Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
LEGA 21,8%, PARTITO CONTE 16%, FDI 15,9%, PD 15,4%, M5S 10,1%,FORZA ITALIA 5,4%, LEU 3,9%, AZIONE 3,7%, ITALIA VIVA 2,8% … TOTALE AREA GOVERNO 45,4%, CENTRODESTRA 43,1%, (SOVRANISTI SENZA FORZA ITALIA 37,7%)
Ci sono i numeri della fiducia in Parlamento e ci sono i numeri del consenso fuori dai sacri palazzi. Sono numeri tutti importanti ma dal sapore diverso, anche se, alla fine, gli uni e gli altri si legano indissolubilmente.
Ecco perchè occorre guardarli tutti questi numeri, perchè solo così facendo si coglie il senso di quanto sta accadendo e, soprattutto, di quale sembra essere la strategia del Presidente del Consiglio.
Ecco allora che dopo il voto del Senato che ha dato 156 “sì” al governo arriva anche il responso degli italiani, attraverso un lavoro SWG per il Tg di Enrico Mentana tutto dedicato al possibile consenso di una formazione politica guidata dal premier, formazione politica che allo stato non c’è ma che nessuno può escludere sia in formazione.
C’è poco da dire in verità . Questa “forchetta” tra il 15 e il 17 per cento è indubitabile successo (momentaneo e virtuale fin che si vuole) per il premier, che vede eroso il consenso nelle aule parlamentari ma dimostra un deciso vigore nelle opinioni degli italiani.
Ciò rappresenta già di per sè un fatto di sicuro interesse, che però viene amplificato dai dati di provenienza di questo consenso, capaci di certificare in primo luogo che Conte, oggi come oggi, può pescare in modo significativo nell’area del non voto ed inoltre che è in grado di assegnare una vera e propria “sberla” elettorale a PD e M5S, come si vede ancor meglio in quest’altra slide, dove abbiamo a confronto i risultati di tutti i partiti nel caso di discesa in campo del capo del governo.
Passiamo allora dai numeri ai ragionamenti, che naturalmente possono spaziare in molte direzioni.
Il 16% che voterebbe il partito di Conte che provenienza ha? Solo il 9% viene da Pd e M5s, ben il 7% viene da astenuti e indecisi (5,3%), dal centrodestra (0,7%) e da alltri partiti (1%).
E’ questo 7% che rovescerebbe il tavolo, permettendo all’alleanza di governo di superare di due punti il centrodestra: 45,3% contro 43,1%
I sovranisti da soli calerebbero al 37,7% e non è detto che Forza Italia non scelga una via autonoma.
Azione passerebbe la soglia del 3%, mentre Italia Viva no, ma nessuno dei due partiti è aggregabile alle due principali aree indicate.
Conte ha ben chiaro che per giocare un ruolo da protagonista deve restare a Palazzo Chigi, ragione per cui ha respinto brutalmente ogni ipotesi di apertura formale della crisi di governo, chiudendo tutti gli spazi di dialogo con Matteo Renzi.
Già perchè, in buona sostanza, l’atteggiamento del premier in questi giorni è stato molto semplice ed improntato ad un chiaro messaggio: sostenetemi o vi porto tutti alle urne (forte della consapevolezza dei propri consensi).
Dalla sua Conte ha la capacità di recuperare “nuovi” voti, che nei dati SWG appare assai forte, al punto da rendere la coalizione attualmente al governo in grado di battere quella di centro-destra
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
SPACCHETTANDO I MINISTERI E AUMENTANDO I SOTTOSEGRETARI SI CREANO PIU’ POSTI PER ACCONTENTARE LE AMBIZIONI … RISCHIANO DI FRANARE I GRUPPI DI FORZA ITALIA E ITALIA VIVA
Ieri era solo l’inizio.
“Stiamo cercando di convincere due senatori di Italia Viva, forse tre, due di Forza Italia e la Drago dei 5Stelle è quasi dei nostri”, tiene i conti un componente del governo che tratta con ogni singolo parlamentare.
La fiducia si è fermata a 156 voti a favore, ora ne servono almeno cinque per stabilizzare il governo. E soprattutto occorre formare un gruppo parlamentare che faccia il suo ingresso nella maggioranza per poter chiedere il riassestamento delle commissioni, altrimenti ogni voto diventa un rischio.
“Questione di pochi giorni”, sono convinti nella maggioranza.
Il premier Conte — viene spiegato — spacchetterà i ministeri e metterà a disposizione un po’ di posti da sottosegretario. È così che si fanno le trattative.
C’è chi ieri avrebbe già votato la fiducia al governo ma attende per capire cosa si può accaparrare.
Anche perchè la clessidra scorre e il 27 gennaio si avvicina. Il governo ha quindi sette giorni per ‘rimpolpare’ i numeri a palazzo Madama, perchè quel giorno si voterà la relazione sullo stato della Giustizia del ministro Alfonso Bonafede.
Matteo Renzi ha già annunciato che questa volta Italia Viva voterà contro. Se i numeri rimangano questi la maggioranza rischia di non esserci, neanche quella relativa.
“O accade un fatto politico e si avvia un vero dialogo- ribadisce oggi il deputato renzianissimo Luciano Nobili – oppure voteremo contro e credo proprio che il governo andrà sotto”.
Per evitare ciò l’opera di convincimento è ancora in atto.
L’ex grillina Tiziana Drago, a cui il premier ieri ha dedicato un passaggio del suo discorso, non può che rifletterci: “In futuro valuterò scelte concrete”.
Eugenio Comincini, senatore di Italia Viva, è tra coloro che si apprestano a fare il grande salto. Spera che la frattura si possa ricomporre, ma se questo non dovesse succedere “io non me la sento di andare all’opposizione”.
A lui si dovrebbe aggiungere Leonardo Grimani: “Sono impegnato in queste ore a tentare di riportare Iv nel perimetro della maggioranza sapendo bene che Conte e il Pd su questo aspetto non ci sentono molto, ma il tentativo va fatto e lavoro affinchè si possa riaprire uno spiraglio”.
E se questo spiraglio non si riapre? “Lo scenario che si apre davanti, io ad oggi non lo so, ma certo non sono molto convinto che un’opposizione feroce nelle commissioni e in aula sia consona a un partito come Iv”.
L’altro senatore attenzionato è Mauro Marino, ieri assente causa Covid, ma le telefonate nella sua direzione sono già partite.
Gli assi nella manica del premier sono diversi. È rimasto scoperto anche il ministero della Famiglia, dopo le dimissioni della Bellanova. Quindi potrebbe essere spacchettato in Famiglia e Pari opportunità , ben due posti da offrire a chi andrà in soccorso del governo.
Al dicastero dei Trasporti ormai lo sanno bene che la parte delle Infrastrutture sarà ceduta, ed è un tema che fa gola a tanti.
Ci sono diversi posti da sottosegretario compreso quello degli Esteri. Il nome che rimbalza a Palazzo Madama è Riccardo Nencini, colui che ha votato in extremis la fiducia al governo.
Secondo i più maligni sarebbe stato convinto così, all’ultimo momento. Il premier sarebbe disposto anche a creare con decreto un nuovo ministero, quello per l’attuazione del programma. Per non parlare poi delle nomine, tra queste quelle di Cassa depositi e prestiti, un amministratore delegato e tre consiglieri di amministrazione da scegliere in primavera.
Andrea Causin di Forza Italia, che ieri con Maria Rosaria Rossi ha votato la fiducia al governo, la spara grossa. Sostiene che almeno dieci o quindici senatori azzurri ieri avrebbero votato la fiducia. Dieci sono un po’ troppi, ma nessuno esclude che nei prossimi giorni due o tre possano palesarsi e quel punto Conte supererebbe i 161 senatori di maggioranza.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
“QUANDO IO HO AVUTO IL CORAGGIO DI FARLO, MOLTI DI LORO SONO VENUTI AD ABBRACCIARMI IN AULA”… “ALLA CAMERA SONO UNA TRENTINA”
Andrea Causin, da ieri ex senatore di Forza Italia dopo che ha deciso di votare la fiducia al Governo Conte, ha dichiarato che “ci sono almeno 10-15 senatori di Forza Italia che avrebbero fatto quello che ho fatto io e che si sono anche confrontati con me. Poi però non lo hanno fatto per una questione di calcolo. Non hanno avuto il coraggio di esporsi mediaticamente e non erano sufficientemente liberi”.
“Garantisco – ha sottolineato Causin – che ci sono 10-15 senatori di Forza Italia che sono esattamente in linea con quello che ho fatto io. Più di qualcuno di loro dopo che io ho votato sì è venuto ad abbracciarmi in aula”
“È chiaro che da ieri – ha proseguito Causin – non sono più un senatore di Forza Italia. In questo momento c`era un passaggio particolare della storia della Repubblica che mi ha portato a fare questa scelta. La cosa che mi ha sorpreso ieri è stata l`ansia di sapere cosa avrei votato. La colpa non è dei giornalisti ma dalle leadership attuali che si fanno condizionare da cosa scrive la stampa. Dovrebbero essere le leadership a scrivere la storia, non i giornali”.
“Non mi hanno fatto offerta nulla – ha aggiunto Causin – Sono stato molto turbato da questa crisi aperta inspiegabilmente da Renzi e Italia Viva perchè il Paese vive veramente una grandissima emergenza sanitaria ed economica. Aprire una crisi politica e una fase di instabilità istituzionale di 4 mesi nel momento di difficoltà del Paese non c`era bisogno. Abbiamo bisogno di un governo che governi. Io ho semplicemente preso sul serio l’appello di Mattarella”.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
CHE STRANO, SPARANO VENTI TWEET AL GIORNO MA TENGONO NASCOSTA LA MANCATA CONDANNA DEI TERRORISTI
Twittare e postare compulsivamente, ma dimenticarsi di avvisare i propri fan-elettori del comportamento istituzionale dei propri rappresentanti.
Sarà per i tanti impegni — tra ospitare radio-televisive e video-messaggi social — ma Salvini e Meloni si sono dimenticati di dare l’ultimo aggiornamento delle imprese di Lega e Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo.
Oggi a Bruxelles si votava un emendamento per condannare i fatti e le violenze di Capitol Hill: i rappresentanti del Carroccio si sono astenuti, quelli di FdI hanno votato contro.
Ma i due segretari hanno deciso, non se ne capisce il motivo (#ironia), di non aggiornare i followers su questo tema.
Questo il testo dell’emendamento sulla risoluzione UE con cui il Parlamento Europeo «condanna con la massima fermezza l’attacco perpetrato al Congresso degli Stati Uniti da un gruppo di rivoltosi incitati dalle teorie cospirative del Presidente Donald Trump e dalle accuse infondate di brogli nelle elezioni presidenziali del 3 novembre 2020; confida nel fatto che gli Stati Uniti garantiranno un pacifico passaggio di poteri al Presidente eletto Joseph Biden e alla vicepresidente eletta Kamala Harris; è allarmato per l’ascesa del populismo e dell’estremismo su entrambe le sponde dell’Atlantico e sottolinea l’urgente necessità di difendere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto a livello globale».
Dimenticanze. Ovviamente l’emendamento con la risoluzione Europea per la condanna ai fatti di Capitol Hill è passato con una netta maggioranza.
Ma i due partiti sovranisti italiani hanno deciso di distinguersi dalla massa. Chi scegliendo la via dell’astensione, chi quella del voto contrario.
Insomma, a parole il leader della Lega aveva condannato (seppur in ritardo) quanto accaduto, dando anche responsabilità a Trump.
La segretaria di Fratelli d’Italia, invece, mantiene la barra dritta. L’importante, però, è nascondere la polvere sotto il tappeto. E parlano di trasparenza.
(da Giornalettismo)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
CHI PARLA DI 10-15 SENATORI E 30 DEPUTATI DI FORZA ITALIA CHE NON VOGLIONO MORIRE SOVRANISTI
“Abusivi”, “poltronari”, “complici”. Matteo Salvini in queste ore non si trattiene.
E’ furibondo perchè il tentativo di disarcionare il premier Conte è (per il momento) fallito. Grazie al contributo — non determinante ma altamente simbolico — di Forza Italia: “Causin e Rossi sono stati eletti anche con i nostri voti” ha sibilato.
Il punto però è un altro: due pezzi da novanta del partito, Renata Polverini a Montecitorio e Maria Rosaria Rossi a Palazzo Madama, hanno disertato nell’attimo cruciale.
L’ex governatrice del Lazio avvisando con un sms in tempo reale, l’ex tesoriera azzurra a bruciapelo.
Ma Salvini non ci crede, vede l’ombra di Berlusconi dietro la doppia mossa.
Nel clima di reciproci sospetti e diffidenze che avvolge il centrodestra come un cupo mantello, il leader della Lega legge quei voti in filigrana come un segnale del Cavaliere a Conte.
Ricambiato dall’amo della legge proporzionale — che oltre ai cespugli attira metà dei gruppi forzisti in ambasce per la ricandidatura — lanciato platealmente in aula. Insomma, uno scambio di amorosi sensi a spese altrui.
Il giorno dopo la fiducia al governo, a destra è tempo di elaborare una strategia. Compito non facile se il quadro non è chiaro. Nelle geometrie forziste il Sì della Rossi, soprannominata la “badante” all’epoca delle “cene eleganti”, grande amica di Francesca Pascale ed esponente di spicco del “cerchio magico spazzato via dalla gestione di Licia Ronzulli (in buoni rapporti, anche personali, con Salvini), viene prevalentemente decodificata come un “dispetto”.
Il fragoroso addio di chi non si rassegna a un ruolo marginale nel nuovo corso e chissà se cerca una ricollocazione o già pensa alla pizzeria aperta nel Salernitano.
La capogruppo Marisatella Gelmini, il portavoce Giorgio Mulè, Sestino Giacomoni, sono un coro: “Non sapevamo nulla”. Tuttavia, complici le tante ambiguità di Berlusconi nell’ultimo periodo, c’è anche chi ipotizza i buoni uffici di Gianni Letta: “Per noi quel voto è arrivato come un fulmine a ciel sereno — giura un senatore — Ma sicuramente la Rossi aveva un canale diretto con Silvio. Se l’abbia usato non lo sapremo mai”. Lei ha smentito: “Non ho condiviso la decisione con il presidente”.
Importa fino a un certo punto. E’ la mera suggestione a fare perdere le staffe al Capitano. Polverini si è iscritta a Centro Democratico, il contenitore “contiano” alla Camera, che ha raggiunto quota 13 deputati e si appresta a chiedere la deroga per formare un gruppo autonomo.
Il suo malessere, invece, era noto da tempo, e condiviso con l’amico Renato Brunetta, gran sostenitore di una soluzione istituzionale alla crisi, visto come il fumo negli occhi dal Capitano che se ne è apertamente lamentato ad Arcore.
Adesso, il governo ha superato la soglia psicologia dei 155 Sì. Margine stretto, ma vantaggio nell’avvio del secondo tempo della crisi.
“Ci sono 8-10 senatori a disagio per la deriva leghista del centrodestra” ha avvisato il neo-ex forzista Causin. Alla Camera, i salvini-scettici sono conteggiati sulla trentina (un terzo del gruppo).
Il secondo tempo è iniziato
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
“SE QUELLO CON CUI FACCIO UN CONTRATTO MI FREGA E MI MANDA UN TERZO IN MENO DI QUELLO CHE ORDINATO, SONO IO CHE HO SBAGLIATO”… PUR DI DARE COLPA AL GOVERNO ORMAI SRAGIONA E NON SA PIU’ CHE DIRE
Immaginiamoci un Matteo Salvini intento a comprare qualcosa sul tanto odiato (da lui) Amazon. Cerca, trova quel che gli serve, paga e fa partire l’ordine. Poi, però, quel prodotto non arriva mai a casa sua.
In linea di logica, la colpa sarebbe del venditore (o di Amazon, o della società a cui è stato affidato il pacco da consegnare).
Seguendo, però, il discorso fatto martedì sera dal leader della Lega a CartaBianca (su Rai3), la colpa sarebbe di Salvini stesso. Questo è l’effetto della supercazzola del senatore del Carroccio per dare la colpa al governo sui ritardi di Pfizer nella consegna delle nuove dosi di vaccino.
Sarà stata la stanchezza di una giornata passata in Senato ad attendere il momento del suo discorso (ha fatto la dichiarazione di voto in nome della Lega poco prima del voto), poi le interviste televisive. E, alla fine, tutto è colpa del governo. Di cosa stiamo parlando?
«Se io imprenditore faccio un contratto, pago, e quello con cui faccio il contratto mi frega, e non mi dà un terzo di quello che mi deve, sono io che ho sbagliato».
Insomma, se un imprenditore trova un accordo che viene, poi, disatteso dalla seconda parte, la colpa non è del venditore, ma di chi ha acquistato.
Ovviamente questo è un discorso che fa acqua da tutte le parti, privo di ogni qualsivoglia logica stringente.
Eppure, anche con arroganza (basti vedere il tono delle sue risposte al quadro fornito da Bianca Berlinguer che cercava di farlo ragionare), il leader della Lega ha deciso di optare per la supercazzola. Ovviamente come se fosse antani. E, ovviamente, con scappellamento rigorosamente a destra. Non a caso.
(da Giornalettismo)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
LA GRANDE INTERPRETAZIONE DELLA POPSTAR
Tutti in piedi con la mano sul petto durante l’inno nazionale americano cantato da Lady Gaga alla cerimonia di insediamento di Joe Biden.
La popstar è stata accompagnata nella sua esibizione dalla banda dei Marine. Lady Gaga – nella sua interpretazione intensissima dell’inno – ha sfoggiato una mise rossa e nera, dall’ampia gonna a campana.
Sulla giacca un enorme colomba dorata e una pettinatura con treccia che ricorda quella della principessa Leia di Star Wars. Prima di lasciare il podio, ha salutato Joe Biden, Kamala Harris e l’ex presidente Barack Obama.
Ieri, in un tweet, la celebre cantante aveva espresso la speranza che l’insediamento fosse “un giorno di pace per tutti gli americani. Un giorno di amore, non di odio. Un giorno per l’accettazione, senza paura”. E durante le prove dell’esibizione aveva visitato il Congresso e incontrato i soldati della Guardia nazionale chiamati a vigilare che non si ripetessero i disordini del 6 gennaio
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
EUGENE GOODMAN IL 6 GENNAIO AFFRONTO’ I MANIFESTANTI ALLONTANANDOLI DAL LATO DOVE SI TROVAVANO I SENATORI, SALVANDO LORO LA VITA
E’ stato anche il giorno di Eugene Goodman, l”eroe di Capitol Hill”, l’agente afroamericano di polizia che durante l’assedio al Campidoglio del 6 gennaio ha affrontato i manifestanti, attirandoli dalla parte opposta al corridoio dove si trovavano i senatori, privi di sicurezza.
Indossando un cappotto cammello e una sciarpa azzurra, il poliziotto ha scortato sul palco la vicepresidente degli Stati Uniti, Kamala Harris.
E’ apparso dietro Jill Biden, al fianco del primo Second Gentleman della storia americana, Doug Emhoff. Quando è stato pronunciato il suo nome dallo speaker, è partito un lungo applauso. E’ stata la chiusura del cerchio perchè a pochi metri dalla piattaforma, due settimane prima, la vita di Goodman è diventata pubblica, grazie alle foto e ai video girati all’interno di Capitol Hill dai reporter, tra cui Igor Bobic.
Nelle immagini si vede il poliziotto affrontare da solo i manifestanti, che stavano salendo le scale che davano accesso agli uffici del Senato. Il poliziotto li fa salire, poi li spinge verso un lato del corridoio, quello opposto al lato degli uffici.
Il video è stato girato alle 2,14. Secondo la ricostruzione fatta dal Washington Post, gli accessi agli uffici dei senatori sono stati chiusi soltanto alle 2,15, cioè circa un minuto dopo il momento in cui sono arrivati i manifestanti.
Uno scarto di pochi secondi che poteva segnare una tragedia. La lucidità di Goodman, che nel video si rende conto del corridoio scoperto, di guidare i sostenitori trumpiani verso il lato opposto, è stato decisivo.
Il vicepresidente Mike Pence, che era al Senato durante l’assalto e tra i bersagli dei manifestanti, aveva voluto incontrare il poliziotto per ringraziarlo.
Un gruppo bipartisan di rappresentanti del Congresso ha proposto una risoluzione per assegnare il riconoscimento della Medaglia d’oro del Congresso a Goodman, per il suo coraggio.
“In mezzo a un attacco antipatriottico – hanno scritto – l’eroismo dell’agente Goodman viene riconosciuto non solo dai membri del Congresso e dal loro staff ma anche dal popolo americano che essi rappresentano”.
L’onore di scortare Harris è stato tenuto segreto, come piccolo colpo di scena dentro l’evento. Nei giorni scorsi, invece, si sono dimessi i vertici che avrebbero dovuto respingere l’assalto, il capo della polizia di Capitol Hill e i responsabili della sicurezza di Camera e Senato.
(da agenzie)
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Gennaio 20th, 2021 Riccardo Fucile
LO STUDIO DI ZIGNAL LABS, SOCIETA’ SPECIALIZZATA: MENO 73% DI BUFALE
Non è un caso. Dopo la decisione di Twitter di sospendere l’account di Donald Trump (e di molti sostenitori delle strampalate teorie QAnon), sul social dell’uccellino si respira un’aria ben diversa.
Uno studio di Zignal Labs, una compagnia che si occupa di media intelligence, ha evidenziato come nella sola prima settimana del blocco delle attività social dell’ormai ex numero uno della Casa Bianca, l’ecosistema della piattaforma abbia registrato un notevole calo di fake news.
Ovviamente il riferimento è puramente rivolto ai fatti made in USA. Ma questo indica anche come l’ex Presidente degli Stati Uniti fomentasse i suoi sostenitori con bufale e altro.
L’intero rapporto — che mette a confronto la scorsa settimana e quella precedente in cui non c’era il ban Twitter Donald Trump — è stato pubblicato dal Washington Post, e fa particolare riferimento alla più grande bufala sostenuta negli ultimi mesi dall’ex Presidente USA e dai suoi sostenitori, adepti della dottrina QAnon: le elezioni truccate, i voti illegali, le frodi elettorali e i voti distrutti (ovviamente quelli in favore dell’ex candidato Repubblicano).
Notizie false, come confermato dai tantissimi ricorsi respinti (perchè sostenuti da alcuna prova) dalle varie Procure in lungo e largo negli Stati Uniti.
E così dopo il ban Twitter Donald Trump — e di altri seguaci di QAnon — l’ecosistema del social dell’uccellino ha raggiunto un microclima più ordinato e — soprattutto — più incline alla realtà dei fatti. In una settimana è stato segnato un -73% di tweet che fanno riferimento alla fake news delle frodi elettorali e la gran cassa social-mediatica dell’ex numero uno della Casa Bianca ha smesso di alimentare teorie cospirazioniste e del complotto contro di lui.
(da agenzie)
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