Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
E’ CONSIDERATO L’UOMO CHE PER CONTO DEL COMMERCIALISTA SCILLIERI AVEVA TRATTATO L’ACQUISTO DEL CAPANNNONE DI CORMANO… PRESTO A PROCESSO I COMMERCIALISTI LEGATI ALLA LEGA
Ha patteggiato 4 anni e 10 mesi e una multa di 1.000 euro Luca Sostegni, presunto prestanome del commercialista Michele Scillieri, arrestato a luglio nell’inchiesta milanese sul caso Lombardia Film Commission e su presunti fondi neri per la Lega.
Il patteggiamento per Sostegni (difeso dal legale Giuseppe Alessandro Pennisi), che ha versato 20mila euro come risarcimento, è stato ratificato dal gip Raffaella Mascarino.
Il 62enne, che ha collaborato alle indagini, può diventare teste chiave in dibattimento.
Si avvicina la richiesta di processo immediato per gli altri arrestati nell’inchiesta dell’aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi.
Sostegni era finito in carcere il 15 luglio accusato di peculato, reati fiscali e tentata estorsione e poi, il 20 novembre, gli sono stati concessi i domiciliari.
Oggi era presente in aula al settimo piano del Palazzo di giustizia a Milano per la ratifica del patteggiamento, che aveva avuto l’ok dei pm.
Il presunto prestanome di Scillieri, il commercialista finito ai domiciliari assieme ai due revisori contabili della Lega in Parlamento Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni e all’imprenditore Francesco Barachetti, ha collaborato con gli inquirenti in numerosi interrogatori.
Nell’inchiesta sul caso Lfc, come emerso dagli atti, è stato accertato che la “intera operazione immobiliare” che ha portato la Lombardia Film Commission, tra il 2017 e il 2018, a comprare per 800mila euro un capannone a Cormano, nel Milanese, “in pessimo stato” è stata “congegnata dagli indagati”, tra cui Di Rubba e Manzoni, solo per “impossessarsi e spartirsi il finanziamento di 1 milione di euro stanziato dalla Regione Lombardia a favore dell’ente pubblico”.
Sostegni aveva chiesto ai commercialisti vicini al Carroccio di fargli avere 50mila euro in cambio del suo silenzio con la stampa sui dettagli di tutte le operazioni a cui avrebbe partecipato.
Ed era riuscito ad ottenere solo 20mila euro: la cifra da lui versata per il patteggiamento (raccolta anche grazie ad una colletta dei suoi amici) e ora confiscata.
Nel frattempo, la Procura è pronta a chiedere il processo con rito immediato (si salta l’udienza preliminare) per gli altri cinque arrestati (anche il cognato di Scillieri, Fabio Barbarossa), mentre va avanti il filone di indagine su presunti fondi neri raccolti dai contabili per la Lega.
Filone nel quale anche Scillieri sta collaborando con i pm e ha raccontato, ad esempio, di un “sistema” di “retrocessioni” di soldi al partito.
Per il gip Raffaella Mascarino, la richiesta di patteggiamento a una pena di 4 anni e 10 mesi avanzata dal legale di Sostegni, l’avvocato Giuseppe Pennisi, è “congrua”.
L’imputato ha reso dichiarazioni “confessorie” e ha restituito il profitto che costituisce condizione di ammissibilità al patteggiamento per i reati contro la pubblica amministrazione, come il peculato.
Ai cronisti che gli chiedevano se nella vicenda del capannone di Cormano era coinvolta anche la Lega, Sostegni ha risposto di “non aver avuto rapporti diretti” con i professionisti legati al Carroccio.
“Se ci sono stati saranno i giudici a stabilirlo”, ha detto. Sulla possibilità che parte dei soldi raccolti dai contabili Di Rubba e Manzoni siano finiti al partito, Sostegni ha risposto: “Può darsi, io non lo escludo, mi sono sentito usato in un gioco molto più grande di me, ora altri dovranno chiarire”.
(da agenzie)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
“CONTE IN QUESTO MOMENTO HA GRANDE POPOLARITA’, NON CREDO CHE ATTACCARLO PORTI CONSENSI, LA VISIBILITA’ PUO ANCHE ESSERE NEGATIVA”
La sua analisi completa quella del democristiano Rotondi. Secondo il parlamentare di di Forza Italia ma Dc in eterno il padre-padrone di Italia Viva teme la concorrenza di Conte sul fronte moderato e vuole impallinarlo per questo.
Secondo il sondaggista di lungo corso c’è anche tanta voglia di visibilità .
“Una mossa ‘tecnicamente’ necessaria” visto che “Renzi, fino alle prossime elezioni politiche, può solo cercare visibilità , e quanto stiamo vedendo è frutto di questa sua strategia”.
Questa la riflessione il sondaggista Renato Mannheimer, interpreta la contrapposizione tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi e il premier Giuseppe Conte
“Renzi, probabilmente, si aspettava più consenso quando ha dato origine a Italia Viva, ma è andata male e ora prova a recuperare in qualche modo”, sottolinea il patron di Eumetra, riferendosi alle mosse dell’ex premier, che pare sempre più determinato a mettere in discussione la sua partecipazione al governo Conte II.
“Certo – sottolinea – questa cosa, andare contro Conte che in questo momento ha grande popolarità , non sono sicuro che porti a consenso, oltre che a visibilità . Ma lui aveva bisogno di fare qualcosa per farsi vedere, non vedo altre spiegazioni”.
(da Globalist)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
L’EX GOVERNATORE PD DELLA CALABRIA ASSOLTO DOPO DUE ANNI CON FORMULA PIENA… DUE ANNI DI ISOLAMENTO POLITICO E REGIONE CONSEGNATA AI SOVRANISTI, MA NESSUNO PARLA DI MAGISTRATURA POLITICIZZATA IN QUESTO CASO
“Se Mario Oliverio è un uomo d’onore deve dimettersi. Solo così avrà il rispetto mio e dei calabresi”, parlava così Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia, dopo aver saputo dell’inchiesta “Lande desolate” che riguardava Oliverio.
Era la fine del 2018 e l’allora governatore della Calabria veniva sottoposto all’obbligo di dimora, annullato qualche mese dopo dalla Cassazione.
Il politico, indagato per corruzione e abuso d’ufficio con altre persone – tra cui la deputata del Pd Enza Bruno Bossio e suo marito Nicola Adamo – aveva da subito respinto ogni accusa. E non si era dimesso.
Ieri il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro ha stabilito che Mario Oliverio era ed è innocente. L’ex governatore dem calabrese è stato assolto nel rito abbreviato con formula piena: “Perchè il fatto non sussiste”, è la formula di rito.
Per Bruno Bossio e Adamo, invece, il gup ha pronunciato il proscioglimento, respingendo il rinvio a giudizio. Per gli altri imputati bisognerà aspettare la fine del dibattimento iniziato a ottobre scorso.
Per Oliverio la procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 8 mesi di carcere. Ma l’impianto accusatorio è stato polverizzato dal Gup. Il nome di Mario Oliverio è scritto anche in altri due procedimenti, partiti sempre dalla procura di Gratteri, particolarmente avvezza a inchieste sui politici locali, tra gli applausi scroscianti che arrivano tanto dal mondo dem quanto dai 5 stelle e – vedere le sue dichiarazioni il giorno dell’arresto di Domenico Tallini – da Matteo Salvini.
Certamente la decisione del gup di Catanzaro sulle accuse partite dall’inchiesta “Lande desolate”. segna una pagina importante della storia. E non consente di tralasciare quello che è successo dal giorno in cui si è avuta notizia dell’inchiesta al momento in cui il provvedimento di assoluzione è stato pronunciato.
L’isolamento politico e la rinuncia alla ricandidatura.
Il fatto non sussiste, dicevamo. Quel che resta però sono due anni di quella che lo stesso ex governatore calabrese ha definito “gogna mediatica”. E di isolamento politico, che si è tradotto nella rinuncia – per richiesta del suo stesso partito, il Pd – alla ricandidatura alle regionali in Calabria nel 2019.
Non voleva cedere Oliverio, aveva intenzione di correre ancora alle elezioni. Poi, vista la resistenza del mondo dem, intenzionato a candidare l’imprenditore Pippo Callipo, ha fatto un passo indietro. Scrivendo a Nicola Zingaretti una lettera che, se riletta oggi, risulta ancora più chiara di un anno fa: “Pur ritenendo di avere tutte le ragioni del mondo, non faccio dividere il bambino a metà . Di altri sono e saranno le responsabilità . La Storia si incaricherà di fare giustizia di tutto, presto o tardi. Io faccio un passo indietro per non consentire che venga distrutto e dilaniato un patrimonio che è la mia storia politica”, era un passaggio del documento, arrivato dopo giorni di polemiche.
“Necessaria una riflessione”.
“Quella mattina di dicembre del 2018 è come se il mondo si fosse capovolto”, racconta Oliverio commentando la sua assoluzione e ricordando il giorno in cui gli fu notificato l’obbligo di dimora. “Nella mia funzione di massimo responsabile del governo della regione – continua – venivo sottoposto ad un provvedimento cautelare. Un atto grave non solo per la mia immagine, ma soprattutto per l’immagine della Calabria finita nel tritacarne mediatico e nella macchina del fango. Ora che si è affermata la verità e che la giustizia, attesa da me in rispettoso silenzio, si è imposta, è necessaria una riflessione approfondita”. Nessun riferimento a persone particolari nelle sue parole. Ma è evidente che, in questo caso come in altri simili, dovrà riflettere chi – nel mondo della politica molto di più che in quello dell’opinione pubblica – ‘condanna’ ben prima del giudizio vero e proprio. E spesso lo fa avendo a disposizione, neanche per intero, soltanto le tesi dell’accusa.
(da “Huffingtonpost”)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
SUPERATA LA FASE 1, SI SPERA DI CHIUDERE LA FASE 3 IN ESTATE… IL VACCINO E’ MONODOSE E STABILE A UNA TEMPERATURA TRA 2 E 8 GRADI
“Puntiamo a sviluppare 100 mln dosi di vaccino per anno. Il vaccino è stabile ad una temperatura tra 2 e 8 gradi”. Lo ha detto la presidente dell’azienda Reithera sviluppatrice del vaccino italiano, Antonella Folgore, alla presentazione dei risultati della Fase 1 della sperimentazione del Vaccino GRAd-CoV2.
“Il 92,5% dei vaccinati ha sviluppato anticorpi rilevabili” ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito. “Comparando i dati di questo studio con Moderna e Pfizer siamo in linea e ci aspettiamo la capacita del vaccino di prevenire la malattia sostanzialmente come gli altri vaccini. Il protocollo lo sottometteremo alle agenzie regolatorie in tempi brevi e ipotesi è di chiudere fase 3 entro l’estate”.
L’Italia è “in grado di giocarsi partite importanti su quella che è la capacità di generare tecnologia biomedica sofisticata” ha detto il presidente del Consiglio Superiore di Sanità , Franco Locatelli.
“Quanto è venuto a realizzarsi – ha sottolineato Locatelli – può ben rappresentare un modello prototipale che resterà poi a documentazione di quanto il paese è in grado di garantire alle persone che vi abitano in termini di cpacità di creare massa critica sofistica per la ricerca biomedica”.
Giuseppe Ippolito ha spiegato che “abbiamo arruolato 100 persone e 45 sono state vaccinate con dosi diverse e tutti sono arrivati alla fine per la valutazione di sicurezza: il vaccino non ha avuto alcun avvento avverso grave nei primi 28 giorni dalla vaccinazioni, un risultato migliore rispetto a Moderna e Pfizer che hanno avuto effetti indesiderati. Il picco di produzione di anticorpi a 4 settimane resta costante ed il vaccino è monodose”.
Con il vaccino Reithera “l’Italia prova a dipendere il meno possibile dagli altri, da una parte proviamo a raggiungere l’indipendenza sui vaccini e dall’altra lasciamo a chi verrà dopo una capacità di ricerca che prima il paese non aveva” ha aggiunto il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
(da agenzie)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
OGGI UNA GROSSA PARTE DELLE 470.000 DOSI NON E’ STATA INVIATA DALLA CASA FARMACEUTICA
Una parte delle 470mila dosi della seconda scorta di dosi del vaccino Pfizer Biontech previste oggi nei vari hub vaccinali di tutta Italia non verrà recapitata e sarà spedita nei prossimi giorni.
“Pfizer ha qualche ritardo, ha qualche aggiustamento da fare come è probabilmente comprensibile, si trova alle prese con una distribuzione molto complessa che riguarda tutti i paesi Ue, sono convinto che potranno presto normalizzarsi”, ha detto il commissario straordinario Domenico Arcuri al Tg1.
Il ritardo nella consegna preoccupa, però, e Arcuri guarda con speranza al nuovo vaccino che sta realizzando in Italia Reithera e che ha superato brillantemente la fase uno: “E’ una bella pagina che conferma l’eccellenza della ricerca e della scienza nel nostro paese, siamo confidenti della possibilità di ottnere un vaccino italiano e dipendere meno da altri paesi, ci permetterà di essere autonomi e dare un segnale rassicurante sul contrasto dell’epidemia”.
Intanto, la campagna di vaccinazione accelera, finalmente: “In Italia – ha detto Arcuri in diretta al Tg1 delle 20 – sono state fatte 221.900 vaccinazioni, confido di arrivare a fine giornata ad almeno 235mila italiani vaccinati. Un numero che ci soddisfa, siamo secondi solo alla Germania, ora l’accelerazione deve continuare o accelerarsi ulteriormente”.
Sono ancora nelle celle frigorifere cinque dosi su dieci delle prime 479.700 arrivate in Italia, anche per le difficoltà a reclutare somministratori. Da gennaio dovrebbero iniziare ad arrivarne 15mila e domani in un vertice tra il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, il responsabile della Sanità , Roberto Speranza, le Regioni e lo stesso Arcuri sarà affrontato proprio il tema degli operatori da dedicare ai vaccini.
Quanto alla spedizione prevista oggi “preoccupano i ritardi, è arrivato solo il 40% delle dosi attese”, ha avvertito Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio, che ha annunciato di aver utilizzato il 70% dei vaccini disponibili, il tasso più alto fra le regioni.
Nuovi intoppi rischiano di far aumentare il volume della polemica politica, nonostante da Palazzo Chigi definiscano i numeri italiani “già soddisfacenti: pongono il nostro Paese al secondo posto nel continente per quantità di dosi somministrate, alle spalle della sola Germania, che però ha potuto contare su una dotazione iniziale superiore”.
Dalla Presidenza del consiglio assicurano che “la macchina organizzativa sta accelerando e, nel giro di poche settimane, viaggerà a pieno ritmo”. In serata erano oltre 191mila le persone a cui è stata somministrata la prima dose (quasi tutti sanitari), lo 0,45% dei 42 milioni di italiani in questo momento vaccinabili.
Numeri di fronte ai quali l’Ordine dei medici e degli odontoiatri chiede un coinvolgimento: “Ancora nessuno ci ha chiamato per partecipare alla campagna – le parole del presidente, Filippo Anelli -: noi medici convenzionati siamo in 60 mila, se vacciniamo 20 persone al giorno ciascuno arriviamo a più di 1 milione di immunizzati ogni 24 ore”.
Quelle dove la campagna non decolla sono Calabria (6%), Sardegna (7,5%) e Molise (12%). Poco meglio fa la Lombardia (14%), nonostante abbia il maggior numero di punti di somministrazione, 65
Di fronte all’anomalia lombarda, il viceministro dell’Economia, Antonio Misiani, ha lanciato un avvertimento, più che una provocazione, alla giunta leghista guidata da Attilio Fontana: “Se non è in grado di attuare la vaccinazione, è giusto che subentri lo Stato esercitando i poteri sostitutivi”. Nicola Magrini, direttore Generale dell’Aifa ha sottolineato come “le dosi che abbiamo basteranno, nei prossimi due mesi e mezzo, a rendere ospedali e Rsa Covid free”.
Poi cominceranno quelle che, secondo gli esperti, sono le fasi più complesse, a partire dalla copertura degli anziani e delle persone fragili: da febbraio tocca agli over 80.
(da agenzie)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
“PER L’ESTATE AVREMO VACCINATO SOLO UN ITALIANO SU TRE”
“Così la copertura al 70% diventa un miraggio”: l’infettivologo Massimo Andreoni, direttore clinica malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), lancia l’allarme sui ritardi del vaccino anti-Covid e avverte “Con il programma attuale rischiamo di arrivare all’estate con una vaccinazione sulla popolazione che è inferiore al 30 per cento”.
Intervistato da Il Messaggero, l’esperto sottolinea che “stanno emergendo numerose difficoltà che certamente andavano analizzate molto tempo addietro, per poter poi trovare soluzioni prima dell’inizio della campagna vaccinale”.
Secondo Andreoni “Non avere chiaro un piano vaccinale preciso anche nelle diverse condizioni che si vengono a realizzare è deprecabile. Poi è chiaro che alcune situazioni sono difficilmente preventivabili. Come, per esempio, dare per scontato che la Pfizer produca decine di milioni di vaccini e poi invece dover fare i conti con il fatto che la multinazionale si trova in difficoltà e non riesce a mantenere la richiesta. Si può anche preventivare però che un percorso non ancora completato, come quello della registrazione del vaccino di Astrazeneca, possa richiedere più tempo di quello che serve”.
Il problema, quindi, secondo l’infettivologo è la mancanza di un piano b: “La predisposizione della campagna vaccinale deve essere fatta anche in previsione di scenari diversi. Noi non possiamo aspettare che il vaccino di Astrazeneca venga autorizzato per iniziare a organizzarci. Ci sono vaccini diversi che richiedono strategie diverse. Dobbiamo già essere pronti a conoscerli e a utilizzarli”.
Anche le Regioni, secondo Andreoni, non sono esenti da colpe: “Noi abbiamo saputo con largo anticipo quali erano le quantità di vaccino che sarebbero arrivate a ciascuna di loro, quindi è sicuramente grave che a livello regionale, avendo ormai tutti gli elementi per avviare un programma vaccinale ben fatto, ci siano alcune aree che sono estremamente indietro. Certamente preoccupa in modo particolare che le Regioni del nord, le quali hanno pagato maggiormente un grande tributo per questo tipo di malattia, la campagna vaccinale proceda in maniera lenta”.
L’esperto, dunque, sottolinea che: “Ci sono numerosi aspetti che devono ancora essere definiti e risolti. Mi riferisco alla carenza del personale medico e al fatto di non avere ancora a disposizione protocolli avviati per la profilassi. E questo preoccupa perchè oggi stiamo ragionando sulla vaccinazione sostanzialmente rivolta agli operatori sanitari e alle Rsa, che sono quindi facilmente individuabili. Ma se dovessimo pensare di avviare una vaccinazione destinata a tutta la popolazione, le carenze di organizzazione che stiamo riscontrando ora sarebbero ancora maggiori. Ripeto, è un ulteriore elemento di preoccupazione vedere l’impreparazione da parte di alcune Regioni”.
Secondo Andreoni poi: “Le motivazioni date in alcuni casi sono risibili. Per esempio, il fatto che i medici dovevano andare in vacanza e non erano disponibili per la vaccinazione. Ma di fronte a un’emergenza di questo tipo devi trovare soluzioni alternative. E poi c’è chi ha la sensazione che a volte l’ingranaggio debba ancora essere oliato. Tutto questo, invece, andava fatto precedentemente. Ci ritroviamo così a perdere in questo momento due settimane almeno per avviare un percorso che già doveva essere abbondantemente identificato. Sinceramente, è una situazione che lascia grosse perplessità . A maggior ragione, ribadisco, ci si troverà poi impreparati nel creare protocolli che saranno molto più laboriosi quando andremo a vaccinare sul territorio. E se lì non siamo già preparati e predisposti e non abbiamo le idee chiare, si creerà una situazione veramente complicata”.
L’esperto, infine, lancia l’allarme: “Se non si colmano tutte le carenze, il rischio che si corre è che nel periodo pre-estivo avremo una quantità di persone vaccinate che certamente non sarà sufficiente a creare quell’immunità di gregge indispensabile per ridurre la circolazione del virus” sottolineando che “Per come sta procedendo ora il piano, purtroppo temo che all’estate arriveremo con meno del 30 per cento dei soggetti vaccinati”.
(da TPI)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
QUANDO GLI IMMIGRATI VENGONO BENE… CONTAGIATI ANCHE 20 DIPENDENTI
Più di cento ospiti contagiati, 20 operatori positivi al Covid, nella rsa Casa Serena di Sanremo: e proprio i contagi tra il personale hanno fatto scattare immediatamente l’intervento della Asl1 che ha inviato cinque unità di personale, tra infermieri e Oss.
Se non bastassero, il Comune che è proprietario della casa di riposo potrebbe invocare l’applicazione dell’accordo tra il governo italiano e quello tunisino per richiedere l’intervento di un gruppo di infermieri da Tunisi.
Gli ospiti contagiati sono infatti 100, complessivamente i positivi sono 120.
Il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri spiega: “Dal 31 dicembre, stiamo fronteggiando un nuovo importante focolaio a Casa Serena, e insieme ad Asl, Prefettura e Protezione civile stiamo facendo il possibile per gestire una situazione che attualmente vede coinvolti 100 ospiti e 20 operatori sanitari. Risultano asintomatici, un anziano presenta sintomi lievi, e per solo un altro ospite si è reso necessario il ricovero ospedaliero preventivo. Tutti gli ospiti sono ormai in completo isolamento da più di una settimana, come da protocollo previsto” .
Il sindaco spiega che proprio in questi giorni era stata calendarizzata la vaccinazione antiCovid per operatori ed ospiti della Rsa: “Da sei giorni che è in atto una mobilitazione di forze per Casa Serena – aggiunge – oltre alla diagnostica si sta facendo un enorme lavoro in struttura, con ogni ospite isolato e seguito personalmente nella propria stanza. Gli operatori in servizio stanno moltiplicando le forze con un impegno encomiabile”. Ed è proprio per la gestione dell’emergenza, a fronte di una riduzione improvvisa del personale, che dalla stessa Rsa si è ventilata l’ipotesi di poter ricorrere alla richiesta di personale dalla Tunisia
(da La Repubblica)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
LA GIUSTIFICAZIONE DELL’ASSESSORE PER I RITARDI NELLE VACCINAZIONI SMENTITA DAI FATTI: DA MARZO E’ IN VIGORE IL BLOCCO OBBLIGATORIO COME CONFERMATO DAI SANITARI
“Abbiamo medici e infermieri che hanno 50 giorni di ferie. Non li faccio rientrare in servizio per un vaccino nei giorni di festa”. Questa è stata la dichiarazione infelice dell’Assessore al Welfare e alla Sanità della Regione Lombardia Giulio Gallera, che gli è costata l’ennesima bufera politica e che probabilmente gli costerà le dimissioni già a metà gennaio.
La frase non è solo del tutto fuori luogo, visto che la Lombardia al 5 gennaio 2021 è ‘fanalino di coda’ tra le regioni per numero di vaccinazioni anti Covid effettuate (3085 vaccini su 80595 dosi ricevute, dunque il 3,8 per cento del totale), ma è anche falsa.
I medici lombardi, infatti, non vanno in ferie dall’inizio della pandemia e nelle ASST il problema delle ferie arretrate per dottori, infermieri e operatori sanitari veniva già denunciato lo scorso luglio da giornali scientifici-settoriali e testate locali lombarde.
Come confermato a TPI da diversi medici di Crema, Milano e Pavia, si tratta di un blocco obbligatorio esteso in tutta la Lombardia, un’imposizione difficile da digerire per tutti i lavoratori impegnati in corsia che hanno affrontato turni massacranti sia durante la prima, che durante la seconda ondata di Coronavirus.
Quindi, altro che ferie: ai medici lombardi non è nemmeno stato permesso di pianificare alcuni giorni lavorativi alla settimana in smart working, come succede invece per tutti gli altri settori.
(da TPI)
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Gennaio 5th, 2021 Riccardo Fucile
DILAGA LA VARIANTE PIU’ VIRULENTA, LOCKDOWN FINO A META’ FEBBRAIO
Ancora un aumento di contagi da Covid nel Regno Unito, alle prese con il dilagare di varianti più virulente del coronavirus emerse in queste settimane.
Secondo i dati del governo, i caso censiti nelle ultime 24 ore sono stati 60.916, per la prima volta oltre la soglia dei 60.000 dall’inizio della pandemia, su un totale quotidiano di tamponi incrementato pure fino a quasi 465.000.
Mentre allarma anche la risalita del numero dei morti verso livelli vicini a quelli dei picchi di primavera: 830 in più da ieri a oggi.
Il nuovo incremento arriva all’indomani dell’annuncio del premier Boris Johnson di istituire un nuovo lockdown, il terzo dall’inizio della pandemia.
Il premier britannico Boris Johnson ha annunciato ieri sera in un discorso televisivo al Paese un terzo lockdown nazionale per far fronte alla nuova impennata esponenziale di casi di Covid registrata nel Regno Unito. Secondo il premier, la nuova variante di coronavirus identificata per la prima volta in Gran Bretagna si stava diffondendo così velocemente da rischiare di travolgere il Servizio Sanitario Nazionale (NHS) entro 21 giorni.
Solo in Inghilterra, circa 27.000 persone sono ricoverate in ospedale per il Covid, un numero superiore del 40% rispetto al primo picco di infezioni ad aprile. La Gran Bretagna sta vaccinando sia con Pfizer BioNTech che con quello della Oxford University e AstraZeneca, e più di un milione di persone hanno già ricevuto la loro prima dose. Il governo afferma che l’obiettivo è vaccinare tutti gli anziani residenti in case di cura e i loro accompagnatori, gli over 70, gli operatori sanitari e sociali in prima linea e tutti coloro che sono vulnerabili entro la metà di febbraio.
Il nuovo blocco dovrebbe durare almeno fino alla metà di febbraio e sarà allentato solo gradualmente. Prevede che siano chiusi le scuole e i negozi non essenziali. Vietati gli sport organizzati, sia indoor che outdoor.
Le misure annunciate da Johnson si applicano all’Inghilterra, ma Scozia, Galles e Irlanda del Nord hanno imposto misure simili. Intanto a Sky è il ministro Michael Gove, numero tre del governo Tory di Boris Johnson, a dire che la Gran Bretagna ha di fronte a sè alcune altre “settimane molto, molto difficili” sul fronte dell’emergenza Covid, ma scommette sui vaccini per uscirne.
“Più il programma delle vaccinazioni sarà efficace, più sarà facile abolire le restrizioni… a marzo”, ha aggiunto. L’obiettivo della più grande campagna vaccinale di sempre è, secondo gli auspici di Johnson, arrivare a somministrare il primo vaccino entro metà febbraio a oltre 13 milioni di persone.
(da agenzie)
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