PER IL BUSINESS SI FA TUTTO, ANCHE TRASFORMARE NEW YORK IN LAS VEGAS
IL CUORE DELLA “GRANDE MELA”, TIMES SQUARE, POTREBBE OSPITARE UN CASINÒ: MANHATTAN È UNA DESTINAZIONE DA SOGNO PER I GESTORI DI CASE DA GIOCO,,, L’ASSOCIAZIONE CHE RACCOGLIE I 700 TEATRI DI BROADWAY SI È OPPOSTA
Mercato di cavalli a cielo aperto a fine Ottocento, nel Novecento crocevia e cuore del quartiere dei teatri e dei cinema art déco fino alla decadenza degli anni Settanta e Ottanta quando diventò ricettacolo di teatrini equivoci, prostituzione, spaccio.
Times Square è New York, cuore della Midtown di Manhattan e uno dei «brand» più famosi della città. Dagli anni Novanta del secolo scorso è stata trasformata – in nome del business, con la scusa della sicurezza – in meta turistica per famiglie con grandi negozi e catene di ristoranti, e una grande sezione è stata pedonalizzata (attirando varia umanità).
Oggi è più sicura, abbastanza anonima, relativamente più pulita. Il caos sordido immortalato in Taxi Driver è poco rimpianto dai newyorchesi (ai quali manca però la New York più creativa e molto meno cara di quei tempi). Ma che Manhattan diventi Las Vegas fa impressione: mancava un casinò, a Times Square, ma le cose potrebbero presto cambiare (come sempre in nome del business).
Ci sono in ballo tre nuove licenze per casinò concesse dallo Stato di New York, e Manhattan è una destinazione da sogno per i gestori di case da gioco: la SL Green Realty Corporation e la società di gioco d’azzardo Caesars Entertainment hanno immediatamente messo gli occhi su Times Square, dove i turisti abbondano e, come avrebbe detto, secondo la leggenda, il genio del circo P.T. Barnum, «di polli da spennare ne nasce uno al minuto». La location è pronta: 1515 Broadway, dove c’è il teatro Minskoff, che attualmente ospita il musical Disney The Lion King .
Gli investitori presentano il progetto come «un’opportunità unica per consolidare ancora una volta Times Square come la più grande area di intrattenimento del mondo»: oltre al casinò lo spazio includerebbe anche ristoranti, un hotel e un centro benessere. Hanno promesso massicci investimenti non ancora resi pubblici nella sicurezza e nelle infrastrutture un po’ traballanti (la fermata del metrò è decisamente fané ): così SL Green e Caesars cercano il sostegno delle imprese locali per ottenere la licenza, ma la potente Broadway League – l’associazione che raccoglie i 700 teatri di Broadway – si è opposta.
In un’email pubblicata dal New York Times , la Broadway League scrive: «L’aggiunta di un casinò travolgerebbe un’area già congestionata e metterebbe a repentaglio l’intero quartiere la cui esistenza dipende dal successo di Broadway. Broadway è una risorsa fondamentale per il turismo e metterne a rischio la stabilità sarebbe dannoso per tutta la città». La Actors’ equity association, sindacato degli attori teatrali, è invece a favore, sposando la linea del «più sicurezza e più business» sostenuta da SL Green e Caesars, ma il no della Broadway League pare al momento insormontabile.
(da Corriere della Sera)
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