Destra di Popolo.net

QUALCUNO DIMENTICA CHE BELLANOVA E BONETTI SONO DUE TRASFORMISTE: NOMINATE MINISTRE IN QUOTA PD, DOPO 24 ORE PASSARONO A ITALIA VIVA

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

ECCO PERCHE’ LA MAGGIORANZA NON CAMBIA DOPO LE LORO DIMISSIONI, SPETTA AL PD SOSTITUIRLE… ALTRA COSA E’ POI AVERE LA FIDUCIA IN PARLAMENTO

C’è un dettaglio molto importante, almeno dal punto di vista formale, che in queste ore sembra non ricordare nessuno, nel dibattito che segue il ritiro della delegazione di Italia Viva. Le dimissioni delle due ministre renziane non cambiano nulla, simbolicamente e sostanzialmente, per il governo.
La composizione dell’esecutivo, infatti, non è mutata dopo queste dimissioni. L’alchimia della maggioranza è stata alterata con la scissione di Matteo Renzi: non prima e non dopo. Il governo giallorosso — infatti — in origine nasce costituito da tre partiti (Pd, M5s, Leu) e diventa di quattro solo dopo l’assegnazione delle poltrone di governo.
Fu solo allora che le due ministre — anche questo lo ricordano pochi — dopo essere entrate nell’esecutivo con la maglia del Pd, e dopo aver ottenuto le poltrone in virtù di questa appartenenza, ne uscirono (con qualche disinvoltura) avendo indosso la maglia di Italia Viva.
Ha ragione Renzi almeno su un punto: in democrazia le forme sono la sostanza. E la sostanza è che Italia Viva è nata come un fungo, DOPO l’esecutivo Conte, con il cambio di casacca della Bellanova e della Bonetti, come la scissione di una corrente del Pd.
Le uniche trasformiste di questa crisi per ora sono le due ministre dimissionarie: trasformiste quando fondano un partito solo 24 ore dopo aver ottenuto un incarico con un altro, trasformiste quando se ne vanno rispondendo al loro capo corrente, e non al loro segretario.
Tuttavia il governo, proprio in virtù di questa genesi, non perde legittimità , casomai la recupera.
Ci possono essere problemi di ordine politico, non di ordine costituzionale dopo questo addio. Quindi Italia Viva andandosene non modifica l’alchimia originaria, casomai la ristabilisce, e Conte verificherà  in Parlamento, come accade per tutti, se ha ancora la sua maggioranza.
L’unico problema formale è che il Pd deve rimpiazzare due ministre. Quelle di cui era stato defraudato. Punto.

(da TPI)

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CONTE: “ACCETTO DIMISSIONI MINISTRE”

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

TUTTI GLI ESPONENTI DEL GOVERNO TWITTANO: “AVANTI CON CONTE”… NON E’ L’ATTEGGIAMENTO DI CHI E’ RASSEGNATO: PD, M5S E LEU SI COMPATTANO

“Cari ministri, purtroppo questa sera Italia Viva si è assunta la grave responsabilità  di aprire una crisi di governo. Sono sinceramente rammaricato, e credo di potere interpretare anche i vostri pensieri, per il notevole danno che si sta producendo per il nostro Paese per una crisi di governo nel pieno di una pandemia e di una prova durissima che il Paese sta attraversando. Se un partito fa dimettere le sue ministre, questo non può essere considerato un fatto estemporaneo, non si può sminuire la gravità  di questa decisione”.
Così, a quanto si apprende, il premier Giuseppe Conte aprendo il Consiglio dei ministri, a Palazzo Chigi, si è espresso sulle dimissioni delle ministre di Italia Viva. Matteo Renzi ha annunciato l’uscita di Teresa Bellanova e di Elena Bonetti dall’esecutivo.
“Ho provato fino all’ultimo minuto utile – ha proseguito il presidente del Consiglio -a evitare questo scenario, e voi siete testimoni degli sforzi fatti in ogni sede, ad ogni livello di confronto. Ancora due giorni fa e quest’oggi ho ribadito che avevo preparato un lista di priorità  per un confronto da fare non appena approvato il Recovery Plan, stasera le misure anticovid, la proroga dello stato di emergenza, domani lo scostamento di bilancio”.
“Non ci siamo mai sottratti a un tavolo di confronto anche se oggettivamente diventa complicato un confronto quando il terreno è disseminato continuamente di mine difficilmente superabili”, ha detto ancora.
“Il Paese sta guardando la drammatica situazione che stiamo vivendo, ho offerto la disponibilità  ad un tavolo di legislatura eppure di fronte a questa disponibilità  ci sono state comunque le dimissioni delle ministre. Dimissioni che mi sono state comunicate attraverso una comunicazione via mail e che accetto. Naturalmente questa sera ho informato della situazione il Presidente Mattarella”, ha aggiunto Conte.

(da agenzie)

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LA CAMERA USA APPROVA L’IMPEACHMENT DI TRUMP, LO VOTANO ANCHE 10 REPUBBLICANI

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

PELOSI: “DEVE ANDARSENE”… EMERGE LA CONNIVENZA DI TRE DEPUTATI REPUBBLICANI CON I TERRORISTI DI CAPITOL HILL

Con una procedura lampo di un solo giorno, la Camera Usa ha approvato la mozione di impeachment contro Donald Trump per incitamento all’insurrezione per aver incoraggiato i suoi fan ad assaltare il Congresso e impedire la certificazione della vittoria di Joe Biden.
Oltre a tutti i democratici, anche 10 repubblicani si sono espressi a favore: la partita si sposta ora al Senato dove il leader repubblicano Mitch McConnell ha fatto sapere che non ci saranno sessioni prima del 19 gennaio.
L’impeachment non sarà  dunque votato prima della fine del mandato di Trump, il 20 gennaio, ma il voto ha comunque un forte significato simbolico.
Trump è il primo presidente della storia a finire in stato d’accusa due volte, dopo quella per l’Ucrainagate appena qualche mese fa.
Washington è in stato di massima sicurezza: la Guardia Nazionale in tenuta da combattimento circonda il Campidoglio. Centinaia di soldati hanno trascorso la notte all’interno del palazzo del Congresso, dormendo per terra nelle stanze e nei corridoi.
“Non possiamo sfuggire alla storia” ha detto la speaker della Camera Usa Nancy Pelosi nel suo discorso . “Sappiamo che il presidente degli Stati Uniti ha incitato l’insurrezione, una ribellione armata … Deve andarsene. È un pericolo evidente e immediato per la Nazione che tutti amiamo. Il presidente deve essere processato e condannato dal Senato, un rimedio costituzionale che garantirà  che la repubblica sarà  al sicuro da questo uomo che era così determinato a demolire le cose che ci stanno a cuore e che ci tengono insieme … Democratici e Repubblicani, vi chiedo di interrogare la vostra coscienza e rispondere a queste domande: la guerra alla democrazia del presidente è in linea con la Costituzione? Le sue parole e la folla sono state un crimine grave e un reato? Non abbiamo il dovere di giurare di fare tutto ciò che costituzionalmente possiamo per proteggere la nostra Nazione e la nostra democrazia dagli appetiti e dalle ambizioni di un uomo che ha dimostrato di essere una minaccia vitale per la libertà , il governo e lo Stato di diritto? “.
Pelosi ha definito gli uomini e le donne che hanno dato l’assalto al Congresso “non patrioti ma terroristi”.
McConnell sostiene l’impeachment: ma non ufficialmente
Il leader della maggioranza al Senato Usa, Mitch McConnell, non riunirà  il ramo del Congresso per una sessione di emergenza per il processo di impeachment nei confronti di Trump. Lo riporta Cnn che cita fonti repubblicane. Il Senato quindi non sarà  riconvocato venerdì nè quasi certamente prima del 19 gennaio, il giorno prima dell’inaugurazione del presidente eletto, Joe Biden. Ma McConnell, secondo il New York Times e la Cnn, sostiene l’impeachment, benchè solo in privato, perchè la procedura priverebbe Trump di un futuro politico e della sua presa sul partito repubblicano.
Sempre secondo la Cnn, il leader della maggioranza repubblicana al Senato ha inviato una nota ai suoi colleghi nella quale afferma che, “mentre la stampa è piena di speculazioni, io non ho preso una decisione finale su come votare e intendo ascoltare gli argomenti legali quando saranno presentati in Senato”
Dieci repubblicani per il sì
“Un voto contro questo impeachment è un voto che riconosce la violenza inaccettabile a cui abbiamo assistito. Ed è un voto per perdonare l’inazione del presidente Trump. Lui non ha condannato con forza l’attacco e non ha chiamato i rinforzi quando i nostri rappresentanti dell’ordine erano sopraffatti. Il nostro Paese aveva bisogno di un leader e il presidente Trump ha fallito nel compito per cui aveva prestato giuramento. Io voterò sì agli articoli sull’impeachment”. Con questa dichiarazione, salutata dagli applausi dei democratici, il rappresentante repubblicano alla Camera, Dan Newhouse, ha annunciato il voto a favore dell’incriminazione di Trump.
A lui si sono uniti anche Tom Rice eletto in South Carolina, Peter Meijer e Anthony Gonzalez eletto in Ohio, che ha detto di sostenere l’atto di accusa perchè Trump “ha aiutato ad organizzare ed incitare la folla che ha attaccato il Congresso”. In tutto sono 10 i repubblicani a favore dell’impeachment.
La fronda di Liz Cheney
Fra di loro, la più famosa è Liz Cheney, numero 3 del partito alla Camera e figlia dell’ex presidente di George W. Bush, Dick Cheney: “Io non vado da nessuna parte, questo è un voto di coscienza, per il quale ci sono posizioni diverse nella nostra conferenza. Ma la nostra nazione sta fronteggiando una crisi istituzionale senza precedenti, dai tempi della Guerra Civile”, ha detto la deputata rispondendo ai colleghi che le hanno chiesto di dimettersi per aver annunciato che i voterà  per l’impeachment.
Uno dei promotori del raduno di Washington, “Aiuto da 3 eletti Gop”
Ali Alexander, promotore del movimento “Stop the Steal”, ha sostenuto di aver organizzato una manifestazione a Capitol Hill il 6 gennaio insieme a tre deputati Repubblicani, Andy Biggs, Mo Brooks e Paul A. Gosar, tutti accesi sostenitori del presidente Donald Trump, per “esercitare la massima pressione sul Congresso mentre votavano” la certificazione della vittoria di Biden.
L’obiettivo era quello di “cambiare i cuori e le menti dei repubblicani che erano all’interno, facendogli sentire il nostro forte ruggito dall’esterno”. I tre deputati Gop, sotto pressione, hanno negato qualsiasi legame o aiuto ad Alexander ma sui social diversi post e video indicano rapporti tra i deputati con l’attivista di destra.

(da agenzie)

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SALVINI PRIMA SCHIFA LA CASSA INTEGRAZIONE E POI LA LEGA LA PRENDE PER I SUOI DIPENDENTI IN LOMBARDIA

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

AUTORIZZATE DALLA REGIONE 360 ORE PER “EMERGENZA SANITARIA”… QUELLO CHE SALVINI CHIAMAVA ELEMOSINA

Oggi il Fatto Quotidiano racconta una delle notizie più esilaranti della giornata.
O meglio potrebbe esserlo se non fosse che ci sono tante persone che dovrebbero sentirsi prese in giro proprio da chi per mesi si è lamentato della Cassa integrazione COVID.
Vi ricordate? Salvini la chiamava un’elemosina. E poi la Regione Lombardia ha autorizzato 360 ore per la Lega con la motivazione “Emergenza sanitaria Covid-19 ”. Anche altri partiti come il PD hanno usufruito della CIG ma almeno non ci avevano sputato sopra
Scorrendo gli elenchi degli 30mila beneficiari lombardi della Cig Covid-19 si incappa, ad esempio, in un’istanza autorizzata a nome della “Lega per Salvini premier”, lo stesso che bollava gli aiuti del governo alle imprese così: “È una bufala, non c’è nulla”.
Ma c’era abbastanza perchè il 14 maggio 2020 il suo partito ottenesse dalla Regione (che amministra) l’autorizzazione a stipendiare per due mesi tramite l’Inps un dipendente con 3mila euro. E per altri 1.764 destinati alla sede di Como della Lega Nord. E altri ancora. Restando in Lombardia, il Pd ha chiesto contributi per i dipendenti delle federazioni provinciali di Mantova (1.747), Varese (4.150), Como (2.268 euro). E così in Lazio, Abruzzo e Calabria. Spostandosi in Toscana, li ha ottenuti anche per i dipendenti delle sedi di Livorno e Firenze. Nel capoluogo, ma anche a Roma, è stata autorizzata la cassa anche per Rifondazione Comunista, partito che non sta in Parlamento da 13 anni (oggi è rappresentato da Paola Nunez nel Gruppo Misto).

(da agenzie)

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A LIBERO NON SANNO LEGGERE I REPORT SUI VACCINI

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

ERA STATO SPIEGATO IL MOTIVO SUL 101% DI VACCINI IN CAMPANIA

Può sembrare accanimento terapeutico, ma l’informazione dovrebbe (anche se in realtà  la forma verbale ideale è ‘deve’) essere corretta.
E, invece, ancora una volta il quotidiano di Pietro Senaldi (questa volta nella sua edizione online) si distingue per aver citato numeri a caso, senza spiegarli.
Eppure nel report del Ministero della Salute sul numero di immunizzazioni effettuate nel nostro Paese (aggiornato più volte al giorno) è tutto spiegato nel dettaglio. Nonostante questo, Libero sui vaccini in Campania fa ironia e chiama quasi al complotto.
Questo l’articolo pubblicato sull’edizione online del quotidiano a firma Alessandro Gonzato.
All’interno del pezzo si fa ironia su quel 101% che risultava (giorni fa) sui vaccini fatti in Campania: «Com’ è possibile: San Gennaro il cui sangue lo scorso 16 dicembre non s’ è sciolto ha comunque compiuto o’ miracolo? Non lo escludiamo».
Ovviamente non c’è nessun miracolo. E per smentire questa narrazione basta andare a leggere nel dettaglio quella tabella pubblicata dal Ministero della Salute.
La disparità  tra le dosi a disposizione e le (prime) inoculazioni fatte in Campania (e non solo, visto che ieri la stessa situazione è stata riscontrata sull’Umbria) è dovuta alla possibilità  di ricavare sei dosi da una stella fiala di vaccino Pfizer-BioNTech.
Il tutto era certificato anche dall’Aifa che, proprio nel giorno del Vax-day del 27 dicembre, aveva spiegato la possibilità  di ottenere sei dosi e non solo cinque.
Era tutto scritto e bastava leggere
Il resto lo ha fatto il sistema che conteggia le dosi basandosi sulle cinque dosi iniziali, visto che non tutte le sedi di somministrazione del vaccino anti-Covid in Italia hanno la strumentazione adatta per ottenere quel surplus. Insomma, era tutto facile e alla luce del sole. Ed era tutto scritto nel report quotidiano.
Eppure Libero sui vaccini in Campania non l’ha fatto.

(da Giornalettismo)

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DURANTE LA SECONDA ONDATA CONTAGI OTTO VOLTE SUPERIORI E 4.500 MORTI IN PIU’ RISPETTO ALLA PRIMA

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

LE VITTIME DELLA PRIMA ONDATA SONO STATI 34.167, QUELLE DELLA SECONDA 38.549

Gli italiani interessati dalla seconda ondata di contagi da Covid-19 sono stati otto volte più di quelli della prima, a parità  di giorni presi in esame (109).
È quanto emerso dal Focus dell’Instant Report Covid-19 — una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università  Cattolica — che ha condotto uno studio confrontando le due “ondate” di infezioni
Mentre nella prima — dal 24 febbraio all’11 giugno — hanno contratto il virus 236.134 persone, nella seconda ondata (dal 14 settembre al 31 dicembre) il numero di contagiati è stato pari a 1.822.841.
A coordinare il gruppo di lavoro Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà  di Economia dell’Università  Cattolica del Sacro Cuore; insieme a lui l’advisorship scientifica del Professor Gianfranco Damiani e della Dottoressa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità  Pubblica (Sezione di Igiene). “Come già  osservato nel numero speciale del Report Altems di fine anno — afferma Cicchetti — la pandemia è una, ma sembrano quasi due eventi diversi. Se la prima ha visto raggiungere il suo picco (in molti indicatori) in poche settimane, la seconda è invece caratterizzata da un’onda lunga, che ha raggiunto più lentamente il plateau. I dati mostrano delle differenze nelle modalità  di gestione dei pazienti anche se la percentuale di coloro che hanno dovuto sperimentare una terapia intensiva è simile tra prima e seconda ondata (il 10,6% e il 9,3% rispettivamente). I dati sulla disponibilità  di posti letto in terapia intensiva e quelli sull’implementazione del personale mostrano, impietosamente, che — nonostante le chiare indicazioni del livello centrale — il sistema in molte Regioni si è trovato ugualmente spiazzato nell’affrontare sia la prima che la seconda ondata del Coronavirus”.
In totale nel corso della prima ondata sono morte 34.167 persone, nella seconda invece 38.549. Più nel dettaglio: il picco massimo dei deceduti in un giorno nella prima ondata è stato raggiunto dopo 33 giorni (989 persone) e da quel momento in poi l’andamento è stato continuamente decrescente.
Nella seconda ondata il picco massimo di 993 morti in un giorno è arrivato dopo 81 giorni e l’andamento si è mantenuto altalenante e stenta a declinare definitivamente.
Il massimo numero di deceduti nella prima ondata si è raggiunto nella quinta settimana (5.303), nella seconda invece alla dodicesima (5.174).
La letalità  della prima ondata è stata superiore nella prima ondata(14,9%), mentre nella seconda si è attestata all’1,9%, ma questo dato risente fortemente del maggior numero di tamponi eseguiti tra settembre e dicembre 2020.
Più di 30mila operatori sanitari assunti durante la pandemia
Quanto al rapporto tra numero di positivi e ricoverati in terapia intensiva durante la prima ondata ha raggiunto il suo massimo, pari all’11,8%, al dodicesimo giorno per poi scendere raggiungendo il minimo al giorno 109 con un rapporto pari all’1%; nella seconda ondata l’andamento è stato più stabile costantemente intorno allo 0,5% dei positivi.
I posti letto in terapia intensiva al momento dell’esplosione dell’epidemia erano 5.179, ovvero 12,5 ogni 100.000 abitanti con significative differenze tra regione e regione. Al momento del picco epidemico della prima ondata la dotazione era salita a 8.431 posti letto.
Quanto alla seconda ondata i posti letto in TI sono stati implementati raggiungendo il numero di 8.651 al 15 dicembre. Il numero di persone assunte (con tutte le tipologie contrattuali) supera le 30.000 unità  da marzo a dicembre 2020.

(da Fanpage)

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ALEXEI NAVALNY, L’ANNUNCIO A CINQUE MESI DALL’AVVELENAMENTO: “DOMENICA TORNERO’ IN RUSSIA”

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

QUESTI SONO LEADER POLITICI CON GLI ATTRIBUTI

Ad agosto era stato avvelenato, ora l’attivista russo ha comunicato sulla sua pagina Instagram di essere quasi guarito: «Posso finalmente tornare a casa».
Alexei Navalny si trova ancora in Germania dove era stato trasferito lo scorso agosto per ricevere cure adeguate in un ospedale di Berlino.
Ora il politico oppositore del presidente russo Vladimir Putin ha detto che domenica 17 gennaio farà  ritorno in patria con un volo Pobeda.
«Sono sopravvissuto. E adesso Putin, che ha ordinato il mio omicidio, sta dicendo ai suoi servitori di fare tutto il possibile affinchè io non ritorni», ha scritto l’attivista, annunciando che il servizio penitenziario russo ha chiesto a un tribunale di incarcerarlo per aver violato i termini della sospensione condizionale della pena concessagli per una condanna a tre anni e mezzo della fine del 2014.
Secondo i dissidenti vicini a Navalny, si tratta di accuse di matrice politica volte a impedire il ritorno in Russia dell’oppositore. Diverse inchieste, ultima quella del sito web investigativo Bellingcat, di cui fa parte anche la Cnn, hanno svelato come dietro l’avvelenamento di Navalny ci siano i servizi segreti russi. Il lavoro di Bellingcat accusa in particolare il servizio federale di sicurezza di Mosca (FBS), un gruppo che negli anni ha creato un’elite speciale per pedinare e spiare Navalny

(da agenzie)

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IL PIANO DI RENZI ORA SI COMPLICA: VINCE SOLO SE SALTA CONTE

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

SE IL MONDO SOPRAVVIVE SENZA DI LUI, LO SFASCIACARROZZE AVRA’ PERSO

Alla fine Bruto ha colpito: Italia Viva ritira le sue ministre, la crisi è aperta una volta per tutte, il governo Conte bis è stato disarcionato. E oggi Matteo Renzi — sotto i riflettori — sembrava quasi sollevato, leggermente euforico.
Che bello tornare come ai vecchi tempi. La folla dei cronisti, lui che ci parla dando a tutti del tu: “Fate pure sette-otto domande, poi io rispondo a tutti…”. Oppure: “La domanda di Bertazzoni, come dicevi Luca…?”. E il cronista di PiazzaPulita: “Aveva paura di perdere la faccia?”. E Renzi: “No, io non ho paura di perdere la faccia”.
Quindi il crescendo: “Il re è nudo, guardate che ci vuole coraggio a dimettersi e a lasciare le poltrone”. Infine l’ultima risposta sul futuro: “Non ci sono preclusioni sul presidente del Consiglio”.
Dice che non ha avuto contatti con Conte, ripete che si voterà  solo nel 2023. Ma intanto, in mezzo a mille richieste — la Bellanova si spinge fino a chiedere l’Alta velocità  Roma-Lecce — c’è una richiesta che alza l’asticella fino alla soglia di non recepibilità : “Non prendere il Mes è da irresponsabili, noi ci siamo se c’è il Mes”.
Il chè è come porre un veto al M5S, che su questo punto — come è noto — è indisponibile
Il punto è questo: dopo tanti annunci, Renzi non ha ascoltato nessuna richiesta di essere prudente, nessun appello, e ha ritirato la sua delegazione.
Adesso — tattica a parte — è come sospeso nel vuoto. E deve sperare di riuscire a portare a casa il suo vero obiettivo: far cadere il governo giallorosso, cambiare maggioranza, passare ad un governo istituzionale.
È vero che tecnicamente non ha chiuso alla possibilità  di un nuovo governo con la stessa maggioranza. Ma le condizioni che abbiamo ricordato sembrano fatte apposta per rendere questa impresa difficile.
Certo, adesso ci sono i riflettori: lo spazio mediatico, le luci, la soddisfazione dei titoloni. Ma alla fine è chiaro che per poter vincere la partita che ha ingaggiato — per non caderci, nel vuoto — l’uomo di Rignano ha una sola possibilità : riuscire a portare a casa, come un trofeo, lo scalpo di Giuseppe Conte.
Non ci sono altri esiti possibili, il resto sono schermaglie. Non ci sono subordinate. Non ci sono appoggi esterni. È mors tua vita mea. E ieri (malgrado qualche tono di lieve dissimulazione) era del tutto chiaro.
Se Conte riuscirà  comunque a portare a casa una fiducia, invece, avrà  perso Renzi. Se la maggioranza sopravvive a questa pugnalata, Italia Viva avrà  sbagliato i suoi calcoli. Se il mondo sopravvive senza di lui, Renzi avrà  perso.
Se si va al voto, Renzi avrà  perso, e il suo partito rischierà  di scomparire. Per riuscire nel suo azzardo, quindi, Renzi deve portare a casa il risultato di distruggere.
C’è da augurarsi- ancora una volta — che le sue aspettative siano deluse.

(da TPI)

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RENZI FA DIMETTERE LE MINISTRE PERCHE’ “LA CRISI NON SI RISOLVE CON LA POPOLARITA’ SUI SOCIAL”: PARLA CHI HA INVESTITO GROSSE CIFRE SU FB PER SPONSORIZZARE I SUOI POST

Gennaio 13th, 2021 Riccardo Fucile

ESILARANTE CHE IL POLITICO CHE HA SDOGANATO L’USO DEI SOCIAL ACCUSI GLI ALTRI DI USARE I SOCIAL

«Nell’affermare la fiducia incrollabile nel presidente della Repubblica, noi pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che le ministre e il sottosegretario hanno scritto al presidente del Consiglio. La crisi non si risolve con un tweet e con una stories su Instagram, questo è populismo».
Matteo Renzi — dopo aver utilizzato una tecnica à  la Conte per la sua conferenza stampa (annunciata per le 17.30 e iniziata per le 18.15) — ha deciso di far dimettere le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, oltre che il sottosegretario Ivan Scalfarotto.
Renzi lascia comunque uno spiraglio alle forze della maggioranza: «La democrazia ha delle forme — ha detto -, non si devono affrontare i suoi temi caratterizzanti sui social network.
Italia Viva continuerà  a votare insieme all’esecutivo sui temi più importanti che verranno messi in agenda nelle prossime settimane, come lo scostamento di bilancio e le nuove misure di emergenza per risolvere la crisi del coronavirus.
Matteo Renzi che per primo, in assoluto, ha sdoganato i social network nell’agone politico italiano, oggi afferma che questi stessi social network rappresentano il vulnus alla democrazia nel nome del quale — nel pieno di una pandemia — un partito di maggioranza, ovvero Italia Viva, decide di innescare la crisi di governo. Il senatore di Rignano rimprovera il presenzialismo del presidente del Consiglio sui media, la prevalenza dell’esposizione sui social network rispetto al confronto nelle istituzioni democratiche.
Proprio quel Matteo Renzi che ha investito diversi fondi, in special modo su Facebook, per sponsorizzare i suoi post e targettizzare i suoi messaggi sui social network, sta sottolineando che il maggior numero di followers rappresenta un problema per i politici e per i suoi esponenti.
Del resto, che le ragioni della crisi siano deboli, lo dimostra anche il ragionamento successivo: «Siamo orgogliosamente costruttori — ha detto -: se c’è il progetto, si costruisce. Ma vogliamo prima vederlo».
Dimissioni Italia Viva sì, ma possibile nuovo patto di legislatura, come tutti gli altri esponenti della maggioranza avevano assicurato nel corso di tutto il pomeriggio.

(da Giornalettismo)

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