IMPRENDITORE FARMACEUTICO NARCOTIZZA E VIOLENTA RAGAZZA DI 21 ANNI ATTIRATA CON IL PRETESTO DI UNO STAGE
ALMENO ALTRE QUATTRO VITTIME DELLO STUPRATORE SERIALE
Sono almeno quattro – oltre a quella che ha denunciato la violenza che ha portato in carcere l’uomo – le vittime, non ancora identificate, di Antonio Di Fazio, amministratore unico della Global Farma, arrestato con l’accusa di aver violentato una 21enne attirata con il pretesto di uno stage. Lo si apprende da investigatori e inquirenti. L’arrestato in casa aveva anche una pistola finta, un lampeggiante e un tesserino del Ministero dell’Interno. Secondo l’accusa, millantava anche rapporti con imprenditori internazionali.
L’imprenditore è ritenuto un violentatore seriale. La ragazza, secondo la ricostruzione, è stata attirata nell’azienda dell’uomo e poi, col pretesto di incontrare altri imprenditori, nella casa, poco distante, dove è avvenuta la violenza.
Nella casa indizi di altre violenze ai danni di ragazze altrettanto giovani. Amante della bella vita e di auto lussuose e ritenuto un millantatore, sulla scorta di un contratto di forniture di mascherine alla Regione si spacciava come Alto commissario per l’emergenza Covid.
Le indagini dei militari, coordinate dal Dipartimento “Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli” della Procura di Milano, sono cominciate dopo la denuncia della giovane. Nel corso della perquisizione in casa dell’uomo erano state trovate, nascoste in una nicchia a scomparsa della cucina, due confezioni di “Bromazepam”, un ansiolitico della famiglia delle benzodiazepine.
I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Porta Monforte in collaborazione con quelli del Nucleo Investigativo di Milano, hanno accertato, grazie all’analisi dei tabulati telefonici, delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza e dei dati gps registrati dallo smartwatch della ragazza e con accertamenti su vari telefoni e computer utilizzati dall’imprenditore, che l’uomo il 26 marzo dopo aver invitato la vittima a una finta riunione di lavoro, le aveva somministrato, mescolandola con un caffè e un succo d’arancia, un’elevata dose di benzodiazepine, provocandole un’intossicazione con avvelenamento.
Questo, spiegano i militari, “per privarla della libertà personale, trattenendola presso la propria abitazione contro la sua volontà fino al mattino seguente, porla in uno stato di incapacità di volere e di agire per abusarne e fotografarla”
L’uomo, preoccupato dall’esito della perquisizione e dalle indagini aveva addirittura tentato di crearsi un alibi, consigliando familiari e amici a rendere dichiarazioni compiacenti e accusando la studentessa e la sua famiglia di tentare un’estorsione ai suoi danni.
(da agenzie)
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