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TOTI SALUTA SU FB I PRIMI NATI IN LIGURIA, MA I PICCOLI SONO DI ORIGINE STRANIERA E LUI RICEVE UNA SCARICA DI INSULTI DALLA FOGNA RAZZISTA

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

TOTI REPLICA: “GRETA E’ NATA IN UN OSPEDALE LIGURE, CON MEDICI E INFERMIERI LIGURI, SUA MADRE HA UNA TESSERA SANITARIA DELL’ITALIA, LA PICCOLA ANDRA’ A SCUOLA IN LIGURIA, DEL RESTO NON ME NE FREGA NULLA”

Si chiama Morena, è nata 13 minuti dopo la mezzanotte all’ospedale S.Andrea della Spezia da una coppia di spezzini, la prima nata del 2021 in Liguria.
Qualche ora dopo è venuto alla luce Louis, figlio di una coppia albanese residente a Taggia, nell’Imperiese. Il piccolo, che pesa 3,580 chili, è nato alle 3.10 battendo sul tempo Graeter, una bimba di origini nigeriane, nata alle 3.50 al Policlinico San Martino.
Poi è stata la volta di Wilson Fabian, nato alle ore 7.58 al Gaslini, figlio di ecuadoriani.
“Diamo il benvenuto ai primi liguri nati nel 2021! Siete la nostra speranza, il nostro futuro, la forza per non mollare in questo nuovo anno che è appena iniziato – ha scritto il governatore ligure Giovanni Toti sui social – Benvenuti al mondo piccoli e auguri alle vostre famiglie a nome mio e di tutta la Liguria”.
Su queste frasi però si è scatenata la polemica razzista da parte di chi ritiene sbagliato considerare liguri questi bambini. Il presidente ha fatto rimuovere gli insulti xenofobi.
“Chi nasce in Liguria è ligure!”, ha scritto. E ancora: “I commenti razzisti verranno rimossi dai moderatori della pagina. Una bambina che viene al mondo è una benedizione e va accolta come tale, senza polemiche inutili e dannose a qualsiasi dibattito democratico. Proviamo a iniziare il 2021 con un nuovo passo”.
“Non si può definire italiano, nè ligure, chi nasce sul nostro territorio da genitori stranieri. Occorre difendere le nostre tradizioni e la nostra identità . No allo Ius soli”. Così il capogruppo regionale della Lega, Stefano Mai, commenta il post del presidente della Liguria, Giovanni Toti
Controreplica di Toti
“Stupisce, lascia amareggiati e per la verità  anche un po’ perplessi che qualcuno, in un anno come questo, riesca a fare polemica anche su un post di benvenuto al mondo per una bimba nata in una notte così carica di dolore e di speranza. Nel Paese con il tasso di natalità  più basso del mondo, una nuova creatura è un fatto positivo, quale che sia la sua nazionalità  e il colore della sua pelle”. Lo scrive il governatore della regione Liguria, Giovanni Toti, riferendosi alle polemiche dopo il suo post di benvenuto a una bambina nata nelle prime ore del 2021, su cui aveva pubblicato un commento di benvenuto, scrivendo “chi nasce in Liguria è ligure!”.
“Greta – scrive ora Toti – si chiama così, è nata in un ospedale ligure, con medici e infermieri liguri. Sua madre ha in tasca una tessera sanitaria del nostro Paese. Non ho chiesto alla direzione del San Martino se fosse immigrata, naturalizzata, cittadina italiana o di un altro Paese. Francamente non me ne frega nulla in questo caso”. “Greta è nata qui, andrà  qui in Liguria all’asilo e a scuola. I suoi genitori e anche lei, quando crescerà , da lavoratrice avrà  gli stessi diritti e gli stessi doveri degli altri lavoratori. E gli stessi diritti e doveri sociali”, sottolinea il governatore ligure.

(da agenzie)

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IL CENTRODESTRA A MILANO PARE ABBIA SCELTO IL CANDIDATO SINDACO: CURA LA COMUNICAZIONE DEL GRUPPO PELLEGRINI, QUELLO DELLE MENSE AZIENDALI

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

IL NOME DI ROBERTO RASIA E’ STATO FATTO DA SALVINI, DOPO I NO RACCOLTI DA BEN PIU’ NOTI IMPRENDITORI… ALLA FINE SI E’ OPTATO PER UN RIPIEGO, NESSUN LEGHISTA AVEVA LE PALLE DI SFIDARE SALA

Roberto Rasia dal Polo, il direttore della comunicazione del gruppo Pellegrini, è pronto. La sua candidatura a sindaco del centrodestra per le prossime elezioni comunali di Milano sembra ormai praticamente fatta, e infatti è lo stesso Rasia a scrivere un post sul proprio profilo Facebook per dire “rimbocchiamoci le maniche”.
Manca solo il via libera di Silvio Berlusconi sul suo nome, scelto dalla Lega e accettato da Fratelli d’Italia.
Il Cavaliere in realtà  ha dato un ok di massima a Matteo Salvini. Ma questa prima uscita pubblica di Rasia fa capire che siamo davvero a un passo. “Ho respirato un’unione nel centrodestra che non vedevo da un po’ in politica. È quello che vogliamo noi cittadini”, scrive Rasia, 46 anni, origini genovesi.
Il candidato sindaco in pectore rimarca che “ora la palla è passata ai leader dei partiti della coalizione. Sta a loro decidere chi affronterà  questa sfida. Mancano pochi mesi e da cittadino dico: rimbocchiamoci le maniche”.

(da agenzie)

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MORTO PER COVID UNO DEI CONTAGIATI A UNA FESTA PRIVATA IN PROVINCIA DI ENNA

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LA FESTA IL 20 DICEMBRE A NICOSIA HA CAUSATO ALMENO 53 CONTAGI, SI TEME LA DIFFUSIONE

Una festa privata in un locale di Nicosia (Enna) risalente al 20 dicembre con 150 invitati avrebbe provocato un focolaio Covid tra i partecipanti che provenivano da Capizzi, un paese vicino di quasi tremila abitanti sui Nebrodi, nel Messinese. Il contagio si sarebbe poi esteso ad altre persone.
“Un uomo di 68 anni si è rapidamente aggravato e ha perso la vita — spiega il sindaco Principato Trosso — dopo l’esito positivo del tampone rapido effettuatogli dai medici dell’Usca. La nostra comunità  è in lutto per la perdita di un uomo stimato, un tranquillo pensionato che osservava condotte prudenti ed indossava sempre la mascherina”.
E’ lo stesso primo cittadino a fornire il quadro dei contagi e dei casi sospetti: 53 contagiati in base al tampone molecolare e 10 in base al tampone rapido e quindi in attesa di riscontro, si attendono altresì gli esiti di ulteriori 21 molecolari.
Principato Trosso tiene a sottolineare di essersi già  appellato a Prefettura, Questura ed anche alla Presidenza della Regione per aiutare il Comune a rafforzare i controlli, visto quanto da lui notato già  nella seconda metà  di dicembre: da qui la chiusura anticipata delle scuole e il blocco del mercato settimanale.
Teme adesso fortemente “considerato il contagio che appare frazionato, che sia necessario dichiarare la zona rossa”. Quanto alle possibili origini del focolaio, puntualizza di non potere fare alcuna ipotesi certa ma lancia l’allarme sull’estrema difficoltà  di fronteggiare talune condotte irresponsabili.

(da “il Mattino di Sicilia”)

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DAL 7 GENNAIO SI RICOMINCIA CON LE FASCE: VENETO, LIGURIA E CALABRIA LE REGIONI PIU’ A RISCHIO

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

DOPO TRE MESI DI FINTE CHIUSURE SIAMO AL PUNTO DI PARTENZA E IN ATTESA DELLA TERZA ONDATA

Allo scadere del decreto di Natale, valido fino al 6 gennaio, tornerà  il regime delle fasce regionali che il governo determinerà  dopo le verifiche degli esperti sull’andamento del contagio da Coronavirus.
A questo riguardo, è attesa per la prossima settimana, ma non è stato ancora reso noto quando, la riunione della Cabina di regia per il Monitoraggio regionale, che verifica i dati epidemiologici sulla base dei 21 parametri. Subito dopo il governo prenderà  le sue decisioni.
Gli ultimi dati sul contagio hanno evidenziato un indice Rt in aumento e — nel primo bollettino del 2021 — il tasso di positività  al 14,1%, ancora in crescita.
A rischiare di finire in zona rossa o arancione sono soprattutto Veneto, Liguria e Calabria, che secondo l’ultimo report Iss hanno superato il valore 1 di Rt e che potrebbero essere collocate nella lista dei territori sottoposti a maggiori restrizioni. Molto vicine a quella soglia ci sono anche Puglia, Basilicata e Lombardia
Il caso Sardegna
Il report del 30 dicembre indica varie criticità : in particolare, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento ed Emilia Romagna hanno una probabilità  superiore del 50% di superare la soglia critica di occupazione dei posti letto in area medica in 30 giorni, mentre per Lombardia, Trento e Veneto lo stesso discorso vale per le terapie intensive. A questi dati si aggiunge il caso della Sardegna, che ha una classificazione del rischio ‘non valutabile’ e quindi ‘alto’, a causa dell’incompletezza dei dati forniti.
Le modifiche ai parametri di valutazione
Qualcosa potrebbe cambiare anche sui parametri di valutazione. Nelle prossime ore, dopo una richiesta da parte delle Regioni avanzata attraverso un documento, l’Iss potrebbe ufficializzare alcune modifiche che potrebbero influire sui 21 indicatori per stabilire l’assegnazione delle Regioni nelle varie fasce.
Tra questi un diverso metodo di calcolo dei tamponi antigenici e molecolari effettuati, che potrebbe poi influire sul tasso di positività . Ad essere rivalutate potrebbero essere anche la definizione dei ‘casi’ e le strategie di esecuzione dei test.
Ripresa dello sci dopo metà  gennaio?
Riguardo all’altro tema caldo delle scuole, queste dovrebbero riaprire ovunque con il 50% di presenze massime consentite — almeno fino al 15 gennaio — dopo il lavoro svolto dalle varie prefetture nei tavoli di coordinamento scuola-trasporti.
Un annuncio in questo senso è stato fatto da tutti i ministri a vario titolo competenti: Interno, Istruzione e Trasporti.
Gli stadi saranno ancora chiusi, ma c’è qualche spiraglio per la ripresa dello sci nella seconda metà  di gennaio, dopo la richiesta delle Regioni di una riapertura degli impianti esclusivamente nelle zone gialle dal 18 del mese.
Resta invariato il ricorso allo smartworking in gran parte delle aziende e in particolare negli uffici statali, dopo la proroga prevista fino al 31 gennaio sulle misure per il lavoro agile nella Pubblica amministrazione.
Ipotesi riapertura per mostre e musei
Cominceranno in ordine sparso anche i saldi invernali, nell’arco di tutto il prossimo mese di gennaio e, in determinati casi, potrebbero ancora cambiare in considerazione di eventuali zone rosse.
Il coprifuoco resta fissato alle ore 22; nelle sole zone gialle ristoranti e bar potranno servire ai tavoli fino alle ore 18. Piscine, palestre, cinema e teatri resteranno chiusi per ora. A riaprire, invece, potrebbero essere mostre e musei con entrate contingentate.

(da agenzie)

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“MAMMA, HO PERSO IL LIBICO”: LA STORIA TRAGICOMICA DI UN MILITARE VENUTO AD ADDESTRARSI IN ITALIA E SPARITO NEL NULLA

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

VENTIQUATTRO GUARDACOSTE LIBICI HANNO PRESO PARTE A UN CORSO DI ADDESTRAMENTO A GAETA… AL MOMENTO DI PRENDERE L’AEREO PER TRIPOLI ERANO 23

Se vuoi capire davvero cosa sta succedendo in Libia, sviando le veline dei palazzi governativi di Roma e non essere narcotizzato dall’informazione mainstream, ci sono poche “porte” mediatiche a cui bussare.
Una di queste è quella di Sergio Scandura,   da Radio Radicale racconta il “caos” libico collezionando scoop a ripetizione.
Sergio non ha verità  ideologiche da dispensare nè padroni politici a cui dar conto. Non fa sconti a nessuno, perchè così fa un giornalista libero, indipendente, che scava e porta in superficie verità  scomode.
Per questo, mi permetto di condividere con i lettori di Globalist, queste sue considerazioni.
“Se fosse un film si chiamerebbe Mamma Ho Perso Il Libico. Dal 19 dicembre risulta infatti irreperibile uno dei 24 guardacoste libici che ha preso parte al corso di addestramento appena concluso alla base navale della guardia di finanza, a Gaeta. Di questo ennesimo lotto di training libico in Italia, se fosse un altro film potrebbe essere Natale a Gaeta –   ovviamente le autorità  italiane non ne hanno dato notizia, come tradizione vuole il memorandum Italia-Libia che naviga nella più   totale assenza di trasparenza. Ma i libici si sa, sono esibizionisti, e già  dal primo dicembre, dalle loro pagine FB avevano pubblicato le fotostory, guastando la festa all’Italia che cerca sempre di non far conoscere questo di eventi al pubblico e tenendo questo tipo di cose come un Segreto di Stato. Il 19 dicembre, ultimo giorno del corso, i libici erano attesi alla base navale di Gaeta per il trasferimento all’aeroporto di Napoli per l’imbarco di ritorno a Tripoli. Peccato che la navetta che li ha prelevati dall’albergo, all’arrivo presso la base navale non si sia accorto che ne mancava uno all’appello. I libici son stati sistemati per la durata del training al Grand hotel Villa Irlanda, albergo a quattro stelle che gli stessi libici non hanno lasciato in perfette condizioni e serenità , diciamo, ove non fossero già  bastate le passate devastazioni di aule didattiche e camerate della base della Marina di Taranto per i corsi degli anni passati, dove l’Italia fu costretta a dimezzare il numero dei corsisti Libici.
Questo Training ha riguardato una seconda guardia costiera Libica che prende il nome di GACS, General Administration For Coastal security: Questo GACS, a differenza della c.d. guardia costiera libica sotto le dipendenze del ministero della Difesa, è invece alle dipendenze del ministro dell’interno Fathi Bashaga.
Il GACS a differenza della c.d. Guardia Costiera Libica, è una sorta di sheriffato composto da milizie e miliziani spesso non molto raccomandabili e ha appena ricevuto le prime due motovedette, con un appalto dove sono stati gli stessi libici a sceglierne unilateralmente il Cantiere Navale Vittoria di Adria che le ha costruite con le risorse del memorandum Italia-Libia.
Il guardacoste che ha fatto perdere le sue tracce, secondo fonti interne libiche, appartiene alla tribù Wershfana – Fouad questo sarebbe il nome del miliziano – avrebbe anche una buona autonomia finanziaria personale.
Irreperibile e con status irregolare, è ancora ricercato dalla Digos della questura di Latina, ma c’è da immaginare che se ne stiano occupando anche quegli stessi apparati che il presidente del consiglio aveva ringraziato gli apparati italiani e i libici che contengono (“contengono” disse proprio così’) i migranti che cercano di fuggire dall’inferno della Libia.
Della vicenda, a parte i microfoni di Radio Radicale e un articolo sul quotidiano locale Latina Oggi a firma di Graziella Di Mambro, non vi è traccia alcuna.
Hai visto mai se possa occupare il resto della stampa Italiana, hai visto mai se possa occupare il parlamento con una attività  ispettiva che ne chieda conto ai ministri competenti.

(da Globalist)

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LA VARIANTE INGLESE E’ PIU’ DIFFUSA TRA I BAMBINI: RIAPRIRE LE SCUOLE SIGNIFICHEREBBE FAVORIRE IL VIRUS

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

LO STUDIO DELL’IMPERIAL COLLEGE DI EDIMBURGO

Un rapporto dell’Imperial College realizzato in collaborazione con l’Università  di Edimburgo, il ministero della Salute inglese e altri istituti illustra la situazione della diffusione della variante inglese in Inghilterra, situazione che suggerisce previsioni pessimistiche sul futuro prossimo.
Il rapporto (preprint) è forse una delle valutazioni più complete sull’impatto e la diffusione della variante B117, che combina studi epidemiologici eseguiti nel Regno Unito con dati estrapolati da un gran numero di campioni in tutto il Regno Unito.
Come spiega l’epidemiologa ed esperta in genetica statistica Deepti Gurdasani, il ceppo britannico B117 ha caratteristiche molto preoccupanti, che indicano perchè bisogna agire immediatamente.
Intanto si assiste a un aumento molto rapido dell’aumento della diffusione della variante B117 a Londra, nell’Inghilterra sudorientale e nell’Europa orientale, che sale all’80% a metà  dicembre. Osservando la distribuzione in tutta l’Inghilterra, l’aumento della diffusione stimata varia in base alle regioni tra il 15% nello Yorkshire e l’85% nell’Inghilterra sudorientale.
Dunque, sebbene la diffusione del nuovo ceppo sia ancora limitata in molte zone dell’Inghilterra, l’andamento in alcune regioni (Oxford e Birmingham) suggerisce che ci saranno simili e rapidi aumenti di diffusione in altre aree, a meno che non si prendano severi provvedimenti.
L’indice Rt associato al ceppo variante inglese sarebbe 1,74 volte maggiore rispetto al ceppo precedente. Questo ne favorirebbe enormemente la diffusione. Ad esempio, significherebbe un R di 0,9 che aumenterebbe a 1,6.
C’è poi un dato piuttosto inedito. La distribuzione della nuova variante rispetto alla variante precedente per fasce d’età  indica che la variante è più diffusa tra soggetti nel gruppo 0-9 anni e 10-19 anni, almeno secondi i dati disponibili fino a metà  dicembre. Dati preoccupanti per diverse ragioni.
È evidente che la diffusione tra queste fasce anagrafiche potrebbe essere stata favorita dall’apertura delle scuole durante il lockdown. Potrebbe anche significare che i bambini con la variante inglese hanno maggiori probabilità  di sviluppare sintomi e quindi di essere testati, e comunque questi risultati sono il risultato di studi non su campioni casuali, quindi vanno letti con cautela.
Non significa necessariamente che ci sia una maggiore suscettibilità  alla malattia nei bambini, ma sicuramente che sia molto diffusa tra i bambini.
La variante standard è invece ancora predominante tra i gruppi di età  più avanzata (almeno tra quelli testati). Perchè questo è importante? Perchè detta i tempi di reazione, che devono essere rapidissimi.
Sappiamo che la diffusione del virus che inizia nei gruppi di età  più giovane arriva a contagiare inevitabilmente le persone anziane e alla fine si traduce in gravi malattie e morte. Abbiamo già  visto questa dinamica dalla prima ondata in poi e in tutto il mondo.
Sempre secondo le valutazioni dell’epidemiologa Gurdasani sullo studio dell’Imperial, la distribuzione geografica e anagrafica della variante inglese indica che, sebbene la pandemia nel Regno Unito sia già  in una situazione critica, c’è l’evidente possibilità  che possa peggiorare molto.
Se l’infezione nei bambini non viene frenata, la nuova variante diventerà  probabilmente dominante a breve anche negli adulti e potenzialmente porterà  a una diffusione ancora più rapida dell’infezione nei gruppi dei più anziani, con conseguenze nefaste sulla letalità  e sulla pressione sugli ospedali.
Lo studio mostra che l’indice R associato alla variante   durante il lockdown era 1,45 rispetto allo 0,92 per altri ceppi. Ciò significa che i casi con la variante hanno continuato a crescere rapidamente durante l’ultimo blocco.
La variante inglese è associata a un aumento di R di 0,4-0,7. Un esempio di facile comprensione della Guardasani: supponendo 2000 casi giornalieri in una regione oggi, con questo andamento della diffusione si arriverebbe a 62.000 casi giornalieri in 2 mesi, contro i 5.187 se l’indice R rimanesse costante a 1,1. È facile, dunque, immaginare il numero di morti.
Tutte le prove, secondo la Guardasani, puntano nella stessa direzione: bisogna agire con urgenza per limitare la diffusione in tutto il Regno Unito. Lasciare che questa variante si diffonda non è un’opzione. E bisogna chiudere le scuole, finchè non si sarà  in grado di renderle sicure e impedire la trasmissione della variante. Non farlo, avrebbe gli esiti disastrosi che gli studi statistici ed epidemiologici suggeriscono.
E considerato che il ceppo è stato isolato anche in Cina e negli Stati Uniti, se i dati di questi studi venissero confermati, non c’è più tempo da perdere per nessuno

(da TPI)

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DENUNCIATA LA CONSIGLIERA LEGHISTA CHE AVEVA DETTO CHE LE BARE DI BERGAMO ERANO UNA BUFALA

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

PARTITA LA QUERELA DA PARTE DEL COMUNE DI BERGAMO

Ieri l’assessore ai Servizi cimiteriali del Comune di Bergamo Giacomo Angeloni ha depositato ai carabinieri di Bergamo una denuncia nei confronti di Eleonora Leoncini, consigliera comunale della Lega a San Casciano, in Toscana: durante un intervento in una seduta comunale online la consigliera, riferendosi alle immagini della primavera scorsa, ha dichiarato che “il discorso dei camion militari di Bergamo è una fake news, che è stata svelata. Erano foto scattate nel passato”.
Da subito, sia Angeloni, sia il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, avevano prospettato una querela.
Ieri la Giunta del Comune di Bergamo, ancora toccato da quel corteo straziante di camion, ha deliberato di procedere per le vie legali e oggi l’assessore competente ha proceduto con la querela

(da agenzie)

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FESTA ABUSIVA NEL RESORT, IL DIRETTORE HA ANCORA RAGIONE LUI: “HO LA RESPONSABILITA’ DEI DIPENDENTI”

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

CERTO, QUELLA DI NON FARLI MORIRE… IL TAPPULLO E’ PEGGIORE DEL BUCO

Ieri sera una vera e propria festa di Capodanno nonostante i divieti: balli senza mascherina, brindisi e sala affollata in un resort di lusso di Padenghe sul Lago di Garda.
Una festa scoperta dopo che i presenti hanno postato i video sui social nonostante su ogni tavolo del ristorante la proprietà  avesse lasciato un biglietto che chiedeva «vista l’attuale situazione di non divulgare foto e video sui social».
Su Facebook il direttore dell’albergo Ivan Favalli ha postato un video per spiegare la sua versione dai fatti su quanto accaduto.
Nel video, il direttore del resort si arrampica sugli specchi, minimizzando l’accaduto come una semplice esagerazione di quanche cliente un po’ alticcio ma subito redarguito.
Secondo il suo punto di vista, a giustificazione dell’ingiustificabile, lo Stato riserverebbe le briciole per supportare la loro struttura e loro hanno la necessità  di lavorare per “sopravvivere”.
Peccato che in Italia ci siano oltre 72 mila morti di Covid e ogni giorno ce ne sono 400-500 e fregarsene delle regole significa alimentare la circolazione del virus con tutte le conseguenze.
Ma per Ivan Favalli era necessario lavorare perchè è sua la responsabilità  sui dipendenti. E anche qui i dipendenti usati come alibi.
Dulcis in fundo, la richiesta di non postare sui social che era stata sottolineata prima della festa, non sarebbe dovuta alla volontà  di farla franca, ma per non suscitare l’invidia dei vicini ristoratori o albergatori.
Davvero per non sucitare l’invidia e non per tenere nascosta l’indecenza?

(da Globalist)

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CONTROLLI CAPODANNO: 1.347 PERSONE MULTATE, CHIUSI 21 ESERCIZI COMMERCIALI

Gennaio 1st, 2021 Riccardo Fucile

I CASI DI FIRENZE, MODENA E TORINO

Sono 1.347 le persone sanzionate e 16 quelle denunciate nella giornata del 31 dicembre a seguito dei controlli delle forze dell’ordine per il rispetto delle misure anti-Covid.
Sono stati anche 21 gli esercizi commerciali chiusi e   67 i titolari sanzionati. In 24 ore sono state controllate 64.855 persone e 11.841 attività  o esercizi.
A Firenze diverse persone sono state multate con una sanzione da 400 euro per spostamenti fuori dal Comune e senza le motivazioni previste dal Dpcm; tra queste, due sono state sorprese alla stazione di Santa Maria Novella anche senza mascherina.
I poliziotti sono intervenuti in via Ghibellina su chiamata di un uomo che segnalava una festa in corso in un’abitazione vicina alla sua. E, al loro arrivo, hanno trovato 14 persone tra i 20 e i 30 anni che festeggiavano.
Gli agenti hanno multato anche il titolare di un minimarket in centro che effettuava la vendita oltre l’orario consentito e un pub in zona semi centrale perchè serviva clienti nonostante sia permesso solo il consumo d’asporto.
A Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena, alle 2.30 di notte un’auto, con a bordo quattro giovani, è finita contro un palo del semaforo. Il conducente tentava di fuggire dal controllo anti-covid delle forze dell’oridne. Subito dopo l’incidente, con i suoi amici si è allontanato a piedi ma sono stati rintracciati dai carabinieri e identificati.
A Torino i controlli anti assembramenti si sono sovrapposti a quelli anti droga. Quattro le persone arrestate, un chilo di stupefacenti sequestrato, un rave party sventato e 8 automobilisti sanzionati.

(da agenzie)

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