Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
LA SINDACA LEGHISTA ARRESTATA CHE ASSEGNAVA GLI AIUTI ALIMENTARI COVID DESTINATI AI BISOGNOSI A CHI NON NE AVEVA BISOGNO … SOLO I “PACCHI DA SFIGATI” CHE RIMANEVANO ANDAVANO AGLI ANZIANI IN DIFFICOLTA’ E ALLE FAMIGLIE STRANIERE
‘Pacchi da sfigati’. Così la sindaca di San Germano Vercellese Michela Rosetta definiva, insieme al consigliere comunale Giorgio Carando, gli aiuti alimentari destinati ai bisognosi.
Come Robin Hood al contrario, prendevano i pacchi più sostanziosi e li davano a ‘figli e figliastri’ (parole loro, non nostre), mentre agli sfigati si dava quello che restava, se restava., un comportamento da leghista doc.
Ma più in generale, a disgustare di questa storia è il disprezzo assoluto che i sovranisti ‘cattolici’ dimostrano nei confronti di chi ha bisogno d’aiuto, dei poveri, dei bisognosi.
Non è solo mera questione di razzismo, o di classismo.
Questa è cattiveria, è spregio dell’umanità e dei suoi figli più deboli.
Sono comportamenti che dovrebbero interdire dalla vita politica e che invece, in questo paese come in tutti quelli dove il sovranismo alza ferocemente la testa, ritroviamo ai livelli più alti delle istituzioni.
I poveri diventano ‘sfigati’. Perchè in fondo la povertà è colpa loro e se sono finiti in quella categoria è perchè non hanno lavorato abbastanza per meritarsi di meglio.
Così ragiona questa gente, com’è chiaro ed evidente dalle intercettazioni delle telefonate, rari momenti in cui gettano la maschera e si rivelano per quello che sono realmente: persone che riescono a togliere cibo ai poveri e a dormire la notte.
(da Globalist)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
OBIETTIVO CONTE E’ COMUNQUE PROVARE AD ARRIVARE A 161 … I CARDINALI SI MUOVONO CON I VERTICI UDC PER CREARE UN POLO DI CENTRO CATTOLICO COME QUARTA GAMBA DEL GOVERNO
“Ma lo sa che mi ha chiamato anche un cardinale su questa cosa qui?”. La caccia ai responsabili è aperta, le leve attivate non si limitano al più classico blandire su responsabilità , ruoli e incarichi per i senatori decisivi, ma arrivano a toccare una serie di mondi tangenti alla politica e ai famigerati responsabili, dai quali passa il destino della legislatura di Giuseppe Conte.
Al Senato è Federico D’Incà a tirare le fila, a giostrare i contatti soprattutto con gli ex 5 stelle, scissionisti o espulsi che siano, perchè le ruggini e le presunte indegnità del passato (rimborsopoli, remember?) si archiviano volentieri in ragione della sopravvivenza politicaIl pallottoliere, sgranato e risgranato più volte in queste ore al momento arriva a toccare quota 157, e l’asticella per ora si ferma lì, quattro voti in meno di quella maggioranza assoluta che sarebbe decisiva per stravincere (per vincere basta un voto in più delle opposizioni)
Si parte da un perimetro di 151: 92 M5s, 35 Pd, 8 dal gruppo delle Autonomie compresa la senatrice a vita Elena Cattaneo, 7 di Leu, 3 ex grillini del Misto dati per sicuri (Di Marzio, De Falco), Sandra Lonardo, il neo costituito gruppo Maie-Italia 23 che conta 5 esponenti (ci torneremo) fino ai senatori a vita Monti, Segre e Rubbia.
A questi il governo è convinto di aggiungere ancora qualche ex 5 stelle, e tre o quattro senatori provenienti dalle fila di Italia viva e di Forza Italia.
Scendono in campo i cardinali. Perchè diventano fondamentali i tre senatori dell’Udc, Paola Binetti, Antonio De Poli e Antonio Saccone.
Fino a un anno fa il centro di Roma sarebbe pullulato di capannelli, cene riservate, incontri a ore piccole di responsabili ed esponenti del governo, con la pandemia e il coprifuoco la crisi su muove sugli smartphone e su Zoom.
“Lei non sa quanti ecclesiastici mi stanno chiamando”, confida un dirigente del partito di centro, riemerso dall’irrilevanza cui era stato condannato dal tramonto degli anni berlusconiani e tornato improvvisamente decisivo.
Un mondo battuto in queste ore da Dario Franceschini, vera eminenza grigia dell’operazione per il Partito democratico, uscito ieri allo scoperto: “Non c’è niente di male nel dialogare apertamente e alla luce del sole con forze politiche disponibili a sostenere il governo”.
Non è il solo a tessere la tela nel mondo cattolico: mentre D’Incà è impegnato con gli ex, è Vincenzo Spadafora a battere quel terreno, forte di un lontano passato nella Margherita e di un solido bagaglio di relazioni in quell’ambiente.
Un appello alla “responsabilità ” per evitare una crisi “deleteria” e “incomprensibile” è stato lanciato dall’Azione Cattolica, insieme alla Federazione universitaria cattolica e al Movimento ecclesiale di impegno culturale, “la scelta di Iv di ritirare la propria rappresentanza di Governo contraddice il merito di migliorare ciò che si chiedeva” ma a pesare sono soprattutto le dichiarazioni del segretario generale della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti: “Trovo un forte stimolo nelle parole pronunciate dal Presidente Mattarella nel messaggio di fine anno: ‘Non viviamo in una parentesi della storia. Questo è tempo di costruttori’. Aggiungo: questo è anche tempo di speranza. Ci attendono mesi difficili in cui ricostruire le nostre comunità ”.
Costruttori, proprio come si definiscono i novelli responsabili, tra i quali Binetti si arruolerebbe volentieri, ma “a patto che lo faccia tutto il partito”. È per questo che il segretario Lorenzo Cesa è marcato a vista dal centrodestra, invitato ai tavoli dei leader insieme a Maurizio Lupi, ex forzista e alfaniano con un peso specifico rilevante nel mondo cattolico.
Cesa resiste, ma le pressioni si rincorrono e si accavallano, e i boatos di Palazzo accreditano un suo incontro proprio con lo stesso Conte, faccia a faccia che per ovvie ragioni non trova conferma alcuna.
Lo schema di base prevederebbe la distribuzione degli incarichi lasciati vacanti da Italia viva ai nuovi responsabili: la Famiglia andrebbe proprio a un esponente dell’Udc, con l’Agricoltura verrebbe blandito il senatore Riccardo Nencini, esponente del Psi e iscritto nel gruppo di Iv, tra i possibili “costruttori” provenienti dalle fila di Renzi insieme a Anna Maria Parente e Vincenzo Carbone, rispettivamente ex Pd e Forza Italia.
Nencini si è già iscritto alle fila dei costruttori, lo smottamento, sia pur minimo, dalle fila renziane, insieme a quello dei centristi, farebbe salpare la nave del terzo governo Conte. Ma la richiesta proveniente dal mondo cattolico sarebbe al momento considerata irricevibile dal premier, perchè non offrirebbe nessuna garanzia: dimissioni per marcare una discontinuità netta e Conte-ter con una legittimazione politica dei nuovi ingressi.
“Avessimo due settimane per trattare sarebbe fatta, con solo tre giorni e con il weekend di mezzo è una corsa contro il tempo”, dice un esponente del governo.
Ma l’ipotesi è talmente concreta che giovedì sera se ne è discusso all’assemblea dei gruppi M5s, che hanno iniziato ad agitarsi. Non piace l’idea delle politiche per la famiglia appaltate ai cattolici, e fa storcere il naso anche che l’Agricoltura sia concessa a qualcuna delle new entry, i fondi che si troverà a gestire con il Recovery plan fanno gola a molti. “Se cambiamenti ci devono essere, allora dovete ridiscutere la squadra intera, ma anche con noi”, il mandato consegnato dai parlamentari a Vito Crimi e Alfonso Bonafede. Nel mirino Nunzia Catalfo e Paola Pisano, ma più di qualcuno ha messo nel mirino anche le Infrastrutture, nel caso di un suo scorporo dai Trasporti.
Si guarda a Misto, all’Udc, a transfughi di Iv perchè l’operazione soccorso azzurro non sta dando i propri frutti. Goffredo Bettini continua a tenere cordiali rapporti con Gianni Letta, e contatti con il plenipotenziario di Silvio Berlusconi ci sarebbero stati anche da parte dello stesso Conte. Se ci saranno addii, saranno al massimo uno o due, la previsione. Che sommati alle altre teoriche fuoriuscite andrebbero a irrobustire il pallottoliere di D’Incà .
L’operazione è quella di far confluire più senatori possibili nella nuova componente del gruppo Misto di Palazzo Madama, denominata Maie-Italia 23 di cui si accennava prima, che per ora conta 5 esponenti: Fantetti, Cairo, Merlo, Buccarella e Saverio De Bonis, eletto con i 5 stelle e tra gli animatori più vivavi della campagna di reclutamento, al punto che anche lui sarebbe in lizza per sostituire Bellanova all’Agricoltura.
“Sarebbe fondamentale l’Udc, sia perchè porterebbe in dote il simbolo e dunque la possibilità di costituire un gruppo a Palazzo Madama, sia perchè sarebbe funzionale al progetto di più lungo termine”, dice un senatore di maggioranza.
Un progetto che vedrebbe nella costituenda pattuglia la base parlamentare del partito di Conte. “Il premier – dice chi lo conosce bene – punta alla costruzione di un gruppo a forte vocazione europeista, magari ispirato al Partito popolare europeo, che possa essere la quarta gamba della nuova maggioranza”.
Per scongiurare lo smottamento, dei suoi e di possibili responsabili, Renzi ha fatto trapelare che Italia Viva con tutta probabilità si asterrà o non parteciperà al voto. Una mossa che porterebbe a non drammatizzare la situazione costringendo a scegliere gli indecisi da che parte stare.
Perchè in quel caso il governo la spunterebbe per circa quindici voti, ma spera Renzi senza arrivare alla maggioranza assoluta dei 161
“Se Renzi si muovesse così ci farebbe un favore – dice un esponente di governo – guadagneremmo qualche altro giorno, Mattarella permettendo”. Che lo permetta non è affatto scontato.
Ma prima c’è un lungo fine settimana di trattative, da cui cilindro estrarre i costruttori necessari a scongiurare le dimissioni e a tagliar fuori l’ex rottamatore.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
CECCANTI: “GOVERNO DI MINORANZA? DIREI DI MAGGIORANZA RELATIVA, PIENAMENTE LEGITTIMO. CI SONO DIECI PRECEDENTI, COMPRESO BERLUSCONI”
“Con la fiducia al Senato sotto quota 161 proseguirebbe il Conte-bis. Governo di minoranza? Preferisco chiamarlo di maggioranza relativa e sarebbe costituzionalmente legittimo. Ci sono dieci precedenti in Italia…” .
Stefano Ceccanti, costituzionalista smina la strada della “conta” a Palazzo Madama: “Senza dimissioni del premier o sfiducia la crisi non è aperta dal punto di vista giuridico, il Colle non avrebbe potere discrezionale”.
Renzi ha annunciato che sul voto di fiducia si asterrà . I calcoli di oggi fermano la maggioranza senza Italia Viva al Senato intorno a quota 155 voti. Più dell’opposizione, ma sotto quota 161.
Può davvero nascere un Governo di minoranza?
Non nasce: prosegue. E io sono da sempre contrario all’espressione governo di minoranza. Sarebbe un governo di maggioranza relativa perchè i Sì battono i No pur senza raggiungere la maggioranza assoluta. Del resto l’articolo 94 della Costituzione non prevede deliberatamente alcun quorum rafforzato per non ostacolare la formazione dei governi. Quindi, se prevalgono i Sì il governo è regolarmente insediato.
Il Quirinale non potrebbe obiettare su un “governo delle astensioni”?
No, perchè il premier Conte è in carica. Non si è dimesso nè è stato sconfitto in un voto di fiducia, quindi dal punto di vista costituzionale non si è aperta una crisi. C’è dal punto di vista politico, ma non da quello giuridico. Il presidente della Repubblica non ha potere di apprezzamento in questo caso: con la fiducia saremmo sempre nell’ambito del Conte-bis e il premier non sarebbe neppure tenuto a salire al Colle. Potrebbe fare un rimpasto, ma persino decidere di tenersi gli interim dei ministeri vacanti.
Tante critiche all’idea di una maggioranza “raccogliticcia”, così non è peggio?
Non vedo nessun problema. Molti esecutivi italiani hanno governato senza avere la maggioranza assoluta. Almeno dieci. Non c’è un’anomalia.
Ci sono dieci precedenti?
Il senatore Dario Parrini li ha approfonditi. Il governo Fanfani II del 1958-59 ha avuto la fiducia iniziale con 295 voti (maggioranza assoluta alla Camera 299). Il Fanfani IV del 1962-63 la ebbe con 122 sì al Senato e 295 alla Camera. Poi il governo Leone I del 1963 con 133 sì al Senato e 255 sì alla Camera. Il Leone II del 1968 con 263 sì alla Camera e 138 al Senato. Il governo Andreotti III del 1976-78 con 136 sì al Senato e 258 alla Camera. Il Cossiga I del 1979-80 la ebbe con 287 sì della Camera e 153 sì del Senato. Poi Ciampi nel 1993-94 prese 309 sì alla Camera. Berlusconi nel 1994 ebbe la fiducia con 159 sì al Senato (maggioranza assoluta era 164) e 155 no. Dini con 302 sì alla Camera. E D’Alema II del 1999-2000 con 310 sì della Camera.
Un minuto dopo la fiducia, anche con pochi voti di scarto, si riaprirebbero le trattative per allargare la maggioranza?
A parte che io vedo profilarsi uno scarto significativo, può darsi. Se verrà rilanciata l’azione di governo, a partire da un uso reale ed efficace dei fondi del Recovery, si potrà allargare la maggioranza. L’aumento del consenso popolare produrrà movimenti in Parlamento.
In una situazione così confusa, non è meno imbarazzante andare a votare?
La cosa meno comprensibile è che in risposta al passo indietro e alle aperture di Conte Italia Viva non abbia congelato le dimissioni delle ministre. Posto questo, a parte la pandemia in corso la scadenza più importante della legislatura è l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Come ha mostrato lo stop di Mattarella a Savona, il Quirinale è la garanzia della collocazione dell’Italia in Europa. Andare alle urne con la maggioranza implosa e la destra a trazione sovranista la metterebbe in pericolo.
Se invece Conte, all’ultimo, evitasse la sfida in Parlamento e si dimettesse?
Allora il capo dello Stato prima di dare l’incarico dovrà essere ragionevolmente certo che ci sia una maggioranza, non necessariamente assoluta, in grado di governare.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
ARCURI: “AZIENDA CI RIPENSI O AZIONI LEGALI”… A RISCHIO CALENDARIO VACCINALE
Più di un milione di italiani ha già ricevuto il vaccino anti-Covid. Ma ora arriva l’allarme del commissario straordinario all’emergenza coronavirus Domenico Arcuri: “Da lunedì Pfizer consegnerà il 29% di dosi in meno: l’azienda ci ripensi o prenderemo provvedimenti”.
Un rallentamento consistente nell’approvvigionamento di dosi che manda in crisi la campagna vaccinale e la somministrazione delle seconde dosi per tutte quelle Regioni che non hanno messo da parte scorte sufficienti.
“Alle 15,38 di oggi la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29 per cento di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, nè tantomeno in che misura” è la nota, inquietante, diffusa dalla struttura commissariale.
Il Commissario all’emergenza ha inviato quindi una formale risposta a Pfizer Italia, nella quale “esprime il proprio disappunto, indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi”.
L’allarme era stato lanciato già nel pomeriggio dai ministri della Sanità di sei Paesi dell’Ue che in una lettera congiunta alla Commissione europea avevano espresso la loro “seria preoccupazione” per i ritardi nella consegna di Pfizer-BioNTech, definendo la situazione “inaccettabile”.
Era stata la stessa azienda americana a confessare: “Pfizer sta lavorando duramente per fornire più dosi di quanto inizialmente previsto con un nuovo obiettivo dichiarato di 2 miliardi di dosi nel 2021”. Le modifiche da apportare alla struttura di produzione “richiedono ulteriori approvazioni normative” e pertanto potrebbero esserci “fluttuazioni nei programmi di ordini e consegne nello stabilimento belga di Puurs”. Rallentamenti, giustificati dalla volontà di implementare la produzione, quantificati dal governo di Berlino in 3-4 settimane.
Nel pomeriggio Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, aveva affermato che “l’azienda mi ha assicurato che tutte le dosi ordinate saranno consegnate nel primo trimestre”. E dall’Italia, il direttore del Dipartimento di malattie infettive, Gianni Rezza, rassicurava: “Non mi risulta ufficialmente per ora un ritardo, ma non mi sembra che ci siano problemi”. E invece, poco prima delle 20.30, è arrivata la doccia fredda.
Le dosi, già giudicate insufficienti dalle Regioni più virtuose, rischiano ora di esaurirsi a breve, bloccando così la campagna vaccinale che ora dovrà essere seriamente rimodulata. Per i richiami già programmati alcuni territori hanno già intaccato la scorta del 30%.
Tanto che, riporta l’Ansa, alcuni medici avrebbero addirittura affermato che “se necessario saranno utilizzati per la seconda dose anche i recenti arrivi delle fiale di Moderna”.
Impossibile al momento: come ha spiegato nei giorni scorsi Repubblica, nei “bugiardini” pubblicati sul sito dell’Aifa dei due diversi vaccini fin qui disponibili – Pfizer e Moderna, appunto – è esplicitamente scritto che “non sono a oggi note compatibilità tra i due sieri” per cui chi ha ricevuto la prima dose di una marca deve avere la seconda della stessa azienda.
Una notizia inattesa proprio nel giorno in cui l’Italia ha tagliato il traguardo del milionesimo vaccinato, raggiunto in poco più di due settimane dal V-Day del 27 dicembre scorso.
Un primato che può vantare per ora l’Italia, considerando il numero assoluto di somministrazioni, tra i Paesi membri dell’Unione europea.
Secondi alla Danimarca se si confronta con il numero di abitanti.A dare la notizia è stato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che sui social ha ringraziato “i cittadini e il nostro Servizio sanitario nazionali per la risposta straordinaria” invitando “ad andare avanti così, mantenendo sempre alta la guardia”.
“Entro fine mese o al massimo inizio febbraio comincerà anche la fase di vaccinazione degli over 80 – annunciava nel pomeriggio Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive – Per ora le tabelle di marcia vaccinali sono rispettate e addirittura anticipate”. Ora serpeggia il dubbio che anche il calendario possa subire dei rallentamenti.
“Stiamo lavorando su un documento – aggiunge – che classifica le varie categorie di popolazione e questa è la vera fase 2, e valuta anche la numerosità delle diverse fasce, ma si deve evitare una guerra tra categorie. Le priorità saranno basate sul rischio”.
(da “La Repubblica”)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
IL CARTON CON GLI AGENTI CON LA TESTA DI MAIALE NON SI RIFERISCE ALLE FORZE DELL’ORDINE ITALIANE MA AL CASO DI GEORGE FLOYD, NON CI VUOLE MOLTO A CAPIRLO
Polemiche sterili, decontestualizzando le immagini e cadendo nel vittimismo.
Alcuni sindacati di Polizia italiana si sono scagliati, all’unisono, contro l’ultimo video Gianna Nannini. La cantante senese, il mese scorso, ha pubblicato sul proprio canale YouTube la clip del suo ultimo brano ‘L’aria sta finendo’.
Tra le immagini (disegni) ne compaiono alcune in cui alcuni poliziotti vengono dipinti con i volti di maiali. Ma non sono poliziotti qualsiasi e — soprattutto — non sono italiani.
Quelle immagini, come è palese, rappresentano gli ultimi istanti di vita di George Floyd, l’afroamericano ucciso il 25 maggio dello scorso anno a Minneapolis per mano degli agenti.
Appare evidente che la scena sia ben contestualizzata e i suoi contorni siano ben definiti.
Due poliziotti (con il volto animale) osservano un terzo collega mentre picchia un uomo nero steso in terra. Quel ginocchio sulla schiena è diventato — purtroppo — iconico e rappresenta nella memoria di tutti quei gravi fatti di Minneapolis del maggio 2020.
Certo, immagini forti che, però, non fanno altro che ricordare un tremendo fatto di cronaca e di abusi da parte delle forze dell’ordine nei confronti di George Floyd. Ed è questo il senso di quegli istanti mostrati dall’ultimo video Gianna Nannini. Nonostante questo, i sindacati di Polizia italiana si sono arrabbiati con la cantante toscana. Ma, come evidente, quella scena era ben circostanziata.
Insomma, la spiegazione l’ha fornita la stessa Nannini attraverso una storia pubblicata sulla sua pagina Instagram. Eppure era evidente l’intento di denuncia attraverso la rappresentazione grafica di un fatto di cronaca avvenuto lo scorso anno negli Stati Uniti. Nessuna accusa alla Polizia italiana, anche se i sindacati si sono sentiti tirati in causa.
(da Giornalettismo)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
DEI FOLLI SUPREMATISTI (CON 7 MILIONI DI CONTATTI SUL WEB) CHE VEDONO NEI DEMOCRATICI DEI PEDOFILI ADORATORI DI SATANA
Non si tratta di “sciamani” o fenomeni folcloristici, ma di qualcosa di ben più inquietante. E non solo per l’America.
A darne conto è un report di uno dei più autorevoli studiosi dei movimenti sovranisti americani: il professor Alexander Reid Ross docente alla Portland State University
Premessa esplicativa: La lettera Q si riferisce alla Q-clearance, presunto livello massimo di autorizzazione all’accesso di fonti top-secret nel governo americano. In realtà lo usa solo il dipartimento dell’energia. Anon significa Anonymous, anonimo.
Ci sono dentro il bianconiglio di Alice e la pillola rossa di Matrix. Il racconto è pieno di indizi e senza vere prove. I simboli sono presi un po’ dappertutto: dalla bandiera sudista, alle corna nordiche passando per i supereroi.
Cospirazionisti crescono
“Emersa dalle paludi febbrili di 4Chan e YouTube nel novembre 2017, la comunità della teoria della cospirazione QAnon si è diffusa rapidamente dalla frangia dei pazzi al mainstream dei pazzi — esordisce il professor Reid Ross – Alcuni commentatori suggeriscono che abbia tutte le caratteristiche di un culto politico laico.
Promette ai suoi seguaci la salvezza finale, la creazione di un’utopia di unione umana, di pace e di amore, realizzata attraverso una brutale repressione militare contro lo ‘Stato profondo’. E anche se può sembrare uno spettacolo secondario, il fenomeno Q potrebbe dirci di più sulla vita politica di quanto la maggior parte dei commentatori non riconosca.
QAnon è una teoria cospirativa tentacolare e mutevole che ha iniziato la sua vita come un intruglio ultra-frangente nelle bacheche online amate dall’alt-destra, ma che ora è presente in piattaforme più mainstream come Twitter, Facebook, YouTube e Reddit.
I credenti della ‘Q’ assegnano alla loro visione apocalittica del mondo il termine ‘il Grande Risveglio’, una chiara invocazione della storia del messianismo religioso negli Stati Uniti. Come ogni buona teoria della cospirazione, danno la colpa del crimine e della povertà ai ‘criminali’, conosciuti alternativamente come ‘Stato profondo’ e ‘cabala’. Non c’è da stupirsi che ci sia una forte vena di antisemitismo nel mondo QAnon. Mentre l’umanità è nel suo stato naturale pacifica e comunitaria, l’a mefitica ‘cabala’ sfrutta le nostre mancanze morali, usando le nostre differenze per dividerci.
Donald l’”anti cabalista”
Contro la ‘cabala’ c’è Donald Trump, che ha usato l’Agenzia per la sicurezza nazionale e l’esercito americano per condurre una guerra clandestina contro i ‘globalisti’ e restituire all’America i valori della famiglia Reaganita. Secondo un video Q su YouTube, questa campagna manifesta una ‘guerra segreta di proporzioni bibliche, letteralmente una lotta per la terra, del bene contro il male’.
Ma la Q non è solo una critica alle ‘èlite’, è un’assunzione aperta di un contropotere autoritario già esistente, bloccato in una lotta segreta, una guerra civile all’interno dello Stato.
Per gli osservatori di Q come Travis View, che co-ospita il podcast QAnon Anonymous, tali tendenze autoritarie portano con sè varie qualità inquietanti.
La comunità dei Q crede che ‘la soluzione ai problemi del Paese sia una brutale repressione autoritaria contro i nemici di Trump’, mi ha detto View in una recente intervista telefonica.
Allo stesso tempo, osserva View, la comunità dei Q potrebbe tentare di colmare il divario sempre più ampio tra ciò che i sostenitori di Trump credevano che Trump avrebbe fatto e ciò che sta effettivamente facendo. E’ la continuazione del canto ‘Rinchiudili!’ ai raduni di Trump, quando i sostenitori speravano che avrebbe sbattuto i suoi avversari in prigione, e che li avrebbe anche giustiziati per tradimento.
Invece di riconoscere l’irrealtà iperbolica che sta dietro al vetriolo di Trump, la comunità dei Q ha semplicemente mantenuto una narrazione lineare, dando sfogo alle proprie fantasie di vendetta e superando la dissonanza cognitiva che nulla di tutto ciò è realmente accaduto.
L’evocazione di una rottura escatologica dalla realtà percepita segna l’essenza fondamentale del fenomeno Q. C’è una resa dei conti, chiamata in alcuni luoghi ‘estasi inversa’: una rivelazione che significa non solo la fine del mondo, ma un nuovo inizio. I costituenti spesso si ritirano dalla loro vita e raccontano storie di lotte con le loro famiglie per l’esistenza del Q, in attesa della prossima “caduta del Q. Q è persino alienato dai teorici della cospirazione di destra rivali come Alex Jones e Jack Posobiec, i quali – secondo una teoria antisemita di Q poco rivelata – sono diventati agenti di una psy-op del Mossad.
Mentre molti dei costituenti di Q si sfaldano dopo i ripetuti fallimenti delle profezie, il resto rimane fedele a quello che hanno soprannominato ‘il piano’ che, a loro avviso, è ancora portato avanti dai poteri di Trump, intesi attraverso le interpretazioni della profezia di Q.
Circa 15.000 abbonati al forum di Q sulla bacheca online Voat, setacciano migliaia di tweet, post e prove, combinando e ricongiungendo informazioni contrastanti fino a quando non hanno sbloccato la storia come una rivelazione della geometria sacra, una benedetta ‘Prova di Q’.
Il comportamento dei fan di Q quando vengono sfidati manifesta anche una sorta di insularità familiare ai culti. Quando si verificano altri eventi che sarebbero scoraggianti, i seguaci di Q tendono a serrare i ranghi.
Piuttosto che prendere la parola di un’accusa per Julian Assange come un possibile colpo a Trump, per esempio, i seguaci di Q si sono seriamente raggruppati su 4Chan. L’atto d’accusa di Assange, se vero, presentava ‘una parte del piano’, che gli permetteva di venire negli Stati Uniti e testimoniare la piena portata del sistematico e perverso tradimento di Hillary Clinton. Classico Trump. Classica Q.
Ma chi è Q? In casi estremi, i seguaci ipotizzano che Q sia un mutaforma che viaggia nel tempo, un essere etereo non corporeo che ottiene la forma umana solo per ingannare i funzionari dell’Nsa senza cervello a divulgare segreti sensibili. Tuttavia, con le sue profezie di una ‘grande purificazione del male’, la maggior parte della comunità di Q è più vicina ai vecchi insegnamenti evangelici.
Nonostante sia una teoria cospirazionista da ‘grande tenda’, la sua generazione da bacheche online frequentate da suprematisti bianchi e misogini continua a mobilitare un grande seguito nazionalista bianco, facendone un sito per gli sforzi di ingannare e tirare in ballo gli inganni dai social media alle sette fasciste come Christian Identity. E in realtà , alla fine, questo potrebbe essere il punto di partenza.
Forse dovremmo tranquillizzarci un po’ per il fatto che, almeno per ora, Q ripudia la violenza civile, affermando che i militari e l’Nsa si stanno occupando della ‘cabala’ in tempo reale, ed è stato addirittura denunciato dai rivoluzionari nazionalisti bianchi per questo tipo di teorie da poltrona.
Anche l’attentatore della sinagoga di Pittsburgh aveva criticato il QAnon per le sue ‘illusioni’, -respingendo il principio di fede del QAnon secondo cui Trump aveva tutto sotto controllo, e che non era necessaria un’azione di vigilanza. Per questo motivo, Travis View non vede la comunità dei Q come una minaccia violenta. Ma si preoccupa di dove può portare.
‘Quello di cui mi preoccupo – mi ha detto – sono le persone che si disilludono da QAnon, che credono che i Democratici siano una cabala di pedofili adoratori di Satana , e una volta che perdono la fede con Q, allora potrebbero fare qualcosa per prendere in mano la situazione’.
Come per la maggior parte dei fervori cospirazionisti, come Pizzagate, la maggior parte dei partecipanti rimane innocua nonostante la loro retorica rabbiosa, ma alcuni mettono in pratica le loro teorie.
È quello che è successo con il devoto di Q, Matthew Philip Wright, che nel giugno 2018 si è impegnato in uno scontro armato con le forze dell’ordine su un ponte vicino alla diga di Hoover, chiedendo la pubblicazione di un rapporto che la comunità di Q ritiene possa incriminare Hillary Clinton. È stato accusato di reati di terrorismo e di possesso di armi, e di aver gridato: ‘Lei ha detto che avrebbe rinchiuso alcune persone quando fosse stata eletta. Non l’ha ancora fatto’.
Mentre era in prigione, sempre speranzoso, ha scritto lettere al presidente Trump che firma con il motto della QAnon ‘Per dove va uno, andiamo tutti”. Con l’unzione di Trump come leader messianico, Q crea una realtà alternativa in cui la ‘cabala’, che significa sia corruzione che divisione, è perseguita fino ai confini della terra da una sorta di giunta militare autoritaria che opera quasi interamente dietro le quinte.
È una forma di ritorno a casa per l’estrema destra statunitense che da tempo celebra l’eredità delle dittature militari in America Latina, e che ora sostiene il governo filodittatoriale di Jair Bolsonaro in Brasile, ma che ora professa la fede nel controllo militare come un’aspirazione per gli stessi Stati Uniti. Questo esiste in concomitanza con la ridefinizione della presidenza Trump come un’era apocalittica.
Che una presa di potere militare degli Stati Uniti sia la finzione che alcuni americani cercano, per sentirsi sicuri e protetti in un mondo complicato e sconvolgente, fornisce uno sguardo alle ragioni di una continua sacralizzazione del trumpismo che può durare oltre il suo mandato di presidente , e all’attrazione seriale del fascismo”.
Il professor Reid Ross scrisse questo report nel 2019, per poi essere ripubblicato dopo l’assalto al Congresso
“Non si tratta solo di ‘gente folle’ che scrive sui social, ma di un problema sociale con conseguenze pericolose, che semina disinformazione e isola le persone in realtà diverse. Le teorie complottistiche si diffondono facilmente perchè offrono un antidoto veloce allo scontento della popolazione. Non si tratta nemmeno di un problema americano: durante la pandemia QAnon si è espanso in più di 70 Paesi, contaminando soprattutto le società democratiche, dall’Europa fino alla Nuova Zelanda. QAnon è versatile, e sa modificarsi in base al contesto locale”, rimarca Carlotta Rinaudo in un interessante articolo per affariinternazionali.it
QAnon e le elezioni del 2020
Generalmente i Repubblicani hanno sempre preso le distanze da QAnon, ma non sono mancati sostenitori della teoria che sono riusciti a conquistare candidature alle Primarie del partito per le elezioni di Camera e Senato contestuali alle Presidenziali del 2020.
Secondo il sito Axios, erano 11 i sostenitori di QAnon candidati al Congresso alle elezioni. Marjorie Taylor Greene, donna d’affari sostenitrice di QAnon e nota anche per posizioni razziste e antisemite, è riuscita a vincere in Georgia conquistando un seggio alla Camera. C’è poi Lauren Boebert, eletta come senatrice in Colorado, che in un’intervista aveva detto di sperare che tutto quanto raccontato da QAnon fosse “reale”, ma dopo aver vinto le primarie repubblicane aveva tentato di prendere le distanze da quelle affermazioni, affermando di non esserne una seguace.
L’assalto al Congresso
Il 6 gennaio seguaci di QAnon, insieme ad altri gruppi organizzati di estrema destra e del suprematismo bianco, come i Proud Boys o il movimento dei Boogaloo, prendono d’assalto il Congresso al Campidoglio nel giorno in cui i parlamentari devono certificare la vittoria di Joe Biden alle Presidenziali e quindi la sconfitta di Trump. Tra i rivoltosi più fotografati, c’era Jake Angeli, che ha fatto irruzione al Congresso vestito da vichingo con una pelliccia, col volto dipinto a stelle e strisce e impugnando una bandiera americana: è tra i seguaci di QAnon e una delle figure più note tra i suoi sostenitori
Lunedì sera Twitter ha annunciato di aver sospeso oltre 70mila account che secondo il social network “erano utilizzati per condividere su larga scala contenuti pericolosi collegati a QAnon ed erano dedicati principalmente alla diffusione di teorie cospirazioniste”. I profili hanno iniziato a essere rimossi lo scorso venerdì, due giorni dopo l’attacco a Capitol Hill.
Il sito Qanon.pub, creato nel marzo 2018 per pubblicare i testi dei cospirazionisti, ha già 7 milioni di contatti al mese.
Nonostante l’”oscuramento” di Twitter, QAnon non smobilita, ma rilancia la sua sfida. L’appuntamento è già fissato: mercoledì 20 gennaio a Washington. Il giorno dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Il giorno di “Armageddon” per i cospirazionisti made in Usa.
(da Globalist)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
LA RICOSTRUZIONE NEI DOCUMENTI PRESENTATI DAGLI INQUIRENTI
Non era solo folklore come tanti cercano di far credere. Nella marmaglia trumpiana che ha assaltato Capitol Hill c’era di tutto.
Oltre allo ‘sciamano Qanon’ anche golpisti e terroristi: nei documenti presentati in tribunale dai procuratori federali in relazione agli arresti dei sostenitori del presidente Donald Trump che hanno preso d’assalto il Campidoglio è scritto che gli assalitori volevano “catturare e uccidere funzionari elettivi”.
E’ quanto emerge dal deposito della richiesta di confermare gli arresti di Jacob Chansley, (Jake Angeli) o sciamano QAnon dell’Arizona le cui foto con elmo cornuto e peloso nell’aula del Senato hanno fatto il giro del mondo.
La richiesta dei legali del ministero della Giustizia in Arizona rivela che Chansley ha lasciato una nota sullo scranno del vicepresidente Mike Pence: “è solo questione di tempo, le giustizia sta arrivando”.
“Forti prove, comprese le parole e le azioni di Chansley in Campidoglio, supportano la convinzione che l’intento dei rivoltosi in Campidoglio fosse di catturare e uccidere funzionari del governo degli Stati uniti” hanno scritto i procuratori.
(da “Globalist”)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
NELLA CASA DI IVANKA E DEL MARITO CI SONO 12 BAGNI, MA AGLI AGENTI ERA STATO PROIBITO USARLI… DA QUI L’ACQUISTO DI UN MONOLOCALE NELLE VICINANZE A SPESE DELLO STATO
Sembrerebbe una barzelletta, ma invece è tutto vero. Anche se da quella famiglia ci si aspetta ormai di tutto.
Uno spreco di denaro per un motivo inimmaginabile: nei quattro anni della presidenza di Donald Trump i contribuenti americani hanno pagato 3.000 dollari al mese (per un totale di oltre centomila dollari) per consentire agli agenti del Secret Service addetti alla protezione della famiglia di Ivanka Trump e Jared Kushner di andare in bagno..
Agli agenti era stato proibito di usare uno degli oltre 12 bagni di casa Kushner a
Il Secret Service aveva quindi finito per affittare un monolocale seminterrato da un vicino della figlia del presidente a un prezzo in linea con i valori immobiliari di un quartiere dove hanno sede molte ambasciate e dove Jeff Bezos di Amazon ha acquistato una villa in precedenza occupata dal Textile Museum.
(da Globalist)
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Gennaio 15th, 2021 Riccardo Fucile
“SIAMO RESPONSABILI, MA NON FESSI”… DI FRONTE A UN DIETROFRONT DI RENZI CHE TEME DI PERDERE DIVERSI SENATORI, I COSTRUTTORI CHIEDONO COERENZA
“Giustamente e con saggezza politica, il segretario del Pd Zingaretti chiede al presidente Conte di allargare i confini della maggioranza. Ci sta perchè pare che Renzi abbia deciso di adeguarsi ad un compromesso spinto dai suoi parlamentari. Ci sta perchè le maggioranze più vaste sono e meglio è. Anche se nella mia esperienza politica ho visto maggioranze rilevanti franare e maggioranze esigue arrivare al traguardo.
Una cosa, però: nessuno pensi di recuperare il dialogo con Renzi alle spalle dei “responsabili”. Se prima l’area di Governo era composta dai quattro partiti più alcuni responsabili, oggi l’area è fatta dai tre partiti più i responsabili, cui si aggiunge Italia Viva. Peraltro, sul piano elettorale, i “responsabili” hanno la stessa quantità di consensi di Italia Viva. Nessuno faccia scherzi. Non siamo i polli di “Renzi”. Attenti cari Conte e Zingaretti, lunedì potreste avere sorprese. Noi siamo responsabili ma non fessi. Il figliuol prodigo ritorna. Nessun vitello grasso. Alcuni di noi sono a dieta”. Lo afferma Clemente Mastella.
(da “Huffingtonpost”)
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