RISSA A CINQUESTELLE. CASALEGGIO: “SPERO NON ATTACCHINO ROUSSEAU PER IL TERZO MANDATO”. CRIMI: “FRASI FALSE E MISERE”
CONTE: “RAPPORTI VANNO CHIARITI DA CHI C’E’ DA TEMPO”
Una tensione sempre più alta all’interno e uno scontro pubblico fatto di botta e risposta tramite agenzie stampa e interviste.
Continua il braccio di ferro tra l’associazione Rousseau e il Movimento 5 stelle. E, proprio al termine del weekend in cui Giuseppe Conte ha incontrato deputati e senatori per portare avanti il progetto di rifondazione del M5s, Davide Casaleggio ha rilasciato un’intervista a Lucia Annunziata a “In Mezz’ora” (Rai3) nella quale ha accusato duramente i parlamentari grillini.
Da una parte il leader, di fronte all’assemblea degli eletti di Montecitorio, si è limitato a dire che “aspetta che il M5s chiarisca con Rousseau” perché lui “è l’ultimo arrivato”: “I rapporti vanno chiariti da chi c’è da tempo”, e l’importante è che “l’attività politica sia gestita dal Movimento”.
Dall’altra Casaleggio non solo ha parlato dell’importanza che il sistema di partecipazione diretta sia “gestito da una figura terza” e che sia “indipendente dalla parte politica”, perché così, ha sottolineato, “volle anche mio padre”.
Ma alla domanda se ci si dovrà aspettare una rottura definitiva, ha ribattuto: “Penso che ci sia un grande dibattito su tante tematiche politiche come è giusto che ci sia. Altra questione è entrare nel merito delle regole, come per esempio mettere in difficoltà finanziaria Rousseau, per mettere sul tavolo il terzo mandato o le candidature dal basso, in sostanza per mettere in discussione le caratteristiche fondamentali del M5s. Spero che non sia così, ma a pensar male si fa peccato ma…, come diceva Andreotti”, ha detto.
Crimi: “Da Casaleggio frasi false, diffamatorie e misere”
Parole molto nette alle quali i vertici M5s, hanno deciso di replicare immediatamente, segno che ormai i rapporti sono ridotti ai minimi termini e che i tentativi di ricucire in privato sono ormai falliti. “Non mi sono mai prestato ad alimentare pubblicamente polemiche”, ha detto il capo reggente Vito Crimi parlando proprio all’assemblea dei deputati 5 stelle. “Ma ho appena appreso che Davide Casaleggio avrebbe detto che ci potrebbe essere stata una azione volontaria da parte del Movimento di mettere in difficoltà economica l’associazione Rousseau al fine di poter derogare al limite dei due mandati. Sto chiedendo di verificare se queste affermazioni sono state fatte davvero. Mi auguro di no perché sarebbero non solo false, ma diffamatorie e misere a fronte del fatto che i portavoce del Movimento 5 Stelle hanno versato oltre 3 milioni e mezzo di euro per la piattaforma Rousseau”.
Al tempo stesso però Crimi ha precisato: “Non c’è nessuna intenzione di andare per le vie legali con Rousseau… Il M5s è titolare degli iscritti e di tutto quello che ciò comporta, andremo avanti qualunque sia la piattaforma”. Difficile però immaginare, a questo punto, come sia possibile non dover finire in tribunale per risolvere la questione. Tanto che il capogruppo alla Camera Davide Crippa, sempre durante l’assemblea, non ha usato parole più morbide: “Ricordo a tutti che abbiamo 7 milioni e 400mila euro bloccati nel conto delle restituzioni da fare perché la piattaforma Rousseau non ci fa votare”.
Conte: “La gestione delle tematiche politiche deve restare in seno al Movimento” Conte dal canto suo ha cercato di scaricare la responsabilità sui vertici M5s e di evitare (o ritardare) lo strappo definitivo: “Aspetto che il Movimento 5 stelle chiarisca con Rousseau”, ha detto, “io sono l’ultimo arrivato e non posso intervenire in un rapporto consolidato negli anni, ma la democrazia digitale rimarrà al fondo del nuovo Movimento. È fondamentale garantire la modalità di partecipazione ad un ampio numero di partecipanti: la democrazia digitale presuppone assoluta trasparenza e chiarezza, criteri di accesso”.
Quindi ha lasciato uno spiraglio sul quale potrebbe essere possibile costruire un accordo: “Il voto online può essere demandato a una società esterna, ma tutto il resto deve essere gestito dal Movimento a cominciare dalla formazione”. Cioè Conte ha spiegato che ci sarà ancora il voto online degli iscritti, sempre tramite una piattaforma privata, ma la gestione delle tematiche politiche – sarebbe questo il succo del suo ragionamento – devono restare in seno al Movimento.
Casaleggio: “Anche mio padre pensava che fosse necessaria un’organizzazione indipendente per il voto”
Il nodo è cruciale per il M5s e per i suoi futuri iscritti che, proprio nell’ultimo mese, sono cresciuti di oltre 10mila unità: l’ex premier ha garantito già più volte che il Neo Movimento avrà tra le sue fondamenta la democrazia diretta, ma se l’associazione Rousseau insisterà nel chiedere il saldo economico degli arretrati (450mila euro) è impossibile che l’accordo avvenga con la stessa struttura.
E’ su questo punto che al momento non si è trovato una mediazione: Casaleggio e Rousseau hanno fissato il 22 aprile come data limite per i versamenti, i vertici M5s hanno fatto sapere di essere pronti a creare una propria piattaforma. Nessun passo avanti nelle trattative è stato fatto finora.
Ecco perché le parole di Davide Casaleggio, intervistato da Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più” su Rai3, hanno molto peso in questa fase così difficile e complicata per i 5 stelle. Senza dimenticare che sono davvero rare le volte in cui il figlio del cofondatore accetta di intervenire in programmi televisivi o rilasciare interviste. E proprio sull’indipendenza dalla politica della piattaforma,
Casaleggio ha dichiarato: “Su questo aspetto abbiamo ragionato parecchio con mio padre, soprattutto negli ultimi anni: anche lui pensava che fosse necessario avere un’organizzazione indipendente, costituita da professionisti che potessero portare avanti la gestione complessa delle votazioni, dei dati ma anche indipendente dalla parte politica che è, per sua natura, in conflitto di interesse con qualunque domanda si voglia sottoporre agli iscritti. In realtà questo è stato proprio progettato e voluto in modo distinto rispetto alla parte politica”.
Secondo Davide Casaleggio è questo uno dei principi che dovrebbe essere ancora rispettato. In altre parole, il figlio del cofondatore del M5s ha bocciato l’ipotesi che il Movimento decida di mollare una struttura come Rousseau per affidarsi a una piattaforma dipendente direttamente dal Movimento.
Esattamente il piano che hanno in mente i vertici. “Mi riferisco”, ha specificato ancora, “alla parte di consultazione degli iscritti e non sto parlando dei quesiti, sui quali c’è stato un grande dibattito, ma sto parlando dell’organizzazione stessa che permette la consultazione degli iscritti. E’ ovvio che, per fare questo, ci deve essere una figura ‘terza’ che si fa garante rispetto alla parte politica”, ha detto.
“La natura stessa dell’associazione Rousseau, che io ho fondato insieme a mio padre, associazione senza scopo di lucro, non ha altra finalità se non quella di garantire la partecipazione digitale. Una delle accuse che sono state rivolte a mio padre era quella di volersi arricchire con questa iniziativa. In realtà lui ha sacrificato gran parte della sua vita, degli affetti, proprio per portare avanti l’idea del Movimento. Se avesse voluto arricchirsi avrebbe potuto accettare i 42 mln di euro che erano dovuti per il finanziamento pubblico dei partiti nel 2013, distribuire lauti stipendi e anche io avrei potuto percepirlo in questi 15 anni ma invece abbiamo deciso di farlo gratuitamente, come impegno civico”.
E proprio parlando di soldi, Casaleggio ha anche aggiunto: “Io non ho mai percepito stipendi, né all’interno dell’associazione Rousseau né in precedenza per il supporto che abbiamo fornito” al M5s e “nemmeno lo ha fatto mio padre. Questo è un aspetto, poi ci sono dei costi di gestione, delle persone che sono assunte e alle quali dobbiamo pagare lo stipendio”.
Casaleggio ha anche parlato del futuro del M5s. E alla domanda se si immagina che il Movimento diventi un partito tradizionale, ha replicato: “Io penso che non sia la direzione giusta pensare a un’organizzazione di questo tipo è pensare a un’organizzazione dell’altro secolo, una cosa che non è più di attualità. Forse oggi non sono più di attualità nemmeno i movimenti, per come sono stati strutturati 10 anni fa. Oggi si parla di una Platform Society, di un nuovo modo di interagire sulle singole battaglie per dare modo alle persone che voglio impegnarsi o voglio dare il proprio contributo civico”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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