Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
UNA INTERCETTAZIONE TELEFONICA SOSPETTA E UNA TESTIMONIANZA FAREBBERO RIFERIMENTO AI DUE “CONTRATTI FORZATI”
Da una parte una “fedelissima”, che faceva parte del suo staff già nel 2011 al Viminale e che lo ha seguito nel
corso della sua carriera fino alla poltrona del Pirellone.
Dall’altra una “conoscente”, premiata con un contratto di lavoro da 5mila euro mensili.
Una sospetta storia di malcostume e di “spintarelle” che si intreccia con una vecchia inchiesta giudiziaria e con recentissimi accertamenti burocratici sui contratti Expo 2015, sui quali ormai da intere settimane sono puntati gli occhi degli inquirenti lombardi.
E’ stato da due canali diversi e quasi simultanei che la procura di Busto Arsizio, titolare dell’indagine su Finmeccanica, è arrivata a indagare sul presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, accusato di aver fatto ottenere due contratti “tramite pressioni” a due sue conoscenti, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, assunte rispettivamente dalle società Expo 2015 ed Eùpolis, ente di Regione Lombardia per la ricerca, la statistica e la formazione.
Il sospetto degli inquirenti è infatti che il governatore, non essendo riuscito a “sistemare” le due donne all’interno dei suo staff, in quanto “la loro assunzione sarebbe stata soggetta a controlli da parte della Corte dei Conti”, abbia cercato di trovare loro un impiego tramite il capo della propria segretaria Giacomo Ciriello (anche lui indagato) attraverso le due società “esterne” ma sempre legate alla Regione.
In particolare, la Carluccio sarebbe stata premiata con un contratto a termine da 29.500 euro annui e Maria Grazia Paturzo, con un mensile di 5.417 mensili euro per la durata di due anni.
“La loro attività è finalizzata all’ottimizzazione e all’efficienza della macchina organizzativa in vista dell’evento Expo. In particolare, una figura professionale ha un preciso scopo di raccordo tra Regione e società Expo, mentre l’altra, di provata esperienza professionale, ha un ruolo di consulenza delle diverse tematiche organizzative legate a Expo”, ha detto pubblicamente Maroni.
Di sicuro, la stima professionale verso queste due donne non gli manca.
In particolare verso Mara Carluccio.
Leggendo il suo curriculum disponibile sul web, infatti, si vede che la donna ha seguito “Bobo” lungo il corso della sua carriera dai tempi del ministero del Lavoro, passando per il Viminale fino a oggi.
Nel 2001, infatti, la Carluccio, che risulta diplomata al liceo linguistico, era responsabile delle relazioni e del coordinamento con gli enti istituzionali nell’ambito delle iniziative comunitarie ed internazionali del Ministero del Lavoro, nell’era Maroni.
Nel 2008-2011, eccola di nuovo al fianco di “Bobo”, al Ministero dell’Interno.
Incarico “di diretta collaborazione con il Ministro dell’Interno, On. Roberto Maroni, in qualità di consigliera nell’ambito della Segreteria del Ministro- Ufficio del Consigliere Diplomatico, per le politiche comunitarie e di genere, con particolare riferimento allo svolgimento delle attività internazionali dell’Unione europea”.
Da allora, fino al 2013, risulta aver avuto un incarico di consulenza professionale sempre presso il ministero dell’Interno e del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
Nel 2014 è passata — sempre al Viminale — a un incarico di consulenza tecnico per le esigenze della Direzione centrale della polizia criminale.
Il “salto” alla società Expo non deve essere passato inosservato.
Ed è balzato anche agli occhi dei carabinieri del Noe, attraverso due canali.
Mentre, infatti, su direzione della Procura di Busto Arsizio continuavano a monitorare l’affare Finmeccanica, anche alla luce del processo tuttora in corso, si sono imbattuti in un’indagine immediatamente stralciata.
Un’intercettazioni telefonica sospetta, che faceva riferimento a questi due contratti “forzati”.
Che si è sommata a una testimonianza-conferma che in questi ultimi giorni sarebbe arrivata direttamente dalla società Expo, “forzata” — secondo la Procura di Busto — ad assumere una delle due donne.
“In queste ultime settimane l’attenzione su tutta la documentazione e i contratti Expo si è alzata tantissimo”, conferma un investigatore del Noe, “c’era da aspettarsi che qualche contratto ‘opaco’ sarebbe stato segnalato. Noi abbiamo solo avuto una doppia conferma”.
Le due società interessate da questo filone d’indagine, infatti, negli ultimi tempi sono finite per motivi diversi nel mirino della magistratura.
Mentre Expo 2015 è stata travolta a maggio da una serie di arresti eccellenti (il suo manager Angelo Paris è finito in manette) e negli ultimi giorni — per volere del pool Anticorruzione di Raffaele Cantone – sono finiti appalti già assegnati e segnalati dall’autorità di vigilanza sui contratti pubblici, anche la Eùpolis non è rimasta immune dalle indagini.
A indagare su di lei, la Guardia di Finanza di Milano, dopo l’esposto di un professore a contratto, inspiegabilmente declassato dal primo al secondo posto in graduatoria in favore di altri candidati.
(da “Huffington Post”)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
IL SENATORE DISSIDENTE DEL PD E VICE-DIRETTORE DEL CORRIERE: “VERDINI HA UN INTERESSE NEI PROCESSI SUL CRAC DEL CREDITO COOPERATIVO IN CUI LO STATO POTREBBE COSTITUIRSI PARTE CIVILE”
“Caro Berlusconi, non la capisco più”. Il senatore dissidente del Pd Massimo Mucchetti pubblica oggi sul suo blog una lettera aperta all’ex premier su riforma elettorale e riforma costituzionale.
”Nel 1994 — sostiene in sintesi Mucchetti — lei rifiutò l’accomodamento con la politica, che le veniva suggerito da Fedele Confalonieri e da altri uomini della Fininvest, e fondò un partito al duplice scopo di dare voce all’Italia del Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), decapitata da Mani Pulite, e di avere così anche uno scudo per le sue aziende minacciate dai “comunisti”. Dimostrò realismo e coraggio ed ebbe successo. Adesso, avvocati e uomini di Mediaset le suggeriscono ancora l’appeasement con il governo, prospettandole la grazia del Quirinale come rimedio alla condanna e la benevolenza di palazzo Chigi nel settore televisivo. Ma è sicuro che si tratti di consigli utili?”.
“Berlusconi si illude sulla tenuta del patto del Nazareno che aveva lo scopo di assicurare ai due contraenti il monopolio del governo e dell’opposizione — aggiunge l’ex vicedirettore del Corriere della Sera — Ma Renzi non è un uomo d’affari che fonda la propria reputazione sulla parola data”.
Per Mucchetti “il premier, come dimostra il suo rapporto con Enrico Letta, fonda la reputazione vincente sull’utilità delle scelte e perciò segue la politica del carciofo: oggi la riforma del Senato come la vuole lui; domani l’accordo con Bersani, Alfano e Calderoli sulla legge elettorale scaricando Forza Italia allo scopo di avere il duplice vantaggio di ricompattare la sinistra e garantire la sopravvivenza di un centro-destra plurale, e cioè diviso e debole, anzichè monopolizzato da Forza Italia”.
La lettera aperta si conclude con un accenno a Denis Verdini e ai suoi processi sul crac del Credito Cooperativo Fiorentino e su altro, processi nei quali lo Stato potrebbe avere un ruolo cruciale come parte civile per far pendere la bilancia dal lato dell’accusa o da quello della difesa:
“E’ sicuro Berlusconi che il suo amico Verdini spinga tanto nell’accomodamento con Renzi, avendo lui un interesse personale assai più concreto di quello del leader di Forza Italia?”.
Quanto alla grazia presidenziale, il senatore Mucchetti fa presente che, “con i processi in corso a Milano, Bari e Napoli, Berlusconi rischia di avere bisogno non di una grazia, ma di tre o quattro grazie, troppe per qualsiasi presidente”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
A QUALCUNO SERVE CHE GLI ITALIANI IGNORINO I REALI DATI PER POTER CONTINUARE A SPECULARE SUI MORTI
Il problema dell’immigrazione è un tema particolarmente sentito, come sempre negli ultimi anni, quando
d’estate gli sbarchi aumentano e la percezione della presenza di immigrati sul nostro territorio cresce più che proporzionalmente.
E tanto più succede in questi mesi così drammatici e travagliati
Gli stranieri regolari residenti in Italia sono circa 4.377.000 (dati Istat al gennaio 2013) e rappresentano poco più del 7% della popolazione che vive stabilmente nel nostro paese.
Ma gli italiani intervistati pensano che gli immigrati regolari, escludendo i clandestini, siano molti di più.
Solo il 4% infatti stima che la loro incidenza sulla popolazione sia inferiore alla media (il 4% o meno), l’8% (sempre una percentuale davvero bassa) stima un valore molto vicino a quello reale (tra il 5 e l’8%), la grandissima maggioranza (69%) invece pensa che siano di più, addirittura quasi un quarto pensa che gli immigrati regolari siano almeno la metà della popolazione residente.
Questa sovrastima sembra una costante nella percezione degli italiani e tende a crescere: la stessa domanda fatta più di nove anni fa dava una percentuale del 61% di chi stimava la presenza degli immigrati superiore alla realtà .
Oggi questa percentuale, come abbiamo visto, è del 69%.
Il dato è piuttosto trasversale, anche se una percezione un po’ più alta del fenomeno si riscontra tra gli elettori del Movimento 5 Stelle, tra i ceti medi e i lavoratori autonomi, nei piccoli centri.
Una presenza così massiccia di immigrati è vissuta come un costo da quasi il 70% degli italiani, tra tutti i segmenti sociali, esclusi gli studenti, e tra tutti gli elettori, compresi quelli del Pd (58%).
Ma non è affatto vero che le spese che il nostro paese deve sopportare per il controllo dell’immigrazione clandestina, l’accoglienza dei migranti, l’assistenza pubblica e l’integrazione superino di gran lunga i vantaggi che ne riceviamo in termini di versamenti di tasse e contributi.
Anche in questo caso sembra evidente che questa percezione è influenzata dal recente, ed acceso, dibattito sui costi dell’operazione Mare nostrum.
Si tratta indubbiamente di un impegno pesante per il nostro paese, stimato in circa 9 milioni al mese, poco più di 100 milioni l’anno.
Ma se sull’altro piatto della bilancia mettiamo l’Irpef versata dai contribuenti stranieri (nel 2013 poco più del 7% del totale dei contribuenti) che complessivamente versano al nostro stato più di 6 miliardi e 500 milioni (ricaviamo questi dati dal Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione — edizione 2013 della Fondazione Leone Moressa, pubblicato da Il Mulino), le cose cambiano.
Tuttavia, l’idea che oramai la contribuzione degli immigrati al nostro sistema sociale sia così rilevante è davvero poco diffusa: solamente un italiano su quattro ritiene che, pur con queste ingenti spese, il saldo sia positivo.
L’altro tema ineludibile a questo proposito è relativo al ruolo dell’Europa.
La maggioranza assoluta (56%) pensa che l’Europa abbia scaricato sull’Italia il peso del problema.
Ma una robusta minoranza (il 36%) pensa che le colpe siano soprattutto dell’Italia, che non riesce ad organizzarsi e che scarica sull’Unione questa incapacità .
Queste posizioni hanno una più marcata accentuazione politica, anche perchè pertengono all’operato del governo.
Non a caso gli elettori della compagine governativa (Pd e centristi) sono convinti per oltre il 60% che le responsabilità ricadano innanzitutto sull’Europa, mentre il contrario avviene fra gli elettori dei partiti dell’opposizione che, per il 50% o poco più scaricano le colpe sul nostro paese.
Comunque sia, emerge con evidenza un pesante problema di informazione.
Se il tema dell’immigrazione difficilmente potrà sottrarsi all’emergenza che lo caratterizza, una maggiore conoscenza dell’effettiva realtà dell’immigrazione regolare e del suo contributo al funzionamento del nostro paese può essere utile a favorire un dibattito meno drammatizzante.
Nando Pagnoncelli
(da “il Corriere della Sera“)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
LA POLITICA COSTA E I CONTRIBUTI PRIVATI RIESCONO SOLO IN PARTE A COPRIRE IL DEFICIT
Si fa presto a dire «taglieremo i costi della politica».
Poi uno legge i conti 2013 dei partiti e si rende conto che nel migliore dei casi siamo ancora nel regno fatato delle buone intenzioni.
L’anno scorso il sistema ha accumulato una perdita di oltre 60 milioni di euro. La metà circa di questa somma viene dal buco della Berlusconi spa.
Pdl e Forza Italia, sommate insieme, hanno chiuso il 2013 con un deficit di 33 milioni di euro.
Anche il Pd naviga a vista: le perdite sono aumentate dai 7 milioni del 2012 ai 10,8 milioni dell’anno scorso.
E a ben guardare anche la Lega Nord rischia grosso.
Nel 2013 il movimento guidato da Matteo Salvini ha incassato 12 milioni e ne ha persi 14, cioè 4 milioni in più rispetto all’anno prima.
Tra tutti i gruppi presenti in Parlamento, soltanto Sel galleggia aggrappata a un profitto striminzito, 145 mila euro.
Magra consolazione per Nichi Vendola, perchè al bilancio in utile corrisponde un partito che si sfarina.
I partiti perderanno (altri) 45 milioni
La norma che taglia i rimborsi elettorali contiene una svista che ridurrà di un ulteriore terzo il denaro che sarà erogato nel prossimo triennio.
Solo fra Pd e Forza Italia, i partiti più colpiti, si prevedono minori entrate per circa 15 milioni
Il panorama complessivo, tra deficit e debiti, resta comunque desolante.
La politica costa, mentre per effetto delle nuove norme sul finanziamento pubblico si va esaurendo il fiume dei rimborsi elettorali, pagati dalle tasse dei cittadini. L’alternativa sarebbero i contributi privati, quelli dei militanti, che però, almeno finora, sono riusciti a coprire solo in parte il deficit prodotto dal calo dei sussidi di Stato, destinati a cessare del tutto nel 2017.
ROSSO PD
Per tamponare le perdite il Pd ha battuto cassa dai suoi parlamentari, che nel nel 2013 hanno versato 5,4 milioni contro i 4,8 milioni del 2012. Risultano più che raddoppiate anche le entrate alla voce “contributi da persone fisiche”, passate da 3,4 a 7,1 milioni. Insomma, l’appello dei vertici del partito non è del tutto caduto nel vuoto, anche grazie alla mobilitazione delle strutture locali.
Il bilancio però resta in bilico, anche perchè nel frattempo sono letteralmente crollati i rimborsi elettorali, passati nell’arco di due anni dai 58 milioni del 2011 ai 24,7 incassati nel 2013. C’è poco da sorprendersi, allora, se il patrimonio netto dell’azienda Pd, per effetto delle perdite, si è ridotto a soli 5 milioni di euro, contro i 15 milioni del 2012 e i 23 milioni dell’anno precedente.
LEGHISTI IN FUGA
L’esercito dei lumbard, invece, l’anno scorso, ha addirittura dimezzato l’obolo a sostegno del movimento fondato da Umberto Bossi. Nel bilancio 2013 la voce “contribuzioni da persone fisiche” non va oltre 3,8 milioni contro i 6,8 milioni del 2012.
In effetti, dopo il caso Belsito, con i soldi della Lega Nord utilizzati per pagare la laurea albanese di Bossi junior (il Trota) o dilapidati in altre iniziative discutibili, non è una sorpresa che molti leghisti abbiano preferito tagliare i fondi al partito.
Resta da vedere se il nuovo segretario Matteo Salvini riuscirà nell’impresa di convincere la base a metter mano al portafoglio.
Nel frattempo si scopre che nel 2013 la Lega Nord ha dovuto far fronte a costi per 3,1 milioni alla voce “spese legali”.
Come dire che oltre un quarto delle entrate complessive del partito (12,4 milioni) è stato usato per pagare gli avvocati.
Questi oneri, si legge nel bilancio, sarebbero dovuti a “emolumenti e altri gravami afferenti anche a contenziosi con consulenti legali”.
ONOREVOLI SPONSOR
Conti in pareggio, o quasi, per Scelta Civica, il partito nato nel nome del rigore economico e del suo profeta, Mario Monti.
Il bilancio del 2013 si è chiuso in perdita, ma di poco, solo 106 mila euro. In compenso, dopo il disastroso risultato elettorale delle Europee di maggio, il partito è quasi scomparso. Scomparso fino a un certo punto, perchè i soldi continuano a viaggiare. Ad agosto Scelta Civica prevede di incassare una rata da 2 milioni dei rimborsi elettorali per le Politiche del 2013.
Nel frattempo, per far quadrare i conti, il partito fondato da Monti ha chiesto un prestito a Unicredit. Poi ci sono i contributi privati.
Nell’elenco dei finanziatori spiccano un paio di nomi, entrambi parlamentari. Ilaria Borletti Buitoni, che è anche sottosegretario ai Beni Culturali, ha staccato un assegno da 711 mila euro. Una somma che da sola vale un quarto della raccolta complessiva del partito, pari a circa 3 milioni. Altri 113 mila euro sono arrivati dall’avvocato Andrea Mazziotti, pure lui deputato. Monti invece si è fermato a 9 mila euro.
MENOMALE CHE SILVIO C’E
Forza Italia è un caso a parte. Lì c’è un uomo solo al comando che finora ha pagato per tutti, o quasi. Si chiama Silvio Berlusconi ed è grazie alle sue fideiussioni bancarie che il partito non si è inabissato, travolto da un disavanzo patrimoniale, cioè il deficit accumulato di anno in anno, che nel 2013 ha superato di slancio gli 83 milioni.
E pensare che Forza Italia è tornata in attività da meno di un anno, dopo che nel 2009 aveva lasciato il posto al Popolo della libertà .
Nella sua breve vita il Pdl è riuscito comunque a scavare un buco profondissimo.
Le perdite 2013 ammontano a oltre 14 milioni, che si sommano ai 3,7 milioni del disavanzo 2012.
Numeri come questi raccontano di una vera Caporetto contabile, a cui i vertici di Forza Italia cercano di dare meno pubblicità possibile.
Tutti i partiti hanno pubblicato il bilancio sul loro sito.
Tutti salvo Forza Italia, che ha fin qui diffuso solo un breve comunicato riassuntivo con un paio di cifre del tutto generiche. Neanche l’ombra di un rendiconto.
E la trasparenza? Sarà per un’altra volta.
Forse
Vittorio Malagutti
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
IL PRETE CRITICA IL MARESCIALLO DEI CARABINIERI, FORSE PERCHE’ HA DIVERSI CUGINI DETENUTI? … E DEI PORTATORI INDAGATI DICE: “SAREMO AL LORO FIANCO, NON POSSIAMO ABBANDONARLI, NON HANNO FATTO NULLA”
“Non capisco l’attività della Dda. Gli arresti non servono, così si criminalizza e basta”. ![](https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-xpa1/t1.0-9/10522764_10202996117236493_2563278708565905131_n.jpg)
Don Benedetto Rustico non sembra aver capito il senso delle indagini avviate dalla Procura di Reggio Calabria sulla processione di Oppido Mamertina che si è tenuta il 2 luglio scorso quando la statua della Madonna delle Grazie ha effettuato l’inchino davanti all’abitazione del boss Giuseppe Mazzagatti.
Ma soprattutto il parroco di Tresilico non ha capito le parole di Papa Francesco che, dalla vallata di Sibari, due settimane prima aveva scomunicato mafiosi.
Dalle colonne de La Stampa, infatti, don Benedetto Rustico lancia il suo contro-anatema in salsa calabrese ripetendo gli stessi discorsi dei suoi parrocchiani.
Si scaglia contro la magistratura e contro il maresciallo della stazione di Oppido Mamertina, Andrea Marino, “reo” di avere fatto saltare il tappo di un rito religioso condizionato dalla ‘ndrangheta capace di fare “inchinare” la Madonna vicino all’abitazione del boss agli arresti domiciliari.
“Si criminalizza e basta. — ripete come un mantra don Benedetto — La processione ha sempre fatto lo stesso percorso, da decenni fa quel mezzo giro in prossimità di corso Piemonte, si faceva già molto prima che la famiglia Mazzagatti si trasferisse in quella strada. Tra i portatori della statua della Madonna che sono finiti sotto inchiesta c’è chi ha avuto un tumore e ha fatto un voto e c’è anche chi ha avuto problemi con la giustizia, ma la redenzione è per tutti”.
E se ci sarà un processo per gli indagati che potrebbero essere accusati di associazione mafiosa? “Saremo al fianco di questi ragazzi, ci costituiremo con loro non possiamo abbandonarli, perchè non hanno fatto niente”.
Come ha già fatto la figlia del boss Giuseppe Mazzagatti, anche Don Benedetto non risparmia critiche al maresciallo Marino che, qualche giorno prima della processione, aveva avvertito i membri della commissione della festa per invitarli a non fare soste o inchini davanti l’abitazione di ‘ndranghetisti: “Ha parlato soltanto con qualcuno. — sostiene il parroco -. Poi bisognerebbe capire un’altra cosa: se il suo era solo un consiglio o un ordine. Ci conosciamo da tempo con il maresciallo e ci siamo sempre confrontati nel reciproco rispetto. Per esempio, so che lui non è d’accordo quando facciamo le preghiere per i detenuti, ma lui è un carabiniere”.
Tra i detenuti di Oppido Mamertina in questo periodo ci sono anche alcuni cugini del parrocco, fino all’anno scorso portatori della vara, arrestati nell’operazione “Erinni” per associazione mafiosa e indagati per omicidio.
Ma “la rendenzione è per tutti”.
Evidentemente la pensa così don Benedetto Rustico che il 6 luglio scorso aveva invitato i suoi parrocchiani a prendere a schiaffi il giornalista del Fatto Quotidiano che voleva addirittura entrare in chiesa.
Un comportamento che non ha fatto altro che aumentare le polemiche sul rapporto ‘ndrangheta-Chiesa. Il parrocco di Tresilico è in attesa di capire se la sospensione di tutte le processioni della diocesi a tempo indeterminato è l’unico provvedimento assunto dal vescovo Milito.
O se, per lui, c’è già pronta una nuova parrocchia lontano dalla Calabria.
Lucio Musolino
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
SI TRATTA DI DUE CONTRATTI A TERMINE SU PROGETTI EXPO A FAVORE DI DUE COLLABORATRICI CHE NON ERANO STATE INSERITE NELLO STAFF DI MARONI PER TIMORE DELLA CORTE DEI CONTI
Sono due donne che hanno fatto finire nei guai Roberto Maroni.
Il governatore della Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati perchè due signore, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, che non erano state inserite nello staff del presidente per timore che la Corte dei conti potesse fare dei controlli e contestare le assunzioni, hanno ottenuto due contratti, uno da Eupolis e l’altro da Expo 2015.
Questa l’ipotesi della Procura di Busto Arsizio che ha inviato i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente nelle sedi della Regione Lombardia a Milano e Roma.
La Carluccio era stata già in passato collaboratrice del leghista quando era ministro dell’Interno e in passato ha ottenuto incarichi di consulenza.
A lei è finito, secondo quando si legge il capo di imputazione, un contratto di Eupolis Lombardia l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione del Pirellone. Un contratto da 29.500 euro annui, somma “fissata” dalla stessa Carluccio “per proprie esigenze fiscali”.
Più ricco il secondo contratto: alla Paturzo, già collaboratrice di Isabella Votino portavoce di Maroni, dovevano arrivare 5417 euro mensili per due anni.
In questo caso a essere concussi sarebbero stati esponenti di Expo 2015 (ancora da identificare) e esponenti di “Obiettivo lavoro temporary manager”.
L’indagine nasce da quella su Finmeccanica per cui il procuratore di Busto Arsizio Eugenio Fusco ha fatto la requisitoria il 3 luglio.
Lorenzo Borgoni, ex manager del gruppo pubblico, a verbale aveva raccontato di una tangente versata alla Lega nell’affaire degli elicotteri destinati all’India.
Ma di questa mazzetta gli inquirenti non hanno mai trovato alcun riscontro e quindi il filone della presunta bustarella destinata al Carroccio era stato accantonato.
Gli investigatori indagando su una presunta corruzione si sono imbattuti in quella che prima della legge Severino era una concussione.
Questa mattina nella sede di Palazzo Lombardia sono arrivati i carabinieri per acquisire documenti e per interrogare i testimoni.
I carabinieri hanno sequestrato molto materiale cartaceo e informatico. nessun altro politico risulta coinvolto nell’indagine e se questa storia porterà ad altri avvisi di garanzia lo si capirà nei prossimi giorni.
Allo stato comunque non esiste nessun collegamento con la grande inchiesta sugli appalti Expo che ha portato alla scoperta di una vera e propria cupola degli appalti che ha portato all’arresto di Primo Greganti e Gianstefano Frigerio.
L’avviso di garanzia porta una data recentissima: ovvero il 4 luglio 2014, il giorno dopo che il magistrato nella sua requisitoria su Finmeccanica, escludendo la tangente alla Lega, aveva fatto intendere che però ci potevano essere altri sviluppi.
Durante quella requisitoria il pm ha chiesto 6 anni per Giuseppe Orsi, ex numero uno del gruppo.
“Si tratta — spiega — di due contratti a termine per persone che svolgono, con mansioni diverse, attività quotidiana di supporto della Regione Lombardia dalla sede di Roma. La loro attività è finalizzata alla ottimizzazione e alla efficienza della macchina organizzativa in vista dell’evento Expo. In particolare, una figura professionale ha un preciso scopo di raccordo tra la Regione Lombardia e la società Expo, mentre l’altra, di provata esperienza professionale, ha un ruolo di consulenza delle diverse tematiche organizzative legate a Expo. Sono, ribadisco, sereno e fiducioso che le cose verranno al più presto chiarite”.
Anche Expo ha diffuso una nota in cui di fatto descrive i fatti come contestati dalla Procura di Busto Arsizio, ed evidenzia che è la Regione ad averle “dirottate” ad Expo: “Expo ha accolto la segnalazione di Regione Lombardia — attraverso il gabinetto del Presidente — che ha indicato in Mariagrazia Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire, data la sua provata esperienza in ambito istituzionale”.
Alessandro Madron e Davide Milosa
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
SONO IMPUTATI 41 CONSIGLIERI REGIONALI: NOMI E CONDANNE… DUE PATTEGGIAMENTI E DUE RINVII A GIUDIZIO PER I CONSIGLIERI REGIONALI DI FDI
Quattro condanne tra un anno e otto mesi e tre anni, 14 patteggiamenti e 23 rinvii a giudizio: queste le
decisioni del gup Roberto Ruscello.
Le condanne sono di tre anni a Roberto Boniperti, 2 anni e sei mesi a Gabriele Moretti e di 1 anno e 8 mesi per Carla Spagnuolo e Valerio Cattaneo, ex presidente del consiglio regionale.
Accolte tutte le richieste di patteggiamento.
Per gli ex consiglieri rinviati a giudizio il processo inizierà il 21 ottobre, data già fissata per il giudizio dell’ex presidente Roberto Cota.
I consiglieri a giudizio
I rinviati a giudizio sono Michele Dell’Utri (Moderati), Angelo Burzi (Progettazione), Michele Formagnana (Pdl), Daniele Cantore (Pdl), Alberto Cortopassi (Pdl), Rosa Anna Costa (Pdl), Massimo Giordano (Lega Nord), Roberto De Magistris (Lega Nord), Luigi Cursio (Idv), Giovanni Negro (Udc), Andrea Stara (Insieme per Bresso), Girolamo La Rocca (Pdl), Lorenzo Leardi (Pdl), Rosanna Valle (Progett’Azione), Massimiliano Motta (Fratelli d’Italia), Federico Gregorio (Lega Nord), Riccardo Molinari (Lega Nord), Paolo Tiramani (Lega Nord).
Sono stati rinviati a giudizio anche Michele Giovine (Pensionati per Cota), Angiolino Mastrullo (Pdl), Augusta Montaruli (Fratelli d’Italia), Alfredo Roberto Tentoni (Pdl)
I patteggiamenti
Queste le pene patteggiate: Maurizio Lupi, dei Verdi Verdi, rinviato a giudizio per l’accusa di truffa, ha patteggiato la pena di 1 anni e 4 mesi per il reato di peculato. Oltre ai 23 ex consiglieri rinviati a giudizio, andrà a processo anche Sara Lupi, figlia di Maurizio, a cui è contesta la truffa in concorso con il padre per avere percepito un compenso da collaboratrice del gruppo, nonostante (secondo l’accusa) fosse in realtà a Parigi per motivi di studio.
Hanno patteggiato Gianfranco Novero (Lega Nord), 1 anno e 3 mesi; Elena Maccanti (Lega Nord) 1 anno; Franco Maria Botta (Fratelli d’Italia) 1 anno e 4 mesi; Antonello Angeleri (Lega Nord) 1 anno e 4 mesi; Marco Botta (Fratelli d’Italia), 1 anno e 1 mese; Cristiano Bussola (Pdl), 1 anno e 1 mese; Luca Pedrale (Pdl), 1 anno e 6 mesi; Mario Carossa (Lega Nord), 1 anno e 6 mesi; Giovanna Quaglia (Lega Nord), 1 anno; Tullio Ponso (Idv), 1 anno e 3 mesi; Andrea Buquicchio (Idv), 1 anno e 4 mesi; Francesco Toselli (Pdl), 1 anno e 1 mese; Michele Marinello (Lega Nord), 1 anno.
(da “La Stampa“)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
IN SOCIETA’ CON LA CONDUTTRICE TV PAOLA FERRARI
La deputata di Forza Italia Daniela Santanchè e la giornalista e conduttrice televisiva Paola Ferrari De Benedetti hanno presentato ieri una offerta formale ai liquidatori dell’Unità per acquisire il quotidiano fondato da Antonio Gramsci.
Lo scrive l’agenzia di stampa LaPresse, ricordando che lo storico giornale del Pci, in liquidazione da metà giugno, è a rischio fallimento e chiusura se non arriverà e non verrà accettata l’offerta di un compratore entro il 30 luglio.
Nei giorni scorsi si era parlato dell’interesse della Santanchè per la storica testata.
Un’ipotesi che i giornalisti dell’Unità avevano definito “senza futuro”, perchè “da quanto ci dicono i liquidatori, la sola idea che questa testata possa andare a finire nelle mani di una esponente di Forza Italia è incompatibile con la storia del giornale e quindi con la sua valorizzazione”.
Il 3 luglio scorso il Cdr del quotidiano aveva lanciato un allarme: “L’Unità ha un mese di vita – dicevano in un appello – Se entro la fine di luglio non si manifesterà un’offerta di acquisto solida, credibile, che salvaguardi la testata e i suoi lavoratori, il fallimento non sarà più un rischio, ma una certezza”.
(da “Huffingtonpost“)
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Luglio 14th, 2014 Riccardo Fucile
CARABINIERI IN REGIONE LOMBARDIA, IL GOVERNATORE INDAGATO PER IRREGOLARITA’ IN DUE CONTRATTI
Roberto Maroni ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Busto Arsizio per “induzione indebita a dare
o promettere utilità per presunte irregolarità in due contratti di collaborazione a termine su progetti per Expo, stipulati non dalla regione ma da società Expo ed Eupolis.
È quanto rende noto un comunicato della Regione Lombardia.
Per la stessa ipotesi di reato è indagato anche il capo segreteria di Maroni, Giacomo Ciriello.
L’indagine sarebbe scaturita da accertamenti nell’ambito dell’inchiesta Finmeccanica.
Questa mattina nella sede del Pirellone sono arrivati i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente per acquisire documenti.
Eupolis Lombardia è l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione di Regione Lombardia, e secondo quanto si legge sul sito ufficiale, operativo dal 1° gennaio 2011 “a sottolineare l’attenzione crescente alla conoscenza come fondamento dell’azione politica e amministrativa”.
Da dicembre 2011 à‰upolis, secondo quanto riporta il sito, “ha sottoscritto una convenzione quadro con il Commissario Generale di Expo Milano 2015 per supportare: — la definizione e l’approfondimento del tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, soprattutto attraverso la predisposizione di approfondimenti conoscitivi (normativa, letteratura, stakeholder, etc.) in relazione ai vari sottotemi; — la gestione delle relazioni internazionali in ottica di promozione della partecipazione dei Paesi ad Expo 2015; — l’attività tecnico amministrativa, in particolare nell’attività di informazione sugli sviluppi e gli avanzamenti nella preparazione dell’Esposizione”.
“Maroni — si legge nella nota della Regione — è stato nel suo ufficio e ha preso visione dei documenti relativi alla contestazione si è reso immediatamente disponibile agli Uffici del Procuratore per chiarire la regolarità e correttezza della questione”.
(da agenzie)
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