Marzo 10th, 2010 Riccardo Fucile
IERI IL TRIBUNALE HA VERIFICATO CHE DENTRO LA FAMOSA SCATOLA “VI ERA ESCLUSIVAMENTE L’ELENCO DEI SOTTOSCRITTORI E I RELATIVI CERTIFICATI ELETTORALI”…CHI SI E’ CERCATO DI FAR FUORI DALLA LISTA?…IN PIAZZA, IL POPOLO DEL PDL DOVREBBE ANDARCI, MA PER CONTESTARE LA GESTIONE MONOCRATICA DEL PARTITO E LO SCANDALO LAZIO…
Ieri pomeriggio Silvio Berlusconi ha dichiarato: “Non faccio più da parafulmine agli errori degli altri”, a proposito della vicenda della presentazione della lista del partito nel Lazio.
E si è dimostrato stupito di fronte all’ennesima bocciatura della lista da parte dell’ufficio circoscrizionale elettorale presso il tribunale di Roma: “Ma come, abbiamo fatto il decreto per nulla? Abbiamo sbagliato a insistere su questa partita, era persa in partenza”.
Prima di prendersela con il prossimo, forse il premier avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio del presidente dela Camera, Gianfranco Fini, che lo aveva avvertito: “Non è il caso di forzare la mano, la nostra gente non capisce queste cose”.
E alla fine si è fatta la figura dei pifferi di montagna, quelli andati per suonare e che sono tornati suonati.
Ma invece che prendere atto e chiedere scusa ai propri elettori, come suggerisce anche “FareFuturo”, riecco l’ennesima riedizione del “è stato un sopruso, scenderemo in piazza” e giù anatemi contro magistrati, cancelllieri, uscieri e bandoleri.
Arrivando persino al massimo dell’ironia di spacciare la foto di una povera addetta alla ricezione delle liste come seguace del Che.
Solo perchè si vede nello sfondo un quadro del ritratto di Guevara abbandonato per terra, insieme ad altri, come avviene in tutti i traslochi.
Il magistrato infatti ha replicato che non era certo suo, ma del suo predecessore che stava trasferendosi altrove.
Se questa è la “risposta politica” alla mancata presentazione della lista del Pdl, l’alternativa è solo un tuffo nel Tevere.
Al premier ci permettiamo di consigliare di leggere le motivazioni del tribunale che ieri sera ha deciso la “non ammissione della lista”.
Lettura che consigliamo anche a coloro che per fretta non hanno approfondito questo aspetto.
L’ufficio elettorale ha ieri esaminato per ben 11 ore la documentazione ripresentata dal Pdl, grazie alle nuove norme introdotte dal decreto interpretativo e sulla base di quanto contenuto nella famosa scatola che conteneva in origine il materiale da consegnare. Continua »
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Marzo 10th, 2010 Riccardo Fucile
IL SEGRETARIO REGIONALE TOSCANO GLI CONSEGNA LA TESSERA CON TUTTI GLI ONORI IL 30 MAGGIO 2009, MA IL 18 SETTEMBRE 2009 RISULTA ANCORA NEL CONSIGLIO NAZIONALE DEL NUOVO PSI… ORA SI CANDIDA A VICESINDACO DI VILLAFRANCA, MA I LEGHISTI LOCALI NON VOGLIONO CHI HA GIRATO TROPPI PARTITI
Come nei film di Peppone e Don Camillo, quando in piazza si consumavano epici scontri e cerimonie ufficiali di consegna di medaglie al merito, con gli abitanti del paese ad assistere a cotanto evento, i seguaci di Alberto di Giussano, decisi a scendere sotto la linea del Po per illustrare le sacre scritture padane anche in Toscana, consumano il rito nella centrale piazza della Repubblica, in quel di Pontremoli, il 30 maggio 2009.
Alla presenza del segretario regionale Morganti e dei quadri leghisti locali in preda a convulsioni, viene consegnata la tessera della Lega a tale Roberto Malaspina, transfugo di varie formazioni politiche, ultimo indirizzo conosciuto la parrocchia socialista.
Nonostante le proteste degli iscritti: scrive infatti Martino Squeri, commissario della Lega per l’Alta Lunigiana, che “siamo di fronte ad un assalto al treno, bisognerebbe avere maggiore cautela nell’accogliere intere formazioni provenienti da altre esperienze politiche, senza neanche indire alcuna assemblea degli iscritti per chiedere almeno il loro parere”.
Pazienza che nella Lega non vi sia democrazia interna, ma qua siamo di fronte a un evento storico, al primo caso di un leghista con doppia tessera: che sia un nuovo escamotage per aumentare i consensi sulla via tracciata anni fa dai radicali?
O di semplice ignoranza o connivenza in via Bellerio?
Eh sì, perchè sarà anche che il 30 maggio 2009 il Malaspina ritira la tessera della Lega, ma è altrettanto vero che quattro mesi dopo, ovvero il 18 settembre 2009, egli risulti addirittura sempre membro del Consiglio nazionale del Nuovo Psi (abbiamo relativa documentazione, come sempre ovvio).
Non sappiamo se ci troviamo di fronte a “un servitor di due padroni” di goldoniana memoria padana o di un furbacchiotto che vuole solo non chiudersi una porta alle spalle, ma è quanto risulta dai documenti ufficiali socialisti.
Nessuna cancellazione. Continua »
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Marzo 10th, 2010 Riccardo Fucile
NEL 2008 SI ERA VIETATO ALLE P.A. DI RICORRERE AGLI ARBITRATI IN CASO DI CONTENZIOSO NEGLI APPALTI, MA LA NORMA SLITTA DI ANNO IN ANNO…NEL PERIODO 2005-2007, UN CLUB RISTRETTO DI 23 ESPERTI: MOLTI NOMI RICORRONO NELLE INDAGINI SU BALDUCCI E COMPAGNI DI MERENDE
I nomi di molti di loro ricorrono nelle carte dell’inchiesta sugli appalti del G8 e dei Grandi Eventi: si tratta di liberi professionisti, giudici amministrativi, magistrati contabili, avvocati dello Stato.
Non si limitano però solo a questa attività , ma spesso sono chiamati a dirimere le controversie che nascono tra imprenditori che hanno vinto gli appalti e lo Stato che ha commissionato il lavoro.
In questi casi viene nominato un collegio arbitrale che deve decidere controversie da centinaia di milioni di euro di appalti pubblici.
Caratterizzati solitamenti da due aspetti: parcelle milionarie per gli “arbitri”, sentenze che danno sempre torto alle Pubbliche amministrazioni.
Non lo diciamo noi, lo sottolinea l’Autorità di Vigilanza sui lavori pubblici.
Non a caso i carabinieri dei Ros avevano messo sotto osservazione il fenomeno.
I dati rilevati riguardano 35 arbitrati nel periodo 2005-2007, nella maggior parte dei casi la stazione appaltante pubblica è l’Anas, ma anche il comune di Roma, la Regione Veneto, la Regione Calabria, la Presidenza del Consiglio, le Asl.
Tutte soccombenti, tutte condannate a risarcire imprese private e a versare rilevanti importi, anche decine di milioni di euro.
Gli “arbitri” sono come un circolo esclusivo, pare che in Italia non esistessero più di 23 esperti in grado di valutare le ragioni e i torti nei contratti di appalto. Girano sempre gli stessi nomi con parcelle milionarie. Continua »
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