BRUXELLES BOCCIA REDDITO E QUOTA 100
“INVESTIMENTI FERMI E DEBITO IN AUMENTO”: LE ANTICIPAZIONI SUL REPORT DELLA COMMISSIONE UE
La Commissione europea domani dovrebbe mettere l’Italia sotto monitoraggio per i suoi squilibri macroeconomici eccessivi, adottando un “rapporto paese” particolarmente critico delle misure contenute nella manovra del governo.
Lo apprende l’AGI alla vigilia della discussione nel collegio dei commissari.
Secondo la Commissione, non solo c’è stato uno “stallo” sulle riforme, ma anche una retromarcia rispetto a quanto approvato in passato.
“Quota 100” avrebbe un impatto negativo sulla sostenibilità dei conti pubblici. L’efficacia del reddito di cittadinanza sarebbe messa in dubbio dall’impreparazione dei centri per l’impiego. Secondo il Country Report (Rapporto paese) sull’Italia, gli squilibri macro-economici potrebbero “peggiorare”, in particolare con il rischio di un aumento del debito pubblico che si somma alle debolezze strutturali dell’economia.
Per il momento il contagio dell’aumento degli spread è stato limitato, ma la Commissione teme che un deterioramento dei fondamentali macro-finanziari dell’Italia possa creare rischi di conseguenze negative per altri Stati membri. Tuttavia l’esecutivo comunitario dovrebbe limitarsi a mettere sotto monitoraggio l’Italia senza aprire una procedura per correggere gli squilibri macro-economici eccessivi.
L’Italia è sempre stata sotto monitoraggio da quando nel 2012 è stata introdotta la valutazione degli squilibri macro-economici. La procedura per squilibri eccessivi, che finora non è mai stata utilizzata per nessun paese, prevede che la Commissione possa chiedere al governo un piano d’azione correttiva che dettagli le misure per correggere gli squilibri e il calendario per la messa in opera.
Il Country Report contiene un giudizio qualitativo delle misure adottate dal governo e una valutazione complessiva della situazione economica dell’Italia.
La misura della manovra più criticata dovrebbe essere “quota 100” che – agli occhi della Commissione – rappresenta una marcia indietro sulle riforme del passato ed è destinata a aumentare in modo significativo la spesa pensionistica nei prossimi anni.
L’esecutivo comunitario ritiene che “quota 100” metta in pericolo la sostenibilità di lungo periodo delle finanze pubbliche e possa avere conseguenze negative per la crescita potenziale perchè riduce la popolazione in età da lavoro.
Quanto al reddito di cittadinanza, la Commissione ritiene che i centri per l’impiego non siano adeguatamente equipaggiati per mettere in pratica la riforma con effetti positivi per le politiche attive sul lavoro. Inoltre, il lavoro nero rimane una sfida per l’Italia. Sulla manovra, la Commissione dovrebbe anche criticare l’aumento del carico fiscale sulle imprese e il pericolo di condoni, mentre gli obiettivi di privatizzazioni annunciati dal governo sono considerati poco realistici.
Inoltre, l’esecutivo comunitario non ha registrato progressi significativi sulla riforma del catasto, sulle tax expenditures (esenzioni e deduzioni fiscali) e sulla tassazione degli immobili. Quanto al settore bancario, la Commissione dovrebbe sottolineare le pressioni sulle banche dovute all’aumento degli spread, che ha avuto un impatto negativo sui livelli di capitalizzazione e le capacità di finanziamento.
L’esecutivo comunitario ritiene che rimangano sacche di vulnerabilità , in particolare tra le banche medie e piccole.
Tra le altre critiche avanzate all’Italia dovrebbe esserci il basso livello di assorbimento dei fondi Ue e le restrizioni sulla concorrenza in particolare nel settore del commercio con l’ipotesi di chiusura domenicale. Nel Country Report, la Commissione dovrebbe indicare in quali settori è richiesta azione da parte del governo come la revisione dei valori catastali, la razionalizzazione delle tax expenditures, la riduzione della spesa pensionistica nella spesa pubblica, la riforma del processo penale e del sistema di appello e la rimozione di barriere alla concorrenza. Il Country Report dovrebbe essere la base per il governo per preparare il programma nazionale di riforme (Pnf) e il programma di stabilità (il documento di economia e finanza o Def), su cui la Commissione si esprimerà in primavera.
Fuest (Ifo): “Con debito fuori controllo, aiuti Ue e cambio di governo”.
“Se l’Italia avesse difficoltà a rifinanziare il suo debito pubblico, allora a livello Ue si dovrebbe trovare una “qualche maniera per andare avanti”, cosa che comporterebbe una “qualche forma di sostegno” e “un cambiamento di governo” in Italia. Lo dice il presidente dell’Ifo Clemens Fuest, uno degli economisti più ascoltati in Germania, incontrando la stampa a Bruxelles.
“Abbiamo visto relativamente poco contagio finora – afferma Fuest, rispondendo ad una domanda – ma le reazioni dei mercati dei capitali sono state per lo più concentrate sull’Italia. Naturalmente, se succede qualcosa, se l’Italia ha delle difficoltà a rifinanziare il suo debito, penso che ci sarà una discussione su come questa cosa può essere affrontata insieme. Semplicemente perchè l’Italia è troppo grande per fallire”.
“Naturalmente – continua – ci saranno enormi resistenze politiche contro qualsiasi forma di sostegno, nei Paesi nordici, semplicemente perchè c’è la percezione che questa crisi, se arriva, sarà causata dal governo italiano. Non è venuta da fuori, ma provocata. Ma l’Italia è un Paese molto grande e molto importante e ci sarà una qualche maniera di andare avanti, cosa che comporterà anche direi una qualche forma di sostegno e probabilmente anche un cambiamento del governo italiano. E’ uno scenario probabile”, nel caso si dovessero verificare difficoltà di rifinanziamento del debito.
“Senza un cambiamento” di governo, “naturalmente – ha aggiunto Fuest – in qualche modo potrebbe esserci una ripetizione della vicenda greca. Il governo greco aveva l’idea di finirla con le politiche di austerità e tutti i suoi vincoli, ma un Paese che fa così non verrebbe salvato”. “In quel caso, persino l’Italia dovrebbe introdurre probabilmente una nuova moneta o affrontare perlomeno una ristrutturazione del suo debito”, ha concluso Fuest.
(da “Huffingtonpost”)
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