“DENUNCIAI LA PRASSI DEI FONDI NERI E FUI CACCIATA DALLA LEGAâ€. PARLA L’EX TESORIERA DELL’EMILIA: “QUA C’E’ PIU’ SPORCO CHE IN VIA BELLERIOâ€
CARLA RUSTICELLI RIVELA: “C’E’ DA INDAGARE ANCHE QUA: NEGLI ULTIMI ANNI NELLE REGIONI SI SONO CREATI DEI FEUDI E I SEGRETARI SONO DIVENTATI SCEICCHI”
“Anche io, come Gianfranco Miglio, avevo già visto e previsto tutto da tempo. Miglio diceva che Bossi non avrebbe tenuto in piedi un partito cosi per sempre, e c’è riuscito anche per molto. Poi però sono arrivate le poltrone”.
Carla Rusticelli dice invece di essere andata via dalla Lega perchè aveva sentito puzza di bruciato, altri sostengono che sia stata espulsa.
Sono gli ex che ritornano, dicono dentro alla Lega Nord.
È vero però che Rusticelli è un ex eccellente: tesoriere del partito dal 2006, consigliere nel parlamentino della Lega Nord Emilia dal 2004, revisore dei conti a livello regionale dal 2004 e, infine, presidente nazionale delle donne padane dal 2002.
Una mole di incarichi, tutti cessati nel 2009, quando il Carroccio l’ha cacciata assieme ad alti compagni di partito.
“No, sono io ad essermi allontanata. E sono ben felice di averlo fatto. Avevo intuito situazioni poco piacevoli. Frequentavo spesso via Bellerio”.
La bufera su Bossi che effetto avrà a Bologna e in Emilia?
“Bologna è una derivazione di quello che succede al livello regionale, che parte da Reggio Emilia, dove il capo è ancora Angelo Alessandri. Negli ultimi anni nelle regioni si sono creati dei feudi, i segretari sono diventati sceicchi”.
Lei ha controllato le casse del partito bolognese fino al 2009. Tutto in ordine?
“Sì, i miei conti sono sempre stati in ordine, dopo non so cosa sia successo. Avevo lasciato un fondo di 12mila euro, dopo un mese di campagna elettorale abbastanza dispendiosa, è stato usato tutto. Ho assistito a diverse situazioni dove ho visto passare del nero, ma mi sono sempre rifiutata. Per questo motivo sono stata estromessa, solamente perchè mi sono opposta. Tanto è vero che di fronte a un mio preciso rifiuto prima mi hanno tolto il controllo della cassa, poi allontanata dal partito”.
A cosa si riferisce?
“Dovevo dare il consenso per un contratto d’affitto pagato metà in bianco e metà in nero per un negozio in centro, serviva per la campagna elettorale del 2009. Non ci penso neanche, risposi. Da lì a poco mi hanno tolto tutti gli incarichi”.
Lei sostiene anche di essere stata revisore dei conti del partito a livello regionale. Com’era la situazione?
“Sì sono stata revisore dei conti, andavo spesso alla sede di Reggio Emilia. Ma mi facevano vedere solo un conto corrente bancario. Tutto qua, dicevo io? Ho fatto richiesta per poter accedere ad altri documenti, non sono mai stata chiamata. Così mi si sono drizzate le orecchie, sono diventata sempre più sospettosa e severa nel controllare i conti. Gli altri mi trattavano come una rompiscatole, solo perchè onesta”.
Non ha mai denunciato nulla dentro al partito?
“Certo. Una volta al mese c’era il consiglio della Lega Nord Emilia, anche io ne facevo parte. Ho sempre rotto le scatole, sollevando in ogni assemblea queste situazioni. Tutto quanto veniva verbalizzato e poi mandato a Milano. Vista la situazione che si era venuta a creare, chiedevo sempre di poter controllare i verbali inviati a via Bellerio. Erano tutti taroccati. Tutto quello che denunciavo o veniva cancellato o frainteso. Ho fatto un’enorme battaglia contro questa gestione allegra del movimento, non ce n’è traccia”.
Ma se i magistrati indagassero in Emilia cosa accadrebbe secondo lei?
“Un putiferio. Ci sono conti mai messi in ordine, soldi in nero, sia in entrata che in uscita. C’è più sporco qui che a via Bellerio. Quando andavo a Reggio Emilia e chiedevo informazione sui conti tutti mi rispondevano allo stesso modo: “C’è una gran confusione”.
Il Carroccio bolognese è stato commissariato dal regionale dal 2009 al 2011, subito dopo il vostro allontanamento voluto da Alessandri. Che idea si è fatta di lui?
“Penso solo che ha trattato la Lega come un giocattolino e che si dovrebbe dimettere. Non posso dire altro, mi fermo qui”.
Beppe Persichella
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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