CAMBIANO GLI EQUILIBRI NEL CARROCCIO, FEDRIGA CON LA SUA LISTA (17,7%) HA PRESO QUASI GLI STESSI VOTI DELLA LEGA (19%)
SALVINI E’ UN SEGRETARIO COMMISSARIATO DA ZAIA E FEDRIGA. È GRAZIE A LORO SE IL PARTITO NON È SPROFONDATO ANCHE AL NORD
Matteo Salvini ha ben poco da esultare, perché il suo destino da leader del partito sembra vacillare: nella migliore delle ipotesi da oggi è un segretario commissariato proprio da Fedriga e dell’altro governatore forte, Luca Zaia. Sono loro i riferimenti, non solo politici ma anche elettorali, della nuova Lega. È grazie a loro se il partito non è sprofondato anche al Nord e con le loro liste personali, scoraggiate da Salvini fino all’ultimo, consentono alla Lega di tenere alta la bandiera in questo pezzo del Paese.
Il grande lancio del partito nazionale di Salvini, che aveva tolto la parola “Nord” anche dal simbolo, è naufragato. Il partito ormai guarda solo alla Lombardia e poco più. Lombardi sono quasi tutti i nomi della Lega sul tavolo delle nomine a Palazzo Chigi per le aziende di Stato, per dire.
Tutti si rendono conto che il partito della nazione non c’è più. Zaia e Fedriga nei loro territori di competenza si sono presi tutto. Il governatore appena rieletto in Friuli Venezia Giulia con la lista personale ha eguagliato i voti della Lega. Zaia in Veneto con la sua lista ha raccolto quasi un milione di voti arrivando al 44 per cento mentre, la Lega si era fermata a 347 mila voti, il 16,9.
In Lombardia Zaia e Fedriga non c’erano, la Lega è finita nove punti indietro a Fratelli d’Italia. Nel Lazio si è fermato all’otto per cento, alle ultime regionali in Sicilia si è fermato al 6 per cento e nemmeno Lega si chiamava la lista nell’isola, ma “Prima l’Italia — Salvini premier”. [
Dopo gli ultimi risultati alle regionali Zaia e Fedriga sono davvero pronti a commissariarlo: lasciandogli ancora per un po’ il ruolo di uomo immagine che parla di autonomia differenziata e Ponte sullo Stretto (che al Nord non interessa).
Le decisioni importanti, a partire da quelle sulle candidature alle prossime europee, verranno prese collegialmente. E il primo a saltare potrebbe essere proprio un fedelissimo del capo, quel “mister Papeete” Massimo Casanova che nel 2019 l’allora potente Salvini aveva imposto da capolista in Puglia. Adesso difficilmente riuscirà a farlo rieleggere
(da La Repubblica)
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