Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
E ORA SALVINI SCARICA SAVOINI: “IO RISPONDO SOLO PER ME”
La Lega vede il complotto di Trump dietro l’audio di Buzzfeed che accusa Gianluca Savoini, l’amico di Salvini.
Con la serenità tipica di chi ha la coscienza a posto, il Carroccio nota le sostanziali similitudini tra il caso dei soldi della Russia alla Lega e quello che ha portato Heinz-Christian Strache e il FPOE alla sbarra in Austria: ovvero, lo strano caso del sovranista che voleva vendere il suo paese a Mosca.
E così in due diversi retroscena gli uomini di Salvini e lo stesso Capitano fanno girare ipotesi di complotto dietro la storia rivelata da Buzzfeed.
Francesco Verderami sul Corriere della Sera osserva la coincidenza tra la visita di Vladimir Putin in Italia e le parole di elogio del leader russo nei confronti di Salvini e la bomba proveniente dall’America:
Fonti qualificate raccontano che la visita del presidente russo a Roma non sia andata secondo le aspettative dei padroni di casa.
L’impressione ricavata da chi segue le vicende internazionali è che da allora Salvini sia finito nel bel mezzo di uno scontro tra «vasi di ferro».
Stati Uniti e Russia sono impegnati a contendersi l’influenza sullo scacchiere europeo, e perciò determinati al punto da sacrificare delle pedine pur di raggiungere l’obiettivo.
In tal senso vengono posti due interrogativi.
Il primo è se ci sia una qualche connessione tra il risiko internazionale e «l’affaire Metropol», a prescindere dalla sua veridicità .
Il secondo è se esistano altre registrazioni (magari anche con altri personaggi), oltre quella rivelata da Buzzfeed.
I rappresentanti diplomatici in Italia hanno preso a monitorare le reazioni nel governo, e il commento dei grillini li ha convinti che su questa faccenda il segretario della Lega sia stato messo politicamente in difficoltà , incalzato da alleati che – nonostante la pronta smentita di Salvini – non hanno mancato di rilevare come «noi non facciamo gl iinteressi di altri Paesi, a Est e a Ovest».
Al capo del Viminale e allo stato maggiore del partito non sfugge affatto la circostanza che il sito sia statunitense e per di più considerato “non ostile” alla Casa Bianca.
«I servizi americani possono aver interesse a screditarmi?» Per di più, viene fatto notare, tutto accade a meno di un mese dalla visita a Washington nel corso della quale il leader leghista (era il 17 giugno) ha incontrato il vicepresidente statunitense Mike Pence e il Segretario di Stato Mike Pompeo.
L’operazione mediatica indubbiamente mette in cattiva luce la Federazione russa al cospetto della nuova Europa che sta prendendo forma. Ma è anche un colpo inferto al partito sovranista italiano che tenta di accreditarsi come interlocutore credibile proprio con gli Usa, nel tentativo di affrancarsi dal marchio filo-Putin.
Dunque, cosa è accaduto, qualcosa può essere andato storto nel faccia a faccia di un mese fa?, è l’interrogativo. Impegni poi non rispettati?
Sull’intervento di supporto in Siria, per esempio? Sul gasdotto da far transitare dalla Puglia?
La galassia salviniana in queste ore è una maionese impazzita. «Oppure è opera degli stessi russi? Un segnale?»
Nei capannelli di Montecitorio tra i leghisti non si parla d’altro, ma si brancola nel buio. Più o meno come il loro capo. C’è imbarazzo per la presenza di Savoini alla cena di Villa Madama di giovedì scorso organizzata dalla Presidenza del Consiglio per la visita di Putin a Roma.
Nelle foto che immortalano il presidente russo e Salvini si intravede, sullo sfondo, la sagoma del faccendiere. Che ci faceva lì? Invitato da chi?
Savoini stesso, in un tweet, si vanta in tempo reale: «Con grande piacere ho partecipato alla cena governativa in onore della visita di Vladimir Putin in Italia».
Intanto si registra un cambio di linea. «Io non so la gente con chi parla e perchè parla — dice Salvini riferendosi all’imprenditore — Rispondo solo di quel che faccio io e il mio movimento. Non abbiamo mai avuto un soldo».
Dunque, querela contro Savoini? «Da segretario della Lega farò tutto quel che devo fare». La linea difensiva diventa: l’imprenditore ha agito e parlato a titolo personale.
(da “NextQuotidiano“)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
AFFIDATA AL DIPARTIMENTO “REATI ECONOMICI TRANSNAZIONALI”
La procura di Milano ha aperto un’inchiesta sulla presunta trattativa per finanziare la Lega
con soldi russi. L’inchiesta, affidata al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e ai pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta del dipartimento ‘reati economici transnazionali’, è stata avviata dopo la pubblicazione della ricostruzione giornalistica della vicenda da parte del settimanale ‘L’Espresso’ nel febbraio scorso.
L’indagine ha già un’ipotesi di reato che, al momento, non è nota e affronta i temi sollevati dai cronisti del settimanale.
Al centro della vicenda, ci sarebbe Gianluca Savoini, animatore dell’associazione Lombardia-Russia. Ieri, il sito americano Buzzfedd ha pubblicato ampi stralci di alcune registrazioni dalle quali emergerebbe che il 18 ottobre scorso Savoini si sarebbe incontrato con alcune persone “per negoziare i termini di un accordo per inviare milioni di dollari frutto dei proventi del petrolio russo al partito di Salvini, attraverso un canale segreto”. Immediata la reazione di Salvini: “Ho già querelato in passato, lo farò anche oggi, domani e dopodomani, mai preso un rublo, un euro, un dollaro o un litro di vodka di finanziamento dalla Russia”.
(da agenzie)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
IL DIRETTORE DAMILANO: “MAI RICEVUTA ALCUNA QUERELA PER QUELLA INCHIESTA DEI NOSTRI GIORNALISTI SUI FINANZIAMENTI RUSSI”
Non appena si è diffusa — ed è diventata virale — la notizia del presunto audio in cui si evidenzierebbe un legame tra la Lega e alcuni esponenti del mondo imprenditoriale russo, Matteo Salvini ha minacciato querele.
Tuttavia, la clip diffusa da BuzzFeed altro non è che un elemento che arriva successivamente a un’inchiesta de L’Espresso che, qualche mese fa, aveva già parlato di questo incontro tra persone collegate al partito di Matteo Salvini e importanti uomini d’affari russi all’Hotel Metropol di Mosca.
L’Espresso non è mai stato querelato al momento per l’articolo sull’incontro al Metropol
Dunque — visto che l’inchiesta de L’Espresso risale al 21 febbraio scorso — ci sarebbe stato tutto il tempo per iniziare un’azione legale nei confronti del settimanale. Ma oggi il direttore Marco Damilano nega che siano mai arrivate delle querele per quanto scritto mesi fa.
Il lavoro de L’Espresso era stato portato avanti da Giovanni Tizian e Stefano Vergine, che hanno più volte parlato della Lega e soprattutto dei suoi presunti finanziamenti. In quell’inchiesta si parlava di quei contatti, ma non si affermava mai che poi questa trattativa sia andata in porto.
«I vertici della Lega — dice Damilano — una denuncia contro L’Espresso l’hanno presentata, perchè hanno parlato di una incessante campagna diffamatoria. Ma non viene mai citato quell’articolo sulla richiesta di denaro a Putin. Più che minacciare querele, Matteo Salvini dovrebbe rispondere ai tanti interrogativi che emergono dalla sua visita in Russia».
Proprio di quella visita, il 17 e il 18 ottobre scorsi, parlano le inchieste de L’Espresso che ha raccontato sia degli incontri ufficiali, sia degli incontri ufficiosi e anche della ricostruzione dei movimenti dello stesso ministro Matteo Salvini in quella circostanza, tra telecamere e momenti privati, in cui non ha lasciato alcuna traccia sui social network solitamente da lui molto utilizzati.
(da agenzie)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
AVETE MAI VISTO UNO NORMALE CHE VUOL FAR PERVENIRE LA BUSTA CON PROIETTILE A SALVINI SCRIVERE COME DESTINATARIO “AL DUCE SALVINI” PER FARLA PASSARE INOSSERVATA?
Puntualissimo, anche oggi, Matteo Salvini denuncia una busta con proiettile a lui indirizzata e
intercettata dalla polizia a Sesto Fiorentino. Giusto ieri era scoppiata la storia dell’audio di Buzzfeed in cui il suo collaboratore Gianluca Savoini parla di soldi dalla Russia per la Lega
Ma perchè a Salvini arriva una busta con proiettile ogni volta che è in difficoltà ?
E oggi il ministro dell’Interno su Facebook denuncia e accusa l’opposizione: «Oltre 100 minacce di violenza e di morte contro di me da quando sono ministro. Evidentemente le parole di odio di certa sinistra convincono certe menti malate, ma sicuramente non mi fanno paura. Anzi, mi fanno ancora più forza e voglia di combattere criminali di ogni genere».
Ora, sarà certamente un caso ma questa situazione porta con sè un sottile senso di dèjà -vu: il 20 maggio scorso Salvini aveva appena fatto il figurone in diretta da Massimo Giletti in quella che rimase famosa come la faccia di Matteo Salvini mentre scopriva in diretta che per Sea Watch 3 i porti non erano chiusi.
Durante l’intervento Salvini diceva di apprendere della questione insieme a Giletti e, in preda evidentemente all’ira oltre ogni livello, ricordava che Luigi Patronaggio, il pm che ha disposto lo sbarco, era quello che lo aveva indagato per sequestro di persona (ma ometteva di dire che si è fatto salvare dal giudizio dagli “amici” del MoVimento 5 Stelle) e aggiungeva sibillino che “approfondiremo la possibilità di valutare il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina per chiunque agevoli lo sbarco a terra di immigrati portati in Italia da un’organizzazione illegale e fuorilegge”. In pratica minacciando lo stesso Patronaggio.
Il giorno dopo ecco il proiettile. Prontamente denunciato da Salvini a Cartabianca
E poi a Porta a Porta, oltre che sui social network.
Ovviamente nessuno pensa che Salvini inventi si spedisca i proiettili da solo, visto che è evidente che ci possano essere pazzi e squilibrati che lo minacciano così come altri pazzi e squilibrati minacciavano, ad esempio, Laura Boldrini a causa delle macchine del fango diffamatorie escogitate nei confronti della presidente della Camera. Ma la Boldrini all’epoca disse che veniva minacciata ogni giorno. In questo caso è già la seconda volta che questi atti vengono denunciati e portati all’attenzione dell’opinione pubblica subito dopo che ha cominciato a circolare qualche brutta notizia o brutta figura di Salvini.
E d’altro canto lui stesso dice che sono un centinaio gli atti di minaccia di violenza e di morte, ma della busta con proiettile decide di parlare proprio oggi.
Una volta può essere un caso, due volte può essere una coincidenza. Attendiamo il terzo indizio per sapere se tutto ciò diventerà una prova.
(da “NextQuotidiano“)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
C’ERA MA NON RICORDA, “LA VOCE POTREBBE NON ESSERE LA MIA”, “ERO LI’ PER PRENDERE UN CAFFE’, CHE NE SO GLI ALTRI DI CHE PARLAVANO”
Gianluca Savoini, l’uomo degli audio di Buzzfeed al Metropol di Mosca, rilascia oggi un’intervista a Matteo Pucciarelli per Repubblica nella quale sostiene che la voce degli audio sui soldi alla Lega dalla Russia non sia la sua:
C’è un audio però, non è lei che parla?
«E che ne so, chi se lo ricorda? Guardi che oggi come oggi non serve molto per manomettere un file, tagliare frasi, alterare la voce. È malafede, una porcheria, anche perchè chi l’ha fatta non ha mica la prova del versamento su un conto corrente. Non c’è niente perchè non c’è mai stata neanche l’intenzione di fare niente del genere».
Sì ma se uno prende dei soldi in maniera irregolare mica li mette a bilancio no?
«Certo, ma dico: si citano grandi aziende, le sembra che abbiano bisogno di me? Io di queste cose non ne capisco nulla, non me ne sono mai occupato. Le pare poi che io, se fosse, ne parlerei nella hall di un grande albergo, in un luogo pubblico? Non prendiamoci per i fondelli su».
Stupisce che ci sia un audio, come è uscito fuori secondo lei?
«Lo avrà fatto qualcuno e lo avrà passato ai giornalisti, poi non mi riconosco nella voce nè nei discorsi che faccio, ci sono un sacco di rumori; e comunque io ero lì che bevevo un caffè insieme ad altra gente, c’erano dieci-quindici persone, non so neanche bene di cosa parlassero».
(da agenzie)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
NON E’ PIU’ INFORMAZIONE, E’ TELESALVINI, IL CANONE SE LO PAGHINO I LEGHISTI
Il Tg2 ha insabbiato lo scandalo dei presunti fondi russi alla Lega: notizia censurata
all’edizione delle 13 e alle 20.30 nessun servizio sui contenuti della lunga inchiesta di BuzzFeed, mai citata l’esistenza di registrazioni e audio, mai nominato Savoini, mai citata la cifra di 65 milioni di euro
Solo frammentari commenti politici a metà tg e non in apertura (come hanno fatto tutti gli altri tg e oggi i giornali). Non è più informazione, è TeleSalvini.
Il Tg2 ha dato conto solo delle reazioni dei politici, peraltro senza alcun sonoro (c’erano le dichiarazioni di Di Maio contro Salvini e degli esponenti Pd, ma sono state censurate) e senza spiegare ai telespettatori di cosa si stesse parlando.
Insomma: c’è un’inchiesta internazionale su Salvini e la Lega ma al Tg2 sul banco degli imputati finisce il segretario del Pd.
Possibile che al Tg2 l’intera redazione continui a tollerare questa deriva imbarazzante? Adesso cosa farà l’Agcom, che due giorni fa ha rinviato il richiamo per la disinformazione in campagna elettorale per le Europee e quindi salvato per ora il direttore Sangiuliano?
(da agenzie)
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Luglio 11th, 2019 Riccardo Fucile
“NON SI PUO’ FARE TUTTO DA SOLI, SALVINI PENSI A FARE PIU’ RIMPATRI”
Non si può fare tutto da soli, e per i rimpatri serve di più.
È il messaggio che arriva dal premier Giuseppe Conte in un colloquio con il Corriere della Sera sul tema migranti. Il fenomeno dell’immigrazione, dice il premier “richiede l’azione coordinata di tutto il governo e il ricorso a tutte le competenze. I Paesi europei ci contestano il problema dei movimenti secondari e anche questo è un aspetto da non trascurare”.
Il presidente del Consiglio torna anche a sottolineare la necessità di un coordinamento per gestire il controllo delle nostre acque e rendere efficaci i meccanismi di redistribuzione nei Paesi europei, chiamando in causa anche l’Ue.
Secondo Conte, inoltre, il problema non si risolve con multe o superpoteri, e inoltre il fenomeno delle piccole imbarcazioni è ancora più insidioso da contrastare.
Sul tema delle grandi migrazioni, con al centro l’Italia e le sue coste, “nessuno può fare da solo”, perchè “l’immigrazione è un fenomeno complesso, nessuno può pretendere di avere l’idea risolutiva”, spiega ancora il premier.
Un riferimento poi al fenomeno degli sbarchi fantasma: “il problema non si limita solo agli sbarchi delle ong. Adesso ci stiamo confrontando col fenomeno delle piccole imbarcazioni, che sono ancora più insidiose da contrastare, perchè si tratta di sbarchi illegali”. Tale questione, spiega Conte, è più complicata: “Dobbiamo aggiornare tutte le nostre iniziative in materia di cooperazione con i Paesi da cui originano i flussi”, continua.
Sui migranti irregolari, “dobbiamo rendere più incisiva l’iniziativa in materia di rimpatri”, aggiunge. Il premier chiama poi in causa l’Ue e i suoi nuovi vertici: “Sono sempre più convinto che il fenomeno dell’immigrazione vada affrontato in sede europea, attraverso meccanismi europei”. Il problema migranti si può risolvere con le multe fino a un milione alle ong o con i superpoteri al Viminale? “No. Assolutamente no”, la risposta di Conte.
(da “Huffingtonpost”)
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