREMO EMENDAMENTI, NE VALUTIAMO UNO PER ESCLUDERE I PICCOLI ISTITUTI DALLA NORMA”
‘Mi auguro onestamente che in Consiglio dei ministri una cosa come quella avvenuta con la norma sugli extraprofitti delle banche non accada più’, dice il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani in un’intervista al Foglio. Il messaggio è diretto alla premier Giorgia Meloni: ‘Le cose potevano essere fatte meglio, ora dobbiamo preservare la nostra credibilità internazionale e rassicurare gli investitori’, afferma il vicepresidente del Consiglio ancora turbato dal modo in cui è stata approvata dopo la riunione fiume di lunedì la tassa sulle banche.
‘Presenteremo emendamenti, ne valutiamo uno per escludere i piccoli istituti dalla norma’. Fi lavorerà per migliorare la norma: ‘Andremo avanti per la nostra strada, rappresentiamo l’anima liberale del centrodestra, siamo parte del Ppe, mica siamo Fratoianni o Elly Schlein’, afferma Tajani. Forza Italia è stata presa alla sprovvista? ‘La norma non era stata concordata, invece doveva esserci una discussione prima e non un dibattito successivo all’appovazione e inoltre il pacchetto andava annunciato a mercati chiusi’, risponde Tajani. Perché questo dibattito preventivo non c’è stato? ‘Questo lo dovete chiedere al presidente del Consiglio e al ministro Giancarlo Giorgetti’.
Salvini dice che si tratta di una misura di equità: anche Draghi tassò gli extraprofitti, in quel caso quelli delle società energetiche, chiede il Foglio, perché non può farlo questo governo? ‘Si può fare tutto, ciò che conta è farlo bene e in questo caso le cose potevano essere fatte meglio’, risponde Tajani. Il leader di Fi spiega cosa non gli è piaciuto dei contenuti e delle modalità di presentazione del provvedimento: ‘Non possiamo sembrare ideologicamente contro le banche.
Se servono soldi per il bilancio dello Stato è giusto che possano essere presi anche dalle banche, ma senza che questo sembri un atto ostile, dobbiamo preservare la nostra credibilità a internazionale, non possiamo permetterci di spaventare gli investitori mostrando un atteggiamento punitivo con gli istituti che, per di più, sono indispensabili nelle situazioni di difficoltà finanziaria, adesso quello che ci preme è rassicurare i mercati, tutelare la nostra credibilità internazionale e rassicurare gli investitori’. Le modifiche a cui lavoro Forza Italia puntano anzitutto a ‘tutelare le piccole banche, quelle più vicine ai cittadini’, afferma il vicepremier.
‘L’Abi? La ascolteremo come ascolteremo altri soggetti, ma sarà comunque la politica a decidere’. Ci saranno emendamenti condivisi con il Terzo polo? ‘Assolutamente no – risponde Tajani – nessun inciucio con l’opposizione, ma correttivi migliorativi per trasformare il decreto in un buon provvedimento’.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
“GIORGIA MELONI HA L’ATTEGGIAMENTO SOSPETTOSO DEL NEWCOMER: HA CONQUISTATO IL POTERE, MA VIVE COME SE FOSSE IN UNA CITTADELLA ASSEDIATA”
Le vacanze di Cassese (anche i giuristi sono in pantaloncini).
Professore: il governo tassa gli extraprofitti delle banche. Qual è la sua sentenza?
“Il governo non si vuole bene. Chi darebbe un pugno nello stomaco al proprio creditore e minaccerebbe i propri elettori? Nelle banche ci sono i risparmi dell’ 81 per cento degli italiani. Vale a dire di tutti gli elettori”. Meloni?
“Ha conquistato il potere, ma vive come se fosse in una cittadella assediata”.
Salvini e Meloni? “Predomina l’arte del guadagnare voti, sull’arte del governare. L’uomo di stato disprezza la popolarità”.
Le grandi riforme rimandate?
“Il governo non riesce ad avere il governo del tempo. Anche i decreti somigliano a navi cariche alla rinfusa”.
Il salario minimo?
“Indebolisce il potere dei sindacati. Nel momento in cui accettano, rinunciano al concetto di autonomia collettiva”.
Cassese, ma dove si trova? “In auto con mia moglie, stiamo andando al mare”.
La spiaggia?
“Segreto”.
Iniziamo dalla cronaca balneare. L’Albania è la meta estiva del 2023. Forse ci va pure la premier. Non ci dica che pure lei parte per Tirana? “Sono un nazionalista: resto in Italia”.
Tutte le tasse sugli extraprofitti finiscono per essere cassate dai giuristi. Finirà così anche per questa?
“Non sono cassate dai giuristi sono cassate dal diritto, che è una cosa diversa”.
Diciamola tutta. La norma (presentata da Salvini in conferenza stampa) è già stata modificata. Salvini si è preso la scena o è stata una sceneggiata? “Dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica, cioè da quando i partiti hanno cominciato a morire, i leader non hanno più basi sicure e si comportano nel modo criticato in un bel libro scritto dal presidente Kennedy, Ritratti del coraggio: predominio dell’arte del ‘guadagnare voti’ sull’ ‘arte del governare’. Manca il ‘coraggio politico di fronte alle pressioni elettorali’ perché non si capisce che il disprezzo della popolarità è la ‘virtù massima dell’uomo di stato’ (con queste parole Luigi Einaudi riassumeva il pensiero di Kennedy)”.
Anche per lei, ci siamo giocati la reputazione, come dicono, da giorni, gli economisti?
“Un mio amico milanese, scomparso da tempo, distingueva i politici in due categorie: “colpisti” e “non colpisti”. I colpisti sono quelli che fanno il colpo, che non si preoccupano del futuro. La reputazione dei primi è sempre molto bassa, perché il loro comportamento non è prevedibile”.
Professore, ma si ricorda le promesse di Meloni? Diceva: “Prima dell’estate la riforma presidenziale e pure le altre…”?
Ci sembra che siamo alla prima abbronzatura, ma ancora niente tintarella…
“L’ho scritto: il governo non riesce ad avere il ‘governo del tempo’. Come i decreti legge somigliano alle navi con un carico alla rinfusa’ così il tempo e le cadenze sono governati dal caso e dalla abilità con la quale i singoli ministri riescono a infilare nei decreti legge i provvedimenti che sono loro suggeriti dagli staff e dalle burocrazie”.
Ci poniamo pure quelli di settembre? Al rientro ci sarà (ancora) il Mes. Dobbiamo angosciarci? “Io non mi angoscio, perché penso che il governo, alla fine, proporrà la ratifica del trattato”.
A suo parere perché Meloni non riesce a liberarsi della destra della sua destra? I quotidiani hanno aperto per ben tre giorni sul “caso De Angelis”. C’è chi pensa che Meloni dovrebbe favorire una scissione. Meloni deve tifare “Forza scissione”?
“Vi sono più cause. La prima è il complesso dell’escluso che, una volta conquistato il potere, continua a sentirsi come una cittadella assediata. La seconda sta nel passaggio rapido dal non contare nulla al governo, che non ha consentito la crescita di una classe dirigente. La terza sta nella difficoltà di coniugare l’atteggiamento sospettoso del newcomer con la capacità di valersi delle tante risorse che l’italia ha, anche tra i “non schierati”. Infine, se si è costretti a una prova di guida accelerata, si possono fare molti errori”.
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
LA LETTERA APERTA DI GIOVANNA DONATO, MOGLIE DI UNO DI UN PORTUALE DECEDUTO PER IL COLLASSO DELLA STRUTTURA: “IN CINQUE ANNI IL PROCESSO È ANCORA IN CORSO, INIZIATO DA APPENA UN ANNO, LE DUE SOCIETÀ RESPONSABILI HANNO AVUTO IL TEMPO DI PATTEGGIARE E DI USCIRE DAL PROCESSO, E NON È STATA FATTA ANCORA GIUSTIZIA, IN QUESTO TEMPO SONO CAMBIATI TANTI GOVERNI, TANTE PAROLE, TANTE PROMESSE MA NESSUNO SI È PRESO LA RESPONSABILITÀ DI QUANTO ACCADUTO”
“Cinque anni sono un tempo molto lungo” ma “è tutto ancora fermo”. E’ l’amaro sfogo di Giovanna Donato, ex moglie di Andrea Cerulli, portuale di 47 anni anni, una delle 43 vittime del crollo del ponte Morandi, collassato il 14 agosto 2018.
In una lettera aperta la donna ricorda i cinque anni passati vicino al figlio Cesare che a 9 anni perse il papà. “Cinque anni è un tempo lunghissimo. In cinque anni il processo è ancora in corso, iniziato da appena un anno, le due società responsabili hanno avuto il tempo di patteggiare e di uscire dal processo, e non è stata fatta ancora giustizia, in questo tempo sono cambiati tanti governi, tante parole, tante promesse ma nessuno si è preso la responsabilità di quanto accaduto”.
E, ancora, “in cinque anni si è riusciti a non togliere la revoca alla concessionaria colpevole ma a liquidarla profumatamente, non c’è ancora un memoriale né rinascita di un quartiere prima abbandonato e dopo straziato dalla tragedia; l’informazione pubblica ha dimenticato la vergogna di questa tragedia nazionale rendendola invisibile agli occhi di tutti gli italiani. La città di Genova ha avuti grossi finanziamenti per la tragedia investi in opere discutibili.
Un disegno di legge richiesto per la tutela di tutti i cittadini è ancora fermo quando ogni giorno vengono fatte leggi a discapito dei cittadini” “Cinque anni – l’amara conclusione – sono davvero un tempo lunghissimo soprattutto per una mamma che da sola deve crescere il proprio figlio. Ma nonostante siano passati cinque lunghi anni il ricordo di quel 14 agosto, la corsa alle notizie, il telefono spento di Andrea, le preghiere, quella telefonata, le lacrime soffocate, quel viaggio in aereo verso la drammatica verità, l’urlo di Cesare…quel ricordo annulla i cinque lunghi anni trascorsi perché vive in me, in tutti noi, ogni giorno!”
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
SUSAN JOHN E AZZURRA CAMPARI POTEVANO ESSERE SALVATE SE SI FOSSE INTERVENUTI IN TEMPO, INUTILI LE PASSERELLE DEL GIORNO DOPO
Il Ministro Carlo Nordio è stato accolto con proteste e manifestazione di dissenso da parte delle detenute del carcere di Torino, sabato 12 agosto. La tragica morte di Susan John, deceduta per inedia, e di Azzurra Campari, morta suicida, hanno portato all’attenzione la necessità di supporto costante per le detenute vulnerabili. Le carenze strutturali e organizzative del sistema carcerario italiano sono emerse così nuovamente, evidenziando la grave situazione penitenziaria.
L’arrivo di Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, al carcere di Torino alle 11.30 è stato accolto da fischi, grida e colpi contro le sbarre delle celle da parte dei detenuti del penitenziario.
La sua ispezione dei padiglioni è stata oggetto di vivace contestazione, durata alcuni minuti. La protesta, che in seguito si è placata, ha coinvolto detenuti da ogni braccio del carcere, con urla uniformi e fischi udibili fino al cancello principale.
Nel corso dei minuti, i colpi sulle sbarre si sono uniti al coro di protesta, seguito da suoni simili a oggetti sbattuti con forza dall’interno delle celle.
Tra i presenti ad accogliere il Ministro vi erano la direttrice Elena Lombardi Vallauri, i garanti dei detenuti, Bruno Mellano e Monica Gallo, oltre al responsabile della sanità penitenziaria Roberto Testi.
In seguito, Nordio ha incontrato la psichiatra della struttura e si è dedicato all’esame dei documenti relativi alle detenute decedute.
Carlo Nordio non rappresenta il primo ministro della Giustizia che si trova a visitare il carcere di Torino negli ultimi due anni.
Nel marzo del 2022, la ministra Marta Cartabia aveva effettuato una visita simile dopo l’apertura di un’inchiesta sulle torture ai detenuti, che aveva portato alla chiusura temporanea della struttura penitenziaria.
I problemi delle carceri
La morte di Susan John ha puntato nuovamente i riflettori sui problemi del sistema carcerario italiano. Il sovraffollamento continua a gravare sulla casa circondariale con oltre 1400 detenuti rispetto ai 1100 posti disponibili.
A questi si aggiungono le carenze della polizia penitenziaria e una serie di incidenti drammatici, tra cui aggressioni, incendi e suicidi.
Nel corso dell’anno passato, quattro persone si sono tolte la vita all’interno della struttura, e quest’anno si contano già tre casi di suicidio, oltre alla tragica morte di Susan John, che è deceduta per fame e sete.7
Le storia di Susan John, morta a distanza di poche ore dalla detenuta Azzurra Campari, che si era tolta la vita, ha posto in luce la necessità di una risoluzione tempestiva delle carenze operative e del supporto sanitario.
John, detenuta nigeriana, è stata trovata cadavere dopo venti giorni di astinenza dal cibo e dalle bevande. A differenza di uno sciopero della fame, Susan ha scelto di “spegnersi in silenzio”, un tragico risultato raggiunto in meno di tre settimane.
La senatrice Ilaria Cucchi ha richiesto di fare chiarezza su queste morti, mentre l’Osapp ha definito il carcere di Torino un “girone dantesco”.
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »
Agosto 12th, 2023 Riccardo Fucile
CHI VIAGGIA A 5 STELLE SPENDE ANCHE IL 70% DI PIU’ DEL PASSATO
Pagare 1600 dollari (o 1450 euro) per una camera di albergo a 5 stelle, nella prima vera estate dopo il Covid, può essere considerato un affarone. Bloomberg dedica un editoriale a quel turismo di lusso, forse sarebbe meglio dire super lusso, che sembra non conoscere crisi.
Secondo i dati di Virtuoso, piattaforma che mette in rete oltre 20 mila consulenti di viaggio di fascia alta, i viaggiatori spendono una media di 1.700 dollari a notte. E la cifra è aumentata del 69% rispetto all’estate del 2019, quando i viaggiatori spendevano in media 979 dollari.
Differenza tra vendite effettive e tariffe rack
“Questi numeri rappresentano le vendite effettive“, ha spiegato Misty Belles, vicepresidente di Virtuoso, facendo così una distinzione con le cosiddette “tariffe rack”, che sono i prezzi pubblicizzati o quelli con cui la struttura spera di vendere una stanza. “La nostra clientela è soprattutto americana e raffinata. Non parliamo di viaggi aziendali e neanche del mercato di massa. Fotografiamo chi realmente prenota e poi paga quelle cifre senza creare problemi”. Anche secondo Jack Ezon , co-fondatore della società di consulenza di viaggi Embark Beyond, (che si rivolge a persone con un budget ultraelevato), i prezzi degli hotel hanno continuato a salire da quando il mondo è stato riaperto dopo il Covid-19 e una sorta di “domanda senza limiti di budget” è diventata il mantra dell’industria dei viaggi. Nel 2022 i viaggiatori che si sono rivolti a Ezon hanno pagato in media 3.682 dollari a notte per l’alloggio, con un aumento del 56% rispetto all’anno precedente, e hanno speso più di 32 mila dollari a viaggio.
Gli aumenti europei superiori a quelli Usa
E il discorso non cambia quando a snocciolare dati ci pensa la società di analisi immobiliare CoStar. La tariffa media giornaliera per gli hotel di lusso negli Stati Uniti questo luglio era di 372 dollari (+ 30% rispetto a 286 dollari nello stesso mese del 2019). Ma l’aumento in Europa è ancora più clamoroso: 625 dollari in media (+ 57% rispetto ai 397 nel 2019).
L’inflazione ha in qualche modo risparmiato i viaggiatori che scelgono le catene di massa – spiega Bloomberg – come Holiday Inn e Best Western – dove i dati di CoStar mostrano come i prezzi medi dal 2019 sono aumentati da 134 a 160 dollari (19%) negli Stati Uniti. L’aumento è però sempre più consistente in Europa: da 139 a 184 dollari (32%).
(da agenzie)
argomento: Politica | Commenta »