Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
DAL RUSSIAGATE AI SEQUESTRI DI PERSONA AGGRAVATI, DAI COMMERCIALISTI DELLA LEGA AL TESORIERE, DA FONTANA ALLA SANITA’ LOMBARDA, DAI VOLI DI STATO ALLE SPESE PAZZE, DALLA TRUFFA DEI 49 MILIONI A SIRI
Sono molteplici le indagini giudiziarie che coinvolgono Matteo Salvini, come ad esempio quelle sulle navi dei migranti, o vari esponenti politici leghisti. Salvini, oltre ia provedimenti in corso, è stato querelato per istigazione a delinquere e diffamazione da Carola Rackete, capitana dalle Sea Watch.
Ma guai giudiari hanno riguardato la Lega anche in passato: storica fu quella del procuiratore Papalia per la (tentata) secessione leghista del 1998.
Numerosi consiglieri regionali della Lega sono stati indagati per le cosiddette “spese pazze”, acquisti privati fatti con i soldi stanziati dalle Regioni per le attività politiche dei Gruppi.
Un’inchiesta riguarda i presunti finanziamenti russi alla Lega nell’ambito del caso Savoino, unìaltra dove siano finiti i 49 milioni della truffa dei fondi elettorali, altre chiamano in causa esponenti di spicco come lìex sottosegretario Armando Siri. Attualmente sono in pieno svolgimento le indagini scaturite durante la pandemia, sulla fornitura dei camici e dei test sieriologici alla Regione lombarda, che hanno coinvolto in primis il governatore leghista Attilio Fontana.
Salvini indagato per il caso delle navi dei migranti
Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona nell’ambito dell’inchiesta relativa ai 131 migranti che nel luglio 2019 vennero trattenuti per giorni a bordo della nave Gregoretti. Il leader della Lega era stato iscritto nel registro degli indagati della Procura di Agrigento per i reati di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
Un’altra accusa fa riferimento alla vicenda dei 164 migranti salvati il primo agosto 2019 dalla nave “Open Arms”, a cui l’allora ministro dell’Interno vietò l’ingresso nelle acque italiane in applicazione delle disposizioni previste dal decreto sicurezza bis.
Nel gennaio di un anno fa il tribunale dei ministri di Catania aveva chiesto l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. Le motivazioni dei giudici: “Ha abusato dei suoi poteri, violando le convenzioni internazionali e privando della loro libertà i 174 migranti costretti a bordo”.
Il Russiagate e il caso Savoini
Una delle inchieste mediaticamente più rumorose che hanno coinvolto il mondo leghista è quella della procura di Milano sul cosiddetto “Russia-gate”. In questo caso Gianluca Savoini, ex portavoce di Salvini e presidente dell’associazione Lombardia-Russia, è indagato per corruzione internazionale per la vicenda relativa ai presunti fondi russi su cui si sarebbe trattato il 18 ottobre del 2018 all’hotel Metropol di Mosca.
Salvini indagato per 35 voli di Stato
Sono 35 i viaggi sospetti per i quali l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini è indagato. Il reato che gli viene contestato dai pm romani è abuso d’ufficio. Quelle trasferte erano già finite nel mirino della Corte dei Conti che, pur archiviandolo perchè non c’era danno erariale, le aveva considerate illegittime e per questo aveva trasmesso alla procura di Roma. Ora da piazzale Clodio le carte sono state mandate al tribunale dei Ministri.
La Corte dei Conti si interessò della vicenda dopo l’inchiesta di Repubblica sugli abbinamenti di molti appuntamenti istituzionali di Salvini in giro per l’Italia con comizi e altre manifestazioni di partito nella stessa zona. Viaggi effettuati a bordo di aerei in dotazione alla polizia o ai vigili del fuoco. L’uso di questi velivoli venne ritenuto illegittimo dai giudici contabili perchè i mezzi della polizia e dei pompieri sono riservati allo svolgimento di compiti istituzionali o di addestramento e non ai cosidetti voli di Stato, per cui vige un’altra normativa.
L’indagine sulla truffa dei 49 milioni
Proseguono le indagini della magistratura per verificare dove siano finiti i 49 milioni di contributi elettorali finiti nelle casse della Lega dopo una truffa avvenuta ai tempi della gestione della Lega da parte di Bossi e Belsito. Questa vicenda si sviluppa in due tempi: il primo riguarda la truffa vera e propria che coinvolge il fondatore e l’ex tesoriere che ha portato i soldi nelle casse della Lega. il secondo, che si sviluppa durante le gestioni del partito da parte di Maroni e Salvini, ha come oggetto dove siano finiti quei 49 milioni: questo secondo fascicolo è tuttora aperto con l’ipotesi di riciclaggio (il primo indagato è l’assessore lombardo Stefano Bruno Galli). Nel frattempo la Lega ha stipulato un accordo con lo Stato che prevede un pagamento dilazionato in 76 anni, con rate da 600 mila euro
L’indagine sui fondi alla Lombardia Film Commission
Quattro persone sono agli arresti domiciliari in quanto coinvolte nell’indagine sui fondi alla Lombardia Film Commission, società della Regione che si occupa di promozione cinematografica. L’ordinanza riguarda Michele Scillieri, Alberto Di Rubba, Andrea Manzoni, commercialisti ritenuti vicini alla Lega, e Fabio Barbarossa, indagati a vario titolo per peculato, turbata libertà nella scelta del contraente e sottrazione fraudolenta di pagamento delle imposte. Per la stessa vicenda a luglio era stato fermato Luca Sostegni, considerato il braccio destro di Scillieri.
L’indagine si era concentrata sull’acquisto di un capannone a Cormano (hinterland milanese) a prezzo gonfiato da parte della Lombardia Film Commission, con un surplus di 400mila euro rispetto al suo valore iniziale. L’immobile era di proprietà di una società in liquidazione, la Paloschi Srl, il cui amministratore era Barbarossa. A fare da tramite nell’operazione era stato Sostegni, mentre ad ‘architettarlà – secondo le ipotesi investigative – i commercialisti vicini alla Lega. Manzoni era stato nominato in quel periodo presidente della Lombardia Film Commission stessa.
Regione Lombardia /1: indagine sulla fornitura di camici
Il governatore lombardo Attilio Fontana è indagato per il caso della fornitura di camici da parte della società Dama, partecipata dal cognato Andrea Dini e dalla moglie Rebecca. In evidente conflitto di interessi, Dama avrebbe fornito 75mila camici alla Regione Lombardia per 500mila euro, durante la fase più critica della pandemia da covid 19. La contestazione della procura mossa al governatore è di frode in forniture pubbliche. Fontana ai magistrati deve poi spiegare il perchè del tentato versamento di una somma di denaro da un suo conto corrente in Svizzera a lui intestato. Secondo quanto si sa, Fontana tentò di bonificare 250mila euro alla società Dama per risarcirla del mancato incasso per 49.353 camici e 7mila set che aveva già consegnato. Il governatore nel frattempo aveva infatti chiesto di sospendere la fornitura facendola diventare una sorta di donazione. La Unione Fiduciaria di Milano alla quale Fontana si era rivolto sospese il pagamento come pervisto dalla legge per la prevenzione del riciclaggio
Regione Lombardia /2: indagine sulla fornitura dei test sierologici
La Regione Lombardia non utilizzò i test sierologici a marzo, in quel periodo li aveva ritenuto poco affidabili. L’11 aprile fece un affidamento esclusivo alla Diasorin, spa di Saluggia, in provincia di Vercelli, la quale aveva stipulato un accordo in esclusiva con il Policlinico San Matteo di Pavia per il progetto di ricerca. Va detto che Diasorin ottenne la certificazione ‘Cè sei giorni dopo quell’affidamento esclusivo, per la fornitura di 500mila test da 2 milioni di euro. Il prezzo era stato di 4,5 euro l’uno. La Regione Lombardia, sollecitata dal ricorso di una società concorrente, aveva bandito una gara, successivamente vinta dalla multinazionale Roche, che aveva presentato una offerta di 1,5 euro a pezzo. Nel frattempo tuttavia Diasorin aveva sospeso la fornitura con la consegna avvenuta a maggio di 100.020 test. La procura indaga per verificare se l’affidamento esclusivo alla Diasorin configuri gli estremi dei reati di peculato e turbativa d’asta: nel registro degli indagati ci sono otto persone: si tratta dei vertici della società e del San Matteo.
L’indagine sul senatore della Lega Armando Siri
L’ex sottosegretario Armando Siri: è indagato per corruzione per una presunta mazzetta da 30 mila euro che sarebbe stata ricevuta dall’imprenditore Paolo Arata che si sospetta vicino al “re dell’eolico” Vito Nicastri, che, a sua volta, saerbbe collegato al boss mafioso latitante Matteo Messina Denaro. Altre indagini riguardano l’elargizione di alcuni prestiti allo stesso Siri, uno decennale di 750 mila euro ottenuto da un banchiere di San Marino decennale concesso dalla banca al politico senza nessuna garanzia, l’altro da 600 mila euro sborsati sempre dallo stesso istituto di San Marino appena tre mesi prima grazie alla raccomandazione di un portaborse dello stesso senatore leghista. Indagano Milano e San Marino.
Appena ha incamerato il prestito di San Marino, Siri ha usato 585 mila euro per comprare un palazzo di circa mille metri quadrati a Bresso, alla periferia di Milano, intestandolo però alla figlia. Un immobile che stranamente, nonostante il mutuo, non è stato ipotecato dalla banca per garantirsi la restituzione del prestito.
Indagine sul tesoriere Giulio Centemero
Il tesoriere Giulio Centemero è indagato per finanziamento illecito a Roma e Milano. Sio indaga sui 250 mila euro versati da Luca Parnasi all’associazione leghista “Più Voci” vicina alla Lega. I 250 mila euro con destinazione “Radio Padania” e il giornale del partito. Era il “metodo Parnasi” quello che lo stesso costruttore ha descritto ai magistrati e ai carabinieri del nucleo investigativo nel corso dei suoi interrogatori: “Pagavo la politica. Alla Lega Parnasi si sentiva così vicino da proporsi, dopo le elezioni del 4 marzo, quale intermediario con il Movimento Cinque Stelle. Tante sono le conversazioni nelle quali Parnasi fa riferimento al suo rapporto con “Matteo” (Salvini) e “Giancarlo” (Giorgetti).
(da “La Repubblica”)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
“LO STRESS-TEST SARANNO LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE, L’AUTUNNO, RAFFREDDORI E INFLUENZE”
Sono più di 1.600 i nuovi casi di contagio da Coronavirus registrati oggi, 11 settembre, in Italia. E sono ancora dieci — come ieri — le nuove vittime legate al virus, secondo i dati riportati dal bollettino giornaliero della Protezione civile e del ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia nel paese. Il dato, quello dei decessi, «è assolutamente in tendenza con il numero di contagi», spiega Fabrizio Pregliasco.
È preoccupante il numero dei contagi giornalieri?
«No, è altro a preoccuparmi, anche perchè siamo lontani dai numeri registrati a marzo o aprile, nel clou della pandemia. Per fortuna oggi siamo in grado di individuare tutti i nuovi focolai. Il ragionamento deve essere questo: più positivi, più controllo, meno contagio».
Dunque cosa la preoccupa?
«Il dato delle terapie intensive. Fino a un mese fa registravamo una cinquantina di pazienti; ora quel numero si è triplicato. E poi il dato dei ricoverati con sintomi. Nonostante le cifre, era uno scenario che ci aspettavamo, visti anche gli ultimi sviluppi. Ora dobbiamo solo aspettare…».
Cosa?
«Lo stress test definitivo: la riapertura delle scuole, l’autunno, i primi raffreddori, le influenze e tutto ciò che attiene a una sintomatologia simile a quella del Covid-19. In questo momento di limbo dobbiamo sviluppare al massimo la capacità diagnostica».
Rimedi?
«Evitare la psicosi collettiva. Questo è un virus a basso rischio specifico, è bene ricordarlo. E non è mutato, anche se negli ultimi tempi se ne dicono di ogni tipo. L’importante è attrezzarsi con le ormai conosciute misure di prevenzione e restare tranquilli».
(da Open)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
LO SCENARIO TRACCIATO DAI RICERCATORI DELLA NANJING UNIVERSITY
L’immunità al Covid-19 potrebbe durare soltanto un mese nei soggetti guariti: uno scenario, secondo i ricercatori della Scuola di Medicina della Nanjing University, che richiede quanto mai la migliore comprensione delle risposte degli anticorpi al coronavirus per informazioni essenziali allo sviluppo di trattamenti efficaci e vaccino. Lo studio, fresco di pubblicazione, è basato sul monitoraggio della produzione degli anticorpi in 19 pazienti non gravi e in sette in condizioni invece gravi per la durata di sette settimane dall’inizio della malattia.
I dati hanno fatto emergere che un paziente su cinque non aveva anticorpi capaci di combattere il virus una volta dimesso dall’ospedale e che i livelli del sistema immunitario erano scesi significativamente tra le tre e le quattro settimane successive, suggerendo una vulnerabilità dei soggetti al coronavirus quanto quella prima del contagio iniziale. Un’alta percentuale (80,7%) di pazienti guarita dal virus, infatti, aveva mostrato prove di attività di anticorpi contro il Sars-CoV-2 (sia pure a vari livelli), mentre il restante 19,3% non aveva alcuna immunità . In altri termini, lo studio ha sostenuto di aver dimostrato che le attività neutralizzanti dei sieri di convalescenza calano in modo significativo nel periodo compreso tra i 21 e i 28 giorni dopo la dimissione dall’ospedale.
Nel rapporto, i ricercatori cinesi hanno insistito più volte sul fatto che “comprendere le risposte adattative in cui il corpo produce anticorpi che si legano specificamente al SARS-CoV-2 tra i pazienti con Covid-19 fornisce informazioni fondamentali per lo sviluppo di un trattamento efficace e di un vaccino preventivo”. Poichè allo stato non esiste alcun vaccino che neutralizzi il coronavirus, è fondamentale che gli scienziati continuino a concentrare l’attenzione sulle risposte delle difese immunitarie nei malati al fine di raccogliere informazioni utili su come combattere al meglio il virus.
(da “Huffingtonpost”)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
SI TEME UNA NUOVA ONDATA DI RICOVERI
Nella settimana di monitoraggio sono stati riportati complessivamente 2.280 focolai attivi di cui 691 nuovi. Si teme una nuova ondata di ricoveri.
Lo hanno detto, sono stati presi per “terroristi”, ma poi è accaduto. Dopo la sbornia estiva, dei viaggi senza regole, della movida e delle discoteche ora sono i giovani a trasmettere l’iniezione si meno giovani. Contagi che da quello che è emerso avvengono soprattutto dentro le famiglie.
In Italia si osserva un lento e progressivo peggioramento dell’epidemia di SARS-Cov-2: è quanto rileva il Report settimanale del Ministero della Salute che – pur osservando come l’Italia non sia così in difficoltà come negli altri Paesi europei, Spagna in primis – anche in questa settimana si rileva una trasmissione diffusa del virus su tutto il territorio nazionale. Nella settimana di monitoraggio sono stati riportati complessivamente 2.280 focolai attivi di cui 691 nuovi.
A preoccupare in particolar modo la crescita dei ricoveri per Covid-19 negli ospedali italiani, sia nei reparti medici che nelle terapie intensive con valori superiori al 5% per alcune regioni. “In quasi tutte le regioni si osserva un aumento del tasso di occupazione dei posti letto dedicati sia in area medica che in terapia intensiva. A livello nazionale il tasso di occupazione in area medica è aumentato dall’1 al 2%, mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva dal 2% al 3%, con valori superiori al 5% per alcune regioni”.
“Sebbene, non siano ancora stati identificati segnali di sovraccarico dei servizi sanitari assistenziali – precisano Iss e ministero – la tendenza osservata potrebbe riflettersi a breve tempo in un maggiore impegno.
Secondo il report Iss i focolai anche di dimensioni rilevanti, sono troppo spesso associati ad attività ricreative che comportano assembramenti e violazioni delle regole di distanziamento fisico sia sul territorio nazionale che all’estero.
“Questo sta comportando anche una trasmissione locale dalla popolazione più giovane a quella più fragile o anziana, soprattutto all’interno della famiglia, che si riflette anche in un maggiore impegno dei servizi ospedalieri”.
Si raccomanda quindi di adottare tutte le opportune precauzioni anche in ambito familiare
Secondo il Report, infine, il numero di nuovi casi di infezione rimane nel complesso inferiore rispetto a quello di altri paesi europei, ma con un aumento da sei settimane consecutive. Il rispetto delle misure di prevenzione e della quarantena raccomandate dalle autorità sanitarie resta un elemento cruciale ed ineludibile per contrastare la diffusione dell`infezione.
(da agenzie)
“
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
ROGATORIA PER RICOSTRUIRE I FLUSSI DEL DENARO E CHIARIRE LA DESTINAZIONE FINALE
Uno degli obiettivi è chiarire il passaggio dall’Italia alla Svizzera di parte degli 800 mila euro incassati dalla vendita gonfiata dell’immobile di Cormano, nel Milanese, per la Lombardia film commission.
In particolare, sotto la lente c’è la transizione su una fiduciaria panamense basata nel Paese elvetico: è questo uno dei punti che le indagini della Procura e della Guardia di finanza di Milano vogliono definire nell’inchiesta sui fondi della Lega in relazione alla “destinazione finale” di parte della provvista (pare quasi 300mila euro) creata con la presunta operazione immobiliare illecita.
La rogatoria
I magistrati hanno avviato una rogatoria in Svizzera per seguire i flussi del denaro. Le indagini hanno portato due giorni fa agli arresti domiciliari di tre commercialisti vicini alla Lega: Alberto Di Rubba, direttore amministrativo del gruppo Lega al Senato ed ex presidente della Lfc; Andrea Manzoni, revisore dei conti della Lega alla Camera con un incarico nel collegio sindacale di Sea; Michele Scillieri, professionista con un contratto di consulenza fiscale con la Lfc. Assieme ad una quarta persona, Fabio Giuseppe Barbarossa, sono tutti indagati a vario titolo per peculato, turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Gli arresti domiciliari dei tre commercialisti hanno messo un punto fermo nell’inchiesta della Procura di Milano. Per il pm Stefano Civardi e l’aggiunto Eugenio Fusco, l’operazione avrebbe drenato fondi pubblici, dispersi poi in vari rivoli di cui si sta cercando di capire su quali società e su quali conti siano rimbalzati e dove siano effettivamente finiti.
Nell’inchiesta, che corre in parallelo con quella genovese sui 49 milioni di euro spariti, a luglio era stato fermato e poi arrestato Luca Sostegni, 62 anni, ritenuto il prestanome dei tre professionisti accusato anche di estorsione e in procinto di fuggire all’estero.
La “destinazione finale”
Negli interrogatori resi finora da Sostegni, gli inquirenti hanno posto anche domande sulla destinazione finale di parte della provvista dell’affare immobiliare. Sostegni, però, ha chiarito che lui si è occupato come prestanome solo di una parte delle transazioni, quelle già individuate nelle indagini, e che la “mente” delle operazioni, anche quelle a lui sconosciute, era il commercialista Scillieri.
E in uno dei verbali Sostegni ha riportato anche una battuta che Scillieri avrebbe fatto rispondendo “servono per la campagna elettorale” alla sua domanda: “Che ve ne fate di tutti questi soldi?”.
Gli inquirenti hanno provato ad avere chiarimenti sul punto, ma Sostegni l’ha liquidata come una battuta. Sostegni si è assunto, invece, tutte le sue “responsabilità ” sulla vicenda che ruota attorno al capannone di Cormano, ma ha detto di non essere al corrente degli altri flussi di denaro su cui sta lavorando la Procura. È probabile che nelle prossime settimane Sostegni, difeso dal legale Giuseppe Alessandro Pennisi, venga ascoltato ancora dai pm.
(da “La Repubblica”)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
L’INCONTRO A MAGGIO CON MANZONI A ROMA, PRESENTI ANCHE CALDEROLI E IL SENATORE BORGHESI
Cosa ci faceva Salvini a cena con Andrea Manzoni, uno dei tre commercialisti vicini alla Lega da ieri ai domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sull’immobile di Cormano acquistato dalla Lombardia Film Commission?
A quell’incontro di maggio a Roma oltre al leader della Lega e al commercialista erano presenti anche Roberto Calderoli e il senatore bresciano Stefano Borghesi. E quello che è successo, secondo quanto risulta al Fatto, emerge dalle intercettazioni e dall’analisi dei tabulati degli indagati.
Di cosa si parla alla cena? Di soldi, naturalmente.
Tutto gira intorno alla filiale Ubi di Seriate. Secondo quanto racconta il Fatto, che spiega che gli indagati erano intercettati anche con il trojan, i vertici della Lega avevano convocato perfino Salvini per parlare della questione.
Il nome della persona di cui si discute durante la cena è quello di Marco Ghilardi, che dopo quell’incontro, verrà licenziato ma non sarà abbandonato: i commercialisti gli cercheranno un avvocato importante.
Chi è Ghilardi? à‰ proprio il direttore della filiale Ubi a Seriate. Ed è amico di un altro dei commercialisti ora ai domiciliari, Di Rubba. Sta per essere licenziato. Gli è arrivata una lettera di contestazione dai vertici dell’istituto di credito per una serie di operazioni sospette eseguite dai due commercialisti che il funzionario non avrebbe segnalato a Bankitalia.
Racconta il Fatto:
La cena, stando alle indagini, si svolge tra il 24 e il 26 maggio. Al centro dell’incontro il futuro di Marco Ghilardi, amico di Di Rubba (che in passato aveva lavorato in banca e proprio alle dipendenze di Ghilardi). Ghilardi, dopo una contestazione disciplinare da parte dell’istituto bancario dove lavora, rischia il licenziamento da direttore della filiale di Ubi Banca di Seriate, Bergamo. La sua cacciata è legata al fatto di non aver segnalato alcune operazioni sospette relative a conti di società riconducibili a Di Rubba e Manzoni presso la stessa banca di Seriate. Operazioni anomale che erano state oggetto di alert da parte dell ‘Uif di Bankitalia già nel 2019. Su quei conti, secondo le indagini, in sei anni sarebbero passati circa 2 milioni di euro. Sempre Ghilardi (che non è indagato), subito dopo il 2015 era stato contattato dagli stessi commercialisti per aprire nella sua filiale conti dedicati alle articolazioni regionali della nuova Lega di Salvini il cui primo indirizzo è risultato identico a quello dello studio di Michele Scillieri, altro commercialista coinvolto nell’indagine.
Qual è il giro dei soldi collegati alla Lega e finiti nella filiale di Seriate? Parte del piano, quello relativo ai conti da aprire per le associazioni regionali della Lega non andrà mai in porto, perchè fermato dai vertici di Ubi.
Sandro De Riccardis racconta su Repubblica:
La filiale di Seriate è uno snodo centrale nel vorticoso flusso di denaro leghista. Da un conto nella filiale bergamasca — hanno ricostruito il procuratore aggiunto Eugenio Fusco e il pm Stefano Civardi — partono nel dicembre 2017 gli 800 mila euro bonificati ad Andromeda, la società del commercialista Michele Scillieri (ai domiciliari) che aveva in pancia l’immobile di Cormano, individuato come futura sede della LFC. Ma soprattutto da quella filiale sono transitati negli anni circa due milioni di fondi leghisti finiti a Di Rubba e Manzoni.
Nel suo interrogatorio lo stesso Ghilardi (non indagato) ha spiegato come i due commercialisti, soci di studio del tesoriere della Lega Giulio Centemero (non indagato), hanno pianificato di creare conti da intestare ad associazioni territoriali della Lega su cui far transitare i soldi del Carroccio. Un piano, rimasto incompiuto per l’opposizione della banca, che avrebbe blindato le casse del partito dalle pretese di risarcimento delle procure.
Intanto c’è un altro indagato nell’inchiesta della Procura di Milano su Lombardia Film Commission: l’imprenditore Francesco Barachetti, accusato di peculato e che i pm, in uno degli atti dell’indagine, definiscono “personaggio legato a Di Rubba e Manzoni“, due dei commercialisti indagati, e “più in generale al mondo della Lega”.
Il nome di Barachetti era già emerso negli atti delle indagini in relazione a somme incassate dalla sua impresa per lavori di ristrutturazione sull’immobile di Cormano (Milano).
Gli inquirenti stanno approfondendo la sua posizione nella vicenda anche perchè sospettano che l’impresa possa aver incassato ulteriori somme, attraverso false fatture, e che parte di quei soldi sia poi andata alle società del ‘giro’ dei commercialisti bergamaschi, ossia Di Rubba e Manzoni.
La Barachetti service è stata oggetto di perquisizioni ieri sera e l’attività dei finanzieri proseguirà anche all’inizio della prossima settimana. Il nome dell’imprenditore era già emerso anche un anno fa in un report dell’Uif di Bankitalia per operazioni sospette e movimenti di denaro anche verso la Russia. La Barachetti, si leggeva nella relazione citata in un’inchiesta de l’Espresso, “risulta essere controparte di numerose transazioni finanziarie con il partito della Lega Nord”
(da “NextQuotidiano”)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
LE FOTO DIMOSTRANO IL FLOP, MENO DI MILLE PRESENTI NONOSTANTE I 60 PULMANN ANNUNCIATI DA ALTRE PROVINCE E SEMIVUOTI… CENTINAIA DI CONTESTATORI TENUTI A DISTANZA
“Matteo! Matteo! Matteo!”: l’arrivo di Salvini per il comizio a piazza Matteotti a Napoli è stato documentato sui social della Lega come se fosse l’entrata di Gesù a Gerusalemme: mancavano solo le palme ma in compenso c’era “Nessun dorma” sparato a tutto volume mentre il Capitano faceva la sua passerella smanazzando tutti, e che il Coronavirus vi accompagni.
Lui come sempre esagera: “Devo dire che di venerdì pomeriggio una piazza così a Napoli non me la sarei mai aspettata. La piazza di stasera non ce l’ho neanche a Milano”. La Lega parla addirittura di 4mila persone presenti: “Oltre 4mila persone, di venerdì pomeriggio, in una piazza Matteotti come non la si vedeva da tempo, ricca di entusiasmo e di aspettative”
Ma come sono andate davvero le cose?
Come dimostrano le foto dall’alto la piazza era semivuota, neanche mille i presenti, nonostante i 60 pulmann annunciati in arrivo da altre province. Molti non sono mai partiti.
Sta di fatto che Salvini teso lo sarà fino a sera, quando il mini tour di sostegno al candidato forzista Stefano Caldoro che i sovranisti hanno sì e no tollerato, dopo le tappe di Torre del Greco, Gragnano, Eboli, Secondigliano, Giugliano, si concluderà in una Piazza Matteotti, nel cuore di Napoli, più vuota che piena, come dimostrano le immagini
Quali sono le immagini? Basta guardare da un altro punto di vista rispetto a quello che propone la propaganda di Salvini per vedere tutta un’altra storia
Certo un risultato Salvini lo ha ottenuto. Non ha ricevuto fischi e pomodori come a Torre del Greco. C’erano troppi poliziotti a fermare i contestatori:
Magari con loro presenti la piazza sarebbe sembrata più piena.
(da agenzie)
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Settembre 12th, 2020 Riccardo Fucile
PRESENTI IL PREMIER CONTE, LAMORGESE E ZINGARETTI, L’ABBRACCIO DEI GENITORI, MIGLIAIA DI PERSONE RENDONO OMAGGIO AL GIOVANE
Duecento i palloncini bianchi lasciati andare, ‘liberati’ in cielo, tra lacrime ed applausi, dagli amici del 21enne. Si sono conclusi così i funerali di Willy. Alla fine delle esequie il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha abbracciato la madre e il padre di Willy, Lucia e Armando e la sorella Milena. “Ora ci aspettiamo condanne severe e certe”. Ha commentato il premier al termine della cerimonia.
“Willy “si è sacrificato sulla croce come un giovane Cristo. Per amore dell’amicizia che deve essere d’esempio chi vede come vita il culto della forza, della violenza”.
E’ il messaggio centrale dall’omelia pronunciata da monsignor Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e Palestrina, che ha scelto il vangelo delle Beatidutini per ricordare il giovane ucciso a soli 21 anni, nel corso di una rissa, per proteggere un amico.
“Un fatto esecrabile che stamane ci vede riuniti insieme e per il quale il nostro cuore è profondamente scosso e colpito”, prosegue il vescovo Il giovane aveva “passione per lo sport ma senza fanatismi, nel rispetto per gli altri e nell’impegno per loro che, lungi da quegli atteggiamenti di indifferenza che spesso chi si dice adulto assume, ha portato Willy nella notte tra sabato e domenica scorsa a intervenire a favore di un amico per sedare una lite e perdere la vita in quella forma grande che Gesù ci ha insegnato nel Vangelo: ‘non c’è amore più grande di questo, dare la vita per gli amicì”. Gesù, ha detto ancora, “non ci ha liberati con la forza dei muscoli ma donando la propria vita sulla croce per amore e assicurando a tutti coloro che come Willy tentano di praticare il suo Vangelo, la vita eterna”.
Ma soprattutto Impegniamoci perchè la morte di un innocente con cada nel vuoto. “Perchè la morte barbara e ingiusta di Willy non cada nell’oblio impegnamoci tutti, istituzioni, forze dell’ordine, uomini e donne della politica, della scuola, dello sport e del tempo libero, Chiesa, famiglie e quanti detengono le chiavi di un potere enorme, quello dei media e in particolare dei media digitali, a comprometterci insieme, al di là di ogni interesse personale e senza volgere lo sguardo altrove fingendo di non vedere, a riallacciare un patto educativo a 360 gradi”.
n lungo applauso aveva l’ingresso del feretro di Willy Monteiro Duarte e della sua famiglia nel campo di Paliano. Subito dopo l’ingresso della bara, c’è stato un minuto di silenzio. Da ore centinaia le persone si erano messe in fila per assistere alla cerimonia. Ci sono il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e i sindaci di Paliano e di Colleferro, Domenico Alfieri
I parenti del ragazzo sono arrivati, in lacrime: sull’auto una fotografia del figlio ucciso. Familiari e amici indossano maglie e camicie bianche, come la maggior parte dei partecipanti: è stata una richiesta della famiglia del giovane, come “segno di purezza e di gioventù” aveva riferito il sindaco di Paliano.
I genitori del ragazzo hanno scortato la salma dal policlinico di Tor Vergata al campetto dove si svolgono le esequie. Mamma Lucia non perde mai di vista la bara del suo angelo. Al loro fianco il sindaco di Paliano Domenico Alfieri.
Nel campo sportivo, moltissimi ragazzi sulle sedie in plastica disposte sul manto erboso con maglie bianche e la scritta ‘Ciao Willy’. “Ora bisogna solo far sentire alla famiglia la vicinanza di tutti e pretendere presto giustizia.
La Regione pagherà e sosterrà la famiglia per le spese legali e uno degli istituti alberghieri della nostra regione sarà dedicato al nome di Willy”, ha ribadito Zingaretti prima di entrare nel campo. Mentre il premier Conte si è trattenuto a parlare con i sindaci dell’hinterland romano.
Gli fa eco il sindaco di Colleferro: “Il mio auspicio è che sia presto fatta giustizia e che si faccia chiarezza presto sulle responsabilità di ognuno. Il mio appello a testimoniare è stato ascoltato e si sono aggiunti testimoni” aggiunge Pierluigi Sanna.
E la procura di Velletri ha modificato il capo di imputazione per i quattro giovani arrestati per la morte del 21enne, da omicidio preterintenzionale e omicidio volontario. Al momento, fanno sapere gli inquirenti, non ci sono altri indagati, oltre ai fratelli Marco e Gabriele Bianchi, a Mario Pincarelli e a Francesco Belleggia, quest’ultimo ai domiciliari. Il ragazzo citato nell’informativa della Procura di Velletri, seppur presente al momento dei fatti, non è iscritto nel registro degli indagati.
(da agenzie)
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