DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’
UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI… A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA) – L’ULTIMA SPERANZA DI CALTARICCONE: ESSENDO MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS, A DECIDERE LA DEROGA DAL ‘’PASSIVITY RULE’’ SARÀ L’ASSEMBLEA: SE IN FORMA ORDINARIA (A MAGGIORANZA), CALTAPERDE; SE STRAORDINARIA (CON I DUE TERZI DEL CAPITALE PRESENTE), CALTAVINCE
Da questa mattina Caltagirone ha i sudori freddi: se la mossa di Nagel andrà a dama, i suoi tentativi di scalare Generali rischiano il terzo flop (questo sarebbe il più clamoroso perché esplicitamente sostenuto dal Governo Meloni).
Infatti, una volta conquistata una Mediobanca deprivata del suo “tesoretto” di Generali, che ci fa, la birra? L’82enne imprenditore-editore romano avrà buttato un pacco di miliardi per restare sempre fuori dal “Forziere d’Italia’’.
Cedendo la propria partecipazione nel Leone di Trieste (13,04%), valutata 6,3 miliardi, in cambio della controllata della compagnia assicurativa, Banca Generali, Philippe Donnet ha finalmente capito che doveva dare una mano ad Alberto Nagel. (In passato, il Ceo di Generali sbarrò i tentativi di Mediobanca di acquisire la banca. E stamattina l’ha ricordato in conferenza stampa lo stesso Nagel).
Del resto, a Donnet non restava altra via di salvezza: una volta espugnato l’istituto di Piazzetta Cuccia da parte dei “caltagironesi” di Palazzo Chigi, con il cavallo di Troia di Mps, la vittoria di venerdì 24 aprile all’assembra di Generali potrebbe trasformarsi in polvere nel giro di pochi mesi.
L’operazione Nagel-Donnet, tecnicamente impeccabile, pone però due interrogativi. Primo: essendo Mediobanca sotto Ops di Mps, l’operazione Banca Generali è subordinata all’approvazione dell’assemblea per l’autorizzazione alla deroga del ‘’passivity rule’’, la regola che impedisce “iniziative difensive” per ostacolare scalate esterne.
A decidere la deroga sarà l’assemblea di Piazzetta Cuccia in forma ordinaria (a maggioranza) o straordinaria (che richiede i due terzi del capitale presente)?
Con la straordinaria, per Calta & Milleri sarebbe un gioco aggiungere un 3% al loro “pacchetto” del 27% e bloccare la mossa di Nagel.
Indiscrezioni milanesi sostengono che sarà sufficiente un’assemblea ordinaria poiché non ci troviamo di fronte a un aumento di capitale o modifiche allo statuto.
L’altro interrogativo non preoccupa Nagel&Donnet più di tanto: l’Ivass, l’istituto che vigila sul mercato assicurativo, non avrà nulla da eccepire al fatto che Generali aumenti considerevolmente le azioni proprie detenute?
Ed oggi è un giorno importante per il risikone bancario anche perchè vede la conferma di Carlo Messina a supremo capoccione di Intesa Sanpaolo, la prima banca italiana minacciata dal diabolico Andrea Orcel di Unicredit. Il risiko continua…
( da Dagoreport)
Leave a Reply