Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
DUE DECRETI E TANTE CHIACCHIERE… SOLO IL 7% SALVATI DALLE ONG, IL 93% E’ ARRIVATO IN MODO AUTONOMO
In Italia, da quando è iniziato il governo Meloni, sono sbarcate oltre 100mila persone migranti. Un anno fa, nello stesso periodo ottobre-luglio, gli arrivi erano stati circa 47mila. Sono più che raddoppiati quindi gli arrivi, nonostante una politica fortemente anti-immigrazione portata avanti dall’esecutivo di centrodestra. Il decreto Cutro e il decreto Ong, così come gli annunci sul cambio di passo impresso all’Europa in materia di migranti, non sono serviti a frenare l’aumento di partenze – soprattutto da Libia, Tunisia e Turchia – che ha fatto raddoppiare gli sbarchi
A sottolineare il dato è stato Matteo Villa, ricercatore Ispi. I dati del ministero dell’Interno mostrano che, dall’inizio del 2023, sono arrivate in Italia tramite il Mediterraneo 72.387 persone migranti. Negli stessi mesi del 2022 erano state 30.939 (meno della metà), l’anno prima ancora 23.942 (circa un terzo). Insomma, è chiaro che nel 2023 il ritmo è decisamente aumentato.
Villa ha sottolineato che, sempre secondo numeri del Viminale, nessun intervento è servito in modo significativo a rallentare le partenze da Libia, Tunisia, e in misura minore Turchia. A inizio anno il decreto Ong aveva introdotto un nuovo codice di condotta per le navi di organizzazioni che operano soccorso in mare, rendendo più difficile il loro lavoro. Dopo la strage di Cutro, con un nuovo decreto in materia di migrazioni il governo aveva limitato la protezione speciale e anche istituito una nuova aggravante penale per gli scafisti. Nulla di tutto ciò ha fatto rallentare le partenze in modo visibile. L’unico freno c’è stato nel periodo di maggio, anche a causa del meteo che complicava le operazioni in mare. Da allora, il ritmo ha ripreso a salire.
Il governo Meloni ha insistito molto che la soluzione, per l’Europa intera, è quella di limitare le partenze dai Paesi di origine e quelli di imbarco. In particolare, da mesi l’Italia ha iniziato a stringere i legami con la Tunisia, cercando di agevolare i rapporti anche con l’Unione europea e con il Fondo monetario internazionale. Certo è che, osservando i dati del Unhcr e del Forum tunisino per i diritti economici e sociali, la Guardia costiera tunisina sta già intervenendo moltissimo. Infatti, negli ultimi dodici mesi le persone che sono partite dalla Tunisia e sono sbarcate in Europa sono circa 55mila, mentre quelle che i militari tunisini hanno intercettato sono state circa 51mila. Quasi lo stesso numero.
Come evidenziato da Villa, anche rendere la vita più difficile alle Ong non è servito a far scendere gli sbarchi. L’ennesima dimostrazione che la presenza di navi di soccorso nel Mediterraneo non porta ad aumentare le partenze, ma solo la quantità di persone salvate. Per i dati calcolati da Ispi, da quando è iniziato il mandato di Matteo Piantedosi è aumentata di molto in media la distanza che le navi devono percorrere dopo aver effettuato un salvataggio, per arrivare al porto sicuro assegnato. In molti casi, il porto stabilito era a più di 400 chilometri da Lampedusa, a volte anche più di 600 (basta pensare a città del Centro-Nord come La Spezia), mentre per buona parte del mandato di Luciana Lamorgese, nel governo Draghi, la distanza era stata di circa 200 chilometri.
L’unico effetto è stato che quest’anno le Ong hanno contribuito solo per il 7% agli sbarchi di migranti nel Paese, mentre l’anno scorso nello stesso periodo il dato era al 18%. Questo ha aumentato ancora i carichi di lavoro della Guardia costiera e della Guardia di finanza. E, nel frattempo, gli sbarchi hanno comunque continuato a salire fino a raddoppiare.
(da Fanpage)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
A QUEL PUNTO IL DOSSIER DOVRÀ PASSARE DAL CONSIGLIO, CHE SI PRENDERÀ UN ALTRO MESE: NELLA MIGLIORE DELLE IPOTESI L’ITALIA AVRÀ I FONDI DELLA PRIMA DELLE DUE RATE DI QUEST’ANNO A NATALE… SE COSÌ NON FOSSE, IL TESORO SARÀ COSTRETTO A REPERIRE SUL MERCATO CIÒ CHE DALL’EUROPA NON ARRIVERÀ: SI TRATTA DI 34 MILIARDI
«L’Italia ha chiesto e ottenuto la disponibilità ad alcune modifiche, non altro al momento». La reazione di un alto funzionario della Commissione europea alla decisione italiana di rinegoziare la quarta rata del Recovery Plan è laconica. La ragione di tanta cautela è nei tempi burocratici degli uffici di Bruxelles, che ora avranno bisogno di un paio di mesi per valutare i documenti. E poiché di mezzo ci sono le vacanze estive, è più probabile che ne impieghi tre.
A quel punto il dossier dovrà passare dal Consiglio, che si prenderà un altro mese: nella migliore delle ipotesi l’Italia avrà i fondi della prima delle due rate di quest’anno a Natale. Se così non fosse, il Tesoro sarà costretto a reperire sul mercato ciò che dall’Europa non arriverà. Sulla carta si tratta di 34 miliardi, ma poiché la parte di fondi a debito erano già acquisiti nelle stime di finanza pubblica, le emissioni potrebbero limitarsi alle quote a fondo perduto del Recovery, circa dieci miliardi.
Molte alternative il governo non ne aveva. La mail della svolta sul Recovery Plan è delle 22.46 di lunedì. Oggetto: «Convocazione della cabina di regia». Giorgia Meloni e Raffaele Fitto prendono la decisione dopo l’ennesimo viaggio a Bruxelles del ministro degli Affari comunitari e il tentativo di mettere ordine a un piano troppo grande per essere rivoluzionato. Fitto aveva promesso una revisione complessiva del Pnrr italiano entro l’estate, e invece si limita a chiedere di ritoccare la quarta rata, quella scaduta il 30 giugno. È una delle meno impegnative di tutto il Piano, ma dentro ci sono alcuni obiettivi impossibili da raggiungere al cento per cento.
Due quelli degni di nota: quello per la costruzione dei nuovi posti negli asili nido – 265mila entro il 2025 – e le 6.500 colonnine per la ricarica elettrica delle auto, parte anche in questo caso di un progetto che prevede di arrivare a fine piano a ventunomila.
Con il passare delle settimane Fitto e la struttura di missione costituita a Palazzo Chigi fanno i conti con una realtà sempre più complessa.
Fitto vorrebbe sfrondare gli interventi minori, ridisegnare tutta la programmazione dei fondi ordinari di coesione delle Regioni, spostare al 2029 molte scadenze che diversamente andrebbero rispettare entro giugno 2026. E però ogni tentativo di cambiare sta andando a sbattere contro la determinazione di sindaci, governatori e ministri a non perdere un solo euro conquistato sulla carta.
Il documento che Fitto ha consegnato ieri ai giornalisti segue l’ultima telefonata con i tecnici di Bruxelles e il commissario Paolo Gentiloni. Fitto sottolinea i ritardi accumulati prima del suo arrivo.
La decisione del ministro di procedere con la revisione in assenza di Meloni – a Vilnius per il vertice Nato – è frutto di un pressing costante di Gentiloni, che lo avverte più volte del rischio concreto di non ottenere nemmeno un euro delle due rate 2023 entro dicembre. […] Fino al 31 agosto il governo ha tempo per proporre una revisione larga del Piano, ma con il passare delle settimane sembra prevalere la realpolitik. Entro fine anno ci sono da raggiungere altri 69 obiettivi, e si riproporrà il dilemma di luglio.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
I FILMATI SONO STATI REGISTRATI A UNA FESTA DI CAPODANNO A CASA DI UN 14ENNE… I PARTECIPANTI SI ERANO MESSI D’ACCORDO SU CHI AVREBBE PROCURATO HASHISH E MARIJUANA, CHI SUPER ALCOOLICI E PROFILATTICI
La Polizia Postale della Toscana ha denunciato a vario titolo 24 minorenni per violenza sessuale aggravata ai danni di due ragazzine 12enni e per divulgazione di video pedopornografici in una vicenda di alcool, stupefacenti e rapporti sessuali. L’indagine, molto complessa, è stata coordinata dalla procura minorile di Firenze.
Contestata anche la produzione e la detenzione di pornografia minorile. Secondo quanto ricostruito, alcuni minori avrebbero compiuto atti sessuali con le due dodicenni, abusando della loro condizione di inferiorità psichica, dovuta alla giovanissima età e all’assunzione di sostanze alcoliche e stupefacenti, mentre altri avrebbero assistito alla scena, documentando con foto e video divulgati su piattaforme di messaggistica istantanea, diventando “virali”.
I filmati sarebbero stati registrati a una festa di capodanno a casa di un 14enne, ideatore dell’evento, e protagonista dei video. Alla festa avrebbero partecipato 17 minori (nove ragazzi e otto ragazze), quasi tutti coetanei, ad eccezione di due ragazzine di appena 12 anni alle quali l’organizzatore avrebbe suggerito di non dire la loro età agli altri partecipanti.
Le indagini sono scaturite dalla denuncia presentata dalla madre di uno dei ragazzi, che avrebbe trovato sul telefono cellulare del figlio un gruppo su WhatsApp, sul quale sarebbero stati fatti circolare due video, in cui, secondo quanto emerso, sarebbero comparsi due minori, una ragazzina dell’apparente età di 12 anni e un ragazzo più grande che consumavano un rapporto sessuale.
Dai filmati la Polizia Postale ha ricavato che le voci in sottofondo di altri minori, con accento toscano, esortavano i protagonisti a compiere atti sessuali. Da qui l’identificazione degli indagati tra cui gli autori delle riprese. Le indagini si sono svolte con perquisizioni, analisi degli smartphones, audizioni protette delle altre minori alla festa e da quelle delle due 12enni; per loro c’è stato incidente probatorio.
E’ stato vagliato anche cos’è accaduto nei giorni successivi, in particolare nei messaggi di un gruppo WhatsApp verosimilmente creato in occasione della festa da cui si ricava che tutti i partecipanti erano consapevoli che l’evento sarebbe stato caratterizzato dal consumo di alcool, stupefacenti e rapporti sessuali.
Ci sarebbero stati accordi per stabilire chi avrebbe procurato i procurarsi hashish e marijuana, chi super alcoolici e profilattici. Tutti i partecipanti, senza freni inibitori per effetto di super alcoolici e stupefacenti, avrebbero avuto rapporti sessuali promiscui.
La procura minorile ha ipotizzato a carico di sei partecipanti alla festa il reato di violenza sessuale aggravata dall’età e dalle condizioni di inferiorità psichica delle 12enni, nonché il reato di produzione, detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico a carico di altri tre partecipanti.
Il reato di divulgazione di materiale pedopornografico è stato ipotizzato anche nei confronti di altri 15 ragazzi, i quali, benché estranei alla festa, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, avrebbero però successivamente contribuito a divulgare i video.
Dal contesto, commenta la Polizia Postale, emerge un quadro di “assoluto svilimento delle persone offese, degradate e considerate al pari di oggetti con cui soddisfare un mero bisogno fisico”, “superficialità e indifferenza di chi assiste divertendosi, di chi riprende con soddisfazione e curiosità, di chi divulga con inconsapevolezza, banalizzando fatti che sono molto gravi”.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
BATTUTO L’ASSE PPE-SOVRANISTI
La proposta di legge sul “ripristino della natura” – che impegna a ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine ogni paese dell’Unione per tutelare la biodiversità entro il 2030 – ottiene l’ok di Strasburgo, sebbene con alcuni emendamenti rispetto al testo della Commissione. Come previsto il sì è arrivato con un margine abbastanza ristretto: 336 voti favorevoli, 300 voti contrari e 13 astenuti. Il primo segnale che la votazione si sarebbe conclusa favorevolmente per uno dei maggiori impegni della Commissione europea in tema ambientale era stata la votazione negativa sul respingimento (al Parlamento europeo si vota prima sul respingimento e quindi sul testo presentato) e qui il voto è stato davvero di un soffio: 324 contrari, 312 favorevoli e 12 astenuti. A sostenere che la normativa dovesse essere rispedita alla Commissione europea, che difficilmente avrebbe avanzato nuove proposte sul tema prima delle prossime elezioni, in particolare Ppe, Identità e democrazia, Conservatori europei, con i liberali spaccati. Secondo alcuni, l’asse tra Ppe e destre poteva rappresentare una prova generale di nuove alleanze politiche in vista degli attesi risultati delle Europee 2024.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
APPOSTAMENTO ALLE 6 DEL MATTINO, SPARATI QUATTRO COLPI DI PISTOLA LETALI
È stato raggiunto da quattro colpi di arma da fuoco mentre faceva jogging nella città di Krasnodar, nel sud della Russia. Così è morto Stanislav Rzhitsky, 42enne ex capitano di un sottomarino russo che lavorava come vice responsabile locale del dipartimento della Mobilitazione. Le prime informazioni fanno pensare a un agguato studiato nei minimi dettagli: diversi media russi hanno ipotizzato che Rzhitsky potrebbe essere stato rintracciato tramite il suo profilo sull’app di fitness Strava. Lì l’assassino avrebbe verificato gli spostamenti del sommergibilista – in una zona non coperta da telecamere di sicurezza – per poi raggiungerlo con quattro colpi al petto e alla schiena, riuscendo a fuggire indisturbato.
Il comitato investigativo del paese – l’equivalente dell’FBI statunitense – ha affermato che è stata avviata un’indagine per omicidio e che i funzionari cercheranno di «stabilire tutte le circostanze dell’incidente, nonché la persona che ha commesso il crimine e le sue motivazioni». L’ex ufficiale della Marina è stato colpito alla schiena e al petto da un uomo armato non identificato mentre faceva jogging in un parco vicino al centro sportivo Olimp.
Baza, un canale Telegram russo con stretti legami con la polizia, ha riferito che l’assassino avrebbe seguito le corse di Rzhitsky su Strava poiché l’uomo seguiva regolarmente lo stesso percorso mentre correva.
L’analisi degli spostamenti
Un’analisi della BBC Verify – il progetto anti-disinformazione – sul profilo del capitano Rzhitsky – che è pubblico – mostra che correva spesso nell’area in cui si dice che sia stato ucciso. Il suo indirizzo e i suoi dati personali erano stati caricati anche sul sito web ucraino Myrotvorets (Peacemaker), un vasto database non ufficiale di persone considerate nemiche dell’Ucraina
La parola “liquidato”, in lettere rosse, è stata ora sovrapposta alla sua fotografia sul sito.
L’intelligence militare ucraina ha affermato che il parco è deserto a causa delle forti piogge e «quindi non ci sono testimoni che possano fornire dettagli o identificare l’aggressore». Anton Gerashchenko, consigliere del ministero degli Interni ucraino, ha twittato che i media russi stavano accusando l’Ucraina di coinvolgimento, ma non ha spiegato che questo sospetto fosse giustificato. «Finora la polizia russa non è riuscita a trovare una sola telecamera di sorveglianza che mostri il crimine commesso. La ricerca continua».
Secondo fonti ufficiose avrebbe partecipato allo strike missilistico su Vinnytsya, nel luglio del 2022, che causò 23 morti, compresi tre bambini. E per questo sarebbe diventato un obiettivo per gli ucraini.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
SI TROVAVA NELL’HOTEL DUNE, CENTRATO DA UN MISSILE LANCIATO DA UN CACCIA UCRAINO CHE HA RASO AL SUOLO LA STRUTTURA
Il generale russo a due stelle Oleg Tsokov è stato ucciso in un attacco ucraino nella città di Berdyansk, sul mare di Azov. Pochi mesi fa, l’ufficiale era stato promosso vice-comandante del distretto meridionale, quello da cui dipendono le truppe che combattono nell’Ucraina occupata. Tsokov si trovava nell’Hotel Dune, centrato da un missile a lungo raggio Storm Shadow lanciato da un caccia di Kiev a oltre cento chilometri dalla linea del fronte.
La palazzina, un edificio moderno a pochi passi dalla spiaggia costruito per le vacanze della borghesia ucraina, era stata trasformata in quartiere generale russo. Sui canali Telegram circolano foto e filmati del volo del missile e dell’esplosione: stando alle testimonianze, l’albergo è stato raso al suolo.
Molti blogger militari russi hanno parlato della morte di Tsokov, che ha partecipato a tutte le fasi dell’invasione. Aveva preso parte ai conflitti della storia recente russa, con il battesimo del fuoco nella prima guerra cecena quando aveva guidato l’attacco contro la facoltà di studi petroliferi di Grozny.
Solo nel 2000 è stato ammesso all’accademia Frunze, dove si formano i vertici delle forze armate e poi era tornato sul campo in Cecenia alla guida di un battaglione meccanizzato, ottenendo la promozione a tenente colonnello. Secondo alcune fonti, era stato anche in missione in Siria. Sin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina ha avuto un ruolo chiave, con la responsabilità di un corpo d’armata della Guardia.
Nello scorso settembre è stato ferito a una gamba da un proiettile d’artiglieria nel Donbass ed è stato ricoverato a San Pietroburgo. A febbraio, quando è tornato in servizio, ha ottenuto una nuova promozione e l’incarico di numero due del distretto meridionale. L’uccisione di Tsokov testimonia la precisione devastante dei missili Storm Shadow, consegnati all’Ucraina da Gran Bretagna e Germania: ieri anche la Francia ha annunciato che fornirà la versione Scalp della stessa arma. Negli ultimi giorni sono stati intensificati i lanci di questi ordigni sulle retrovie russe, prendendo di mira caserme, depositi di munizioni e ponti: attacchi che servono a sostenere la controffensiva delle forze corazzate di Kiev.
(da agenzie)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
AL SUD UNA PERSONA SU DUE NON PUÒ PERMETTERSI DI TRASCORRERE LE FERIE LONTANO DA CASA, IN DIFFICOLTÀ LA FASCIA D’ETÀ TRA I 35 E 44 ANNI … LA CIFRA FOLLE CHE SPENDE IN MEDIA UNA FAMIGLIA DI 4 PERSONE PER ANDARE AL MARE: OLTRE 5 MILA EURO
Per nove milioni di italiani si prospetta un’estate a casa. Così emerge da un’indagine che Facile.it ha commissionato all’istituto di ricerca Emg Different. Le ragioni sono diverse, iniziando dai problemi economici delle famiglie. Ma c’è anche chi ha già esaurito le ferie o progetta una vacanza intelligente, magari a fine settembre.
Più nel dettaglio: sono soprattutto le persone tra 35-44 anni quelle che hanno affermato che resteranno a casa per ragioni legate a questioni di budget. Parliamo di 1,6 milioni di italiani. A livello territoriale, invece, le rinunce fioccano soprattutto nel Centro Italia dove il 66,7% dei cittadini se la prende con il caro-prezzi.
Soffrono anche gli abitanti del Sud e delle isole, dove 1 su 2 non ha la liquidità. Come detto, però, ci sono anche altre ragioni per cui tanti italiani non si concederanno una vacanza a luglio e ad agosto durante quest’estate. Il 17,2%, ovvero 2,9 milioni di persone, ha dichiarato che andrà in ferie durante un altro periodo dell’anno, in modo da evitare i prezzi alle stelle tipici dell’alta stagione.
La percentuale sale al 19,4% tra i 25-34enni e al 23,3% tra i residenti del Nordest, e raggiunge il 32,7% nella fascia dei 65-74enni.
Il 12%, invece, ha detto di non avere ferie quest’anno, mentre l’11% non potrà partire perché deve accudire parenti anziani che non possono essere lasciati da soli.
Dal monitoraggio effettuato dall’Osservatorio nazionale di Federconsumatori è venuto fuori che per un nucleo familiare composto da due adulti e due minori, il costo complessivo per una vacanza di sette giorni in una località balneare è di 5.781,24 euro. Il 19% in più rispetto a un anno fa.
La spesa per un soggiorno della stessa durata in montagna arriva a 4.482,54 euro (+9% sul 2022). Insomma, in montagna si risparmia il 22%. I costi più elevati, ricorda poi l’Osservatorio nazionale, si registrano sulle navi da crociera, dove oggi per una vacanza di una settimana si spendono in media 6.800 euro per una famiglia di quattro persone (+21% su base annua).
Infine, per due italiani su tre si conferma la tendenza a rimanere in Italia e non partire verso mete estere. Le ultime previsioni di Demoskopika sull’estate 2023 parlano a ogni modo di 68 milioni di turisti in Italia per quasi 267 milioni di pernottamenti, con una crescita rispettivamente pari al 4,3% e al 3,2% rispetto allo stesso periodo del 2022, quando gli arrivi avevano superato di poco la soglia dei 65 milioni e i pernottamenti erano stati 258 milioni. Per quanto riguarda l’effetto positivo sulla spesa turistica, sono stimati in entrata circa 46 miliardi di euro, con una crescita del 5,4% rispetto al 2022.
(da Messaggero)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
INTERDIZIONE PERPETUA DAI PUBBLICI UFFICI E CONFISCA DI 38.000 EURO
È arrivata una condanna a 2 anni e 10 mesi per peculato Alberto Di Rubba, nominato ad aprile nuovo amministratore federale della Lega.
Il giudice ha deciso per una interdizione perpetua dai pubblici uffici e una confisca di 38mila euro. La condanna rientra nel caso che ha visto coinvolta Lombardia Film Commission, di cui Di Rubbia è stato presidente: aveva portato già ad una condanna per Di Rubba e per Andrea Manzoni, ex revisore contabile della Lega alla Camera.
L’inchiesta della Procura riguardava la compravendita a prezzo ritenuto gonfiato di un capannone a Cormano, acquistato per 800mila euro da Lombardia Film Commission, ente regionale per la promozione del cinema sul territorio lombardo e che all’epoca era diretto appunto da Di Rubba. I fatti risalgono al 2017: secondo l’accusa i soldi pubblici spesi per quell’operazione immobiliare sarebbero finiti in società legate a tre commercialisti, mentre una parte dei fondi sarebbe anche arrivata in un conto in Svizzera.
Fin da subito l’accusa ha sostenuto che il giro di denaro sarebbe servito per creare fondi da mettere a disposizione del partito. Una parte dei soldi sarebbe stata usata per operazioni immobiliari come l’acquisto di due ville sul lago di Garda.
(da Fanpage)
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Luglio 12th, 2023 Riccardo Fucile
E’ PIU’ FORTE DI LORO: NON RIESCONO A STARE DALLA PARTE DELLA LEGALITA’
Governo battuto nell’Aula della Camera su un ordine del giorno di Gianni Cuperlo del Pd alla riforma fiscale. Il testo, su cui il sottosegretario all’Economia Federico Freni aveva espresso parere favorevole, è stato bocciato con 148 no e 131 sì.
I deputati di opposizione dicono che la «maggioranza ha sconfessato il sottosegretario». E il sottosegretario Freni lascia brevemente l’Aula per poi rientrare. Palazzo Chigi aveva dato parere favorevole ad un ordine del giorno del democratico Gianni Cuperlo che lo impegnava ad una campagna informativa per il contrasto all’evasione fiscale. La maggioranza però ha votato in dissenso dal Governo, bocciandolo.
(da agenzie)
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