SETTE ANNI A FEDE E MORA, CINQUE ANNI ALLA MINETTI: EMESSA LA SENTENZA DEL RUBY BIS
ACCOLTE LE RICHIESTE DEL PM CHE AVEVA DEFINITO LE SERATE DI ARCORE “ORGE BACCHICHE”
I giudici hanno condannato Emilio Fede e Lele Mora a 7 anni a di reclusione, a Nicole Minetti inflitti a 5 anni sono per il reato di favoreggiamento, mentre sono stati assolti dall’accusa di induzione alla prostituzione.
Mora e Fede sono stati anche condannati all’interdizione perpetua dei pubblici uffici, mentre per l’ex consigliera regionale del Pdl è stata fissata l’interdizione a 5 anni.
I giudici, come già successo nel processo principale, hanno trasmesso gli atti alla Procura perchè valutino le dichiarazioni di molti testimoni, dello stesso Silvio Berlusconi e dei suoi avvocati: Niccolò Ghedini e Piero Longo.
La procura, rappresentata dal pm Antonio Sangermano e dall’aggiunto Piero Forno, per gli imputati avevano chiesto sette anni di carcere per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile.
Durante la requisitoria l’accusa aveva definito le serate di Arcore “orge bacchiche”.
Il processo principale si era concluso con la condanna a sette anni di reclusione per Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile.
Secondo gli inquirenti sono in tutto 34 le ragazze che sono state indotte a prostituirsi durante le serate ad Arcore per soddisfare, come è stato chiarito in requisitoria, il “piacere sessuale” del Cavaliere.
Serate che erano “articolate” in tre fasi: la prima “prevedeva una cena”, mentre la seconda “definita ‘bunga bunga’” si svolgeva “all’interno di un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi”.
La terza fase riguardava infine la conclusione della serata e il suo proseguimento fino alla mattina dopo: consisteva, scrivono i pm, “nella scelta, da parte di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro ed altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre partecipanti”.
A queste feste, per 13 volte (il 14, il 20, il 21, il 27 e il 28 febbraio, il 9 marzo, il 4, il 5, il 24, il 25 e il 26 aprile, e l’1 e il 2 maggio del 2010) c’era anche Karima El Mahroug, in arte Ruby Rubacuori, non ancora 18enne.
La ragazza marocchina, in base all’ipotesi accusatoria, sarebbe stata scelta da Fede nel settembre del 2009 dopo un concorso di bellezza in Sicilia, a Taormina, dove lei era tra le partecipanti e l’ex direttore del Tg4 uno dei componenti della giuria.
Secondo le indagini, andò ad Arcore la prima volta accompagnata da Fede con una macchina messa a disposizione da Mora.
Per i pm, però, ciascuno dei tre imputati, in quello che è stato chiamato “sistema prostitutivo”, aveva un ruolo ben preciso.
Lele Mora “individuava e selezionava”, anche insieme a Emilio Fede, “giovani donne disposte a prostituirsi” nella residenza dell’ex capo del Governo scegliendole in alcuni casi “tra le ragazze legate per motivi professionali all’agenzia operante nel mondo dello spettacolo” gestita dall’ex agente dei vip. Inoltre Mora, come Fede, “organizzava” in alcune occasioni “l’accompagnamento da Milano ad Arcore” di alcune delle invitate alla serate “mettendo a disposizione le proprie autovetture”, con tanto di autista.
I pm in requisitoria hanno paragonato Mora e Fede ad “assaggiatori di vini pregiati”, perchè valutavano la gradevolezza estetica delle ragazze e le sottoponevano a “un minimo esame di presentabilità socio-relazionale”, prima di immetterle nel “circuito” delle cene. Nicole Minetti, invece, avrebbe fatto da intermediaria per i compensi alle ragazze — in genere girati dal ragionier Giuseppe Spinelli, allora fiduciario e “ufficiale pagatore” per conto del leader del Pdl — che consistevano “nella concessione in comodato d’uso” degli appartamenti nel residence di via Olgettina e “in contributi economici” per il loro mantenimento o addirittura per il pagamento delle utenze di casa o delle spese mediche fino agli interventi di chirurgia estetica. Inoltre anche l’ex consigliere regionale, nonchè ex igienista dentale di Berlusconi, “in alcune occasioni” si premurava di mettere “a disposizione” delle giovani le proprie auto per raggiungere Villa San Martino.
I pm in aula l’hanno definita una sorta di “amministratrice di condominio”, sottolineando come lei nelle serate, non solo era una delle ‘spogliarelliste’, ma abbia anche compiuto “atti sessuali retribuiti”. Sia Minetti sia Mora e Fede, infine, secondo i pm, sapevano che Ruby era minorenne, quando l’hanno indotta a prostituirsi con l’ex premier.
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