Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
“LA SPOCCHIA CHE MOSTRAVA IN RADIO E’ UN DECIMO DI QUELLA CHE HA FATTO VEDERE QUA, SIAMO STANCHI DI ESSERE INSULTATI”
“Abbiamo fatto di tutto e di più, ma la malattia è stata inesorabile. È rimasto in
terapia intensiva 22 giorni”. I medici del reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Borgo Trento, a Verona, hanno parlato del no vax Maurizio Buratti, noto al pubblico come “Mauro da Mantova” nel programma radiofonico “La zanzara”, morto il 27 dicembre scorso per Covid.
Come riporta il Corriere del Veneto, secondo uno dei primi medici che l’ha preso in cura, l’apparato respiratorio del paziente appariva “bianco” a una delle prime radiografie, segno di una infezione in fase avanzata.
Buratti infatti è arrivato tardi alle cure intensive, sempre per un suo rifiuto. Durante tutto il periodo di degenza l’ospedale è rimasto in contatto con la figlia, un’operazione che fa parte della routine pandemica. La notizia della sua morte è arrivata nel tardo pomeriggio del 27 dicembre. Buratti in passato aveva fatto il carrozziere in provincia di Mantova (risiedeva però a Curtatone), e soprattutto all’inizio del ricovero non è stato un paziente facile con cui avere a che fare. Una delle infermiere ha raccontato al Corriere:
“La spocchia che mostrava in radio è appena il dieci per cento di quella che ha fatto vedere di persona quando è arrivato in Pronto soccorso. Era una persona, e lo abbiamo curato con ogni mezzo. Ma siamo stanchi di essere derisi e insultati da chi deve poi ricorrere a noi quando si trova con l’acqua alla gola”.
Nel suo ultimo intervento alla “Zanzara”, Buratti si era vantato di essere andato al supermercato con la mascherina abbassata, “a fare l’untore”, come aveva specificato.
(da agenie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
RADDOPPIANO I RICOVERI DEI MINORENNI…MILLE SANITARI CONTAGIATI IN UN GIORNO, 800 SONO INFERMIERI
Con la variante Omicron, il Covid si conferma come la pandemia dei non vaccinati e dei bambini. Secondo l’ultimo report della Fiaso, sette pazienti su dieci ricoverati in terapia intensiva in Italia sono non vaccinati e la loro ospedalizzazione nell’ultima settimana ha subito quasi un raddoppio mentre i ricoveri dei vaccinati, quasi tutti fragili e con altre patologie, ha avuto un aumento del 19 per cento. Cresce (+ 46%) anche il tasso di ricoveri dei minorenni a conferma di come la malattia non sia sempre leggera neanche tra i più piccoli.
Quasi raddoppiati i ricoveri dei minorenni
Nella settimana 21-28 dicembre sono cresciuti del 46% i pazienti Covid sotto i 18 anni. Nei 4 ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria dei 21 ospedali sentinella della Fiaso il numero dei bambini ricoverati è passato da 45 a 66 (di cui 3 in terapia intensiva), con un incremento pari al 46,7%. Tra i piccoli degenti il 56% ha tra 0 e 4 anni mentre la restante parte del 44% ha tra 5 e 18 anni. Nessuno dei minori sopra i 5 anni era stato vaccinato con ciclo completo.
In forte aumento i No Vax in corsia
Nel mese di dicembre “l’incremento dei ricoveri di No Vax si è consolidato: dal 7 dicembre al 28 dicembre il numero è cresciuto del 46%, mentre l’aumento dei pazienti vaccinati nello stesso periodo si è fermato al 19%. I No Vax sono circa il 71% del totale dei pazienti in Rianimazione contro il 29% di vaccinati”, rimarca la Fiaso. Il tasso di crescita dei ricoveri Covid, negli ospedali sentinella Fiaso, “accelera del 13,7%”. E secondo la Federazione “è in parte, probabilmente, l’effetto festività a incidere sul maggior numero di ospedalizzazioni per Covid, ma quello che i numeri consentono di osservare è sempre più un’epidemia dei non vaccinati”.
Il report dei 21 ospedali evidenza “un aumento dei ricoveri a doppia cifra, pari al 13,7%, con una accelerazione rispetto alla scorsa settimana quando l’incremento era stato del 7%. Dal 7 al 28 dicembre l’aumento complessivo è stato del 33% – si legge nel documento – Nei reparti ordinari la presenza di pazienti non vaccinati è del 54%. Permane la differenza di età fra vaccinati e non: i primi hanno in media 70 anni, i secondi 63 anni. Diverso anche lo stato di salute tra le due categorie: il 71% dei vaccinati ricoverati soffre di gravi patologie mentre meno della metà dei pazienti non vaccinati (47%) è affetto da altre malattie”.
Le terapie intensive occupate dai non vaccinati
“In una settimana la crescita nei reparti intensivi negli ospedali sentinella Fiaso è stata del 18%, più consistente rispetto a quella registrata nei ricoveri ordinari. Decisamente maggiore risulta l’aumento di non vaccinati in rianimazione rispetto ai vaccinati (21,6% contro 10%) – rileva il report – I letti delle terapie intensive continuano a essere occupati prevalentemente da pazienti che non si sono sottoposti alla profilassi vaccinale: i No Vax sono circa il 71% del totale dei pazienti in Rianimazione contro il 29% di vaccinati.
Il range di età nei due gruppi è diverso: per i non vaccinati si va dai 21 agli 85 anni; per i vaccinati il più giovane ha 35 anni e il più anziano 90”. “Tra i vaccinati in rianimazione l’84% aveva completato il ciclo vaccinale con 2 dosi da oltre 4 mesi e non aveva ancora eseguito la dose booster raccomandata”, conclude la Fiaso.
Il 118: “I No Vax chiamano quando già non respirano”
Sono non vaccinati e hanno un’età compresa tra 35 e 60 anni, i pazienti Covid che chiamano l’ambulanza da casa quando hanno già febbre alta, tosse forte e difficoltà respiratoria acuta. Sono i dati nazionali raccolti dalle centrali operative del 118 con rilevazioni regionali. Il rapporto tra pazienti vaccinati e non vaccinati con sintomatologia clinica grave è nelle ultime settimane ripartito: 85% di non vaccinati e 15% di vaccinati. “Evitano l’ospedale e restano a casa fino a quando non riescono a respirare”, spiegano dal 118.
Raffica di contagi tra i sanitari
“Solo il 28 dicembre eravamo a 6904, ora siamo a 8001. Si registrano ben 1097 operatori sanitari infettati in più. Questo significa oltre 800 infermieri in 24 ore. E poi ci preoccupa non poco la percentuale di aumento dei ricoveri, siamo al 20%, dato che pesa come un macigno insostenibile sulle spalle dei nostri infermieri, alle prese con un fragilissimo sistema sanitario, ingabbiati tra precariato, turni massacranti e carenza di personale che rischia di toccare di nuovo quell’acme di 80-85 mila unità in presenza di una crescita così esponenziale dei ricoveri”. Lo dice in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.
(da La Repubblica)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
L’ALLARME DEL PRIMARIO DI MALATTIE INFETTIVE DI CATANIA
Il professor Cacopardo trascorrerà il Capodanno in corsia visto che gran parte dei
medici sono in quarantena. A Open dice: «I No Vax strappano le bardature, rifiutano i trattamenti e non vogliono essere “toccati”»
«Siamo sommersi, la situazione è incandescente, il mio reparto è già pieno di malati Covid. Se domani dovesse venire un paziente che sta male, non potrei ricoverarlo. Abbiamo persino dovuto riaprire alcune aree dell’ospedale chiuse da mesi e ora dobbiamo fare i conti con la mancanza di medici».
A parlare a Open è il professor Bruno Cacopardo, primario di Malattie infettive al Garibaldi di Catania. È stanco, è quasi senza voce. I ritmi sono frenetici e il peggio, forse, deve ancora venire. Bisognerà capire cosa succederà dopo le feste, dopo i baci, gli abbracci e le riunioni di famiglia di Natale e i (prossimi) festeggiamenti di fine anno. Cacopardo non nasconde lo stress: la notte dorme poco anche perché spesso è proprio lui, il primario del reparto, a dover sostituire i medici, molti dei quali a casa in quarantena perché contatti stretti di positivi.
«Il Capodanno lo farò in ospedale – ci confida – La notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio ci sarò io, visto che ormai non c’è quasi più nessuno e bisogna “coprire” i medici in quarantena. Non avendo più personale sufficiente, arriveremo a dover spostare medici di altri reparti». Un film già visto, purtroppo.
A questo si aggiunga la stanchezza ma anche il timore di essere aggrediti dai No vax: «Sono aggressivi. Ci minacciano, ci strappano le bardature, qualcuno rifiuta i trattamenti, altri ci aggrediscono se “prendiamo” una vena. Ci dicono “non voglio essere toccato”. Ma ci spiegate come facciamo a lavorare così, in queste condizioni?» Intanto il suo reparto continua a riempirsi come non mai.
«In area non critica – spiega – abbiamo il 60 per cento di non vaccinati, il resto sono pazienti anziani, fragili o immunocompromessi vaccinati. Ma nelle terapie intensive e sub-intensive sono quasi esclusivamente No vax. Tutti i pazienti più gravi, infatti, sono non vaccinati».
Quello che fa più arrabbiare il primario è la decisione di alcuni familiari di non vaccinare deliberatamente genitori e nonni. Anziani o molto anziani che adesso sono ricoverati in gravi condizioni.
«Perché non lo ha vaccinato?», ha chiesto qualche giorno fa Cacopardo a un familiare di un paziente anziano, ricoverato e senza nemmeno una dose.
«Ha 88 anni… che lo vaccinavo a fare? Però, adesso, cercate di salvarlo altrimenti, se muore, vi denuncio». Questa la risposta.
Situazioni surreali per i medici che, di fatto, sono stremati. C’è «malumore ed esasperazione tra il personale sanitario», spiega il medico.
«Chi lavora in area Covid da due anni è provato. Mettersi quella tuta per così tante ore, mi creda, è pesante. A questo aggiunga il fatto di aver dovuto rivedere drammaticamente i turni di tutto il personale sanitario perché molti sono i medici in quarantena». Insomma, se continua così, la situazione rischia di sfuggire di mano. Intanto gli ultimi dati che arrivano dalla Sicilia parlano di 685 ricoverati, 88 in terapia intensiva, 9 ingressi in rianimazione in 24 ore, 31 mila persone in isolamento domiciliare, 32 mila attualmente positivi e 2.800 casi solo nell’ultima giornata a fronte di 50 mila tamponi eseguiti.
L’incidenza si avvicina ai 250 casi per 100 mila abitanti con un rapido incremento nell’ultima settimana e un particolare interessamento nell’area centro-orientale. Aumentati i focolai – si è passati dai 2.726 della scorsa settimana ai 3.649 di questa – mentre la soglia dei posti letto, fanno sapere dalla Regione, resta al 10 per cento in terapia intensiva e al 19 in area medica (dati Agenas aggiornati al 28 dicembre 2021).
Ad aggravare la situazione in Sicilia, secondo Cacopardo, sarebbe stato anche il rientro per le festività, già da metà dicembre, di molti studenti o lavoratori fuorisede dal Nord o dall’Europa. «Centinaia sono i messaggi che ricevo ogni giorno», ci dice.
Il professore è preoccupato ma speranzoso: la ricetta vincente, secondo lui, è quella di «smettere di fare il tracciamento» («i tamponi rapidi funzionano solo nei primi giorni di malattia ma non per chi non presenta sintomi visto che non hanno sufficiente sensibilità»), di «imporre l’obbligo vaccinale» senza ricorrere più allo strumento del Green pass, di utilizzare il prima possibile la pillola anti-Covid perché – spiega – «le armi si stanno spuntando, le stiamo perdendo».
Sulla pillola i dubbi sono ancora tanti: «Visto che va usata preferibilmente nei primi giorni della malattia, chi la prescriverà? Certamente non noi dal momento che in ospedale i pazienti arrivano al nono-decimo giorno della malattia».
Una cosa è certa: per spegnere il virus serve solo ed esclusivamente il vaccino, soprattutto la terza dose: «Così trasformiamo il virus in una malattia leggera, in un raffreddore o tracheite banale, con tosse e starnuti, niente di più. Ho anche amici con terza dose già infettati ma, ripeto, hanno sintomi banali. Il mio consiglio è quello di vaccinarsi, di farsi la terza dose, qualunque sia il vaccino».
Ed è qui che sorge un altro problema: in molte città, da Milano a Catania, è praticamente impossibile avere una terza dose con Pfizer, se non per determinate categorie. Il booster solitamente viene fatto con Moderna: «Da noi molti vanno via perché non utilizziamo Pfizer per le terze dosi. Si lamentano e preferiscono rimandare. Invece, devono sapere che gli anticorpi entro i 7 mesi si abbattono. Chi si è vaccinato a luglio, ad esempio, rischia già da dicembre di avere un bassa carica di anticorpi. Quindi, la soluzione resta quella del vaccino, il prima possibile».
(da Open)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
“PER COLPA SUA RISCHIAMO DI SCENDERE SOTTO IL 10%”
«Rischiamo di scendere sotto il 10% se non torniamo ad una azione politica incisiva». Vincenzo Spadafora, ex ministro del Movimento 5 Stelle del governo Conte I, è molto critico nei confronti dell’operato del leader del partito, Giuseppe Conte. «Penso che le sue prime scelte, come accedere al finanziamento pubblico, riabilitare la figura di Berlusconi, astenerci al Senato su Renzi e Cesaro, rimettere in discussione i due importanti referendum su eutanasia e cannabis, abbiano disorientato non poco il nostro elettorato», attacca in un’intervista al Corriere della Sera.
Secondo i retroscena di questi giorni, il presidente del MoVimento 5 Stelle starebbe preparando un appello ai partiti per portare una donna al Quirinale. «Da che io ricordi prima dell’elezione del capo dello Stato è sempre un grande classico», chiosa Spadafora. «Sarebbe certamente una bella novità, ci sono alcune personalità che per esperienza, cultura politica ed istituzionale sarebbero perfette per un ruolo così delicato e importante. In alcuni articoli, però, ho letto anche nomi che non credo siano votabili per il Movimento».
Nel frattempo la situazione interna al movimento grillino continua a essere fatta di malumori e divisioni. Che «nascono quando il gruppo parlamentare scopre una rosa di nomi ipotizzata dal proprio leader leggendo i giornali, non perché donne», spiega ancora l’ex ministro.
«So che Conte intende riunirci a gennaio e credo sia utile rinviare ad allora ogni altra considerazione sul metodo e sulle eventuali persone da proporre». Prima delle feste l’ex premier ha cominciato un confronto comune anche con il leader del Pd, Enrico Letta, e con il ministro Roberto Speranza per Mdp – Articolo 1. Ma per il momento il processo non sembra evolversi.
«Credo che sia doveroso per noi iniziare il confronto sul Colle con coloro che giocano nel nostro stesso campo e con i quali in futuro, come ha detto il presidente Conte, formeremo il campo progressista», commenta Spadafora.
Conte «deve riuscire a tenere uniti i gruppi parlamentari, che devono essere coinvolti in un ragionamento politico condiviso e non a cose fatte. Sono certo che il nostro gruppo parlamentare, per esempio, ribadirà con nettezza l’importanza che Draghi resti presidente del Consiglio. Anche perché, come prima forza politica parlamentare, dobbiamo giocare un ruolo da protagonisti e non subire scelte altrui».
(da agenzie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
LE IPOTESI SU QUARANTENA E SUPER GREENPASS AL LAVORO
Attesa oggi l’indicazione del Cts sulla possibile riduzione della quarantena per i
vaccinati positivi.
Potrebbe passare dalla modifica dei tempi per la quarantena la prossima stretta del governo contro il Coronavirus che porterebbe a un ampliamento dell’obbligo vaccinale di fatto per circa 25 milioni di italiani e maggiori restrizioni per i non vaccinati.
Lo scenario di un lockdown per i No vax, escluso dallo stesso Mario Draghi fino a poco meno di un mese fa, oggi torna con insistenza sul tavolo del governo, spinto dalla nuova ondata di contagi che solo ieri ha toccato il picco di 80 mila nuovi contagi e 202 morti.
Cifre che assieme ai rischi della maggior diffusione della variante Omicron convincono il ministro del Lavoro Andrea Orlando e quello della Pa Renato Brunetta a valutare l’esclusione del tampone per ottenere il Green pass da esibire sul posto di lavoro, ormai obbligatorio dallo scorso 15 ottobre.
Come riporta il Corriere della Sera, quindi, se nel governo dovesse passare la linea più rigorista, contro cui si oppone la Lega e resta cauto il M5s, per 25 milioni di italiani sarà possibile lavorare solo se si è vaccinati o guariti. Con un obiettivo finale che Brunetta indica: «nel lockdown per i non vaccinati».
Dal vertice delle Regioni di questa mattina partirà la richiesta agli esperti del Comitato tecnico scientifico di valutare la riduzione, se non l’azzeramento, della quarantena per i vaccinati che hanno avuto contatti con un positivo.
Già oggi chi ha ricevuto la seconda dose da meno di quattro mesi o ha già la terza gode di un periodo più breve di isolamento (7 giorni) rispetto a chi non è vaccinato (10 giorni). I governatori chiedono che i vaccinati non siano costretti a fermarsi in caso di contatto con un positivo, ma passino «dalla quarantena all’auto-sorveglianza», restando sotto osservazione del medico di base in caso di sintomi. Nel documento dei governatori si chiede poi di abolire il tampone per i vaccinati che dovranno concludere il periodo di isolamento. Proposte che, secondo Repubblica, nel Cts qualcuno considera «irricevibili», soprattutto in una fase di ripresa dei contagi e di incognite sugli effetti che potranno avere sugli ospedali.
(da agenzie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
IN UNO STATO NORMALE CHI DIFFONDE IL VIRUS E’ UN CRIMINALE; FICCATELO IN TESTA
Ancora un attacco di Adriano Celentano contro talk show, giornalisti ed esperti, in difesa dei no vax. Con un video apparso sui suoi profili Facebook e Instagram, in cui compare anche in prima persona, il cantante invita a fermare quella che definisce la “dittatura dei talk show sui no vax” e ricorda ai conduttori che il loro compito è di “essere imparziali tra chi si vaccina e chi non si vaccina”.
Secondo il “Molleggiato” i salotti televisivi starebbero esacerbando gli animi contro chi scegli di non immunizzarsi, e nel filmato sembra strizzare l’occhio al programma di Rete 4 Controcorrente, condotto da Veronica Gentili.
Ammirazione anche per la giornalista Maria Giovanna Maglie quando – intervenendo proprio a Controcorrente – spiega che “le terapie alternative al vaccino ci sono da tempo, sono sperimentate, ne stanno arrivando di nuove, e quando abbiamo fatto un consesso internazionale per discuterne solo uno era scettico ed era un italiano“.
Nel pieno della quarta ondata di contagi, dopo essersela presa con Enrico Mentana, che aveva preso posizione contro i no vax ospiti in tv, e dopo il litigio a distanza con Luca Telese che gli diede del “babbione”, Celentano se la prende con i talk che non offrono una controparte sufficientemente bilanciata quando si parla di vaccini e Covid. Attaccando a distanza il direttore del Tg La7 gli disse: “Caro Mentana, bisogna essere amici con quelli che hanno paura, non puoi lasciarli fuori dalla porta. Anche tu hai paura altrimenti non ti saresti vaccinato. È assurdo instaurare una guerra tra paurosi, ognuno dovrebbe comprendere l’altro”.
(da agenzie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
LE TELEFONATE DI BERLUSCONI PER LA CORSA AL QUIRINALE
La storica villa San Martino di Arcore somiglia più a un call center in questi giorni di
festa. Silvio Berlusconi crede fortemente di poter diventare il prossimo Presidente della Repubblica, e continua a sondare il terreno con i parlamentari più fidati e non. “Che ne pensi della mia candidatura al Colle?”, la domanda più ricorrente, tra un augurio di Natale e di “buon anno”.
Conti alla mano, immaginando un centrodestra che voti compatto per lui, ci sarebbero da convincere circa 50-60 “grandi elettori”.
Dal suo studio – riferisce Adnkronos – starebbe chiamando al telefono, uno ad uno, tutti i suoi parlamentari, per sondare gli “umori del palazzo”. Cerca di piacere a tutti, vuole attrarre in maniera trasversale, puntando soprattutto ai delusi e agli scontenti, spaventati dal voto anticipato. Si spiegano così le sue uscite più morbide verso il reddito di cittadinanza, per cercare di strizzare l’occhio ai 5 stelle che tanto lo hanno criticato.
In cuor suo l’ex premier, che non ha mai ufficializzato la sua candidatura, coltiva la speranza di poterla spuntare alla quarta votazione, quando il quorum si abbassa e l’emiciclo – complice il voto segreto – può riservare le maggiori sorprese.
Nelle ultime telefonate ai “suoi”, il leader azzurro avrebbe raccontato che i sondaggi sono dalla sua parte. In particolare quelli d lui commissionati, che prevedono – con lui al Quirinale – un balzo in avanti di Forza Italia nelle intenzioni di voto.
Anche Vittorio Sgarbi, ex forzista ora deputato del Misto, appoggia la sua candidatura. “Berlusconi è convinto di fare il presidente della Repubblica – dice – e io gli auguro che vada tutto bene”. Ma sulla tenuta dell’esecutivo dopo una eventuale elezione dell’ex Cav al Colle va in controtendenza: “Io penso tutto il contrario di quello che scrivono, cioè che se Berlusconi diventa presidente della Repubblica, si fa probabile il voto anticipato, nel 2022”.
Sul fronte dem Enrico Borghi, deputato del Pd e membro della segreteria Letta, commenta: “Finché è in campo questa cosa di Berlusconi, la discussione è congelata e restando congelata è come il calcio ad agosto: chiacchiere e fantacalcio”.
(da agenzie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
LO SFOGO DI CLAUDIA
Claudia Frizzarin ha 35 anni anni e vive a Padova da sola, grazie all’aiuto di assistenti domiciliari che si recano da lei solo in determinati orari, in modo da sopperire alle esigenze che la sua disabilità le comporta.
Una spesa che riesce a coprire in parte con preziosi fondi comunali, in parte con il progetto “Vita Indipendente” e in parte, purtroppo, con le proprie finanze.
Sul suo profilo Instagram Claudia ha pubblicato una tanto simpatica quando emblematica foto con in mano una mazzetta di banconote a ventaglio da cinquanta euro, e il seguente testo: “Con la fine del 2021 arrivano un sacco di novità, tra cui il “poderoso” aumento della pensione di invalidità. Stamattina mi è arrivato il prospetto INPS in cui sono messi in chiaro gli aumenti a partire dal 1o Gennaio 2022. Nello specifico la pensione di invalidità passa da 287,09€ a 291,69€ con un aumento di 4,60€ mensili mentre l’accompagnatoria passa da 522,10€ a 525,17€ con un aumento di 3,07€ mensili. Quindi in totale avremo un aumento di 7,67€ mensili”.
La descrizione trasparente di Claudia vien ben rappresentata dall’emoji, a fine frase, con gli occhi e la lingua a forma di simbolo del dollaro, e infatti prosegue concludendo così: “Qui si sboccia ragazzi! Il 2022 sarà sicuramente l’anno della svolta. Peccato che rotello in una rotonda!”.
La situazione di Claudia, che ha pure dovuto lasciare un lavoro a tempo pieno accontentandosi di un part-time per non vedersi abbassata la pensione, è quella di tantissime persone con disabilità che non solo si trovano a pagare un prezzo carissimo per provare a essere il più indipendenti possibili, ma che vengono addirittura prese in giro dalle Istituzioni che, soprattutto durante le campagne elettorali, millantano comprensione, solidarietà e aiuti totalmente inesistenti. Perché no, poco più di 7 euro al mese non sono un aiuto concreto ma un’offesa all’intelligenza e alla dignità di ognuno.
Perciò pensiamoci bene la prossima volta che sentiremo la politica strumentalizzare (sì, strumentalizzare) la categoria dei disabili vantandosi di tutele trasparenti. Soprattutto quella parte che lo ricorda a ogni occasione, ostentando la realizzazione di Ministeri ad hoc che di fatto, ad oggi, a niente sono serviti se non a discriminare ulteriormente, facendo cento passi indietro sul fronte culturale, a discapito dell’inclusione vera. Perché fare propaganda sulla pelle degli ultimi è la cosa più ingiusta che ci possa essere, e chi ritiene di trovarsi dalla parte dei fragili sapendo di mentire rappresenta la vetta più alta di una vergogna inaccettabile.
(da agenzie)
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Dicembre 29th, 2021 Riccardo Fucile
CHIEDE LA SCARCERAZIONE PERCHE’ STARE IN CARCERE CON UN POSITIVO SAREBBE UN ATTENTATO ALLA SUA VITA
Roberto Fiore le sta provando tutte per uscire dal carcere di Poggioreale a Napoli, nel
quale si trova recluso per aver guidato l’assalto alla Cgil dello scorso 10 ottobre insieme a Giuliano Castellino.
I due leader di Forza Nuova si erano visti respingere la richiesta di arresti domiciliari già lo scorso 23 dicembre, con il Gip del Tribunale di Roma che ritenne la misura non adeguata vista la loro pericolosità e i due che in quell’occasione parlarono di “processo politico”.
Ora Nicola Trisciuoglio, che difende Fiore, ha annunciato che presenterà una nuova revoca della custodia in carcere, questa volta per motivi di salute.
“Un uomo detenuto nella cella del carcere di Poggioreale dove è recluso Roberto Fiore – dice il legale – è risultato positivo al Coronavirus. Il che, considerate le patologie del presidente di Forza Nuova già compiutamente certificate nella relazione medica della professoressa Carmela Rescigno (si parla di ipertensione arteriosa resistente a terapia farmacologica e obesità, ndr) e ignorate totalmente dalla procura e dal gip del tribunale di Roma, significa un attentato alla sua vita”.
Argomentazione che fa quasi sorridere vista la retorica di Forza Nuova basata sul complottismo e sul negazionismo quando si parla di pandemia e vaccini.
Ad agosto una circolare interna al movimento, varata su input di Fiore, minacciava l’espulsione da Forza Nuova per chiunque “militante o dirigente, per qualunque ragione si adeguasse a questa intollerabile e, nelle intenzioni del sistema, definitiva operazione di controllo sociale”.
Una crociata che in prima battuta sembrava essere contro il farmaco, vista anche la postilla che diceva: “Naturalmente non sarà interessato alla misura estrema chi, per ragioni familiari, personali o lavorative, facesse ricorso all’uso del tampone rapido, così come chi, magari un vaccinato pentito, si rifiutasse comunque di munirsi dello strumento Green Pass, anche a costo di perdere il lavoro”.
La rettifica arrivò in un secondo momento da Giuliano Castellino, che all’Adnkronos specificò: “La nostra battaglia non è contro il vaccino. Chiunque sceglie di vaccinarsi può scendere in piazza con noi a manifestare. Ciò che contestiamo, e riteniamo inconciliabile con le nostre lotte, è il Green Pass. Per questo chi lo scarica e lo utilizza verrà espulso dal movimento”.
L’avvocato Triscuoglio dice di aver avvertito il garante dei detenuti del Comune di Napoli e quello della Regione Campania. “Unitamente alla professoressa Carmela Rescigno – aggiunge il legale – chiederemo un incontro ad horas con il Direttore Sanitario della struttura carceraria. In queste condizioni non è monitorabile il paziente all’interno del carcere per le sue gravi patologie su cui va a incidere l’eventualità concreta del contagio. Ognuno deve in questo momento assumersi le proprie responsabilità, anche quella di tramutare una misura custodiale massima in una condanna a morte”.
(da agenzie)
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