Destra di Popolo.net

VOLEVANO IMPORGLI POVIA COME CANTANTE IN GARA, HOARA BORSELLI COME OSPITE E MOGOL COME CO-DIRETTORE ARTISTICO

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

LE RIVELAZIONI DEL CORRIERE DELLA SERA: AMADEUS HA LASCIATO LA RAI PER LE PRESSIONI E LE RICHIESTE RICEVUTE DAI VERTICI GOVERNATIVI… L’ENNESIMO SCONCIO ORBANIANO

Dopo 25 anni e cinque Festival di Sanremo da record, Amadeus è sull’uscio di casa Rai, pronto ai saluti. Destinazione? Canale Nove, di Discovery, dove dovrebbe raggiungere un altro ex Rai di lunga data come Fabio Fazio.
L’incontro con l’amministratore delegato Sergio già c’è stato, quello con il direttore generale Rossi avverrà nelle prossime ore, ma se è vero che non è una questione economica – le offerte sarebbero uguali – quanto di “progetti”, allora tutto si fa più complicato.
Mentre i vertici Rai provano a trattenerlo, aumentano le voci e le indiscrezioni sulle reali ragioni che hanno spinto Amadeus a considerare di lasciare la tv pubblica.
Secondo il Corriere della Sera, hanno influito le richieste, le pressioni, le imposizioni e tutto quel miscuglio di politica e intrattenimento che trova terreno fertile a viale Mazzini. Pronta è arrivata la smentita dell’ad Sergio: «Una infinità di false notizie, riferite al contratto di Amadeus, anche attraverso autorevoli testate, stanno danneggiando l’Azienda Rai. Tutto questo è inaccettabile», ha dichiarato il manager. Eppure Renato Franco, sul quotidiano milanese, fa nomi e cognomi e dà riferimenti puntuali a episodi che sarebbero avvenuti nel recente passato. Prima, durante e dopo l’ultimo Festival, ennesimo successo di Amadeus, che sperava così di avere un po’ più di libertà. Un’eventualità che non si è avverata e che ha contribuito a maturare nel conduttore l’idea di lasciare l’azienda.
Sanremo con Povia, Mogol e Hoara Borselli
Amadeus era convinto che i numeri dell’ultimo Festival, a chiusura delle cinque edizioni che ha condotto e diretto, lo avrebbero finalmente smarcato da una serie di legacci e pressioni interne all’azienda. Sarebbe stata l’occasione per sperimentare nuovi format e agire con un po’ più di autonomia: «Non vuole imposizioni sugli ospiti da chiamare nei suoi programmi, né vuole fare il giro di tutti gli studi Rai – in questo caso lui come ospite – per dare luce a trasmissioni che magari sono in difficoltà», spiega il Corriere.
E Franco fa esempi concreti di ciò che l’azienda avrebbe chiesto al conduttore per Sanremo 2024: Povia come cantante in gara, Hoara Borselli come ospite, Mogol come co-direttore artistico.
Amadeus ha respinto tutti questi tentativi, che hanno però scavato un solco tra lui e la Rai. Non solo. «In mezzo anche una richiesta quasi fantozziana: un pranzo “di cortesia” con Pino Insegno», spiega ancora Franco sul Corriere, «in realtà il modo di tirarlo per la giacca ancora una volta per dare una sorta di legittimazione esterna al collega che è rientrato in Rai con l’etichetta di “raccomandato”, per i suoi rapporti diretti con la presidente del consiglio Giorgia Meloni». Nessuno dei citati ha smentito o replicato.
Con la fine del Festival, il conduttore è rimasto anche sorpreso dalle richieste di viale Mazzini di dare una risposta immediata sul rinnovo del contratto, in scadenza ad agosto. Tutte crepe che hanno danneggiato il rapporto di Ama con la Rai e nelle quali si è infilata la concorrenza. Non Mediaset, ma i cugini di Discovery, che con Fazio hanno dimostrato che anche lontano dalle tv generaliste si possono fare ascolti.
(da Corriere della Sera)

argomento: Politica | Commenta »

MENO MALE CHE ZUPPI C’È (LA CHIESA STA CON I LAVORATORI)

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

IL PRESIDENTE DEI VESCOVI SALE SUL PALCO DI BOLOGNA, ALLA MANIFESTAZIONE CONTRO LE STRAGI SUL LAVORO: “IL LAVORO NON PUÒ DIVENTARE MORTE, LA SICUREZZA NON È UN COSTO O UN LUSSO, MA UN DOVERE, UN DIRITTO INALIENABILE PER OGNI PERSONA. SE VIENE VISTA COME UN COSTO INUTILE, SIAMO IRRESPONSABILI”

Nella Piazza Maggiore di Bologna, che diventa un simbolo a causa della tragedia di Suviana, si leva un solo grido: basta morti sul lavoro. La mobilitazione, già organizzata in precedenza da Cgil e Uil proprio sul tema della sicurezza in diverse città d’Italia, dopo l’incidente nella centrale idroelettrica e la chiamata alla partecipazione da parte del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si è trasformata nel momento del lutto cittadino e della protesta verso condizioni di lavoro che privilegiano il profitto rispetto alla sicurezza.
Alla chiamata ha risposto anche il cardinale Matteo Maria Zuppi, che dal palco scalda gli animi dei presenti: «Una strage da non ripetere» dice. «Il lavoro non può diventare morte, ne vale la dignità delle persone e la fedeltà alla Costituzione. La sicurezza non è un costo, non è un lusso ma è un dovere, un diritto inalienabile per ogni persona. La sicurezza richiede investimenti: quando è vista come un costo inutile, vuol dire che siamo irresponsabili» scandisce, scatenando applausi e apprezzamenti.
«Questa tragedia impone serietà nelle parole e ognuno di noi faccia la sua parte» continua il presidente della Cei. «Serve molta più attenzione alla sicurezza sul lavoro e dobbiamo farla più che dirla. Muoiono tre persone al giorno, bisogna fare di più. La logica del solo profitto porta al ribasso e spesso le voci sacrificate sono i lavoratori».
Per il cardinale «la Chiesa è preoccupata delle condizioni dei lavoratori, perché al centro ci sono le persone. Tutte. Nel recente documento “Dignitas infinita” del Dicastero per la Dottrina della Fede, è scritto: “La povertà si diffonde in molti modi, come nell’ossessione di ridurre i costi del lavoro, senza rendersi conto delle gravi conseguenze che ciò provoca, perché la disoccupazione che si produce ha come effetto diretto di allargare i confini della povertà.
Tra questi effetti distruttori dell’Impero del denaro, si deve riconoscere che non esiste peggiore povertà di quella che priva del lavoro e della dignità del lavoro”».Poi, la citazione di papa Francesco. «La sicurezza è parte integrante della persona, siamo esseri umani, non macchine ed è un dovere e un diritto inalienabile di ogni persona».L’impegno concreto della diocesi diventerà questa sera preghiera alle ore 20.45 nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Porretta Terme, sull’Appennino vicino al luogo della tragedia, dove sono previste la veglia e il Rosario per le vittime dell’incidente alla centrale. Nel frattempo, il messaggio ieri ha scosso la piazza.
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

PATTO UE SUI MIGRANTI, INTERVISTA AL MEDICO DI LAMPEDUSA BARTOLO (PD): “LA SITUAZIONE PEGGIORERA’ NEI PAESI DI PRIMO INGRESSO”

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

“QUESTA LEGGE SERVE SOLO A LEGALIZZARE TUTTE LE PORCHERIE CHE FANNO SUI MIGRANTI”

Sono i giorni dell’analisi della “sconfitta” per Pietro Bartolo, eurodeputato dem ed ex medico di Lampedusa. Due giorni fa il Parlamento europeo ha dato il via libera definitivo al nuovo Patto migrazione e asilo. Un insieme di norme che prevedono controlli più rigidi alle frontiere, conferma la responsabilità del Paese di primo ingresso nell’esame delle richieste di asilo (ciò significa che l’anima di Dublino rimane dov’è), ma introduce un meccanismo di solidarietà “obbligatoria”. Tutti dovranno «responsabilizzarsi», ma saranno gli stessi Paesi dell’Ue a decidere in che modo: accogliendo i richiedenti asilo sul proprio territorio o contribuendo finanziariamente (20mila euro a migrante). Il maxipacchetto di 9 provvedimenti legislativi ha ottenuto il voto contrario, e compatto, di tutto il Pd, in dissenso con il suo schieramento (i socialdemocratici). Perché a pagarne le conseguenze di questo decisione presa a Bruxelles, saranno «donne, uomini e bambini», dice a Open l’eurodeputato Pietro Bartolo, il giorno dopo l’approvazione. «Purtroppo continueranno a soffrire, a perdere la propria vita – sottolinea -. E faranno diventare quel mio mare, perché quello lì (il Mediterraneo, ndr) è il mio mare, io sono nato in quel mare, ho lavorato in quel mare. Mi ha dato tutto, ma oggi quel mare è diventato un cimitero e questa è una cosa che non accetto», precisa.
A un giorno dalla votazione del Patto qual è la sua (personale) “analisi della sconfitta”?
«C’è una cosa che mi assilla ancora oggi: quando tutto questo finirà e verrà raccontato nei libri di storia magari ci sarà anche il mio nome, il medico di Lampedusa, e quando i miei nipoti leggeranno quello che è successo e mi chiederanno: “Nonno ma tu cosa hai fatto? Tu avevi una responsabilità”. Cosa dovrò rispondergli?Io sono diventato europarlamentare per cercare di cambiare le cose e, magari, per dire a mio nipote: “Io ho fatto tutto quello che potevo”. Ho scelto la strada della politica perché è la buona politica che deve dare le risposte. Il lavoro, o la missione, di un politico è quello di risolvere i problemi, non crearne di nuovi. Sono trent’anni che parliamo di emergenza sbarchi. Ma dopo trent’anni si può ancora parlare di immigrazione in questi termini? No, dobbiamo iniziare ad affrontarla con intelligenza, razionalità, umanità. E se non vogliono vedere il quadro in un’ottica umana, dovrebbero cercare di comprenderlo anche dal punto di vista egoistico: queste persone ci possono aiutare in termini demografici, sociali, economici, di manodopera e culturali».
Quali sono gli elementi di questi Patto che l’hanno spinta a votare contro?
«La premessa è che questa legge serve semplicemente a legalizzare tutte quelle “porcherie” che facciamo illegalmente in tema di immigrazione. Ad esempio i respingimenti, che facciamo sistematicamente, e la detenzione immotivata dei richiedenti asilo. Fino a oggi si poteva fare ricorso alla Corte di giustizia europea, in futuro non avremo più questa possibilità. In questo Patto ci sono delle cose che io ritengo assurde, come lo screening attraverso il quale verranno foto-segnalati anche i bambini di sei anni. Ciò significa trattarli come se fossero assassini, delinquenti, terroristi. E poi c’è il Regolamento sulla procedura di asilo e le procedure di frontiera che hanno delle problematicità. Le zone di frontiera sono considerate come non facenti parte del territorio degli Stati membri. Qui, queste persone verranno trattenute senza neanche avere un’assistenza legale e in attesa di sapere se hanno diritto a presentare una domanda d’asilo. I migranti che avranno meno possibilità che la loro richiesta sia approvata sono coloro che arrivano dai Paesi cosiddetti “sicuri” (definizione data su criteri controversi), chi dirà una bugia durante l’interrogatorio e chi verrà da Stati con tassi di riconoscimento dell’asilo inferiori al 20%. Verranno trattenuti in centri che conosciamo bene: i cosiddetti Cpr, ovvero carceri immonde dove vengono rinchiuse le persone che non hanno commesso alcun reato. E, infine, anche il dossier relativo alle situazioni di crisi e il tema della strumentalizzazione dei migranti (il loro utilizzo da parte di Paesi terzi o attori non statali ostili con l’obiettivo di destabilizzare l’Ue, ndr) è spinoso. Se uno Stato utilizza queste persone per destabilizzare un altro territorio viene dichiarata la cosiddetta “strumentalizzazione” e una volta accertata si andrà in deroga. Ciò significa che non daremo la possibilità a queste persone di entrare nel territorio».
Quindi è certo che non funzionerà?
«Certo che non funzionerà, è qualcosa di inaccettabile. Il fattore umano, in questo Patto immigrazione e asilo, scompare del tutto. Ma questa deumanizzazione non ci appartiene: né come Italia, dove la nostra Costituzione garantisce diritti alle persone che arrivano dall’altra parte del mondo; né come Ue poiché vengono violati i principi fondanti quali solidarietà, condivisione delle responsabilità, rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto».
Non c’è alcun elemento positivo nel Patto?
«Le uniche cose positive si trovano nel file che io ho curato come relatore ombra per i socialdemocratici. La cosiddetta Regulation on Asylum Migration Management (Ramm) che introduce il concetto di “solidarietà obbligatoria”. All’inizio avevamo trovato un buon compromesso, poi è stato tolto molto del progetto iniziale. Ma tutti i file erano concatenati e, ovviamente, nell’economia generale non abbiamo ottenuto niente, anzi pochissimo, di conseguenza ho scelto di votare contro. Anche perché sono convinto che con questo Patto la situazione peggiorerà soprattutto nei Paesi di primo ingresso. La mia idea era di togliere il principio alla base di Dublino (lo Stato membro di primo ingresso è competente per la domanda di asilo, ndr), ma per il Consiglio era una linea rossa invalicabile. E quando dicono che è stato superato Dublino, dicono una fesseria. E non capisco perché il governo Meloni non abbia protestato a livello di Consiglio e non abbia appoggiato la nostra proposta iniziale che era quella della ridistribuzione automatica e obbligatoria dei migranti su tutti gli Stati membri. Perché se bolliamo la migrazione come problema europeo, allora l’Europa deve contribuire alla redistribuzione. E io credo che il nostro esecutivo non abbia puntato i piedi per non disturbare il suo carissimo amico Viktor Orbán (primo ministro dell’Ungheria, ndr)».
Ma nel meccanismo di solidarietà un Paese può decidere di pagare fino a 20mila euro per ogni migrante che non accoglie nel proprio territorio…
«Ed è una cosa inverosimile. Con questa possibilità concessa a un Paese dell’Ue stiamo dimostrando che queste donne, uomini e bambini per noi sono equiparabili a merce avariata. «Un carico residuale», per utilizzare le parole del nostro ministro degli Interni. In questo accordo l’umanità scompare totalmente, scompare nella mancanza di rispetto dei diritti primari e scompare, anche, quando si parla di fare accordi con Paesi terzi non del tutto democratici. L’Europa sembra avere una predilezione nel fare accordi con i dittatori: abbiamo fatto l’accordo con la Tunisia e non ha funzionato. Con Egitto e Libia e non hanno funzionato. E questi, per tanti migranti, non sono Paesi di partenza, ma di transito».
Quale potrebbe essere la soluzione?
«La soluzione è solo una: fare arrivare le persone attraverso i canali regolari. Elimineremmo i trafficanti di esseri umani, i morti in mare, le sofferenze. Anche perché puoi mettere tutti i fili spinati che vuoi, innalzare muri, ma queste persone non hanno un’alternativa. Lo sanno che possono morire, lo mettono in conto, ma rischiano comunque la vita perché non hanno altra possibilità. Evidentemente chi ha approvato questo Patto non ha mai visto o parlato con una persona che viene da un naufragio o dai lager libici, che viene da quelle torture, da quelle sofferenze. Ci si dimentica troppo spesso che stiamo parlando di esseri umani. E molto spesso anche il linguaggio è scorretto: sento dire continuamente che dobbiamo difendere le frontiere. Ma le frontiere vanno controllate, non difese. Vanno difese quando un Paese è in guerra. Noi non dobbiamo difenderci da queste persone, da questi bambini, da queste donne. Non sono i nostri nemici dai quali proteggerci».
Von der Leyen in conferenza stampa post-voto ha detto che ora «Nessun Paese, compresa l’Italia, sarà lasciato solo a gestire l’immigrazione». È davvero così?
«Io credo che resteremo, al contrario, sempre più soli. Se volevano avvalorare veramente questa tesi dovevano eliminare il principio del Paese di primo ingresso. Io capisco che l’identificazione della persona migrante debba arrivare nel Paese di primo ingresso, ma la competenza nel trattare la domanda d’asilo deve essere a carico di tutti gli Stati membri. Per cui una volta che arrivi, poniamo in Italia, io ti identifico. Ma poi dovrebbe esserci questa ripartizione, una sorta di ricollocamene automatico sul territorio di tutti i Paesi dell’Unione in base alle loro possibilità, alla popolazione, al numero di migranti presenti nello Stato».
Teme che una una nuova maggioranza al Parlamento europeo possa inasprire ancora di più le misure sull’immigrazione?
«Io spero che non arriveremo mai ad avere una maggioranza di destra perché significherebbe l’anarchia totale. I Paesi che sono di destra, ultradestra, sovranisti, nazionalisti non accettano l’Europa e le sue regole. Il rischio è la disgregazione dell’Ue. Sarebbe un danno enorme, significherebbe annullare tutto quello che i padri fondatori hanno fatto e rischiare di perdere l’Unione. Quella stessa Unione che noi dobbiamo difendere, malgrado le storture, come questo Patto, che si possono però correggere. Su altri temi, al contrario, l’Europa è stata straordinaria: dal Next generation Eu ai vaccini, per fare qualche esempio. Ma basta un solo motivo per non permettere la distruzione dell’Europa. E sa qual è? 80 anni di pace».
E quindi di fronte a che Europa ci troviamo?
«Questa è un’Europa sempre più spostata a destra e sempre più contro l’immigrazione. E forse l’Italia è il Paese più accanito. Lo abbiamo visto come si comporta con le Ong, con il sequestro delle navi, per fargli evitare di salvare le persone. E poi basta con questa retorica: “Perché non se ne stanno a casa loro”. Non riescono a capire che in passato siano stati noi ad andare a casa loro, a sfruttarli, colonizzarli, schiavizzarli. Li abbiamo depredati, derubati, gli abbiamo tolto anche la dignità. E, questo, accade ancora oggi. Ancora oggi andiamo “a casa loro”. Gli abbiamo tolto tutto: gas, oro, petrolio, terre rare. Pensate alle multinazionali o ai cambiamenti climatici, anche quelli li abbiamo determinati noi e rappresentano la causa principale di quelli che vengono chiamati migranti economici».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

SONDAGGIO DEMOPOLIS: FORZA ITALIA STABILE DAVANTI ALLA LEGA

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

LA LISTA PER GLI STATI UNITI D’EUROPA AL 4,6%

Ormai è un dato che emerge da tutti i sondaggi: Forza Italia ha superato la Lega per consensi. Non fa eccezione l’indagine di Demopolis sul peso dei partiti a due mesi dalle elezioni europee, realizzato per la trasmissione Otto e Mezzo su La7: c’è oltre mezzo punto percentuale a separare il partito di Antonio Tajani da quello di Matteo Salvini, i due alleati di Giorgia Meloni al governo.
Fratelli d’Italia, dal canto suo, rimane stabile in testa alla classifica delle forze politiche, al 27%. Per le europee Giorgia Meloni ha detto di essersi posta come obiettivo quello di replicare il risultato delle ultime politiche del 2022 e secondo i sondaggi ci dovrebbe riuscire senza problemi.
A seguire FdI, troviamo sempre il Partito democratico, che nonostante i casi giudiziari che stanno sconvolgendo territori come la Puglia e Torino, rimane stabile al 20%. Sul terzo gradino del podio il Movimento Cinque Stelle, a qualche punto di distanza dai dem al 15,8%.
Tutte le altre forze politiche rimangono sotto la doppia cifra.
La prima tra queste è appunto Forza Italia, all’8,7%, davanti alla Lega che si ferma invece all’8%. A seguire troviamo la lista di Matteo Renzi ed Emma Bonino per gli Stati Uniti d’Europa al 4,6%, davanti agli altri schieramenti minori e oltre la soglia di sbarramento. Subito dopo, c’è l’Alleanza Verdi e Sinistra al 3,8%, davanti ad Azione al 3,5%.
Alla domanda su che cosa incida maggiormente sull’intenzione di voto alle elezioni europee, il 61% degli intervistati dai sondaggisti di Demopolis ha risposto “il partito”, mentre il 25% “i candidati in lista” e il 14% “il programma per l’Unione europea”.
(da Fanpage)

argomento: Politica | Commenta »

GLI ULTRAS DELLA CURVA LEPANTO

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

RIVENDICARE LA BATTAGLIA DI LEPANTO NON E’ SOLO RIDICOLO, E’ ANCHE DESOLANTE

Sentire in televisione una europarlamentare leghista che, infastidita dalle celebrazioni del Ramadan in Italia, rivendica la battaglia di Lepanto come baluardo della cristianità, è certamente ridicolo. Ma è anche desolante, perché la religione come movente di guerra, in Occidente, è un ordigno ideologico che ha fatto strage per generazioni, ma per fortuna è remoto nel tempo; e vederlo maneggiare da una nostra contemporanea, anche se culturalmente non consapevole di quello che sta dicendo, come se fosse una cerbottana, un giochetto propagandistico tra ultras, mette tristezza.
A quella parte fanatica e minoritaria dell’Islam che chiama gli occidentali “crociati”, non parrà vero avere trovato una sponda politica delle nostre parti. I nostri neocrociati, per altro sprovvisti di investitura religiosa (questo Papa li prenderebbe volentieri a sberle, ma non può farlo per ragioni d’ufficio) non solo niente sanno della Costituzione, che recide alla base ogni possibile appiglio politico e giuridico a chi fa leva sulle differenze di fede; né del Cristianesimo, che è emancipato dal proprio integralismo e pratica il dialogo interreligioso come valore evangelico; ma nemmeno capiscono — e dal loro punto di vista è perfino più grave — che il solo vero vantaggio rispetto a buona parte dei Paesi islamici, in Europa, è la laicità dello Stato; è su quella che noi europei possiamo fare legittima leva come elemento di modernità e di libertà rispetto a ciò che ci appare arcaico (la religione come cemento istituzionale).
Quelli che strillano “Lepanto!” sperperano in una sola battuta il solo vero bonus guadagnato nei secoli dagli europei. Che il loro Dio li protegga da se stessi, ammesso che abbia tempo da perdere.
(da repubblica.it)

argomento: Politica | Commenta »

LA RABBIA DI SCHLEIN E L’ACCORDO INEVITABILE

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

SENZA UNA INTESA SI FA PRESTO A FINIRE NELL’IRRILEVANZA

È il momento della tabula rasa, scandisce Giuseppe Conte a Bari, annunciando il ritiro dei suoi assessori dalla giunta di Michele Emiliano.
«Serve un netto cambio di fase in Puglia», dice poche ore dopo Elly Schlein al medesimo Emiliano, invitandolo con toni durissimi «a tenere lontani trasformisti e interessi sbagliati». E tuttavia sarebbe un errore pensare a una nuova escalation del duello sulla questione morale, con Schlein che rincorre Conte che a sua volta insegue le suggestioni originarie del Movimento Cinque Stelle. Con quella lontana identità, la fase onestà e scatolette di tonno, Conte ha a poco a che fare. È l’uomo nuovo che spuntò nella primavera 2018 per inventare un grillismo governista che nessuno aveva mai nemmeno immaginato. E poi, per sollecitare le nostalgie dei vecchi tempi servirebbe un appiglio, una ricorrenza, un padre nobile, e il M5S ha pochissimo da spendere in quella direzione. Davide Casaleggio se ne è andato da tre anni e parlando a nome di suo padre dice: se vedesse il Movimento oggi sarebbe incavolato nero.
Beppe Grillo è perso nel suo nuovo spettacolo, debutto due giorni fa a Cagliari, titolo di spietata chiarezza: Io sono un altro Grillo, cioè scordatevi quello dei Vaffa Day. E dunque la giornata pugliese di Conte è un copione che ondeggia tra due poli, tra due modalità. Modalità identitaria: si richiamano a casa uomini e donne piazzati nella giunta Emiliano, all’insegna del «niente sconti, neppure alla nostra parte politica». Modalità realpolitik: subito dopo si combina un summit con Emiliano per presentargli un Patto di Legalità che, se sottoscritto, potrebbe riaprire la collaborazione. Le parole di Elly Schlein a fine giornata confermano che la lunghezza d’onda è la stessa. E dunque, accordo inevitabile, solo questione di tempo. È una storia molto pugliese, molto italiana, che però ci racconta una cosa nuova.
Pensavamo tutti che le prossime elezioni, con l’improvviso tuffo nel proporzionale puro, avrebbero segnato la corsa dei partiti a riscoprire radici, slogan, tic del loro passato, per incoraggiare al ritorno i delusi e galvanizzare i tifosi rimasti. In realtà si deve registrare una notevole dose di cautela sul punto.
Anche se l’occasione c’è stata – uno scandalo da prima pagina, voti comprati, clan, favoritismi – Conte l’ha usata più per instaurare nuovi rapporti di forza che per regalare al suo elettorato un impossibile ritorno al passato. E Schlein ha accettato il gioco, senza mai superare la linea rossa della rupture.
La spiegazione è semplice. Le Europee passeranno, ci saranno vinti e vincitori, ma toccano interessi lontani soprattutto per il M5S, che al momento non ha neanche un gruppo di riferimento a Bruxelles.
Le amministrative sono un’altra cosa. Distribuiscono potere reale. Sindaci, assessori, governo delle cose, milioni di euro in progetti Pnrr, municipalizzate, nomine. E alle amministrative contano gli accordi. Non si vince con le percentuali individuali: la tornata dell’8 e 9 giugno riguarda 29 grandi comuni e 6 capoluoghi di regione, mica si può far saltare tutto sulla mina di Bari o sui duelli verbali di due leader in competizione.
Solo due mesi fa, dopo le elezioni sarde, Giuseppe Conte ed Elly Schlein erano i potenziali padroni di un articolato campo largo, per la prima volta maggioritario e vincente. Oggi tutti e due vedono le loro scelte esposte alla vendetta dell’alleato su ogni territorio. Senza un recupero, senza una Pax Pugliese, ci vuole un attimo a finire nell’irrilevanza. Magari piacerebbe a qualche grillino della prim’ora – finalmente soli! Finalmente oltre ogni compromesso! – ma di sicuro non fa per Conte, l’uomo del grillismo governista, né per Schlein, che senza un risultato nelle città finirebbe travolta dai suoi nemici interni.
(da lastampa.it)

argomento: Politica | Commenta »

INCHIESTA BARI, IL MERCIMONIO IMPRESE-POLITICA E I SOLDI NEI SACCHI DELLA SPAZZATURA

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

COSI’ L’ACCUSA RICOSTRUISCE IL TRIANGOLO TRA AZIENDE, TECNICI E AMMINISTRATORI

Il linguaggio utilizzato dalla giudice delle indagini preliminari è un po’ ridondante, ma chiaro: «I fatti rivestono profili di indubbio allarme sociale, alla luce del sistematico ricorso all’abuso del diritto, del mercimonio delle pubbliche funzioni piegate a vantaggio personale e privato, delle singole condotte che hanno evidenziato una grande professionalità nel pianificare, organizzare e gestire il protocollo antigiuridico monitorato». Cioè, per tradurre quest’ultimo concetto, i reati contestati.
A poco vale, prosegue la giudice, che gli indagati siano quasi tutti incensurati; hanno infatti dimostrato una propensione a delinquere — almeno secondo la ricostruzione dell’accusa — da immaginare che possano continuare a farlo (ed è il motivo per cui sono stati arrestati), come emerge «dalle accortezze utilizzate nel pianificare incontri per evitare conversazioni telefoniche», nonché dalla «entità dei danni patrimoniali cagionati alla Regione Puglia, al Comune di Bari e al buon andamento della pubblica amministrazione».
I magistrati — pubblici ministeri e gip che ne ha accolto buona parte delle richieste — descrivono un avvilente ma efficace triangolo imprenditori-tecnici-politici a sostegno di un sistema messo in piedi per assicurare soldi e «altre utilità» attraverso l’esercizio deviato del potere. In cui ogni singolo protagonista fornisce il proprio contributo. C’è il broker Cosimo Napoletano, 58 anni, incaricato di emettere le false fideiussioni assicurative necessarie a ottenere i finanziamenti pubblici, che in virtù del lungo elenco di segnalazioni e precedenti ricordati dalla giudice «appare persona stabilmente dedita al crimine ed in particolare alla commissione di frodi e falsi»; è l’unico degli arrestati finito in prigione, gli altri sono ai domiciliari.
Poi c’è «l’intermediario e faccendiere» Enzo Pisicchio, sessantenne, che di Napoletano era amico al punto da definirlo «fratello», e lo indicava agli imprenditori «per il procacciamento di polizze da utilizzare nelle procedure pubbliche», ricevendo in cambio «promesse di utilità e regalie». Ma Enzo sarebbe anche «il mandatario di suo fratello Alfonsino», ex assessore regionale della giunta Emiliano e fino all’altro ieri commissario dell’Agenzia regionale della tecnologia e dell’innovazione, nonché aspirante direttore dell’Accademia delle Belle arti.
Alfonsino Pisicchio, 63 anni, è il politico del gruppo, che in qualità di assessore «utilizzava la sua influenza politica e le sue relazioni per una gestione clientelare del suo ruolo, con favoritismi in termini di consenso elettorale (mediante assunzioni nelle imprese favorite o avvantaggiate di persone che assicurano il voto o che avevano militato anche nel suo partito)». Secondo la gip, il fratello Enzo «agiva quale esecutore delle sue direttive e schermo per impedire di risalire al suo ruolo e contributo».
Per esempio: in occasione di un evento politico organizzato da Alfonsino, Enzo sconsigliò a un funzionario del Comune di Bari di partecipare per evitare che lui e la procedura che stava seguendo in quel momento «venissero associati» all’ex assessore.
Quel funzionario è Francesco Catanese, già Responsabile unico del progetto dell’appalto per l’affidamento dei supporti alla gestione delle riscossioni, altro presunto complice del «sistema». È il tecnico «in grado di condizionare in modo significativo le varie fasi delle procedure», che nominava «persone “terze” rispetto all’amministrazione come componenti della commissione di gara per orientarne l’esito». Ripagato da un’assunzione a tempo indeterminato della moglie, la giudice ne stigmatizza «l’asservimento mostrato ai Pisicchio e a Riefoli».
Quest’ultimo è l’imprendiore Giovanni Riefoli,53 anni, del quale vengono sottolineate «la stretta relazione coi fratelli Pisicchio, la spregiudicatezza mostrata pur di ottenere benefici e vantaggi economici, la fitta rete di relazioni “influenti” nel cui ambito sono maturati gli illeciti che gli vengono ascritti».
È il terzo lato del triangolo portato alla luce dall’operazione che — terza nel giro di poche settimane, ma prima ce n’erano state altre — ha scombussolato la politica barese e pugliese. Facendo emergere, fra l’altro, ipotesi di corruzione, voti di scambio e mazzette di soldi in contanti che non mancano nemmeno stavolta: 65.000 euro custoditi in due buste e un borsello nascosto in un sacco nero dell’immondizia, trovato sul balcone di Enzo Pisicchio durante una perquisizione del 2020. Denaro «verosimilmente di provenienza illecita» al quale la giudice somma «l’assunzione fittizia» della figlia Rebecca (che nel frattempo studiava a Roma e dunque «non avrebbe mai prestato attività lavorativa»), il pagamento della festa di laurea della stessa Rebecca, un’auto di servizio e un cellulare. Tutto pagato da una società di Riefoli.
(da corriere.it)

argomento: Politica | Commenta »

MASSIMO GILETTI CONTRO MELONI: “VUOLE SPAZIO PER IL GOVERNO, I POLITICI PENSANO AL MONOPOLIO DELL’INFORMAZIONE”

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

IL CONDUTTORE: “ASSURDE LE REGOLE DELLA PAR CONDICIO”

Secondo Massimo Giletti la premier Giorgia Meloni sta dimostrando «una visione arcaica» nelle regole della par condicio. Che lasciano più spazio al governo. Perché i politici pensano al monopolio dell’informazione. E non al dibattito.
Il conduttore al ritorno in Rai parla oggi in un’intervista a La Stampa. Nella quale critica l’esecutivo: «Pensavo che il nuovo che ci governa oggi facesse un passo avanti e invece continua a fare varianti sull’eredità di un mondo finito. Oggi ci sono i social, perché lì non si mettono regole? Invece vai a irreggimentare in modo ulteriormente folle la tv, mi pare assurdo».
L’ostracismo
«Mi stupisce perché Meloni, che reputo una donna intelligente e di grande capacità, è stata eletta senza avere manco mezzo usciere in Rai, senza un esponente nel Cda», spiega Giletti ad Antonio Bravetti. «Le idee non si pesano al minuto, non siamo al mercato, se sono buone la gente le diffonde, non sta a vedere il minutaggio. Quello che conta è il sentimento popolare del momento. Proprio da lei, da chi ha subito l’ostracismo, non mi aspetto che dia un valore così estremo alla par condicio, è una visione arcaica», dice.
Una visione che lui non ha mai amato: «Mi porta indietro negli anni, al liceo a Torino, quando prendevo il tram e c’era scritto “non parlare al conducente”. È questo che vogliono fare Un’ideologia tranviaria, dove quello che conta è non disturbare il manovratore. Non mi apparterrà mai, io sono un eretico della tv, un disturbatore».
Non disturbare il manovratore
Non c’è solo questo: «Penso che in realtà la par condicio codifichi una patologia degli italiani, la divisione in guelfi e ghibellini, senza vie di mezzo. Ma è un paradosso: mettiamo che Lorena Bianchetti dentro A sua immagine parli del quinto comandamento, non uccidere, allora deve invitare anche un serial killer?», aggiunge Giletti. Che infine sbotta: «Tra un po’ arriveranno a fare l’esame del sangue ai giornalisti per capire bene di che area sono. L’imparzialità non è assenza di pensiero. Berlusconi ha vinto con Santoro che gli sparava contro e faceva il 30% ogni giovedì. Hanno il mito della tv che decide, ma non è così».
(da agenzie)

argomento: Politica | Commenta »

ARRIVA IL MENSILE “ECO”, INTERVISTA AL DIRETTORE TITO BOERI: “SENZA SALARIO MINIMO GIU’ TUTTI I REDDITI”

Aprile 12th, 2024 Riccardo Fucile

DEBUTTA IL NUOVO MENSILE DI ECONOMIA

«Il linguaggio dell’economia è entrato nella mente di tutti e questo porta molti a immaginarsi economisti, così come ai Mondiali si è tutti allenatori della Nazionale di calcio». Il paragone, firmato Tito Boeri, fa parte dei principi che guidano le scelte editoriali di Eco, la nuova rivista mensile diretta dall’economista dell’Università Bocconi in uscita domani, sabato 13 aprile. E se i valori programmatici del magazine sono tre – valutare le politiche pubbliche a partire dai dati, i dati non si fanno intimidire, rifiuto del negazionismo economico -, c’è un semplice punto di partenza per la nuova avventura editoriale di Boeri, che dopo gli anni da presidente dell’Inps, torna alla missione della divulgazione economica iniziata con Lavoce.info. «In Italia c’è una fortissima domanda inevasa di informazione economica di qualità», spiega seduto alla sua scrivania del palazzo di vetro della Bocconi. «Spesso si ha il sospetto che l’informazione economica sia condizionata o poco comprensibile. Noi vorremmo che Eco diventasse innanzitutto uno strumento per chi legge, per permettere alle persone di ragionare con la loro testa e di analizzare i dati nel modo giusto, imparando un po’ il metodo degli economisti».
Il primo numero di Eco è dedicato al paradosso del mercato del lavoro in Italia: l’occupazione è ai massimi storici ma le tasche dei lavoratori sono più vuote.
«Come scriviamo nel titolo di copertina, il lavoro non basta. Se è accompagnato da un peggioramento dei livelli salariali, non consente alle persone né di uscire da condizioni di disagio economico, né di sentirsi realizzate. Non c’è dubbio che in Italia ci sia stato un peggioramento sensibile dei salari reali, a differenza di altri Paesi che hanno visto invece un recupero di quanto perso con l’inflazione. Da noi i salari sono rimasti al palo e questo è avvenuto soprattutto per le fasce più basse, come gli operai, che non hanno reti di protezione».
Quali sono le cause?
«Analizzando molteplici dati, abbiamo visto che la contrattazione collettiva ha dei buchi vistosi. Il tasso di sindacalizzazione in Italia è molto più basso di quello che viene dichiarato ufficialmente dai sindacati. Molti lavoratori sono tutelati da contratti nazionali ma fatti da sigle di comodo, che permettono ribassi importanti. Proliferano i cosiddetti “contratti pirata” che portano a diminuzione di oltre il 20% rispetto a quelli siglati dai sindacati confederali».
Uno studio della Fondazione Adapt sostiene che i contratti pirata siano un non-problema del mercato del lavoro perché si applicano solo al 3% dei lavoratori dipendenti.
«È un pensiero ragionieristico. Il fatto che siano pochi i lavoratori coinvolti non vuol dire che questi contratti non abbiano effetto sui salari degli altri. Se una parte dei lavoratori può essere pagata il 20% in meno degli altri, questo trascina al ribasso i salari di tutti perché indebolisce fortemente la contrattazione collettiva. A maggior ragione in un mercato del lavoro dove non c’è il salario minimo».
A questo proposito, la proposta di legge sul salario minimo delle opposizioni è stata respinta. Colpa del governo che non riconosce il problema o della proposta di legge?
«Credo sia stato un errore voler stabilire un livello di partenza senza preoccuparsi di andare a guardare i dati oggettivi. Scegliere il livello giusto del salario minimo è ancora più importante della decisione di applicarlo. Se la cifra è troppo bassa, lo strumento non ha alcun effetto. Se è troppo alta, rischia di creare disoccupazione proprio tra quei lavoratori che vorrebbe tutelare».
Quindi l’errore è stato lo slogan dei 9 euro?
«Aver sparato una cifra è sbagliato proprio come principio, perché sono scelte davvero complicate».
Cosa risponde a chi dice, come il Cnel nella sua relazione, che una paga oraria minima comporterebbe una distorsione del mercato del lavoro e che il salario minimo funziona in quei Paesi dove non c’è la contrattazione collettiva, mentre da noi, visto che c’è, non serve?
«Se stabilito a un livello appropriato, il salario minimo permette di ridurre le distorsioni del mercato che si creano quando, ad esempio, c’è troppo potere da parte del datore di lavoro. Il salario minimo può avere effetti positivi sull’occupazione e lo dico sulla base di quello che è successo in altri Paesi. E certo non si contrappone alla contrattazione collettiva, ma va di pari passo con essa. Esiste in Paesi come la Germania e la Francia, dove la contrattazione collettiva coinvolge quasi la totalità dei lavoratori. Questa negazione del suo ruolo dipende dal fatto che siamo rimasti indietro anche nell’analisi economica».
Il salario minimo può aiutare alcune categorie di lavoratori, ma come si interviene sulle buste paga della classe media?
«Rafforzare la contrattazione collettiva serve anche ad aumentare i salari al di sopra del livello minimo. Per riuscirci, i sindacati dovrebbero innanzitutto affrontare una volta per tutte il nodo della rappresentatività, e poi favorire una maggiore contrattazione aziendale. Ci sono differenze di produttività significative tra le aziende italiane. La contrattazione aziendale permetterebbe di valorizzare l’efficienza di quelle più produttive, con un aumento in busta paga dei dipendenti. Portare avanti la contrattazione solo su un piano nazionale significa invece trovare un compromesso a ribasso e non premiare chi produce valore. Poi, certo, bisogna migliorare l’ingresso nel mercato del lavoro, facilitare l’incontro tra le competenze richieste dalla domanda-offerta e spingere le innovazioni associate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale che possono permettere di aumentare considerevolmente la produttività di molti lavori».
Cosa pensa della presunta disaffezione delle nuove generazioni verso il lavoro? Fenomeni come le grandi dimissioni o il quiet quitting sono passeggeri o espressione di un cambiamento culturale legato al lavoro?
«Dopo la pandemia, alcune persone che si erano abituate a lavorare da casa hanno avuto difficoltà ad adattarsi a una situazione lavorativa in cui veniva richiesta nuovamente una presenza più assidua. Le visioni un po’ eccessive – come il south working o l’idea che avremmo potuto lavorare ovunque – sono state notevolmente ridimensionate. L’aumento dell’occupazione dimostra che la gente vuole lavorare. Mi preoccupa di più il fenomeno dei Neet, i giovani che non studiano e non lavorano. Alcuni di questi cercano lavoro, ma ci sono anche ragazzi totalmente inattivi. Su questo faremo approfondimenti».
Il consiglio dei ministri ha dato il via libera al Documento di economia e finanza nella versione light “concordata” con Bruxelles. Il ministro Giorgetti ha attribuito il peggioramento dei conti agli effetti del superbonus. È d’accordo?
«Il Superbonus è stato un disastro per le finanze pubbliche in Italia, e la responsabilità è di diversi governi. Resta una delle iatture maggiori della nostra storia, al livello delle baby pensioni. Detto questo, non capisco questa continua esplosione di cifre da parte del governo. Se effettivamente avessimo speso così tanto di più quest’anno, lo vedremmo nell’andamento dell’economia. Per quanto ritengo che gli investimenti in edilizia non abbiano effetti dirompenti sull’economia, se spendiamo molto di più in quel settore dovrebbe vedersi un effetto sul Pil italiano, che invece è rallentato. Come mai? Trovo molto sbagliato che in questo momento un governo non dia il quadro programmatico perché vuol dire disorientare l’opinione pubblica, le famiglie, e anche dimostrare che proprio non si ha la capacità di gestire i conti».
Perché parla di disorientamento?
«Il messaggio che arriva alle famiglie italiane è: i tagli al cuneo fiscale e all’Irpef fatti quest’anno non riusciremo a farli l’anno prossimo. E così si indebolisce anche l’efficacia di questi strumenti perché le persone fanno scelte lavorative e investono se sanno che le misure sono durature. E invece con questa mossa, il governo confessa che non ha i soldi per rinnovarle».
Eppure per la Commissione europea va bene comunicare il quadro entro settembre, e c’è chi sottolinea che di fatto la Def è sempre stata superata dalla Nadef a settembre.
«L’Europa si prepara alle elezioni quindi la Commissione è debolissima. Il problema non è l’Europa ma il giudizio dei mercati e ancora prima il comportamento delle famiglie. La scelta se lavorare o meno, se investire o meno: queste sono le cose di cui un governo dovrebbe preoccuparsi. E invece si continua a tenere tutti nell’incertezza, a rinviare e a buttar via soldi».
Nello scontro sul limite del 2026 per l’attuazione del Pnrr ha ragione il governo italiano che chiede una proroga o il commissario Gentiloni che vuole far rispettare la scadenza?
«Al primo Festival dell’economia di Torino ho chiesto a Gentiloni se potevamo allungare i tempi di attuazione del Pnrr perché ci sono troppi soldi da spendere in troppo poco tempo. Quella preoccupazione adesso si sta manifestando concretamente, quindi sono assolutamente a favore di una proroga perché i soldi vanno spesi bene o piuttosto non spesi. Non bisogna accelerare buttando via denaro. Occorre però ricordare che il piano è nato durante la pandemia con l’obiettivo di usare queste risorse per risolvere innanzitutto i problemi del nostro sistema sanitario. Alla fine stiamo spendendo pochissimo sulla salute mentre il sistema sanitario è in grandissima difficoltà. Le revisioni fatte dal governo non vanno nella direzione che speravo. Per certi aspetti aumentano ulteriormente altre forme di spesa, che si allontanano ancora di più dalla sanità».
(da Open)

argomento: Politica | Commenta »

« Previous Entries
Next Entries »
  • Destra di Popolo.net
    Circolo Genovese di Cultura e Politica
    Diretto da Riccardo Fucile
    Scrivici: destradipopolo@gmail.com

  • Categorie

    • 100 giorni (5)
    • Aborto (20)
    • Acca Larentia (2)
    • Alcool (3)
    • Alemanno (150)
    • Alfano (315)
    • Alitalia (123)
    • Ambiente (341)
    • AN (210)
    • Animali (74)
    • Arancioni (2)
    • arte (175)
    • Attentato (329)
    • Auguri (13)
    • Batini (3)
    • Berlusconi (4.297)
    • Bersani (235)
    • Biasotti (12)
    • Boldrini (4)
    • Bossi (1.223)
    • Brambilla (38)
    • Brunetta (83)
    • Burlando (26)
    • Camogli (2)
    • canile (4)
    • Cappello (8)
    • Caprotti (2)
    • Caritas (6)
    • carovita (170)
    • casa (247)
    • Casini (120)
    • Centrodestra in Liguria (35)
    • Chiesa (276)
    • Cina (10)
    • Comune (343)
    • Coop (7)
    • Cossiga (7)
    • Costume (5.592)
    • criminalità (1.404)
    • democratici e progressisti (19)
    • denuncia (14.536)
    • destra (573)
    • destradipopolo (99)
    • Di Pietro (101)
    • Diritti civili (276)
    • don Gallo (9)
    • economia (2.332)
    • elezioni (3.303)
    • emergenza (3.080)
    • Energia (45)
    • Esselunga (2)
    • Esteri (784)
    • Eugenetica (3)
    • Europa (1.314)
    • Fassino (13)
    • federalismo (167)
    • Ferrara (21)
    • Ferretti (6)
    • ferrovie (133)
    • finanziaria (325)
    • Fini (823)
    • fioriere (5)
    • Fitto (27)
    • Fontana di Trevi (1)
    • Formigoni (90)
    • Forza Italia (596)
    • frana (9)
    • Fratelli d'Italia (291)
    • Futuro e Libertà (511)
    • g8 (25)
    • Gelmini (68)
    • Genova (543)
    • Giannino (10)
    • Giustizia (5.796)
    • governo (5.805)
    • Grasso (22)
    • Green Italia (1)
    • Grillo (2.941)
    • Idv (4)
    • Immigrazione (734)
    • indulto (14)
    • inflazione (26)
    • Ingroia (15)
    • Interviste (16)
    • la casta (1.396)
    • La Destra (45)
    • La Sapienza (5)
    • Lavoro (1.316)
    • LegaNord (2.415)
    • Letta Enrico (154)
    • Liberi e Uguali (10)
    • Libia (68)
    • Libri (33)
    • Liguria Futurista (25)
    • mafia (544)
    • manifesto (7)
    • Margherita (16)
    • Maroni (171)
    • Mastella (16)
    • Mattarella (60)
    • Meloni (14)
    • Milano (300)
    • Montezemolo (7)
    • Monti (357)
    • moschea (11)
    • Musso (10)
    • Muti (10)
    • Napoli (319)
    • Napolitano (220)
    • no global (5)
    • notte bianca (3)
    • Nuovo Centrodestra (2)
    • Obama (11)
    • olimpiadi (40)
    • Oliveri (4)
    • Pannella (29)
    • Papa (33)
    • Parlamento (1.428)
    • partito del popolo della libertà (30)
    • Partito Democratico (1.034)
    • PD (1.192)
    • PdL (2.781)
    • pedofilia (25)
    • Pensioni (129)
    • Politica (32.964)
    • polizia (253)
    • Porto (12)
    • povertà (502)
    • Presepe (14)
    • Primarie (149)
    • Prodi (52)
    • Provincia (139)
    • radici e valori (3.690)
    • RAI (359)
    • rapine (37)
    • Razzismo (1.410)
    • Referendum (200)
    • Regione (344)
    • Renzi (1.521)
    • Repetto (46)
    • Rifiuti (84)
    • rom (13)
    • Roma (1.125)
    • Rutelli (9)
    • san gottardo (4)
    • San Martino (3)
    • San Miniato (2)
    • sanità (306)
    • Sarkozy (43)
    • scuola (354)
    • Sestri Levante (2)
    • Sicurezza (454)
    • sindacati (162)
    • Sinistra arcobaleno (11)
    • Soru (4)
    • sprechi (319)
    • Stampa (373)
    • Storace (47)
    • subappalti (31)
    • televisione (244)
    • terremoto (402)
    • thyssenkrupp (3)
    • Tibet (2)
    • tredicesima (3)
    • Turismo (62)
    • Udc (64)
    • Università (128)
    • V-Day (2)
    • Veltroni (30)
    • Vendola (41)
    • Verdi (16)
    • Vincenzi (30)
    • violenza sulle donne (342)
    • Web (1)
    • Zingaretti (10)
    • zingari (14)
  • Archivi

    • Luglio 2025 (262)
    • Giugno 2025 (573)
    • Maggio 2025 (591)
    • Aprile 2025 (622)
    • Marzo 2025 (561)
    • Febbraio 2025 (352)
    • Gennaio 2025 (640)
    • Dicembre 2024 (607)
    • Novembre 2024 (609)
    • Ottobre 2024 (668)
    • Settembre 2024 (458)
    • Agosto 2024 (618)
    • Luglio 2024 (429)
    • Giugno 2024 (481)
    • Maggio 2024 (633)
    • Aprile 2024 (618)
    • Marzo 2024 (473)
    • Febbraio 2024 (588)
    • Gennaio 2024 (627)
    • Dicembre 2023 (504)
    • Novembre 2023 (435)
    • Ottobre 2023 (604)
    • Settembre 2023 (462)
    • Agosto 2023 (642)
    • Luglio 2023 (605)
    • Giugno 2023 (560)
    • Maggio 2023 (412)
    • Aprile 2023 (567)
    • Marzo 2023 (506)
    • Febbraio 2023 (505)
    • Gennaio 2023 (541)
    • Dicembre 2022 (525)
    • Novembre 2022 (526)
    • Ottobre 2022 (552)
    • Settembre 2022 (584)
    • Agosto 2022 (585)
    • Luglio 2022 (562)
    • Giugno 2022 (521)
    • Maggio 2022 (470)
    • Aprile 2022 (502)
    • Marzo 2022 (542)
    • Febbraio 2022 (494)
    • Gennaio 2022 (510)
    • Dicembre 2021 (488)
    • Novembre 2021 (599)
    • Ottobre 2021 (506)
    • Settembre 2021 (539)
    • Agosto 2021 (423)
    • Luglio 2021 (577)
    • Giugno 2021 (559)
    • Maggio 2021 (556)
    • Aprile 2021 (506)
    • Marzo 2021 (647)
    • Febbraio 2021 (570)
    • Gennaio 2021 (605)
    • Dicembre 2020 (619)
    • Novembre 2020 (575)
    • Ottobre 2020 (639)
    • Settembre 2020 (465)
    • Agosto 2020 (588)
    • Luglio 2020 (597)
    • Giugno 2020 (580)
    • Maggio 2020 (618)
    • Aprile 2020 (643)
    • Marzo 2020 (437)
    • Febbraio 2020 (593)
    • Gennaio 2020 (596)
    • Dicembre 2019 (542)
    • Novembre 2019 (316)
    • Ottobre 2019 (631)
    • Settembre 2019 (617)
    • Agosto 2019 (639)
    • Luglio 2019 (654)
    • Giugno 2019 (598)
    • Maggio 2019 (527)
    • Aprile 2019 (383)
    • Marzo 2019 (562)
    • Febbraio 2019 (598)
    • Gennaio 2019 (641)
    • Dicembre 2018 (623)
    • Novembre 2018 (603)
    • Ottobre 2018 (631)
    • Settembre 2018 (586)
    • Agosto 2018 (362)
    • Luglio 2018 (562)
    • Giugno 2018 (563)
    • Maggio 2018 (634)
    • Aprile 2018 (547)
    • Marzo 2018 (599)
    • Febbraio 2018 (571)
    • Gennaio 2018 (607)
    • Dicembre 2017 (579)
    • Novembre 2017 (634)
    • Ottobre 2017 (579)
    • Settembre 2017 (456)
    • Agosto 2017 (368)
    • Luglio 2017 (450)
    • Giugno 2017 (468)
    • Maggio 2017 (460)
    • Aprile 2017 (439)
    • Marzo 2017 (480)
    • Febbraio 2017 (420)
    • Gennaio 2017 (453)
    • Dicembre 2016 (438)
    • Novembre 2016 (438)
    • Ottobre 2016 (424)
    • Settembre 2016 (367)
    • Agosto 2016 (332)
    • Luglio 2016 (336)
    • Giugno 2016 (358)
    • Maggio 2016 (373)
    • Aprile 2016 (308)
    • Marzo 2016 (369)
    • Febbraio 2016 (335)
    • Gennaio 2016 (404)
    • Dicembre 2015 (412)
    • Novembre 2015 (401)
    • Ottobre 2015 (422)
    • Settembre 2015 (419)
    • Agosto 2015 (416)
    • Luglio 2015 (387)
    • Giugno 2015 (397)
    • Maggio 2015 (402)
    • Aprile 2015 (407)
    • Marzo 2015 (428)
    • Febbraio 2015 (417)
    • Gennaio 2015 (434)
    • Dicembre 2014 (454)
    • Novembre 2014 (437)
    • Ottobre 2014 (440)
    • Settembre 2014 (450)
    • Agosto 2014 (433)
    • Luglio 2014 (437)
    • Giugno 2014 (392)
    • Maggio 2014 (392)
    • Aprile 2014 (389)
    • Marzo 2014 (436)
    • Febbraio 2014 (386)
    • Gennaio 2014 (419)
    • Dicembre 2013 (367)
    • Novembre 2013 (395)
    • Ottobre 2013 (447)
    • Settembre 2013 (433)
    • Agosto 2013 (389)
    • Luglio 2013 (390)
    • Giugno 2013 (425)
    • Maggio 2013 (413)
    • Aprile 2013 (345)
    • Marzo 2013 (372)
    • Febbraio 2013 (293)
    • Gennaio 2013 (361)
    • Dicembre 2012 (364)
    • Novembre 2012 (336)
    • Ottobre 2012 (363)
    • Settembre 2012 (341)
    • Agosto 2012 (238)
    • Luglio 2012 (328)
    • Giugno 2012 (288)
    • Maggio 2012 (258)
    • Aprile 2012 (218)
    • Marzo 2012 (255)
    • Febbraio 2012 (247)
    • Gennaio 2012 (259)
    • Dicembre 2011 (223)
    • Novembre 2011 (267)
    • Ottobre 2011 (283)
    • Settembre 2011 (268)
    • Agosto 2011 (155)
    • Luglio 2011 (210)
    • Giugno 2011 (264)
    • Maggio 2011 (273)
    • Aprile 2011 (248)
    • Marzo 2011 (255)
    • Febbraio 2011 (234)
    • Gennaio 2011 (253)
    • Dicembre 2010 (237)
    • Novembre 2010 (187)
    • Ottobre 2010 (159)
    • Settembre 2010 (148)
    • Agosto 2010 (75)
    • Luglio 2010 (86)
    • Giugno 2010 (76)
    • Maggio 2010 (75)
    • Aprile 2010 (66)
    • Marzo 2010 (79)
    • Febbraio 2010 (73)
    • Gennaio 2010 (74)
    • Dicembre 2009 (74)
    • Novembre 2009 (83)
    • Ottobre 2009 (90)
    • Settembre 2009 (83)
    • Agosto 2009 (56)
    • Luglio 2009 (83)
    • Giugno 2009 (76)
    • Maggio 2009 (72)
    • Aprile 2009 (74)
    • Marzo 2009 (50)
    • Febbraio 2009 (69)
    • Gennaio 2009 (70)
    • Dicembre 2008 (75)
    • Novembre 2008 (77)
    • Ottobre 2008 (67)
    • Settembre 2008 (56)
    • Agosto 2008 (39)
    • Luglio 2008 (50)
    • Giugno 2008 (55)
    • Maggio 2008 (63)
    • Aprile 2008 (50)
    • Marzo 2008 (39)
    • Febbraio 2008 (35)
    • Gennaio 2008 (36)
    • Dicembre 2007 (25)
    • Novembre 2007 (22)
    • Ottobre 2007 (27)
    • Settembre 2007 (23)
  • Aprile 2024
    L M M G V S D
    1234567
    891011121314
    15161718192021
    22232425262728
    2930  
    « Mar   Mag »
  • Leggi gli ultimi articoli inseriti

    • MA GIORGIA MELONI SI RIFERIVA AD “ALBATROSS”, IL FILM DI GIULIO BASE FINANZIATO CON 1,49 MILIONI DI EURO DALLO STATO, QUANDO PARLAVA DI “MILIONI DI EURO PRESI DALLE TASSE DEI CITTADINI PER FINANZIARE FILM CHE ALLA FINE GUADAGNAVANO POCHE DECINE DI MIGLIAIA DI EURO”?
    • IL CORTOCIRCUITO DEI TRUMPIANI: SI SONO ACCORTI CHE SENZA GLI IMMIGRATI SI BLOCCANO GLI STATI UNITI
    • “L’EUROPA NON DEVE CEDERE. TRUMP È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA” : DOPO L’ANNUNCIO DEI DAZI USA ALL’UE, JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA, SUGGERISCE LO SCONTRO DIRETTO CON IL TYCOON
    • QUANTO CI COSTA LA MAZZATA DI TRUMP? L’INTRODUZIONE DI TARIFFE DOGANALI DEL 30% DA PARTE DEGLI USA AVRÀ UN IMPATTO ECONOMICO SULLE ESPORTAZIONI ITALIANE DI CIRCA 35 MILIARDI EURO L’ANNO, SECONDO I CALCOLI DELL CGIA
    • LO STATO NON ASSUME NEONAZISTI: IL LAND TEDESCO DELLA RENANIA-PALATINATO HA DECISO DI IMPEDIRE A CHI È ISCRITTO A UN’ASSOCIAZIONE ESTREMISTA DI LAVORARE PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, TRA LE FORMAZIONI INSERITE C’È ANCHE ALTERNATIVE FUR DEUTSCHLAND
    • ZAIA NON DECIDE CHE FARE (COME AL SOLITO) E CRESCE LA TENSIONE NELLA LEGA: “LA LISTA ZAIA? NON SI FARA’, LO STALLO STA FAVORENDO IL CENTROSINISTRA”
  • Commenti recenti

    • Log In

      • Accedi
      • Feed dei contenuti
      • Feed dei commenti
      • WordPress.org
    • Credits: G.I





    Usiamo i cookie anche di terze parti autorizzate. Continuando a navigare su questo sito, acconsenti al loro impiego in conformità alla nostra Cookie Policy.
    PreferenzeCONTINUA
    Manage consent

    Privacy Overview

    This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
    Necessary
    Sempre abilitato
    Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
    CookieDurataDescrizione
    cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
    cookielawinfo-checbox-functional11 monthsThe cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
    cookielawinfo-checbox-others11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
    cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
    cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsThis cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
    viewed_cookie_policy11 monthsThe cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
    Functional
    Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
    Performance
    Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
    Analytics
    Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
    Advertisement
    Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
    Others
    Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
    ACCETTA E SALVA