Ottobre 31st, 2015 Riccardo Fucile
LA DEMOCRAZIA PRESA A CALCI DAL LEADER MAXIMO
“Gli farò un’offerta che non potrà rifiutare”, dice don Vito Corleone nella celeberrima scena del Padrino, ed è lecito chiedersi qual è l’offerta che i diciannove consiglieri piddini non potevano rifiutare per dimettersi in massa, far decadere il Consiglio comunale e procedere così all’affondamento del sindaco di Roma Ignazio Marino.
Attenzione, lungi da noi pensare che l’integerrimo Matteo Orfini potesse far trovare nel letto di qualche eventuale dissenziente una testa di cavallo mozzata.
Anche perchè (sia detto senza offesa) non è che il commissario romano del Pd somigli così tanto a Marlon Brando.
Resta però il dubbio che certe atmosfere di Mafia Capitale siano filtrate attraverso le finestre sbarrate del Nazareno.
Almeno a leggere le cronache che parlano di una trattativa lunga e affannosa, risolta con promesse di ricandidature alle prossime elezioni e altro ancora.
Qualcuno, ma guarda tu, si sarebbe fatto prendere da “dubbi, sensi di colpa e di incoerenza”(Corriere della Sera), con casi di coscienza gravi assai (“Io insieme a quel fascista non posso firmare…).
E sì, magari intonavano pure “Bella ciao”.
Comunque, i diciannove Pd, alla fine, le dimissioni le hanno sottoscritte (nell’attesa ansiosa che Alfio Marchini confermasse le sue) e visto che non c’era Spezza pollici nei paraggi, mentre Carminati e Buzzi risultano ancora dietro le sbarre, resta l’interrogativo su quale diavolo di motivo abbia spinto un manipolo di consiglieri comunali sani di mente a tagliarsi i cosiddetti, rinunciando a un posto di lavoro fisso per altri tre anni e ai relativi emolumenti.
Il bene di Roma? Qui a Roma? In Campidoglio? Via non scherziamo.
Purtroppo l’eterno e farsesco Bagaglino della politica romana, accompagnato dalle stravaganti furbate di un sindaco improbabile, rischia di oscurare il dramma di una democrazia rappresentativa presa a calci dal leader maximo di partito e di governo, e dai suoi accoliti.
E non ci vengano a raccontare che Matteo Renzi si è voluto tenere fuori da questa storia perchè se i veleni e i pugnali sono stati preparati dai signorsì Orfini, Causi, Esposito, le impronte digitali portano tutte a Palazzo Chigi.
Una strage insensata di legalità che, prima di tutto, ha buttato nel cesso il voto popolare delle primarie Pd e dell’elezione diretta da parte di 650 mila romani.
Il candidato vincente si è mostrato un incapace? Bisognava pensarci prima perchè con questo sistema chissà quanti sindaci e governatori dovrebbero andare a casa. Vogliamo parlare del silenzio tombale a cui è stato ridotto un consiglio comunale sprangato e imbavagliato perchè nessuno conoscesse le vere ragioni della crisi ?
Antonio Padellaro
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Ottobre 31st, 2015 Riccardo Fucile
“HANNO LASCIATO SPROFONDARE L’URBE NELLA MELMA, ORA VOTARE SUBITO”
È stata Roma? Nelle ombre della Suburra qualcuno ha tramato, ventisei congiurati sono stati
trovati, Ignazio Marino è ora suo malgrado libero e nell’innocenza perduta della sua città , a Claudio Amendola, attore, 52 anni, viene in mente il Senato di tutta un’altra epoca: “Evidentemente in Campidoglio c’era un Bruto dietro la colonna”.
Confessa: “Saturazione per quello che leggo ogni giorno” e “per una volta” è d’accordo con il Vaticano: “Siamo alla farsa”.
La farsa dice.
A prescindere da tutte le responsabilità , dagli scontrini, dalle Coop, da Mafia Capitale, dalle etichette che preferisce dare a questo casino, a emergere è la qualità politica, il livello di chi ha gestito la vicenda.
Vuole definirlo?
Ridicolo.
Parla del Pd?
Parlo della Capitale d’Italia abbandonata a se stessa dalla totale assenza della politica. L’atteggiamento del Pd, del primo partito d’Italia e del governo verso Roma mi terrorizza. Hanno lasciato che la nave madre andasse allo sbando girandosi dall’altra parte. E la nave madre non è una scialuppa. Non la puoi osservare allontanarsi alla deriva.
Alla deriva è Roma.
Il Pd e il governo hanno permesso che Roma restasse senza timone. Con un sindaco sfiduciato, dimessosi e poi riconfermatosi, con il caos quotidiano, con la giunta che lo abbandona e il partito e la coalizione che fanno finta di niente come fossero dei passanti qualunque. Da cittadino romano sono sorpreso di quanto si possa andare oltre ogni giorno. La realtà supera quotidianamente la fantasia. Ma che è? Ma che stiamo vivendo?
Sono domande lecite.
Vent’anni fa l’avrei detta in un altro modo, ora ho i capelli bianchi e mi controllo. Quindi mi ripeto: ma che è ‘sta cosa? Ma che modo di fare è?
Lei sostiene che il governo non si sia occupato di Roma.
Non lo sostengo io, è nei fatti ed è anche in quella notevole battuta di Marino: “Renzi chiama tutti tranne me”.
Aveva ragione Marino?
Non mi risulta che Renzi si sia fatto sentire per dare una mano. Evitare ogni problema e ogni difficoltà d’altronde è un po’ nel suo stile.
Nello stile Renzi?
Non so dove abbia imparato l’arte, ma l’ha imparata. Dove c’è un problema, una gatta da pelare, un casino, Renzi non c’è. È un presidente del Consiglio perfetto per le buone occasioni rassicuranti e per i pranzi istituzionali, ma del tutto assente quando le questioni si fanno spinose. Da Roma, a tutto il resto.
E quando la questione è spinosa che succede?
Che Renzi, quando c’è qualche cazzo serio in questo Paese, manda sempre qualcun altro, il sottosegretario di turno. Possiamo dire mille cose già dette da tutti, ma la verità è che la situazione di Roma rende evidente e mette a nudo l’assoluto disinteresse del governo verso le sorti della città .
Roma è restata sola?
Roma è in parte responsabile, ma — e qui parlo da romano — nell’ottica nazionale sembra sacrificabile. Non è amata da nessuno, Roma. E non è possibile che si auspichi da più parti, con godimento che la merda debordi e Roma ne venga sommersa.
Sta per arrivare il Giubileo.
E vedremo l’inferno. La città non è pronta e questa volta non è un modo di dire: ad accogliere altri milioni di persone non è pronta veramente. Anche lì, nessuno che abbia avuto il cuore di dire al Vaticano: “Guardate che celebrarlo in queste condizioni proprio non si può”.
Avrebbe potuto farlo Marino.
Era un po’ in difficoltà . Forse avrebbe dovuto pensarci qualcuno più in alto. Non è accaduto e adesso sarà il caos. Vivremo cose che non abbiamo mai vissuto.
Cose che voi umani…
Esattamente. Se sopravviveremo, forse tra qualche anno avremo anche le Olimpiadi. Altra scossa di terrore. Sarebbe un’occasione straordinaria, un po’ come quella capitata ai milanesi con l’Expo. Ci sono opere che dureranno per i prossimi vent’anni a Milano. Qui avere qualche dubbio sarebbe lecito.
Non nutre la stessa fiducia verso le Olimpiadi romane?
E come faccio? Noi siamo quelli che hanno visto costruire la stazione di Vigna Clara per i Mondiali di Italia 90. Un simbolo dello spreco perchè poi, solo di questo si tratta in fondo. Di tante occasioni sprecate una dietro l’altra. Una fila di rimpianti.
Politicamente a Roma cosa dovrebbe accadere ora secondo lei? Una reggenza provvisoria o la chiamata alle urne?
Non scherziamo. Si deve votare. Alla prima data utile.
Malcom Pagani
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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