ANDREA, L’EX IMPRENDITORE DIVENTATO CLOCHARD ORA HA UN NUOVO LAVORO E UN TETTO: “ASSUNTO COME OPERAIO, MI HANNO PAGATO PURE IL BARBIERE”
QUANDO CONTA LA RETE DI SOLIDARIETA’: “E’ UN GRANDE PASSO VERSO LA RINASCITA”
Il ciel t’aiuta ma la brava gente di più. Non ha lasciato indifferenti l’articolo del Corriere sull’ex ristoratore milanese diventato clochard a 50 anni, vittima nel 2022 di una truffa operata dal socio che ha svuotato la «cassa» con bonifici per 400mila euro verso società a lui riconducibili prima di scomparire calpestando una storica amicizia.
«Avevo investito tutto in quel locale», raccontava il senzatetto dal suo giaciglio a Lambrate, sotto i portici di via Muzio Scevola, condannato ai bassifondi dopo aver perso anche la casa di Monza acquistata con il mutuo. «Ne avrei un’altra in via Padova, era di mia nonna, ma è occupata da una famiglia che da tempo non paga l’affitto».
Si era confidato mantenendo l’anonimato, un po’ per vergogna e perché non tutti i parenti sapevano della rovinosa caduta, ma ora che c’è un lieto fine, riconoscente alle tante persone che gli hanno telefonato per un lavoro o un alloggio, ci mette almeno il nome: Andrea. Da lunedì 5 agosto, Andrea lascia il giogo della strada e riprende il «gioco» della vita, non più fantasma ma operaio in un centro logistico a Liscate. «Ho firmato fino al 31 ottobre, se le cose andranno bene il contratto sarà rinnovato, ancora non ci credo».
La macchina del Bene si è attivata in tempi rapidissimi. Richieste di colloqui, messaggi di conforto, l’impegno dei City Angels, l’incontro con il consigliere regionale Marco Bestetti per valutare l’inserimento in graduatoria per una casa popolare: «Mi servirà una residenza fittizia e dovrò presentare il modello Isee, ho preso appuntamento al Caf, ma nel frattempo posso dormire in ostello grazie alle donazioni dei privati: letto comodo, doccia, specchio, aria condizionata»
Quali privati? «Un mondo a me sconosciuto mi si è aperto» continua emozionato Andrea, contattato da Mirco Gasparotto che guida Arroweld Italia, azienda leader nella distribuzione di prodotti industriali — per la saldatura — con sede a Zanè (Vicenza) e diverse filiali tra cui quella lombarda a Cormano. «Ma in questo caso, con me, Gasparotto si è qualificato come fondatore di un’associazione di imprenditori, un network pronto ad aiutare quelli in crisi. Dalle parole ai fatti, in poche ore mi hanno garantito l’affitto mensile di una stanza e i soldi per andare dal barbiere a darmi una sistemata».
Il network si chiama Osa community ed è basato sulla condivisione di esperienze e saperi tra proprietari di piccole e medie imprese: «Ho alle spalle 40 anni di carriera ma non sono un figlio di papà — spiega Gasparotto —. Ho iniziato come fattorino trasportando bombole di gas, sono stato bravo e fortunato, ora voglio restituire qualcosa facendo rete con altri colleghi per favorirne la crescita.
Oggi Osa, attiva dal 2016, può contare su 14 “sedi” italiane (per le riunioni evento) e un seguito di 7 mila imprenditori. Abbiamo inoltre istituito un fondo da destinare a quelli in difficoltà, e in questo caso ne ha beneficiato Andrea. Poi abbiamo chiesto ai nostri membri chi potesse dargli da lavorare».
Ci ha pensato Technobuild, un consorzio specializzato in logistica con sede a Melzo che movimenta soprattutto alimentari e prodotti tecnologici. «Da lunedì sarà impiegato in un magazzino di Liscate — spiega il ceo Antonio Guttilla —. Difficilmente chi cade riesce a rialzarsi da solo, è un falso mito, e lui meritava una chance, ho percepito la sua voglia».
Tornerà ad avere giornate piene, Andrea, la sensazione di valere qualcosa, a fare i conti con orari e spostamenti, a sognare una compagna. «Non sto più nella pelle, è un grande passo verso la mia rinascita: fisso in continuazione la divisa da lavoro, le scarpe, il badge. Voglio ringraziare tutti gli imprenditori che si sono interessati alla mia vicenda, siete angeli caduti dal cielo, e quando tornerò del tutto indipendente vorrei spendermi per chi vive in strada, dare una speranza, ché il sacco a pelo non è un ergastolo. Posso testimoniare la forza e l’importanza delle associazioni. Ho promesso al presidente dei City Angels, Mario Furlan, che diventerò uno di loro. Mai avrei pensato che un articolo di giornale potesse connettermi a tante persone fantastiche, come Paola Mortara che mi sta dietro come una mamma. Mi viene in mente una frase di Paulo Coelho: non ti arrendere mai, di solito è l’ultima chiave del mazzo quella che apre la porta. Sono felice. Se il sorriso è un po’ strozzato è per i denti persi, spero che anche questo problema si risolverà. Ah, ne resta poi un altro: ricordarsi di mettere la sveglia, domani si riparte».
(da agenzie)
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