L’EX AUTISTA DEL TROTA: “QUEL VIZIATO DI RENZO BOSSI, TRA DONNE, FESTE E BALLE AL PADRE”
LA MADRE: “COME TI HO FATTO METTERE IN REGIONE TI FACCIO ANCHE TOGLIERE”…IL FRATELLO MINORE: “PREFERISCI STARE IN MEZZO ALLE PUTTANE INVECE CHE STUDIARE, DEVI FINIRLA DI PRENDERE PER IL CULO LA LEGA E LA TUA FAMIGLIA”
“Tu sei presente solo dove ci sono auto di lusso e troioni di alto bordo, sei un bugiardo che ci vuole prendere tutti per il culo”. La sfuriata di Roberto Bossi al fratello Renzo è una delle fotografie della famiglia di Gemonio scattate da Oscar Morando, ex autista del Capo prima e del Trota poi, e riprodotte nel libro “Ero l’autista dei Bossi e mi hanno lasciato a piedi”, in libreria per Aliberti.
In 140 pagine Morando ripercorre in una sorta di diario l’anno trascorso assieme alla famiglia di Gemonio, dove si è trasferito da Tenerife su richiesta della Lega per seguire da vicino il Senatùr e poi il rampollo Renzo.
Ma il 29 gennaio 2011, ricostruisce nel libro Morando, il Trota rischia di perdere la successione: la madre Manuela Marrone e Rosi Mauro, “vere anime del partito”, sono deluse da Renzo e gli chiedono conto del suo impegno in Regione Lombardia e sul territorio di Brescia, dove è stato eletto.
La madre è perentoria: “Di buoni risultati non ne stai dando e come ti ho fatto mettere in Regione ti faccio anche togliere”.
Anche Rosi Mauro affonda: “O cambi registro o dobbiamo prendere dei provvedimenti”.
Ma è il fratello Roberto il più critico. “Preferisci stare in mezzo alle puttane piuttosto che studiare come sto facendo io… è ora che tu la finisca di prendere per il culo la Lega e la tua famiglia”.
Il giorno dopo, racconta Morando, ci sarà un altro incontro senza Renzo.
Rosi Mauro e Manuela Marrone chiedono a Roberto cosa vuole fare: “Qui dobbiamo capire se possiamo contare anche su di te, visto e considerato certi comportamenti di tuo fratello”.
Il passaggio di consegne non è avvenuto. Roberto al momento frequenta Agraria e studia, a differenza del fratello.
Nessuna finta laurea in Albania nè multe o macchine a spese del partito. Ma si è divertito a tirare gavettoni con candeggina contro un militante di Rifondazione comunista ed è stato condannato a pagare 1.400 euro.
Nulla rispetto alla vita che conduce Renzo raccontata nel libro.
Il Trota è “un ragazzino viziato”, “non è vero che studia quando può e che fa l’università : sono balle che vuol far credere a suo padre”, preferisce “donne e festini”.
Morando racconta di un viaggio a Bratislava dove in albergo Renzo trova ad accoglierlo in camera “una bella coniglietta locale”.
Mentre nella casa di Milano dove viveva il rampollo, scrive sempre l’ex autista, “spesso si facevano festini”.
Morando racconta di doverlo svegliare spesso e di trovarlo più volte in condizioni pietose.
“Ti ricordi le due ballerine spagnole di ieri?”, “una nottatona”.
Renzo si “sente una calamita per le donne ma sa di non essere una bellezza” però non spreca occasioni.
Le due fidanzate che si alterna in un anno non bastano e nella ricerca di compagnia nuova “finisce anche incastrato in una paparazzata con altre ragazze”.
Le foto finiranno sulle riviste di gossip, mentre la sua carriera politica sfumerà inesorabilmente.
“Viziato, pretese un’Audi A3”, “adorava i massaggi, discoteche, lusso”.
Morando deve essere l’ombra di Renzo, per “aiutarlo a diventare un uomo — gli dicono Rosi Mauro e Manuela Marrone — e per tenerlo lontano dai guai”.
Ma poi il Trota “si ribella e mi fa terra bruciata, mi ha fatto licenziare da Belsito e mi sono ritrovato in mezzo a una strada: ero il suo giocattolo e il giocattolo si era rotto”.
Davide Vecchi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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