Marzo 9th, 2010 Riccardo Fucile
HA SUBITO GLI ATTACCHI DI FELTRI, L’HANNO ACCUSATA DI ESSERE TROPPO DI SINISTRA E INDIPENDENTE…LE HANNO INCASINATO PERSINO LA CONSEGNA DELLE LISTE, MA E’ SEMPRE A UN ALITO DI VENTO DA EMMA…UNA VITTORIA DEL LABORATORIO FINI-CASINI SAREBBE LA FINE DELL’IMPERO DI FORZA ITALIA
La telenovela della lista del Pdl in Lazio continua a tenere banco: ieri il Tar ha bocciato il decreto e ha tenuto fuori la lista, oggi forse sarà riammessa dal tribunale la seconda lista presentata,o forse no.
In ogni caso vi saranno i controricorsi e la triste vicenda pare destinata ad allietare le serate degli italiani davanti al Tg ancora a lungo.
Segnaliamo, per onor di cronaca, solo lo stupore con cui il premier ieri sera ha accolto la notizia che il Tar aveva respinto il ricorso del Pdl: “Ma perchè non mi avete raccontato nulla? Mi avete nascosto qualcosa? Qualcuno ha manomesso le candidature?”, rivolto al suo entourage.
Di fronte alla ricostruzione dei giudici e al rapporto dei carabinieri è emerso infatti, al di là della costituzionalità o meno del decreto “interpretativo”, che all’ora di scadenza per la presentazione delle liste, le forze dell’ordine hanno verificato che i delegati in attesa erano quattro e tra essi non vi era traccia di quelli del Pdl, intenti a mangiarsi un panino o a sostituire qualche nome della lista.
Ci stupisce lo stupore di Berlusconi: prima di accusare i giudici e le forze dell’ordine per aver respinto i delegati del partito, possibile che non gli sia venuto in mente di fare quello che avrebbe fatto chiunque al suo posto? Ovvero chiedere ai responsabili delle forze dell’ordine un rapporto su come erano davvero andate le cose: avrebbe avuto subito il quadro che invece ha avuto solo ieri, fidandosi prima dele versioni di qualche apprendista stregone della sua corte dei miracolati.
Ieri invece, di fronte a imbecilli che hanno lasciato incustoditi i plichi con le liste per due ore, poi li hanno nuivamente ripresi alle 17, salvo poi riportarli alle 19.30, è sbottato: “Ma se abbiamo torto, alla fine che figura ci facciamo?”.
Ma se l’avevano capito quasi tutti gli italiani che avevate torto, ci voleva tanto a capirlo a Palazzo Grazioli, invece che fare tutto questo casino peggiorando ancora di più la situazione?
Avreste evitato di legiferare con un decreto in materia di competenza regionale per vedersi dare ancora torto, per delle liste che entravano e uscivano dal tribunale come fosse il Colosseo. Continua »
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Marzo 9th, 2010 Riccardo Fucile
AVREBBE INCASSATO VENTIMILA EURO DAI PARTITI IN LIGURIA CEDENDO SETTEMILA SOTTOSCRIZIONI… GLI ELENCHI SONO RICAVATI DA BANCHE DATE DI GESTORI TELEFONICI E UFFICI PUBBLICI…MOLTI NOMINATIVI PROVENGONO DALLE PIU’ SVARIATE RACCOLTA FIRME DI QUARTIERE E POI RIUTILIZZATE
La rivelazione è stata raccolta dal “Secolo XIX”, il maggiore quotidiano ligure: un “professionista” denuncia di aver venduto, in occasione di questa tornata elettorale, ben 7.000 firme per la presentazione delle liste a partiti in difficoltà nel raccoglierle.
Andrea Pescino, esperto in materia e già rinviato a giudizio nel 2005 per uno scandalo analogo a Imperia, in relazione a firme raccolte e smistate, personaggio controverso che ha però anche fatto decollare inchieste come quella sulla spartizione dei fondi comunitari in Regione o sequestrare discariche pericolose in riviera, ha rilasciato stamane una pesante intervista al Secolo XIX , rivelando fatti che, se fossero confermati, metterebbero in pericolo la validità delle prossime elezioni regionali in Liguria.
Non a caso sarà ascoltato oggi dalla Digos.
In pratica Pescino ha rivelato di aver venduto e consegnato dati anagrafici per produrre firme false, definendo tale operazione “una regola ormai invalsa da tutte le parti, quasi una professione”.
Dove si ha a che fare pure con altri concorrenti, ciascuno con le proprie firme taroccate e i propri prezzi di vendita.
Il Pescino ne avrebbe vendute 7.000, 4.000 al centrosinistra e 3.000 al centrodestra, ricavando un cifra di circa 20/25.000 euro: “c’è una legge di mercato che governa queste cose, ci sono persone che fanno la “professione” di candidati e compiono investimenti per poi ricavarne benefici”. L’esperto sottolinea al “Secolo XIX” che “l’esborso aumenta man mano che ci si avvicina al momento della presentazione delle liste” e poi spiega come ci si procuri i dati degli elettori: “Non è difficile, vi sono banche dati che conservano gli elementi fondamentali per una firma, come i gestori di compagnie telefoniche o gli impiegati di uffici pubblici”. Continua »
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Marzo 9th, 2010 Riccardo Fucile
SOLO IL 20% PENSA SIANO MIGLIORI…iL 45% OGGI GIUDICA POSITIVAMENTE LA DC, IL 35% IL PCI, IL 32% IL PSI… COSTANTE CRESCITA NEGLI ULTIMI 5 ANNI: SONO PIU’ APPREZZATI OGGI DI UN TEMPO…PIU’ CHE PER MERITO LORO, PER DEMERITO DI QUELLI ATTUALI
Citiamo subito la fonte, per evitare che qualcuno pensi siano dati inventati: si tratta dell’Atlante politico di Demos, febbraio 2010, quindi ricerca seria e dati recentissimi.
Non che la sensazione non fosse nell’aria, ma le percentuali indubbiamente possono stupire i non addetti ai lavori.
Dopo gli anni di Tangentopoli, gli scandali, le condanne, le monetine, i processi e tutto quanto ne seguì, con la nascita di nuove forze politiche e il de profundis per quelle che avevano governato 50 anni il nostro Paese, sentirsi rispondere dagli italiani che erano meglio i partiti di allora che quelli attuali induce a riflettere.
Alla domanda “quanta fiducia avete nel partiti attuali?”, solo il 7,8% degli italiani risponde positivamente.
Peggio delle banche e della borsa, è detto tutto.
Si tratta peraltro del dato più basso degli ultimi dieci anni.
Rispetto al periodo della prima Repubblica, cioè prima del 1993 e di tangentopoli, i partiti sono migliori o peggiori?
Risponde “peggiori” il 45,3% degli italiani, “migliori” il 20,3%, “uguali” il 23,4%, non risponde l’11%.
I partiti attuali sono accumunati in un giudizio senza appello, tanto deprecabili da far assolvere quelli passati, ed è detto tutto.
Passiamo alla rivalutazione dei partiti della Prima Repubblica che appare piuttosto estesa, a destra come a sinistra.
Il 45% degli italiani oggi giudica positivamente la Democrazia Cristiana, il 35% il Partito comunista, il 32% il Partito socialista.
Un apprezzamento che si è rafforzato sensibilmente negli ultimi 5 anni: di circa 9 punti verso la Dc e il Psi, di circa 4 verso il Pci.
Si arriva al paradosso che sono più apprezzati oggi che quando esistevano veramente. Continua »
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