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“VACCINATEVI O CAMBIATE MEDICO“: LA CORAGGIOSA DOTTORESSA STUFA DEI PAZIENTI NO VAX

Gennaio 29th, 2022 Riccardo Fucile

IL CARTELLO FUORI DALLO STUDIO… “ME NE FREGO DELLE MINACCE, SONO UN MEDICO COERENTE. O SE NE VANNO DA SOLI O LI RICUSO“

37 anni di servizio in tre comuni del pavese, la dottoressa Antonella Rezzani ha affisso fuori i suoi studi medici il cartello con l’ultimatum per i suoi pazienti. Ats è già intervenuta per far togliere il comunicato ma lei tira dritto: «Non ci penso nemmeno»
«Invito tutti i miei assistiti, che abbiano consapevolmente scelto di non vaccinarsi contro la Covid-19, contrariamente alle mie indicazioni, a scegliere un diverso medico di medicina generale».
Il cartello affisso fuori dalla porta dei tre studi medici della dottoressa Antonella Rezzani parla chiaro a tutti i pazienti No vax. Medico di Verrua Po, 62 anni, la dottoressa assiste i cittadini del suo comune e di altri due centri, Rea Po e Pinarolo Po, gestendo anche le farmacie degli stessi paesi lombardi.
Medico di base da 37 anni non è più disposta a mettere a disposizione le proprie competenze a servizio di coloro che, nonostante i mesi di campagna vaccinale, abbiano scelto di rifiutare la protezione anti Covid.
Il suo comunicato ha destato non poche polemiche tra gli assistiti No vax, facendo reagire la stessa Ats che ha invitato la dottoressa «a togliere subito il comunicato» dalle sue porte.
Anche l’Ordine dei medici si è detto preoccupato «per il disagio importante espresso da parte di alcuni sanitari», come Rezzani, sottolineando «non sia corretto agire in questo modo, in quanto un medico non può rifiutarsi di prestare assistenza».
La dottoressa lombarda non è l’unica negli ultimi mesi ad aver preso decisioni simili. Prima di lei anche Mara Maffeis, medico di base della Val Seriana, nella Bergamasca: lo scorso dicembre annunciò con uno status Whatsapp di voler smettere di curare chi rifiuta il vaccino anti Covid, con tanto di intervento dell’Ats per bloccare la protesta della dottoressa.
«Nessuna paura delle minacce»
Ma il medico di base per ora sembra continuare per la sua strada di protesta. Ats ha richiamato la dottoressa dandole 20 giorni di tempo per rimuovere il comunicato appeso alla porta. Ma lei tira dritto: «Non ci penso nemmeno», ha risposto. «Continuerò a sostenere questa tesi non perché sia opportuno farlo, ma perché ritengo che sia la sola via d’uscita per salvarci. Se interverranno problemi, se ci sarà motivo per prendere posizione certamente lo farò e, se necessario, anche attraverso l’assistenza di un legale».
Nemmeno le prime minacce da parte dei pazienti hanno attecchito sulla presa di posizione del medico di base. «Proprio ieri un paziente mi ha contattato per conto della madre anziana. “Dottoressa se non visiterà mia mamma senza obbligarla a vaccinarsi, se ne pentirà”, mi ha detto».
«Sono un medico coerente»
La decisione di Rezzani di appendere il comunicato sulla porta è nata dal difficile confronto avuto con una paziente. «La signora è entrata nel mio studio chiedendo un certificato di malattia per il datore di lavoro», racconta la dottoressa, «mi ha spiegato che non si è vaccinata e io le ho fatto presente che questo è in conflitto con ciò che da tempo suggerisco ai miei assistiti, cioè che si immunizzino contro il Covid. Per cui le ho rilasciato il certificato, ma ho precisato che, se non provvederà, sarà l’ultimo».
Una presa di posizione che la dottoressa definisce semplicemente come frutto «della coerenza che un medico deve avere». Quella stessa coerenza che fin dai primi mesi di campagna vaccinale l’ha portata a girare di casa in casa per immunizzare i fragili impossibilitati a raggiungere l’hub vaccinale.
«E pensare che tra loro c’erano persone pure giovani», racconta. «Non voglio favorire quella situazione accettando che non ci si vaccini. All’epoca, quando il virus ha iniziato a diffondersi tra noi e le difese erano scarse, io lavoravo solo con una mascherina e un paio di guanti. I vaccini non c’erano ancora e ogni giorno rischiavo la vita perché andavo a curare i contagiati a domicilio. Per questo, quando sono arrivati Pfizer, Moderna e Astra Zeneca ho subito sostenuto che dovessero essere utilizzati da tutti».
«Si lasciano convincere da messaggi assurdi»
Finora sono 12 gli assistiti No vax della dottoressa Rezzani che hanno cambiato medico. 33 quelli che sono stati convinti dal suo appello e sono andati a vaccinarsi. All’Ordine dei medici e a tutti quelli che parlano di una lesione del codice deontologico della professione, il medico risponde: «Il rapporto tra dottore e paziente è basato sulla fiducia e il rispetto reciproco: questi elementi vengono a mancare nel caso in cui il paziente dubiti delle indicazioni del medico curante. Ho visto persone, tra i miei pazienti, che reputavo intelligenti, scegliere di non immunizzarsi. Mi ricordo una madre di 70 anni con il figlio di 40 che assolutamente non volevano saperne, e hanno cambiato medico. Perché lo fanno? Si lasciano convincere da messaggi assurdi. Spesso ho detto loro di rivolgersi a me per avere spiegazioni sui vaccini, ovviamente su base scientifica. Ma non vogliono saperne, preferiscono dar retta a tesi che non hanno fondamento, spesso strampalate».
Alla luce di un vero e proprio muro ideologico alzato da alcuni pazienti, Rezzani ribadisce convinta: «Invito tutti i miei assistiti che non si vaccinano a scegliere un altro medico, così non sarò costretta alla spiacevole pratica della ricusazione».
(da Open)

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NELLA NOTTE LO STRAPPO DI BERLUSCONI E CENTRISTI: “SALVINI NON CI RAPPRESENTA PIU’, TRATTIAMO DA SOLI“

Gennaio 29th, 2022 Riccardo Fucile

CASINI SI RITIRA: “AVANTI CON MATTARELLA, PRIMA L’ITALIA“

Il centrodestra si spezza in due alla vigilia della settima votazione per il Quirinale. Al termine di una riunione durata un’ora e mezza e andata in scena durante la notte il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani, Lorenzo Cesa dell’Udc, Maurizio Lupi di Noi per l’Italia e Giovanni Toti con Paolo Romani per Coraggio Italia hanno scelto di sostenere Pier Ferdinando Casini per il Colle.
Si tratta, spiega l’agenzia Ansa, di un vertice importante perché, dopo lo strappo tra Forza Italia e il resto del centrodestra, sancisce la nascita di un nuovo gruppo di grandi elettori che porteranno avanti trattative autonome.
Silvio Berlusconi è pronto a scendere in campo per trattare personalmente a nome del suo partito. Niente più delega a Matteo Salvini, che sconta anche il flop Casellati.
Gli approdi finali della partita del Colle secondo il Cavaliere sono Casini o il Mattarella bis. Con il primo si sarebbe sentito al telefono ma non esclude affatto la pista del secondo incarico per l’attuale presidente. E soprattutto, da domani sarà lui – spiega una fonte parlamentare azzurra all’agenzia – a trattare.
Stamane la svolta per il Mattarella bis e il ritiro di Casini
(da agenzie)

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E ALLA FINE COSTRETTI IN GINOCCHIO A IMPLORARE MATTARELLA DI RESTARE: SALVINI DISTRUTTO, MOLLATO DA BERLUSCONI, MELONI E CENTRISTI

Gennaio 29th, 2022 Riccardo Fucile

NEL POMERIGGIO VOTO PLEBISCITARIO PER MATTARELLA… ORA QUALCUNO CITOFONI A SALVINI: “STA QUI IL CAZZARO?“

Tutte le strade portano a Mattarella. Tramontati i nomi impresentabili della prima ora (vedi alla voce Berlusconi), fallite le prove muscolari di Salvini, abortite le fughe in avanti di Conte, frustrato ogni tentativo di mediazione, quello che resta sul campo di battaglia è un nome solo, quello di sempre: il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
L’unico nome capace di mettere d’accordo tutti. O quasi.
L’unico profilo a cui nessuno può dire di no, assieme a Draghi, che però è prigioniero paradossalmente di se stesso e di uno scranno che non può abbandonare senza terremoti politici.
In un Parlamento mai così lacerato e spaccato a metà, in uno scenario in cui nessun schieramento (figuriamoci partito) può vantare una maggioranza assoluta, i candidati di parte e di bandiera finiscono per diventare carne da macello in pasto non solo agli avversari ma anche ai franchi tiratori, come l’operazione Casellati ha messo a nudo in modo fin troppo chiaro.
Stesso destino quello toccato a Elisabetta Belloni, finita nel tritacarne mediatico in seguito a un doppio, improvvido, annuncio di Conte e Salvini, in una triste riedizione del governo gialloverde durata il tempo di un’edizione del telegiornale e impallinata prima ancora di arrivare in aula dai niet di Renzi, Berlusconi e larga parte del Pd.
Più protetto ma egualmente all’angolo Casini, che piace a Italia Viva, Forza Italia, è digerito a denti stretti dal Partito Democratico, ma paga il veto incrociato di Lega e 5 Stelle.
Le condizioni poste da Mattarella (e da Draghi) per ripensarci
In questo scenario da guerra di logoramento, in cui le forze politiche si barricano nelle trincee e ogni tentativo di rompere gli schemi finisce impallinato nel giro di poche ore, ogni ora che passa si fa più concreto il nome di Sergio Mattarella, che non a caso, ad ogni votazione, vede crescere il suo consenso spontaneo, fino ai 336 voti che lo hanno spinto ieri sera al sesto scrutinio. Quasi un’acclamazione popolare che i partiti non possono più permettersi di ignorare. A due condizioni, però. Inderogabili.
La prima. Che Mattarella sia rieletto con un’ampissima maggioranza, superiore ai 661 voti con cui è stato eletto nel 2015 e in linea con l’attuale maggioranza di governo, vincolo, quest’ultimo, posto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi per garantire la tenuta del governo.
Due. Che, se elezione dev’essere, non sia a tempo, a scadenza, né sottoposta a pressione alcuna da parte delle forze politiche. Non sarà, per intenderci, una riedizione del Napolitano bis.
Difficile capire i tempi, anche se i rumors parlamentari parlano già di proclamazione al secondo scrutinio di oggi, intorno alle 19.30. Massimo alla prima votazione di domani. Un gran sacrificio di Mattarella, sempre più l’uomo della Provvidenza.
Salvini, dopo anni trascorsi a delegittimare ogni modo il Capo dello Stato, fiutando l’aria che tira, si è già portato avanti e poco fa ha cinguettato: “Se sono tutti no, allora val la pena dire Mattarella ripensaci”, mentre Giorgia Meloni avrà tutto sommato gioco facile nell’elettoralistica parte della barricadera tenacemente all’opposizione.
Il tutto mentre Casini sul suo profilo Instagram ha scritto un eloquente: “Prima di noi viene l’Italia”, con tanto di tricolore che assomiglia tanto a una bandiera bianca. L’ultimo tassello che mancava a un puzzle che si sta ricomponendo a gran velocità di ora in ora, fino all’epilogo finale, forse l’unico che è mai stato veramente possibile.
(da NetQuotidiano)

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