Luglio 16th, 2019 Riccardo Fucile
“PERCHE’ NON LO SCARICA? FORSE NON PUO’?”
Marco Travaglio sul Fatto di oggi parla dei rubli alla Lega e della storia che coinvolge Matteo Salvini e Gianluca Savoini, spiegando perchè il Capitano se ne sta così acquattato e nascosto sulla vicenda tanto da dire balle e scappare dai giornalisti:
“Ora Salvini avrebbe un’unica, strettissima via d’uscita dal vicolo cieco in cui s’è cacciato con simili personaggi e cotante bugie: ammettere che Savoini era membro delle sue delegazioni ufficiali, ma mai era stato da lui autorizzato a trattare questioni finanziarie; e poi espellerlo su due piedi dalla Lega per aver tradito la sua fiducia, messo nei guai il partito e in imbarazzo il governo. Perchè non lo fa? Evidentemente perchè non può. E perchè non può? Forse perchè Savoini e Salvini sanno qualcosa che non ci hanno ancora detto e temono emerga dalle indagini dei pm di Milano o di altre registrazioni, di quell’incontroo di altri precedenti o successivi?”
“È lo stesso copione dello scandalo Siri (indagato per corruzione e ieri al fianco di Salvini nel tragicomico incontro con i sindacati al Viminale) —Arata (in galera per corruzione) — Nicastri (ai domiciliari per corruzione e mafia, da ieri molto loquace con i pm su presunte mazzette a Siri). Su entrambi gli scandali è doveroso e urgente che Salvini risponda agli italiani in Parlamento.
Ufficializzando la sua versione del caso Russia, affidato finora a battutine, attacchi ai giornalisti e ai magistrati, dichiarazioni sparse qua e là a spizzichi e bocconi, perlopiù contraddittorie o comunque contraddette. E recandosi finalmente in commissione Antimafia, dove il presidente Nicola Morra l’ha convocato “urgentemente”tre volte dal 7 maggio per raccontare tutto quel che sa di Arata & Siri. Perchè non ci va? Ha qualche problema con il Parlamento? O con la verità ?”
(da “NextQuotidiano”)
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Luglio 16th, 2019 Riccardo Fucile
DAL RE DELL’EOLICO “ELEMENTI UTILI” A SOSTEGNO DELL’ACCUSA DI CORRUZIONE CONTRO L’EX SOTTOSEGRETARIO
Da Vito Nicastri, il re dell’eolico sospettato di legami con il superlatitante Matteo
Messina Denaro, sono arrivati “elementi utili” a sostenere l’accusa di corruzione contro il senatore ex sottosegretario leghista Armando Siri e l’imprenditore Paolo Arata, che di Nicastri è considerato socio occulto.
Dal carcere il boss dell’eolico ha iniziato a collaborare, convincendo la procura di Roma a chiedere un incidente probatorio sia per lui che per il figlio Manlio.
Si tratta – scrive il Corriere della Sera – di una mossa che svela l’intenzione dei pubblici ministeri di “cristallizzare” dichiarazioni che confermerebbero il quadro accusatorio.
E fa capire – prosegue il Corriere – come gli stessi pm ritengano di aver imboccato la pista giusta, contestando a Siri il reato di corruzione per avere “ricevuto indebitamente la promessa e/o dazione di 30.000 euro da parte di Arata”. Una tangente in cambio dell’“asservimento ad interessi privati” dell’allora sottosegretario al ministro delle Infrastrutture, il quale si sarebbe dato da fare “proponendo e concordando con gli organi apicali dei ministeri competenti l’inserimento in provvedimenti normativi” di “emendamenti contenenti disposizioni in materia di incentivi per il cosiddetto minieolico”.
Repubblica ricorda come le pressioni di Siri sul ministero dello Sviluppo Economico per far inserire un emendamento prima nel decreto legislativo sugli incentivi per gli impianti, poi nella legge di bilancio, siano state confermate dai vertici del ministero.
Non solo: secondo i magistrati romani Arata ha sfruttato tutte le sue conoscenze nella politica (è stato anche ex deputato di Forza Italia) per cercare, in fase di formazione del governo gialloverde, di garantire all’amico leghista un ruolo di prestigio.
A questi indizi, ora i pm voglio aggiungere le dichiarazioni dei due Nicastri. L’incidente probatorio, che prevede il contraddittorio, permetterà infatti di cristallizzare quelle dichiarazioni una volta per tutte. E di non doverli riconvocare, semmai sarà , a processo.
(da agenzie)
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Luglio 16th, 2019 Riccardo Fucile
BREXIT, RIFORMA DI DUBLINO, SALARIO INIMO, FLESSIBILITA’, ACCOGLIENZA: I TEMI DEL SUO DISCORSO
Sì salario minimo, sì anche a una proroga della Brexit, impegno a discutere sempre le proposte del Parlamento, ricorso a tutta la flessibilità prevista dal Patto di Stabilità , parità di genere nella prossima Commissione e ok alla revisione di Dublino.
È un’attività di seduzione a tutto campo quella di Ursula Von der Leyen, la candidata designata dai Ventotto e oggi chiamata davanti al Parlamento per sottoporsi al voto dell’emiciclo.
“In mare c’è l’obbligo di salvare le vite. La Ue deve e può difendere questi valori”, ha detto. “Dobbiamo salvare le vite ma non è sufficiente – ha aggiunto – dobbiamo lottare contro i trafficanti di esseri umani, assicurare le nostre frontiere esterne e tutelare il diritto asilo tramite corridoi umanitari”.
Von der Leyen ha ribadito che è necessaria una revisione del regolamento di Dublino. “Proporrò un nuovo patto per la migrazione e l’asilo, incluso il rilancio della riforma di Dublino”. “Questo ci consentirà di tornare ad una pienamente funzionale area Schengen, che è il più importante traino per la nostra prosperità , sicurezza e libertà ”.
“Voglio garantire che in una economia sociale di mercato ogni persona che lavora a tempo pieno possa avere un salario minimo che garantisca una vita dignitosa”, prosegue Ursula von der Leyen.
“Perciò svilupperemo un quadro nel rispetto dei quadri di lavoro – ha aggiunto -, l’opzione ottimale è avere contrattazioni collettive con i sindacati perchè loro possono adeguare il salario minimo al settore e al comparto. So che ci sono modelli diversi ma dobbiamo creare un quadro generale”.
“Se il Parlamento vota a favore di una iniziativa legislativa, mi impegno a proporre un atto legislativo’, si impegna poi von der Leyen. Questo è un punto molto delicato perchè l’esecutivo Ue è la sola istituzione europea a disporre del monopolio di iniziativa legislativa.
Il trattato prevede già la possibilità per il parlamento di chiedere alla Commissione un intervento legislativo tuttavia non c’è un uso sistematico di tale possibilità . L’apertura di von der Leyen in questa direzione è un tassello dell’operazione ‘seduzione’ degli eurodeputati per superare il cosiddetto ‘deficit democratico’.
“Per me solamente una cosa è importante, l’Europa va rafforzata e chi la vuole fare fiorire mi avrà dalla sua parte, ma chi vuole indebolire questa Europa troverà in me una dura nemica”.
Così la candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea Ursula von der Leyen. “Sono disposta a garantire una ulteriore proroga al recesso nel caso in cui fosse necessario più tempo per motivi validi”.
“Assicurerò una piena parità di genere nel mio collegio dei commissari”. Così la candidata designata dai Ventotto. “Se gli Stati membri non proporranno abbastanza candidati donne come commissari – ha assicurato – non esiterò a chiedere nuovi nomi”. Von der Leyen ha poi ricordato che le donne “rappresentano la metà della popolazione” dell’Ue. “Vogliamo la nostra giusta parte”.
Quanto all’economia, “dobbiamo lavorare nell’ambito del patto di stabilità e crescita, dobbiamo utilizzare tutta la flessibilità permessa dalle regole”.
Sul tema ambientale, invece, aggiunge: “Presenterò un accordo verde per l’Europa nei primi cento giorni del mio mandato”.
Così la candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenendo oggi in aula a Strasburgo. “Una delle sfide pressanti” per l’Ue ”è mantenere il pianeta sano. È la più grande responsabilità e opportunità del nostro tempo”, ha sottolineato von der Leyen. “Voglio che l’Europa diventi il primo continente climaticamente neutrale entro il 2050”, ha aggiunto la ministra tedesca, applaudita dall’emiciclo.
“Per realizzare questo obiettivo – ha aggiunto – dobbiamo compiere passi coraggiosi insieme. Il nostro obiettivo di ridurre le emissioni” di Co2 “del 40% entro il 2030 non è sufficiente”, è necessario “andare oltre” puntando a una riduzione delle emissioni “del 50% se non 55%”.
Il gruppo sovranista non la vota, lei: “Fiera di non avere il loro appoggio”.
Il gruppo “Identità e democrazia” voterà contro la candidatura di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione Ue. Lo ha annunciato l’eurodeputato Alternative fur Deutschland Joerg Meuthen (“Identità e democrazia”), intervenendo in aula a Strasburgo. Nel gruppo siede anche la Lega. “Con tutto il rispetto per la sua persona – ha affermato Meuthen – noi del gruppo riteniamo che lei non sia in grado di rispondere ai requisiti” per essere nominata presidente della Commissione europea.
“Sono sollevata che non avrò il suo sostegno per me è veramente un premio per tutto quello che ho fatto”. Così la candidata designata dai Ventotto alla presidenza della Commissione europea Ursula von der Leyen rivolgendosi all’eurodeputato Alternative fur Deutschland Joerg Meuthen (“Identità e democrazia”).
(da agenzie)
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Luglio 16th, 2019 Riccardo Fucile
I BUONI PADRI DI FAMIGLIA CHE DAL BAR VICINO ASSISTONO ALLA SCENA NON INTERVENGONO, DEGNI RIFIUTI UMANI PARI ALL’AGGRESSORE… IL PROPRIETARIO DELLA POMPA DI BENZINA INDIGNATO: “VERGOGNOSO NON ESSERE INTERVENUTI A DIFENDERLA”
Una storia assurda, l’ennesimo sintomo di un razzismo che è cresciuto e che ornai è
legittimato sia socialmente che politicamente: picchiata e insultata con epiteti come «sporca neg…» da un «omone grande e grosso» sul piazzale di una stazione di servizio nell’indifferenza di chi è molto difficile che non abbia visto nulla
È la triste vicenda di Susy, una benzinaia di Vazzola, in provincia di Treviso, aggredita per aver fatto notare al conducente di un furgone che stava attraversando il distributore a velocità troppo sostenuta
Secondo quanto denunciato dal capo della 35enne, venerdì la donna stava andando a riaprire la pompa di benzina intorno alle 15 quando «entrando con la macchina quasi si scontrava con un furgone bianco che correva dentro il piazzale per andare al bar lì attaccato», scrive Luca Vazzoler su Facebook.
Susy suona il clacson e fa notare al conducente che è pericoloso «guidare così in un piazzale dove passano clienti».
Non l’avesse mai fatto: «Ne nasce una discussione che culmina con questo omone grande e grosso che le tira dapprima un ceffone facendole perdere gli orecchini e sanguinare l’orecchio, per concludere con un calcio all’altezza del ginocchio del quale porta ancora ovviamente l’ematoma. Il tutto condito da insulti tipo “put..na”, “sporca neg…” a “puzzi”».
Il presunto aggressore, poi, sarebbe andato al bar lì di fronte, la cui ampia vetrata dà sul piazzale ma che non fa parte della pompa di benzina.
Da lì, nessuno, «nè il gestore nè i suoi altri tre clienti presenti al momento» esce a soccorrere la donna che, nel frattempo, ha chiamato i Carabinieri, il marito e il suo capo: «Nessuno dei presenti interviene, vede e sente niente», denuncia Vazzoler.
«Il gestore del bar però chiama subito il proprietario dell’area per avvisarlo che la benzinaia ha litigato con un cliente… strano per uno che non ha visto nulla», aggiunge
«Ho avuto molta paura, sentivo il sangue che mi scendeva dal labbro e dall’orecchio, quell’uomo non la finiva più e nessuno veniva ad aiutarmi», ha raccontato Susy al Corriere della Sera.
«Oltre a varie parolacce per dire che ero uno poco di buono, mi ha chiamato “negretta” e “negra di m…”, mi ha detto che devo tornare in Marocco, che puzzo…», ha aggiunto. La donna non se ne capacita: «Non mi era mai successo nulla di simile. Sono in Italia da quasi 20 anni, lavoro al distributore da cinque e mi sono sempre trovata bene con tutti», ha affermato
L’uomo che sarebbe responsabile del pestaggio, un 49enne della zona, è stato identificato grazie al numero di targa, ma le telecamere di sicurezza della stazione di servizio non avrebbero ripreso l’accaduto.
Susy – che dopo essere stata medicata in ospedale è stata dimessa – ha sporto denuncia: «Se qualcuno sa qualcosa parli. Non si può lasciare impunito chi si comporta così, non si può rimanere indifferenti, non si può lasciar correre», scrive il suo capo su Facebook.
(da agenzie)
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Luglio 16th, 2019 Riccardo Fucile
AUTORI UN GRUPPO DI GIOVANI A BORDO DI UN’AUTO, LA SOLITA FOGNA RAZZISTA ALIMENTATA DAI SOVRANISTI
A Foggia un gruppo di migranti vittima di un’aggressione da parte di italiani.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, i migranti stavano andando al lavoro in bicicletta quando sono stati affiancati da un’automobile con a bordo alcuni ragazzi che hanno iniziato a lanciare delle pietre. Due uomini sono stati colpiti alla testa riportando un trauma cranico e due ferite.
Sul posto è stato necessario l’intervento del 118. I migranti hanno denunciato tutto ai carabinieri che hanno ascoltato le vittime della sassaiola.
Molti migranti non sono andati al lavoro anche per paura. “Non sono andato al lavoro – ha raccontato una delle due vittime, un cittadino della Guinea Bissau – ho paura trovare ancora quei ragazzi”.
Sull’accaduto è intervenuta la Flai Cgil di Foggia secondo cui “appare evidente, che il clima di odio fomentato anche da azioni di forze politiche che fanno della discriminazione razziale verso gli immigrati che vivono e lavorano in questa provincia, l’unico impegno politico concreto, dimenticandosi delle difficoltà che i cittadini vivono ogni giorno, addossando qualsiasi responsabilità alla presenza di persone extracomunitarie”.
(da agenzie)
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