IL 2019 SI E’ CONCLUSO CON L’AUMENTO DEI PRECARI E IL CALO DEI POSTI FISSI
75.000 OCCUPATI IN MENO, APPENA 17.000 CONTRATTI A TERMINE IN PIU’… IL FALLIMENTO DELLE MISURE LEGA-M5S
Quando si parla di disoccupazione, da un anno a questa parte, non si può che fare i conti con il decreto dignità siglato dal governo Conte-1 e su cui il Movimento 5 Stelle ci ha messo timbro (insieme alla Lega) e faccia (attraverso proclami social).
Dopo un periodo in cui la situazione occupazionale sembrava puntare verso un miglioramento, ecco arrivare la mannaia del dicembre nero che svilisce tutte le aspettative e quei post Facebook in cui si annunciava il cambio di marcia: aumenta il lavoro precario e diminuiscono i posti fissi.
L’anno bellissimo, quello che doveva essere il 2019 — così come annunciato da Giuseppe Conte all’epoca della sua prima esperienza a Palazzo Chigi — si è chiuso, quindi, non benissimo.
I dati Istat, infatti, mostrano un calo degli occupati che si sintetizzano in un numero negativo: -75mila unità .
Questo dato viene leggermente addolcito da quei 17mila cittadini che hanno ottenuto un contratto a termine. Cifre che, sommate al mare magnum generale, indica 3 milioni e 123mila dipendendi con contratto a tempo determinato. Numeri da record in Italia.
Calano i lavoratori indipendenti — liberi professionisti e autonomi -, toccando il punto più basso dal 1977 (anno in cui sono iniziate le rilevazioni da parte dell’Istituto di Statistica.
Ma il dato che porta la situazione a non essere affatto positiva è quello del lavoro precario. I numeri, parlano chiaro e mostrano come i posti fissi in Italia, almeno nel mese di dicembre, siano in calo rispetto alle precedenti rilevazioni.
Il tasso di occupazione è in leggero calo, ma sostanzialmente stabile, così come quello che riguarda la disoccupazione giovanile. A preoccupare, però, è la scelta dei contratti che vengono offerti ai lavoratori: sempre più precari, sempre meno con la possibilità di guardare al futuro con sicurezza.
(da agenzie)
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