Maggio 8th, 2012 Riccardo Fucile
NEL CURRICULUM NON CITA NEANCHE IL SUO PASSATO NEI VERDI…PUTTI NON E’ UN GRILLINO, SI E’ ISCRITTO DOPO ESSERE STATO CANDIDATO SINDACO….LA DENUNCIA DELLA “CASA DELLA LEGALITA'”: “BURLANDO SI E’ SCELTO SIA IL SINDACO DORIA CHE LA FINTA OPPOSIZIONE CINQUESTELLE”
Paolo Putti era già stato candidato nella lista dei “Verdi” alle passate elezioni per la vecchia Circoscrizione Val polcevera, ma si è dimenticato di indicarlo nel curriculum messo sul web.
Putti è stato inoltre nel Consiglio di Amministrazione del Consorzio Agorà dal 2004 al 2009.
Nell’Agorà avvenivano strane cose, cose che non notava (prima dal Cda e poi come lavoratore con alcune funzioni di responsabilità , cose tutte “a sua insaputa”… cose che ha invece notato la Guardia di Finanza con la Procura di Genova).
Di che si tratta?
Il Consorzio Agorà era uno dei tasselli (insieme ad altri consorzi cooperativi) di un sistema di corruzione, turbativa d’asta e clientela che unificava i fronti politici (da una parte i Burlandi e dall’altra gli Scajola), e che ha comportato la distrazione di milioni e milioni di fondi europei per il sociale, come da rapporto della Guardia di Finanza.
Non solo Paolo Putti non si è accordo di ciò che avveniva nel consorzio in cui è stato, per 5 anni, nel Consiglio di Amministrazione, ma quando abbiamo sollevato la questione, durante un dibattito con i candidati sindaco, ha risposto che gettavamo fango.
Putti non è nuovo alla politica, e per il lavoro che svolge (sempre presso il Consorzio Agorà ) è un soggetto condizionabile.
Perchè la logica è: se non sei fedele sei fuori… e lui al dibattito ha dimostrato di essere fedele e di scagliarsi contro chi osa indicare quanto emerso su quel consorzio e sul sistema di potere a cui fa riferimento.
Putti è quel portavoce del “Coordinamento No Gronda” con i partiti al proprio interno.
E’ quello che non si è opposto all’uso del logo “No Gronda” da parte di un candidato di RC alle regionali del 2010.
E’ quello che si era candidato con i Verdi e non lo dice, facendo cadere nell’oblio questo dettaglio che forse potrebbe renderlo meno “grillo dei grillini”…
Putti non è un “grillino”.
Si è iscritto al Meetup del “gruppo storico” dopo che è stato scelto come candidato sindaco. Non aveva nemmeno un sito e neppure una pagina facebook… ha aperto quest’ultima dopo che, in piena campagna elettorale, in molteplici hanno scritto in rete che il candidato “grillino” era inesistente sul web.
Per scegliere Putti come candidato sindaco, non solo non è stato coinvolto il meetup “Genova 1”, quello con oltre 1.200 iscritti, non sono stati nemmeno chiamati ad esprimersi gli iscritti al MoVimento 5 Stelle.
Quelli che, credendo al principio “uno vale uno” urlato da Beppe Grillo, che si erano iscritti sul sito di Grillo al M5S, ignorati completamente… tranne, ovviamente, quelli del “gruppo storico” facente capo alla Cappello.
Per votare Paolo Putti hanno indetto una riunione a Murta.
Niente consultazione via web, come predica Grillo in ogni dove. Solo gli invitati della cerchia potevano sapere e partecipare.
E così a scegliere il candidato del M5S a Genova, con i pochi componenti del “gruppo storico” si sono aggiunti quelli del “Coordinamento No Gronda” (quello colonizzato dai partiti) che non erano iscritti nè al M5S nè ad alcun Meetup di Grillo.
Ma guardiamo un pochino che cosa ha detto in questa campagna elettorale il Putti.
Nella prima uscita pubblica ovvero nella conferenza stampa di presentazione ha puntato molto su Scuola, Formazione e Sanità .
Peccato che su questi tre temi il Comune che si candida ad amministrare ha scarsissime se non nulle deleghe e quindi potere di intervento.
Ad una domanda su cosa si pensa di fare sulla corruzione e l’illegalità che strangola questa città non ha risposto…
Alla prima uscita in televisione, sugli schermi di Primocanale, ha portato come esempio del loro modo di intendere la politica Don Luigi Sturzo, il padre del Partito Popolare, alias Democrazia Cristiana.
Alla seconda uscita televisiva ha cambiato soggetto, e dagli schermi di Telenord, ha portato il libro dei Barbapapà …
Arriviamo al convegno organizzato da “Il Fatto Quotidiano” al teatro della Corte il 16 aprile scorso con tutti i candidati sindaco.
Al primo giro di domande, Putti non ha risposto neppure a mezza.
Al secondo giro a qualcosina, sempre molto generico e demagogico.
Come Casa della Legalità abbiamo posto alcuni semplici quesiti ai candidati sindaco, nei 4 minuti a disposizione.
Ecco una sintesi:
1) la sindaco Vincenzi ha nominato il cognato di Totò Cuffaro nel Cda dell’ Istituto Gaslini, come motivazione diede quella che è farmacista.
Chi diventa sindaco lo conferma oppure nomina qualcuno più competente per il Cda del Gaslini?
2) gli appalti ed incarichi pubblici, così come le somme urgenze, in questa città finiscono a società come quelle dei Mamone, famiglia della ‘ndrangheta secondo i Rapporti della DIA… e con un’interdizione prefettizia, a ditte interdette o di soggetti “attenzionati”.
Questi incarichi verranno revocati o no?
3) si continuerà ad adottare il sistema del massimo ribasso per assegnare gli appalti, agevolando chi ricicla, oppure si adotteranno altri criteri, già previsti dalla legge?
4) vi è un’indagine in corso della Finanza su una truffa di milioni di euro di fondi pubblici destinati al sociale, sottratti da un sistema clientelare e corrotto. Al centro di questo sistema ci sono dei consorzi cooperativi, come Agorà e Cress. Si terranno questi consorzi o li si manda a casa?
Le risposte di Putti sono state: sulla 1) silenzio assoluto; sulla 2) “non so se avrà la capacità di denunciare queste cose”; sulla 3) “sugli appalti le cose dette crede che siano giuste e importanti”; poi ha detto che queste cose è anche doveroso farle nelle istituzioni… ma non possiamo sempre ergerci a giudici, a boia, non possiamo ergerci a giuria perchè si devono dire le cose sempre esattamente” sulla 4) che ci sono cooperatori che guardano pochissimo per portare a spasso gli anziani… ed i Consorzi in quanto tali non sono stati inquisiti!
Putti gira ogni manifestazione di questa città . Ovunque ci sia uno scontento lui arriva… è in campagna elettorale ed è normale che sia così.
Ma non le hanno solo dette, le hanno anche fatte…
Nelle rassegne stampa su gran parte delle inchieste su corruzione e mafia a Genova ed in Liguria per loro era uno slalom continuo.
Il M5S di Genova, sull’onda dello scontento, incasserà anche a Genova un bel po’ di voti… Ma noi queste cose le dobbiamo raccontare… soprattutto perchè ci pare proprio che in questo M5S genovese si confermi una pesante anomalia… che Grillo avalla ed approva.
Come facciamo a dirlo?
Un mattino, alle 8, Grillo ha chiamato il Presidente della Casa della Legalità per dirgli che ormai c’era la lista a Genova, riconoscendo che è “gente strana”… e che si erano lamentati per il post della Casa della Legalità che aveva pubblicato la sera prima.
Che post era? Quello sul Cemento di Burlando e l’alluvione…
Grillo è consapevole dell’anomalia genovese ma gli va bene che sia così.
Ne è consapevole perchè ha chiamato per chiedere “soccorso”, visto che è “gente strana”, anche gli eletti a Bologna e non solo.
Ma allora, se sa che c’è un problema, perchè non lo ha risolto?
Burlando si è garantito a 360 gradi… per l’oggi e per il domani.
Casa della Legalità
argomento: Costume, denuncia, Grillo, la casta, radici e valori | 1 Commento »
Maggio 8th, 2012 Riccardo Fucile
IL VOTO DEL PRIMO TURNO DISEGNA UNA GEOGRAFIA COMPLESSA…CENTRODESTRA BERLUSCONIANO IN LIQUEFAZIONE. RISULTATI PERSONALI DI TOSI A VERONA E ORLANDO A PALERMO
Non sarà l’antipolitica, ma, di certo, vince la critica alla politica così come la stanno interpretando i principali partiti italiani.
Con differenze anche sostanziali, ma nessuno può cantare vittoria.
Il Pdl sembra quasi liquefarsi con percentuali che, spesso, scendono sotto il 10 per cento e i suoi candidati che, a volte, non riescono a raggiungere i ballottaggi.
La Lega Nord va malissimo e vince solo a Verona con Flavio Tosi, il suo candidato più autonomo e lontano dal “cerchio magico” bossiano.
Ma anche il Pd non va oltre a una faticosa tenuta anche se contribuisce a portare al secondo turno molti candidati del centrosinistra con buone possibilità di successo fra due settimane.
Tengono il centro e la sinistra.
Trionfa il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che, in diverse città tocca livelli stratosferici (13/15 per cento) e, a Parma, porta al ballottaggio 2 il suo candidato Pizzarotti con una percentuale vicina al 20%.
Difficile prevedere le conseguenze di questo voto che, dalle prime reazioni (“Mai più vertici A-B-C” ha sentenziato Alfano) sembra tentare il Pdl per una politica più autonoma dal governo, ma costringe anche il Pd a tenere sempre più conto di una protesta a sinistra oggi intercettata dai grillini e di difficile ricomposizione.
Anche perchè, i candidati del movimento 5 stelle, dove non vanno al ballottaggio, non sembrano intenzionati a dare indicazioni di voto.
E vince anche l’astensionismo.
Di 7,5 milioni di cittadini chiamati a votare, solo il 67% circa (non più di 5 milioni) si sono presentati alle urne.
L’ultima volta, nelle amministrative del 2007, l’affluenza si era attestata al 73,74%. Tutto sommato, il Sud tiene quasi più del Nord (la Sicilia di poco sopra il 67%) e città di solida tradizione democratica come Genova (55,7%) e La Spezia (56%) sfiorano livelli di astensionismo vicini al 50 per cento.
Genova. Marco Doria (candidato del centrosinistra) ha ottenuto il 48,31% e andrà al ballottaggio con Enrico Musso (ex deputato Pdl passato al misto e candidato per una lista civica di centro) con il 15%.
Ottimo risultato per il candidato grillino Paolo Putti, che sfiora il ballottaggio con il 13,86%.
Il dato dei grillini va al di là delle più rosee previsioni mentre il candidato Pdl Pierluigi Vinai non sembra in grado di va oltre il 12,88% e il Pdl scende addirittura al 9,2% (nel 2007, Forza Italia e An raggiungevano insieme il 29%).
Il Pd ottiene quasi il 24% con la lista Doria oltre l’11, l’Idv al 6%, il Sel al 5% e la Federazione delle sinistre al 2,3%.
Nel 2007, l’Ulivo era al 34,4%, l’Idv al 3,6%, Rifondazione al 6%, Comunisti italiani e verdi facevano in tutto il 4,7.
Il centrosinistra, dunque, ridistribuisce al suo interno il voto, ma la somma cambia di poco.
La Lega Nord è al 3,8%, in linea rispetto al 2007, anche se alle politiche del 2008 era arrivata al 6,8%.
Palermo.
A Palermo Leoluca Orlando (sostenuto da Idv e Sinistra ed Ecologia) è accreditato di oltre il 48% e ha un posto sicuro nella corsa che si terrà tra due settimane.
L’altro concorrente dovrebbe essere Fabrizio Ferrandelli (Pd, vendoliani ed altri) con il 17%.
Ballottaggio a sinistra, dunque, in una città che ha avuto due sindaci consecutivi di centrodestra.
Vincenzo Costa (Pdl, Udc, Grande Sud di Miccichè) si ferma al 12,8% e neppure i centristi di Alessandro Aricò (Fli, Api, Mpa) riescono a far meglio di un 8,7.
Anche a Palermo, dunque, come in tutta la Sicilia, la geografia politica sembra del tutto ribaltata.
Addio al centrodestra del “cappotto”, ma anche la stagione del centrismo con Udc e Mpa ciascuno intorno e sopra il 10%, sembra tramontata.
Dietro a Orlando c’è sicuramente un forte movimento di opinione che, finora non sembra coagulato in uno schieramento politico chiaro.
Verona.
Il centrodestra si è suicidato decidendo di togliere l’appoggio al suo sindaco uscente e rimedia (Pdl, Udc, Fli, Nuovo Psi) un increscioso 8,83%, battuto persino dai grillini di Gianni Benciolini (9,35%).
Flavio Tosi, con la Lega Nord 5 (che ottiene appena il 10,7%) e un gruppo di sei liste civiche capitanate da Per Verona (37,19%) supera il 57% e vince largamente al primo turno con una “limatura” di appena 3 punti rispetto al 60,1% del 2007.
Il centrosinistra se la cava con un 22,7% ma resta dieci punti sotto il dato del 2007. Un risultato chiaro ma del tutto particolare rispetto al quadro generale: Tosi è un sindaco uscente fortemente radicato nel centrodestra che ha deciso (e l’ha fatto per tempo) di svincolarsi dai partiti scegliendo una strada personalistica e vincente.
Parma.
Nell’Emilia ricca emergono i grillini. Pochi avevano previsto che Federico Pizzarotti (Movimento 5 Stelle) sarebbe arrivato al ballottaggio. Invece è andata proprio così.
E, fra due settimane, il candidato grillino (19,47%) se la vedrà con quello del centrosinistra Vincenzo Bernazzoli che partirà dal 39,20%.
Elvio Ubaldi (Udc e civiche), già sindaco della migliore stagione del centrodestra si ferma al 16,35, mentre il Pdl letteralmente sparisce.
Il suo candidato Paolo Buzzi (vicesindaco uscente) ottiene il 4,8%.
Alle politiche del 2008, il Pdl ottenne il 28,7.
La Lega Nord (Andrea Zorandi) si ferma al 2,7% (9,4% alle politiche 2008).
Il centrosinistra, tutto sommato tiene: il 39,20% di Bernazzoli è di poco inferiore al 43,4% di Alfredo Peri delle comunali 2007 e al 45% complessivo delle politiche 2008.
Senza contare che Bernazzoli, questa volta, parte favorito al ballottaggio. Anche se i grillini potrebbero riservare sorprese.
Gli altri capoluoghi.
Pdl in liquefazione, spesso superato dai grillini, molti ballottaggi, qualche conferma del centrosinistra e qualche ribaltone a favore sempre del centrosinistra.
Poche conferme al primo turno dall’una e dall’altra parte.
E’ quello che appare da una rapida analisi del voto negli altri (22) comuni capoluogo. In Lombardia, ad esempio si andrà al ballottaggio sia a Como che a Monza.
In entrambi i casi i sindaci uscenti erano di centrodestra.
A Como il centrosinistra 7 è al 35,5 e il centrodestra appena al 13,1%.
La Lega (al 6,9%) e i grillini (al 4,9%) fanno peggio delle liste civiche, che ottengono il 9,8% e l’8,3%.
Situazione simile a Monza 8 col centrosinistra al 38,2% e il centrodestra al 20%; i 5 Stelle vicini alla Lega (9,7% a 11,2%).
In Piemonte suona la ritirata per il centrodestra che sarà presente ai ballottaggi ad Alessandria 9 (19,25%) e Asti (29,5%), in entrambi i casi con un centrosinistra tra il 35 e il 40 per cento.
Ma resta fuori a Cuneo 11 dove il ballottaggio sarà cosa tra centrosinistra (30,6) e centristi (36,1%).
Il candidato del Pdl (7,5%) è superato dalla Lega (9,7%) e addirittura dai grillini (8,3%).
In Liguria, oltre a Genova, si votava a La Spezia 12 dove si conferma il centrosinistra di Federici con il 52,5%. Il centrodestra è fermo al 15,2% e i grillini raggiungono il 10,7%.
In Veneto, oltre a Verona, era in palio il comune di Belluno 13. Il ballottaggio sarà tra centrosinistra e una lista civica entrambi intorno al 25%. Il Pdl è al 23%, i grillini al 10%, l’Udc all’8,3% e la Lega Nord appena al 4,8%.
In Friuli si votava a Gorizia 14 dove si conferma il sindaco di centrodestra Ettore Romoli con il 51,5%.
Toscana.
A Lucca (amministrazione uscente di centrodestra) 15, il Pdl è al 14,6% e resta fuori dal ballottaggio tra centrosinistra (46,8%) e Udc (15,7). Grillini al 7,6%. A Pistoia si conferma 16 il centrosinistra con Samuele Bertinelli che ottiene quasi il 60%. Il Pdl è al 16%.
In Emilia Romagna si votava anche a Piacenza 17dove sarà ballottaggio tra centrosinistra (47,1%) e centrodestra (31%), con i grillini al 9,8%.
Voto significativo all’Aquila (il primo dopo il terremoto) 18. Il sindaco uscente Massimo Cialente (40,7%) andrà al ballottaggio contro il centrista De Matteis (29,6%). Il Pdl sparisce (8,1%).
In Molise, a Isernia 19 sarà ballottaggio tra il centrodestra (45,7%) e il centrosinistra (30,7%).
Due capoluoghi (Frosinone e Rieti) al voto nel Lazio, ed entrambi andranno al ballottaggio.
Nel centro ciociaro 20 il sindaco uscente Michele Marini (centrosinistra) è testa a testa con Domenico Marzi Idv-Psi, mentre Nicola Ottaviani (Pdl) è oltre il 44%. A Rieti 21 il centrosinistra è al 42,9% e il centrodestra al 27%, con il centro al 21%.
In Puglia (quattro capoluoghi al voto) si verifica un importante ribaltone.
A Brindisi 22 il candidato del centrosinistra Cosimo Consales (53,2%) viene eletto al primo turno. Mauro D’Attis (Pdl) è al 25,5%.
A Lecce 23conferma per Paolo Perrone (centrodestra) con il 64%.
A Taranto 24 il sindaco uscente di centrosinistra Ippazio Stefano sfiora il passaggio al primo turno, con il 49,5%.
Nel ballottaggio il contendente sarà Mario Cito (Lega meridionale e La Destra). A Trani ballottaggio 25 tra centrodestra (45%) e centrosinistra al 29%.
In Calabria un solo capoluogo in palio. Quando mancano ancora 3 sezioni da scrutinare (su 90) a Catanzaro è in testa Sergio Abramo 26 (centrodestra) con il 49,96%, tallonato da Salvatore Scalzo (centrosinistra) col 42,8%.
In Sicilia si rinnovavano (oltre a quello di Palermo) i consigli comunali di Agrigento e Trapani.
Ad Agrigento sarà ballottaggio 27 tra il sindaco uscente Marco Zambuto (centrista) e il centrodestra di Salvatore Pennica.
Anche a Trapani 28 si tornerà alle urne tra due settimane per scegliere il sindaco tra Giuseppe Maurici (Terzo Polo) e Vito Damiano (Pdl).
Massimo Razzi
(da “La Repubblica”)
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Maggio 8th, 2012 Riccardo Fucile
A PALAZZO TURSI IL CENTRODESTRA SI RIDUCE A 10 CONSIGLIERI SU 40, SALVO VITTORIA DI ENRICO MUSSO AL BALLOTTAGGIO
PREFERENZE LISTA MUSSO 12,49% ELETTI PRIMO QUATTRO + ENRICO MUSSO
SALEMI PIETRO 722
MUSSO VITTORIA EMILIA 711
GIOIA ALFONSO 538
REPETTO PAOLO PIETRO 524
BASSO EMANUELE 472
BRUNI GIANLORENZO 469
MUROLO GIUSEPPE 385
ALFIERI MASSIMO 349
VACALEBRE DANILO 329
RIVOLTA CARLO 301
PREFERENZE LISTA PDL 9,21% ELETTI PRIMI TRE + PIERLUIGI VINAI
LAURO LAURA 1.116
BALLEARI STEFANO 790
CAMPORA MATTEO 665
BARONI MARIO 592
GRILLO GUIDO 549
FOIS GIAN-LUCA 508
CENTANARO VALTER 439
VIAZZI REMO 411
CIFARELLI ROBERTO 389
ZOBOLI LUIGI ALBERTO 386
PREFERENZE LEGA NORD 3,8% ELETTO SOLO EDOARDO RIXI CANDIDATO SINDACO
PIANA ALESSIO 580
PIZZOLO MILENA CESARINA 229
CONTE GIANNALBERTO 181
FANGHELLA PAOLO 102
AMORFINI MAURIZIO 99
CENSI FERSIDO ANTONIO 92
FERRACCIOLI BRUNO 91
GARASSINO STEFANO 81
COSTA FABIO 80
RAVERA BRUNO LUIGI 50
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Maggio 8th, 2012 Riccardo Fucile
UN MESE FA IL PDL ERA DATO AL 17%: E’ CROLLATO AL 9%…MUSSO NAVIGAVA OLTRE IL 21%: E’ SCESO AL 14,8%…LA LEGA E’ SOTTO IL 5%… TUTTI INSIEME ARRIVANO AL 30%, CONTRO IL 43% RAGGIUNTO NEL 2007… MA MUSSO AL BALLOTTAGGIO CAPIRA’ CHE BISOGNA CONQUISTARE VOTI NEL CAMPO AVVERSO?
L’esito delle elezioni comunali di Genova richiede una minima analisi.
Ricordiamo che nel 2007 la Vincenzi vinse con un 51% contro il 46% di Musso, allora candidato unico del centrodestra: da quello occorre partire per comprendere la realtà genovese.
I cinque anni della Vincenzi sono stati caratterizzati da arresti e scandali (in primis il suo segretario Francesca) e da una tragica alluvione, con l’allarme dato in ritardo, pochi mesi fa.
La Giunta era così invisa ai cittadini che furono fatte le primarie proprio per far fuori la Vincenzi che non ne voleva sapere di lasciare la poltrona.
Ma invece che la Pinotti, le primarie le vinse Marco Doria, poco organico al Pd, ma “volto nuovo” e indipendente di area Sel.
I sondaggi di qualche mese fa davano addirittura Musso (che aveva lasciato il Pdl) vincitore sia sulla Vincenzi che sulla Pinotti.
Anche perchè il Pdl nel frattempo “bruciava” una decina di potenziali candidati, spaccandosi tra seguaci di Scajola e quelli di Grillo e precipitando al 17% dei consensi nei sondaggi.
Dopo un mese, cioè ieri, ne ha raccolto la metà , ovvero il 9%.
Vinai è andato un po’ meglio, raggiungendo il 12,6%.
La nomination di Doria avrebbe dovuto essere di stimolo a Musso che un mese fa veleggiava tra il 20% e il 23%: nulla da fare, in 30 giorni ha perso 6 punti persino da Vinai ed è sceso al 14,8% .
Come “meno peggio” ora andrà al ballottaggio con Doria che si è fermato al 48,5% grazie anche all’exploit dei grillini arrivati al 14%.
Musso è a capo di una lista civica che porta il suo nome e che ha preso il 12% di voti (all’interno della quale vi sono candidati del Terzo polo).
Ma più della metà dei consensi li porta lui con il suo movimento.
Primo errore di Musso: non fare nulla di incisivo per andare oltre quel 20-22%, limitandosi a coltivare il proprio orticello.
Secondo errore: continuare ad attaccare il passato, quando invece la sinistra, con Doria, ha riacquistato un volto credibile , estraneo ai problemi del passato.
Invece di incalzare Doria sul suo terreno, Musso si è arroccato in difesa, con argomenti di poca presa popolare.
Sono più efficaci tre “argomenti forti” che una miriade di soluzioni per ogni alitar di vento.
La gente, è vero, vuole anche delle soluzioni ai propri problemi, ma è attratta da chi la fa sognare con un nuovo progetto di città .
Se ad ammministrare una città bastasse un ragioniere eleggerebbero un amministratore di condominio, non un politico.
E un politico se parte dal 20% non deve limitarsi a gestire quella percentuale, ma puntare in alto, a sfondare in campo avverso.
A Genova non batterai mai la sinistra se non rappresenti istanze sociali, tanto per capirci.
Una campagna elettorale liberal soft alla fine rende nulla e i risultati lo dimostrano: se il Pdl non fosse allo sfascio, Musso non sarebbe arrivato neanche al ballottaggio, lo vogliamo capire, risultati alla mano?
E ora che è al ballottaggio, pensa di attaccare o traccheggiare?
Vogliamo “scavalcare” Doria potenziando i servizi sociali, il trasporto pubblico, gli asili, l’assistenza agli anziani e aiutando le famiglie in difficoltà ?
Vogliamo eliminare qualche assurda e odiosa tassa?
Vogliamo aumentare le aree verdi?
Vogliamo disegnare la figura nuova di un sindaco che trascorra più tempo per strada invece che barricato a palazzo Tursi?
Ci fermiamo qua, ma potremmo continuare a lungo.
E il sedicente Terzo Polo che lo appoggia vuole muovere il fondoschiena e venire a Genova a dare garanzie su porto, infrastrutture, turismo, cultura, fisco, invece che fare passerelle?
E ancora: lavorare e aggregare sul web, questo sconosciuto.
Nel 2012 non esiste in Regione Liguria un sito web patrocinato dal centrodestra che faccia opera di informazione e denuncia quotidiana.
E laddove ne esista uno di area, come il nostro, viene snobbbato dai grandi strateghi elettorali che poi perdono dalla tasca i santini con cui si faceva politica 60 anni fa.
O si capiscono certe cose e si cambia registro o invece che fare politica ci si dedichi alle case di cura.
Da ricoverati, ovviamente.
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