IMMIGRATO FINISCE IN MANETTE PER VIOLENZA SESSUALE, MA ERA INNOCENTE
UN 30 ENNE CINGALESE ERA STATO ARRESTATO CON L’ACCUSA DI AVER ABUSATO DI UNA RAGAZZINA SCAPPATA DA UNA COMUNITA’
Era finito in manette con l’accusa di violenza sessuale. Violenza che però, non aveva mai commesso.
Questa la disavventura capitata a un 30enne immigrato cingalese, arrestato lo scorso 29 agosto a Milano dopo che una 14enne scappata da una comunità l’aveva accusato di aver abusato di lei. A ricostruire la vicenda è il Corriere della Sera:
“Scappata per la ventesima volta da una comunità , la ragazza racconta alla madre adottiva di essere stata abusata da uno di tre giovani conosciuti sul bus. Quando però gli atti arrivano in Procura, il pm Francesco Cajani in tre ore dispone che la Squadra mobile svolga l’audizione protetta della ragazza”
È qui, dopo un lungo colloquio la psicologa, che viene fuori la verità :
“Emerge che davvero la ragazza, che sembra molto più grande (come subito detto dal cingalese), gli si era descritta 18enne; che insieme avevano bevuto solo una birra a testa, e che lui non sapeva degli psicofarmaci di lei (quindi nessuno sfruttamento di stati di inferiorità ); che dopo il rapporto lei aveva chiesto a lui il numero di telefono per risentirsi, e lui gliel’aveva dato; e, soprattutto, che a irritarla era poi stato che lui, diversamente da quanto dettole, aveva moglie.
«Risulta evidente» – scrive allora il pm – che l’arresto «è avvenuto fuori dai casi previsti dalla legge».
E così, al posto ella convalida dell’arresto, il pm Francesco Cajani ha ordinato la scarcerazione dell’uomo.
(da “Huffingtonpost”)
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