L’INDIA RECLAMA ALL’INGHILTERRA IL DIAMANTE DELLA CORONA APPARTENUTO ALL’ULTIMO MAHARAJA
AL CENTRO DI UNA LUNGA CONTESA, VALE 170 MILIONI DI EURO… CAMERON: “NON LO AVRANNO MAI”
Si chiama Koh-i Noor ed è uno dei diamanti della corona inglese. Il più bello, il più ricco, il più puro.
Da secoli cinge capi regali. Dalla queen Mum all’attuale sovrana, Elisabetta II.
Eppure si tratta anche del gioiello più reclamato e desiderato, al centro di una contesa, come ricorda il settimanale francese Point de vue, che dura dal 1947, anno dell’indipendenza dell’India.
Molte personalità del mondo della cultura, dell’imprenditoria e della finanza, si sono addirittura riunite all’interno di un collettivo Montagne de lumière, pronti a reclamare giustizia presso l’Alta corte contro Elisabetta II.
Al centro, dunque, della contesa il favoloso diamante che l’associazione reclama supportata dall’Holocaust Act, una legge che permette la restituzione ai legittimi proprietari dei beni confiscati, per esempio, dai nazisti durante la Seconda Guerra mondiale.
787 CARATI DA GREZZA, LA PIETRA VALE 170 MILIONI
In particolare il Koh-i Noor è una pietra del valore di circa 170 milioni di euro. Origini dubbie, incerte. Sembra che il diamante, come ricorda Point de vue, appartenesse a Babur, fondatore dell’Impero Moghol nel 1526, che l’avrebbe però rubato al rajah di Gwalior.
Ma le cronache raccontano che il celebre diamante era, molto probabilmente, all’origine, una pietra grezza di 787 carati, scoperta nel XVII secolo nella miniere di Golkonda in India.
UNA STORIA AFFASCINANTE CHE SI PERDE NELLA NOTTE DEI TEMPI
La pietra fu successivamente lavorata per lo shah Jahan, quinto imperatore della dinastia. A lui si deve la costruzione, nel 1632, del mausoleo di Taj Mahal in memoria della moglie Arjumand Banu Begum.
Rubato dallo shah di Persia dopo il sacco della città di Delhi, nel 1739, il diamante sarebbe stato poi misteriosamente trasferito in Afghanistan, prima di approdare tra i tesori dei maharadjahs sikhs del Pendjab. Diamante sempre al centro di scontri fratricidi, violenze e brutalità inaudite.
GIOIELLO MALEDETTO
Ecco dunque spiegata la sua pessima reputazione. Il diamante, infatti, si dice porti sfortuna a chi lo indossa, ad eccezione di «un dio o di una regina».
Il suo nome, significa «Montagna di luce». Fu offerto alla regina Vittoria dal Dhulip Sing, ultimo sovrano dell’Impero sikh. Anche se in quegli anni, era il 1850, il piccolo maharadjah, aveva solo 11 anni ed era stato appena deposto dagli inglesi che si erano impossessati del suo regno.
La madre, Jind Kaur, reggente del figlio, fu imprigionata per un lungo periodo, e potè rivedere il figlio solo altri 11 anni dopo. Dhulip Singh, nel frattempo, fu costretto a convertirsi al cristianesimo e fu spedito in Inghilterra, dall’allora governatore, Lord Dalhousie, per essere «rieducato». Solo più tardi si solleverà contro gli inglesi, ma ormai invano.
TAGLIATO AD AMSTERDAM
Per ciò che concerne il celebre diamante, una volta entrato a far parte dei gioielli della corona, fu spedito ad Amsterdam per essere tagliato e lavorato per esaltarne lo splendore e la luminosità .
LA PRIMA APPARIZIONE NELLA TIARA DELLA REGINA VITTORIA
La prima apparizione ufficiale del diamante Koh-i Noor fu incastonato su una tiara indossata dalla regina Vittoria, che amava portarlo anche come spilla.
Dopo di lei altre illustri sovrane inglesi sfoggeranno la «Montagna di luce». Le regine Alexandra e Mary di Teck, spose rispettivamente di Edoardo VII e Giorgio V, ma anche la queen Mum e l’attuale sovrana.
CAMERON NEL 2013: “NON LO AVRANNO MAI”
Impossibile, forse impensabile che dopo circa 150 anni Elisabetta II decida di separsi dallo splendido gioiello.
Tra l’altro, nessuno dei nove discendenti di Dhulip Singh, scomparsi poi senza lasciare eredi, ha mai reclamato il prezioso Koh-i Noor. Ma continuano a tuonare gli attivisti perchè il diamante ritorni in India, tra questi anche Bhumika Singh, star di Bollywood.
Eppure, come ha ricordato Point de vue, non soltanto Lahore, capitale dell’impero sikh, non si trova più in India, ma in Pakistan, ma anche il primo ministro inglese, David Cameron, dopo un suo viaggio in India nel 2013, sembra sia stato categorico. «Non lo avranno mai».
(da “la Stampa“)
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