Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
IL SINDACO DI VASANELLO ORA SI DICHIARA PENTITO, TI PAREVA CHE UN SOVRANISTA MOSTRASSE COERENZA E CORAGGIO
Una protesta politica che gli è costata cara. Il sindaco di Vasanello, Antonio Porri, capovolge la foto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e finisce indagato per vilipendio. La Procura di Viterbo ha deciso di aprire un fascicolo per fare luce sull’accaduto e la Digos sta indagando.
A scatenare la reazione del sindaco di Fratelli d’Italia erano state le dichiarazioni del Capo dello Stato Mattarella sulla formazione del governo Conte bis, sostenuto da Pd, M5s e Leu, al Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Il presidente aveva chiesto, in quella occasione, una revisione del patto di stabilità europeo.
“Oggi 7 settembre 2019 il presidente della Repubblica Italiana chiede che va rivisto il patto di stabilità interno imposto dalla Ue! Ma dalla tua elezione ad oggi di cosa ti occupavi?” è stato il commento su Facebook di Porri all’intervento di Mattarella.
Ma non solo, il primo cittadino del piccolo comune in provincia di Viterbo, esponente di Fratelli d’Italia, ha aggiunto: “Parlando solo oggi vuoi chiarire che sostieni una parte politica? Ora vado in Comune e ribalto la tua foto in sala consiliare. Oggi hai dimostrato di essere di parte”.
E così ha fatto. Ha preso la cornice della foto che si trova in tutti gli uffici istituzionali e l’ha girata verso il muro.
Poi l’ha fotografata in quella posizione e postata sui social network. “Hai dimostrato di essere di parte… E io ti ho “capovolto”… Come si capovolgono i ruoli”, ha scritto, accompagnando la foto.
“Tornando indietro, non lo rifarei”, ha ammesso poi il sindaco Porri, quando ha capito quanto gli poteva costare quel gesto. “Magari mi limiterei a un comunicato stampa per esprimere il mio dissenso”, ha aggiunto, sapendo di essere diventato sul web “il sindaco che capovolge la foto di Mattarella”.
“Non ho mai inteso offenderlo o mancargli di rispetto. Se questa è l’impressione che ho dato, sono pronto a chiedergli scusa”, dice ora Porri. Ma è troppo tardi, la magistratura è già sul caso.
Il reato, previsto dal codice penale, punisce chi pubblicamente vilipende (ovvero manifesta dileggio e disprezzo) verso la Repubblica, le Assemblee legislative o una di queste, il Governo o la Corte costituzionale, l’ordine giudiziario o le forze armate.
Molte le manifestazioni di dissenso e critica nei confronti del sindaco di Porri che sono arrivate negli ultimi giorni. E a partire già dalla sua stessa giunta comunale. L’assessore Dominga Martines, per esempio, ha parlato di “un gesto evidentemente personale dal quale mi dissocio e che non può e non deve rappresentare un vulnus per i cittadini e le istituzioni di Vasanello”.
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
CONTESTATO ALLA FESTA DELLA CIPOLLA DI CANNARA, A FOLIGNO LA CONTRADA ANNULLA L’EVENTO PIUTTOSTO CHE RICEVERE LA SUA VISITA, L’ENTE GIOSTRA DELLA QUINTANA DENUNCIA LA SPECULAZIONE POLITICA
Adesso che non è più ministro e non deve sbrigare le incombenze che lo tenevano inchiodato alla poltrona del Viminale Matteo Salvini può dedicarsi alle sue grandi passioni.
La campagna elettorale, il giro dei mercati e delle piazze, i selfie con simpatizzanti ed elettori.
L’avvio della campagna in Umbria — dove si voterà il 27 ottobre — è stato funestato da un piccolo incidente. Forse per il troppo stress accumulato in questi giorni al senatore della Lega è venuto un orzaiolo che lo costringe ad indossare gli occhiali da sole che lo fanno assomigliare ad un Berlusconi con l’uveite.
L’occhio malandato, scrive su Facebook «guarda caso è quello sinistro». Poco male, anche perchè così assume l’aria del lottatore, un po’ come Rocky Balboa alla quindicesima ripresa.
In Umbria Salvini spera di mandare a casa il PD per poter continuare a dire che quelli che sono al governo ora perdono dappertutto e quindi è il Popolo che ha deciso di mandarli a casa.
Prima o poi il capo della Lega dovrà spiegarci se ogni volta che una Regione cambia “colore” politico è necessario tornare al voto anche in tutti i comuni per rieleggere i sindaci (o viceversa, quando la maggioranza dei comuni è amministrata dal partito di opposizione al consiglio regionale) oppure se questa logica del voto ad ogni costo vale sono quando fa comodo a lui.
Umbria dicevamo. Ieri sera Salvini ha fatto una capatina alla Festa della cipolla di Cannara «le mangerei anche a colazione» ci tiene a farci sapere. Non ne dubitiamo visto il tipo di dieta che è solito sfoggiare sui social.
L’apparizione di Salvini (ormai è una specie di Madonna Pellegrina) e la visita agli stand gastronomici del leader del Carroccio si è meritata un post sulla pagina ufficiale della Festa.
A quanto pare però la presenza di Salvini questa volta non è stata gradita. Al punto che in parecchi hanno commentato per lamentarsi e annunciare che non sarebbero più andati alla Festa della Cipolla.
Per il turismo il senatore della Lega non è proprio Re Mida, almeno non da queste parti. Ed in fatti un paio d’ore dopo Roberto Damaschi, presidente dell’Ente che organizza la Festa, ha pubblicato un comunicato dove spiega che la presenza di Salvini non era stata richiesta dall’organizzazione e che Salvini si è limitato a fare una “visita personale”. Insomma anche loro prendono le distanze.
Le disavventure di Salvini in Umbria non finiscono qui. Sempre ieri dopo la tappa a Spello il senatore avrebbe dovuto andare a Foligno sempre per una capatina di quelle che immaginiamo vengono descritte “visita personale” in una taverna di un Rione della Quintana.
Su Facebook però il Consiglio rionale ha fatto sapere di aver deciso di annullare l’evento previsto per la serata di ieri e al quale avrebbero partecipato personalità politiche di rilievo. Inoltre il Rione non ha intenzione di essere «legato a nessun tipo di schieramento politico a salvaguardia del Rione tutto».
Anche l’Ente che organizza la Giostra, riferisce Umbria24, prende le distanze e in un comunicato fa sapere che l’evento con Salvini «non era stato organizzato dall’Ente Giostra della Quintana che nulla sapeva dello stesso sino alla mattinata di ieri, quando è stato promosso sui social. Si trattava di un appuntamento organizzato da una formazione politica e da un Rione» che successivamente ha ritenuto opportuno annullare l’evento.
Salvini è rimasto a bocca asciutta e nona potuto mangiare gli straccetti di porcona, lo stinco alla birra o gli straccetti di tagliata di vitello al rosmarino specialità del Rione, ma non è rimasto a digiuno.
Ieri sera Salvini alla fine è andato a cena ad Assisi dove dopo cena dal tavolo ha allietato gli ospiti con battute di dubbio gusto sui migranti “grassottelli” che arrivano sui barconi.
(da “NextQuotidiano“)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
SUL CANALE RUSSO, SIMILE A FACEBOOK, SI PUO’ INSULTARE LIBERAMENTE E ISTIGARE ALL’ODIO RAZZIALE
Facebook chiude i profili e le pagine di CasaPound e Forza Nuova? Passato lo sconcerto per la censura del social di Zuckerberg; asciugate le liberal tears di quelli sconvolti per l’attacco alla libertà di espressione di gente che se la prende quotidianamente con extracomunitari, omosessuali e Rom, e tranquillizzati i cittadini preoccupati che parlano di china pericolosa ci si può concentrare sul futuro.
Che è luminoso e radioso come il Sol dell’Avvenire. E pensate un po’: parla russo.
Mentre infatti CasaPound minaccia azioni legali se Facebook non ripristinerà i suoi account e le sue pagine entro due giorni (altrimenti cosa succede?) una sempre più nutrita schiera decide che è il momento di andarsene.
A quanto pare infatti è in atto una massiccia migrazione, profili che di donne e uomini, tutti con lo smartphone (altrimenti come si connettono?) che non scappano dalla guerra, ma da Facebook.
Ieri Forza Nuova su Twitter ha annunciato di essere tornata online su Vkontakte (VK.com) il social network russo simile a Facebook ma “che non censura la libera circolazione delle idee”.
Un social che qualche anno fa veniva utilizzato soprattutto per condividere le foto del fappening per aggirare la “censura” di Facebook che mannaggia impediva di pubblicare foto di nudo rubate alle star di Hollywood.
Oggi, grazie alla cotta dei sovranisti nostrani per Putin e tutto quello che è russo (ma solo dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica in poi) su Vk non si trovano più solo italiani a caccia di bellezze dell’Est ma folte schiere di nazionalisti che lì si sentono al sicuro dal grande occhio di Zuckerberg, e soprattutto dai ban.
Anche perchè il fondatore del social blu ha un piccolo difetto sul quale i sinceri democratici fan fino ad ora avevano chiuso un occhio.
Come scrive un utente che sta facendo le valigie «Vk è un Facebook senza nasoni». E i nasoni non sono le tipiche fontanelle romane ma gli ebrei.
La campagna di Russia dei sovranisti
E così inizia la grande migrazione dei sovranisti che senza Facebook e Instagram ci provano a ricostruirsi una reputazione grazie a Vk. Un luogo dove a quanto pare stando ai racconti dei primi emigranti (ma si sa che spesso esagerano) non si blocca, non si silenzia, si può insultare tutto e tutti e postare le peggio schifezze.
Un paradiso insomma. E in più è russo, garantisce lo Zar Putin, uno che di democrazia se ne intende e che non cambia assolutamente le leggi elettorali per rimanere al potere da 24 anni.
E così i sovranisti sono pronti ad attraversare — virtualmente — il Volga per rifugiarsi nel caldo abbraccio di Santa Madre Russia, in nome del cuore immacolato di Maria e di tutte le icone sacre.
Ma soprattutto in nome della possibilità di poter continuare, da esuli, ad odiare gli altri.
Ma c’è un problema: quello che Facebook ha tolto alle formazioni sovraniste è la visibilità . Una visibilità che su Vk — a parte i soliti esaltati — non hanno e non avranno.
Facebook sarà anche acerbo, ma senza Facebook chi si accorgerà delle “passeggiate” della sicurezza e delle altre buffe trovate?
Dove pubblicheranno i video in cui coraggiosamente impediscono a donne e bambini di entrare nelle case assegnate dal Comune?
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
QUADRO DEBOLE: RALLENTA LA CRESCITA DEGLI OCCUPATI, SI ARRESTA QUELLA DEI TEMPI PIENI
Segnali positivi ma anche parecchie incertezze nell’ultimo rapporto Istat sui dati trimestrali del mercato del lavoro.
Nel secondo trimestre dell’anno, l’Istituto traccia – nei confronti del primo periodo del 2019 – un leggero aumento dell’occupazione e una riduzione degli inattivi, cioè coloro che non hanno lavoro nè lo cercano, con il tasso di senza lavoro che cala al 9,9%.
Secondo i dati dell’Istat, nel periodo aprile-giugno l’occupazione è salita rispetto al trimestre precedente (+0,6%).
Significa 130 mila occupati in più: salgono i dipendenti, sia a termine che permanenti, e in misura minore anche gli indipendenti.
Ma l’aumento non deve lasciare andare a facili entusiasmi: siamo di fronte a un quadro fragile.
Le ore lavorate sono infatti scese leggermente su base congiunturale (-0,1% sul trimestre precedente) e hanno rallentato la loro crescita in termini tendenziali (+0,4%), cioè rispetto all’anno prima.
“Queste dinamiche del mercato del lavoro si inseriscono in una fase di sostanziale ristagno dell’attività economica confermata, nell’ultimo trimestre, da una variazione congiunturale nulla del Pil”.
Sappiamo poi, come ricorda la stessa Istat, che “nei dati mensili più recenti (luglio 2019), al netto della stagionalità , il tasso di occupazione e il numero di occupati mostrano un lieve calo rispetto al mese precedente”.
Anche l’andamento tendenziale degli occupati mostra che i miglioramenti del mondo del lavoro sono in attenuazione.
Prosegue “a ritmi meno sostenuti la crescita del numero di occupati (+0,3%, +78 mila in un anno), dovuta ai dipendenti permanenti a fronte del calo di quelli a termine e degli indipendenti; l’incidenza dei dipendenti a termine sul totale dei dipendenti scende al 17,2% (-0,2 punti in un anno)”.
Si tratta di quella rotazione dovuta anche al Decreto dignità . Ma anche in questo caso, c’è un campanello d’allarme: dopo il rallentamento nell’ultimo periodo, si arresta la crescita degli occupati a tempo pieno mentre prosegue l’aumento del tempo parziale; l’incidenza del part time involontario è stimata al 64,8% dei lavoratori a tempo parziale (+1,2 punti).
Alla crescita dell’occupazione soprattutto nel Nord e più lievemente nel Centro (+0,7% e +0,1%, rispettivamente) si contrappone, per il terzo trimestre consecutivo, il calo nel Mezzogiorno (-0,3%)”.
Sempre restando nel confronto annuale, “per il nono trimestre consecutivo si riduce il numero di disoccupati (-260 mila in un anno, -9,3%), coinvolgendo entrambi i generi, le diverse aree territoriali e tutte le classi di età . Dopo due trimestri di calo, torna ad aumentare il numero di inattivi di 15-64 anni (+63 mila in un anno, +0,5%)”.
Anche vista dal lato delle imprese, la situazione ricalca queste luci e ombre. Se da un lato “prosegue la crescita della domanda di lavoro, con un aumento delle posizioni lavorative dipendenti dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,5% su base annua, sintesi della crescita sia dell’industria sia dei servizi”; dall’altra parte scendono le “ore lavorate per dipendente” dello 0,6% su base congiunturale e dello 0,9% su base annua. “Il ricorso alla cassa integrazione registra una variazione positiva”.
Il costo del lavoro, infine, cresce dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, sintesi di un aumento delle retribuzioni (+0,1% su base congiunturale e +1,6% su base annua) e degli oneri sociali (+0,3% su base congiunturale e +4,5% su base annua).
Tra gli aspetti indagati dall’Istat c’è anche quello della ricerca di lavoro,: seppure in lieve diminuzione, continua a prevalere l’uso del canale informale.
Rivolgersi a parenti, amici e conoscenti rimane la pratica più diffusa (82,7%, -0,7 punti); seguono l’invio di curriculum (65,4%, -0,5 punti) e la ricerca tramite internet (55,6%, -2,0 punti).
Aumenta tuttavia sia la quota di disoccupati che ha contattato il Centro pubblico per l’impiego (22,3%, +1,1 punti) sia quella di quanti si sono rivolti alle agenzie di somministrazione (12,2%, 1,6 punti).
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
LA PROCURA HA ISCRITTO 15 PERSONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI, QUATTRO DIRIGENTI SOSPESI… USATI PEZZI NON ORIGINALI PER SPENDERE MENO IN MANUTENZIONE
Quattro persone sospese dal proprio lavoro e poste sotto indagine insieme ad altri undici tra dipendenti e dirigenti.
Si chiude così la prima fase di indagini sul crollo dell’impianto di risalita nella stazione della metro A Repubblica, a Roma, e dei guasti nelle altre fermate.
Tra le undici persone iscritte nel registro degli indagati da parte della Procura capitolina, nel caso delle scale mobili, ci sono anche tre dirigenti dell’Atac che sono coloro i quali, per il momento, hanno già subìto la prima sanzione con la sospensione dal loro ruolo per un anno. Il tutto in attesa del giudizio finale.
I tre dirigenti Atac colpiti dalla prima misura interdittiva sono Ettore Bucci (responsabile unico di Atac dell’appalto affidato Metro Roma Scarl), Renato D’Amico (direttore dell’esercizio delle linee metro A e B di Atac) e Alessandro Galeotti (responsabile esercizio di Atac per le scale mobili di Repubblica e Barberini).
Stessa sanzione comminata anche a Giuseppe Ottuso, rappresentante legale Metro Roma Scarl, la società che si occupava della manutenzione delle scale mobili su tutte e tre le linee della metropolitana capitolina.
Il tutto per un risparmio nelle casse dell’azienda. Per questo motivo la Procura di Roma non usa mezzi termini, parlando espressamente di manomissione degli impianti di risalita (le scale mobili) — intesa come utilizzo di pezzi non originali per consentire un corretto funzionamento — con il solo fine di spendere meno nella manutenzione.
Per questo motivo è stata chiamata in causa anche Atac che non avrebbe provveduto a un controllo delle attività svolte da Metro Roma Scarl, società che si occupava della manutenzione delle scale mobili.
Le accuse del Gip
«Continuano a verificarsi incidenti che sebbene noti tanto a Metroroma Scarl, che Schindler nonchè agli organi addetti alla sicurezza Atac — scrive il gip nella sua ordinanza -, non vengono segnalati e anzi opportunamente occultati, così come permangono problematiche tecniche legate a pregressi o attuali manomissioni, il tutto da rendere non escludibile l’avverarsi di ulteriori sinistri che potrebbero trovare epilogo di minore gravità solo per il verificarsi di concomitanti circostanze favorevoli agli utenti».
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
SOLIDARIETA’ AI PATRIOTI RUSSI CHE COMBATTONO CONTRO L’OLIGARCHIA CORROTTA DEL CREMLINO
Centinaia di perquisizioni nel giro di una settimana. Dopo i raid del 5 settembre, la polizia russa ha perquisito gli uffici dei sostenitori del dissidente russo Aleksey Navalny in venti città russe.
A dare la notizia è stato uno dei più stretti collaboratori dell’oppositore di Putin, Leonid Volkov, sul suo profilo Twitter: «Ci sono già piu’ di 29 città nell’elenco delle perquisizioni e più di 80 indirizzi» ha scritto.
Le perquisizioni arrivano a pochi giorni di distanza dalle elezioni locali dell’8 settembre in cui Navalny aveva lanciato, in maniera efficace, la strategia del “voto intelligente”: una tattica che invitava i suoi sostenitori a scegliere i candidati posizionati meglio così da poter battere quelli erano diretta espressione del Cremlino.
La strategia ha funzionato vista la battuta d’arresto del partito Russia Unita di Vladimir Putin, passata da 40 a 26 seggi nella Duma di Mosca.
La portavoce di Navalny, Kira Iarmush, ha definito quello di oggi un colpo «senza precedenti» al Fondo Anticorruzione e «ai suoi uffici regionali»: «Questo prova che la strategia del ‘voto intelligente’ è dolorosa per le autorità e che ha funzionato: noi non ci fermeremo” ha scritto in un tweet.
Nella sua denuncia su Twitter, Volkov scrive che «la polizia si è presentata nelle case di tutti i coordinatori e persino dei loro parenti, nelle case dei volontari del quartier generale e, naturalmente, negli uffici».
Le perquisizioni, circa 150 in tutto il Paese, riguardano un caso di presunto riciclaggio di denaro sulla Fondazione Anticorruzione di Navalny aperto ad agosto nel bel mezzo delle proteste in vista delle elezioni locali.
Tra le varie città interessate alle perquisizioni ci sono Niznij Novgorod, Vladivostok, Kazan, Ekaterinburg, Novosibirsk e San Pietroburgo: gli ufficiali della polizia russa hanno fatto irruzione in case e uffici di molti sostenitori di Navalny.
«Non avevamo mai subito un’operazione tanto massiccia prima» ha dichiarato la portavoce del dissidente russo, Kira Yarmish, che ha parlato anche dell’ennesima «intimidazione» subita dal governo di Vladimir Putin.
Lo scorso 5 settembre gli uomini della Guardia Nazionale aveva fatto irruzione negli uffici di Navalny poco prima di una diretta televisiva: in quel caso, i sostenitori del blogger avevano documentato su youtube i danni, gli scaffali svuotati e i tentativi di forzare pc e software.
Navalny è oggi il più noto dissidente del governo russo: l’ultimo arresto risale al luglio scorso, dopo le proteste in tutto il Paese, rimanendo in custodia fino a fine agosto.
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
PALAZZO CHIGI: “FORTE ADESIONE EUROPEA AL PIANO DI REDISTRIBUZIONE”… ORA POTREBBERO FINALMENTE SBARCARE IN ITALIA O A MALTA
“Quanto alla vicenda della Ocean Viking si è registrata una forte adesione europea al meccanismo di redistribuzione già attivato nelle scorse ore dall’Italia. Risulta già un’adesione di diversi Stati membri che consentirà un’adeguata e sollecita soluzione”. Lo rende noto Palazzo Chigi dopo il vertice di governo.
Il premier Giuseppe Conte aveva riunito a Palazzo Chigi i capi delegazione Pd e M5s, Dario Franceschini e Luigi Di Maio per un vertice con i ministri competenti in materia di immigrazione: il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini e il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli.
La Commissione europea ha ricevuto mercoledì sera la richiesta di coordinare la ripartizione dei migranti a bordo della Ocean Viking. Lo spiega un portavoce dell’Esecutivo comunitario.
Già un numero di Paesi si sono impegnati ad accogliere le persone, una volta che saranno sbarcate dalla nave di Sos Mediterranee e Medici senza frontiere.
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
IL RACCONTO DI LA VARVERA , LA JENA CANDIDATO CON LA LEGA A SINDACO NEL 2017
Vi ricordate di Ismaele La Vardera? Il giovane giornalista, inviato de Le Iene in incognito, aveva condotto un’intera campagna elettorale a Palermo con l’intenzione di candidarsi per la carica di sindaco, con l’appoggio di Lega e di Fratelli d’Italia.
Tuttavia, alla fine della sua esperienza, svelò che era stata tutto un grande pretesto per girare un documentario giornalistico sui rituali della politica palermitana e sul suo malcostume.
Da quel film documentario (Il sindaco — Italian politics for dummies), è venuto fuori anche un libro, dal titolo Il peggio di me.
In un piccolo estratto sul Fatto Quotidiano, Ismaele La Vardera racconta un episodio che ha come protagonista Matteo Salvini, che era arrivato in Sicilia, nel corso della campagna elettorale del 2017, per appoggiarlo.
La Vardera parla dei suoi contatti con Luca Morisi, della decisione di farlo comparire insieme a Salvini anche nella sua visita al Cara di Mineo (che è in provincia di Catania) e di tutto il suo tour in Sicilia
In modo particolare, La Vardera svela un dettaglio del viaggio di Matteo Salvini da Catania a Palermo: «Dopo aver sfrecciato a sirene spiegate nel centro di Catania — scrive La Vardera — arrivato in via Etnea, capii che la fretta era giustificata dalla voglia di arancina del bar Savia». Ovviamente, si tratta di uno dei locali più famosi in città per consumare il cibo per eccellenza della tradizione enogastronomica siciliana.
Il retroscena si inserisce perfettamente nella narrazione che, in quest’ultimo periodo, sta emergendo a proposito di Matteo Salvini, dopo la sua esperienza da ministro dell’Interno.
Secondo il racconto di Ismaele La Vardera, inoltre, quella puntatina nel celebre locale catanese era stata fatta con l’auto blu della scorta, sfrecciando a grande velocità e a sirene spiegate.
Un atteggiamento che invece contrastava molto con l’immagine pubblica che Salvini, anche in quel suo tour siciliano, voleva dare di sè: sempre nei quartieri popolari (la visita in diretta Facebook allo Zen di Palermo), sempre tra la gente. Ma su quell’auto blu c’era solo La Vardera e nessun cittadino comune.
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2019 Riccardo Fucile
DIVERSI MESSAGGI A CONTE DA PARTE DI EX MINISTRI CHE CRITICANO IL LEADER LEGHISTA PER LA ROTTURA… E SALVINI INTIMA AI SUOI: “NON MANDATE PIU’ SMS A CONTE”
La Stampa racconta oggi un retroscena gustosissimo sulla crisi di governo e sull’atteggiamento dei leghisti, che avrebbero mandato a Giuseppe Conte qualche messaggino in cui esprimevano tutto il loro dolore per la fine dell’esperienza dell’esecutivo (forse perchè coincideva con la fine della loro esperienza come ministri di qualcosa?).
Ma il Capitano pare che non l’abbia presa con il suo proverbiale aplomb inglese già sperimentato al Papeete:
Il presidente del Consiglio ha confidato a più persone di aver ricevuto «diversi messaggini» da leghisti con cui ha avuto un ottimo rapporto in questi quattordici mesi di difficile convivenza con la Lega. Messaggi in cui si dicono dispiaciuti e amareggiati per la fine traumatica del governo e che lasciano intravedere disappunto e critica — rarissimi, ai limiti dell’eresia nel Carroccio — nei confronti del loro leader. Salvini è venuto a saperlo e durante una riunione, come raccontato da una fonte che ha assistito alla scena, ha ordinato di non farlo più: «Non mandate più messaggi a Conte».
A sua volta questo resoconto è arrivato all’orecchio del premier. Il capo del governo non ne ha fatto esplicitamente cenno nell’aula del Senato, durante la replica alla requisitoria del suo ex ministro dell’Interno. Ma, come già avvenuto alla Camera, il riferimento è implicito nella risposta sparata in faccia a Salvini: «Errare è umano, ma dare agli altri le proprie colpe è il modo migliore per conservare la leadership del proprio partito».
(da agenzie)
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