A BRUXELLES NON SI ASPETTAVANO GRANDI NOVITÀ’ DAL VIAGGIO DI MELONI NEGLI USA. E SONO STATI ACCONTENTATI
LA VAGA PROMESSA DI UN INCONTRO CON TRUMP A ROMA NON SCALDA GLI EURO-POTERI: “PER IL TYCOON ARRIVERÀ UN ACCORDO AL 100%? SE LO DICE LUI…”… IN ATTESA DI CAPIRE LE INTENZIONI DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO, LA COMMISSIONE LAVORA ALLE RITORSIONI AI DAZI
Silenzio. Del resto le istituzioni europee ci hanno da tempo abituato a questa strategia comunicativa: evitare di inseguire tutte le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Trump sui dazi e la guerra in Ucraina o le conferenze stampa fatte singolarmente o in presenza di un leader europeo. Non ha fatto eccezione l’incontro tra il presidente Trump e la premier Meloni.
La presidente della Commissione europea von der Leyen si è sentita più volte con la premier Meloni nei giorni scorsi, anche martedì sera per «coordinare» la visita a Washington. Quindi c’è da aspettarsi che la premier riferirà alla presidente nelle prossime ore l’esito dell’incontro, tanto più che Meloni ha strappato la promessa di «una visita ufficiale a Roma nel prossimo futuro» del presidente degli Stati Uniti, che in quella occasione «considererà se incontrare anche l’Europa».
Finora Trump non si è visto con nessuno dei vertici Ue. La prima occasione in programma è il vertice Nato in giugno a L’Aia, quando l’Alleanza Atlantica deciderà di alzare il target di spesa da destinare alla difesa probabilmente al 3,5% del Pil.
A Bruxelles e tra i leader europei prevale sempre il pragmatismo quindi l’interesse è tutto concentrato su possibili passi avanti nel negoziato con
Washington sui dazi: «Ci sarà un accordo commerciale, al 100%», ha detto Trump. Meloni ha cercato di costruire un ponte tra le due sponde dell’Atlantico descrivendo gli Stati Uniti e l’Europa come alleati naturali della civiltà occidentale e affermando che è importante «cercare di sedersi e trovare una soluzione» alle tensioni sul commercio e sulla sicurezza.
Trump ha dichiarato però di non avere «fretta» di raggiungere alcuna intesa perché le tariffe «stanno arricchendo» gli Stati Uniti. Il presidente ha anche detto che gli altri Paesi «vogliono fare accordi più di me» ma ha suggerito che sarebbe facile trovare un’intesa con l’Unione europea e altri Paesi.
La vicinanza politica fra Meloni e Trump non è un mistero a Bruxelles e il timore fra le capitali era che si potesse infrangere l’unità europea nella trattativa. Qualche tensione era stata registrata inizialmente con Parigi. Poi però è prevalsa la linea di apertura.
E anche ieri l’Eliseo ha spiegato che «nessuno si adombra per la visita a Washington di Giorgia Meloni. È legittimo che ogni partner dell’Unione europea abbia relazioni forti con Washington».
(da Corriere della Sera)
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