Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
IL REGISTA MICHELE CINQUE HA REALIZZATO UN DOCUMENTARIO A BORDO DELLA NAVE DELLA ONG TEDESCA: “COLPITI PERCHE’ NON STRUTTURATI”… L’ACCUSA RIDICOLA DI NON AVER DISTRUTTO DUE GOMMONI, MANDATECI SALVINI A RECUPERARLI DAGLI SCAFISTI
“Sono molto abbattuti, ma allo stesso tempo, cercano un un modo per continuare il proprio
attivismo. Qualcuno di loro tornerà a studiare, ma altri sono pronti a prendere il loro posto”.
A parlare con Huffpost è Michele Cinque, regista di 33 anni romano che nell’ultimo anno ha documentato, per un totale di oltre 500 ore di girato, l’operato dell’imbarcazione Iuventa e del suo equipaggio.
Il risultato sarà un film (“Proveremo a presentarlo alla prossima Berlinale”) il cui finale è ancora aperto.
Non a caso Michele Cinque è a Berlino dove lo incontriamo poco dopo essersi recato presso la sede della Jugend Rettet, un ufficio in zona Mitte “di cui è meglio non rivelare l’indirizzo, hanno ricevuto tante minacce. Hanno accusato il colpo iniziale, non erano preparati. Sono la Ong più fragile ad operare in quelle acque, è stata attaccata lei invece di altre proprio perchè si sapeva che non sarebbe stata in grado di reagire in tempi rapidi. Sono un gruppo di ragazzi idealisti che inizialmente neanche pensava che la loro attività nel Mediterraneo sarebbe durata così a lungo. Avevano iniziato a causa della fine dell’operazione Mare nostrum, volevano dare l’esempio, con la speranza che l’Unione europea li seguisse e si facesse carico della questione. Non erano strutturati, chiunque abbia fatto parte dell’equipaggio ha seguito un addestramento che però è rapido e non ha una risposta per ognuna delle migliaia di situazioni diverse con cui si avrà a che fare. Ciò che conta è che questi ragazzi abbiano salvato in un anno di operazioni 14000 persone”.
La procura di Trapani contesta alla Iuventa solo di non aver distrutto in almeno un paio di circostanze le imbarcazioni su cui viaggiano i migranti tratti in salvo, ma di aver permesso ai trafficanti di riprenderle. (Loro, disarmati, avrebbero dovuto insistere per trattanerle e prendersi una raffica di mitra, tanto per capirci).
“Ciò che non è ancora chiaro ai mass media è che in quelle acque, oltre alle ONG, le guardie costiere e i barconi con i migranti c’è un altro soggetto con cui fare i conti: i cosiddetti Engine-Fisher. Si tratta di imbarcazioni che scortano i gommoni fino a quando non vengono recuperati dalle Ong di turno per poi rubarne o il motore o addirittura tutto lo scafo. Del resto non ci sono più gli scafisti, a guidare sono normalmente gli stessi migranti a cui è stato offerto un biglietto scontato. Fino all’estate del 2016 gli Enigine-Fisher rimanevano a parecchia distanza e si avvicinavano solo a trasbordo finito, ma l’operato delle ONG li ha resi più aggressivi. A volte rubano il motore del barcone ancora prima che quest’ultimo sia recuperato da qualcuno, lasciandolo andare in mare aperto senza alcuna guida, altre volte si avvicinano durante l’operazione del trasbordo minacciando in vari modi gli stessi equipaggi delle ONG. Spesso sono armati, a volte fanno solo finta di esserlo. A quel punto cosa fai? La tua priorità è salvare vite e, logicamente, non mettere neanche la tua o quella degli altri operatori a repentaglio. E questo per non parlare della Guardia costiera libica che non si comporta, spesso, come dovrebbe. Lei si che, come mostrerà un servizio della Rai il prossimo tre settembre, conosce, e non solo, i trafficanti di migranti”.
È mai stato testimone di un errore comportamentale?
“No, non durante le riprese della loro prima missione, quando a luglio 2016 dopo mesi di corteggiamento mi accettarono a bordo solo 15 minuti prima di salpare da Malta, nè nelle centinaia di ore girate dagli altri miei operatori successivamente sia sulla Iuventa che su altre imbarcazioni di Ong. Solo il primo giorno di missione hanno salvato 455 persone, se si parla delle prime due settimane allora il numero sale a oltre 2mila, a cui purtroppo vanno aggiunte due ragazze morte durante le operazioni di recupero. Non è facile avere a che fare con la morte, ancora di più se hai vent’anni e poco più”.
Cosa rimane di questa avventura della Iuventa?
“L’aver fatto qualcosa di importante e di giusto. Forse è la fine di un’epoca per le Ong, forse no. Certo è che finchè l’Europa farà finta di non vedere, qualcuno con il senso del giusto proverà a dare il proprio contributo anche al costo sacrificare i propri sogni”.
(da “Huffingtonpost”)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
I SOLITI INFAMI NON DICONO CHE DA OLTRE UN ANNO NON CI SONO PIU’ PERCHE’ LA POLIZIA AVEVA INTERDETTO L’AREA AGLI AMBULANTI… MA PUR DI AVALLARE CHE I MUSULMANI SONO TUTTI TERRORISTI, POSTANO LA FOTO DI DUE ANNI FA
I messaggi sono sempre uguali, cambia solo la data e il luogo. 
In genere c’è un buon samaritano che aiuta una persona di origine straniera la quale per sdebitarsi lo avvisa di tenersi a debita distanza dalla metropolitana, dal centro commerciale o da un altro luogo molto frequentato perchè il tal giorno ci sarà un attentato terroristico.
Ovviamente si tratta di bufale che fanno leva sui pregiudizi di chi ritiene che tutti gli stranieri siano potenziali terroristi e che esista un network che avvisa i cittadini immigrati degli attentati per evitare che vengano coinvolti
Come mai i venditori ambulanti non erano sulla Rambla il 17 agosto?
Non fa eccezione la storia secondo la quale i manteros, ovvero i venditori ambulanti di Barcellona, sapessero che il 17 agosto sulla Rambla ci sarebbe stato un attentato. E così invece che affollare la Rambla con la propria merce se ne sarebbero stati a casa, al sicuro. In modo da consentire ai terroristi di trucidare solo i cittadini di Barcellona e i turisti.
Come mai il giorno dell’attentato non c’erano “vu cumprà ” sulla Rambla? «Erano in sciopero o sapevano qualcosa?».
La tesi del messaggio è che i venditori ambulanti in realtà sapessero e fossero stati informati che qualcosa stava per succedere e quindi hanno deciso di non andare a lavoro, per evitare di essere investiti dal furgone del terrorista.
Quindi, è la conclusione, qualcuno li ha avvertiti. E dal momento che i manteros sono per la maggior parte di origine straniera questo significa che tutti gli immigrati stanno cospirando contro i popoli europei, per ucciderci tutti.
La spiegazione è semplice e la fornisce lo spagnolo El Diario che spiega che sulla Rambla i venditori ambulanti non c’erano perchè da qualche tempo la polizia ha intensificato i controlli contro gli abusivi mettendo in atto quella che secondo alcuni è una vera e propria repressione nei confronti degli ambulanti.
Insomma, i cosiddetti “vu cumprà ” non erano sulla Rambla perchè — per motivi di ordine pubblico e di decoro cittadini — dall’estate 2016 sono stati fatti allontanare dalla zona.
A dimostrarlo ci sono le ordinanze dell’amministrazione comunale e numerosi articoli che parlano dei manteros e di uno “stato d’assedio” della polizia in alcune zone di Barcellona maggiormente soggette alle attività di vendita ambulante.
Cose che i taroccatori razzisti sapevano peraltro molto bene.
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
SILVIO GONGOLA: SOLO TRA GIUGNO E LUGLIO I FORZISTI HANNO GUADAGNATO 300.000 EURO
I conti di Forza Italia sorridono, quelli di chi ha abbandonato Silvio Berlusconi un po’ meno.
Come a dire che la lontananza dall’ex Cavaliere ha tutt’ora conseguenze importanti, anche economiche. In Parlamento di sicuro.
Per quel che riguarda Forza Italia, con l’appressarsi delle elezioni, il noto effetto-calamita del Caro Leader ha prodotto cospicui ritorni a casa, con giovamento della cassa azzurra. Poichè infatti ogni deputato vale 49 mila euro annui di contributi da parte di Montecitorio, l’adesione a Fi di sette transfughi solo tra giugno e luglio significa all’incirca un guadagno di 300 mila euro fino a fine legislatura per il gruppo guidato da Renato Brunetta, che adesso in totale vale quasi tre milioni di euro (2 milioni e 793 mila secondo un preciso calcolo realizzato dall’agenzia Adnkronos).
Va ancora meglio a Palazzo Madama: ogni senatore vale 59 mila euro di contributi annui in favore del gruppo d’appartenenza, dunque l’innesto di sei eletti negli ultimi dodici mesi porta un incremento di 350 mila euro al gruppo forzista, per un totale di 2,5 milioni di euro.
Più o meno le stesse cifre vanno invece sottratte ai gruppi di Area Popolare – Nuovo Centrodestra, che negli ultimi tempi hanno subito forzosi dimagramenti.
In generale, il divorzio da Silvio appare economicamente nefasto. Vedasi ad esempio Direzione Italia di Raffaele Fitto: pur contando undici deputati, non è titolare di un gruppo parlamentare (sta nel Misto) e già solo per questo incassa la metà del gruppo di Fratelli d’Italia, che pure ha lo stesso numero di deputati.
(da “L’Espresso”)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
I TITOLARI: “NEL 2017 ANCORA VEDI QUESTE COSE, SIAMO VICINI AI NOSTRI RAGAZZI CHE LAVORANO CON IMPEGNO E SORRIDONO A TUTTI, SENZA DISTINZIONI”
«Si mangia bene, sono gentili ed efficienti. La pizza è buona ma il servizio ai tavoli, svolto da
uomini di colore, non mi piace», questa la recensione choc lasciata da una donna ad un ristorante di Palermo, «Sikulo Bistrot» che, tra i camerieri, ha anche giovani ragazzi provenienti da altri paesi, Ghana e Bangladesh soprattutto.
Uno squallido commento che il titolare ha giudicato gravemente offensivo tanto da che chiedere a Google (la recensione è stata pubblicata sulla piattaforma del motore di ricerca e non su TripAdvisor) di oscurarlo.
La reazione del titolare
«Nel 2017 ancora vedi queste cose. Noi prendiamo le distanze da certi commenti e da certe persone. Siamo vicini ai nostri ragazzi che ogni giorno lavorano con impegno e sorridono a tutti senza distinzioni» ha scritto su Facebook il “Sikulo Bistrot” prendendo le distanze da una recensione che offende lo staff del ristorante in base al colore della pelle.
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
ALLA FACCIA DELLA FOGNA RAZZISTA: “IL DIRITTO ALLA NAZIONALITA’ VA RICONOSCIUTO DALLA NASCITA”… “NO A ESPULSIONI COLLETTIVE E ARBITRARIE DEI MIGRANTI”
Accogliere, proteggere, promuovere e integrare: quattro verbi che sintetizzano la “comune risposta” alla sfida del fenomeno migratorio secondo Papa Francesco. Quattro verbi che costituiscono le direttrici contenute nel messaggio che Bergoglio invierà il prossimo 14 gennaio in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato e di cui sono state rese note alcune anticipazioni.
“Durante i miei primi anni di pontificato – scrive Bergoglio – ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà . Si tratta indubbiamente di un ‘segno dei tempi’ che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l’8 luglio 2013”.
Accogliere.
Accogliere i migranti significa offrire loro “più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione”, per esempio attraverso “corridoi umanitari”, e “una prima sistemazione adeguata e decorosa”, spiega il Pontefice. Per il Papa occorre anche “un impegno concreto affinchè sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare”. “Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali”.
Proteggere.
Bergoglio ricorda che la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo “offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. “A essi – dice il Papa – occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità , questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita”. Secondo Francesco, “il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera”.
Il verbo proteggere si traduce, secondo il Papa, “nell’offerta di informazioni certe e certificate prima della partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamento”, una protezione da continuare, “per quanto possibile, in terra d’immigrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare, il diritto di conservare sempre con sè i documenti di identità personale, un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari personali e la garanzia di una minima sussistenza vitale”.
Promuovere.
“Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca. Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore. Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno”, sottolinea il Papa. “È una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà , i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità , alacrità , saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità “, aggiunge.
Integrare.
L’integrazione, sottolinea il Papa, prevede che al momento della nascita vada “riconosciuta e certificata” la nazionalità e a tutti i bambini vada “assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria”.
(da agenzie)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
“L’HO RIVISTO SCORTATO, E’ STATO UN COLPO”
Non chiamatelo Martino, il santo che divise in due il suo mantello con un mendicante
infreddolito.
E non solo perchè lui ci tiene al suo nome di battesimo, ma perchè di santità non vuole sentire neppure parlare.
«Per carità , ho solo dato un po’ di pane a chi non ce l’aveva e non gli ho mica chiesto il passaporto», dice con un sorriso Paolo Filippini, 48 anni, toscanaccio di Piandiscò, paese del Valdarno, terra liminale della Toscana tra Firenze a Arezzo, macellaio creativo, padre di due figli e «felicemente sposato» con Laura, estetista disoccupata.
Se glielo avesse chiesto, il passaporto, Paolo avrebbe capito subito chi era quel signore americano che proprio nel giorno di Ferragosto era entrato nel suo negozio per chiedergli appunto un po’ di pane.
E invece lui, senza neppure chiedersi chi avesse di fronte, aveva deciso di dividere in due l’ultima pagnotta che gli era rimasta, e che già pensava di portare a casa per la sua famiglia, con quell’uomo.
E non gli aveva chiesto neppure un centesimo. «Free, gratis, regalo di Paolo e famiglia, by by friend», gli aveva detto dandogli una pacca sulle spalle e salutando con sorriso.
Il ritorno 3 giorni dopo
Ma tre giorni dopo quel signore sconosciuto lo ha rivisto mentre usciva da un auto blindata argentata con finestrini oscurati, targa diplomatica della Città del Vaticano e accompagnato da due auto di scorta.
«Quando ho visto quella carovana mi è quasi venuto un colpo, i vicini sono scesi in strada, la gente è uscita dai negozi – racconta Paolo – . Maremma che ho combinato, sarà mica la Guardia di Finanza? Mi sono chiesto. Poi, siccome le tasse le ho sempre pagate tutte, ho detto che forse era successo qualcos’altro. Prima è entrato un signore che mi ha chiesto se poteva bonificare il mio negozio, sì come fanno quando arrivano personaggi importanti. Poi dall’auto argentata è sceso lui, l’uomo del pane. E io sono rimasto a bocca aperta».
L’uomo del pane ha anche un nome e cognome, di quelli che contano.
Si chiama Louis Lawrence Bono, ambasciatore americano presso la Santa Sede, una raffica di titoli accademici, importanti incarichi politici e diplomatici.
Stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in Toscana, tra le province di Arezzo, Firenze e Siena, ed era voluto tornare in quel negozio per ringraziare Paolo.
Il regalo e la spesa
«Quando si è presentato, lasciandomi un biglietto da visita – continua Paolo Filippini – credevo di essere su “Scherzi a parte”. Sono rimasto immobile, incredulo. Lui mi ha detto che avevo fatto una grande cosa a rinunciare a metà del pane per donarlo a lui.
“Ne avevi poco anche per la tua famiglia eppure non hai esitato ad aiutarmi. Sei una brava persona”, mi ha detto.
Poi mi ha chiesto il mio indirizzo per mandarmi un pensierino una volta rientrato a Roma. E infine mi ha presentato la sua bellissima moglie e i figli».
La signora Bono ha salutato Paolo e la moglie e ha deciso di fare un po’ di spesa.
«Altro che un po’ di spesa – continua Paolo – ha comprato otto chili di bistecche alla fiorentina e mi ha fatto pure i complimenti. Ha detto che erano bellissime e si vedeva che questo lavoro lo facevo con passione».
Il macellaio da parte sua avrebbe voluto ricambiare a tanta gentilezza e fare un regalo ai figli dell’ambasciatore, ma stavolta lui è stato inflessibile.
«Hai già dato Paolo», gli ha detto in inglese e lo ha salutato con un abbraccio.
(da “il Corriere della Sera”)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
PECCATO, SPERAVAMO CI DESSE NOTIZIE DEL SUO PRESUNTO ATTENTATORE… IL CALDO FA BRUTTI SCHERZI AI RAZZISTI
È estate, fa caldo.
Nella redazione de La Verità , il quotidiano indipendente scritto diretto e interpretato da Maurizio Belpietro, probabilmente fa molto più caldo del normale.
Forse è questa la spiegazione del titolo a tutta pagina dell’edizione del 20 agosto: “Vogliono drogarci con l’ossitocina per farci accogliere chi ci uccide“.
Il che fa presupporre che a breve, grazie ad un piano organizzato a base di “droga” e condizionamento mentale i governi europei sconfiggeranno la xenofobia.
Con il risultato che i cittadini dell’Unione saranno ben felici di farsi invadere dagli stranieri.
Invadere nel vero senso della parola perchè l’autore dell’articolo, Francesco Borgonovo, già autore di un libro nel quale spiega come gli stranieri ci stanno invadendo senza che nessuno faccia nulla per fermarli.
Qualche tempo fa l’Autore ci spiegava come i flussi migratori fossero manovrati dai signori della finanza, dai vari Goldman Sachs a Soros, tutti impegnati a cospirare contro l’Europa per sostituire i cittadini europei con manovalanza e persone di origine straniera.
Siamo quindi dalle parti delle teorie del fantomatico Piano Kalergi. Condite però con ipotesi fantascientifiche degne di un romanzo di William Borroughs o dei deliri alla psilocibina dei racconti del giornalista gonzo di Hunter S. Thompson.
La notizia vera è questa, ma alla Verità hanno deciso di dare spazio all’Immaginazione (l’inserto domenicale).
Le cose non migliorano andando a leggere l’articolo vero e proprio.
L’occidente è sotto attacco e ci sono scienziati che hanno scoperto “la droga per curare chi non si rassegna all’invasione”.
Perchè come sempre razzisti e xenofobi non sono poveretti da compatire ma valorosi patrioti che lottano per difendere i confini della nostra civiltà .
Grazie a questa “nuova droga” gli europei potranno essere resi “disponibili all’accoglienza”.
Siamo all’annullamento della volontà per mezzo di sostanze chimiche e una gloriosa opera di propaganda.
Resta solo da spiegare come i governi (o, perchè no, le ONG e i Poteri Forti) riusciranno a drogarci con l’ossitocina.
Ci sono cibi che sono naturalmente ricchi di ossitocina (l’Autore cita ad esempio il melograno) ma è improbabile che sia proprio quello il vettore della propagazione della droga. Avete mai visto un migrante assumere dell’ossitocina?
Forse utilizzeranno il dentifricio?
Oppure “arricchiranno” l’acqua potabile con l’ossitocina?
L’ipotesi che vengano usate le scie chimiche non sembra essere stata presa in considerazione perchè troppo costosa.
Razzisti fantastici e dove trovarli
Fortunatamente il piano è stato svelato prima ancora che possa essere messo in atto. Anche perchè il grandioso piano ai danni degli europei si scopre essere un piccolo esperimento scientifico condotto dall’Università di Bonn.
Uno dei tanti esperimenti che vengono creati per comprendere i meccanismi psicologici che spingono gli individui a compiere una scelta al posto di un’altra.
Ma per Borgonovo le cose stanno diversamente: “gli studiosi hanno cercato un modo per indurre i popoli a suicidarsi, a dissolvere la propria cultura d’appartenenza”.
Perchè evidentemente il razzismo è un fattore culturale, così come lo è la volontà innata di resistere all’invasione.
Ma c’è un problema: non c’è nessuna invasione.
E c’è anche un altro dettaglio: i razzisti sono tali anche se i migranti rimangono a casa loro.
Nel finale le cose diventano ancora più chiare. L’ossitocina infatti è un ormone particolarmente importante durante il parto.
Ed è proprio da questa informazione che Borgonovo trae la sua conclusione: l’ossitocina provoca una “femminilizzazione forzata” della nostra società rendendoci più restii “alla chiusura”.
Perchè tutti sanno che le donne sono anatomicamente più “aperte” degli uomini. E come non vedere in questo programma per renderci tutti più femminili un riferimento al gender, alle Unioni Civili e alla crisi d’identità di genere della nostra società che ha dimenticato già tutto quello che la caratterizza per diventare troppo “aperta” e accogliente?
Quindi se si vuole davvero combattere l’invasione non solo bisogna essere razzisti ma anche misogini e maschilisti.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
ECCO I COMMENTI SU FB, CON NOMI E COGNOMI, SU CUI MINNITI E LA MAGISTRATURA ITALIANA NON INTERVENGONO CONTESTANDO IL REATO DI ISTIGAZIONE ALL’ODIO RAZZIALE, MINACCE E DIFFAMAZIONE
Massimo Biancalani è un sacerdote, parroco di Vicofaro a Pistoia, che è finito nel mirino di
Matteo Salvini e dei soliti razzisti da tastiera per il suo impegno a favore dei migranti.
Il leader della Lega Nord è da anni a caccia di tutti i “traditori” del popolo italiano, ovvero di quegli italiani che invece che aiutare i nostri connazionali aiutano gli stranieri che vivono in Italia.
A causare il cortocircuito leghista anche il fatto che Massimo Biancalani abbia ospitato un gruppo di migranti nella sua parrocchia, in ossequi all’invito leghista “perchè non te li ospiti a casa tua?”.
Quel bagno in piscina che offende Lega Nord e Fratelli d’Italia
A Salvini non va giù che il parroco di Vicofaro abbia deciso, come “premio” per aver lavorato come cuochi e camerieri per la Onlus parrocchiale “Gli amici di Francesco”, di portare un gruppo di migranti a godersi una giornata in piscina.
Tutto questo è inaccettabile, come si permette un prete di portare un gruppo di migranti a fare il bagno nelle “nostre” piscine?
Quei ragazzi dovrebbero essere rispediti a casa loro non portati a divertirsi e a rilassarsi. Tanto più che Biancalani ha rivendicato con orgoglio il suo “tradimento” scrivendo che la sua patria sono quei ragazzi e non “i razzisti” Inaudito.
Salvini — non si sa per quale motivo visto che ha sempre sostenuto di non essere razzista — si è sentito profondamente offeso dalle foto, dalle parole del parroco e forse dal fatto che i migranti non stiano affogando.
Magra consolazione: negli scatti non si vedono imbarcazioni delle ONG e nemmeno inviati di Soros.
Da quando Salvini ha pubblicato il suo post contro il prete che è “razzista nei confronti degli italiani” ecco tanti delinquenti vomitare odio e insulti nei confronti di don Biancalani.
Un commento apprezzatissimo di Mariano Di Domenico prevede “una gangbang che gli cambierà il cognome in SBIANCALANO”.
Salvatore Corda è convinto che essendo un prete non è che si batte per quel “tipo di gentaglia”, piuttosto “se li sbatte”. Un commento da 600 like.
Alfonso Trillo colleziona solo un misero mi piace perchè il suo commento forse non è abbastanza esplicito.
Ma ci pensano Gianluca Coccia, Marcello Ferramosca e Marco Simoni ad andare direttamente sul profilo del sacerdote a ribadire il concetto “della mazza nera” e delle pulsioni sessuali del parroco nei confronti dei migranti.
Qualcuno ha deciso di passare all’azione: nella notte sono state tagliate tutte le gomme delle biciclette dei migranti di Vicofaro.
La cosa però non fa altro che aumentare l’eccitazione di chi come Marina Stoppani sperava che lo “corcassero di botte”.
Marco Simoni invece è deluso perchè non gli hanno tagliato la gola.
Luca Zannoni commenta: “Vergognati pederasta”
Salvo Felice aggiunge: “Preti di merda vi piace il cazzo, ma la festa sta per finire”.
In tutti questi commenti (taglio delle gomme a parte) ci sono gli elementi perchè la magistratura proceda alla denuncia per una serie di reati che vanno dall’istigazione all’odio razziale, minacce e diffamazione.
Minniti faccia sapere se intende applicare la legge e denunciare i responsabili.
(da “NextQuotidiano”)
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Agosto 21st, 2017 Riccardo Fucile
NON BASTAVANO GLI ZERBINI ROSSI DISASTRATI SU CUI INCIAMPARE, TOTI ORA IMPORTUNA I BAGNANTI CON AEREI CHE PUBLICIZZANO LA SUA MEGALOMANIA… TANTO PAGATE VOI, CON IL SOLITO GIOCHETTO DI “LIGURIA DIGITALE”
Siamo i primi a parlarne (le opposizioni farlocche in Regione Liguria notoriamente dormono da in piedi), ma non certo i primi ad essersi accorti che il governatore Toti è volato in cielo.
Non nel senso funebre, per carità , anzi gli auguriamo lunga vita, anche perchè un comico come lui che garantisce risate a volontà conviene tenerselo stretto: dopo Totò e Sordi e Benigni, l’Italia non è che se la passi bene.
Certo, non come governatore della Liguria dove ha fatto più danni delle alluvioni, ma magari tornando al teatrino Mediaset, sempre alla ricerca di talenti comici per la prima serata.
Come sapete il governatore ha disseminato la Liguria di chilometri di “red carpet”, spendendo decine di migliaia di euro dei contribuenti per “piazzare” tappeti rossi ovunque, sostenendo che è una grande operazione turistica.
Per quello l’ha affidata a una società della Regione che ha nel suo statuto il fine di promuovere la digitalizzazione degli uffici pubblici, alias che non c’entra una mazza: Liguria Digitale.
E chi era ad di questa società ? L’attuale sindaco leghista di Genova Bucci, manager di multinazionale farmaceutica che, guarda caso, era anche fornitrice delle Asl liguri.
Un classico del conflitto di interessi, specializzazione del centrodestra italiano.
Solo il tappeto rosso tra Rapallo e Santa Margherita è costato ufficialmente 60.000 eurini e chiaramente (come da servizi fotografici che abbiamo già pubblicato) non solo non è servito ad attirare turisti, ma è a pezzi, lercio, zozzo e rotto, tanto che il sindaco di Santa l’ha buttato in discarica.
Un’immagine deleteria per il turista che arriva in Liguria, desolante immagine del senso di abbandono.
Ma pensate che Toti si sarebbe fermato? Lui che sogna di sculettare sul red carpet di Cannes (quello vero), come le grandi star del cinema, non solo non lascia, ma raddoppia.
Red Carpet ovunque, piantando chodi per fissarlo, fino al monito della Sovrintendenza che gli contesta il danno a pavimentazioni storiche e artistiche.
E allora Toti decide di volare in cielo.
Decide (sempre tramite Liguria Digitale che non c’entra una mazza) di affidare a una società specializzata Europemedia, la pubblicità aerea del Red Carpet, attraverso voli a bassa quota sulle spiagge liguri.
Stai facendo il bagno in santa pace?
Arriva Toti in volo a bassa quota e ti ricorda “emozioni da star con il red carpet”.
Se sopravvivi allo shock e ti sdrai sul lettino, riecco Toti rombante di ritorno.
Ti chiedi a che cazzo serve pubblicizzare la Liguria del red carpet in Liguria, quando Toti potrebbe sorvolare la padagna per convogliare i vacanzieri della bassa bergamasca?
Ma quelli mica votano in Liguria, cazzo gliene frega.
Esasperato dai sorvoli, qualcuno comincia a chiedersi: visto che la tariffa commerciale di un volo di alcune ore di questo tipo costa da 5.000 eurini in su, quanto costa complessivamente questo spottone totiano?
E domanda ancora più fine: perchè la Regione Liguria non paga direttamente il fornitore Europemedia?
Perchè è Liguria Digitale a pagare le fatture di Europemedia e poi emette un’altra fattura alla Regione Liguria per lo stesso servizio?
Forse per ricaricare di una provvigione il servizio?
In attesa di un nuovo passaggio della TotiAirLine fatevi un bagno con i tappi alle orecchie: è ormai l’unico antidoto all’invasione (dei furbetti del camerino).
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