Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
PAGNONCELLI DI IPSOS: “PER GLI ITALIANI RENZI AGISCE PER INTERESSI PERSONALI”
Con la crisi di governo a un passo, pesano ancor di più i nuovi equilibri all’interno delle coalizioni che emergono con l’ultimo sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli pubblicato sul Corriere della Sera.
Italia viva di Matteo Renzi — che lo scorso 13 gennaio ha annunciato le dimissioni di Teresa Bellanova, Ivan Scalfarotto e Elena Bonetti — sprofonda al 2,4%. Le tensioni con la maggioranza dell’ultimo mese non sembrano aver giovato al partito, che perde lo 0,6% in 30 giorni, scendendo sotto la soglia cruciale del 3%.
A crescere è invece Forza Italia, che aumenta di quasi un punto rispetto dicembre e torna sopra al 10% (10,2%).
Nella classifica delle intenzioni di voto rimane in testa la Lega, seppur in perdita, con il 23% (-0,4%), seguita dal Pd quasi al 20% (-0,3%) e dal Movimento 5 Stelle al 16,3% (+0,3%).
Fratelli d’Italia diminuisce di un punto e arriva al 15%.
Tra le altre forze politiche si segnala l’aumento di Sinistra italiana/Leu (3,5%) e Azione (3,3%) e la flessione di 0,6% di Italia viva (2,4%) che al momento non sembra beneficiare in termini di consenso dall’apertura della crisi di governo.
Resta alta la percentuale di astenuti o indecisi, anche se leggermente in diminuzione: 39%
Non è bastata una conferenza stampa a chiarire la crisi di governo. Secondo il sondaggio, il 42% degli italiani intervistati ha dichiarato esplicitamente di non averle compreso le ragioni della rottura nell’esecutivo, e il 13% ha preferito non esprimersi. I motivi dell’uscita dalla maggioranza di Italia viva sono stati capiti da meno della metà dei cittadini coinvolti: il 45%.
Tra le motivazioni individuate in generale nelle risposte, al primo posto c’è il protagonismo di Renzi: secondo il 44% degli intervistati, la crisi è stata causata dal «desiderio di Renzi di inseguire i propri interessi personali o della sua parte politica». Una risposta, questa, data in parte anche da chi ha dichiarato di non aver capito i motivi. La percentuale sale al 52%, invece, se si considerano solamente le risposte di chi ha dichiarato di aver compreso le cause delle dimissioni.
Il 25%, invece, ha dichiarato di non saper rispondere: un italiano su 4, quindi, appare disorientato davanti ai più recenti sviluppi politici.
Appena il 16% fa derivare la crisi da questioni politiche di merito («Renzi e il suo partito hanno posizioni troppo differenti su temi importanti, rispetto a Giuseppe Conte e agli altri partiti della maggioranza»), il 9% la attribuisce la a uno scontro personale tra “Matteo” e “Giuseppe”, e il 6% al desiderio di Conte di seguire i propri interessi.
In ogni caso, secondo il 43% degli intervistati il governo Conte II dovrebbe andare avanti, contro il 36% di chi ritiene che sia giunto al suo atto finale.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
E QUESTA SAREBBE UNA “PATRIOTA”
«Ho visto che il governo polacco, nostro amico, ha fatto una legge, proposta di legge, per cui intendono sanzionare chiunque tra questi social network si permetta di oscurare o censurare alcuni contenuti che non violano la legge polacca. Mi pare una buona idea. Penso che sarebbe interessante per tutti i conservatori europei ragionare su norme di questo tipo. Hanno anche istituito un tribunale online per valutarne la congruità . Per difendere la libertà ,che è un fondamento della nostra civiltà , a tutti i livelli, compresa ovviamente e soprattutto quella di espressione».
Lo ha detto Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel corso di una tavola rotonda su “Il futuro del patriottismo in Europa e negli Stati Uniti”.
Giorgia Meloni ha fatto riferimento a una legge che il governo polacco sta preparando per limitare il potere dei social network come Facebook e Twitter di eliminare contenuti e chiudere gli account.
Secondo il progetto annunciato dall’esecutivo, i siti potrebbero prendere tali iniziative solo se le pubblicazioni violano la legge polacca.
Il testo prevede la creazione di un “consiglio per la libertà di espressione” composto da cinque membri per esaminare i reclami degli utenti dei social network i cui account sono stati chiusi o il contenuto rimosso.
«Non ci illudiamo: quello che è accaduto negli Stati uniti ancora prima dei fatti di Washington accadrà anche in Italia, in Spagna, in Europa. Accadrà quando i nostri avversari, non potendo argomentare per rispondere alle nostre tesi, avranno solo la possibilità di silenziarci.
A parte che per argomentare sulle tesi della Meloni basterebbe la cultura di ragazzino delle medie, portre ad esempio la Polonia, sotto inchiesta dalla Corte Europea per violazione della libertà di informazione o Trump che ha istigato al terrorismo la dice lunga sul concetto di democrazia e di libertà di espressione della Meloni.
Chi istiga al razzismo, all’odio razziale e alla violenza va sigillato, non solo privato di un account.
Che poi la Meloni lo capisca o meno non è affar nostro, un giorno lo capirà .
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
LA TELEFONATA TRA I DUE E LE DUE DIVERSE VERSIONI
Botte da orbi tra Carlo Calenda e Clemente Mastella all’ombra della crisi di governo.
Con il primo che dice di aver ricevuto l’offerta di un ok a Conte in cambio dell’appoggio del Pd a sindaco di Roma e il secondo che lo accusa di “squallore umano”.
“Comunque anche io ho avuto l’onore di una telefonata del simpatico Clemente. Una roba tipo tu appoggi Conte e il Pd appoggia te a Roma. Scarsa capacità di valutare il carattere degli uomini. O quanto meno il mio. #costruttori del nulla”. Così su twitter il leader di Azione.
“Sei una persona di uno squallore umano incredibile”.
La replica di Clemente Mastella in una nota. “Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: ‘il Pd mi dovra’ scegliere per forza come candidato sindacò. Poi hai aggiunto: ‘ne parlo’. Quanto a me, non ho alcuna titolarità per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perchè sei moralmente modesto”, conclude Mastella in una nota, “in risposta al Pariolino Calenda”.
“Calenda – attacca ancora il sindaco beneventano – era un gregario tanti anni fa, quando l’ho conosciuto, e tale rimane. Ma Sancho Panza non diventerà mai Don Chisciotte. Un goffo pallone gonfiato al quale non ho fatto alcuna offerta. Potevo mai parlare a nome del Pd? Questo Calenda o ci è o ci fa. Decisamente ci è”.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
ABITUATO A MEDIA CHE SI GENUFLETTONO NON SA COSA RISPONDERE A UNA DOMANDA VERA
Ieri a Titolo V, Matteo Salvini non ha preso bene le domande della giornalista Simona Sala, direttrice di Radio Uno e del Giornale Radio Rai.
La Sala in particolare ha chiesto conto al leader della Lega del suo appoggio ai ristoratori promotori dell’iniziativa ‘Io apro’, non perchè non ci sia una situazione di disagio con la quale essere solidali, ma perchè sostenere una forma di protesta che prevede di infrangere la legge può suscitare sentimenti pericolosi, come quelli che hanno portato all’assalto di Capitol Hill qualche giorno fa: “Io invidio le sue certezze in un momento in cui nulla è certo in nessuna parte del mondo. Siamo tutti vicini alle persone che perdono il lavoro e non possono aprire, ma questo tipo di regole sono così ovunque. Non aprono perchè si è visto che quando aprono la sera le persone tendono ad assembrarsi, a pranzo è diverso, non avviene quasi mai. Ci sono motivazioni, non è che qualcuno si accanisce e altri che li difendono. Non è tutto bianco o nero. Confesercenti e Confcommercio erano contro questa iniziativa”.
Quando la giornalista ha spiegato appunto che l’assalto al Congresso non è successo per caso ma è stato propiziato anche da come Trump per mesi ha soffiato sul fuoco della rabbia dei suoi fan, e che ripetere lo stesso atteggiamento strizzando l’occhiolino a chi non rispetta le regole rischia di aggravare una situazione già tesissima Salvini non l’ha presa per niente bene: “In questo momento in cui le persone sono davvero disperate, appoggiarle nella decisione di non rispettare la legge è un cavalcare la rabbia che può portare a cose viste a Capitol Hill. Le persone sono disperate. Capisco chi si incatena, ma dire ‘fate bene a infrangere la legge’ non lo capisco”, ha argomentato la Sala.
E il “Capitano” invece di rispondere sul punto ha cambiato argomento quel tanto che bastava per mettere in moto il suo “frullatore”: “Il paragone che fa tra il barista e coloro che hanno assaltato il Parlamento americano non le fa onore. Lei dirige una Rai pubblica. Paragonare quello che accade in Italia alle scene degli Stati Uniti è una sciocchezza”. Simona Sala non è stata zitta e ha subito reagito: “Sì, mi fa onore. Non mi metta in bocca parole che non ho detto. Ho parlato di cavalcare la rabbia. Trump per mesi ha cavalcato quella rabbia. Quella cosa non è capitata all’improvviso”.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
PARLA L’INVENTORE DEI RESPONSABILI
“Come avviene in tutte le democrazie parlamentari, è normale che ci siano processi di questo tipo. Mi stupisco di chi si stupisce. Ma scusi, poi, il governo Renzi non si sosteneva con Alfano e Verdini? Mica si possono fare le vergini adesso, dai”.
Così Domenico Scilipoti in un’intervista a la Repubblica. Il già senatore di Italia dei Valori, nel 2010 fu determinante nel non far cadere il governo di Silvio Berlusconi, creando il suo Movimento di responsabilità nazionale
“Dare stabilità in un momento come questo è fondamentale, viviamo un momento delicatissimo della nostra storia. Anche papa Francesco ha detto che bisogna mettere davanti il noi all’io”, aggiunge Scilipoti.
“Oggi essere responsabile in questa crisi sembra quasi un merito, ai suoi tempi gliene dissero di tutti i colori…”, osserva il giornalista di Repubblica.
“Ma sì, di tutto e di più, però è il rischio che corre ogni parlamentare, infatti non me la sono mai presa. Possiamo eliminare la responsabilità individuale del parlamentare? Se un leader di partito decide cose senza senso, è giusto che gli eletti facciano altre scelte”, conclude Scilipoti.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
RENZI SPERA DI TORNARE IN GIOCO … LA BALLA CHE SERVONO 161 VOTI: UN CONTO E’ LA MAGGIORANZA RELATIVA, ALTRA COSA QUELLA ASSOLUTA
Numeri sempre più incerti. La pattuglia dei presunti responsabili traballa e il pallottoliere del Senato non riesce a segnare la maggioranza assoluta.
La doccia fredda arriva dall’Udc su cui venivano riposte un po’ di speranze: “Non ci prestiamo a giochi di Palazzo e stiamo nel centrodestra. I nostri valori non sono in vendita” (e qui ci sarebbe da ridere)
Riccardo Nencini, anche lui tra coloro che sembravano già passati sul fonte del premier adesso frena. “Serve un governo autorevole con questa coalizione per poter ripartire”.
E citando “le aperture di Pd e Iv”, suggerisce che recuperare i renziani sarebbe ancora possibile, spiega il presidente del Psi.
Conte non vuole riaprire un tavolo con Renzi, è deluso e troppo amareggiato. Ma da alcuni lati del Pd, e ora anche da qualche pentastellato, iniziano ad arrivare spinte perchè riapra il dialogo con Conte.
La condizione che però pone il leader di Italia Viva è sempre quella, eventualmente, di un Conte ter e ciò significa che l’attuale premier dovrebbe dimettersi. E come è prevedibile il presidente del Consiglio non si fida.
Renzi fa un ennesimo azzardo in un’intervista al Messaggero: “Secondo me senza di noi non hanno i numeri, sono lontani da quota 161 al Senato. Hanno raccontato un loro auspicio come fosse la realtà ”.
Questa al momento è la fotografia di una vicenda politica in rapida evoluzione.
Un chiarimento va fatto invece sulla balla dei 161 voti necessari a Conte.
Il Senato e’ composto da 320 membri, la maggioranza assoluta è quindi di 161, ma per la fiducia basta la maggioranza relativa, ovvero che i Sì superino i No, anche di un solo voto.
In concreto: il centrodestra voterà No, il centrosinistra + M5s e altri voterà Sì e i renziani si asterranno. Quindi Conte vincerà per circa 15 voti.
Una volta le astensioni erano computate come voti contrari, da qualche tempo non più.
Passiamo al concetto di maggioranza assoluta: necessitano 161 voti se fossero tutti presenti, ma se per ipotesi gli assenti fossero 10 si deve fare un semplice calcolo: 320 – 10 = 310 e la maggioranza assoluta scende a 156.
Quindi se il governo arrivasse a 156 avrebbe sia la maggioranza relativa che quella assoluta.
Quindi Renzi racconta balle quando parla di 161, sapendo che qualche malato c’e’ e che il quorum sarà più basso.
Questo per chiarezza.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
SE NON SANNO FARE GLI IMPRENDITORI VADANO A ZAPPARE LA TERRA INVECE CHE VIOLARE LA LEGGE… SI LEGGANO I PRINCIPI DEL RISCHIO D’IMPRESA, NESSUNO LI HA OBBLIGATI A FARE GLI IMPRENDITORI… BASTA CON I “PRENDITORI” DI SUSSIDI CHE POI SPUTANO SUL PIATTO
In un filmato che gira sui media si vedono i proprietari di un locale, fiancheggiati poi dai clienti, che prendono a male parole i poliziotti entrati per fare il loro dovere far rispettare le norme. Dopo qualche urlo tutti insieme gridano “Fuori, fuori!”
L’iniziativa Ioapro, quella che ieri sera prevedeva come forma di protesta dei ristoriatori l’apertura serale nonostante i divieti, non è andata benissimo, anche perchè le maggiori organizzazioni di categoria, Confcommercio e Confesercenti hanno stigmatizzato la protesta, mettendo in guardia dai rischi dell’illegalità (anche ai fini della licenza) e ne hanno preso fortemente le distanze, annunciando per lunedì un incontro con il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, al quale presenteranno “un piano per la ripartenza”.
In tanti hanno acceso le luci e alzato le serrande dei locali ma senza accogliere i clienti. Eppure qualcuno, come testimoniano i video sui social, ha deciso di violare la legge.
(da agenzie)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
RECUPERATI UN CENTINAIO DI VIDEO GIRATI DAI TERRORISTI, ORA SONO IN MANO ALLA POLIZIA: SCENE DI VIOLENZA E DI VANDALISMO
Sono centinaia i video che gli assalitori pro Trump hanno condiviso su Parler prima che il social fosse chiuso. Il lavoro di una hacker ha permesso di recuperarli tutti — stiamo parlando di centinaia di clip — dando la possibilità al mondo di vedere quello che è successo all’interno del palazzo del potere statunitense. Il recupero del materiale (il 99,9% del totale) è stato possibile perchè la donna ha scaricato legalmente il materiale e, in seguito, archivisti e data scientist hanno processato tutte le informazioni mettendole poi a disposizione del pubblico su piattaforme come Youtube, Twitter e altri social.
Oltre alla mappa interattiva creata da Patr10tic per capire in quale punto del palazzo è stato girato ogni video, della quantità enorme di materiale messa online mercoledì è stata fatta una selezione dal sito d’inchiesta Bellingcat.
Il risultato è una lista di 14 video che gli utenti possono visionare liberamente, considerato che lo user medio non avrebbe modo nè tempo di visionare tutto il materiale prodotto durante l’assalto a Capitol Hill.
Questi video danno un’idea piuttosto precisa della violenza e del terrore diffusi dai pro Trump e tutto il caos che ne è derivato. Le centinaia di video si stanno rivelando una fonte preziosissima per le indagini dell’FBI che, individuate le persone coinvolte, possono procedere con l’arresto.
Cosa si vede nei video?
Queste clip risultano emblematiche perchè danno un’idea non solo della violenza ma anche del caos e della totale mancanza di rispetto che i sostenitori di Trump hanno avuto per il palazzo che rappresenta la democrazia americana.
Porte e finestre sfondate, urla schiamazzi e offese: insomma, vandalismo allo stato puro con la polizia che non riesce a impedire alle proteste di raggiungere il cuore del palazzo.
Tra bandiere, costumi e maschere appare evidente come l’atteggiamento delle forze dell’ordine sia molto diverso rispetto a quello al quale ci hanno abituati le immagini delle rivolte Black Lives Matter.
(da Globalist)
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Gennaio 16th, 2021 Riccardo Fucile
GOVERNATORE DEL NORDRENO-WESTFALIA, 59 ANNI, GUIDERA’ IL PARTITO ALLE ELEZIONI DI SETTEMBRE, PER LA PRIMA VOLTA SENZA LA CANCELLIERA
Ha vinto la continuità , il fedelissimo di Angela Merkel, il garante della ricerca dei voti al centro, di una traiettoria europeista e pro-migranti e di una convergenza post-elettorale con i Verdi: Armin Laschet.
È il governatore 59enne del Nordreno-Westfalia il nuovo presidente della Cdu, del più grande partito conservatore d’Europa.
E sarà lui a dover garantire che l’attuale consenso alle stelle – il 37-38% – resti intatto fino alle elezioni politiche del 26 settembre. Non sarà un compito facile.
In una sala vuota, senza applausi, senza mormorii, risate o abbracci, al termine del primo congresso digitale dei cristianodemocratici, Laschet ha ringraziato per ben due volte la reggente del partito, Annegret Kramp-Karrenbauer, forse per cancellare il pessimo ricordo del saluto di ieri sera di Angela Merkel.
La cancelliera non ha mai accennato alla sua ex delfina, non l’ha mai ringraziata per aver preso le redini in mano in uno dei peggiori momenti della storia del partito, nel 2018, quando la cancelliera abbandonò la presidenza mentre la Cdu era in piena tempesta, umiliata dall’ennesima debacle in un’elezione regionale (in Assia).
Laschet è anche il probabile candidato alla successione di Angela Merkel. La decisione sulla corsa alla cancelleria sarà presa in primavera, insieme alla sorella bavarese del partito, la Cdu. E il 14 marzo due elezioni regionali, in Baden-Wuerttenberg e Renania Palatinato, dove i cristianodemocratici potrebbero incassare una batosta, rischiano ancora di compromettere la corsa del cinquantacinquenne. Insieme ai sondaggi nazionali, in cui Laschet, finora, è debole.
Da mesi si vocifera della possibilità che Markus Soeder, il leader della Csu, possa essere scelto per la corsa al dopo-Merkel. Ma come fa notare un delegato renano della Cdu, “quando accadde l’ultima volta, nel 2002, il partito era all’opposizione. Stavolta la Cdu ha ottime possibilità di vincere le elezioni. Rinunciare in partenza alla candidatura per la cancelleria ci azzopperebbe, anche agli occhi degli elettori”.
Inoltre, un noto asset di Laschet è la capacità di condurre una campagna elettorale. Nel 2017 riconquistò il Nordreno-Westfalia alla ‘rossa’ e popolarissima Hannelore Kraft (Spd). E nonostante gli intrighi delle ultime settimane e i rumors che lo volevano già fuori gara, ha pazientemente riconquistato la maggioranza dei delegati per sè.
Tuttavia, il ballottaggio vinto sul filo – 52% contro il 48% incassato dal rivale Friedrich Merz – segnala che il primo compito di Laschet sarà quello di ricompattare un partito lacerato da anime molto divergenti. Dei tre candidati che si sono presentati stamane, Laschet ha fatto il discorso più convincente, anche se senza guizzi particolari.
Il candidato renano ha ricordato il padre minatore e il valore principale che gli ha trasmesso: l’importanza di potersi fidare. E ha punzecchiato il suo rivale Merz sostenendo che la Cdu debba rifiutare ogni estremismo, evitare di polarizzare: serve “un capitano di squadra, non un amministratore delegato”, con chiaro riferimento al passato nel fondo finanziario Blackrock del suo avversario Merz.
Il suo rivale, ex capogruppo della Cdu, si è detto all’opposto convinto che la Cdu occorra “riconquistare i populisti per il centro”. Il politico conservatore guarda esclusivamente agli elettori di destra. Tanto che ha ribadito di non volersi mai alleare con l’Afd nè al livello federale, nè locale. E ha subito sottolineato la differenza con i Verdi: “il catastrofismo di chi dice che il mondo tramonterà , io non lo sottoscrivo. È una sfida che si vince con la tecnologia”.
Il terzo contendente, finito fuori gara al primo giro di voti del 1001 delegati, è Norbert Roettgen. Dopo un’ottima campagna elettorale, cominciata con numeri al lumicino e terminata con risultati dignitosi anche nei sondaggi nazionali, il presidente della Commissione Esteri ha fatto un discorso centrista, contro i populismi, contro gli estremismi e a favore dell’ambiente.
Ma nei dieci minuti consentiti ai tre candidati per il discorso di presentazione, nè Roettgen, noto esperto di geopolitica e atlantista di ferro, nè Laschet, nè Merz hanno speso una sola parola sull’Europa. Un po’ curioso, per il partito conservatore che più di ogni altro influenzerà i destini del continente, nei prossimi anni.
(da agenzie)
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