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IL GOVERNO DEI TECNICI DI DRAGHI FINISCE CON LA SPARTIZIONE DELLA TORTA: DUE MINISTERI AI PARTITI MAGGIORI, UNO AI MINORI E QUELLI ECONOMICI AI TECNICI DI FIDUCIA DEL PREMIER

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

IN ATTESA CHE ANCHE LA LEGA DIVENTI “EUROPEISTA” PER LE POLTRONE, ECCO I NOMI DEI PAPABILI

La crisi di governo potrebbe risolversi con la nascita di un esecutivo guidato da Mario Draghi e composto sia da tecnici che politici anche se resta ancora da definire la maggioranza con il nodo Lega ancora da sciogliere.
Allo stato attuale, infatti, la maggioranza più probabile sembrerebbe essere la cosiddetta Ursula, ovvero quella composta da Pd, M5S, Leu, Italia Viva, Forza Italia con anche +Europa e Azione a sostegno.
Fratelli d’Italia sarà  sicuramente all’opposizione, mentre la Lega è al momento sospesa tra il pressing di Giorgetti, che spinge per sostenere Mario Draghi, e le incertezze di Matteo Salvini.
Senza considerare che le richieste di un governo politico arrivate dai giallorossi mal si conciliano, almeno sulla carta, con un maggioranza allargata anche al Carroccio. A dipanare i dubbi, comunque, saranno le consultazioni che il premier incaricato avrà  con i partiti nelle prossime ore.
L’intenzione di Draghi, comunque, sarebbe quella formare un governo snello, composto sia da tecnici che da politici.
I tre ministeri di spesa, Mef (Economia), Mise (Sviluppo economico) e Mit (Infrastrutture), dovrebbero essere affidati a tecnici, poi due ministeri a partito e uno ciascuno a Leu e Italia Viva.
L’ex presidente della Bce sarebbe intenzionato a far entrare nell’esecutivo i big di partito anche al fine di blindarlo. Ecco allora che Nicola Zingaretti potrebbe entrare nell’esecutivo, ricoprendo il ruolo di ministro della Difesa.
Se Zingaretti dovesse rinunciare, per il Pd potrebbe entrare Orlando oppure due tra Guerini, Franceschini e Boccia potrebbero restare ministri.
Roberto Speranza dovrebbe essere confermato alla Salute, mentre per Forza Italia entrerà  Antonio Tajani.
Più complesso il discorso riguardante il M5S. Draghi, infatti, punta a dare un dicastero a Giuseppe Conte, il quale potrebbe ricoprire il ruolo di ministro degli Esteri.
Tuttavia questo provocherebbe uno scontro interno al Movimento dal momento che Luigi Di Maio punterebbe alla riconferma, ma potrebbe comunque ottenere un altro ministero.
Italia Viva dovrebbe riconfermare Teresa Bellanova, mentre anche Carlo Calenda potrebbe fare il suo ingresso nell’esecutivo Draghi.
Per quanto riguarda i tecnici i nomi che si fanno sono quelli di Dario Scannapieco, Vittorio Colao, Fabio Panetta per i ministeri dell’Economia e dello Sviluppo Economico, mentre Luciana Lamorgese potrebbe essere confermata all’Interno e Marta Cartabia fare il suo ingresso nell’esecutivo, ricoprendo il ruolo di Guardasigilli.
Tra gli altri nomi che si fanno, quello di Enrico Giovannini, che potrebbe andare al Lavoro, Ernesto Maria Ruffini, Patrizio Bianchi, quello di Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina, e della scienziata Ilaria Capua.

(da TPI)

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LEU: “SERVE UNA MAGGIORANZA OMOGENEA, NOI INCOMPATIBILI CON LA FLAT TAX E I SOVRANISTI”

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

“IL PROGRAMMA CHE SI SCEGLIE INDICA IL PERIMETRO POLITICO”

“E’ evidente che le questioni programmatiche non sono variabili indipendenti. La base parlamentare deve essere coesa e deve avere un minimo di omogeneità . E’ difficile tenere insieme forze che hanno difeso le scelte del governo con chi a settimane alterne era per chiudere o aprire e lisciava il pelo al negazionismo. Non firmeremo mai il programma di un governo in cui ci sia la flat tax”. Lo afferma Federico Fornaro di Leu al termine della consultazione con il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi.
“Abbiamo elencato punti prioritari e fondamentali. Sono degli spartiacque, come uno spartiacque per noi è costituito dal fatto che l’alleanza Pd-M5S-LeU è strategica e non deve essere dispersa. Il disegno programmatico dà  il perimetro politico. Proprio perchè i temi sono fondamentali, questa maggioranza è incompatibile con la presenza di forze come la Lega e le forze sovraniste. Con Draghi siamo stati molto chiari”, ha detto il capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris dopo aver incontrato Mario Draghi.
“Non è il momento di tattiche e tatticismi – ha aggiunto la presidente dei senatori di Leu, Loredana De Petris – abbiamo parlato di temi che riguardano la sanità , il fisco, la giustizia. Sul Recovery abbiamo detto che occorre implementare il progetto, si deve ripartire da quello che c’è e non buttare tutto, non siamo disponibili ad operazioni solo di facciata”.
De Petris ha aggiunto che “l’alleanza Pd-Cinquestelle- Leu è un’alleanza strategica che deve essere una base forte e non può essere dispersa: è evidente a tutti che, per quanto ci riguarda, si rende incompatibile con i nostri temi la presenze di forze come la Lega. I temi sono fondamentali, su temi come i migranti ci sono dei confini che rendono incompatibile la nostra presenza con forze come la Lega. Lo stesso vale su un tema come l’Europa. Nei fatti è impossibile convivere con le forze sovraniste e della destra”, ha concluso.

(da agenzie)

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RENZI E’ PER UN SI’ “INCONDIZIONATO” A DRAGHI E DEL MES NON PARLA PIU’

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

MA SE DRAGHI NON LO CHIEDE CHE FA? O VALEVA SOLO PER CONTE?

“Italia Viva accoglie le parole del presidente della Repubblica e sosterrà  il governo indipendentemente dal nome dei ministri, da quanti politici e quanti tecnici, auspichiamo che tutte le forze politiche esprimano lo stesso atteggiamento di sostegno”.
Lo ha detto Matteo Renzi al termine delle consultazioni della delegazione di Italia Viva con il presidente incaricato Mario Draghi. “Chi oggi pone veti nei confronti degli altri sta rifiutando l’appello del presidente della Repubblica”, aggiunge Renzi. “Il presidente Mattarella ha escluso che questo governo possa avere una connotazione politica, ma ha parlato di un governo in cui tutte le forze politiche potranno dare il loro sostegno”.
“Mario Draghi presidente del Consiglio è una polizza assicurativa per nostri figli e nipoti. E’ il periodo storico in cui l’Italia avrà  più soldi da spendere, mai il nostro paese ha avuto tanti soldi dal dopoguerra, e questo ci porta a dire: chi meglio di Mario Draghi può gestire questo passaggio”.
“Italia Viva sosterrà  il governo che è stato incaricato dal presidente della Repubblica, non mi permetto di giudicare le scelte di Leu, M5s e Zingaretti. Il presidente della Repubblica ha fatto appello a tutti. Questa valutazione dovranno farla tutte le forze politiche e il presidente del consiglio incaricato. noi lo sosterremo”.

(da agenzie)

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IL MEDICO RUSSO CHE CURO’ NAVALNYJ E’ “IMPROVVISAMENTE” MORTO A 55 ANNI

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

IGNOTE LE CAUSE DEL DECESSO… GLI AVEVA SALVATO LA VITA, FORSE HA PAGATO PER QUESTO, I METODI SOVRANISTI SONO NOTI

La grottesca vicenda della condanna di Alexei Navalny in Russia si incupisce ancora di più a causa della morte, definita ‘improvvisa’ di Maksimishin Sergey Valentinovich, 55 anni, il medico russo che curò Navalny nelle ore immediatamente successive all’avvelenamento di quest’estate salvandogli di fatto la vita.
Le cause del decesso non sono ancora rese note. L’ospedale di Omsk, dove Valentinovich lavorava, ha rilasciato un comunicato in cui si trova scritto: Con rammarico, vi informiamo che il vice capo medico per l’anestesiologia e la rianimazione dell’ospedale di emergenza, assistente del dipartimento dell’Università  statale di medicina di Omsk, dottore di ricerca in scienze mediche Maksimishin Sergey Valentinovich è improvvisamente morto”

(da agenzie)

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L’ESILARANTE SPETTACOLO DELLA LEGA CHE, PER NON RINUNCIARE ALLE POLTRONE, SI SCOPRE EUROPEISTA

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

PER NON PERDERE I POTENTATI DEL NORD FINIRA’ PER SCONTENTARE I POPULISTI: APPOGGIARE DRAGHI GLI COSTERA’ CARO .. LA MELONI ATTENDE SULLE RIVE DEL FIUME

La strada è stretta, strettissima per Matteo Salvini, che sull’ipotesi di un governo Draghi si ritrova con un partito spaccato (come ultimamente gli accade troppo spesso) ed è di fronte al difficile bivio di rispondere all’appello di Mattarella accontentando Giorgetti (e molti dei suoi grandi elettori del nord) oppure insistere sulla sua ala populista mettendosi all’opposizione.
Se sceglierà  di essere della partita potrà  vantarsi (anche lui) del suo “senso di responsabilità ” ma certo scontenterà  l’ala No Euro a cui ha guardato con molto interesse in questi mesi.
Insomma Salvini si ritrova a scegliere e lui odia scegliere perchè in fondo la politica per lui è solo un profluvio di social e di dichiarazioni che seguono lo stomaco del suo Paese e invece gli tocca fare politica.
Ieri, piuttosto imbarazzato di fronte ai palazzi romani, è riuscito addirittura a ritirare fuori la questione dei “porti aperti”: “Se Draghi vuole chiudere i porti noi siamo con lui” ha dichiarato ieri di fronte a un’esterrefatta platea di giornalisti che lo osservavano straniti come se si trovassero di fronte a un leader di partito scongelato da un lungo sonno.
Ma Salvini si sa, alle giravolte ci è abituato e la credibilità  non è mai stata un suo problema, così dalla Lega cominciano a sentirsi cose impensabili solo fino a qualche ora fa come Giorgetti che definisce Draghi “un Ronaldo che non possiamo tenere in panchina” (con un metafora calcistica, ovviamente, per non correre il rischio di non essere compresi), con Bagnai (quello che diceva “l’euro è una stronzata” e tutti lo applaudivano) che ora si impegna in una patetica retromarcia definendo Draghi “un collega economista, come me” (e riuscendo addirittura non sentirsi ridicolo) e prova a trovare similitudini per essere pronto ad appoggiarlo.
Anche il prode rivoluzionario Borghi ora si è camomilizzato e lancia un sondaggio tra i suoi follower per preparare il terreno (“fare opposizione è troppo facile” dice dimenticandosi che la Lega faceva opposizione anche mentre era al governo). I nemici del’Europa si sono già  cambiati in un batter d’occhio e sono pronti a reinventarsi europeisti per non rimanere fuori dai giochi.
E intanto Giorgia Meloni si gusta la scena, si chiama fuori e ha già  cominciato la sua opposizione interna per scalzare Salvini nella leadership del centrodestra: “Salvini dice a Draghi di scegliere tra M5s e Lega. Quindi Pd e LeU vanno bene?”, ha già  tuonato dall’Aventino. E sarà  un logorio lento e continuo.

(da TPI)

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LE DUE ORE AL TELEFONO TRA DRAGHI E GRILLO PER AVERE IL VIA LIBERA DAL M5S

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

DRAGHI HA CHIAMATO IL GARANTE DEL M5S PROMETTENDO CHE NON VERRA’ TOCCATO IL REDDITO DI CITTADINANZA E DANDO GARANZIE

Senza il beneplacito del M5s sarà  difficile ottenere una fiducia in Parlamento. E così Draghi, dopo l’incontro di un’ora e mezza con il premier dimissionario Conte, ha fatto un ulteriore passo verso i pentastellati: ha chiamato direttamente Beppe Grillo. Tant’è che dopo un iniziale scetticismo, la posizione del M5s nei confronti di Draghi è passata dal «no» secco, a una prima timida apertura, portata avanti dalle dichiarazioni del capo politico ad interim Vito Crimi, ma anche dallo stesso Conte,
L’ingresso in scena di Mario Draghi ha creato un vero e proprio uragano interno al MoVimento. E la situazione è profondamente critica per il futuro del M5s, tant’è che il fondatore e garante Beppe Grillo ha deciso di andare a Roma per tentare di placare la rivolta degli ortodossi anti-Draghi.
Della telefonata tra Mario Draghi e Beppe Grillo si sa poco. Ma se l’apertura c’è stata qualche elemento di convergenza ci sarà  pur stato.
E pare che Draghi abbia rassicurato Grillo sulla questione dei temi ambientali, sullo sviluppo sostenibile (menzionato altresì da Giuseppe Conte nel suo discorso) e baricentro del programma che univa i Cinque Stelle al Partito Democratico e LeU.
Ma non solo. Su uno dei cavalli di battaglia del M5s, il reddito di cittadinanza, Draghi avrebbe assicurato che «non verrà  smantellato, ma migliorato». E così Grillo ha deciso di aprire. Ma quest’apertura potrebbe avere un prezzo alto e del tutto interno da pagare: la scissione del M5s.

(da Open)

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DI BATTISTA: “DRAGHI FARA’ RECOVERY DEI POTENTATI”

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

“OGNI ORA CHE PASSA, PIU’ RAGIONI PER DIRE NO”

“Ogni ora che passa ci sono più ragioni per dire No a Draghi”. A scriverlo è Alessandro Di Battista, ex deputato Cinque stelle, che con un lungo post su Facebook spiega le sue ragioni affinchè il Movimento non dia il sostegno al nuovo governo.
“Si dice: ‘non sarà  un governo tecnico ma un governo politico’. Benissimo. Allora ragioniamo di politica”, scrive Di Battista.
“C’è – ricorda il Cinque Stelle analizzando la situazione – chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C’è chi combatte per l’istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero – si chiede ancora – che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà  mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate? Pensate che sarà  possibile portare avanti battaglie sulla legalità  e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi?”.
“E ancora”, continua. “C’è chi crede nei beni pubblici, nella scuola pubblica, nella sanità  pubblica. Secondo voi i Calenda e le Bonino, sponsor delle privatizzazioni, saranno d’accordo? E chi sostiene interventi per le piccole medie imprese crede davvero che un governo che nasce con la benedizione di Confindustria li sosterrà ? Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c’è di Politico nel governare con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà  qualche “politico” dentro. Un numero, tra l’altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà  nulla”.
“Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà  al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà  eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto”, attacca ancora l’ex deputato, “non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà  conto che il “Governo dei migliori’ come già  viene definito, era solo l’inizio della restaurazione. Un film già  visto. Opporsi a questo scenario è l’unica scelta, propriamente politica, che si possa fare”.

(da agenzie)

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GRILLO E BERLUSCONI GUIDERANNO LE DELEGAZIONI M5S E FORZA ITALIA

Febbraio 5th, 2021 Riccardo Fucile

ANCHE CASALEGGIO A ROMA, CI SARA’ VOTO SU ROUSSEAU, SALVINI CHIEDE MINISTERI

Proseguono oggi le consultazioni di Mario Draghi. Il premier incaricato vedrà  stamani le autonomie, Leu e Iv; poi nel pomeriggio Fdi, Pd e FI, con Silvo Berlusconi tornato apposta dalla Provenza per guidare la delegazione azzurra.
Beppe Grillo è a Roma per incontrare Conte e i vertici di M5S, e domani parteciperà  alle consultazioni con il premier incaricato.
Ci sarà  anche il voto su Rousseau –   chiesto con forza da Davide Casaleggio anche lui nella Capitale da alcuni giorni
Alessandro Di Battista rimane arroccato su una posizione nettamente contraria: “Ogni ora che passa aumentano le ragioni per dire no a Draghi”, scrive sul suo profilo Facebook. Mentre Matteo Salvini, tentato di offrire il suo sostegno sulla spinta del numero due della Lega Giancarlo Giorgetti, chiede esplicitamente ministeri: “Se ci siamo, non facciamo le cose a metà “.
Un eventuale ingresso dei leghisti nel governo non è però ben visto dal Pd e da Nicola Zingaretti, che punta a una “coalizione Ursula” senza i sovranisti: “Draghi dovrà  definire il perimetro della maggioranza”, ribadisce questa mattina a Radio Uno il segretario dem.

(da agenzie)

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