Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
SI TRATTA DEI DIECI PARLAMENTARI CHE AVEVANO VOTATO LA FIDUCIA A CONTE POCHI GIORNI FA… ORA SI CERCANO ALMENO ALTRE 4-5 ADESIONI
Si è costituito, di fatto, il gruppo dei responsabili al Senato.
A quanto apprende l’ANSA da fonti parlamentari in serata è stato raggiunto il numero base di dieci senatori.
Il gruppo si chiama “Europeisti Maie Centro Democratico” e, a quanto si apprende dalle stessi fonti, domani si costituirà anche alla Camera.
Dieci i componenti della nuova formazione politica centrista, tutti del Misto, provenienti dal Maie e dalla nuova componente ‘Centro democratico’ (che alla Camera fa riferimento a Bruno Tabacci). Noti i nomi di nove “responsabili”, ma non quello del decimo.
Si tratta dei cinque senatori del ‘Maie-Italia 23’ Ricardo Merlo, Saverio De Bonis, Adriano Cario, Maurizio Buccarella e Raffaele Fantetti (presidente dell’Associazione Italia 23) e degli ex azzurri Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin.
Ultimo arrivato è l’ex pentastellato Gregorio De Falco, che porterà in dote il simbolo ‘Cd’ ‘prestato’ da Tabacci.
“Confermo la nascita del gruppo di ‘Europeisti’ al Senato”. Lo ha detto il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia commentando in diretta la formazione del gruppo di ‘Responsabili’ a Palazzo Madama, a Carta Bianca su Rai 3.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
IL 33% CHIEDE IL VOTO, IL 20% UN ESECUTIVO DI LARGHE INTESE
Conte ter, stessa maggioranza con un presidente del Consiglio diverso, oppure tutto diverso, o un governo tecnico, infine il voto.
Le opzioni sul tavolo per risolvere la crisi di governo aperta da Matteo Renzi ormai due settimane fa, ma pronta a esplodere da mesi, sono tante e diverse tra loro.
Gli italiani sono divisi su quale sarebbe lo scenario migliore dopo le dimissioni del presidente Conte.
Il sondaggio realizzato nelle ultime quarantotto ore dall’Istituto Demopolis per Radio1 Rai rivela che il 56% dei cittadini ritiene che la crisi di governo aperta in questo momento storico sia “inopportuna in un frangente come quello attuale”.
Tra le domande poste dall’Istituto Demopolis, c’è la preferenza per i diversi scenari che si potrebbero realizzare da qui ai prossimi giorni: il 40% degli italiani opterebbe per un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, magari con un rafforzamento della squadra di ministri.
Uno su cinque vorrebbe un esecutivo con una maggioranza più larga e un presidente del Consiglio diverso, un governo delle larghe intese.
Un terzo degli intervistati, invece, chiede di tornare subito al voto.
Un ulteriore livello di analisi sta nella collocazione politica dei cittadini intervistati: il 74% di chi vota Fratelli d’Italia e meno di due terzi di chi vota Lega vorrebbe subito le elezioni, meno convinti gli elettori di Forza Italia.
Tra chi parteggia per i partiti di maggioranza le percentuali di chi chiede di tornare al voto sono bassissime: 7% per i sostenitori dei 5 Stelle e 5% tra quelli del Partito Democratico.
(da Fanpage)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
TRA SMENTITE, MEZZI SI’ E RETROMARCE DEI VARI INDIZIATI
È un foglio di carta su cui vengono scritti nomi, poi depennati, dopo nuovamente inseriti e spesso ancora cancellati. Funziona così la lista, non troppo lunga, dei ‘Responsabili’, ora definiti ‘Costruttori’ perchè i primi erano coloro che i 5Stelle avevano combattuto in passato e quindi andava cambiato il nome.
Alcuni deputati e senatori non stanno subendo ripensamenti nelle ultime ore e confermano di sostenere un eventuale governo Conte ter, altri invece finiscono sotto le luci della ribalta e poi smentiscono.
Si parla di 13-14 senatori pronti a far nascere un nuovo esecutivo con a capo il premier dimissionario, altri starebbero valutando. Sta di fatto che, per adesso, i numeri ufficialmente sono fermi a quelli di martedì scorso quando si è votata la fiducia a Palazzo Madama.
In Forza Italia i Responsabili che si sono palesati in Aula sono i due senatori Andrea Causin, ex del Partito Democratico e Scelta Civica, e Mariarosaria Rossi, ex fedelissima di Silvio Berlusconi e grande amica di Francesca Pascale, ex compagna del leader azzurro. Ora Conte punta, anche attraverso loro, ad avere il via libera da altri parlamentari di Forza Italia.
Tra questi Sandro Biasotti, che però smentisce di essere un costruttore: “Il mio partito — dice — è Forza Italia”. Circolava nei giorni scorso anche quello di Maria Virginia Tiraboschi, ma nulla di confermato.
Andrea Cangini, il cui nome più viene fatto tra coloro che sarebbero pronti a sostenere Conte, smentisce anche lui: “E’ una balla, Rocco Casalino butta dei nomi falsi nella mischia, li fa filtrare per creare tensione nei partiti o per distogliere l’attenzione dai nomi veri”. Luigi Vitali esclude di entrare a far parte di un Conte ter e infine Anna Carmela Minuto, ma anche fino a ieri chiedeva le elezioni insieme al resto del centrodestra.
Conte quindi prova a pescare al centro affinchè dai 156 sì di martedì scorso si possa superare almeno quota 161. Secondo le speranze di Palazzo Chigi, ci sarebbero i senatori dell’Udc pronti a sostenerlo. Anche se i 5Stelle, dopo la notizia di Lorenzo Cesa indagato, avevano posto un veto. In realtà , per adesso, un’apertura è arrivata solo da Paola Binetti per la quale “va bene un Conte ter ma non dovrà essere il clone del Conte-due”. Poco prima invece Antonio Saccone aveva detto che l’Udc rimane all’opposizione tanto che il presidente Antonio De Poli ha partecipato al vertice del centrodestra.
Gli occhi poi sono puntati anche sul movimento ‘Cambiamo’, il gruppo di Giovanni Toti. Gaetano Quagliariello, in un’intervista all’Huffpost, giudica Conte non adatto a realizzare un programma di riforme ma nello stesso tempo non pone un veto su di lui. Mentre Paolo Romani chiede un esecutivo di unità nazionale. Si evince quanto sia complicato per Conte anche un dialogo con loro.
Il socialista Riccardo Nencini che martedì scorso ha votato in extremis la fiducia immagina la nascita di un governo Conte ter allargando la maggioranza e senza escludere nessuno della vecchia coalizione.
Gli ex grillini Lello Ciampolillo, anche lui tra i responsabili di martedì scorso, e Gregorio De Falco, che invece in passato aveva già votato la fiducia, stanno provando a convincere gli altri ex 5Stelle come Michele Giarrusso, Tiziana Drago e Marinella Pacifico, ma ancora nessuno di loro ha sciolto la riserva. L’altro obiettivo, che in questo caso varrebbe doppio, è svuotare il gruppo di Italia Viva. Da giorni rimbalza la voce che due senatori sarebbero in partenza: Eugenio Comincini e Leonardo Grimani. Ancora nulla di certo e il pallottoliere che osservano a Palazzo Chigi è fermo a martedì.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
RENZI HA UN ACCORDO CON UN ORGANISMO CONTROLLATO DAL FONDO SOVRANO SAUDITA PER 80.000 DOLLARI L’ANNO
Mentre in Italia si apriva una crisi di governo che lui stesso ha innescato, il leader di Italia Viva Matteo Renzi era in Arabia Saudita per partecipare a una conferenza sull’innovazione.
Lo rivela in esclusiva il quotidiano Domani. Alla notizia delle dimissioni del premier Conte, Renzi — si legge nell’articolo di Emiliano Fittipaldi — “è dovuto tornare in fretta e furia a Roma per le consultazioni”.
Da quanto si apprende, il leader di Italia Viva aveva avvertito i suoi fedelissimi tre giorni fa: “Sto tutta la settimana fuori per cose importanti, torno solo al volo se bisogna votare la relazione sulla giustizia di Alfonso Bonafede”.
Renzi avrebbe abbandonato Riad nella notte per tornare a Roma: un cambio di programma per il senatore che in Arabia Saudita indossava vesti ben più importanti di quelle del semplice conferenziere.
“Il programma prevedeva che Renzi presenziasse a una conferenza organizzata dall’FII Institute, un organismo controllato dal fondo sovrano saudita, il Saudi public investment Fund (Pif).
Un meeting sul tema degli investimenti innovativi necessari al mondo post-Covid 19, previsto per domani e dopodomani, 27 e il 28 gennaio. Appuntamento a cui Renzi doveva partecipare in presenza perchè da qualche mese non è più un semplice conferenziere, ma siede, appunto, in uno degli advisory board (sorta di comitato consultivo) dell’ente di Stato”, riporta Domani.
Nonostante il rientro anticipato, Renzi potrà comunque prendere parte alla conferenza saudita, collegandosi semplicemente da remoto.
La partecipazione del senatore toscano alle conferenze saudite — secondo quanto riporta Domani — deve essere sempre garantita (in presenza o da remoto) e assicura a Renzi un gettone di circa 80mila dollari l’anno.
Secondo le indiscrezioni raccolte da Domani, e confidate al quotidiano da un fedelissimo che ha deciso di restare anonimo, Renzi darebbe ai sauditi soprattutto consigli tecnici “su come usare la cultura nelle città , che è un possibile driver del cambiamento del paese mediorentale”.
Il ruolo dell’ex premier nel comitato consultivo dell’istituto è ormai “di tutto rilievo”, tanto che il nome con rimandi fiorentini dell’edizione di quest’anno dell’FII, “The Neo-Renaissance”, l’avrebbe suggerito proprio lui.
(da TPI)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
“SULLA PIATTAFORMA E’ PRESENTE DA MESI IL MANUALE CHE CHIARISCE IL MODO DI INSERIRE I DATI”…. 54 CASI DI ERRORI DELLA REGIONE SEGNALATI
Ormai le persone o gli enti che lo smentiscono e sbugiardano non si contano più. Del resto ci sarà un motivo per il quale solo la Lombardia ha avuto i problemi mentre nelle altre regioni tutto è filato liscio
“L’algoritmo per il calcolo dell’Rt non è esile, è basato su standard internazionali, è pubblico, reperibile sul Sito web dell’Iss ed è stato illustrato a tutti i referenti regionali che hanno contestualmente ricevuto il software per la sua applicazione e l’eventuale verifica. Il sistema è in uso da 36 settimane e nessun altra regione finora ha segnalato anomalie di questa entità sull’immissione dei dati”.
E’ quanto precisa l’Istituto superiore di sanità in merito alle comunicazioni di oggi del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, in Consiglio regionale
Si ricorda inoltre che “l’Iss coordina la sorveglianza epidemiologica attraverso una piattaforma web e che sulla piattaforma è presente da mesi un manuale che chiarisce le modalità di immissione dei dati. Si precisa che solo le Regioni possono aggiornare e rettificare i dati presenti sul data-base”
Più chiaro di così? In Lombardia avrebbero dovuto studiare invece che dare la colpa agli altri dei loro errori.
Ci sono due dati (incredibili) in più: da maggio l’ISS ha inviato alla Lombardia 54 segnalazioni di errori, incompletezze e incongruenze
“La percentuale di casi incompleti per la sintomatologia è pari al 50,3% a fronte del 2,5% del resto d’Italia nel periodo 13 dicembre 2020-13 gennaio 2021”. Cioè, nell’ultimo mese la Lombardia non ha trasmesso lo stato clinico di metà dei positivi.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
“SE IL VACCINO OFFRISSE MINORE PROTEZIONE CONTRO QUESTA VARIANTE BISOGNA BLOCCARE TUTTO”
“La variante brasiliana in Italia? Se aumentano i casi, subito lockdown”. A parlare all’Adnkronos Salute è virologo Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova e docente di Microbiologia dell’ateneo veneto.
Lo scienziato prosegue: “Il primo caso in Italia di variante brasiliana non vuol dire ancora niente, ma è un segnale del fatto che non siamo difesi dalle varianti di Sars-CoV-2. E visto che sembra da alcuni primi studi che quella brasiliana risponda meno al vaccino, se si incominciano a vedere casi dispersi in tutta Italia e qualche cluster bisogna agire con prontezza. Soprattutto se si conferma una minore protezione da parte del vaccino, mi dispiace ma rimane solo un’opzione: bloccare tutto”.
“Se è un caso isolato va bene e rimane tale, ma se si incominciano a vedere più casi e si dovesse vedere che la variante brasiliana è effettivamente resistente al vaccino allora rimane solo un’opzione, ripeto: bloccare tutto per impedire che si diffonda. Significa lockdown duro, non con le zone rosse. Non possiamo permetterci di mandare all’aria il vaccino. Non scherziamo”, spiega Crisanti.
A preoccupare il virologo sono alcuni lavori scientifici condotti sulla variante in questione che mostrano che “i sieri dei vaccinati hanno una limitata capacità di bloccarla. Da un punto di vista epidemiologico non si sa quanto effettivamente siano resistenti i vaccinati alla variante, è un’informazione ancora tutta da acquisire – puntualizza – ma sembra che gli anticorpi abbiano una capacità del 30%”, diminuita cioè del 70%.
“Questo non vuol dire che le persone immunizzate non dimostreranno poi di resistere agli attacchi della variante brasiliana, ma se dovesse essere così sarebbe un problema: se incominciasse a diffondersi e si vedesse qualche impatto sui vaccinati, il discorso cambierebbe e si farebbe più allarmante”.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
A DAVOS IL PRESIDENTE FRANCESE METTE IN DISCUSSIONE IL LEGAME TRA ECONOMIA DI MERCATO E DEMOCRAZIA LIBERALE
Il modello del capitalismo e dell’economia di mercato “non può più funzionare” in quanto “l’accelerazione” della finanza e della digitalizzazione hanno spezzato il “compromesso” che lo legava “alla società democratica, alla libertà individuale e all’espansione della classe media”.
Lo ha dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, durante i lavori virtuali del World Economic Forum di Davos. “Il capitalismo e l’economia di mercato non si possono certo liquidare in fretta, dal momento che hanno tirato fuori dalla povertà molti milioni di persone e offerto accesso a beni e servizi in un modo senza precedenti”, ha sottolineato il capo dell’Eliseo, “allo stesso tempo, però, hanno espulso dal ciclo produttivo altre centinaia di milioni di cittadini che hanno dovuto subire shock economici legati alle delocalizzazioni, hanno perso il lavoro e sentono di aver perso la loro utilità ”.
Macron ha poi puntato il dito sulla “disconnessione tra la finanziarizzazione e la catena del valore” che ”è una cosa negativa quando concentra troppi fondi in attività poco rischiose”. Inoltre, ha aggiunto il presidente francese, “i social network hanno globalizzato l’immaginazione, facendo sì che le persone si confrontassero l’una con l’altra su scale mai viste prima”. “In questo modo abbiamo creato due re del sistema, i produttori e i consumatori, a spese dei lavoratori e ciò ha creato esternalità negativa per l’ambiente e ha alimentato la crisi della democrazia”.
(da agenzie)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
ALTRE 23 PERSONE INDAGATE NEL MANTOVANO
È stato fermato a bordo di una Ferrari alla frontiera con la Svizzera e poi, attraverso degli accertamenti, è emerso che percepisse il reddito di cittadinanza: un 46enne di Brescia è stato accusato dalla Procura di aver ottenuto indebitamente il sussidio.
Con lui, nella giornata di oggi martedì 26 gennaio, sono stati iscritti sul registro degli indagati altre ventidue persone. Anche loro avrebbero ottenuto indebitamente il reddito arrivando a percepire oltre 180mila euro.
Stando alla ricostruzione della guardia di finanza, l’uomo lavora come consulente fiscale tra la Svizzera e l’Italia e avrebbe richiesto il reddito di cittadinanza all’Istituto nazionale della previdenza sociale (Inps) allegando una Dichiarazione Sostitutiva Unica incompleta.
La procedura errata ha quindi fatto sì che venisse prodotto un valore Isee falso.
Il professionista, che fornisce consulenza a una clientela particolarmente benestante, avrebbe percepito il reddito di cittadinanza da maggio 2019 a novembre 2020. Le Fiamme Gialle hanno scoperto che avrebbe ottenuto oltre 14mila euro.
Nello stesso periodo avrebbe inoltre vinto diverse scommesse sportive per un totale di 23mila euro
L’episodio ne ricorda un altro simile verificatosi a Mantova. Ventisei persone sono state denunciate per aver usufruito illecitamente del reddito di cittadinanza. Stando a quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, gli indagati dovranno restituire oltre 260mila euro. Tra loro c’è chi era proprietario di cinque immobili mai dichiarati, chi era titolare di due partite Iva e altri quattro facevano scommesse su piattaforme online e non comunicavano le loro vincite.
(da Fanpage)
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Gennaio 26th, 2021 Riccardo Fucile
IN CASO DI CONDANNA TRUMP NON POTREBBE PIU’ RICANDIDARSI PER LA CASA BIANCA E PERDEREBBE IL VITALIZIO DI 200.000 DOLLARI, LO STAFF, BENEFIT E LA SCORTA
Dalle 12 del 20 gennaio Donald Trump non è più il Presidente degli Stati Uniti d’America. Nonostante ormai si trovi nel suo resort di Mar-a-lago, a quasi 15 ore di automobile da Washington, il suo processo di impeachment al Congresso sta andando avanti. Anzi.
Per la prima volta dal giorno del suo giuramento Joe Biden ha dato il suo benestare a questo processo, nelle scorse ore parlando alla Cnn ha detto: «Penso che vada fatto. Sarebbe stato peggio se questo non fosse iniziato».
Trump intanto sta organizzando la sua difesa, anche se fatica a trovare dei legali che lo sostengano. Al momento l’ex Presidente ha arruolato solo Butch Bowers, noto avvocato della South Carolina.
L’impeachment è un processo politico e quindi non ha conseguenze giudiziarie. Viene istituito dal Congresso e serve per rimuovere una persona da un incarico pubblico.
I motivi che possono avviare questo procedimento sono vari. Nel caso di Trump l’accusa è guidata dal deputato Jamie Raskin, membro del Partito Democratico e rappresentante del Maryland. L’ex presidente è accusato di «istigazione all’insurrezione» per l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio. Nelle cinque pagine presentate al Senato degli Stati Uniti si scrive che Trump «ha messo in pericolo la sicurezza degli Stati Uniti e delle sue istituzioni, ha minacciato l’integrità del sistema democratico e ha ostacolato una pacifica transizione dei poteri».
In questo documento Trump viene definito una «minaccia per la sicurezza nazionale, per la democrazia e per la Costituzione». Una tesi supportata dalle dichiarazioni fatte dall’ex Presidente durante il comizio organizzato prima degli attacchi a Capitol Hill: «Se non combattete come indemoniati non avrete più un Paese».
Nelle accuse che hanno dato vita all’impeachment si parla anche delle telefonata al segretario di Stato della Georgia Brad Raffensperger, una conversazione svelata dal Washington Post cui Trump chiede di trovare il modo di ribaltare l’esito del voto per concedere la vittoria al Partito Repubblicano.
A cosa serve, ora, un impeachment?
Al momento Trump non ricopre nessun incarico pubblico. Il processo di impeachment in corso si può leggere quindi in due modi. Da una parte si tratta di una risposta formale del Congresso all’assalto di Capitol Hill, un fatto grave e senza precedenti nella storia degli Stati Uniti dall’indipendenza dal Regno Unito. Dall’altra però questo procedimento ha anche delle conseguenze pratiche.
Se dovesse concludersi Trump rinuncerebbe al vitalizio e a tutti i servizi che vengono di norma concessi agli ex Presidenti. Si parla di una cifra attorno ai 200 mila dollari, circa la metà di quello che ricevono quando sono in carica. Oltre al vitalizio, una volta usciti dallo Studio Ovale, i Presidenti eletti hanno diretto anche a uno staff, a spese di viaggio pagate, a un’assistenza sanitaria e alla protezione a vita da parte degli agenti del Secret Service.
Oltre a questo, Trump non potrebbe più candidarsi alle elezioni politiche e quindi non sarebbe possibile un suo ritorno nel 2024, anno delle prossime elezioni. Su questo punto non è ancora chiaro cosa deciderà di fare il tycoon. Potrebbe continuare a muoversi nel Partito Repubblicano, puntando a far correre alle prossimi elezioni negli Stati uomini e donne a lui fedeli oppure potrebbe fondare un nuovo partito.
(da Globalist)
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