COSI’ SALVINI TRADIRA’ BERLUSCONI: “ACCORDO CON IL M5S SENZA FORZA ITALIA”
MA IL LEADER LEGHISTA SMENTISCE: “VADO AVANTI CON LA STESSA SQUADRA”
Luigi Di Maio continua a dire che il forno della Lega è chiuso e aspetta, come ha promesso al Capo dello Stato, che la prossima settimana la direzione del Pd si pronunci.
Ma cosa farà il leader dei 5 Stelle quando Matteo Salvini annuncerà di essere disponibile a un accordo di governo senza Silvio Berlusconi?
L’annuncio verrà fatto subito dopo le elezioni in Friuli Venezia Giulia, quindi tra lunedì o martedì, prima della riunione dei Democratici fissata per il 3 maggio. Nessuno scommette un euro sul via libera di Matteo Renzi: in casa leghista ci si prepara alla svolta e alla rottura con Forza Italia.
Il conto alla rovescia è iniziato. «Si apre una fase nuova», spiega Salvini che critica il Presidente della Repubblica per il tempo concesso al «surreale» dialogo M5S-Pd. «Una perdita di tempo per consentire un raccapricciante esecutivo alla faccia del voto degli italiani».
La svolta di Salvini è maturata negli ultimi giorni quando è stata sempre più chiara l’intenzione di Berlusconi di boicottare ogni possibile intesa con i pentastellati e di lavorare «per un altro, ennesimo inciucio con il Pd».
Senza escludere, da parte dell’ex Cavaliere, l’ipotesi del governissimo o di esecutivo del presidente che sarebbe «un altro esperimento dei tecnici sulla pelle degli italiani». Questa è la convinzione del segretario della Lega, che è consapevole di non godere della benevolenza del Capo dello Stato.
Sa che mai gli darebbe l’incarico come premier del centrodestra per cercarsi i voti che gli mancano in Parlamento. Ma al Quirinale, dice Salvini, dovranno farsene una ragione se fallirà , come è probabile, il tentativo di scongelare Renzi e tornerà in primo piano la possibilità di costruire una maggioranza M5S-Lega.
E questa volta Salvini non aspetterà la disponibilità di Berlusconi nei confronti dei grillini, ai quali farebbe pulire i cessi di Mediaset o paragonati a Hitler.
Sono numerose le voci che danno credito a questa possibilità , anche se stamane Salvini esprime un’opinione di senso differente: «Non vedo perchè dovrei cambiare idea ogni quarto d’ora: non faccio come Renzi o Di Maio. Mi presento alle elezioni con una squadra e vado avanti con quella squadra».
Ora voce agli elettori del Friuli Venezia Giulia che, secondo il leader del Carroccio, plebisciteranno con percentuali quasi bulgare il suo ex capogruppo Massimiliano Fedriga.
Soprattutto regaleranno alla Lega il sorpasso ai danni di Forza Italia. Sorpasso che Berlusconi teme come la peste. E infatti si è tuffato da giorni nella campagna elettorale delle regionali. Non è un caso che ieri abbia ricordato il «risultato molto basso» di Forza Italia alle politiche del 4 marzo. «Abbiamo un distacco troppo forte dalla Lega. Di questo Salvini potrebbe approfittarsi se rimanesse un distacco così grande per imporci le sue visioni», ha detto l’ex premier, invitando i friulani a votare per gli azzurri alle regionali di domenica.
Poi a Trieste è tornato alla sua visione della coalizione a guida moderata, con Forza Italia «unico argine italiano al populismo, interno al centrodestra (leggi la Lega, ndr) e al populismo rappresentato dai 5 Stelle».
Le distanze crescono nel centrodestra. Anche le valutazioni delle mosse del Presidente della Repubblica sono diametralmente opposte.
§Intanto vengono sondate in maniera informale le basi parlamentari e il responso è univoco. Giancarlo Giorgetti racconta delle conversazioni tra deputati e senatori della Lega e del Movimento 5 Stelle. «Mi dicono che la stragrande maggioranza dei grillini vuole fare il governo con noi. E noi un governo al Paese dobbiamo darlo, non possiamo rimanere senza ancora per settimane».
Gli italiani, aggiunge Salvini, sono «ostaggio dei litigi del Pd e delle ambizioni di potere dei 5 stelle». Ma non chiude la porta in faccia nemmeno all’ambizione di potere di Luigi Di Maio.
Sì, perchè il leader leghista ora è disposto pure a concedere a Di Maio la presidenza del Consiglio in cambio di forti punti programmatici e ministeri pesanti.
Circola pure l’idea di una «staffetta» tra Salvini e Di Maio durante la legislatura. Idea già bocciata dal capo grillino quando era ancora aperto il primo forno. Un’altra ipotesi è che Salvini rimanga fuori dal governo e continui a fare quello che finora ha fatto meglio: il leader di partito, pungolando dall’esterno l’esecutivo.
Matteo ha messo in conto l’ira di Berlusconi e la retromarcia di Di Maio. Il suo annuncio di voler fare un governo con i grillini sarà accompagnato da un appello a seguirlo in un nuovo rassemblement politico.
(da “La Stampa”)
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