Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
UN BUON NUMERO DI INTELLETTUALI DI AREA DENUNCIA L’INCIUCIO DI DI MAIO E CASALEGGIO CON I RAZZISTI
Colpo di scena. I personaggi “di sinistra” che hanno votato o hanno espresso apprezzamenti per il
MoVimento 5 Stelle sarebbero scandalizzati da un’alleanza con la Lega per il governo Di Maio — Salvini e predicono che con questa scelta i grillini “perderanno milioni di voti”.
Chi l’avrebbe mai detto, vero?
Oggi è Alessandra Longo su Repubblica a regalarci un “giro di opinioni” nel quale molti che hanno lasciato la sinistra per approdare al MoVimento 5 Stelle si dicono basiti del contratto di governo offerto da Salvini a Di Maio.
A torto, visto che dalle sue origini il M5S ha sempre seguito questa filosofia e oggi con Di Maio non fa che mettere in pratica quello che Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio hanno sempre teorizzato.
Fa eccezione in questa lista Tomaso Montanari, che Di Maio avrebbe voluto inserire nella lista dei suoi candidati ministri «ma io dissi di no per due ragioni. La prima è che non ero d’accordo con la modifica dell’articolo 67 della Costituzione e l’introduzione del vincolo di mandato, La seconda era proprio l’alleanza con la Lega. Non posso dimenticare l’immagine del terrorista nazista di Macerata, quello che sparava ai neri che incontrava sulla sua strada, quello fotografato assieme a Salvini. La Lega è un partito lepenista, contiguo al neofascismo».
Montanari evidentemente si era accorto per tempo di quello che a molti non era chiaro.
Poi c’è Ivano Marescotti che invece un’idea ben chiara ce l’ha: Se Di Maio va con Salvini è colpa della sinistra.
«Ho votato Cinque Stelle», aveva rivelato a «Il Fatto», le urne ancora calde. «Voto tattico», per punire il partito di Renzi.
«Io e tanti altri — dice ora Marescotti — abbiamo pensato: “Succeda quel che succeda”. Ci provi, salti il muro. E poi rischi di finire nel burrone, ti ritrovi a due passi da un governo con la Lega dei muri e della “razza bianca”, del network con le formazioni più becere d’Europa. Va bene lo stesso? Mica tanto.
L’attore prevede sfracelli: «I Cinque Stelle hanno incassato più o meno 5 milioni di voti in libera uscita dal Pd e da altre sinistre. Gente che non li ha votati pensando che andassero con la Lega, che è un partito in sintonia con la destra europea più razzista. Si spaccheranno, penso».
Pentito? «Ma no, il tavolo andava comunque rovesciato. E l’errore fatale lo ha fatto la sinistra spingendo il Movimento nelle braccia della destra».
Il ragionamento di Marescotti è interessante perchè dimostra che il MoVimento 5 Stelle non viene considerato un partito maturo che fa delle scelte, ma come un eterno bambino che siccome ha ricevuto un brutto insegnamento dagli adulti del PD allora sbaglia inconsapevolmente alleandosi con Salvini. Povere 5 Stelle!
Un ragionamento condiviso dal sociologo Domenico De Masi, che quando non è impegnato in proposte comiche per combattere la disoccupazione tecnologica si diletta in analisi politiche di pari valore:
«Se andavano con il Pd — è la teoria di De Masi — avrebbero esaltato la loro dimensione proletaria, se ora accettano «il patto contro natura» con Salvini diventerebbero un partito di destra con il rischio «di venir cannibalizzati dal più furbo e dal più demagogico». Cioè da Matteo Salvini.
De Masi si rammarica e azzarda: «Ho votato Cinque Stelle. C’era la possibilità remota di creare la prima seria socialdemocrazia del Mediterraneo. L’hanno avuta i tedeschi, gli scandinavi, noi mai. Ma i neoliberisti del Pd non hanno voluto».
Anche nel ragionamento di De Masi, che ha votato 5 Stelle, c’è questa dimensione curiosa in cui il M5S “viene spinto” tra le braccia di Salvini per colpa di qualcun altro, non per sua volontà .
Eppure il M5S ha già spiegato che non ha alcuna intenzione di allearsi con Berlusconi perchè lo ritiene — a ragione — antropologicamente lontano dalla sua dimensione.
Per lo stesso motivo, se la dimensione dei 5 Stelle fosse stata quella immaginata da Marescotti e De Masi, avrebbe dovuto allontanare la Lega.
Invece le propone un contratto di governo. Il che potrebbe magari instillare un dubbio nella cosiddetta “anima rossa” dei 5 Stelle: il PD sarà quel che sarà , ma voi forse semplicemente non avete capito niente di quello che avete votato.
(da agenzie)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
MA TEME CHE L’INCARICO A FICO SCONGELI IL PD
Nessun terzo nome. Meno che mai l’incarico pieno al leghista Giancarlo Giorgetti, tesi che circolava ieri veicolata dalla Lega, dando per fatto l’accordo con il M5S, più che altro per sedare l’imbizzarrito alleato Silvio Berlusconi.
Falso. Non c’è alcun accordo chiuso.
Perchè Matteo Salvini ancora non ha strappato con Forza Italia, e continua a ritenersi leader dell’intero centrodestra, ma anche perchè in cambio Di Maio non mollerà la premiership.
E dunque siamo dove eravamo rimasti, prima che lo show dell’ex Cavaliere e la sentenza sulla trattativa Stato-mafia donassero un po’ di colore alle trattative ormai esangui degli ultimi giorni.
Salvini ancora non divorzia da Berlusconi e non lo fa se prima non avrà la certezza che Di Maio lascerà la poltrona da premier.
Un auspicio vano, a sentire l’entourage del leader grillino che questa mattina girerà la clessidra per le ultime 24 ore: «Salvini ha tempo fino a lunedì mattina». Inutili i tentativi di guardare al Colle, in cerca di segnali di disponibilità : «Salvini non ha capito che con il fallimento del mandato della Casellati il centrodestra è un capitolo chiuso e lui non avrà un incarico».
Per favorire un’accelerazione, ieri Di Maio ha annunciato che il lavoro di sintesi affidato al professor Giacinto della Cananea per trovare punti di contatto tra il programma del M5S e quelli di Pd e Lega è ormai concluso.
C’è da giurarsi che nelle prossime ore il risultato sarà un’arma in più in mano a leader del M5S per convincere il leghista che è il destino a legarli.
Il passo che Di Maio gli chiede di fare entro stasera o domattina è banale nella sua ovvietà : proporre un governo solo tra Lega ed M5S. Ma deve farlo prima che il presidente Sergio Mattarella inauguri il mandato esplorativo a Roberto Fico, il cui annuncio è previsto per domani.
«Siamo agli sgoccioli… non farmi fare il governo con il Pd» è stato il senso del messaggio inviato al leghista.
Il fattore Fico potrebbe stravolgere schemi ed equilibri, anche se ai vertici dei 5 Stelle danno per certo che il presidente della Camera si comporterà in maniera «impeccabile», gestirà in modo molto e istituzionale l’incarico, «a differenza – sostiene Di Maio con il suo staff – di quello che ha fatto Casellati, che in ogni modo ha provato a venderci Berlusconi».
Tranquillità massima, insomma, sulla fedeltà di Fico: «Ha sempre voluto fare il presidente della Camera, non ha mai pensato di ambire alla premiership». Vero. Ma quell’insistere, ieri al Salone del Mobile di Milano, sull’«imparzialità » del suo eterno avversario, «figura di garanzia» senza macchia, agli occhi di molti dentro il M5S, ha svelato i timori di Di Maio.
Non tanto sulla possibilità che il mandato esplorativo si trasformi in un incarico che falcerà le speranze del capo politico di diventare premier, quanto sulla breccia che si aprirebbe attraverso Fico per scongelare il Pd. Lo scenario da incubo che si prospetta a Di Maio, in caso di fallimento con la Lega, è un governo con i dem, dove il M5S potrebbe sentirsi commissariato, e dove è tutt’altro che scontato che il leader grillino possa sedersi a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio.
Anche perchè, Di Maio ne è consapevole, dentro il Movimento c’è chi non aspetta altro e al momento giusto, quando di nuovo i negoziati si saranno incagliati sul suo veto riguardo al premier, romperà il silenzio di questi giorni per chiedere a Di Maio un sacrificio.
Nel gruppo parlamentare c’è chi non nasconde le simpatie per il Pd, e tra questi c’è chi ha sempre tifato Fico, anche nella quasi impossibile speranza che sia lui la guida del governo.
La verifica del numero uno di Montecitorio, comunque, sarà più larga e non avrà i perimetri ristretti dentro i quali si è dovuta barcamenare Casellati.
Segno che, se Mattarella lascerà fare, per Di Maio non tutto sarà perduto con Salvini. A una condizione, «che Matteo non parli più a nome del centrodestra, ma della Lega» .
(da “La Stampa”)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
MOVIMENTATO ULTIMO COMIZIO A CAMPOBASSO
In piena trance agonistica da campagna elettorale e con le urne quasi aperte in Molise, Silvio
Berlusconi si presenta insieme a Donato Toma, candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, e nella piazza della Prefettura di Campobasso ironizza sulla bandiera del Movimento. Toma esclama: “I Cinque Stelle hanno rubato le loro cinque stelle dalla bandiera americana”; e Berlusconi risponde: “Questa è una notizia importante”.
Poi si ferma e aggiunge: “Peccato, mi sarebbe piaciuto mandarli affanc…” .
La campagna elettorale nella piccola regione, diventata improvvisamente l’Ohio d’Italia, è servita per declinare a livello nazionale la rottura della trattativa tra centrodestra e MoVimento 5 Stelle per la formazione di un governo.
Le uscite di Berlusconi sono servite a rompere le uova nel paniere di Salvini che già pregustava un accordo sui temi con il MoVimento 5 Stelle, ma alla fine è rimasto con il cerino acceso in mano in attesa della sua svolta (ovvero lasciare la sua coalizione per fare il governo con Di Maio).
In Molise il MoVimento 5 Stelle è però favoritissimo, viste le percentuali impressionanti ricevute alle elezioni del 4 marzo: Andrea Greco ha grandi chances di vittoria nella regione amministrata dal centrosinistra, anche se lo stesso Salvini aveva detto la settimana scorsa che grillini e centrodestra erano testa a testa nei sondaggi.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
IN UNA INTERVISTA AL CORRIERE METTE LA PAROLA FINE A POSSIBILI ALLEANZE
“Abbiamo ricevuto veti e insulti che sono inaccettabili. Questa è una clamorosa dimostrazione di immaturità politica, di arroganza e di sete di potere dei 5 Stelle, hanno dimostrato in modo inconfutabile che non sarebbe ipotizzabile governare con loro”.
Non ce n’era bisogno, dopo la sentenza come puliscicessi di Mediaset.
Ma Berlusconi oggi, in una intervista al Corriere della sera sui Cinque stelle ha ridetto cose che segnano una frattura definitiva.
“Nonostante le nostre perplessità sui contenuti e i metodi dei cinque stelle, ci siamo detti pronti a fare responsabilmente la nostra parte”. Ma Berlusconi, proprio lui, ha continuato a subire i veti di Di Maio.
Quanto a Matteo Salvini “il leader della Lega rappresenta una coalizione del 37% – osserva Berlusconi. Non vedo che interesse avrebbe a rinunciare a questo per fare il partner di minoranza dei 5 stelle. Sono certissimo, anche dai contatti avuti in queste ore, che continuerà a parlare e ad operare in nome dell’intero centrodestra”.
Per il resto Berlusconi esclude la possibilità di un governo Pd-Cinque stelle: “Sarebbe un ennesimo tradimento della volontà degli elettori”.
Sulla delicata sentenza di Palermo sulla trattativa Stato-mafia, che ha scavato il definitivo fossato tra Berlusconi e i Cinque stelle, Silvio Berlusconi risponde quasi con indignazione. “Il solo fatto di associare il mio nome o l’attività del mio governo a questa sentenza è un comportamento irresponsabile, oltre che lontanissimo dalla verità storica e giudiziaria, messo in atto da un pubblico ministero molto vicino ai grillini”.
(da agenzie)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
DOPO LA PROVOCAZIONE DI GENERAZIONE IDENTITARIA DI IERI, OGGI LA REAZIONE DI NOV TAV E ANTAGONISTI… DOVEVANO “DIFENDERE I CONFINI” MA GIA’ SI SONO DISSOLTI
Alta tensione sul confine tra Italia e Francia. 
Un gruppo di No Tav, centri sociali e migranti hanno superato la frontiera, sfondando più volte i cordoni della Gendarmerie e bloccato la statale alle porte di Monginevro, mentre gli estremisti di destra, che ieri con un blitz hanno messo reti anti-profughi, hanno lasciato velocemente Nevache.
Gli agenti in difficoltà hanno provato a fermare alcuni antagonisti che sono stati «liberati» dagli altri manifestanti, almeno 120 persone partite da Claviere.
«Le nostre valli ci appartengono e non possiamo lasciare dei nazisti nella libertà di circolare a pochi giorni dal 25 aprile. I partigiani che su queste montagne hanno dato tutto, anche la vita, si rivoltano nella tomba» dicono i manifestanti.
La mobilitazione è stata lanciata ieri sera, sabato 21 aprile, dal movimento No Tav ed è stata subito rilanciata dalle pagine social del centro sociale Askatasuna.
Stamattina, da Bussoleno, più di cento attivisti sono partiti alla volta di Claviere e Nevache in risposta al presidio dei militanti di estrema destra.
«Costruiamo questo primo appuntamento con l’obiettivo di liberare il confine e costruire iniziative fin quando questo non avverrà ”
(da agenzie)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
“SE DEVO CRITICARE QUALCUNO LO FACCIO CON RISPETTO”… E PRESENTA DENUNCIA ALLA POLIZIA POSTALE
La scrittrice Dacia Maraini firma oggi sul Corriere della Sera un corsivo in cui disconosce le parole che le sono state attribuite su Facebook a proposito di Silvio Berlusconi, che hanno circolato in uno di quei banner falsi che hanno tanto successo sul social network:
“Io non sono su Facebook, ma degli amici mi hanno fatto notare che in questi giorni è uscita una mia dichiarazione di fuoco contro Berlusconi. Vorrei chiarire che quelle parole non mi appartengono. Chi mi conosce sa che non uso linguaggi apocalittici e sopra le righe. Se ho da criticare qualcuno, lo faccio con rispetto – per me ogni avversario va rispettato – e usando argomenti ragionevoli, non insultando e buttandomi in paragoni grotteschi e offensivi. Credo di avere il diritto di chiedere la cancellazione di quelle parole che una mano maligna ha introdotto a mio nome e che stanno girando anche su WhatsApp con strascico inopportuno di commenti. Domani stesso mi rivolgerò alla polizia postale.
Il banner, tra gli altri è pubblicato anche sul Gruppo Tutto TRAVAGLIO Forever dal 15 aprile scorso.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
DA TREVI A MONTI NELLE ZONE CENTRALI 220 CASE NEL MIRINO… CESSIONI IN CAMBIO DI SOLDI
Immobili di pregio e case grandi e spaziose in pieno centro o nei quartieri limitrofi, affittate a prezzi
popolari. Case, racconta il Messaggero, raccolte in una lista , tutte collegate a scuole, parchi e ville storiche, assegnate ai custodi. Il principio iniziale era solido: chi si occupa della custodia di una scuola comunale ha diritto anche all’alloggio, pagando un canone di locazione di favore.
C’è una lista che circola tra gli addetti ai lavori, in cui si elencano quali degli immobili di pregio nel I e nel II Municipio, vale a dire nelle zone centrali della città , vadano catalogati con un punto interrogativo, perchè non si sa chi stia abitando in questi immobili. Esempi: nella zona della Farnesina vi sono alcune abitazioni teoricamente di servizio su cui non vi sono notizie, lo stesso vale a San Saba e Trastevere
Potrebbero essere vuote o assegnate ad associazioni, ma non vi sono certezze. Altri casi, alla voce «abitazioni di servizio», riguardano quartieri centrali come l’Esquilino, Lungotevere Tor di Nona, Rione Trevi, Testaccio, via Veneto, via Giulia. Si ipotizza che, a fronte di chi comunque ha maturato un diritto per abitare in questi immobili (magari con un adeguamento del canone e una regolarizzazione della posizione) vi sia almeno un terzo degli inquilini che non ha proprio titolo per vivere in una casa del Comune di Roma, a cento euro al mese.
Restando nei due municipi più centrali della città , il I e il II, in totale gli immobili comunali collegati a scuola, parchi e ville storiche perchè destinati ad ospitare (originariamente) i custodi, sono 220.
Tenendo conto che siamo in zone di pregio, con un valore immobiliari assai significativo, è evidente che non avere portato ordine nella gestione di questo patrimonio negli anni, rappresenti per le casse di Roma Capitale un danno economico di vaste proporzioni.
D’altra parte che la gestione degli immobili comunali sia un nervo scoperto per Roma, lo dimostra anche lo scandalo delle case occupate abusivamente su cui, nei mesi scorsi, era intervenuta anche la sindaca Virginia Raggi e sul quale aveva tentato di fare luce il commissario Tronca. La sindaca ha spiegato che solon el I Municipio c’erano 199 abitazioni del Comune occupate da persone con redditi molto alti, ma che pagavano canoni di locazione risibili.
(da “NextQuotidiano”)
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Aprile 22nd, 2018 Riccardo Fucile
IL GOVERNO ITALIANO PRIMA MANDA IN ZONA LA NAVE ONG POI ORDINA DI LASCIARE I DISPERATI AI CRIMINALI LIBICI NONOSTANTE SI TRATTASSE DI ACQUE INTERNAZIONALI… QUANDO SARANNO CHIAMATI DAVANTI ALLA CORTE DI GIUSTIZIA DELL’AJA QUALCUNO PERDERA’ IL SORRISO
Un altro drammatico salvataggio nel Mediterraneo, un’altra nave umanitaria prima inviata e poi fermata dalla Guardia costiera italiana, i migranti che si buttano in mare senza salvagente al grido di “No Libia” appena vedono arrivare la motovedetta libica che, alla fine, permette che i volontari della Ong tedesca Sea Watch tirino fuori dall’aqua uomini, donne e bambini. Testimone del salvataggio la giornalista Rai Angela Caponnetto, a bordo della Sea Watch, che all’alba twitta: “Li abbiamo tutti a bordo, sono 90, i libici hanno acconsentito”.
Tre ore prima, su indicazione della sala operativa di Roma, era stata la Sea Watch a raggiungere il gommone con i migranti ma poi i volontari erano stati fermati dall’ormai consueto ordine di lasciare campo alla Guardia costiera libica nonostante le motovedette fossero ancora lontane.
Un respingimento di fatto, vietato dalle norme ionternazionali.
“Per tre ore – racconta la giornalista – non si è visto nessuno. Poi quando sono arrivati, i migranti si sono gettati tutti in acqua. Cosa sarebbe successo se non avessimo dato noi i giubbotti di salvataggio?”.
Un nuovo episodio, dunque, che testimonia come – anche in assenza di motovedette libiche sul posto – la sala operativa della Guardia costiera di Roma continui a fermare le Ong ordinando loro di stare a guardare in attesa dell’arrivo dei libici e lasciando che i migranti vengano riportati indietro.
Ieri, giornata di bel tempo, ci sono state numerose partenze. Più di 500 le persone salvate nel giro di un’ora da altre due navi umanitarie, la Aquarius di Sos Mediterranee e la Astral di Open Arms, ma anche dalla nave Diciotti della Guardia costiera italiana. Da quest’ultima i migranti sono stati poi trasbordati sulla Aquarius che ha fatto rotta verso il porto di Trapani.
(da “La Repubblica”)
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