Aprile 11th, 2014 Riccardo Fucile
DEFEZIONI IN VISTA PER LE ELEZIONI EUROPEE… ADDIRITTURA BONAIUTI PENSA A NCD
Se non fosse che in tempi renziani la serenità è uno stato d’animo ambiguo e pericoloso,
sarebbe questa l’espressione perfetta per il clima di ieri ad Arcore.
Silvio stai sereno. Servizi sociali, probabilmente. Non i domiciliari.
A rincuorare Berlusconi e la sua corte è stato il vaticinio della procura generale. In molti, tra i berlusconiani, avevano pronosticato: “Il pg chiederà i domiciliari”. La misura più temuta. Invece si va prefigurando quella più morbida e blanda.
A Villa San Martino, l’ex Cavaliere ha vissuto l’attesa del Dieci Aprile con la convivente Francesca Pascale, la senatrice-badante Mariarosaria Rossi, l’immancabile barboncino Dudù (a proposito, strepitosa la battuta dell’alfaniano Cicchitto contro Toti: “B. faccia parlare direttamente Dudù”) e i figli Marina, Pier Silvio e Barbara.
Alle sette di sera, quando B. si è sentito con i legali, il volto si è disteso in una smorfia rilassata.
Sospiro di sollievo, come si dice in questi casi. Una serenità comunque a tinte amare. Il solito monologo: “Io sono innocente, sono e resterò uno che è stato condannato ingiustamente. In ogni caso voglio vederla questa decisione, con i magistrati non c’è mai da fidarsi”.
Anche per questo l’altro leitmotiv in voga ad Arcore è “buonsenso”.
Racconta un fedelissimo: “A questo punto, la misura dei servizi sociali è l’unica cosa di buonsenso che può accadere”.
Tradotto vuol dire: il Condannato dovrà essere messo in condizione di fare la campagna elettorale per le Europee e tentare così di arginare il crollo annunciato di Forza Italia.
Anche se c’è chi come Brunetta spera, da falco, nel martirio da domiciliari: “Berlusconi è un simbolo, e i simboli non si impediscono, non si imbavagliano , non si bloccano. I simboli, si pensi ad Aung San Suu Kyi, era bloccata a casa sua ed è diventata un simbolo mondiale, quando si tenta di zittirli e bloccarli, diventano ancora più forti”.
Per volare più terra terra (nessun riferimento a Brunetta) il vero problema posto dall’udienza di ieri è un altro. A sorpresa.
Il termine massimo di 15 giorni per la decisione dei magistrati di sorveglianza. Un macigno enorme sulla compilazione delle liste azzurre per Strasburgo.
Silvio da giorni aveva congelato tutto in attesa del suo destino. Ma aspettare due settimane non è possibile.
I moduli riempiti con i nomi vanno consegnati entro mercoledì prossimo. Non solo. Ammette un berlusconiano di rango: “Parecchi imprenditori o persone contattate ci stanno dicendo di no, altri prendono tempo per capire che cosa accadrà , se non ci diamo una scossa è la fine”.
Sulle liste, si dovrebbe tenere una riunione ad Arcore in questo fine settimana.
Alla corte berlusconiana è arrivata un’altra notizia crudele. Paolino Bonaiuti, l’ex fedele portavoce estromesso dal cerchio magico, sta trattando il suo passaggio al Nuovo Centrodestra, il partito di Alfano che oggi apre il suo congresso costituente a Roma.
Bonaiuti in Ncd sarebbe un colpo mortale d’immagine. Da mesi, l’ex portavoce si va lamentando del trattamento ricevuto dal duo Pascale-Rossi e avrebbe ripreso un intenso scambio di opinioni con Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, da lui lanciata ai tempi di Forza Italia.
L’unico scoglio per il passaggio è la richiesta di una candidatura alle europee.
E nel Nuovo Centrodestra, rifugio di mastini delle preferenze, si chiedono: ma Bonaiuti, quanti voti ha?
Fabrizio d’Esposito
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Aprile 11th, 2014 Riccardo Fucile
LIBANO, GUINEA O SUDAMERICA I RIFUGI POSSIBILI…. LA RICHIESTA DI ARRESTO ALLA VIGILIA DELLA SENTENZA DELLA CASSAZIONE CHE DEVE ESPRIMERSI SUI 7 ANNI DI CONDANNA PER MAFIA INFLITTI IN SECONDO GRADO
Da ieri Marcello Dell’Utri è irreperibile.
Dopo aver detto due volte no alla richiesta di divieto d’espatrio, presentata dalla Procura generale alla vigilia dell’udienza di Cassazione che martedì deciderà sulla condanna a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa a carico dell’ex senatore del Pdl, ieri i giudici della Corte d’appello di Palermo hanno firmato l’ordinanza di custodia cautelare per pericolo di fuga.
Trasmesso ai poliziotti della Dia, l’ordine di arresto è rimasto ineseguito.
Gli agenti sono andati a casa a Milano ma non l’hanno trovato. Dell’Utri, infatti, risulta irreperibile.
Troppo tardi. secondo gli inquirenti l’ex senatore potrebbe già essere in uno dei suoi rifugi all’estero, tra Santo Domingo, dove possiede l’ormai famosa villa acquistata con i proventi della vendita a Berlusconi della proprietà sul lago di Como, il Libano e la Guinea Bissau.
Due paesi quest’ultimi suggeriti agli inquirenti da un’intercettazione telefonica di novembre a carico del fratello di Dell’Utri, Alberto, ascoltato mentre parla con un ristoratore romano delle possibili vie di fuga del fratello appunto in Guinea e in Libano.
L’ordine di custodia cautelare era l’unica via tecnicamente possibile per bloccare Marcello Dell’Utri nella sua probabile fuga all’estero.
Il codice prevede infatti che, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, non ci possano essere misure alternative per la restrizione della libertà personale.
Per questo la richiesta del divieto d’espatrio avanzata dalla procura generale era stata due volte respinta e la custodia cautelare invece è stata accolta in extremis.
Nella intercettazione tra Alberto Dell’Utri e Vincenzo Mancuso, il titolare del ristorante Assunta Madre di Roma, il fratello dell’ex senatore parla chiaramente di “accelerare i tempi” e fa riferimento alla Guinea come ad un paese “che concede i passaporti diplomatici molto facilmente”.
Sempre Alberto Dell’Utri sarebbe stato ascoltato mentre raccontava che “Marcello ha cenato a Roma con un politico importante del Libano che si candida come presidente”.
Fino alla scorsa settimana Marcello Dell’Utri era certamente in Italia. E’ stato visto a Roma e rispondeva al telefono ma da ieri il suo cellulare squilla a vuoto.
Alessandra Ziniti
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Aprile 11th, 2014 Riccardo Fucile
BERLUSCONI DOVRA’ CHIEDERE SEMPRE L’AUTORIZZAZIONE PER DEROGARE ALLE REGOLE
L’udienza del tribunale di sorveglianza è finita, le carte sono sul tavolo dei giudici, ma i dubbi
restano. Berlusconi potrebbe scontare la pena con una misura alternativa alla detenzione.
A Cesano Maderno, mezz’ora di macchina da Arcore. Là c’è, tra i vari posti, un’antica casa di riposo, che fa parte della galassia della Fondazione Monte Tabor, creata da don Luigi Verzè, come l’ospedale San Raffaele.
E anche se il sacerdote è scomparso, nel pieno dello scandalo che ha travolto anche l’ex presidente della Regione Roberto Formigoni, quella potrebbe essere una meta. Così come una cascina proprio ad Arcore, che il settantottenne condannato potrebbe contribuire a «risanare», ampliare, e ha la «mission» di aiutare persone con forti disagi psichici.
Sono i giudici, in questi giorni, da cinque a quindici, a dover valutare le alternative, tenendo presenti tutti i fattori
Per capire dunque quale sarà la possibile «agibilità politica» di Silvio Berlusconi, se potrà o meno partecipare alla campagna elettorale per le europee, bisognerà partire dal decreto di affidamento in prova al Servizio sociale, che è un ufficio istituzionale.
E leggere il «programma di trattamento». Che tiene conto di due spinte.
La prima è che va favorito e non ostacolato il reinserimento del condannato, la seconda è che il condannato deve essere «in qualsiasi momento reperibile e controllabile». Proviamo a tradurre nella quotidianità il tutto
È possibile che Silvio Berlusconi possa attivarsi a favore delle vittime del reato, e risarcire la collettività per la sua frode fiscale andando un solo pomeriggio la settimana a Cesano Maderno o ad Arcore? Certamente sì.
È anche la qualità del lavoro che conta: saranno le valutazioni di chi lo seguirà ed effettuerà controlli periodici o a sorpresa — e cioè probabilmente la stessa direttrice dell’Uepe, Severina Panariello — a stabilire se Berlusconi sta «risarcendo», oppure se sta ciurlando nel manico.
Nel resto della settimana, Berlusconi avrà alcune limitazioni di orario (non uscire prima delle 6 o 7, non rincasare dopo le 22), di frequentazioni, di luogo.
Può fare «cose legittime», come andare in palestra, vedere la famiglia, lavorare, anche se, in teoria, non potrebbe sconfinare oltre la Lombardia
In passato, sia a camionisti, sia a manager, sia a politici, è stato permesso di viaggiare, anche all’estero.
Ogni autorizzazione viene chiesta però dal condannato (alcuni giorni prima, necessari alla burocrazia) e concessa o negata dal giudice (uno solo, Beatrice Crosti, competente per la lettera B al tribunale di sorveglianza di Milano, che non ha solo l’ex premier a cui badare, ma almeno un centinaio di casi)
La «deroga alle regole ordinarie» non avviene senza alcune prescrizioni precise, perchè in qualsiasi momento il giudice può far controllare se il condannato stia dove ha dichiarato d’essere, o come si è spostato (bus, auto, aereo), e se non è accompagnato da pregiudicati.
Lo schema è questo. Se Berlusconi ha in mente di organizzare un comizio a Trapani, deve sempre chiedere: mi autorizzate? Sono libero di fare così e cosa’?
Posso andarci con questi mezzi? Non rispettare una prescrizione a volte può diventare un problema serio: in Italia, una media di circa il 3, 4 per cento perde ogni anno il beneficio del Servizio Sociale.
Piero Colaprico
(da “La Repubblica”)
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Aprile 11th, 2014 Riccardo Fucile
DALLE OLGETTINE ALLE CENE ELEGANTI DI VILLA ARZILLA
Dunque, addì 11 aprile 2014, siamo ancora qui a domandarci che ne sarà del “detenuto Berlusconi Silvio”.
In un altro paese la risposta sarebbe scontata: dove sta un detenuto se non in galera? Trattandosi poi di un delinquente abituale fin da quando aveva i calzoni corti, l’unica meraviglia nel vederlo entrare in carcere riguarderebbe la tardività dell’approdo: possibile che uno così sia rimasto a piede libero fino a 78 anni suonati?
Da noi invece non si sa. Tripla fissa: 1 (carcere), 2 (domiciliari), X (servizi sociali).
Più probabile la X, considerate l’età , l’influenza politica, l’esiguità della pena scampata all’indulto (1 anno su 4, che poi si riduce a 10 mesi e mezzo, grazie alla “liberazione anticipata” di 45 giorni a semestre) e il risarcimento del danno (10 milioni all’Agenzia delle Entrate).
Resta il fatto che l’Italia è l’unico paese al mondo dove non è affatto detto che un pregiudicato in esecuzione pena finisca in galera, anzi è molto improbabile.
Ma siccome non è escluso, lo Zelig di Arcore si produce nell’ultima formidabile metamorfosi: l’uomo che per 22 anni ha tuonato contro le toghe rosse comuniste, golpiste, eversive, antropologicamente estranee alla razza umana, come le Br e la banda della Uno Bianca, cancro della democrazia, sempre precisando che non ce l’aveva con tutti i magistrati in generale, ma con “alcuni” in particolare, cioè con quelli che si occupavano di lui, ora fa sapere che i suoi attacchi avevano motivazioni squisitamente politiche ed erano rivolti esclusivamente ai propri elettori per sollecitare la riforma della giustizia, ma mai e poi mai diretti alle persone di questo o quel magistrato, nutrendo lui sconfinata ammirazione per la categoria togata.
Scherzava: ora non si può più nemmeno fare una battuta?
Il fatto che, mentre i giudici di sorveglianza leggevano con gli occhi fuori dalle orbite la sua contrita memoria difensiva, lui comiziasse contro “la sinistra che, col suo braccio giudiziario, sta perpetrando il quinto colpo di Stato in vent’anni per impedirmi di fare campagna elettorale”, rientra nella simpatica esuberanza dell’uomo.
Del resto è proprio lui a dire che, se proprio vogliono imporgli un programma riabilitativo senza limitarsi ad affidarlo all’assistente sociale, gradirebbe fare il “motivatore” di “disabili mentali e fisici”, fra i quali spera di incontrare qualche collega affetto da dissociazione e doppia o tripla personalità : il tutto in una struttura della Brianza che ancora non esiste.
Come Bertoldo che, condannato all’impiccagione, ottenne di scegliersi l’albero e optò per una piantina di fragole.
Comprensibilmente allarmati per le sorti dei disabili, cui non si vede perchè infliggere pure le visite del molesto attaccabottoni ansioso di rieducarli, gli addetti all’Ufficio esecuzioni preferiscono invece che accudisca anziani non autosufficienti.
Il fatto che l’Ufficio sia diretto dalla signora Panarello, che di nome fa Severina quasi come la Severino, la legge che l’ha dichiarato ineleggibile e decaduto, aggiunge un tocco di humour involontario alla triste storia.
Triste non per B., si capisce, ma per i malcapitati anziani e/o disabili che dovranno sciropparselo per 10 mesi e passa e, diversamente da lui, non han fatto nulla di male per meritarsi una simile pena accessoria.
Lui però, informa Repubblica , si lagna: “Se c’è una cosa che lo deprime è la vista e il contatto con persone in difficoltà ”.
E che dovrebbero dire allora le olgettine, che per 2-3 mila euro al mese accudivano il suo “culo flaccido” (Minetti dixit) e tutto il resto? Mica si sono depresse. Sopportavano stoicamente, come Dudù e Francesca. In ogni caso potrebbe organizzare gare di burlesque e cene eleganti con le vecchine di Villa Arzilla, per tirarsi su.
L’importante è che rispetti le prescrizioni: rincasare entro le 23, non uscire prima delle 6, non lasciare la Lombardia senza permesso e soprattutto “non frequentare pregiudicati”.
Il che gli terrà lontani per 10 mesi e mezzo i tre quarti di Forza Italia.
E gli imporrà di eliminare o coprire tutti gli specchi di casa. Che sarà mai: nel mondo ci sono frodatori fiscali che stanno peggio di lui.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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