Destra di Popolo.net

“SENZA EURO ANNI DIFFICILI, MA POI MARGINI DI SVILUPPO”: INTERVISTA AL GIORNALISTA GRECO TRIANTAFILOPOULOS

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

SECONDO IL NOTO GIORNALISTA TV “TSIPRAS HA SPRECATO TEMPO” MA ANCHE I CITTADINI HANNO COLPE: “I RAGAZZI NON VOGLIONO FARE LAVORI FATICOSI E HANNO LASCIATO I VECCHI MESTIERI AGLI IMMIGRATI”

Euro o dracma? Europa o Russia? Con la moneta unica “saremo pakistani per 50 anni, con la dracma torneremmo al dopoguerra ma forse ci salveremmo”, ammette con ilfattoquotidiano.it Makis Triantafilopoulos, uno dei volti più noti del giornalismo investigativo greco, creatore tra l’altro del programma tv Zougla e autore di numerose trasmissioni sugli scandali ellenici, che gli sono valse anche non poche denunce.
In un buon italiano, frutto degli anni trascorsi all’università  di Bologna, Triantafilopoulos analizza vizi e virtù del governo di Alexis Tsipras accusandolo di aver “perso troppo tempo”.
Qual è la situazione sociale al momento in Grecia?
Dipende dalle condizioni economiche del Paese. Quindi se non ci sono soldi non c’è lavoro e se non c’è lavoro restano solo problemi. I cittadini sono divisi tra pro euro e pro dracma. Secondo me con la moneta unica saremo destinati ad essere pakistani per i prossimi cinquant’anni, invece senza l’euro torneremmo agli anni del dopoguerra e della fame. Sarà  molto difficile.
Con la dracma come valuta interna che cosa cambierebbe?
Sarebbe dura, ma solo all’inizio. Dopo i primi due anni di difficoltà  ci potranno essere margini di sviluppo con un’economia basata sul lavoro della gente e sulla possibilità  di eliminare la vera disgrazia greca: la mafia politica.
Come giudica i primi centocinquanta giorni del governo Tsipras?
Il governo ha solo sprecato tempo perchè ha fatto un discorso politico mentre gli altri a Bruxelles portavano numeri e conti. L’unico risultato di Tsipras è stato di perdere giorni.
Con quali conseguenze per il paese e i cittadini?
Che il debito aumenta. Che senso ha per i poveri del sud Europa andare a discutere con i ricchi che comandano il continente? Di che cosa dovrebbero parlare, della loro ricchezza o della nostra povertà ? Credo sia la stessa cosa per l’Italia, che conosco bene. Voi vi salvate solo perchè avete l’industria pesante. La Grecia non ha più neanche l’agricoltura.
Perchè non si è riusciti a strutturare una politica industriale in settori favorevoli al Paese, come l’agricoltura o l’enogastronomia?
Moltissimi immigrati, come pakistani e indiani, sono giunti in Grecia per salvarsi e a loro i greci hanno lasciato tutti i mestieri di un tempo. Dove sono oggi i ragazzi greci? Preferiscono stare al caffè e non cercare lavori faticosi. Un mio amico albanese venuto in Grecia per cercare lavoro ha iniziato come operaio e oggi possiede due palazzi interi a Salonicco e tre in Albania. Sono cose pazzesche. Non so come, ma qui si è riusciti a rovinare tutto.
Quanti greci fanno il tifo per un nuovo accordo con i creditori, anche a costo di nuove misure?
La maggior parte aspetta una soluzione del genere perchè teme di tornare alla dracma. Il motivo? Tornare alla Grecia degli anni ’50 significherebbe rimettersi in discussione ed è molto difficile per quei greci che oggi sono abituati al benessere e alla globalizzazione. La gente qui è maleducata e pensa che nei campi debbano lavorare solo gli albanesi.
Quanto è verosimile un nuovo rapporto tra Grecia e Russia?
Non ci credo, anche se sono uno di sinistra. Ma sinistra alla bolognese e non alla greca, così come non ci ha creduto neanche Togliatti a Salerno. I russi guardano solo i propri confini e aiuteranno la Grecia solo se per loro è conveniente. Altrimenti la abbandoneranno: questo è poco ma sicuro.

Francesco De Palo
(da “il Fatto Quotidiano“)

argomento: Europa | Commenta »

“L’OBIETTIVO DELL’ISIS E’ EUROPEI CONTRO MUSULMANI”: INTERVISTA AL POLITOLOGO GILLE KEPEL

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

L’ESPERTO DEL MONDO ARABO: “MA LA NOSTRA VITA QUOTIDIANA RESTA SICURA”

«Ora hanno superato una linea rossa che non dovevano varcare. Oggi ero in una importante moschea di Tolosa: l’imam ha condannato con forza l’episodio di Grenoble ».
Questo teneva a dire Gilles Kepel, politologo, accademico e grande esperto del mondo arabo. Che avvisa: «Non mi stupirei se ci fossero presto altri episodi».
Professor Kepel, abbiamo visto colpire in spiaggia, in una fabbrica, nell’auto di un uomo ucciso dal proprio dipendente. C’è un’immagine di grande fragilità .
«La nostra vita quotidiana resta ugualmente sicura. Però la fragilità  è la rappresentazione mediatica che emerge. E l’Is vuole proprio questo, creare paura in Europa e mobilitare gli europei contro i musulmani, per provocare radicalizzazione fra i musulmani, una loro reazione e infine una guerra civile, come spiegava già  nel 2004 l’”Appello alla resistenza islamica globale” che il portavoce di Bin Laden, nome di guerra Abu Mussab Al Suri, pubblicò su internet. Lì si teorizzava l’uso della minoranza di musulmani europei “non assimilabili” alla cultura occidentale. Mi lasci però dire che questi attentati sono nell’anniversario della nascita del Califfato e dimostrano sia la volontà  di festeggiarlo che quella di farsi vedere capaci di colpire ovunque, in un momento nel quale hanno vari problemi».
Sta dicendo che si tratta anche di un segnale di paura?
«Hanno bisogno di non mostrarsi indeboliti. Il cosiddetto califfo Abu Bakr al Baghdadi e il suo portavoce Abu Mohammad al Adnani hanno detto più volte che avrebbero festeggiato in tutto il mondo. Volevano dimostrare la loro capacità  competitiva fra le varie potenze sunnite. Dall’altro lato ci sono Arabia Saudita, Qatar, Turchia, che finanziano i gruppi di Jesh al Fatah contro Assad e mai vorrebbero che l’Is arrivasse a Damasco. Ma l’Is adesso è ferma a Palmira, mentre sul retro ha perso il controllo della frontiera turca, quindi molti guadagni del contrabbando. E i raid aerei hanno successo. Li guidano i microchip piazzati da spie che due giorni fa, in un video diffuso solo in arabo, venivano punite con immersioni in gabbia sottacqua o mozzando loro la testa con l’elettricità . E ora, oltre all’attacco sulla spiaggia tunisina, siamo davanti a una moschea sciita colpita in Kuwait- e alla prima decapitazione in Europa».
Con quale meccanismo si scatenano questi episodi?
«Questa organizzazione non è piramidale: non c’è una decisione presa dall’alto. Si tratta di un meccanismo che parte dal basso, autonomo. Un modo del tutto nuovo di essere da parte di quella che è la terza generazione di jihadisti. Facilmente indottrinabili, poco identificabili, mobilitati via social network a migliaia e con un terreno di guerra raggiungibile con un volo low cost via Istanbul».
C’è una componente sociale, di sentimenti di emarginazione?
«Anche, ma i 1600 francesi coinvolti con il jihadismo non sono certo tutti emarginati. Diciamo che al posto delle vecchie visioni alternative, di destra o sinistra, ora c’è l’islamismo radicale ».
Quale ruolo possono avere gli altri musulmani?
«Sono a Tolosa, il posto dove Mohammed Merah compì la strage della scuola ebraica. Oggi ero in una delle moschee più importanti della città , punto di riferimento dei salafiti. L’imam era sconvolto. Ha definito i fatti di Grenoble come “particolarmente orrendi” perchè compiuti durante il Ramadan. Si è detto “offeso” da quel che è accaduto: credo che l’Is ha passato un confine che non doveva superare.
E la grande sfida è stare tutti uniti, come nella manifestazione dopo gli attentati di Parigi».
Oltre a questo e ad aumentare la sicurezza, cos’altro si può fare?
«La cosa principale è essere in grado capire il fenomeno. Ma gli studiosi specializzati sono pochissimi e i servizi segreti sono incapaci di esaminare questo nuovo terrorismo, che è una vera rivoluzione culturale, fatta dall’effetto dei social media combinato con quello di un terreno di battaglia molto vicino».

Alessandra Baduel
(da “La Repubblica”)

argomento: denuncia | Commenta »

GLI IMPRENDITORI BOCCIANO IL JOBS ACT: “LE ASSUNZIONI NON SONO AUMENTATE”

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

SECONDO UN SONDAGGIO DEI CONSULENTI DEL LAVORO, PER IL 70% I NUOVI CONTRATTI SONO TRASFORMAZIOMI DI CONTRATTI GIA’ IN ESSERE

Il Jobs Act ha incrementato il lavoro a tempo indeterminato ma nella gran parte dei casi si tratta di stabilizzazione di contratti precari e non di un incremento dell’occupazione.
Il dato emerge dal sondaggio “Il Jobs Act a 4 mesi dall’entrata in vigore” della Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro realizzato in occasione della sesta edizione del Festival del lavoro secondo cui solo il 40% degli intervistati pensa che il Jobs Act abbia ricadute economicamente e socialmente significative sul proprio territorio.
E alla richiesta di assegnare un voto il risultato è un risicato 5.
Oltre il 70% del campione ritiene che non siano aumentate le assunzioni ma si tratti di trasformazone di contratti già  in essere.
Appena il 10% dei datori di lavoro si ritiene pienamente soddisfatto dei contenuti del Jobs Act, tanto da definirlo uno strumento essenziale per lo sviluppo dell’impresa.
Un terzo afferma invece che avrebbe preferito un’altra tipologia di intervento o addirittura lo trova inutile.
La preoccupazione maggiore degli intervistati riguarda cosa accadrà  alla scadenza degli incentivi previsti dalla legge di stabilità  2015 e che consente ai datori di lavoro di non pagare i contributi Inps per tre anni fino a poco più di 8 mila euro.
Il 71% del campione ritiene che alla fine del periodo si tornerà  ai livelli, anche perchè ben il 73% degli intervistati non vede alcun segnale di ripresa economica.
Il 29% del campione stima invece che nel prossimo futuro potranno aumentare le assunzioni, ma, nella quasi totalità , chi ha una percezione positiva del futuro (miglioramento economico generale e quindi aumento dell’occupazione) appartiene alle aree del centro-Nord.
Il 75% del campione infine non ha notato particolari cambiamenti nello svolgimento delle proprie attività  professionali dal momento dell’entrata in vigore del provvedimento.

argomento: Lavoro | Commenta »

BERSANI INCORONA SPERANZA COME LEADER ANTI-RENZI

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

OBIETTIVO RIFONDARE IL PARTITO

“Il Pd non è solo Matteo Renzi, e non può essere il megafono di palazzo Chigi. Tocca a noi rispondere a chi ci chiede un altro Pd, un’altra visione del centrosinistra”. Roberto Speranza scalda la platea della minoranza dem riunita a Roma a due passi da via Margutta.
Cinquanta minuti di relazione in cui l’ex capogruppo alla Camera demolisce 18 mesi di renzismo e s’incarica di prendere sulle spalle quel che resta della sinistra nel Partito Democratico.
Non alza i toni, il mite Speranza, però è molto duro su un partito “diventato somma di comitati elettorali, che s’illude di potersi affidare a un leader, che ha asfaltato tutte le forze intorno e infatti ai ballottaggi i nostri voti non aumentano”.
Dal lavoro all’Italicum, dalla scuola alle riforme istituzionali, passando per l’idea di un nuovo centrosinistra, Speranza s’intesta la leadership della minoranza.
Alla fine del suo intervento molti delegati si alzano in piedi, lui viene colto in contropiede, si rialza e saluta con la mano, visibilmente emozionato.
In prima fila Bersani annuisce, “relazione perfetta, io non ho nulla da aggiungere”. C’è un patto di ferro tra il vecchio leader e il suo delfino, la famosa “ruota che gira”. “E’ il giorno di Roberto”, commenta Bersani, soddisfatto del suo (per ora mezzo) passo indietro.
Speranza ha appena finito di demolire il Pd renziano, “basta picchiare sui corpi intermedi, non esiste un modello con un leader e una moltitudine informe di cittadini”.
Usa parole sconosciute all’altro Pd, come “umiltà ”, ricorda che oltre a Fassina e Civati “nei territori il fenomeno della scissione è molto più profondo”, lancia a Renzi un avvertimento sui prossimi appuntamenti parlamentari: “Non si può abusare all’infinito del nostro senso di responsabilità , non si può governare dividendo il Paese”.
Nelle prime file Gianni Cuperlo, l’ex sfidante di Renzi alle primarie.
Con Speranza sta costruendo una partnership sempre più forte, fino a immaginare un grande evento in autunno per dar vita a una nuova area unificata della minoranza.
Un processo ancora in corso, per ora le due correnti non si sciolgono, Cuperlo ipotizza un “patto di coordinamento tra i parlamentari”, poi si vedrà . “Ma il tempo stringe”, avverte.
Per entrambi la decisione di restare nel Pd ormai è assodata, e non più in discussione. L’orizzonte è il congresso del 2017, la costruzione di una alternativa a Renzi, prima sui contenuti e poi sulla leadership, ma è chiaro che in pole position per ora c’è Speranza, classe 1979.
E’ proprio lui a lanciare la sfida a Renzi, quella di un appuntamento in autunno per “rilegittimare le scelte che stiamo facendo al governo”.
Non è una richiesta di congresso, ma ci si avvicina. “Bisogna chiamare i nostri iscritti a dire come la pensano sui temi principali, dal fisco all’immigrazione alla scuola. C’è uno scollamento tra il nostro popolo e quello che fa il governo, nessuno ha dato a Renzi una delega in bianco fino al 2017”.
Il premier-segretario ha già  risposto a queste sfide, “dovete aspettare il congresso”. Ma D’Attorre incalza: “Non ha avuto il mandato da nessuno per fare quello che sta facendo, non dagli elettori e neppure dalle primarie”.
La sfida è lanciata e ad oggi appare quasi una mission impossible.
Sul tavolo resta il tentativo di una “ripartenza” del Pd, del recupero di ”quella fetta di elettori che ci ha voltato le spalle”.
Più che ripartenza, sembra la conferma di un partito nel partito, un Pd 2 che si richiama alle parole d’ordine dell’Ulivo.
”Facciamo come Gianni Rivera, lanciamo la palla in una parte del campo dove ora non c’è nessuno e proprio lì potrebbe arrivare un popolo”, suggerisce Cuperlo dal palco.
“Il partito della nazione si è spento nelle urne, è stato un errore di calcolo e di visione. E ora abbiamo una leadership fragile e in difficoltà . Tocca a noi indicare la strada, a una sinistra larga che sta dentro e fuori il Pd”.
Nei vari interventi, dall’ex ministro Zanonato a Epifani fino ad Alfredo Reichlin, si coglie la diagnosi di una parabola di Renzi ormai in fase discendente.
E di una minoranza cui tocca ricostruire sopra le macerie, tra mille difficoltà . A partire da “un partito da rifondare e un centrosinistra da ricostruire”, spiega Cuperlo. Durissimo Reichlin, che accusa Renzi di “ignoranza e stupidità ”, quando ha pensato a “un partito indistinto, personale e trasformista”.
“Se asfalti i valori del centrosinistra poi la gente non ti vota più. Ha giocato con la destra come il gatto con il topo per poi scoprire che nel paese del fascismo non esiste una destra moderata, ma c’è la barbarie”.
Reichlin ne ha anche per la minoranza: “Dobbiamo mettere in campo oltre alle proteste e ai voti contrari qualcosa in più, un pensiero politico, che non è un semplice documento programmatico. Bisogna scardinare il blocco sociale che ci governa, che non è Renzi. Serve una forza larga di popolo di centrosinistra, capace di grandi alleanze sociali”.
La ripartenza della minoranza dem dunque è solo all’inizio.
Un vagito che può essere facilmente travolto e zittito. Il rischio all’orizzonte è quello dell’impotenza, dei penultimatum.
Peggio ancora, quello di finire, fuori dal Pd, “nel ribellismo e nell’irrilevanza”. Speranza avverte: “L’Italicum è pericoloso e va cambiato, altrimenti è necessario un Senato delle garanzie eletto dai cittadini”.
Dopo la scuola, sarà  questa la battaglia più dura della minoranza prima della pausa estiva. E con Renzi ancora un’intesa non c’è, e neppure una trattativa aperta.
In sala c’è anche Vasco Errani. Dal palco Speranza lo indica come “buon esempio” per le due dimissioni anche di fronte a una condanna poi cancellata.
Applausi, lui sorride, si parla di un suo ritorno nelle prime fila della politica dem.
Ma l’interessato svicola: “ Dare una mano? Sono qui per questo, lo vedete no?…”. Bersani lascia la sala congressi prima della fine.
In strada un gruppo di militanti campani lo accoglie con calore e foto dai cellulari. Si avvicina un ragazzo: “Facciamo un selfie, e scusa se è una cosa un po’ renziana…”. Lui sorride e s’infila in via Margutta: “Questa è la giornata di Roberto…”.

(da “Huffingtonpost”)

argomento: Partito Democratico, PD | Commenta »

CAMPIDOGLIO, FOLLA AL FLASH MOB PER MARINO: “IGNA’, DAJE PIU’ FORTE”

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

IL SINDACO: “IO NON MOLLO, CI RIVEDIAMO ALLE ELEZIONI DEL 2018”

«Marino tu devi restare» sulle note della celebre canzone «Marina».
E poi uno slogan che suona come una preghiera: «Daje Igna’!».
Sono centinaia i cittadini che si sono dati appuntamento tramite i social network per il flash mob a sostegno di Ignazio Marino.
Al contrario di M5S, Forza Italia, Fdi, Ncd e opposizioni varie i romani saliti sul colle del Campidoglio vogliono che il sindaco vada avanti, messaggio riassunto in un’enorme bandiera con la scritta «Daje più forte» issata accanto al Marc’Aurelio.
Cori, foto e slogan
Proprio nel giorno in cui al primo cittadino viene assegnata la scorta, il suo popolo manifesta tra stendardi (pure del Pd) fischietti, trombette, cori e una marea di cartelli e t-shirt con foto e slogan, con un leit motiv preciso: «Io sto con il sindaco Ignazio Marino».
E ci sono anche gli eletti della sua Lista civica, come i consiglieri comunali Franco Marino e Svetlana Celli; gli esponenti del Partito democratico, come il deputato ed ex segretario romano Marco Miccoli, Enzo Foschi e il consigliere comunale Athos De Luca; il vicesindaco Luigi Nieri e Annamaria Cesaretti, esponente di Sel nell’assemblea capitolina.
In piazza diversi assessori, dalla dem Marta Leonori (Commercio) ai tecnici Alfonso Sabella (Legalità ) e Maurizio Pucci (Lavori pubblici).
«Non mollo»
Il sindaco, quando si affaccia sulla piazza del Campidoglio, è accolto da un’ovazione. I suoi supporter gridano: «Ignazio, Ignazio» e «Non mollare, non mollare!».
E lui è pronto a raccogliere l’invito: «Oggi questa è la ragione della mia vita: io non mollo e ci rivediamo alle elezioni del 2018. Insieme andremo avanti fino al 2023. Insieme non possiamo che vincere e cambiare Roma, ed è quello che faremo».
E l’assedio del premier Matteo Renzi? E, soprattutto, l’inchiesta Mafia Capitale?
«Il Pd – replica Marino – è il partito di cui ho preso l’unica tessera della mia vita: il Pd non sono le poche persone che in questa città  ne hanno certamente rovinato il nome».

(da “il Corriere della Sera”)

argomento: Roma | Commenta »

MILANO PRIDE, 100.000 AL CORTEO PER CHIEDERE UGUALI DIRITTI

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

PISAPIA: “URLO FORTE AL PARLAMENTO”

«Siamo oltre 100 mila, in piazza un sì corale al matrimonio tra persone dello stesso sesso», esulta il coordinamento Arcobaleno, formato dalle associazioni che organizzano il Milano Pride 2015.
La parata è partita alle 16 da piazza Duca d’Aosta, con arrivo a Porta Venezia. In testa un gruppo di manifestanti con lo striscione «I diritti nutrono il pianeta».
Presenti anche il sindaco Giuliano Pisapia, il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris e gli assessori Daniela Benelli, Chiara Bisconti, Pierfrancesco Majorino, Pierfrancesco Maran, Carmela Rozza e Cristina Tajani.
Testimonial l’ex calciatore Alessandro Costacurta, con un messaggio contro l’omofobia nello sport.
La sfilata del Gay Pride chiude la settimana dell’orgoglio omosessuale – patrocinata da Comune e Regione -, iniziata sabato scorso con il «Kick off party» al padiglione Usa di Expo, e proseguita con oltre 50 appuntamenti «per dire no all’omofobia e alla discriminazione».
La festa rivendica diritti di pari dignità  con gli eterosessuali, in particolare sui diritti fondamentali: le unioni civili e il matrimonio gay, sul modello delle nuove leggi che sono state approvate in Irlanda e negli Stati Uniti d’America.
L’estrema destra ha organizzato, in contemporanea, un presidio inneggiante alla «famiglia tradizionale» denominato #FAMILYPRIDE, a cura di Forza Nuova, in piazza San Carlo, raccogliendo però poche persone.
«Sono convinto che il Tar della Lombardia ci darà  ragione sui matrimoni gay», ha dichiarato il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, a proposito del pronunciamento del prossimo 5 luglio del tribunale regionale della Lombardia sul ricorso del Comune di Milano contro il decreto prefettizio che imponeva di cancellare i matrimoni gay contratti all’estero.
«Lo dico da giurista e da uomo delle istituzioni, anche sulla base di quanto già  accaduto a Roma», ha aggiunto Pisapia parlando dal palco del Gay Pride.
«Da qui arriva un urlo forte al Parlamento», ha aggiunto, spiegando che «per ora sarà  un urlo di forza e comprensione ma se entro quest’anno non servirà » a colmare le lacune legislative sulle coppie gay «diventerà  un urlo di ribellione e rabbia».
Ivan Scalfarotto, del Pd, in corteo, ha voluto dire che la legge sui diritti civili è «in discussione, si tratta ora di portarla a casa perchè le sfide del Paese non possono non passare dalla modernizzazione della società ».
In aperta polemica con queste parole alcune associazioni di omosessuali.
Cristina Gramolin, appartenente ad Arci Lesbica, ha replicato: «Non siamo qui per fare pubblicità  agli Scalfarotto, anche perchè stanno cucinando una legge vuota. Il movimento non vuole una leggina solo per dire al mondo che l’abbiamo anche noi».«Il Paese è pronto – scrive intanto il Coordinamento Arcobaleno -, ci attendiamo risposte politiche concrete a una piazza che chiede che anche l’Italia si allinei con l’Occidente nel compimento di una democrazia matura, nella quale gay, lesbiche e trans abbiano piena cittadinanza nei diritti».
Il tema dell’accoglienza dei migranti è stato il tema dell’edizione di quest’anno del Milano Pride, dedicata in particolare ai profughi: gli organizzatori hanno infatti deciso di devolvere parte dei fondi raccolti nell’ambito delle iniziative della Pride Square e della Pride Week alle associazioni che si occupano di accoglienza

(da “il Corriere della Sera”)

argomento: Diritti civili | Commenta »

RENZI E IL PRESIDENTE KAZAKO BLOCCATI IN ASCENSORE AD EXPO

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

A PALAZZO ITALIA DEVONO INTERVENIRE I VIGILI DEL FUOCO CON L’ASCIA

Tra tutti gli intoppi possibili, è successo forse il peggiore.
Il premier italiano Matteo Renzi e il presidente della Repubblica del Kazakistan Nursultan Nazarbayev sono rimasti chiusi in ascensore, per diversi minuti, dentro Palazzo Italia.
A liberarli i vigili del fuoco, in presidio costante dentro Expo, che sono intervenuti armati di ascia per evitare che l’intoppo si trasformasse in un vero incidente diplomatico.
L’ episodio è caduto verso le 14, proprio al termine del business forum italo-kazako in cui grandi aziende dei due Paesi hanno siglato contratti commerciali per 600 milioni di dollari.
A confermare quanto accaduto, scherzandoci su, anche il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala: “Come succede nelle case di ognuno di noi, ogni tanto gli ascensori si bloccano. E noi abbiamo avuto la fortuna che si sia bloccato proprio con Renzi e Nazarbaev dentro. È il bello della diretta”.
E pure Renzi ci ha scherzato sopra: “Abbiamo stretto i rapporti con il Kazakistan…”, ha detto, un paio d’ore dopo l’episodio.
Proprio il capitolo commerciale – con la presenza tra gli altri dell’ad dell’Eni Claudio Descalzi – aveva creato una certa tensione intorno al vertice italo-kazako, più della norma degli incontri diplomatici di Expo.
Di certo l’incidente non avrà  giovato.
Ma la giornata non è stata però solo dedicata agli affari e proprio Renzi ha voluto, nel suo discorso, rimarcare altre priorità : “Prima del business viene un altro motivo di unione e cooperazione. Italia e Kazakistan condividono un’idea di lotta al terrorismo, pace universale, ascolto e inclusione culturale. E in questo momento c’è bisogno che tutti i Paesi dell’area euro-asiatica cooperino per la pace contro il terrorismo e il fanatismo che in queste ore e in questi giorni ha fatto i danni che conosciamo, tra Tunisia, Francia e Kuwait”.

(da “La Stampa”)

argomento: Milano | Commenta »

COSI’ LA BUCA DELLE LETTERE HA UNITO L’ITALIA

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

UN LIBRO RACCONTA LA STORIA DELLE CASSETTE ROSSE QUASI SCOMPARSE PERCHE’ NON SCRIVE PIU’ NESSUNO

Cara, vecchia, buca delle lettere. Che fine hai fatto?
Ma sì: parliamo di quelle scatole di metallo rosse, leggermente bombate, aggrappate ai muri delle nostre città , quasi soffocate dai graffiti, con la dicitura «posta» e le feritoie per imbucare la corrispondenza.
Ce ne sono sempre meno, perchè nell’epoca del web, di WhatsApp e delle e-mail, nessuno «imbuca» più nulla.
Tutti inviano, ci mancherebbe. La corrispondenza cartacea, assicurano da Poste Italiane, si è praticamente dimezzata negli ultimi 15 anni.
E così siamo passati dalle 67 mila cassette d’impostazione degli anni Novanta alle attuali 52 mila. Diminuiranno ulteriormente, c’è da giurarci.
Quelle che ancora resistono sono collocate soprattutto vicino alle stazioni e lungo le strade di maggior flusso pedonale.
Quelle dismesse, invece, non vengono affatto rottamate. Anzi. Per loro, che sono particolarmente solide – spiegano i tecnici di Poste Italiane -, è previsto un trattamento di riverniciatura e di risistematura: in questo modo sono pronte per sostituire le più compromesse, in un ciclo di ricambio continuo.
Archeologia urbana
Dunque, la cassetta rossa che un tempo custodiva le speranze, gli amori, le gioie e i dolori degli italiani (soprattutto sotto forma di cartoline, e pensate che una buca ne poteva ospitare fino a mille), oggi rischia di divenire un tenace reperto di archeologia urbana.
Eppure, anche se la storia finirà  per mandarla in pensione, questa strana scatola nella quale infilavamo pensieri che poi non potevamo più riacciuffare, continua a sprigionare un certo magnetismo.
E a raccontare qualcosa del nostro Paese.
Lo sa bene Manuela Alessandra Filippi, una storica dell’arte, che nel 2004 ha curato un volume pubblicato da De Luca Editori, intitolato proprio Buca delle lettere. Storia e immagini.
«Le buche — dice Filippi — raccontano la nostra storia e, spesso, sono delle vere e proprie opere d’arte. Mi è piaciuto guardarle un po’ come se fossero dei quadri».
Il libro
Il libro, realizzato con l’Archivio storico delle Poste, è una miniera. Scopriamo, per esempio, che la prima buca italiana, compare nel 1632 all’interno del portico del palazzo priorale di Montesanto di Spoleto, nell’allora Stato Pontificio.
«La portata innovativa della buca — scrive Filippi — che in larga parte ha contribuito allo sviluppo della corrispondenza, consiste nella possibilità  di depositare le lettere in partenza anche in assenza del corriere, o di un suo rappresentante, in qualsiasi momento della giornata, in un luogo sicuro e protetto».
Per tutti, non solo più per i nobili come era stato fino ad allora.
E infatti in un’antica buca a Bertinoro (Forlì) campeggia la scritta: «Al ricco e al povero deve consentirsi di viaggiare di qua e di là ».
Gli italiani sono affezionati a questi oggetti.
A Pienza (Siena), per dire, la popolazione è insorta di recente contro le Poste che volevano mettere fuori servizio una cassetta del XIX secolo, mentre a Casteldelpiano (Grosseto) se ne trova una del 1715 a tre metri dal livello stradale e guai a chi la tocca.
Se nei primi del ‘900 i berlinesi, presi dalla mania delle cartoline volevano scriverle seduti nei caffè, con un postino giunto apposta per farle imbucare in una cassetta che portava sulle spalle, anche in Italia iniziavano a funzionare le cassette mobili.
Spesso erano agganciate sulla fiancata destra dei tram il cui tragitto prevedeva una fermata alla stazione ferroviaria.
Milano ebbe anche un «ufficio ambulante su vettura elettrica».
Durante il ventennio fascista sulle cassette, accanto allo stemma sabaudo, venne imposto il fascio littorio.
Simboli che, con il passaggio alla Repubblica, vennero eliminati con lo scalpello. Nel 1927 aveva fatto la sua comparsa anche una buca bianco rosso verde: era destinata alla raccolta di giornali per il dopolavoro delle forze armate.
Ma bisogna aspettare il 1961 per vedere le classiche cassette di impostazione rosse, a due feritoie (per la città  e per fuori), così come siamo (o eravamo) abituati a vedere.
È a Napoli, l’8 aprile del 1961, che nell’arco di una notte, le vecchie cassette vengono sostituite con quelle nuove.
Insomma, la cara buca delle lettere rossa e bombata ha da poco compiuto 54 anni. Invecchierà  o scomparirà ?
Ai «postali» l’ardua sentenza.

Mauro Pianta
(da “La Stampa“)

argomento: Costume | Commenta »

NEBBIE ROMANE SUL GIUBILEO

Giugno 27th, 2015 Riccardo Fucile

E’ NECESSARIA UNA SVOLTA, MA NON BASTA SOSTITUIRE IL TIMONIERE: OCCORRE UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ COLLETTIVA DELLA POLITICA

Il 13 luglio saranno già  passati quattro mesi dalla proclamazione del Giubileo straordinario e ne mancheranno meno di cinque all’apertura dell’evento, prevista per l’8 dicembre prossimo.
Ma niente di concreto, per quanto è dato sapere, è ancora stato messo a punto. Nessuna decisione, nessun piano, nessuna organizzazione.
Chi in questi giorni ha partecipato a qualche riunione con i tecnici comunali conferma un senso di generale disorientamento.
Forse comprensibile se si tiene conto dei problemi quotidiani e urgentissimi della città , ma anche delle docce scozzesi alle quali il sindaco Ignazio Marino viene costantemente sottoposto da mesi con le indiscrezioni circa la possibile nomina di un commissario governativo.
I giornali riferiscono di screzi continui fra il Campidoglio e Palazzo Chigi, sempre regolarmente smentiti.
Che però l’impasse sia totale è un dato di fatto facilmente ricavabile dalle dichiarazioni.
Se Ignazio Marino aveva risposto il 13 marzo scorso all’annuncio del pontefice con un rassicurante «Roma è pronta da subito», ecco che il 12 giugno lo stesso sindaco di Roma diceva: «È urgente iniziare le opere visto che mancano pochi mesi all’8 dicembre».
Quali opere? «La riparazione delle buche e la sistemazione di quei percorsi pedonali a cui tanto tiene il Papa».
Anche perchè per il Giubileo si prevede un aumento di almeno dieci milioni di turisti.
Per capirci, lo stesso numero di persone che ogni anno visita il solo museo del Louvre senza che per questo la città  di Parigi vada in confusione mentale.
Nemmeno dopo che la strage di Charlie Hebdo ha imposto da gennaio misure di sicurezza eccezionali. È stato fatto un piano ed è stato rispettato, con un minimo aumento del disagio che non scoraggia milioni di turisti.
Ma lì ci sono trasporti che funzionano, un’amministrazione comunale che funziona, uno Stato che funziona.
A Roma, purtroppo, no. E la cosa preoccupante è che nessuno se ne preoccupa.
Ulteriore dimostrazione della sconcertante inconsapevolezza che aleggia sulla capitale la troviamo all’aeroporto intercontinentale di Fiumicino, dove arrivano i turisti di tutto il mondo.
A un mese e mezzo dall’incendio divampato (con modalità  che ancora non abbiamo ben capito) nel Terminal numero tre, i disagi per i viaggiatori non sono finiti.
Riaperto qualche giorno dopo il disastro, quello scalo è stato sequestrato e poi dissequestrato: ma il calvario non è finito.
Ora, denuncia il deputato democratico Michele Anzaldi, si è deciso di procedere a ulteriori accertamenti sanitari a cura dell’Asl nell’area dei negozi (ancora chiusa) che richiederanno almeno venti giorni.
Dal che è facile dedurre che l’aeroporto non tornerà  alla normalità  prima della metà  di luglio. Anche in questo caso il fatto di essere in piena stagione turistica non preoccupa nessuno. Ma a chi toccherebbe?
Ovviamente alla politica, nella fattispecie quella che ha le responsabilità  del governo nazionale, regionale e locale: tutte coincidenti nello stesso schieramento.
Se però ogni energia più che essere concentrata sulla soluzione rapida dei problemi non fosse assorbita da una insensata guerra fratricida interna al Partito democratico. Da una parte i renziani che considerano Marino inadatto a guidare Roma e manovrano neppure troppo nell’ombra per metterlo sempre più in difficoltà , sperando che si decida prima o poi a fare le valigie.
Dall’altra il sindaco che gioca perennemente in difesa.
Il risultato è che la svolta di cui la capitale d’Italia avrebbe un disperato bisogno non si vede.
A Marino questo giornale non ha mai risparmiato le critiche.
Il problema principale sta nella mancanza di autorevolezza e questa carenza si riflette in modo palpabile sul governo di una città  che sembra non governata affatto.
Ma chi invoca da sinistra le sue dimissioni dovrebbe ripensare a come si è arrivati a questa scelta degli elettori e agli errori gravissimi di cui si è reso responsabile il gruppo dirigente del Pd.
Chi le pretende da destra, invece, farebbe meglio ad arrossire per le rovine materiali e le devastazioni morali di cui in cinque anni ha disseminato Roma: non bisogna aggiungere altro.
È fuori di dubbio che sia necessario un cambio radicale di passo nella gestione di una città  che versa in condizioni inaccettabili per una capitale.
Per raggiungere questo obiettivo, tuttavia, non è sufficiente sostituire il timoniere. Servirebbe un’assunzione di responsabilità  collettiva della politica nei confronti dei cittadini.
Che però è impossibile senza una rigenerazione dei partiti, negli ultimi anni sempre più somiglianti a comitati d’affari ripiegati su bassi interessi personali e di bottega. La destra è in macerie.
Mentre il gruppo dirigente del Pd romano è in rotta: il compito di dipanare le nebbie che per troppo tempo l’hanno avvolto, affidato al commissario Matteo Orfini, è da far tremare le vene ai polsi. A lui i migliori auguri di successo.
Diversamente, il dibattito su Marino rischia di essere soltanto l’ennesimo falso problema.

Sergio Rizzo
(da “il Corriere della Sera”)

argomento: Roma | Commenta »

« Previous Entries
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.543)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Giugno 2025 (414)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Giugno 2015
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    2930  
    « Mag   Lug »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • DI MALE IN GREGGIO: IL PARLAMENTO IRANIANO CHIEDE LA CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ, DA DOVE PASSA IL 20% DELLA PRODUZIONE MONDIALE DI PETROLIO
    • LA STAMPA: “CONTE PUÒ TUTTO, ANCHE L’INCOERENZA, SENZA MAI PAGARE DAZIO: È CONTRO IL RIARMO E PER LA PACE, QUINDI DOVREBBE ESSERE CONTRO TRUMP, MA INVECE SU TRUMP È INDULGENTE; È CONTRO NETANYAHU, MA NON CONTRO CHI GLI LASCIA MANO LIBERA (SEMPRE TRUMP); SI SCANDALIZZA MOLTO SUI BAMBINI DI GAZA, PARLA POCO DI QUELLI UCRAINI, ANZI QUANDO NE PARLA LA COLPA NON È DI CHI LI AMMAZZA MA DI ZELENSKY CHE NON SI ARRENDE
    • SALUTI E BEZOS DA VENEZIA: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL MATRIMONIO IN LAGUNA DI JEFF BEZOS E LAUREN SANCHEZ, LE NOZZE PIÙ CAFONAL DELL’ANNO
    • “RISCHIAVO UN INFARTO, NON AVEVO ALTRA SCELTA. NEL FRATTEMPO HO ANCHE ACCOLTO DEI PAZIENTI”; L’ASSURDO CASO DEL MEDICO CARDIOPATICO LICENZIATO DALLA CROCE VERDE PER ESSERSI ALLONTANATO OTTO MINUTI PRIMA DELLA FINE DEL TURNO PER EFFETTUARE UN ELETTROCARDIOGRAMMA
    • L’INCHINO DEI GIOCATORI GIAPPONESI PER CHIEDERE SCUSA AI PROPRI TIFOSI DOPO AVER MESSO PAURA AI MILIONARI DELL’INTER
    • PER SPERNACCHIARLO PIU’ DI COSI’, MANCA SOLO IL “VAFFA” . PAOLO PETRECCA DA RECORD: HA RICEVUTO TRE SFIDUCIE IN TRE MESI
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA