Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
LA SENTENZA SU BERLUSCONI SPIEGATA PER PUNTI
Poichè già vedo che adesso, all’italiana, è partita la solita gara a chi sparge più confusione in giro per non far capire più niente a nessuno, e arrivare a breve a dire “non è stato ancora del tutto condannato”, provo a riepilogare qui la questione della condanna di Berlusconi incrociando tutte le fonti che ho potuto consultare.
Berlusconi è stato condannato a quattro anni per una frode fiscale molto rilevante. Tre anni sono cancellati dall’indulto (ottenuto grazie a se stesso), uno è quello da scontare.
La pena accessoria va ricalcolata in Appello, sarà da uno a tre anni. Ci vorranno probabilmente cinque o sei mesi per determinarla. La domanda successiva è: può essere subito esecutiva la condanna, nonostante questo?
Secondo fonti diverse ma concordi, tutte, da Bruti Liberati (procura di Milano) a tantissimi avvocati (cito Malavenda e Grazia Volo), su questo non c’è discussione: “La pena detentiva è immediatamente esecutiva”.
La questione dei tempi, cioè quando comincia la detenzione di Berlusconi: può oscillare per motivi tecnici tra metà settembre e metà ottobre. Pochissimo. Berlusconi dovrà scegliere se chiedere gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali. Nel momento in cui inizia l’esecuzione della pena avremo il leader della principale forza di governo che non ha più passaporto.
Un punto politicamente importante è: decade subito dal seggio al Senato? Alcuni diffusori di gran caciara para-mediatica si stanno già adoperando per ipotizzare, teorizzare, ponzare, che forse, magari, forse ma forse… Creano confusione. La realtà è che proprio una legge figlia delle grandi intese (governo Monti, ministro Severino) stabilisce che, con pene superiori a due anni, non solo il condannato è incandidabile in futuro, ma – decisivo – la Giunta per le elezioni del Senato è chiamata immediatamente a pronunciarsi sulla sua permanenza in Parlamento. Lo sostiene l’articolo 3 comma 1 del decreto legislativo 31 dicembre 2012 n. 235, citato tra gli altri da Stefano Ceccanti, ottimo giurista, ex parlamentare del partito democratico. Direi che su questo c’è poca discussione, ma nel Pd ce ne può essere sempre, e infatti si stanno già dividendo, esattamente alla pari, sul tema (importante vedere cosa farà Boccia per capire e orientarsi).
Ma anche se Berlusconi non decadesse subito resta invece l’immediata esecuzione della pena detentiva. Tra poco, sarà un detenuto, agli arresti o ai servizi sociali.
Il Pd ha intenzione di restare alleato con un detenuto, e magari di temporeggiare sulla sua decadenza da parlamentare?
In Italia, si sa, tutto è possibile.
Jacopo Iacoboni
(da “La Stampa“)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
IL SENATORE PD CHIEDE AL PARTITO DI STACCARE LA SPINA AL GOVERNO
“Il Pd deve prendere atto di questa situazione oggettivamente molto grave e impresentabile.
Non si può avere a che fare con un leader condannato a 4 anni, non sarebbe consentito in nessuna parte del mondo. Penso che il Pd dovrà riunire i suoi organi principali, magari la direzione la prossima settimana, fare le valutazioni e votare che linea seguire”.
L’ex pm Felice Casson, senatore del Pd fin dall’inizio critico delle larghe intese, non ha dubbi. Alla luce della condanna definitiva di Silvio Berlusconi su Mediaset, il Pd deve staccare la spina all’alleanza con il Pdl, se non proprio all’intera legislatura.
Che idea si è fatta della sentenza della Cassazione?
Ci sono due parti. E’ importantissimo che sia stata confermata la sentenza di condanna a conferma che i giudici di merito, di primo e secondo grado, hanno operato correttamente dal punto di vista sia sostanziale che processuale. Vuol che la legge è uguale per tutti e tutti gli evasori fiscali devono essere condannati compreso Berlusconi. Sulla misura interdittiva, la Cassazione ha deciso di rinviare alla Corte d’appello. Ma sottolineo il fatto che comunque c’è stata la condanna e il reato non va in prescrizione.
Quali conseguenze politiche vede sul governo e sul Pd che alla fine ora è alleato con un pregiudicato?
A mio modo di vedere, non avevo bisogno della sentenza della cassazione per sapere chi era Berlusconi. Peraltro, dal punto vista istituzionale e politico la sentenza crea un problema notevole.
Perchè?
Innanzitutto, per le reazioni del Pdl, che ancora non conosciamo. Ma già prima della sentenza, nella stessa giornata di oggi, si è visto il livello di fibrillazione del Pdl che non ha partecipato al voto sulle commissioni bicamerali perchè vuole a tutti i costi la presidenza della commissione Antimafia.
E il Pd?
Per me è semplice: io già ritenevo che non dovessimo fare il governo con il Pdl. Ora confermo questa valutazione iniziale. Ero della minoranza contraria e ora lo sono a maggior ragione. Il Pd deve prendere atto di questa situazione oggettivamente molto grave impresentabile: non si può avere a che fare con un leader condannato a 4 anni, non sarebbe consentito in nessuna parte del mondo e in altre parti del mondo non si sarebbe nemmeno arrivati al terzo grado. Penso che il Pd dovrà riunire i suoi organi principali, fare le valutazioni e votare che linea seguire.
Tipo la direzione subito?
Si, anche la settimana prossima.
(da “Huffington Post”)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
LA LEGGE SEVERINO DEL 2012 RENDE INCANDIDABILI I PARLAMENTARI CHE HANNO SUBITO UNA CONDANNA DEFINITIVA SUPERIORE A DUE ANNI
Silvio Berlusconi può decadere comunque dalla carica di senatore a prescindere dai tempi del processo di appello che ricalcolerà l’interdizione relativa alla sentenza sui diritti Mediaset, come stabilito oggi dalla Cassazione.
Lo stabilisce il decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 – Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.
Il testo unico che recepisce la normativa anticorruzione approvata nel 2012 (la cosiddetta legge Severino), all’art.3 comma 1 stabilisce che “qualora una causa di incandidabilità di cui all’articolo 1 sopravvenga o comunque sia accertata nel corso del mandato elettivo, la Camera di appartenenza delibera ai sensi dell’articolo 66 della Costituzione.”
Quindi in caso di incandidabilità , un senatore può decadere dall’incarico dopo un voto della camera di appartenenza (mentre in caso di incarico governativo, la decadenza è automatica).
Nel caso di Silvio Berlusconi, la sua incandidabilità è sopraggiunta poichè è intervenuta una condanna definitiva superiore ai due anni (la frode fiscale ha una pena massima di sei anni).
Di qui le parole del presidente della Giunta per le Elezioni e Immunità del Senato Dario Stefano (Sel) “Appena ci notificheranno la sentenza – spiega ancora il senatore di Sel raggiunto telefonicamente – la Giunta si riunirà e si procederà con le stesse modalità già avviate per l’ineleggibilità .
Il relatore farà la sua proposta e la Giunta dovrà decidere in Camera di Consiglio.
La decisione della Giunta poi dovrà passare il vaglio dell’Aula e basterà che 20 senatori lo chiedano e ci sarà il voto segreto”.
(da “Huffington Post”)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
IL TESTO DELLA SENTENZA DEL PROCESSO MEDIASET LETTO DAL PRESIDENTE DELLA CASSAZIONE ESPOSITO
Questo il dispositivo integrale della sentenza con cui la Cassazione ha oggi confermato in via
definitiva la condanna per frode fiscale a 4 anni di reclusione per Berlusconi.
La Corte suddetta rigetta i ricorsi di Agrama Frank, Galetto Gabriella, Lorenzano Daniele, che condanna al pagamento delle spese processuali.
Annulla la sentenza impugnata nei confronti di Berlusconi Silvio limitatamente alla statuizione relativa alla condanna alla pena accessoria dell’interdizione temporanea per anni 5 dai pubblici uffici, per violazione dell’articolo 12, comma 2, dlgs 10 marzo 2000, numero 74 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione della Corte d’appello di Milano perchè ridetermini la pena accessoria nei limiti temporali fissati dal citato articolo 12, ai sensi dell’articolo 133 c.p., valutazione non consentita alla Corte di legittimità .
Rigetta nel resto il ricorso di Berlusconi nei cui confronti dichiara, ai sensi dell’articolo 624, comma 2, cpp, irrevocabili tutte le altri parti della sentenza impugnata.
Condanna tutti gli imputati, in solido, al pagamento in favore della parte civile, Agenzia delle entrate, delle spese dalla stessa sostenute in questo grado di giudizio, liquidate in complessivi euro 5mila, oltre accessori come per legge.
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
CONFERMATI I QUATTRO ANNI DI RECLUSIONE: PER IL CAVALIERE SI AVVICINANO GLI ARRESTI DOMICILIARI
Condanna confermata e rinvio ad una diversa Corte d’Appello di Milano per la rideterminazione della pena accessoria, ovvero l’interdizione dai pubblici uffici.
Silvio Berlusconi esce sconfitto dalla sentenza, viene rigettato il suo ricorso e di conseguenza confermata la condanna per frode fiscale, ma per il momento non viene tagliato fuori dalla politica attiva.
La corte d’Appello dovrà rideterminare la durata dell’interdizione, che in prima istanza era stata determinata in 5 anni, perchè per questo tipo di reato la pena accessoria prevede un periodo che varia da uno a tre anni.
Il leader del Pdl era stato condannato in appello a 4 anni di reclusione per frode fiscale e, appunto, a 5 di interdizione dai pubblici uffici.
I giudici hanno pronunciato il loro verdetto attorno alle 19,45, dopo circa sette ore di camera di consiglio.
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
EDMONDO CIRIELLI E’ L’EX PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI SALERNO, PADRE DELLA NORMA SULLE PRESCRIZIONI…”AIUTATO DALLA CAMORRA NELLA GUERRA DELLE TESSERE CONTRO LA CARFAGNA”
Il colonnello dei carabinieri tutto d’un pezzo, deputato e presidente della Provincia di Salerno,
Edmondo Cirielli, è indagato per corruzione aggravata e abuso d’ufficio aggravato dall’aver favorito la camorra.
Il pm di Salerno Vincenzo Montemurro ha firmato l’informazione di garanzia e l’invito a rendere l’interrogatorio per il 9 agosto.
Eletto in An, trasmigrato nel Pdl, oggi con i Fratelli d’Italia, nella campagna del tesseramento del 2011 ha fatto la guerra e l’incetta di tessere per umiliare Mara Carfagna, avversaria politica interna al Pdl salernitano.
In cambio di assunzioni alla Provincia, Cirielli, che ha dato il nome alla legge del 2005, di modifica della normativa sulle prescrizioni, le attenuanti generiche e la recidiva, ha mobilitato esponenti della camorra per il tesseramento.
I carabinieri di Salerno hanno proceduto anche alle perquisizioni degli altri indagati.
Il fascicolo sul rapporto camorra e politica a Salerno ha iscritti 24 indagati.
Guido Ruotolo
(da “La Stampa“)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
I FEDELISSIMI IERI SERA GLI HANNO RICORDATO LA PARTITA DI COPPA DEI CAMPIONI STELLA ROSSA-MILAN A BELGRADO NEL 1988, SOSPESA PER UNA IMPROVVISA NEBBIA A MEZZ’ORA DALLA FINE, CON IL MILAN IN DIECI E SOTTO DI UN GOL
Non è solo questione di giurisprudenza e di ragion di Stato, di diritto e di politica. Alla fine Berlusconi spera di cavarsela grazie anche al «fattore c».
Perchè la fortuna serve, in tutti i campi, tanto che ieri l’argomento è stato servito alla tavola rotonda del Cavaliere, per sostituire il solito menù a base di codici.
D’altronde negli ultimi tempi il leader del Pdl ha spesso evidenziato nelle discussioni una insopprimibile esigenza di cambiar discorso, per evadere dalla stressante attesa del verdetto della Cassazione e per trovare nei suoi trascorsi vincenti un appiglio positivo.
Certo, evocare la buona sorte per vicende passate è – inconsciamente – una sorta di consuntivo, di fine bilancio.
Ma i commensali l’hanno assecondato, ripescando dal passato un evento in cui il «fattore c» è stato senza dubbio un decisivo fattore di svolta.
Senza l’aiuto della dea bendata, infatti, probabilmente non ci sarebbe stata l’epopea rossonera, quella che ha portato Berlusconi a diventare il presidente della società di calcio più titolata al mondo.
Se a Belgrado non fosse calata una fitta nebbia la sera del 9 novembre 1988, il Milan – sotto nel punteggio e inferiorità numerica a mezz’ora dalla fine – sarebbe stato eliminato dalla Stella Rossa in Coppa dei Campioni.
L’assenza di visibilità mutò il corso degli eventi, perchè costrinse l’arbitro a sospendere il match.
E il giorno seguente – quando venne rigiocata la partita – il risultato consentì al Milan di passare il turno e di vincere il torneo.
Quel ricordo ha imposto la fortuna (definita in termini prosaici durante il pranzo) come elemento da tenere in debito conto nella valutazione che oggi farà la Corte.
O quantomeno è stato questo il divertito convincimento di chi, a tavola, ha cercato insieme a Berlusconi di esorcizzare il giorno del giudizio e la sentenza.
Chissà come l’avrebbe presa il professor Coppi, che in quelle stesse ore si preparava alla difesa in Cassazione.
Di sicuro l’ha presa male quando ha saputo che altri stavano preparando per l’indomani una manifestazione di sostegno al Cavaliere davanti palazzo Grazioli.
E poco importa quali siano state le argomentazioni del suo cliente, se è vero che ha fatto finta di cadere dalle nuvole, sebbene sapesse tutto.
L’avvocato ha urlato che «non esiste» e Berlusconi – che avrebbe tanto desiderato consolare il proprio ego – ha dovuto assoggettarsi ai voleri del legale, l’unico che oggi riesce a gestire (faticosamente) il Cavaliere.
Perchè il leader del Pdl – sperando di cavarsela – può anche confidare nel «fattore c», ma un conto è immaginare la riedizione della partita di Belgrado, altra cosa è pensare di farla franca con l’espediente di Marsiglia, dove il suo Milan – sempre in Coppa dei Campioni – cercò ignominiosamente di sfruttare la rottura di un riflettore dello stadio per evitare la sconfitta sul campo.
Con Coppi in panchina «non esiste», appunto.
Così a Berlusconi non è rimasto che far ritirare striscioni e claque, per aspettare il risultato di oggi.
Nel frattempo la vecchia guardia aveva già lasciato la tavola rotonda del Cavaliere, da ore Confalonieri (a pranzo insieme a Gianni Letta) si era congedato dal leader del Pdl, forzandosi a ridere e a pensare positivo.
Un modo anche per contrastare il clima funereo che sta ammorbando l’aria dell’amico di una vita, quella sequenza interminabile di telefonate dei pidiellini che sanno di condoglianze preventive, e a cui scaramanticamente il capo risponde dall’altro capo del telefono toccando ferro e facendo le corna: «State tranquilli, sono tranquillo. Al massimo, vorrà dire che presiederò le riunioni di partito dagli arresti domiciliari. Condannato o assolto, per me non cambia nulla».
Ecco, è sul «non cambia nulla» che in molti dubitano.
Lo s’intuisce dal volto segnato dei ministri berlusconiani, dall’opinione – per una volta unanime nel Pdl – che una sentenza avversa non potrà essere politicamente gestita. Non solo perchè non sono prevedibili le reazioni del Cavaliere, che pure fa sfoggio di saggezza patriottica, ma perchè non sono nemmeno governabili le sette tribù democratiche, sette correnti già sul piede di guerra per il prossimo congresso del Pd. Perciò, pur di aggrapparsi a qualcosa, persino il premier (tifoso milanista) si è messo a confidare anche sul «fattore c».
Ma siccome in serata i rossoneri ne hanno presi 5 dal Manchester City, tra i suoi ministri c’è chi ha preferito appellarsi ai santi.
Il più citato è San Giorgio.
Francesco Verderami
(da “il Corriere della Sera“)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
BERLUSCONI CERCA LA SPONDA MATTEO: “CHE FAI SE MI CONDANNANO?”
“Noi sul Giornale scriviamo che Renzi ha fatto sapere anche al presidente Berlusconi la sua
solidarietà . E lui non ci smentirà ”.
Mezzanotte e un quarto, studio di Porta a Porta. Alessandro Sallusti con una grammatica dubbia e una prosa circospetta butta lì “la notizia”.
Bruno Vespa si eccita. “Gli ha telefonato? Gli ha mandato un biglietto? Un sms? Una mail? Un piccione viaggiatore?”.
Sallusti continua. Tono sommesso. “Questo non lo so. Gli ha fatto sapere che sarebbe contento per un’assoluzione. E non solo per interesse personale , visto che è ovvio che una condanna di Berlusconi farebbe precipitare la situazione nel Pd”.
Vespa fa notare la contraddizione nel ragionamento: “E quindi Renzi, secondo discorsi grossolani, avrebbe tutto da guadagnare”.
Si inserisce Riccardo Barenghi che discetta sull’enorme problema che si aprirebbe tra i Democratici.
Paola De Micheli, ultrà lettiana, che fino a quel momento era stata più che presente nel dibattito, inquadrata sbatte gli occhi. Sonno? O concentrazione?
Vespa non molla l’osso. La tira in ballo. È “singolarmente silenziosa”.
Come la vede lei questa storia che “fa la seconda con la visita ad Arcore” di Matteo? Ed eccola lì la reazione verace.
La De Micheli salta sulla sedia. Comincia a parlare a macchinetta. “Il Sindaco di Firenze telefona a chi vuole e dice quello che vuole”.
Tono acido, stizzito. “Ovviamente penso che avrà conseguentemente dei comportamenti politici adeguati”.
Formulazione ambigua. Che significa?
Le chiedono: e quindi sosterrà il governo? “Beh non lo so. Non so neanche in che rapporti siano i due”.
Tradotto: Renzi è capace di tutto. Ma soprattutto il volto di punta dei lettiani in questi giorni non sa come metterla: difendere la presunta solidarietà , in virtù di eventuali ricadute positive sul governo? Scivoloso, molto scivoloso.
O dire che non si telefona a Berlusconi?
Il giorno dopo un renziano commenterà : “Lei ci odia. Non le pareva vero avallare la tesi che Matteo avesse cercato Silvio”.
Nel frattempo, Twitter si scatena.
Il primo è nomfup, alias il giornalista d’Europa Filippo Sensi: “@matteorenzi mi sa che devi interrompere il silenzio , il tempo di un tweet”.
Risponde il portavoce di Renzi, Marco Agnoletti: “Smentiamo domattina. Ma ovviamente non è vero”.
I tweet di richiesta di spiegazione però si sprecano. E allora Agnoletti su Tweet rimanda a una smentita Fb: “Nessuna solidarietà di @matteorenzi a Silvio Berlusconi. La smentita ufficiale al Giornale” .
La stessa che le agenzie riprendono di prima mattina: “Renzi non ha mai espresso solidarietà a Berlusconi nè direttamente nè indirettamente. I processi e le sentenze si rispettano e non si commentano”.
E poi: “Il tentativo del direttore Sallusti di dipingere Renzi prima come pugnalatore a tradimento del governo e ora come solidale con B. merita tutto l’apprezzamento degli appassionati di fiction, ma è decisamente fuori dalla realtà ”.
Il catenaccio di prima del Giornale: “Renzi tifa per l’assoluzione. Non si fa politica coi processi”.
A Montecitorio di Renzi Maria Elena Boschi commenta: “Non è vero che Matteo ha dato la sua solidarietà . Ma l’ha sempre detto che voleva battere Berlusconi per via politica, non giudiziaria”.
E poi arriva la versione dell’entourage di Renzi.
Qualcuno del circolo stretto di Berlusconi (Gianni Letta?) l’altroieri avrebbe “sondato” Renzi,dicendogli più o meno così: “Ma se Silvio viene condannato, tu fai cadere il governo?”.
E lui: “Ho sempre detto, e l’ho detto da subito che voglio battere Berlusconi sul piano politico. E continuo a dirlo”.
Ma se Sallusti ci tiene a cavalcare la presunta disponibilità , i lettiani sono su ben altre posizioni. E la reazione della De Micheli docet.
Raccontano i renziani: “È stata una reazione acida classica della ragazza. I lettiani ci odiano, non si fidano di noi”. Aggiungono qualche cenno biografico: la “ragazza” è stata assessore a Piacenza con Roberto Reggi sindaco. Il quale la presentò a Letta per una candidatura nel 2008. Poi Reggi è diventato il coordinatore della campagna per le primarie del sindaco di Firenze. Quello che ha fatto il lavoro sporco (tanto da restar fuori dalle liste). Lei nel frattempo è diventata prima “l’amazzone” di Bersani, poi quella di Letta. Che ha presenziato al suo matrimonio qualche settimana fa.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Agosto 1st, 2013 Riccardo Fucile
GASPARRI: “LEI HA LE ORECCHIE BULLONATE E DICE FESSERIE”…SCANZI: “LEI LE DICE DA QUANDO HA INIZIATO A FARE POLITICA, CON UN DIFENSORE COME LEI A BERLUSCONI NON RESTA CHE SUICIDARSI”
Feroce duello tra Andrea Scanzi e Maurizio Gasparri, durante il talk show di approfondimento “In Onda Estate”, su La7.
La discussione verte sull’imminente sentenza della Corte di Cassazione nell’ambito del processo Mediaset.
Il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” spiega che ormai il percorso processuale e giuridico di Silvio Berlusconi è scontato ed elenca alcune vicende del “curriculum” giudiziario del Cavaliere.
“Non è che improvvisamente” — osserva — “la Corte di Cassazione ci rivelerà chi è Silvio Berlusconi. Lo si sa benissimo”.
“E’ una vittima di ingiustizie“, interrompe Gasparri.
“Questa è una teoria molto divertente che hanno lei e altri”, puntualizza Scanzi.
“No” — replica il senatore Pdl — “è una teoria seria. La sua invece è una teoria faziosa e prevenuta. Lei dice una serie di fesserie“.
“Veramente dice lei fesserie da quando fa politica” — osserva il giornalista — “ed è la dimostrazione vivente che tutti possono fare politica“.
“No, lei dice fesserie da sempre” — controreplica Gasparri, gesticolando — “Guardi, c’ha anche il timbro proprio”.
“Meglio del suo sicuramente” — controbatte Scanzi — “perchè lei non è un gran vedere, nè un gran sentire”.
Il parlamentare torna a bomba sulle affermazioni del suo “rivale” e ribadisce: “Lei ha detto una serie di sciocchezze e fesserie. Mi dia la possibilità di certificarle. Berlusconi si sa che è un perseguitato dalla giustizia“.
“Berlusconi è perseguitato da persone che vanno in tv come lei” — risponde il giornalista — “che più parlano e più danno la sensazione che il Cavaliere sia colpevole. Se io avessi un difensore come lei, mi suiciderei dal punto di vista politico“.
“Avere come accusatore lei” — rincara il senatore Pdl — “è la prova che Berlusconi è un perseguitato”.
E menziona “le correnti politicizzate della magistratura”.
Scanzi cerca di riprendere le fila del suo intervento e afferma: “Quello che vorrei dire io, se il Brad Pitt del centrodestra non mi interrompe…“.
“Ha parlato l’Indro Montanelli della sinistra dei tempi moderni” — insorge Gasparri — “lei però alle orecchie ha i bulloni, che Montanelli non aveva. Lei c’ha le orecchie bullonate“.
“Di sicuro” — replica il giornalista de “Il Fatto Quotidiano” — “assomiglio più io a Montanelli che lei a uno statista”.
“Lei invece tutto bullonato assomiglia a Toro Scatenato“, ribatte il parlamentare.
La gazzarra va avanti, sotto gli occhi divertiti di Luca Telese e della senatrice Pd Roberta Pinotti, fin quando Gasparri non chiosa: “Ma lei è simpatico”.
“Anche lei” — dice Scanzi — “la vedo un po’ in difficoltà ”.
“No” — controreplica l’esponente del Pdl — “è lei che è in difficoltà per colpa della natura. La natura è stata severa con lei“.
“Detto da lei, Gasparri” — ribatte Scanzi — “è un regalo. Lei è la dimostrazione che Darwin ha torto. L’unica volta in cui dice qualcosa di intelligente è quando viene imitato da Neri Marcorè”
Gisella Ruccia
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