LA LETTERA DELLA MAESTRA AI COLLEGHI NO VAX
“INACCETTABILE RIFIUTARE IL VACCINO“
Pina Cipolletta, maestra che insegna all’istituto Rodari-Marconi di Porto Sant’Elpidio in provincia di Fermo, ha scritto una lettera aperta ai colleghi che non vogliono vaccinarsi contro il Coronavirus.
La missiva, riportata oggi da Il Resto del Carlino, rappresenta una dura reprimenda nei confronti degli insegnanti No vax. «Nella mia scuola – scrive Cipolletta –, che fa della didattica laboratoriale, dell’apprendimento cooperativo e dell’intenzione pedagogica sempre dichiarata di voler esser una scuola inclusiva il suo punto di forza, diversi colleghi rifiutano il vaccino. Con l’obbligo scattato dal 15 dicembre, diverse colleghe non sono al lavoro. Astensioni e permessi hanno portato a classi che hanno perso le loro insegnanti, bambini diversamente abili, i più fragili, i più delicati, hanno perso le loro insegnanti».
E a scuola, spiega la maestra, «ognuno fa la sua parte e io ho fatto la mia parlando a viso aperto con chi rifiuta il vaccino sentendomi rispondere: ’Ho paura di quello che mi mettono nel corpo’, ’Ho un problema che però i medici non mi riconoscono’, ’Si tratta di un siero’, ’Il vaccino? Preferisco morire di Covid che morire di vaccino’. E no. Quante morti in solitudine, quante… Hai la tentazione, che è ancora un porgere la mano, di raccontare di cosa è fatta una crisi respiratoria, visto che lo sai, ma chiudi. Chiudi. In questa comunità compito della scuola dovrebbe essere il riconoscimento della competenza scientifica e del suo sapere oggettivo, riproducibile e sperimentabile. La scienza procede, per definizione, per ’prove ed errori’, anche in questa emergenza sanitaria la comunità scientifica si è più volte contraddetta, ma è solo grazie ai vaccini che la mortalità è diminuita. Almeno questo venga riconosciuto».
Infine, l’appello: «La qualità della scuola sta anche nella regolarità dello stare insieme. Con il vaccino il virus veicola di meno: facciamo di tutto per evitare la Dad, chiudere le scuole porta un danno educativo e formativo enorme, permanente. La Dad è anche uno strumento che solca il divario di classe sociale perché non tutti i bambini hanno biblioteche in casa e adulti che li seguono. In una comunità ognuno fa la sua parte, sempre che non si sia stati contagiati da un virus che si chiama individualismo, virus ancora più letale del Covid. Ho impresse le parole luminose di papa Bergoglio: ’Vaccinarsi è un atto d’amore. E l’amore è sempre un atto sociale e politico’. ’Sociale e politico’ e io a rispondere ’Bravo Papa, hai detto proprio tutto’».
(da agenzie)
Leave a Reply