GLI ESCLUSI ECCELLENTI DALLE CARICHE DI SOTTOSEGRETARI
CARELLI, MARTINA, TRENTA, FIANO, LEZZI, D’UVA: LA LUNGA LISTA DI BIG RIMASTI FUORI DAL GOVERNO
Emilio Carelli, Maurizio Martina, Elisabetta Trenta, Deborah Serracchiani, Barbara Lezzi, Walter Verini, Francesco D’Uva, Emanuele Fiano, Luca Carabetta.
Sarebbe potuta essere una lista credibile di viceministri e sottosegretari, è quella degli esclusi eccellenti dal governo fra i nomi che sono girati con più insistenza nelle ultime ore.
Un Consiglio dei ministri lampo ha ratificato il listone dei 42 nominati che lunedì giureranno a Palazzo Chigi. Una sostanziale parità fra Movimento 5 stelle, come già era successo nella squadra dei ministri: 20 sottosegretari (di cui 6 viceministri) tra gli uomini di Luigi Di Maio, 18 (4 i vice) tra quelli di Nicola Zingaretti. E tanto basta a far cantare vittoria al Pd, con fonti vicine al segretario che parlano di “un successo questo equilibrio nonostante la metà di deputati e senatori”.
In attesa della definizione delle deleghe, andando a misurare la situazione con il bilancino in effetti il Nazareno può ritenersi soddisfatto.
Non c’è la divisione delle deleghe di Editoria e Telecomunicazioni, che finiscono entrambe in casa Dem, la prima all’orlandiano Andrea Martella, la seconda allo zingarettiano Gian Paolo Manzella.
Non passa la richiesta di un viceministro unico pentastellato al Tesoro, nonostante il ministro sia dopo anni un politico come Roberto Gualtieri. Laura Castelli, riconfermata dopo un lungo braccio di ferro, condividerà il ruolo con Antonio Misiani.
Nessuna compensazione nemmeno fra i sottosegretari. Ad Alessio Villarosa si affiancherà Pierpaolo Baretta, squadra che fa pensare a una contesa della delega sulle banche, fino ad oggi appannaggio del pentastellato ma che Baretta ha tenuto saldamente in mano nel corso della scorsa legislatura.
Il terzo nome, di cui molto si era parlato, finisce in quota Leu, con Cecilia Guerra, uno dei due sottosegretari spuntati dalla sinistra insieme a Giuseppe De Cristofaro all’Istruzione.
Al netto delle Tlc, i 5 stelle blindano lo Sviluppo economico. Il ministero ereditato da Stefano Patuanelli avrà un viceministro molto pesante come Stefano Buffagni, accreditato di raccogliere le deleghe sull’Energia.
Mirella Liuzzi, da sempre esperta del campo telecomunicazioni, avrà il compito di marcare Manzella, in una squadra completata da Alessandra Todde (M5s) e Alessia Morani (Pd).
Quest’ultima è una dei 5 renziani in squadra (con Dario Nardella, sindaco di Firenze, furioso per l’esclusione dei toscani). Oltre a lei Anna Ascani diventa viceministro dell’Istruzione, Ivan Scalfarotto sottosegretario agli Esteri, Simona Malpezzi ai Rapporti con il Parlamento, Salvatore Margiotta alle Infrastrutture e Lorenza Bonaccorsi alla Cultura, dove prenderà le redini del Turismo.
La cooptazione di quest’ultima, insieme a quella di Manzella, apre un fronte in Regione Lazio. Entrambi facevano parte della giunta Zingaretti, e il presidente potrebbe decidere di sostituire gli uscenti proponendo nomi vicini al mondo del Movimento 5 stelle, se non addirittura direttamente a esponenti pentastellati, facendo un primo, concreto passo in direzione di quell’apertura, pur al momento respinta, annunciata ieri.
Rigidità , quella dei 5 stelle, che nel tempo potrebbe venire meno, come è venuto meno un altro dei capisaldi storici del grillismo.
La nomina di Giancarlo Cancelleri viceministro al Mit costringerà il colonnello siciliano di Luigi Di Maio o a venir meno all’impegno storico dei pentastellati di portare a termine il mandato elettivo, o a infrangere la regola del divieto di cumulo degli incarichi.
Uno degli aspetti più criticati internamente in queste ore nelle chat dei pentastellati, insieme a quella della mancata discontinuità .
“Emanuela Del Re, Di Stefano, Crimi, Sibilia, Ferraresi, Tofalo, Castelli, Villarosa. Quasi la metà della squadra è composta dagli uscenti”, spiega un parlamentare di peso. “E poi che facciamo? Ci mettiamo anche noi a premiare i trombati come tutti?”.
Ogni riferimento a Laura Agea, eurodeputata non rieletta e neo sottosegretaria agli Affari europei, è puramente voluto.
(da “Huffingtonpost”)
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