Aprile 22nd, 2024 Riccardo Fucile
L’EPISODIO RIGUARDA LA STESSA TRASMISSIONE “CHE SARA'”
Risponde dalla Sicilia, Nadia Terranova. “Sto in macchina, sto
andando a fare una presentazione in una scuola. In questo momento non me la sento di parlare, sono abbastanza scossa. E non voglio farne una questione personale, non mi interessa”.
In un’intervista al Manifesto, nelle scorse ore, la scrittrice ha rivelato un precedente del caso Scurati che l’ha riguardata personalmente: nello scorso marzo, in occasione delle cariche della polizia agli studenti a Pisa per il corteo pro Palestina, aveva scritto un testo per la stessa trasmissione, Che sarà condotta da Serena Bortone su Rai tre, ora al centro delle cronache. Il testo non è mai andato in onda.
“La redazione mi aveva invitata a scrivere un monologo, che io stessa avrei dovuto leggere – ha spiegato Terranova – l’ho fatto, ma il testo non è stato reputato adatto alla puntata”.
Dice di essere rimasta “stupita quando mi è stato chiesto di cambiare il mio monologo”. Allo stupore (“A me sembra che quasi ci si aspetti una forma di autocensura”, riflette la scrittrice) si deve essere sommato, in queste ore, uno sconcerto sempre più forte e forse un timore, dopo ciò che sta accadendo al collega Antonio Scurati, finito al centro di un caso mediatico dopo che la sua partecipazione a “Che sarà” con un testo sul 25 aprile è stata cancellata all’ultimo momento.
La conduttrice della trasmissione, Serena Bortone, ha poi letto il testo di Scurati in onda. Partecipando nel fine settimana al nostro festival Repubblica delle Idee a Napoli, Antonio Scurati ha dichiarato di sentirsi “un bersaglio”, dopo essere stato citato da Giorgia Meloni in un tweet, e ha aggiunto di aver ricevuto già minacce e atti intimidatori in passato.
Nel numero della Rivista K che esce il prossimo 26 aprile, in un editoriale che si intitola Nessuno vuole il potere, così scrive Nadia Terranova: “Quanto a me, proprio nelle settimane in cui ricevevo i racconti per K, ne ho avuto uno: una trasmissione televisiva mi ha chiamata invitandomi a scrivere e recitare un monologo, ma dopo aver inviato il testo sono stata contattata dalla redazione che mi ha informata che avrei dovuto modificarlo secondo precise indicazioni. Mi sono rifiutata. Era un testo sul potere. Contro il potere. Ho rinunciato alla puntata, e ho tenuto il testo originale che ha poi avuto altre destinazioni. Siamo sempre ingranaggi, ma possiamo quasi sempre sottrarci: il quasi apre uno spazio e ne chiude un altro. Stavolta ero in uno spazio aperto. Uno spazio dal quale mi è stato impedito di marciare sulla testa dei sovrani da un palco, e io me ne sono presa un altro, anzi me lo sono costruita apposta – trasformando senza troppe chiacchiere quel divieto, con una sparizione e un’esplosione, nel senso di un altro racconto”.
(da La Repubblica)
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Aprile 22nd, 2024 Riccardo Fucile
E ROSELLA PASTORINO RIVELA: “CENSURATE IN RAI ANCHE NADIA TERRANOVA E JENNIFER GUERRA”
«Intorno al monologo di Scurati sul 25 aprile, cancellato dalla Rai, abbiamo ritrovato un senso di collegialità, da cittadini non solo da colleghi scrittori perché con questa censura che riguarda la Storia del nostro paese, si è passato il segno”.
Il Premio Strega Helena Janeczek insieme con Rosella Postorino e Ippolita di Majo dà la sua solidarietà allo scrittore di origini napoletane censurato dal servizio pubblico dopo l’intervento della premier Meloni. Le tre autrici sono le protagoniste alla Repubblica delle Idee, alla Cappella Palatina a Palazzo Reale, dell’incontro “I fili della storia nella letteratura”, condotto da Laura Pertici.
E durante il talk si parla di altre due scrittrici censurate da “TeleMeloni”: Nadia Terranova e Jennifer Guerra.
Janeczek e Postorino hanno aderito alla lettura collettiva del monologo di Scurati cancellato, lanciata da Nicola Lagioia. L’ombra del fascismo, le sue conseguenze, i microcosmi delle singole esistenze che riannodano i fili della Storia, la conversazione è attraversata dai grandi temi di attualità che dal passato interrogano e scuotono ancora il nostro presente. «Con il caso di Scurati – dice Rosella Postorino, Premio Campiello con “Le assaggiatrici”, che ha parlato del suo libro secondo allo Strega “Mi limitavo ad amare te” – abbiamo scoperto che ci sono stati altri due censurati in Rai di cui non si è parlato. E’ incontrovertibile che non si nomini la parola fascismo, come se si dicesse che è opinabile essere contro l’omicidio. La nostra Repubblica nasce sull’antifascismo, come l’Europa fondata sul manifesto di Ventotene».
Postorino fa riferimento ad altre due scrittrici censurate da “TeleMeloni” nel programma di Serena Bortone “Che Sarà”: il caso di Nadia Terranova censurata per un testo sulle manganellate dei poliziotti agli studenti al corteo Pro Palestina e quello di Jennifer Guerra che parlava di politiche antiabortiste del governo Meloni.
Helena Janeczek: «Anche quando siamo immersi nella guerra, cerchiamo di raccontare la normalità dell’esistenza, è questo che mi interessava fare con il mio libro “Il tempo degli imprevisti”, questo libro ha qualcosa di sinfonico ed è il disastro innestato dalla prima guerra mondiale. Che poi genera il fascismo. Esistono vittime, signore e signori, che non sono pure».
Anche nel libro di Goliarda Sapienza “Il filo di mezzogiorno. Versione teatrale di Ippolita di Majo”, la sceneggiatrice e storica dell’arte napoletana, cosceneggiatrice con il marito regista Mario Martone, tra gli altri dei film “Il giovane favoloso”, “Capri- Revolution” e “Nostalgia”, da riferimento al fascismo, la Grande storia, spesso orribile, entra nella vita di Goliarda, autrice riscoperta postuma grazie al marito Angelo Pellegrino. Il quale ha fatto pubblicare il suo “L’arte della gioia”, l’opera più famosa della donna che, dopo un tentativo di suicidio, conosce il dramma del manicomio e dell’elettroshock.
«Il padre non manda a scuola Goliarda – racconta Ippolita di Majo – per proteggerla dal fascismo, lei poi perderà la memoria dopo gli elettroshock, le servirà la terapia, ma è un vegetale e, in maniera non ortodossa, lo psicoterapeuta andrà a casa, la aiuterà e ritroverà la memoria. Quella stessa psicanalisi osteggiata proprio dal fascismo la salverà, insieme al primo compagno Citto Maselli».
Di Majo e Martone hanno portato a teatro il secondo libro di Sapienza, “Il filo di mezzogiorno”, interpretato da Donatella Finocchiaro. Raccontare la Storia è necessario perché, anche come dimostra il caso Scurati, si ripete, ne è convinta Postorino per la quale esiste un solo tipo di romanzo, quello storico. «Non esistono romanzi non storici – spiega – Se racconti gli esseri umani racconti la Storia». Laura Pertici osserva e la memoria può servire però anche per sfuggire all’uguale, può creare anticorpi, affinché le brutture della Storia non si ripetano. «Se parliamo di guerre ancora nei romanzi, lo dicevo anche ai ragazzi delle scuole dove sto presentando il libro, è perché sono ancora lì, la guerra in Ucraina assomiglia molto a quella dei Balcani». La dignità delle vite umane purtroppo è sempre, in quale qualche modo, negoziabile».
(da La Repubblica)
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