Destra di Popolo.net

LO STATO COSTRETTO A METTERE SOTTO PROTEZIONE IL RAGAZZO DISLESSICO BULLIZZATO SUI SOCIAL DA SALVINI

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

NEI PAESI NORMALI LO STATO VA A PRELEVARE A CASA I RESPONSABILI E LI METTE IN GALERA, CHE SIANO ESECUTORI O MANDANTI

Può una campagna di comunicazione mettere a repentaglio l’incolumità  di una persona?
Cosa succede se l’odio online arriva a stravolgere la vita di un ragazzo di 21 anni, fino a causargli la perdita del posto di lavoro?
Sul banco degli imputati, ancora una vota, la “Bestia” social di Matteo Salvini. E quel diffuso senso di impunità  con la quale migliaia di persone e migliaia di account falsi, come un branco indistinto di pecore, vomitano insulti e minacce contro il bersaglio di turno, crocifisso su una bacheca Facebook.
Durante un flash mob delle Sardine, a San Pietro in Casale, Sergio Echmanov sale sul palco. Fa un discorso che verte sulla cultura e sull’amore, interrotto dagli applausi dei manifestanti e da qualche tentennamento nel parlato: è colpa dell’emozione e di una forma di dislessia. Matteo Salvini e il suo team social decidono che quelle lievi incertezze oratorie del 21enne possono essere utilizzate.
Per animare i follower della pagina ufficiale di Matteo Salvini, il team del senatore della Lega scarica il video integrale dell’intervento, lo taglia in molte parti e fa un montaggio per mettere in risalto i momenti in cui Sergio balbetta.
«Guardate la carica e la grinta che avevano pesciolini e sinistri poco fa a San Pietro in Casale — scrive Salvini a commento del filmato -. Se pensano di fermarci così… abbiamo già  vinto!».
Premuto il pulsante pubblica, la vita di Sergio è cambiata, stravolta. Per comprendere la gravità  degli ingranaggi messi in un funzione, basta contare i commenti, gli insulti, le minacce di morte indirizzate al ragazzo: oltre 10mila nel giro di qualche ora.
«Ho pianto molto in queste ore, è devastante l’odio che si è creato contro di me», è stato il commento a caldo della sardina.
Alla vigilia del grande concerto di Bologna del 19 gennaio, Mattia Santori e Lorenzo Donnoli, due tra i volti più noti delle Sardine, hanno registrato un video per mostrare la vicinanza a Sergio: «Sergio, dopo essere diventato protagonista di un video ironico pubblicato da Salvini, è stato chiamato dalla prefettura — ha spiegato Santori -. Visto che lui è un rappresentante che lavora con il porta a porta gli hanno fatto notare di valutare gli eventuali pericoli. Inoltre prefettura e questura starebbero pensando a possibili forme di vigilanza».
L’avvocata bolognese Cathy La Torre, attivista per i diritti civili e cofondatrice della campagna Odiare ti costa, si è offerta di difendere Sergio in tribunale.
«Questi metodi, ormai sistematicamente utilizzati dall’ex ministro contro chiunque la pensi diversamente da lui, non possono più essere tollerati — ha scritto La Torre su Facebook -, Non si può vivere nel terrore di dire la propria davanti a 50 persone, di inciampare sulle parole, perchè poi si finisce con l’essere ridicolizzati davanti a milioni di italiani».
«Non è importante se io sia o non sia dislessico, anche se ne vado fiero, non mi vergogno di ciò che sono — ha affermato Sergio -. Quello che è veramente importante è il comportamento di un Senatore, che fa rabbrividire. Dovrebbe rappresentare il popolo italiano, dovrebbe rappresentare i cittadini, invece ha già  messo alla gogna negli ultimi mesi tante persone, sardine e non, solo per propaganda: la cosa inaccettabile è che ha ridicolizzato un essere umano, indipendentemente dalla mia condizione».
«Ha ritagliato il video del mio discorso a suo piacimento: non ha messo la parte in cui facevo autoironia perchè non mi ero preparato un intervento. Non ha nemmeno messo quella in cui parlavo del fatto che i libri, la cultura, la musica e il teatro sono la chiave per imparare ad amare il diverso», ha detto la sardina, che sarà  presente alla manifestazione di Bologna il 19 gennaio.

(da Open)

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ROBERTO CALDEROLI: SE NON CI FOSSE, BISOGNEREBBE INVENTARLO

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

UN NOME, UNA GARANZIA DI CATASTROFE: VANTA UNA COLLEZIONE DI FIASCHI DA FAR INVIDIA A UNA CANTINA SOCIALE

In molti nella Lega si chiedono come mai abbiano fatto una legge sul taglio dei parlamentari che avrebbe dovuto essere applicata dopo un salto di legislatura, garantendo così l’elezione di un migliaio tra onorevoli e senatori, ma alla fine il salto non si farà .
In moltissimi nella Lega si chiedono anche perchè abbiano fatto votare ai consigli regionali una richiesta di referendum per una nuova legge elettorale che però è stata bocciata dalla Corte Costituzionale.
La risposta è breve e concisa: Roberto Calderoli. Dopodichè, si può lasciare la parola a Marco Travaglio:
Un nome, una garanzia di catastrofe. Calderoli, in arte “Pota”, dentista di Bergamo Alta inopinatamente scambiato da 25 anni per un riformatore, vanta una collezione di fiaschi che nemmeno una cantina sociale.
Un giorno, a Pontida, per sventare l’avvento dell’euro, s’inventò il tallero padano, detto “calderòlo”. Quando il pataccaro Igor Marini fu accolto con tutti gli onori in commissione Telekom Serbia come “supertestimone ” delle tangenti a Prodi, Fassino e Dini sui conti “Mortadella”,“Cicogna”e“Ranocchio”, fu il Pota a garantire sulla sua attendibilità , definendolo “una persona di una memoria che fa impallidire Pico della Mirandola, intelligente, sveglia e preparata”.
Infatti Marini fu arrestato per essersi inventato tutto. […]
Poco dopo, il cavadenti padano sfornò la più indecente legge elettorale della storia dell’umanità  prima dell’arrivo di Renzi. Infatti lui stesso,conoscendola, la definì “una porcata”(per gli amici Porcellum, ovviamente fulminata dalla Consulta).
E, conoscendosi, confidò al Corriere : “Su di me non avrei scommesso un euro”.
Ma gli altri sì, anche se lui faceva di tutto per metterli sull’avviso: come la sera che apparve al Tg1 e si aprì la camicia mostrando in mondovisione una canotta con una vignetta anti-Maometto, che nel giro di 48 ore provocò una rivolta a Bengasi, 11 morti dinanzi al consolato italiano e le sue immediate dimissioni da ministro delle Riforme.
Così nel 2015 fu correlatore della controriforma costituzionale Renzi-Boschi-Verdini. E fu una fortuna: anche quella fu bocciata dagli elettori nel referendum del 2016.
Con questo curriculum era naturale che Salvini e gli otto governatori di centrodestra promotori del referendum maggioritario chiedessero a lui di scrivere il quesito.
Tutti i costituzionalisti, ma anche i passanti, che lo leggevano sapevano che sarebbe stato respinto perchè, essendo troppo manipolativo, avrebbe lasciato il Paese senza legge elettorale.
Ma l’Uomo Fiasco garantiva: “Niente paura, passerà ”. Aveva pure chiesto alla Consulta di presenziare all’udienza in qualità  di “delegato della Basilicata”. E la presidente Cartabia, con uno strappo alla regola, aveva accettato.
Lui pensava che la cosa fosse di buon auspicio. In realtà  era un premio per aver garantito alla Corte la piena occupazione con la sua produzione industriale di leggi incostituzionali. Infatti è entrato dall’ingresso fornitori.
Ora, in molti si chiedono se in realtà  Calderoli non sia una Quinta Colonna della Sinistra in seno alla Lega, ma si tratta di un’ipotesi complottistica. La verità  è che Calderoli, se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. Per fortuna lui ci fa, invece, mentre Salvini c’è.

(da “NextQuotidiano”)

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I CENTOMILA IRREGOLARI IN PIU’ CREATI DAL DECRETO SALVINI: DA 500.000 SONO DIVENTATI 600.000

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

NON SOLO: HA FATTO PERDERE IL LAVORO A 15.000 ITALIANI

I 500 mila presunti irregolari che Matteo Salvini avrebbe dovuto rimandare a casa (come primo impegno al suo insediamento al Viminale a giugno 2018) sono già  diventati 600 mila e nel 2021 potrebbero sfiorare quota 650 mila.
E i rimpatri si sono fermati a quota settemila (2.400 dei quali negli ultimi quattro mesi con Lamorgese al Viminale), 200 in più dell’era Salvini ma comunque sempre una goccia nel mare.
Questo è l’effetto diretto e indiretto del Decreto Sicurezza o Decreto Salvini, che purtroppo non è stato ancora cancellato. Alessandra Ziniti illustra oggi su Repubblica i numeri di ISPI:
Dei 100 mila nuovi irregolari la stima è che almeno 30 mila siano effetto immediato e diretto del decreto sicurezza: persone che erano già  presenti in Italia con permessi di protezione umanitaria non rinnovati, richiedenti asilo che si sono visti negare qualsiasi tipo di protezione (i dinieghi alle domande sono ormai arrivati all’80 per cento) e che si sono visti costretti a interrompere percorsi di integrazione, a rinunciare a contratti di lavoro, corsi di formazione, scuola e, in moltissimi casi a perdere anche l’accoglienza. In virtù di quelle norme (a cui adesso il Viminale pensa di trovare una correzione ipotizzando un ampliamento delle tipologie di permessi speciali) che hanno di fatto dimezzato il numero delle persone ospitate nei grandi centri ma soprattutto nelle piccole strutture diffuse nei Comuni.
Se al momento dell’insediamento di Salvini al Viminale i migranti in accoglienza erano 168 mila, il numero si è quasi dimezzato scendendo fino a quota 90.000.
Lasciando per strada decine di migliaia di persone ma anche (si stima) almeno 15 mila operatori del terzo settore, quasi tutti giovani under 35 italiani, che hanno perso il posto di lavoro per la chiusura dei centri.
Con una coda giudiziaria di cui si pagherà  il costo (economico e sociale) ancora per molto tempo visto che i ricorsi dei migranti che si sono visti negare i permessi di soggiorno sono aumentati del 40 per cento intasando le sezioni speciali istituite nei tribunali che avrebbero dovuto, al massimo in quattro mesi, esitare i procedimenti.
Che adesso invece hanno una durata media di due o tre anni.

(da “NextQuotidiano”)

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LE BALLE SU QUOTA 100 SMONTATE ANCHE DA BANKITALIA

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

ALTRO CHE TRE NUOVI ASSUNTI OGNI PRE-PENSIONATO, NEANCHE UNO

Vi ricordate? Luigi Di Maio, vicepremier M5S all’epoca del governo gialloverde, diceva che alcune aziende avrebbero assunto tre persone per ogni pensionato con Quota 100. E assieme a Matteo Salvini, l’altro vicepremier leghista del governo Conte 1, sostenevano che in tre anni Quota 100 avrebbe consentito a un milione di persone di anticipare la pensione e ad almeno un altro milione di trovare un posto.
Balle che sono state ripetute ad Agorà  senza alcun tipo di contraddittorio di recente da Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella, editore e professore a contratto.
Repubblica ci racconta oggi che a un anno di distanza dal provvedimento il bollettino di Bankitalia smonta quegli annunci:
Nel prossimo triennio 2020-2022 l’occupazione crescerà  «a tassi moderati, poco più di mezzo punto percentuale all’anno». Alcune valutazioni empiriche poi «indicano che le maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro connesse con le nuove forme di pensionamento anticipato (Quota 100) verrebbero solo parzialmente compensate da assunzioni».
Non solo non c’è stato l’effetto di 1 a 3, ma neanche di 1 a 1. «L’impatto di queste misure – prosegue Bankitalia – sull’occupazione complessiva sarebbe nell’ordine di – 0,4 punti percentuali». E il tasso di disoccupazione «si ridurrebbe gradualmente, raggiungendo il 9,4 per cento alla fine del triennio previsto».
Anche il reddito di cittadinanza, altra misura bandiera del governo gialloverde promossa da M5S, non avrebbe dato i frutti sperati sui consumi.
Quelli delle famiglie, scrive Bankitalia, «accelerano lievemente a circa lo 0,8 per cento all’anno nel periodo 2020-2022». Ma su questo risultato il reddito contribuisce innalzando la spesa delle famiglie «per un ammontare cumulato di circa 0,3 punti percentuali tra la seconda metà  del 2019 e il 2020».
Anche la propensione al risparmio avanzerebbe «in misura contenuta». Un po’ poco per una misura che costa 5 miliardi nel 2019 e 7 miliardi dal 2020.

(da “NextQuotidiano”)

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CAPOTRENO AGGREDITA DA UN PASSEGGERO ITALIANO SENZA BIGLIETTO, LA DENUNCIA “NESSUNO E’ INTERVENUTO”

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

MA DATO CHE L’AGGRESSORE NON ERA UN IMMIGRATO NESSUN POST DI CONDANNA DAI LEADER SOVRANISTI

Una capotreno di 25 anni è stata aggredita a pugni su un convoglio, all’altezza di Seregno, in Brianza, e nessuno sarebbe intervenuto per difenderla.
Lo riporta oggi La Provincia di Como. E’ successo ieri su un treno partito alle 9.48 da Como San Giovanni in direzione di Rho (Milano). La Fit Cisl di Como denuncia che l’episodio è avvenuto tra l’indifferenza dei viaggiatori.
Secondo quanto riferito dal sindacato, la capotreno si era accorta di un uomo, un italiano di mezza età  che, sdraiato, occupava diversi posti a sedere. Lo ha invitato a sedersi normalmente, e al suo rifiuto, gli ha chiesto il biglietto, che non aveva.
L’ha quindi accompagnato alla porta e alla fermata successiva, quella di Seregno, con il treno in frenata, è stata presa a pugni dall’uomo che subito dopo è sceso e si è dileguato in stazione. La donna ha riportato una prognosi di 10 giorni.

(da agenzie)

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SCHIAFFO ALLA MELONI: DIRIGENTE DI FRATELLI D’ITALIA LASCIA IL PARTITO E CHIEDE DI IMBARCARSI SULLA SEA WATCH

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

MASSIMILIANO RUGO E’ UN POLIZIOTTO DI LIVORNO: “BASTA,NON SOPPORTO SALVINI, VOGLIO ESSERE DALLA PARTE DI CHI SALVA VITE UMANE”

Fino a qualche tempo fa Massimiliano Rugo era un componente della direzione provinciale livornese di Fratelli d’Italia. Di mestiere poliziotto, il 5 marzo scorso ha però lasciato il partito di Giorgia Meloni.
Prima di Natale Rugo ha preso anche un’altra decisione, ancora più deflagrante: ha chiesto di imbarcarsi sulla Sea Watch.
Il poliziotto livornese dice oggi di essere stato insofferente da anni alla svolta populista di Meloni; alla fine di quest’anno ha chiesto, racconta oggi Il Tirreno in un articolo a firma di Stefano Taglione, di imbarcarsi sulla Sea Watch, l’organizzazione non governativa tedesca che con la sua nave recupera e salva i naufraghi che tentano di arrivare dall’Africa all’Europa.
Rugo ce l’ha soprattutto con Salvini: «Il suo comportamento non mi piace e l’ho fatto presente pubblicamente, anche qualche anno fa quando io e il mio gruppo di FdI non andammo a un incontro con lui a Firenze. Poi non mi sta bene che critichi il premier Conte, mio professore alla Sapienza. Una persona squisita e competente che rispetto a Salvini è un gigante»
Oggi sul suo profilo facebook scrive: “Sempre dalla parte di chi salva vite umane!”, commenta condividendo la sentenza della Cassazione sull’arresto illegittimo di Carola Rackete.

(da agenzie)

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LA QUESTURA DI REGGIO EMILIA CHIEDE ALLE SARDINE DI LASCIARE LA PIAZZA DI BIBBIANO AL SEQUESTRATORE DI PERSONE CHE SCAPPA DAL PROCESSO

Gennaio 18th, 2020 Riccardo Fucile

INTERVENGA IL PREFETTO CHE HA IL POTERE PER MOTIVI DI ORDINI PUBBLICO DI VIETARE O SPOSTARE I COMIZI …. QUALCUNO VUOLE L’INCIDENTE A TRE GIORNI DAL VOTO?

Ieri abbiamo raccontato come le Sardine hanno fregato Salvini su Bibbiano: la Lega aveva preannunciato il suo comizio di chiusura della campagna elettorale nel paese per giovedì prossimo 23 gennaio, presenti sul palco Matteo Salvini e persino (in via eccezionale, non vi ci abituate eh?) la candidata presidente Lucia Borgonzoni.
I leghisti organizzatori hanno però scoperto che quello spazio era stato già  richiesto dalle Sardine con un modulo depositato due settimane prima in prefettura e firmato addirittura da Mattia Santori.
Oggi, scrive Sarah Buono sul Fatto Quotidiano, la questura di Reggio Emilia ha chiesto alle Sardine di mollare la piazza per darla alla Lega:
Nonostante siano arrivati per prime, la Questura di Reggio Emilia avrebbe invitato le sardine a cedere la piazza di Bibbiano alla Lega.
Sulla base di una regola da campagna elettorale, i partiti hanno la prelazione su qualsiasi spazio pubblico rispetto a associazioni o enti non candidati alla competizione: per questo,e per evitare altre polemiche, alle sardine sarebbe (il condizionale è d’obbligo) stato chiesto di fare un passo indietro
Virtuale e reale: cambiare giorno, venendo meno però al principio del flash-mob anti propaganda sovranista, o luogo.
A Bibbiano, comune simbolo suo malgrado dell’inchiesta sui presunti abusi nella gestione degli affidi, non ci sono però molti spazi ampi come piazza della Repubblica, davanti al Municipio.
A occhio qui possono starci 4.000 forse 5.000 persone, in quelle limitrofe al massimo duemila persone.
I leghisti avrebbero richiesto la piazza con la dicitura ‘festival’ nove giorni fa dopo un errore fatto con una prima richiesta per ‘comizio’.
I pesciolini hanno rivendicato il proprio legittimo primato in conferenza stampa con tanto di carta con richiesta autorizzata in data 14 gennaio. Una carta che potrebbe diventare straccia nelle prossime ore: le sardine però difficilmente torneranno indietro o cederanno il passo alla Lega.Una soluzione inconcepibile per il gruppo di Mattia Santori.
“Non volevamo andarci, ma ci hanno chiamato i cittadini, chiedendo di fare qualcosa contro questa ennesima strumentalizzazione”, ha dichiarato venerdì Santori lanciando la piazza di Bologna. Allo stesso tempo, però, Santori ha confermato che “siamo pronti a rinunciare, se la Lega farà  lo stesso: loro sono sciacalli, noi un anticorpo”.
“Ieri sera abbiamo incontrato la Questura, che ci ha chiesto di fare un passo indietro. Noi rispettiamo la legge e le istituzioni, ma se saremo costretti a farlo risponderemo con una piazza. Con le persone”, afferma, parlando con AdnKronos, il movimento 6000 Sardine. “C’è un documento che attesta che noi abbiamo fatto la richiesta per la piazza, richiesta che è stata protocollata – spiegano le Sardine – Ora c’è questo accordo che dà  la precedenza, in campagna elettorale, ai partiti e la Questura vorrebbe che facessimo un passo indietro per dare la piazza alla Lega quando noi, rispettando la legge, abbiamo presentato una richiesta con largo anticipo”.
Le Sardine il passo indietro sono pronte a farlo, per rispetto delle regole e delle istituzioni, tuttavia, sottolineano, “se si va a vedere quante persone ci hanno scritto, anche sulla pagina Facebook dell’evento, in quanti ci stanno contattando, forse si dovrebbe tenere conto del fatto che le persone non sono poi così contente del comizio di Salvini”.

(da “NextQuotidiano”)

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