Settembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
I FRATELLI BIANCHI CHIEDONO DI RIMANERE IN ISOLAMENTO, TEMONO IL CONTATTO CON GLI ALTRI
In questo momento, i fratelli Bianchi — così come Mario Pinciarelli — si trovano in isolamento perchè stanno completando il periodo di quarantena anti-coronavirus previsto per ciascun detenuto.
Anche per questo motivo sono stati tradotti a Rebibbia e non a Regina Coeli. Ma il loro isolamento in carcere potrebbe durare di più. I legali dei fratelli arrestati in seguito alla morte di Willy Monteiro Duarte a Colleferro, infatti, hanno chiesto che, date le circostanze della detenzione e dei fattori specifici che hanno caratterizzato l’evento dal punto di vista mediatico, l’isolamento sia prolungato.
I legali, infatti, si appellano al principio della giusta detenzione e hanno chiesto al giudice e ai vertici del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di valutare il da farsi, soprattutto a causa delle ripercussioni che in carcere la vicenda potrebbe avere sugli altri detenuti. Il timore delle tre persone arrestate (c’è un quarto arrestato, Francesco Belleggia, che però si trova ai domiciliari) è che ci possano essere ritorsioni da parte di altri detenuti.
D’accordo anche il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasa che ha dichiarato al Messaggero come sia necessaria, in virtù del clamore suscitato dal caso dell’omicidio di Willy a Colleferro, una valutazione su come far proseguire la detenzione che è stata confermata dal giudice.
Il garante ha tra le altre cose verificato che, fino a questo momento, il periodo trascorso in carcere dagli arrestati non ha avuto particolari ripercussioni sull’integrità dei tre.
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
E’ DIVENTANO UN SIMBOLO DELLE PROTESTE DOPO CHE IL SUO DIRETTORE SI E’ RIFIUTATO DI “CONSEGNARE” AL REGIME SOVRANISTA GLI AUTORI DI UN VIDEO-DENUNCIA
Lunedì è stata rapita Maria Kolesnikova, una delle figure chiave dell’opposizione bielorussa, portata in un carcere a Minsk dopo aver rifiutato l’espulsione dal Paese.
Il giorno dopo, si sono perse le tracce di Antonina Konovalova, altro membro dell’opposizione. E così ogni giorno si allunga la lista delle persone scomparse e portate via dalle forze leali al presidente Lukashenko. Nonostante questo, non si fermano le proteste.
Anche il 12 settembre a Minsk centinaia di persone sono scese in piazza contro il regime. La manifestazione prevista per oggi, domenica 13 settembre, e battezzata la “Marcia degli eroi” ha ricevuto la benedizione di un’altra leader dell’opposizione, Tsikhanovskaya, in esilio in Lituania.
Ma per rimanere al potere il regime prova a mettere a tacere tutte le voci ostili arrestando giornalisti e arrivando perfino a mettere in ginocchio lo storico teatro nazionale Janka Kupala, i cui attori hanno deciso di scioperare dopo il licenziamento del loro direttore
Dopo la censura, lo sciopero
«Il teatro nazionale è uno dei luoghi storici per la cultura bielorussa. È il palcoscenico del Paese. Abbiamo spettacoli solo nella nostra lingua e non in russo. È stata una decisione molto difficile per noi, ma eravamo tutti uniti. Non possiamo lavorare quando queste brutalità continuano», dice Raman Padaliaka, tra gli attori scioperanti del teatro. Raggiunto al telefono spiega che il teatro è diventato uno dei centri della protesta da quando il suo direttore, il 47enne Pavel Latushko, è stato licenziato.
La colpa di Latushko — in passato anche ambasciatore bielorusso in Polonia, Spagna e Francia — sarebbe quella di aver osato denunciare la repressione portata avanti dal regime.
In realtà , come racconta Padaliaka, prima di essere licenziato Latuskho era stato convocato dal ministro della Cultura bielorusso per rispondere di un video fatto da alcuni attori del teatro in cui denunciavo la brutale repressione portata avanti da Lukashenko. Il direttore si era rifiutato di “consegnarli” al regime, e così ha perso il lavoro.
Da metà agosto il teatro non dà più spettacoli. «La maggior parte degli attori sono contro le brutalità e contro le elezioni. Vogliono nuove elezioni con nuovi partiti. Abbiamo anche il supporto dei nuovi registi — racconta Padaliaka -. Nessuno vuole andare a teatro in questa situazione». L’attore racconta amaramente che prima dello sciopero stava lavorando a uno spettacolo ambientato nella Bielorussia degli anni ’20 in cui l’eroe è un uomo «sospeso tra Oriente e Occidente, che non capisce che dovrebbe vivere nel suo paese e trovare la pace nazionale».
Alla domanda del perchè non ci sono state manifestazioni su questa scala in passato, visto che Lukashenko è al potere dal 1994, Padaliaka dice che in passato il ministero della Cultura non aveva mai inficiato le loro attività in questo modo. Nonostante la molta tristezza e la preoccupazione per il futuro, le proteste sono state liberatorie. «La sensazione predominante — racconta — è che ci sia stato un risveglio: le persone hanno iniziato a parlarsi, si aiutano a vicenda. Abbiamo vissuto in Paesi diversi prima, ognuno rinchiuso nel proprio appartamento. Adesso non è più così».
Non temete che possa tutto finire con una sconfitta? «Sì certo ma qualcosa è cambiato nelle nostra teste. Abbiamo superato una linea rossa, non possiamo tornare indietro. Ci vorrà molto più tempo, forse 6 mesi, ma spero che succeda. Non puoi spegnere il cervello di milioni di persone. È impossibile».
Prima di chiudere chiede di poter rivolgere un appello all’Italia: «Per noi è molto importante ricevere supporto dall’estero. Sono stato chiamato dalla Lituania, dalla Repubblica Ceca e da altri teatri nazionali. Anche noi ci siamo cittadini europei, pensiamo come voi, vogliamo vivere in un mondo libero e vogliamo esprimerci liberamente. Non vi scordate di noi».
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
GRUPPI CHE SI FANNO CHIAMARE “CITTADINI DEL REICH” E ALTRE ORGANIZZAZIONE NEONAZISTE GUIDANO LA PROTESTA
Negazionisti e, nel caso tedesco, nazi-negazionisti: circa 10mila persone in strada a Monaco di Baviera per protestare contro le restrizioni per limitare la diffusione del coronavirus: un numero che è oltre il doppio di quelle registratesi inizialmente per poter partecipare.
Manifestazioni si sono tenute anche ad Hanover e altre città della Germania, dove continuano a crescere le preoccupazioni riguardo la presenza dominante dei neonazisti ad alcuni degli eventi organizzati per contestare le misure anti-covid. All’inizio del mese, l’agenzia per sicurezza interna tedesca ha fatto notare come estremisti di destra abbiano tenuto discorsi a 90 delle manifestazioni avvenute nel 2020.
Ad agosto, decine di migliaia di persone si erano radunate a Berlino per protestare contro quella che hanno definito “una dittatura del coronavirus” e ”follia da corona”. Tra i manifestanti gruppi autoproclamatisi Reichsbuerger, ovvero cittadini del Reich, che negano la legittimità del moderno stato tedesco. Oltre a loro, erano presenti anche i gruppi di neo-nazisti ed estremisti di destra.
Oggi, durante il suo podcast settimanale, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha difeso le misure del governo per il contenimento del virus, sottolineando però di essere disposta ad intrattenere una discussione sull’argomento. “Nel nostro paese, tutti hanno la libertà di criticare le decisioni del governo”, ha detto, aggiungendo come la libertà di poter protestare pacificamente abbia reso la Germania l’invidia di molti. Ha concluso dicendo come il distanziamento sociale e le restrizioni sulla vita pubblica abbiano aiutato la Germania a prevenire la diffusione incontrollata della pandemia.
(da agenzie)
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Settembre 13th, 2020 Riccardo Fucile
UN DELIRIO OMOFOBO: “ERA INFETTA, VOLEVA DARLE UNA LEZIONE”
Una ragazza di 20 anni, Maria Paola Gaglione, ha perso la vita in via degli Etruschi ad Acerra cadendo rovinosamente dal motorino mentre, insieme al suo compagno, percorreva la strada provinciale Cancello-Caivano.
Ma quello che in un primo momento era apparso come un gravissimo incidente stradale, con il passar delle ore si è trasformato in un’altra storia, delineandosi come il drammatico epilogo di una relazione osteggiata dalla famiglia per ragioni di genere.
Su disposizione della Procura di Nola, il fratello maggiore di Maria Paola, Michele, è agli arresti con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
Secondo l’accusa avrebbe inseguito e speronato lo scooter della sorella provocandone la caduta rivelatasi fatale. È in ospedale, ferito ma non in gravi condizioni, il compagno di Maria Paola, un ragazzo trans, nato di sesso femminile che si percepisce uomo.
Tra i due il rapporto era molto forte, al punto che avevano deciso di convivere, trasferendosi da Caivano ad Acerra.
Ma il legame non sarebbe stato accettato dalla famiglia di Maria Paola e questo avrebbe determinato il gesto che ha portato all’arresto fratello della ragazza. Nella ricostruzione degli investigatori (indagano i carabinieri di Castello di Cisterna) Michele, in sella al suo ciclomotore, avrebbe inseguito la sorella e il compagno per diversi chilometri, colpendo il motorino fino a provocarne la caduta che ha causato la morte della ventenne.
Le indagini sono condotte dalla pm Patrizia Mucciaccito coordinata dal procuratore Laura Triassi. In un primo momento, i magistrati avevano ipotizzato l’accusa di “morte in conseguenza di un altro reato”, poi modificata in omicidio preterintenzionale.
Ora il provvedimento passa al vaglio del giudice che dovrà decidere sulla convalida alla presenza dell’avvocato difensore dell’indagato. L’udienza è fissata per domani.
Su Facebook, la madre del ragazzo trans ha pubblicato un post carico di rabbia dal quale si desume l’ipotesi che la coppia fosse stata già minacciata in passato.
Ma sono righe piene anche di amarezza, quando la donna ricorda che “i figli si accettano” e chiede che Paola adesso possa “riposare in pace”.
È sconvolta Daniela Lourdes Falanga, presidente di Antinoo Arci Gay Napoli, che sottolinea: “Non si può negare una vita per la felicità di due persone. Se la rabbia e il dolore di questa madre confermeranno i fatti, non si potranno abbassare sipari di omertà . Troppo spesso i compagni e le compagne delle persone trans diventano prede della transfobia, subendo offese e umiliazioni”. Il segretario dell’Arci Gay, Antonello Sannino, avverte: “Purtroppo non parliamo di casi isolati. Abbiamo notizia di altre situazioni di sofferenze in famiglia che rischiano di avere conseguenze molto gravi”.
(da agenzie)
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